[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Coi piedi per terra. 237
- Subject: Coi piedi per terra. 237
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 12 Oct 2009 07:58:14 +0200
- Importance: Normal
=================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 237 del 12 ottobre 2009 In questo numero: 1. Con la Costituzione della Repubblica Italiana contro il dissennato e illegale incremento del trasporto aereo 2. Associazione "Respirare": Ciampino, Fiumicino, Frosinone, Viterbo. La stessa lotta per ambiente, salute, diritti 3. Peppe Sini: La grande truffa. E un'opinione di Aristotele 4. Un incontro di studio a Viterbo su "Nonviolenza e difesa dell'ambiente. Il caso di studio dell'Alto Lazio" 5. Ancora arricchito il sito www.coipiediperterra.org 6. Antonella Litta: Una lettera alla Garante Regionale del Servizio Idrico Integrato del Lazio sulla situazione del lago di Vico 7. Serena Corsi: Il biodiesel che affama 8. Elena Gerebizza: Il clima a Bangkok 9. Piersandro Vanzan presenta "La signora di Narmada" di Marina Forti (2005) 10. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo 1. EDITORIALE. CON LA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA CONTRO IL DISSENNATO E ILLEGALE INCREMENTO DEL TRASPORTO AEREO In varie localita' italiane in cui si trovano aeroporti o che sono minacciate dalla costruzione di nuovi scali stanno sorgendo movimenti della societa' civile che si impegnano per difendere l'ambiente, la salute, la legalita', la propria terra, la propria vita ed insieme la biosfera dell'intero pianeta e i diritti delle generazioni future. Questi movimenti fanno leva su rilevanti valori culturali, morali e civili, e difendono fondamentali diritti. Valori e diritti riconosciuti dalla Costituzione della Repubblica Italiana, che ancora una volta e' un basilare punto di riferimento per contrastare le lobbies speculative, rapinatrici, avvelenatrici e onnidistruttive dei nuovi vandali. In particolare l'articolo 8, comma secondo, che stabilisce che la Repubblica "Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione"; e l'articolo 32, comma primo, che stabilisce che "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettivita'...". L'evidenza scientifica, la dottrina giuridica, la consapevolezza morale, l'impegno civile cooperano affinche' sempre piu' persone prendano coscienza della necessita' ed urgenza di ridurre il trasporto aereo e di non costruire nuovi scellerati, insensati ed illegali mega-aeroporti. 2. RIFLESSIONE. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": CIAMPINO, FIUMICINO, FROSINONE, VITERBO. LA STESSA LOTTA PER AMBIENTE, SALUTE, DIRITTI Le popolazioni di varie localita' del Lazio sono impegnate in difesa di ambiente, salute e diritti, contro il disastro ecologico e sanitario provocato dal dissennato incremento del trasporto aereo. La lotta per la riduzione drastica ed immediata dell'eccesso di voli a Ciampino; la lotta contro l'ampliamento dell'aeroporto di Fiumicino; la lotta contro la realizzazione di illegali mega-aeroporti a Frosinone e Viterbo, sono un'unica lotta che vede alleate tra loro le popolazioni di quei territori in difesa del bene comune, contro attivita' speculative, nocive per la salute, distruttive per il territorio, incompatibili con i diritti dei cittadini e con le leggi che quei diritti tutelano. Difendendo il proprio territorio e la propria salute i cittadini che si impegnano per la riduzione del trasporto aereo e in difesa di ambiente, salute e legalita', contribuiscono anche all'impegno globale in difesa dell'ecosistema, poiche' il trasporto aereo contribuisce in ingente misura all'"effetto serra" che costituisce la minaccia maggiore alla vivibilita' del pianeta per il genere umano. L'associazione "Respirare" e' solidale con le popolazioni e con i comitati di esse consapevoli espressioni che si stanno battendo per la vivibilita' del mondo, per i diritti dell'umanita' presente e delle generazioni future, per un modello di sviluppo eco-equo-solidale e nonviolento, basato su criteri di giustizia e di rispetto per l'ambiente e per le persone. 3. RIFLESSIONE. PEPPE SINI: LA GRANDE TRUFFA. E UN'OPINIONE DI ARISTOTELE Persone solitamente dotate di buonsenso, ed anche alcuni cari vecchi amici, continuano a bersi la grande menzogna del mega-aeroporto che portera' l'Eldorado a Viterbo. Ed e' una spina nel cuore vederli cosi' turpemente ingannati e sentirli ripetere pappagallescamente le scempiaggini che la lobby speculativa che vuole realizzare un'opera criminale ha versato nelle loro orecchie come il veleno nel regicidio fratricida dell'Amleto. * Sara' forse opportuno allora, a beneficio di questi cari vecchi amici, ripristinare la verita' dei fatti. Che, a dirla in poche parole, e' semplicemente la seguente: 1. Il mega-aeroporto nell'area termale del Bulicame a Viterbo e' irrealizzabile e fuorilegge poiche' le leggi in vigore proibiscono di distruggere un sito di immenso valore naturalistico, storico-culturale e terapeutico per realizzarvi un'opera irreversibilmente devastatrice; 2. Il mega-aeroporto nell'area termale del Bulicame a Viterbo e' irrealizzabile e fuorilegge poiche' collocandosi a ridosso di popolosi quartieri della citta' provocherebbe un vero e proprio disastro sanitario per la popolazione con l'enorme inquinamento prodotto; 3. Il mega-aeroporto nell'area termale del Bulicame a Viterbo e' irrealizzabile e fuorilegge poiche' aggredendo pesantissimamente ambiente e salute implicherebbe un danno catastrofico all'agricoltura, al turismo, alla valorizzazione dei beni ambientali e culturali, al termalismo; 4. Il mega-aeroporto nell'area termale del Bulicame a Viterbo e' irrealizzabile e fuorilegge poiche' provocherebbe il collasso della rete infrastrutturale dell'Alto Lazio, mentre e' invece della massima urgenza potenziare le ferrovie; 5. Il mega-aeroporto nell'area termale del Bulicame a Viterbo e' irrealizzabile e fuorilegge poiche' costituirebbe un gigantesco criminale sperpero di soldi pubblici per un'opera totalmente a danno del territorio e della popolazione. * Questi i nudi fatti, se si vuol restare fedeli a quell'amica che - a quanto si narra - Aristotele sentiva ancor piu' amica dell'amato maestro Platone: amicus Plato, sed magis Veritas. Il mega-aeroporto e' un crimine ed una follia; e gli interessati imbroglioni che mentendo e mestando continuano a propugnarne l'illegale e insensata realizzazione, la nociva e distruttiva realizzazione, pongano mente al fatto che giorno verra' che delle loro male parole e delle loro male azioni dovranno rispondere non solo alla propria coscienza, non solo ai cittadini tutti, ma verosimilmente finanche in una corte di giustizia. C'e' sempre un giudice a Berlino. 4. INCONTRI. UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO SU "NONVIOLENZA E DIFESA DELL'AMBIENTE. IL CASO DI STUDIO DELL'ALTO LAZIO" [Riproponiamo il seguente comunicato gla' apparso nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino"] Si e' svolto nel pomeriggio del 7 ottobre a Viterbo, presso la sede del Centro di ricerca per la pace, un incontro di studio su "Nonviolenza e difesa dell'ambiente. Il caso di studio dell'Alto Lazio", cui hanno partecipato giovani e studenti. L'incontro, che proseguiva ed approfondiva alcuni aspetti della riflessione avviata col precedente incontro di studio del 2 ottobre (in occasione della Giornata internazionale della nonviolenza promossa dall'Onu), ha esaminato alcune iniziative di mobilitazione democratica e popolare in difesa dell'ambiente e della salute caratterizzate da un approccio nonviolento, iniziative che hanno avuto luogo nell'Alto Lazio dagli anni '70 ad oggi (e alcune delle quali sono tuttora in corso); particolarmente: l'opposizione al nucleare a Montalto, l'opposizione alla Supercassia, l'esperienza del movimento "no coke", l'iniziativa contro il mega-aeroporto a Viterbo. Nel corso dell'incontro e' stato messo in rilievo come la scelta teorica e pratica della nonviolenza costituisca l'elemento decisivo delle esperienze di impegno civile in difesa del bene comune e dei diritti di tutti. Ai partecipanti all'incontro sono state messe a disposizione anche alcune dispense e pubblicazioni utili per l'approfondimento. 5. MATERIALI. ANCORA ARRICCHITO IL SITO WWW.COIPIEDIPERTERRA.ORG E' stato nuovamente aggiornato ed ampliato con ulteriori materiali il sito del comitato che si oppone alla realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: www.coipiediperterra.org * Con l'inserimento degli ultimi fascicoli del notiziario "Coi piedi per terra" e' cosi' consultabile nel sito un vasto archivio di materiali: sia sulle ragioni dell'opposizione all'illegale e devastante mega-aeroporto a Viterbo, e piu' complessivamente al dissennato incremento del trasporto aereo; sia anche sui temi dell'ambientalismo scientifico e dell'impegno ecologista in una prospettiva nonviolenta, equosolidale, di pace e di giustizia. Nel sito e' disponibile anche una sezione di documentazione fotografica; sezioni specifiche che presentano comunicati, relazioni, interviste, bibliografie e sitografie; link utili e siti amici; un'ampia cronologia delle attivita' svolte; una sezione in lingua inglese. Di particolare rilevanza e' l'ampia sezione di testi di studio, che presenta anche opere integrali di Gunther Anders, Piero Calamandrei, Aldo Capitini, Susan George, Martin Luther King, Alexander Langer, Primo Levi, Giulio A. Maccacaro, Jean-Marie Muller, Vandana Shiva, ed ancora altre autrici ed altri autori. 6. CARTEGGI. ANTONELLA LITTA: UNA LETTERA ALLA GARANTE REGIONALE DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO DEL LAZIO SULLA SITUAZIONE DEL LAGO DI VICO Alla Garante Regionale del Servizio Idrico Integrato E per opportuna conoscenza: al Prefetto di Viterbo, al Direttore generale della Asl di Viterbo, al Direttore sanitario della Asl di Viterbo, al Presidente della Provincia di Viterbo, al Presidente della Giunta Regionale del Lazio, ai responsabili dell'Ato Vt-1, all'Assessore all'ambiente della Provincia di Viterbo, all'Assessore all'ambiente della Regione Lazio, all'Assessore alla sanita' della Regione Lazio, all'Arpa Lazio sezione di Viterbo, al Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita' pubblica della Asl di Viterbo, al Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita' pubblica - sezione 4 di Vetralla della Asl di Viterbo, al Sindaco di Caprarola, al Sindaco di Ronciglione Oggetto: richiesta intervento per la tutela della salubrita' e potabilita' delle acque del lago di Vico Egregia garante, come a lei gia' noto, il lago di Vico fornisce per la quasi totalita' le acque destinate a consumo umano nei comuni di Ronciglione e Caprarola. Le acque di questo lago oltre a presentare valori elevati di arsenico, un elemento classificato come cancerogeno di classe 1 dalla Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (Iarc) e quindi potabili solo in virtu' di deroghe ai valori considerati accettabili per la salute umana, sono da qualche anno anche interessate da un periodico ed intenso fenomeno di fioriture dell'alga Plankthotrix rubescens detta comunemente alga rossa. Quest'alga produce una microcistina classificata anch'essa dall'Iarc come elemento cancerogeno di classe 2 B. La nostra sezione di Viterbo dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) ha piu' volte segnalato agli Enti preposti la preoccupazione per questa situazione di possibile rischio sanitario determinato sia dall'assunzione di acqua contaminata che dal consumo alimentare di specie ittiche lacustri, ed ha richiesto notizie circa gli interventi posti in essere da questi stessi Enti per la tutela della salute, dell'ambiente, e per il ripristino delle piu' idonee condizioni ambientali per l'intero ecosistema del lago. Il 20 gennaio 2009 abbiamo promosso un incontro sul tema "Le problematiche generali dell'ecosistema del lago di Vico in relazione alla potabilita' e salubrita' delle sue acque". A questo incontro hanno preso parte la dottoressa Milena Bruno dell'Istituto Superiore di Sanita', i professori Giuseppe Capelli e Roberto Mazza del dipartimento di Scienze Geologiche dell'Universita' degli Studi "Roma Tre"; il professor Giuseppe Nascetti, ordinario di Ecologia dell'Universita' della Tuscia; la dottoressa Elisabetta Preziosi, ricercatrice dell'Istituto di Ricerca sulle Acque (Irsa-Cnr) e il dottor Mauro Mocci del Coordinamento dell'Alto Lazio dell'Isde. I relatori hanno indicato le soluzioni piu' corrette per un rapido risanamento del lago e per tutelare la qualita' e salubrita' delle sue acque. Queste soluzioni consistono: - nel monitoraggio piu' intenso e costante dello stato delle acque, della flora e della fauna; - nel piu' corretto ed appropriato uso dei potabilizzatori degli acquedotti comunali, che devono essere dotati di sistemi e filtri adatti ad eliminare i diversi e possibili inquinanti, come l'arsenico, i pesticidi e la tossina prodotta dell'alga rossa; - nell'avvio immediato delle piu' corrette pratiche agricole che prevedano la riduzione sostanziale dell'uso di fertilizzanti e fitofarmaci nelle coltivazione agricole intorno al lago in quanto nutrienti dell'alga rossa; - nell'eliminazione di eventuali scarichi fognari abusivi; - in uno studio di fattibilita' per lo scavo di pozzi che potrebbero, con l'ausilio degli impianti di dearsenificazione, fornire acqua di piu' sicura salubrita' e qualita' ai due Comuni. Dati recenti dell'Arpa-Lazio, sezione di Viterbo, e del dipartimento di Ecologia dell'Universita' della Tuscia, documentano il gravissimo peggioramento delle condizioni delle acque del lago di Vico e il persistere delle periodiche fioriture dell'alga rossa Plankthotrix rubescens. In considerazione di questi dati abbiamo richiesto Al Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita' pubblica della Asl di Viterbo e Al Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita' pubblica - sezione 4 di Vetralla della Asl di Viterbo di conoscere come e in quali modi sono state garantite e saranno garantite ed intensificate tutte le fasi di monitoraggio della microcistina e di altri elementi potenzialmente nocivi nelle acque destinate a consumo umano e con quale cadenza saranno verificati i necessari ed ulteriori processi di potabilizzazione presso gli acquedotti comunali in ragione anche della preannunciata declassificazione delle acque del lago. Sempre a questi due Dipartimenti abbiamo fatto richiesta di copia, a partire dall'anno 2004, dei verbali di prelievo e di ispezione alle centrali di potabilizzazione degli acquedotti comunali di Caprarola e Ronciglione e di copia di tutta della documentazione correlata. Al momento non abbiamo ancora ricevuto risposta a queste richieste formulate rispettivamente in data 16 luglio 2009 e 21 agosto 2009. Solo recentemente nel comune di Ronciglione sono stati effettuati dei lavori di adeguamento dei potabilizzatori proprio per le problematiche sopra riportate, e in data 28 agosto 2009 abbiamo fatto richiesta della relazione tecnica relativa ai lavori eseguiti presso l'acquedotto comunale e delle verifiche tecnico-qualitative degli impianti; anche a questa richiesta non e' ancora stata data risposta. Questa mancanza d'informazioni accresce lo stato di preoccupazione circa la tutela della salute dei cittadini che utilizzano le acque del lago e ha sollecitato anche un'interrogazione parlamentare presentata in data 25 settembre 2009. In considerazione di quanto sopra esposto le chiediamo quali interventi opportuni ha posto in essere o intende porre in essere per garantire e verificare per quanto e' di sua competenza che le acque destinate a consumo umano e distribuite nei comuni di Ronciglione e Caprarola siano pulite, salubri e potabili, e quale esito abbia avuto la sua richiesta d'informazioni e chiarimenti circa la situazione delle acque del lago di Vico formulata in data 13 giugno 2008 n. prot. 2062/SP. In attesa di un cortese riscontro, si inviano distinti saluti, dottoressa Antonella Litta, referente per Viterbo dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) Viterbo, 5 ottobre 2009 * In allegato: 1) Proposte di intervento dell'Associazione Italiana medici per l'ambiente sezione di Viterbo per il risanamento dell'ecosistema del lago di Vico e per la qualita' e salubrita' delle sue acque destinate a consumo umano. 2) Richiesta dei verbali di prelievo e d'ispezione alle centrali di potabilizzazione degli acquedotti comunali di Caprarola e Ronciglione e della documentazione correlata (16 luglio 2009). 3) Richiesta d'informazioni relative ai provvedimenti predisposti dalla Asl di Viterbo per tutelare la qualita' e salubrita' delle acque del lago di Vico che vengono utilizzate per uso umano (21 agosto 2009). 4) Richiesta della relazione tecnica relativa ai lavori eseguiti presso l'acquedotto comunale di Ronciglione e delle verifiche tecnico-qualitative degli impianti (28 agosto 2009). 5) Interrogazione parlamentare a risposta scritta dell'on. Domenico Scilipoti al Ministro del Welfare e al Ministro dell'Ambiente (25 settembre 2009). 7. TERRA. SERENA CORSI: IL BIODIESEL CHE AFFAMA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 7 ottobre 2009 col titolo "Il biodiesel che affama"] Kilimo Kwanza, "agricoltura prima di tutto". Il governo della Tanzania ha battezzato cosi' il suo nuovo programma per una "rivoluzione verde", nel paese in cui l'80% della popolazione vive in aree rurali - il paese della ujamaa, parola che significa famiglia allargata e indica il concetto-base del "socialismo rurale" lanciato da Julius Nyerere negli anni '60, un'idea di sviluppo incentrato sulla comunita'. Ma la "rivoluzione verde" di cui parlano oggi i dirigenti tanzaniani non ricorda il collettivismo rurale alla Nyerere. Ruota attorno al progetto di importare tecnologia agricola a basso prezzo, principalmente dalla Cina. Si potrebbe pensare che questo servira' a sostenere l'agricoltura familiare e assicurare l'indipendenza alimentare ai tanzaniani, che dipendono da una buona stagione delle piogge per non morire di fame. Ma c'e' da dubitarne. Con ogni probabilita' si tratta, piuttosto, di un'iniziativa nel quadro della campagna che il governo sta portando avanti gia' da qualche anno a favore degli agrocombustibili, in particolare jatropha (pianta delle euphorbiacee diffusa in aree tropicali: dai suoi semi oleosi si puo' produrre un carburante diesel) e canna da zucchero (da trasformare invece in etanolo). La campagna e' aggressiva, ai coltivatori spesso sono date solo due alternative: convertire tutta la propria coltivazione in agrocombustibili o andarsene. Tanto che sarebbero gia' migliaia i contadini sgomberati o a rischio sgombero per far posto alle coltivazioni intensive, secondo quanto denunciano due associazioni, Envirocare e gli autori dello studio "Impact of Jatropha in Tanzania". Sembra infatti che sul paese si stiano buttando numerose aziende estere, in cerca di terre fertili e di una legislazione morbida in materia fiscale con gli stranieri come e' quella tanzaniana (che per questo si e' addirittura attirata le critiche dei vicini Kenya e Uganda). Nel suo programma elettorale per l'anno prossimo, il governo si limita a spiegare che l'energia prodotta servira' a migliorare il lavoro della popolazione rurale. Non sarebbe male, visto che a causa della siccita' dello scorso anno un milione di persone oggi rischia la carestia e dipende dagli aiuti internazionali. Ma le piante con cui si producono gli agrocarburanti richiedono per crescere grandi quantita' d'acqua, in una regione sul filo della sete. Intanto il Tanzania Investment Centre, l'ente governativo che cerca e promuove gli investimenti stranieri, ha calcolato che 25 milioni di ettari sono potenzialmente coltivabili a agrocombustibili: vi rientrano tutte le terre considerate improduttive, ma la definizione e' labile - possono anche rientrarvi terre potenzialmente produttive ma coltivate a conduzione familiare e senza mezzi. Insomma, la stima di quest'ente governativo e' una strizzata d'occhio alle aziende gia' presenti (come la D1 Tanzania Ltd, sussidiaria locale della britannica Uk D1), la tedesca Prokon e le olandesi Diligent Energy Sistems e Bioshape. Gli sgomberi dei contadini per far posto agli impianti e ai campi delle compagnie sono gia' iniziati nel distretto di Usangu, a Mbeya, e sono sotto minaccia imminente migliaia di abitanti del bacino del fiume Wami, dove 400.000 ettari sono gia' in concessione a una compagnia svedese. Secondo Envirocare, "per rendere piu' presentabili gli sgomberi, il governo dice di aver dato indennizzi ai contadini. Ma quello che gli da' in cambio di aver tolto loro casa, terra e lavoro sono briciole: spesso viene pagato l'equivalente di un anno di raccolto e del valore degli alberi che ci sono sul terreno, mentre non e' neppure considerato il valore commerciale della terra". 8. TERRA. ELENA GEREBIZZA: IL CLIMA A BANGKOK [Dal quotidiano "Il manifesto" dell'8 ottobre 2009 col titolo "Un clima positivo"] A Bangkok la seconda settimana di negoziato sul clima, in vista dell'incontro ministeriale di dicembre a Copenaghen, si e' aperta con una grande protesta di coloro i quali in Asia soffrono sulla propria pelle gli impatti dei cambiamenti climatici. Lunedi' scorso migliaia di persone hanno marciato per le strade della capitale della Thailandia chiedendo giustizia climatica e una profonda trasformazione del sistema economico che ci ha portato a questa situazione di crisi. C'erano rappresentanti di organizzazioni contadine, di pescatori, popoli indigeni, raccoglitori di immondizia, donne, giovani da tutti il Paese, ma anche da India, Pakistan, Nepal, Cina, Filippine, Indonesia, Corea del Nord, Giappone, Vietnam. Tutti uniti nella grande coalizione dei popoli asiatici "Climate Justice Now!" che riunisce attorno ai principi di giustizia economica, sociale e climatica diverse centinaia di reti e organizzazioni di base di tutto il mondo. Migliaia di voci unite in solidarieta' a quelle dei diversi rappresentanti internazionali che dall'Africa, dall'America Latina, ma anche da Europa e Usa sono giunti qui a Bangkok per discutere assieme di sicurezza alimentare, diritto alla terra, all'acqua, all'accesso alle risorse naturali, all'energia e ai servizi di base. Questioni centrali connesse al problema climatico ma tutte escluse dal negoziato. La manifestazione e' stata preceduta infatti da un grande forum con oltre 500 persone dalle comunita' di base di tutta la Thailandia, dove si e' parlato di sicurezza alimentare e giustizia economica e sociale, e delle violazioni dei diritti delle comunita' intrinseche al modello economico e di sviluppo dominante, incentrato sull'estrazione di combustibili fossili e sulla costruzione di mega-infrastrutture, ma anche su un modello di produzione agricola di larga scala e per l'esportazione estremamente energivora e insostenibile. Nel corso della settimana ha avuto luogo anche un forum delle alternative, dove rappresentanti delle diverse organizzazioni e movimenti per la giustizia climatica, tra cui l'italiana Crbm, hanno discusso gli aspetti cruciali della finanza per il clima e della responsabilita' storica che i governi delle grandi economie industrializzate (principalmente Europa e Usa) hanno verso i Paesi del Sud, delle colpe della Banca Mondiale per il suo sostegno all'industria estrattiva, e del debito ecologico e climatico - ossia derivato dall'utilizzo sproporzionato dello spazio atmosferico dai cittadini degli Stati sviluppati, a svantaggio di quelli del Sud - di cui oggi il Sud chiede la restituzione. Questioni di giustizia che vanno molto al di la' di quanto si trova al momento sul tavolo del negoziato sul clima. Specie dopo il grave arretramento dell'Unione Europea, oggi disposta a riduzioni delle emissioni interne davvero ridicole, comprese tra l'11 e il 18%, molto meno di quanto discusso precedentemente e dei livelli richiesti dalla comunita' scientifica internazionale (si parla di una riduzione necessaria del 45% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990, per evitare che la temperatura del pianeta aumenti di piu' di 2 gradi). Inoltre, meno della meta' di queste emissioni saranno reali: il resto viene affidato al mercato dei crediti di carbonio e alla realizzazione di progetti spesso di dubbia efficacia fuori dall'Europa, che di fatto permettono al mondo della finanza di speculare sulla compravendita di una merce virtuale come le riduzioni di emissioni di carbonio in atmosfera. Business as usual quindi, di cui approfittano banche e grandi imprese inquinanti. E se il negoziato a Copenaghen fallisce, non crediamo a chi dira' che e' per colpa della Cina. 9. LIBRI. PIERSANDRO VANZAN PRESENTA "LA SIGNORA DI NARMADA" DI MARINA FORTI (2005) [Da "Vita pastorale", n. 11, novembre 2005, col titolo "Gli sfollati ambientali nel sud del mondo. Le lotte dei poveri e le rapine dei ricchi" e il somario "Un volume recente, ben documentato e scritto con grande abilita' giornalistica, mette a nudo le responsabilita' delle multinazionali nel proseguire un ben architettato piano di depauperamento di intere aree geografiche. Enormi i danni, accuratamente registrati, all'ambiente e alle popolazioni residenti. E' l'altra faccia del progresso nel 'villaggio globale', che occorre guardare con interesse e meno distrattamente"] Chi non vuole essere turbato, desiderando stare "in pace" a qualunque costo, rifiutandosi di vedere l'altra faccia del progresso nel "villaggio globale", non legga l'opera della giornalista Marina Forti (1). Essa infatti descrive come, in mezzo a scenari di guerra continua, intere popolazioni sono costrette a lasciare terre e case per fare spazio a dighe, oleodotti, miniere che, nella maggior parte dei casi, non favoriscono il bene comune ma provocano nuovi disastri e conflitti. Purtroppo la gran parte delle storie terribilmente reali che leggiamo nel libro, simili eppur vissute in zone lontane tra loro - a confermare la globalizzazione del fenomeno -, generalmente sono trascurate dai mass media. Forse perche' le vittime, che poi sono anche i protagonisti, appartengono a quel Terzo mondo che spesso ci limitiamo a compatire, senza voler realmente comprendere ne', tanto meno, riflettere sul "che fare" alternativo. Nato da anni di ricerche ed esperienze sul campo, il volume racconta 25 storie (2): frammenti di realta' molto piu' complesse, ma anche strumento efficace per avvicinare le vicende storiche di quei Paesi, esplorandone non soltanto i conflitti, ma le ragioni delle parti in causa (vincitori e vinti). Eccoci allora in Nigeria tra le donne di Ugborodo, villaggio nello Stato del delta, che nell'estate del 2002 nottetempo occupano la piattaforma di Escravos (appartenente alla Compagnia petrolifera Chevron Texaco) per ottenere, in cambio dell'annientamento delle risorse naturali dovuto al petrolio e all'espropriazione delle terre, almeno elettricita', acqua, una scuola e le case: di fatto loro concesse con un accordo. Non sempre pero' le iniziative vanno a buon fine, come dimostra l'uccisione dello scrittore Ken Saro-Wiwa, leader del movimento popolare degli Ogoni contro la devastazione prodotta dai pozzi petroliferi della Royal Dutch Shell nelle terre nigeriane. Prima dell'impiccagione aveva fatto appello "a tutta la gente del delta ad alzarsi e lottare senza paura e in modo pacifico per i propri diritti". Risultato: ancor oggi, "nelle regioni petrolifere del delta continua la violenza contro le persone e contro l'ambiente, continuano la militarizzazione e l'oppressione" (p. 21 sg.), perche' mentre i proventi del petrolio vanno alle compagnie, alle regioni produttrici e a coloro che le abitano non resta che terra sterile, inquinamento, liquido nero che scivola accanto alle loro case senza lasciare alcun beneficio. * Come si uccide un grande fiume Circa l'acqua mal utilizzata, la Forti racconta del Mekong, la cui storia recente dimostra che "si puo' uccidere un grande fiume, moltiplicando i conflitti politici e umani lungo il suo corso" (p. 60) mediante disboscamenti illegali, dighe costruite per produrre energia idroelettrica, progetti per trasformarlo in una sorta di autostrada acquatica. Le vittime del "progresso" sono di nuovo le popolazioni che, anziche' avere dei benefici, hanno visto svanire le risorse naturali - in questo caso il pesce - indispensabili alla sopravvivenza. Spostandoci nella valle del fiume Narmada, India centrale, troviamo la costruzione della diga di Sardar Sarovan, che costringe migliaia di persone ad abbandonare le proprie case, seppellite dall'acqua dei laghi artificiali, fino a quando la biologa Medha Patkar - la signora di Narmada che da' il titolo al libro - ha intrapreso, alla testa delle popolazioni spodestate, una lotta decennale fatta di vittorie (3), ma anche di sconfitte: visto che i lavori per la diga sono ripresi con nuovi finanziatori e quei contadini - "per lo piu' tribali aggrappati ai loro villaggi e al loro fiume, gli sfollati e quelli che vivono da vent'anni nell'incertezza di un imminente sgombero" (p. 51) - otterranno soltanto acqua che sommergera' le loro vite, pagando cosi' il prezzo di un sedicente progresso che, a guardarlo nell'insieme, forse tale non e'. Ma anche in questo panorama desolante troviamo un'eccezione, chiamata Bilgaon: dodici gruppi di case che hanno visto la luce delle lampadine non grazie a una diga, ma al terrapieno alto due metri costruito dagli abitanti del villaggio con alcuni aiuti esterni. Medha Patkar e' convinta che le attivita' di ricostruzione, basate sulla partecipazione delle comunita', siano l'altra faccia della resistenza contro le dighe, sicche' "energia, gestione dell'acqua, agricoltura e produzione forestale, posti di lavoro, istruzione, salute" (p. 74) risultano gli elementi che possono portare al cambiamento, il mezzo che ha permesso al movimento di Narmada di ottenere rispetto e legittimazione politica. Non solo quindi moltitudini di persone che agiscono in maniera unitaria e organizzata per difendere le terre e i propri diritti, ma uomini e donne in gruppo che producono alternative reali e concrete, progetti funzionanti e sostenibili volti a creare un progresso legato al territorio e a quella realta' locale che le multinazionali neanche prendono in considerazione. * La base dello sviluppo e' il sapere Altro esempio di queste alternative lo troviamo nel Burkina Faso, dove Hamidou Ouedraogo ha riunito nel gruppo Song Taaba ("aiutiamoci tra noi") la gente del suo villaggio, al fine di cambiare la situazione proprio coltivando meglio le terre. "Ora ciascuno sa che lo sviluppo del suo villaggio comincia da lui. Abbiamo anche imparato che per lottare contro la poverta' ci vuole accesso alla conoscenza. Alfabetizzazione, formazione. Tutti abbiamo compreso che la base dello sviluppo e' il sapere" (p. 166). Ma eccoci nei cieli dell'Indonesia, offuscati nel 1997 da una fitta foschia. Non si trattava pero' dei normali fumi dovuti all'incendio delle sterpaglie, che generalmente si dissolvono con l'arrivo delle piogge. Questa volta l'haze si espandeva a vista d'occhio fino a toccare parte delle Filippine e della Thailandia. Le foto satellitari mostravano chiazze rosse in continuo aumento, tanto da rendere lampante la verita' stampata su quelle immagini: era l'incendio di grandi estensioni di terreno: ossia deforestazione su scala industriale. Ogni anno due milioni di ettari di foresta indonesiana vengono tagliati o "convertiti" in piantagioni di alberi a crescita rapida, il verde scompare e insieme ad esso anche i villaggi e le popolazioni, come i dayak, che da sempre hanno abitato nella foresta. Un danno incalcolabile, che lascia "devastazione ambientale, conflitti sociali e fumo" (p. 85). Ne' sta meglio l'Angola, dove il conflitto esterno e interno e' finanziato da una risorsa preziosa: i diamanti. * Una ricerca che semina miseria Nella Repubblica democratica del Congo il bene prezioso e' il coltan che, indispensabile per l'industria elettronica avanzata (dai telefoni cellulari fino ai computer di bordo dei jet), viene estratto con fatica dai cercatori e richiede il disboscamento di ampie zone. La sua ricerca ha procurato "una diffusa distruzione dell'agricoltura e devastanti effetti sociali, con numerose situazioni molto vicine alla schiavitu'" (p. 127). E poi ci sono i Masai (Tanzania del nord) che, cacciati ai confini del loro territorio, ormai trasformato nella Mkomazi Game Riserve, dicono: "Noi non sappiamo cosa mangeremo domani, e Tony Fitzjohn (il proprietario della riserva naturale) getta carne ai suoi animali selvaggi, compresi i cani. Poco a poco, i Masai sono deprivati delle loro terre in nome della conservazione. Cosi' temo che ci estingueremo" (p. 156). Da quanto detto - una minima parte delle vite e storie intrecciate nella trama di questo libro, ben documentato e scritto con grande abilita' giornalistica -, il lettore percepira' le contraddizioni del nostro mondo: turisti occidentali che ammirano animali rari e un'etnia che muore; alta tecnologia e popoli distrutti dai guerriglieri per finanziarla; acqua che dovrebbe portare benessere e invece cancella villaggi come fossero di cartone. Ci sono persone, vite e storie dentro quelle case, tradizioni lunghe e radicate tra quegli alberi, c'e' un mondo in conflitto che perde di fronte a un avversario spietato in quei Paesi lontani. Ora pero' ci sono anche i tanti che, scossi dal libro, hanno aperto gli occhi e, forse, rifletteranno meno distrattamente sull'altra faccia del progresso nel "villaggio globale". * Note 1. Marina Forti, La signora di Narmada. Le lotte degli sfollati ambientali nel sud del mondo, Feltrinelli 2004, Milano, pp. 187, euro 12. 2. Il libro e' diviso in cinque parti: L'acqua il petrolio e i militari; Gli sfollati dello sviluppo; I pirati delle foreste; Assalto (armato) alle risorse; Gli alberi e la terra. 3. Come quella che ha portato l'Onu a condannare la Banca mondiale a ritirarsi dal progetto, dopo un'indagine interna che concluse accusando la stessa Banca e il governo di "grossolana delinquenza" (p. 49). 10. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it =================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 237 del 12 ottobre 2009 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
- Prev by Date: Minime. 971
- Next by Date: Legalita' e' umanita'. 66
- Previous by thread: Minime. 971
- Next by thread: Legalita' e' umanita'. 66
- Indice: