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Legalita' e' umanita'. 69
- Subject: Legalita' e' umanita'. 69
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 15 Oct 2009 14:15:05 +0200
- Importance: Normal
===================== LEGALITA' E' UMANITA' ===================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 69 del 15 ottobre 2009 In questo numero: 1. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo 3. Cosa fare 4. Alessandro Dal Lago: Contro il razzismo, per la civilta' 5. Alessandro Leogrande: Schiavismo 6. Angelo Mastrandrea: Razzismo 7. Grazia Naletto: La politica della paura 8. Vittorio Nozza: Sicurezza, legalita' e dignita' per tutti 1. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94 Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art. 1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico riferimento a: a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla Costituzione della Repubblica Italiana; b) violazione dei diritti dei bambini; c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione esistenziale; d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui all'art. 10 Cost.; e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3, commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita' e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali dell'ordinamento giuridico vigente. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 3. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione dei carabinieri. Puo' essere anche inviato per posta. Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve recare un indirizzo per ogni comunicazione. * Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre istituzioni statali centrali). Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel capoluogo di provincia). Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu' dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni. * Indirizzi cui inviare gli esposti: Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione. Comunque solitamente: - l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio: procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio: tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e' uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). Quanto alle istituzioni nazionali: - Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour, 00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it - Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187 Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it; sito: www.cortecostituzionale.it - Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370, 00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it - Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito: www.camera.it - Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel. 0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it - Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it; sito: www.csm.it - Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma; fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito: www.quirinale.it Quanto alle istituzioni sovranazionali: - Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047 Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555; sito: www.europarl.europa.eu Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito: http://ec.europa.eu/index_it.htm - Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg (France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito: www.coe.int/DefaultIT.asp - Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters, Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York (Usa); sito: www.un.org * Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata). Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa. * Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani. * Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro. 4. UNA SOLA UMANITA'. ALESSANDRO DAL LAGO: CONTRO IL RAZZISMO, PER LA CIVILTA' [Dal quotidiano "Liberazione" del 15 ottore 2009 col titolo "17 ottobre: contro il razzismo per la civilta'"] Le avventure e la disavventure mondane e giudiziarie di Berlusconi stanno assorbendo gran parte della cronaca politica in Italia (e non solo). Con cio', l'aspirante Presidente del consiglio a vita ha realizzato almeno uno dei suoi obiettivi: deviare l'attenzione pubblica dai contenuti dell'azione del governo. In realta', in poco piu' di un anno e mezzo, il governo ha parlato molto e fatto poco, rincorrendo piu' che altro le emergenze (spazzatura, terremoti, alluvioni), il solo terreno utile per fare propaganda a favore del Cavaliere in una fase in cui la sua figura e' ampiamente screditata all'interno e all'estero. C'e' una sola eccezione, il "pacchetto sicurezza" o, se vogliamo, il pacchetto anti-immigrati. Se c'e' un terreno in cui la Lega dimostra di tenere saldamente in mano il timone, almeno per il momento, si tratta delle misure sull'immigrazione. Qui, l'azione del governo non e' casuale e sgangherata, ma premeditata e in tutto e per tutto coerente con la cultura della destra italiana. Facendo dei migranti dei criminali virtuali e nemici potenziali o, nel caso migliore, dei servi tollerati, il governo consegue un certo numero di obiettivi politici di lungo periodo. Il primo e' certamente soddisfare un elettorato che ha trovato nella xenofobia, piu' o meno esplicita, uno sfogo alle sue paranoie e una risposta all'incertezza provocata dalla globalizzazione e dalla crisi economica. Il secondo e' molto piu' prosaico: un migrante perennemente sul chi vive, pauroso della polizia e delle denunce, oltre che vincolato alla benevolenza del suo datore di lavoro, e' prima di tutto, agli occhi del legislatore, un lavoratore che accetta qualsiasi condizione di lavoro senza protestare. In questo senso, l'azione del governo ha soddisfatto quelle migliaia di padroncini che al nord, ma non solo, strepitano contro i migranti, ma sono i primi ad avvalersene. Esemplare in questo senso e' la sanatoria delle badanti, una misura adottata in spregio a qualsiasi senso di giustizia e di uguaglianza, che ha il solo scopo di non danneggiare, in nome della mera xenofobia, gli interessi delle famiglie con anziani. Se finora le regolarizzazioni delle badanti sono state di gran lunga inferiori alle aspettative, non e' solo perche' i datori di lavoro non vogliono sborsare il relativo contributo, ma perche' probabilmente molte straniere semplicemente non si fidano di questo governo e di questo stato, preferendo rimanere nell'ombra dell'irregolarita'. Ma c'e' stato probabilmente un altro obiettivo da parte del governo: con il "pacchetto sicurezza" l'equazione immigrazione uguale criminalita', scioccamente favorita nell'ultimo decennio anche dal centrosinistra, riceve una sanzione ufficiale e definitiva. D'ora in poi, qualsiasi discorso sui diritti dei migranti si scontrera' contro il ricatto dell'insicurezza. Cosi', la xenofobia trova una giustificazione pubblica che sara' difficilissimo criticare e contrastare. L'effetto di tutto questo e' che in Italia alcuni milioni di persone vivono prive di garanzie giuridiche e di diritti civili e sociali, in preda all'ansia per qualunque accidente possa minacciarne lo status di stranieri a malapena tollerati. D'altronde, hanno perfettamente ragione, se e' vero che il destino degli irregolari e' finire nei Cie e, dopo l'espulsione, nelle mani di Gheddafi, il nuovo e grande amico di Berlusconi. Per tutto questo, la manifestazione di sabato contro il razzismo e per i diritti dei migranti e' un'occasione per contrastare una deriva xenofoba e autoritaria in cui il governo Berlusconi svolge un ruolo d'avanguardia. 5. UNA SOLA UMANITA'. ALESSANDRO LEOGRANDE: SCHIAVISMO [Dal quotidiano "L'Unita'" del 14 ottobre 2009 col titolo "Dall'Italia all'Irlanda, si diffonde l'epidemia dei migranti-schiavi" e il sommario "L'allarme Osce: e' un fenomeno ormai globale quello dello sfruttamento degli immigrati, sempre piu' sottomessi ai loro 'caporali'. Per combatterlo occorre una legge. Che nel nostro Paese ancora non c'e'"] Alcuni settori della nostra economia globale si fondano ormai sul lavoro di nuovi schiavi. E un recente rapporto dell'Osce sul "lavoro forzato" nel settore agricolo (Human Trafficking for Labour Exploitation in the Agricultural Sector in the Osce Region) lo conferma. Le nuove schiavitu' nascono dall'incrocio di vari fattori: vulnerabilita' dei lavoratori migranti (che costituiscono in ogni paese dell'Osce, anche in quelli meno ricchi, la base del nuovo bracciantato), brutalita' dei rapporti di lavoro, assenza di tutele, bassi salari. Ma benche' nasca da queste premesse, il "lavoro forzato" costituisce un salto ulteriore verso l'inferno, una tipologia di sfruttamento che le legislazioni di molti paesi fanno fatica a cogliere, e quindi a combattere: riguarda tutti quei casi in cui al grave sfruttamento lavorativo si aggiunge il controllo feroce sulla nuda vita da parte dei caporali o dei padroni. In Italia, le pesanti condanne emesse contro 20 caporali del foggiano, che avevano sfruttato centinaia di schiavi polacchi, sono state confermate in secondo grado. Ma il fenomeno e' globale, non riguarda solo il nostro paese. Il rapporto Osce racconta di decine di casi simili: rom greci in Inghilterra, giamaicani in New Hampshire o messicani in South Carolina, estoni in Irlanda, romeni in Belgio, uzbeki in Russia, lituani in Portogallo... In tutti i casi riportati, i braccianti stranieri lavoravano a centinaia dall'alba al tramonto quasi sempre senza essere pagati, vivevano a decine in pochi metri quadri e in condizioni igienico-sanitarie degradanti, venivano severamente puniti, picchiati (e in alcuni casi eliminati) ogni qualvolta protestavano. Scappare era impossibile. Il rapporto introduce il concetto di multidipendenza ("multiple dependency") per descrivere situazioni in cui il lavoratore dipende dal suo sfruttatore per piu' aspetti essenziali. Non solo il lavoro, ma anche l'alloggio, il cibo, il trasporto. Queste forme, dice l'Osce, sono epidemiche. E poiche' producono - per dirla con un eufemismo - una concorrenza sleale, rischiano di estendersi ulteriormente a macchia d'olio. Sono un fenomeno che nasce nell'agricoltura (benche' non riguarda tutto il settore agricolo) e che riguarda gli immigrati (benche' non tutti gli immigrati che lavorano in nero siano ridotti in schiavitu'). Per combatterle occorre un'azione composita: processi contro i trafficanti e i caporali, tutela delle vittime e reintegrazione sociale, nuove forme di associazioni tra i lavoratori. Alcuni paesi (come il Belgio, l'Olanda e gli Stati Uniti) hanno deciso di inasprire le leggi contro il lavoro forzato e per la tutela delle vittime. In Italia, una legge sul caporalato non e' stata ancora fatta, e l'art. 18 della 286 non viene ancora esteso pienamente agli "schiavi da lavoro". La magistratura nostrana, per condannare i caporali, e' ricorsa al reato di riduzione in schiavitu'. Ma questo rende i processi piu' difficili. Una recente inchiesta curata da Gianluigi De Vito (Tutti giu' per terre, Levante editori) conferma come in Puglia, nonostante le maggiori attenzioni contro il caporalato e la legge regionale per l'emersione del lavoro nero, lo sfruttamento del lavoro migrante e' ancora la regola. Ci sono (ancora) rumeni ridotti in schiavitu', marocchini che pagano 6.000 euro per avere un permesso di soggiorno dagli stessi padroni da cui percepiscono, se va bene, meno di 20 euro al giorno. E migliaia di casi in cui, quantomeno, non viene applicato alcun contratto. La Bossi-Fini, che lega rigidamente il permesso di soggiorno al contratto di lavoro, nel mondo nero dell'agricoltura e' uno straordinario produttore di clandestinita'. Con il nuovo "pacchetto sicurezza", la vulnerabilita' del lavoratore "clandestino" e' accresciuta: chi denuncerebbe mai il proprio caporale, se corre il rischio di finire per 6 mesi in un Cie? Lo sfruttamento riguarda anche i comunitari, specie se stagionali. L'economia di Canosa, ad esempio, paesone agricolo pugliese, si fonda sullo sfruttamento dei bulgari e dei romeni. E la piazza centrale restituisce l'apartheid di fatto. I romeni e i bulgari da una parte, gli italiani dall'altra: questo per fare in modo che il datore di lavoro possa sapere subito come comprare manodopera a basso costo. 6. UNA SOLA UMANITA'. ANGELO MASTRANDREA: RAZZISMO [Dal quotidiano "Il manifesto" del 13 ottobre 2009 col titolo "Razzismo. Tutti i volti dell'intolleranza"] Cio' che spaventa di piu' in un'Italia che pare aver perso ogni inibizione nei confronti del tabu' razzista non e' tanto la frequenza con cui esso si manifesta, quanto l'assuefazione dell'opinione pubblica e in qualche caso la condiscendenza che lascia campo libero alle aggressioni a chiunque sia percepito come "diverso". Ultima quella di domenica ai danni di una coppia gay a Roma, in pieno giorno, all'indomani della manifestazione nazionale contro l'omofobia. Non muta il nostro giudizio, semmai rafforza la nostra rabbia il fatto che uno dei due aggrediti, Massimo Fusillo, e' un nostro collaboratore. A Massimo Fusillo, al suo compagno e a chiunque - uomo, donna, gay, migrante - sia vittima della violenza razzista contro ogni forma di presunta devianza va la solidarieta' attiva di tutto il collettivo del "Manifesto". L'escalation di violenze e' intollerabile, non solo quando a sparare e uccidere sono i killer della camorra, come accadde un anno fa a Castelvolturno, o ad accoltellare sono ragazzotti affascinati dall'estrema destra, ma anche quando a picchiare sono squadrette di "sceriffi" al soldo del Comune a caccia dell'Emmanuel Bonsu o della prostituta di turno; o i vigili urbani che, nella Milano che costruisce l'Expo, in nome della sicurezza vanno a caccia di clandestini a bordo di sinistri bus con le sbarre; o ancora la Guardia di finanza che mette a soqquadro un intero quartiere di Roma, il Pigneto, per "rastrellare" un pugno di senegalesi in una stramba operazione anti-contraffazione, come una settimana fa a Roma. C'e' chi soffia sul fuoco, attizzando gli istinti bestiali del paese. Come fa Renato Farina sul "Giornale": "A lume di buon senso - arriva a scrivere - quanto al danno sociale, siamo sicuri che sia piu' grave uccidere un omosessuale single che un padre di famiglia?". Sabato prossimo, proprio nella capitale sfilera' un corteo nel nome di Jerry Masslo, un giovane rifugiato africano ucciso nel 1989 a Villa Literno, ai primordi del fenomeno immigratorio nel nostro paese. Dall'onda emozionale suscitata dal caso furono partorite una grande manifestazione antirazzista e in seguito una legge, la prima, che provava a regolare l'immigrazione, che prese il nome dell'allora ministro della Giustizia Claudio Martelli. Alcune leggi sono passate da allora sotto i ponti e il securitarismo ha definitivamente preso il sopravvento sull'accoglienza. Cosi', questa volta nel mirino ci saranno il "pacchetto sicurezza" e le sue svariate derive locali, i respingimenti in mare senza verifica del diritto d'asilo e la chiusura dei Cie, un problema europeo e non solo italiano. A differenza di vent'anni fa, il movimento antirazzista e' molto piu' isolato di allora, e non solo per la mancanza di sponde politiche. Proviamo a farlo sentire meno solo. Nel suo piccolo, "Il manifesto" fara' la sua parte e, naturalmente, sabato sara' in piazza". 7. UNA SOLA UMANITA'. GRAZIA NALETTO: LA POLITICA DELLA PAURA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 14 ottobre 2009 col titolo "La politica della paura"] L'uccisione di Abdul Guibre a Milano, l'aggressione a Emmanuel Bonsu a Parma, l'attentato incendiario a Navtej Singh a Roma sono violenze razziste che ricordano in molti: la loro gravita' e' tale che i media non hanno potuto ignorarle. Il punto e': sono casi "isolati", come qualcuno vuole farci credere minimizzando cio' che sta succedendo nel nostro paese, o si collocano in un contesto politico e culturale che tende a legittimare la xenofobia e il razzismo e, conseguentemente, a giustificare, quando non ad incoraggiare, atti e comportamenti sociali intolleranti e razzisti? I casi di intolleranza e razzismo riportati dai media dal gennaio 2007 a oggi raccontano una societa' in cui accanto alle violenze fisiche gravi, sempre piu' frequenti, che riescono a richiamare l'attenzione dei media nazionali e divengono oggetto del dibattito pubblico, gli episodi di ostilita' e di intolleranza nei confronti dei migranti e delle minoranze sono moltissimi e investono tutti gli ambiti della vita, non conoscendo differenze di classe ne' geografiche. Solo per riportare qualche esempio, capita che a Civitanova Marche un quarantenne di origini africane sia licenziato a causa del colore della sua pelle (6/01/2007), a Bergamo un bambino di 12 anni sia picchiato e insultato dai coetanei in un oratorio (10/03/2007), a Bolzano due giovani marocchini non possano entrare in discoteca (23/03/2007), a Torino quattro giovanissimi aggrediscano con una spranga un coetaneo di cittadinanza marocchina (18/12/2007). A Milano i controllori dell'azienda locale di trasporti eseguono controlli "mirati" nei confronti di cittadini stranieri (30/05/2008), a Rimini una ragazza rom incinta viene colpita a calci mentre chiede l'elemosina (6/06/2008), a Venezia una turista che indossa il niqab non riesce a visitare un museo (27/08/2008). A Milano una maestra invita una mamma di origine straniera a "riportare il figlio nella giungla" (3 ottobre 2008), mentre il presidente di un municipio romano chiude le fontanelle pubbliche perche' "attirano i rom" (17/10/2008). Le linee di autobus separate per cittadini italiani e stranieri sono proposte a Trapani (20/11/2008) e a Foggia (3/04/2009). Alcuni cittadini di origine straniera vengono segnalati alle autorita' di Ps da alcuni operatori sanitari (Brescia, 9/04/2009; Napoli 5/03/2009) mentre il dibattito sul ddl 733/b, oggi legge n. 94/2009, e' ancora in corso in parlamento. Il razzismo in Italia esiste e purtroppo si sta diffondendo in modo preoccupante. Il primo dovere che abbiamo e' non rimuoverlo e raccontarlo in modo sistematico; ma, naturalmente, questo non e' sufficiente. I disagi economici e sociali che interessano fasce sempre piu' ampie della popolazione possono spiegare da soli la diffusione dei sentimenti xenofobi e razzisti? Sicuramente esiste nel nostro paese una "questione sociale" che e' stata e continua ad essere rimossa dai governi di qualsiasi colore. Un rilancio delle politiche di inclusione sociale per tutti e tutte e una distribuzione piu' equa delle risorse disponibili ridurrebbero forse l'esigenza di individuare nuovi nemici e capri espiatori. Ma vi e' un di piu' che va cercato nel ruolo svolto dagli attori politici e mediatici che influenzano piu' di altri l'orientamento dell'opinione pubblica e, dunque, sono in grado di condizionare in modo significativo l'agire sociale. Gia' a partire dal maggio 2007 alcune voci isolate denunciarono come l'utilizzo strumentale della paura (e della sua presunta percezione diffusa) da parte di alcune aree della sinistra rischiasse di aprire la strada all'intolleranza e al razzismo: l'antico nesso di causalita' tra immigrazione e criminalita' fu infatti riproposto in modo ossessivo. La collocazione delle politiche migratorie e sull'immigrazione nell'ambito esclusivo delle politiche sulla sicurezza, ha raggiunto con l'ultimo "pacchetto sicurezza" un livello inedito. Ma l'attuale governo ha fatto qualcosa di piu'. E' riuscito a trasformare in senso comune l'idea che la presenza di donne e uomini nati altrove mette in pericolo i diritti dei cittadini italiani (alla "sicurezza", alla salute, alle prestazioni sociali, all'istruzione, all'abitare). Parallelamente, sui media e' tornata a prevalere una rappresentazione stigmatizzante dei migranti grazie alla selezione mirata delle notizie che li vedono coinvolti in fatti di cronaca nera. Vi e' una specularita' tra la norma contenuta nella legge 125/2008, che ha introdotto l'aggravante di un terzo della pena per il cittadino straniero irregolare, e le modalita' con le quali la stampa si e' occupata, ad esempio, della violenza perpetrata ai danni di una giovane quattordicenne a Roma presso il parco della Caffarella (14/02/2009). Il caso ha occupato a lungo le prime pagine dei media nazionali con le foto di due cittadini rumeni, presunti colpevoli risultati poi innocenti, accompagnate da dati sulla criminalita', parziali quando non fuorvianti, il cui unico scopo era dimostrare la maggiore propensione dei migranti alla devianza. Altre violenze sessuali compiute da italiani ai danni di minori nello stesso periodo, sono rimaste invece confinate nelle pagine dei quotidiani locali. Forte di una campagna decennale di propaganda xenofoba e razzista, la Lega Nord e' riuscita ad acquisire un'egemonia culturale che, anche grazie a una debolissima opposizione democratica, ha potuto tradursi in leggi esplicitamente discriminatorie e in quel "comune sentire" che ispira ormai troppo spesso comportamenti intolleranti e razzisti. Se un governo decide di respingere in massa le donne e gli uomini, nella maggioranza potenziali richiedenti asilo, che arrivano per mare; se e' un presidente del consiglio a dichiarare pubblicamente il suo "no ad un'Italia plurietnica"; se le ronde sono sancite per legge; perche' un giovanissimo non dovrebbe sentirsi legittimato a insultare o ad aggredire un coetaneo di origini straniere? Chi volesse prendere le distanze ha un'occasione per farlo: scendere in piazza a Roma il 17 ottobre. 8. UNA SOLA UMANITA'. VITTORIO NOZZA: SICUREZZA, LEGALITA' E DIGNITA' PER TUTTI [Da "Famiglia cristiana" n. 42 del 18 ottobre 2009 col titolo "Immigati e criminalita': l'allarme e' ecessivo" e il sommario "I dati smentiscono che gli stranieri delinquano ben piu' degli italiani. Tra gli stranieri, la percentuale di criminalita' non e' molto piu' elevata che tra gli italiani. Gli immigrati sono persone che vorrebbero essere in regola con la legge: una normativa piu' flessibile li aiuterebbe" e la nota redazionale "Don Vittorio Nozza e' direttore della Caritas italiana"] Viviamo un periodo di "nuova migrazione di popoli". Un contesto in cui le societa' sono sempre piu' multirazziali e multiculturali, ma in cui, al tempo stesso, aumentano i fenomeni di rigetto dell'altro e si propaga la convinzione che tutti gli stranieri siano criminali. Le cronache pullulano di fatti a sostegno di queste preoccupazioni. In ogni caso, anche quando il pregiudizio non viene generalizzato e indirizzato verso ogni straniero, persiste la convinzione che vi siano alcune "collettivita' canaglia". Prima e' stato il turno dei marocchini, poi quello degli albanesi, ora quello dei romeni e in particolare dei rom, attualmente ai vertici dell'hit parade della cronaca nera. Cosa c'e' di vero quando si parla del rapporto tra immigrazione e criminalita'? Ha cercato di analizzarlo, almeno sul piano statistico, una ricerca condotta dal Dossier immigrazione Caritas-Migrantes insieme all'agenzia "Redattore sociale" della Comunita' di Capodarco. E' emerso che, tra gli stranieri, il tasso di criminalita' non e' molto piu' elevato che tra gli italiani. Incidono tanto eta' e situazione socioeconomica. Non esiste un collegamento diretto tra l'aumento della popolazione immigrata e l'aumento della criminalita'. I dati Istat sulle denunce e sui residenti nel periodo 2001-2005 lo confermano: registrano infatti un aumento degli stranieri residenti pari al 101 per cento, a fronte di un incremento delle denunce contro stranieri pari al 46 per cento. Prevalgono nella graduatoria, con 20.000 denunce a testa, Romania e Marocco, seguiti da Albania (11.973 denunce), Senegal (7.622), Tunisia (6.934): sono le collettivita' che si distinguono anche per il maggior numero di presenze in Italia. Le donne straniere, pur rappresentando la meta' della popolazione immigrata, sono implicate in un caso su sette (incidenza del 13,4 per cento, piu' bassa rispetto alla media delle donne italiane, attestata al 15,2 per cento). Gli stranieri regolari sono coinvolti nel 28,9 per cento delle denunce contro cittadini immigrati e hanno un tasso di criminalita' piu' alto tra i ventenni e i trentenni, fascia di eta' in cui cominciano la propria vicenda migratoria, spesso incontrando grandi difficolta'. Dai 40 anni in poi invece - avviato il processo di inserimento, favorito da adeguate opportunita' (casa, lavoro, ricongiungimenti familiari) - si rileva un tasso di delinquenza pari o inferiore a quello degli italiani. Per cui il futuro non dovrebbe riservare sorprese negative. Infine, la questione irregolari. La criminalizzazione generalizzata degli stranieri in posizione irregolare risulta infondata per ragioni storiche, tenuto conto che meta' degli attuali residenti stranieri una volta era irregolare e poi e' stata regolarizzata, come nel caso ultimo delle 300.000 collaboratrici familiari. Gli immigrati sono per lo piu' persone che vorrebbero essere in regola con la legge (e una normativa piu' flessibile li aiuterebbe), ma il bisogno li puo' indurre alla devianza, anche sotto la spinta della malavita italiana e straniera. In conclusione, si tratta piuttosto di collocare le nostre societa' dentro una prospettiva che garantisca a tutti sicurezza, legalita', ma anche uguale dignita' di vita e di speranza. Gli immigrati per noi sono si' una "scomodita'". Ma una "scomodita'" che fa crescere. Non c'e' dunque bisogno di aizzare qualcuno contro qualcun altro, ma di organizzarci in tanti a favore di tutti, per una convivenza corresponsabile, partecipata, costruttiva, giusta, fraterna e solidale. ===================== LEGALITA' E' UMANITA' ===================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 69 del 15 ottobre 2009 Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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