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Minime. 971
- Subject: Minime. 971
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 12 Oct 2009 00:48:40 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 971 del 12 ottobre 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo 3. Cosa fare 4. Vladimiro Polchi: Un appello di scrittori e giuristi contro le misure razziste del "pacchetto sicurezza" 5. Bruno Mazzoni: Herta Mueller 6. Domenico Pinto: Herta Mueller 7. Vincenzo Arnone ricorda Margherita Guidacci (2002) 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento 9. Per saperne di piu' 1. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94 Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art. 1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico riferimento a: a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla Costituzione della Repubblica Italiana; b) violazione dei diritti dei bambini; c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione esistenziale; d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui all'art. 10 Cost.; e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3, commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita' e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali dell'ordinamento giuridico vigente. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 3. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione dei carabinieri. Puo' essere anche inviato per posta. Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve recare un indirizzo per ogni comunicazione. * Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre istituzioni statali centrali). Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel capoluogo di provincia). Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu' dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni. * Indirizzi cui inviare gli esposti: Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione. Comunque solitamente: - l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio: procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio: tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e' uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). Quanto alle istituzioni nazionali: - Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour, 00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it - Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187 Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it; sito: www.cortecostituzionale.it - Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370, 00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it - Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito: www.camera.it - Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel. 0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it - Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it; sito: www.csm.it - Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma; fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito: www.quirinale.it Quanto alle istituzioni sovranazionali: - Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047 Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555; sito: www.europarl.europa.eu Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito: http://ec.europa.eu/index_it.htm - Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg (France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito: www.coe.int/DefaultIT.asp - Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters, Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York (Usa); sito: www.un.org * Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata). Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa. * Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani. * Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro. 4. UNA SOLA UMANITA'. VLADIMIRO POLCHI: UN APPELLO DI SCRITTORI E GIURISTI CONTRO LE MISURE RAZZISTE DEL "PACCHETTO SICUREZZA" [Dal quotidiano "La Repubblica" dell'11 ottobre 2009 col titolo "Scrittori e giuristi scendono in campo: Abolite il reato di clandestinita'"] "Fermare il razzismo e assicurare il godimento dei diritti sociali, civili e politici alle lavoratrici e ai lavoratori stranieri rappresentano una priorita' per salvare la nostra democrazia". Scrittori, giuristi, registi e premi Nobel prendono carta e penna e scrivono un appello contro "l'introduzione del reato di immigrazione clandestina, il prolungamento della detenzione amministrativa e l'ulteriore limitazione della possibilita' per i migranti di accedere a servizi fondamentali". Da Dario Fo a Stefano Rodota', da Andrea Camilleri a Livio Pepino, da Antonio Tabucchi a Carlo e Inge Feltrinelli in tanti criticano "la curvatura proibizionista e repressiva delle politiche migratorie del nostro Paese" e si augurano che la manifestazione nazionale antirazzista - promossa per il 17 ottobre in piazza della Repubblica a Roma, da un ampio cartello di associazioni (che va dall'Arci alla Cgil) - "sia animata da una grande e unitaria partecipazione". "Ad essere travolti - scrivono - sono i principi fondamentali di eguaglianza e solidarieta' che costituiscono il cuore della nostra carta costituzionale. Punendo la condizione d'irregolarita' in quanto tale si apre la strada a una societa' razzista, dominata dall'intolleranza e dall'odio. Il nostro Paese ha gia' vissuto la vergogna delle leggi razziali: non possiamo e non dobbiamo dimenticarlo. E' lo stesso sistema democratico nato dalla Resistenza contro il fascismo e scritto nella Costituzione a essere in pericolo. E' necessaria una reazione forte. Occorre impedire che il razzismo dilaghi alimentando il senso d'insicurezza e paura". 5. PROFILI. BRUNO MAZZONI: HERTA MUELLER [Dal quotidiano "Il manifesto" del 9 ottobre 2009 col titolo "Appunti crudeli dai bassifondi della vita" e il sommario "I primi anni nella Romania di Ceausescu"] Dopo i riconoscimenti tributati nel 2002 a Imre Kertesz, autore di lingua magiara, e nel 2004 all'austriaca Elfriede Jelinek, tocca quest'anno a una scrittrice di lingua tedesca, Herta Mueller, originaria del Banato romeno, essere insignita del Nobel per la letteratura: il che rende evidente come le scritture dello spazio danubiano - un'area storico-culturale variegata e complessa alla quale in Italia ha da vari decenni prestato particolare attenzione Claudio Magris - siano entrate, agli occhi degli accademici di Svezia e non solo ai loro, in un vero e proprio cono di luce. Accanto alla minoranza dei sassoni, insediatisi gia' in eta' medievale nella regione storica della Transilvania, la Romania accoglie nel sud-ovest del Paese un'altra numerosa minoranza di lingua tedesca costituita dagli Schwaben, originari della Baviera, frutto di una deliberata "colonizzazione" da parte della monarchia asburgica a partire dalla fine del XVIII secolo. Ed e' appunto alla facolta' di Lettere dell'Universita' di Timisoara (l'ungherese Temesvar) - dove esiste un prestigioso centro di ricerche che studia idee, autori e contenuti di cio' che viene definita "Terza Europa", intesa come elemento di cerniera fra Est e Ovest, ma anche come "altro" dal resto dell'Europa - che nel 1976 si e' laureata Herta Mueller. Sei anni dopo - anni difficili, durante i quali la giovane autrice, licenziata dal suo lavoro di traduttrice in fabbrica per avere rifiutato di collaborare con la Securitate, pote' sopravvivere insegnando in un asilo e dando lezioni di lingua tedesca - sarebbe uscita a Bucarest, in forma censurata, la sua prima opera in prosa, Niederungen (1982, trad. it. Bassure, Editori Riuniti, 1987). Una parola, niederungen, che in tedesco indica contemporaneamente i bassopiani e le bassezze della vita e che sembra echeggiare i versi di un poeta tedesco dell'est, Johannes Bobrowski, della generazione precedente a quella della Mueller: "Noi che viviamo nei bassopiani comprendiamo la morte... poiche' con lei siamo cresciuti". "Avevo paura di non esser piu' viva per il grande dolore, e contemporaneamente sapevo di essere viva perche' sentivo ancora il dolore. Avevo paura che da queste ginocchia lacerate la morte entrasse in me..." scrive l'autrice in quel primo testo attraversato da una sofferenza fisica e morale che ricorda le valenze metaforiche della maggiore poetessa rumena contemporanea, Ana Blandiana, la cui opera il lettore italiano ha potuto scoprire nella raccolta Un tempo gli alberi avevano gli occhi (Donzelli, 2004). In Herta Mueller, e in particolare nella sua opera giovanile, i toni appaiono decisamente piu' realistici e piu' cupi: "Le foglie raggrinzite volano per l'aria come funghi invisibili", "gli alberi da frutta si ammalano", "l'insalata cresceva rossoscura e ruvida frusciava sui sentieri come carta... e le patate erano verdi e amare sotto la buccia e avevano occhi sprofondati nella carne". Metafore vegetali che sembrano testimoniare con una concretezza fisica il dolore e la durezza cui l'intera societa' romena era costretta a soggiacere durante i decenni bui del comunismo di Ceaucescu, gli aspetti piu' crudi di quell'ambiente soffocante, l'arretratezza culturale delle minoranze del banato romeno e del contesto politico-sociale contemporaneo. Qualche anno dopo, nel 1987, Herta Mueller avrebbe preso la strada dell'esilio e si sarebbe trasferita in Germania, a Berlino ovest, nello stesso periodo in cui altri autori rumeni scelsero di compiere una analoga scelta dolorosa (nello stesso '87 Norman Manea emigro' in Germania per trasferirsi definitivamente l'anno dopo negli Stati Uniti, nel 1988 sarebbe stato il turno di Peter Slezak che, dopo una sosta tedesca, ha poi scelto di stabilirsi in Italia). Eppure, il distacco dalla Romania non ha segnato una cesura nell'opera di Herta Mueller per la quale la scelta di tradurre in poesia e in prosa quei terribili anni giovanili ha continuato a rappresentare un serbatoio di verita' nascoste. Come dimostra, del resto, una sua recente dichiarazione rilasciata in occasione dell'ultimo Festivaletteratura di Mantova, dove la scrittrice era stata invitata a presentare il romanzo Il paese delle prugne verdi: "E' stata, quella, l'esperienza piu' intensa e violenta della mia vita e il solo fatto di essere andata a vivere in Germania, a centinaia di chilometri di distanza, non ha cancellato quel mio passato e il fatto di essere stata costretta a imparare a vivere attraverso la scrittura. Volevo vivere secondo gli standard che popolavano i miei sogni, le mie letture: tutto qui, scrivere era il mio modo di esprimere quel che non potevo vivere nella realta'". 6. PROFILI. DOMENICO PINTO: HERTA MUELLER [Dal quotidiano "Il manifesto" del 9 ottobre 2009 col titolo "Le sue opere tessute di storia" e il sommario "Il Nobel a Herta Mueller. Il massimo riconoscimento per la letteratura assegnato alla scrittrice rumeno-tedesca, accompagnato da questa scarna motivazione: 'con la concentrazione della poesia e la franchezza della prosa ha rappresentato lo scenario degli espropriati'. Il suo romanzo piu' noto, Il paese delle prugne verdi, tradotto da Keller, ritrae la Romania straziata dalla dittatura] Nata nel 1953 a Nitchidorf, comune di millecinquecento anime della Romania appartenente alla minoranza degli Svevi del Banato (un ramo della piu' vasta famiglia degli Svevi del Danubio) Herta Mueller porta scritto nel palmo della mano un destino di duplice oppressione. Prima c'era stata la violenza sovietica verso un paese fascista, che con Antonescu era stato alleato di Hitler: dal gennaio del 1945 tutti i tedeschi romeni tra i diciassette e i quarantacinque anni vennero deportati nei campi di lavoro per la riparazione dei danni di guerra; poi l'oppressione delle minoranze coabitanti, inasprita dal regime di Ceausescu, che facendosi beffe della Costituzione porto' il numero dei tedeschi presenti in Romania, tra il 1956 e il 1989, a rarefarsi fino a un decimo rispetto agli anni dell'immediato dopoguerra. Con Franz Hodjak, Werner Soellner e Richard Wagner, Herta Mueller e' parte di una costellazione di autori che dagli anni Ottanta ha aperto nella letteratura di lingua tedesca nuove prospettive e conquistato nuovi spazi espressivi, facendo scoprire al lettore - insieme a quella della Germania dell'Ovest e dell'Est, austriaca e svizzera - l'esistenza di una "quinta letteratura tedesca", innervata da una lirica notevole, posta sul confine di una doppia opposizione: tra il potere della tirannia e quello altrettanto dispotico della conservazione, nel mondo pietrificato di ieri. In gioventu', Herta Mueller recise un doppio vincolo: sul piano politico si rifiuto' di collaborare con la Securitate, il servizio segreto della Romania comunista, perdendo cosi' il lavoro di traduttrice alla fabbrica in cui lavorava; e sul piano della parola inauguro' la sua produzione scrivendo le prose di Bassure, che disegnano, nella forma dell'anti-idillio, la vita contadina dell'enclave tedesca. L'opera, che venne censurata in Romania ma usci' nel suo aspetto originario in Germania (edita da Rotbuch nel 1984) consiste di quindici miniature rappresentanti un mondo malvagio, attraversato dall'odio e dalla violenza, arroccato nel cattolicesimo e nella superstizione, corrotto, isolato, cieco a ogni progresso. Scatto' a questo punto la mordacchia del regime: a Herta Mueller venne vietato pubblicare e lavorare tout cort, con la conseguenza di costringerla a lasciare il paese insieme al marito di allora, il poeta Richard Wagner, alla volta della Repubblica Federale Tedesca, dove la sua intensa attivita' di scrittura avrebbe trovato modo di svilupparsi. La prosa concentrata, precisa, a tratti intermittente di Mueller, che non di rado presenta venature liriche, bascula continuamente tra l'andare e il rimanere, e' alla ricerca di una patria, essendo la propria avvelenata da Ceausescu "il padre di tutti i morti", ritorna sul passato che stenta a passare, tira le somme della militanza del padre nelle SS. L'insieme dei temi trattati non e' del tutto nuovo, ma forse proprio perche' proviene dalla voce di un'area geografica marginale al nostro mondo, ci arriva con una forza speciale, e poi persiste a lungo nella nostra mente. In Italia il destino editoriale di Herta Mueller, a fronte di una produzione ormai cospicua, conta pochi titoli: oltre a Bassure (Editori Riuniti 1987), conoscevamo soltanto il romanzo breve In viaggio su una gamba sola (Marsilio 1992), finche' il coraggioso piccolo editore Keller ha stampato, in tempi recenti, quello che forse e' il suo capolavoro, intitolandolo Il paese delle prugne verdi. Tra queste pagine colorate a tinte forti, la narratrice percorre la propria infanzia, i suoi studi, l'approdo al lavoro, e descrive le articolazioni del potere e il controllo, onnipresente, esercitato sui cittadini. Ma il primo piano e' destinato alla quotidianita' di quattro giovani dissidenti, fra gli anni Settanta e gli Ottanta, che fuggono dal dispositivo totalitario del loro paese approdando nella Germania dell'Ovest, cosi' che il libro finisce per divenire uno struggente apologo di ogni Heimat. Negli anni, ormai stabilita in Germania, la scrittrice ha guadagnato riconoscimenti e sommato altri titoli: al Paese delle prugne verdi ha fatto seguire un terzo romanzo (Heute waer ich mir lieber nicht begegnet, 1997), in cui riprende il racconto della dittatura rumena, rappresentandola quasi come una storia trascendentale dell'uomo. E contemporaneamente ha scritto diversi volumi di poesia - fra cui Die blassen Herren mit den Mokkatassen (2005), in cui amplia il suo universo di collage foto-testuali, mosaici, puzzle ottici, accampando giochi di parola con piglio scurrile e surrealista. All'ultimo e piu' ambizioso progetto - l'appena pubblicato Atemschaukel ("Altalena del respiro"), edito da Carl Hanser Verlag - Herta Mueller affida la rottura di quel tabu', anch'esso pietrificato, che riguarda la deportazione in Russia dei tedeschi rumeni, puniti come nemici, per ritorsione esemplare contro una nazione che, sotto il regime fascista, era stata fra le piu' zelanti nel collaborare con i nazisti. Nel 2001 Herta Mueller incontro' Oskar Pastior - il grande lirico bilingue di origine transilvana, morto nel 2006 - e da allora si dedico' ad amplificarne la voce. Raccolse tutti i suoi ricordi a penna, trasferendo la lingua contratta e stenografica di quel virtuoso della parola in una struttura pienamente romanzesca. La base documentaria di Pastior, le sue memorie - era stato a lungo prigioniero in Ucraina - fanno di questo libro quasi un'opera scritta a quattro mani con un morto. E la rendono una tra le testimonianze piu' alte della ricerca di una patria, da parte di chi, come Herta Mueller, ha dedicato la propria scrittura all'inseguimento di un asilo, di un luogo di accoglienza, dopo avere vissuto esperienze capaci di annientare. 7. MEMORIA. VINCENZO ARNONE RICORDA MARGHERITA GUIDACCI (2002) [Da "Vita pastorale", n. 7, luglio 2002, col titolo "Rileggere una poetessa a dieci anni dalla morte. L'impulso del volo nell'inesprimibile" e il sommario "Da una concezione drammatica della vita a una aperta alla luce e alla gioia: questo l'itinerario di Margherita Guidacci (1921-1992) che, riecheggiando san Giovanni della Croce, invita ad andare piu' in alto"] L'unica volta che ho avuto modo di conoscere Margherita Guidacci e' stato intorno al 1990, in Santa Croce a Firenze, dove, benevolmente complice "Citta' di vita", era ospite gradita e amica. La sua figura maestosa, sobria, spontanea invitava a pensare a lei come a una persona venuta da lontano, da altri tempi, per nulla succube delle artificiosita' del momento; e a un tempo, sentendola parlare, a una persona dotta, colta, che aveva letto molto e si era nutrita della grande cultura. La sua poesia ne dava e ne da' conferma. Margherita Guidacci nasce a Firenze nel 1921 e trascorre la sua giovinezza tra il capoluogo toscano e il Mugello, Scarperia in particolare, in compagnia di poeti e letterati che rispondono ai nomi di Nicola Lisi, Carlo Betocchi, Piero Bargellini, Piero Parigi... E forse proprio l'ambiente nitido, agreste, avvolto nella "chiarita'" mugellana, e l'amicizia dei suddetti poeti, fanno della Guidacci una poetessa pulita, chiara, di evidente candore. Ma sempre ugualmente colta e attenta ai segni dei tempi. Dopo un periodo passato in Inghilterra, negli studi della lingua e della letteratura inglese, torna a Firenze e infine a Roma, dove insegna presso l'Universita' di magistero "Maria Assunta". Muore dieci anni fa, il 19 giugno 1992. La familiarita' con la lingua inglese le permette di tradurre diversi poeti e scrittori anglo-americani e di pubblicare alcuni saggi come Studi su Eliot e Studi su poeti e narratori americani. Ma la dimensione piu' vasta e profonda della Guidacci e' quella poetica che va di pari passo con l'esperienza religiosa semplice e lineare, anche se meditata e personale. Partita da un'esperienza letteraria che risente ancora dell'ermetismo fiorentino, la Guidacci, nell'arco di vari anni, sviluppa una poetica intima e soggettiva che include, tra l'altro, la dimensione della morte come morte-vita, una vitalita' gioiosa e le motivazioni religiose e cristiane mediate da immagini evangeliche e bibliche. * Oltre le parate Poetessa di grande immediatezza e spontaneita' (osava dire: "La mia poesia e' il frutto di poche intense giornate... lo sbocco di una tensione psicologica"), la Guidacci rifugge dall'idea della poesia come "letteratura" o puro artificio, conquista uno spazio di schietta comunicazione, al di la' della parola "condotta in parata", e riveste d'ispirazione cristiana e d'accenti profondamente sentiti un modo di poetare discorsivo, secco, colloquiale. Peraltro, la grande familiarita' con la letteratura inglese e con autori come Conrad, Eliot, Pound, Newman, Hopkins accentua in lei il senso del simbolismo escatologico e della religiosita' come ricerca di rigenerazione. Mentre l'approccio con la letteratura giapponese porta la Guidacci a comporre Una breve misura (1988), una sorta di corrispondente italiano dello haiku giapponese, composizione di particolare brevita' e incisivita'. Momenti forti e chiave dell'itinerario poetico della Guidacci sono La sabbia e l'Angelo e Morte del ricco, scritti tra la fine degli anni Quaranta e meta' degli anni Cinquanta, un periodo di piena evoluzione. La poetessa crea dei piccoli poemi, come un cerchio poetico dentro cui s'instaura un discorso emotivo sperimentato, sciolto in immagini e idee, con i suoi attacchi, gli adagi, i crescendo, i diminuendo; una specie di sinfonia poetica che non si affida al caso e all'imprevedibilita', ma segue il filo di una interiore programmazione, come le immagini della vita e della morte, del principio e della fine. "Il mondo e' cosi' diviso: in principio e' la brezza: / e poi vi sono le cose che con voce o gesto alla brezza rispondono; / e poi vi e' anche la pietra crudele, che tronca il volo alla brezza, / e su cui nulla che alla brezza risponda puo' germinare". * La parabola del ricco Epulone E Morte del ricco e' un oratorio che prende le mosse dalla parabola evangelica del ricco Epulone. E' ricostruita come emblema e storia del potere: la perdizione di Epulone e la poverta' e la liberazione di Lazzaro sono espresse in una rappresentazione scenica che vede, tra gli altri, l'amante di Epulone, i figli di Lazzaro, i servi di Epulone, un poeta... "Sotto il profilo allegorico", bene osserva Raffaele Crovi, "Morte del ricco cerca di individuare la verita' profetica del cristianesimo: Epulone, eroe dell'estremismo realista-storicista, maschera dell'alienazione della civilta' del benessere, rappresenta il rifiuto della conoscenza del Mistero, la storia che rifiuta il riscatto, l'ideologia che rifiuta il miracolo. Nella sua magistrale e corporale visionarieta' Morte del ricco anticipa e supera, per qualita' di concentrazione e allusivita', la drammaturgia in versi di P. P. Pasolini". Successivi pilastri poi della sua produzione poetica sono riscontrabili in Neurosuite (1970), L'altare di Isenheim (1980) e Inno alla gioia (1983). Come dire, da una dimensione luttuosa o comunque drammatica della vita si passa a un'altra, aperta alla luce e alla gioia, secondo alcuni versi di quest'ultima raccolta: "Il dolore / Era piombo e pietra e mi chiudeva in me stessa / Ogni giorno in una nuova cerchia di mura / Un nuovo giro di catene. Ma la gioia / Mi dilata ora dal centro del cuore / Fino agli orli vibranti del mio essere, / leggera come un fiore che apre i suoi petali al mattino / No, piu' leggera. / Io sono spazio e luce / Sono il crocevia di liberi venti". Neurosuite s'inoltra nel tunnel della malattia e del dolore, dello smarrimento psicologico e della paura in una "citta' murata"; ripercorre i sogni e i deliri che attraversano i pensieri confusi dell'uomo in una filastrocca di interrogativi, di domande e di silenzi. La fede sembra ancora incagliata tra i fili del dubbio e dell'incredulita' ("La fede il dubbio l'incredulita' / sono i tre fili annodati / che non riusciamo a districare"), mentre la luce e' lontana, perduta nelle prigioni, nelle lunghe discese della notte. La Guidacci ritorna ancora sul tema della morte in L'altare di Isenheim: sinfonia in versi, legata al polittico di Gruenewald. Il prologo, il primo, il secondo e il terzo ciclo e poi l'epilogo rievocano la crocifissione, la deposizione, il concerto finale, la risurrezione, la tentazione di sant'Antonio, l'incontro tra sant'Antonio e san Paolo eremita nel deserto, seguendo i ritmi delle scene di Gruenewald. Poesia robusta, solenne e gridata che insegue la morte come trasformazione e liberazione. Ma il senso pieno dell'appagamento interiore lo si riscontra in Inno alla gioia: canto alla vita e all'amore. Qui l'esposizione poetica della Guidacci, partecipata e commossa, non e' piu' rivolta a dolorose esperienze della vita umana, ma a voci nuove, piene di luce e di pace. In versi di grande e immediata comunicazione, mediati da una vasta cultura (quella greca, quella inglese, quella spagnola, quella mistica di san Giovanni della Croce), la Guidacci alza il tono della poesia verso un "impulso immortale" che solo l'amore puo' intuire, "la gioia e' presenza prorompente e straripante, e' amore che si dilata oltre se stesso, in anelli crescenti fino a includere, in un mistico abbraccio, tutto l'universo". "Il mio amore che nasce / In te, non finisce / In te. Sei la porta d'amore / Attraverso cui passo / Incontro all'universo, tendendo a tutto le braccia". * Il suo testamento Ma non si puo' trascurare la raccolta postuma della Guidacci: Anelli del tempo, che e' il suo testamento poetico e spirituale. Vi si trova la contemplazione della vita e della morte, la liberta' spirituale, il senso della completezza che vede al di la', nella gloria dell'eternita'. Pone particolare attenzione, la poetessa, alla musicalita' e alla forma nitida in cui cala il suo pensiero. Da una parte affida al lettore ("all'ipotetico lettore") il suo tesoro spirituale, dall'altra nutre la grande passione di volare, di andare piu' in alto, nell'inesprimibile. Non per nulla la raccolta si apre con una poesia il cui titolo e contenuto e' preso in prestito da san Giovanni della Croce nel trattato della Notte oscura: "Un'impazienza d'ali, dentro di me, improvvisa. / E' l'impulso del volo, se non ancora / La direzione del volo. Qualcosa / Mi ha chiamata, qualcosa in me risponde. / Io che rispondo sono sconosciuta / A me stessa come la voce che mi chiama". Non e' fuori luogo, in tale contesto, chiamare in causa donne e poetesse alla cui poetica la Guidacci si e' sentita vicina: Raissa Maritain, Emily Dickinson e Cristina Campo. Oltretutto la nostra, scrivendo l'introduzione alla Dickinson, tra l'altro diceva: "Noi sentiamo la nostra poverta' illimitata, ma allietata dal pensiero che qualcuno della nostra specie sia riuscito, come Emily Dickinson, ad accumulare un tesoro inviolabile al tempo, dandoci con la sua breve parabola il senso di una garanzia immortale. 'Esseri come loro sono morti. Per questo / moriamo con maggiore rassegnazione. / Ma vissero: per noi questo e' certezza / dell'immortalita''. Non diversamente avrebbe pensato Cristina Campo". Sarebbe quantomai opportuno, in occasione dell'anniversario, fare un'opera di rivalutazione della poesia della Guidacci, anche nell'ambito dell'operazione culturale che la Chiesa vorrebbe proporre... per non volare troppo basso. 8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 9. PER SAPERNE DI PIU' Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 971 del 12 ottobre 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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