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Minime. 967
- Subject: Minime. 967
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 8 Oct 2009 01:08:31 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 967 dell'8 ottobre 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Una vittoria del diritto 2. Un incontro di studio a Viterbo su "Nonviolenza e difesa dell'ambiente. Il caso di studio dell'Alto Lazio" 3. Sebastian Lacunza ricorda Mercedes Sosa 4. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 5. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo 6. Cosa fare 7. Michele Boato: Nonviolenza e digiuni a Vicenza 8. Vincenzo Consolo: Morte per fango 9. Letture: Le canzoni di Woody Guthrie 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento 11. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. UNA VITTORIA DEL DIRITTO La Corte Costituzionale ha riaffermato che la legge e' uguale per tutti. In un lapidario comunicato riportato dai mass-media e' scritto: "La Corte Costituzionale, giudicando sulle questioni di legittimita' costituzionale poste con le ordinanze n. 397/2009 e n. 398/2008 del Tribunale di Milano e n. 9/2009 del gip del Tribunale di Roma, ha dichiarato l'illegittimita' dell'articolo 1 della legge 23 luglio 2008, n. 124, per violazione degli articoli 3 e 138 della Costituzione". * Quel Berlusconi che pretendeva di sottrarsi ai processi per i delitti di cui e' imputato si presenti ora dinanzi ai giudici, come ogni altro cittadino. Se fossimo in un paese civile, l'intero governo golpista, corruttore e razzista dovrebbe ora dimettersi. * Non e' improbabile che il governo dell'eversione dall'alto tenti ora ulteriori manovre eversive, ulteriori aggressioni alla legalita', ulteriori colpi di mano. Che ogni persona di volonta' buona, ogni organizzazione democratica, ogni istituzione fedele alla Costituzione della Repubblica Italiana si disponga a difendere la Costituzione e la Repubblica, la democrazia e la civilta', la legalita' e la verita'. Con la forza del diritto, con la forza dell'ordinamento giuridico, con la forza della nonviolenza. 2. INCONTRI. UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO SU "NONVIOLENZA E DIFESA DELL'AMBIENTE. IL CASO DI STUDIO DELL'ALTO LAZIO" Si e' svolto nel pomeriggio del 7 ottobre a Viterbo, presso la sede del Centro di ricerca per la pace, un incontro di studio su "Nonviolenza e difesa dell'ambiente. Il caso di studio dell'Alto Lazio", cui hanno partecipato giovani e studenti. L'incontro, che proseguiva ed approfondiva alcuni aspetti della riflessione avviata col precedente incontro di studio del 2 ottobre (in occasione della Giornata internazionale della nonviolenza promossa dall'Onu), ha esaminato alcune iniziative di mobilitazione democratica e popolare in difesa dell'ambiente e della salute caratterizzate da un approccio nonviolento, iniziative che hanno avuto luogo nell'Alto Lazio dagli anni '70 ad oggi (e alcune delle quali sono tuttora in corso); particolarmente: l'opposizione al nucleare a Montalto, l'opposizione alla Supercassia, l'esperienza del movimento "no coke", l'iniziativa contro il mega-aeroporto a Viterbo. Nel corso dell'incontro e' stato messo in rilievo come la scelta teorica e pratica della nonviolenza costituisca l'elemento decisivo delle esperienze di impegno civile in difesa del bene comune e dei diritti di tutti. Ai partecipanti all'incontro sono state messe a disposizione anche alcune dispense e pubblicazioni utili per l'approfondimento. 3. LUTTI. SEBASTIAN LACUNZA RICORDA MERCEDES SOSA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 6 ottobre 2009 col titolo "La voz. La Mercedes del popolo" e il sommario "Una folla in lacrime ha reso omaggio a La Negra, come veniva chiamata la cantante argentina Mercedes Sosa. Simbolo della lotta alla dittatura, si schiero' contro i militari, fu arrestata e poi costretta all'esilio a Parigi. Tornata nel 1982, affronto' la desolazione del momento con 'Solo le pido a Dios'. L'ultimo album e' 'Cantora, un viaje intimo'"] Le strade di Buenos Aires erano bagnate dopo una notte di tormenta, ma ieri mattina erano ancora piene di uomini e donne che si accalcavano per rendere l'ultimo omaggio a Mercedes Sosa, il cui corpo era vegliato nella camera ardente montata nel Congresso. "La Negra", come era conosciuta, icona per antonomasia della musica popolare latinoamericana e dell'impegno contro tutte le dittature, era morta piu' di 24 ore prima, alle 5 e un quarto della mattina di domenica e il popolo, a decine di migliaia e molti di loro "morochos" dalla carnagione scura dell'Argentina profonda, era accorso silenzioso per il commiato. Il feretro di Mercedes sarebbe stato poi salutato da cantanti di tutte le epoche e da una moltitudine nel tragitto dal Congresso alla Chacarita, il maggior cimitero della capitale argentina. Dai balconi gettavano fiori e sventolavano fazzoletti d'addio. Lacrime non solo qui a Buenos Aires. Era morta un'interprete ineguagliabile della musica popolare dell'America latina, e ancor di piu'. Lei stessa aveva detto poco tempo fa che i premi e gli allori ricevuti nel mondo "non sono solo perche' canto ma anche perche' penso. Penso agli esseri umani, penso alle ingiustizie. Credo che se io non avessi pensato a queste cose, il mio destino sarebbe stato un altro. Non mi sono sbagliata quando ho cominciato a pensare ideologicamente". Lula da Silva, Michelle Bachelet, Evo Morales, Hugo Chavez, i presidenti di Brasile, Cile, Bolivia e Venezuela, hanno espresso il loro cordoglio e la presidente argentina Cristina Fernandez, molto commossa, e' andata di persona a rendere omaggio alla salma in Congresso. Su richiesta della Negra, le sue ceneri saranno disperse nei tre estremi dell'Argentina: Tucuman, la provincia in cui nacque il 9 luglio del 1935, la capitale culturale del nord argentino e culla dei volti dai tratti indigeni come quelli di Mercedes; Mendoza, alla frontiera con il Cile, la provincia in cui insieme al suo ex-marito Manuel Matus e Armando Tejada Gomez diede nuova vita alla musica folcloristica negli anni '60; e Buenos Aires, la citta' che le diede una proiezione mondiale. Il destino ha voluto che nella notte di domenica, poche ore dopo la morte di Mercedes Sosa, nella piazza centrale di Tucuman fosse in programma un concerto con Leon Gieco, autore di una canzone che la voce della Negra rese un inno all'umanita'. Il concerto di Gieco si e' trasformato inevitabilmente in un commosso omaggio a sua "sorella, madre e amica" quando lui e tutta la piazza hanno intonato le parole della canzone: "Solo le pido a Dios/ que el engano no me sea indiferente./ Si un traidor puede mas que unos cuantos/ que esos cuantos no lo olviden facilmente". Rodolfo Braceli, biografo di Mercedes, le chiese una volta di definire in tre parole la sua infanzia a Tucuman: "Ne' tre ne' due, ma una: felicita'", per poi spiegare che la poverta' della sua casa natale non aveva mai significato la perdita della speranza. Un altro mondo. La musica popolare e' parte integrante della vita quotidiana delle famiglie e delle scuole del nord argentino. Mercedes lascio' Tucuman come maestra di danze folcloristiche e, dalla fine degli anni '50, Mendoza la trovo' gia' identificata nel comunismo. Lei stessa racconto' che il mitico cantante Jorge Cafrune nel '65 l'adotto' artisticamente, vinse pregiudizi e l'introdusse nei piani alti della musica popolare. Sara' stato per quello che Mercedes apri' la strada negli anni successivi a decine di cantanti che oggi la piangono. Era felice e senza remore quando sul palco poteva duettare con i suoi compagni: lo fece con oscuri cantanti locali e con gente del calibro di Charly Garcia, Fito Paes, Juan Manuel Serrat, Ariel Ramirez, Victor Heredia, Silvio Rodriguez, Pablo Milanes, Joaquin Sabina, Teresa Parodi, Chico Buarque, Caetano Veloso, Milton Nascimento e Luciano Pavarotti. Tucuman, provincia devastata e traumatizzata dalla dittatura del '76-'83, sarebbe rimasta il punto di riferimento della sua vita. Nei suoi toni, nella naturalezza delle sue reazioni, nel suo repertorio (bisogna risentire Luna tucumana di Atahualpa Yupanki), nel poncho colorato e nei suoi ricordi. In esilio negli anni '70 e '80, scelse un autoesilio dalla sua provincia natale una volta tornata la democrazia, quando negli anni '90 i traumi del passato spinsero la societa' tucumana a eleggere con il voto il genocida Antonio Domingo Bussi (oggi condannato all'ergastolo) come governatore. La crescita della sua fama nella decade dei '70 fu inarrestabile, pero' il suo repertorio, con canzoni di Violeta Parra, Armando Tejada Gomez, Eduardo Fallu', Atahualpa e Cesar Isella, diventava sempre piu' scomodo per quegli anni di dittature. Quando arrivo' il golpe anche in Argentina, rimase nel paese fin quando fu arrestata, nel '79, dopo un recital a La Plata. Poi ando' in esilio. In questi giorni, la tv ha rimesso in onda un concerto intimo e bellissimo (ritrovabile in youtube cercando "Mercedes Sosa La cigarra"). Magra, giovane, malinconica, triste la si vede mentre intona, in Svizzera davanti a un pubblico silenzioso, in pieno esilio, la canzone di Maria Estela Walsh che dice: "Tantas veces me borraron/ tantas desapareci',/ A mi proprio entierro fui/ sola y llorando./ Hice un nudo en el panuelo/ pero me olvide' despues/ que no era la unica vez,/ y volvi' cantando". Nel 1982 l'Argentina contava gia' 30.000 desaparecidos, e fra loro una buona parte dei suoi intellettuali e dei suoi sindacalisti piu' combattivi. Le isole Malvine avevano significato la sconfitta piu' crudele davanti agli inglesi. Circa 800 ragazzini poveri di provincia avevano lasciato la vita in quella assurda guerra nel sud. La societa' era spezzata, mai piu' si sarebbero recuperati i livelli accettabili di eguaglianza sociale che aveva portato il peronismo. Gran parte della classe media cominciava a rendersi conto dell'orrore che non aveva voluto vedere, e che anzi aveva appoggiato. Come affrontare una simile desolazione? Uno dei modi fu ascoltare Mercedes Sosa che cantava Solo le pido a Dios al teatro dell'Opera della calle Corrientes, a pochi metri dall'obelisco di Buenos Aires. Era irrefrenabile. Negli anni seguenti, in democrazia, percorse il mondo davanti a teatri sempre gremiti. Roma, New York, Berlino, Tel Aviv. Prima, pero', si lancio' a testa bassa contro le dittature del continente. Lo stadio Centenario di Montevideo l'accolse trionfalmente nell'83. Qualche anno dopo fu la volta di Santiago del Cile, dove si ricompose idealmente il duetto con Violeta Parra. Tuttavia l'esilio aveva lasciato una ferita irrimarginabile in Mercedes. Racconta suo figlio Fabian che la Negra lo chiamava da Madrid sull'orlo del suicidio, e 15 anni dopo il ritorno entro' in una depressione profonda, che lei stessa attribui' all'esilio. Ne usci' cantando, come La cigarra. 4. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94 Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art. 1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico riferimento a: a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla Costituzione della Repubblica Italiana; b) violazione dei diritti dei bambini; c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione esistenziale; d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui all'art. 10 Cost.; e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 5. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3, commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita' e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali dell'ordinamento giuridico vigente. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 6. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione dei carabinieri. Puo' essere anche inviato per posta. Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve recare un indirizzo per ogni comunicazione. * Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre istituzioni statali centrali). Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel capoluogo di provincia). Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu' dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni. * Indirizzi cui inviare gli esposti: Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione. Comunque solitamente: - l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio: procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio: tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e' uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). Quanto alle istituzioni nazionali: - Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour, 00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it - Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187 Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it; sito: www.cortecostituzionale.it - Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370, 00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it - Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito: www.camera.it - Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel. 0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it - Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it; sito: www.csm.it - Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma; fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito: www.quirinale.it Quanto alle istituzioni sovranazionali: - Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047 Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555; sito: www.europarl.europa.eu Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito: http://ec.europa.eu/index_it.htm - Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg (France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito: www.coe.int/DefaultIT.asp - Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters, Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York (Usa); sito: www.un.org * Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata). Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa. * Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani. * Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro. 7. INIZIATIVE. MICHELE BOATO: NONVIOLENZA E DIGIUNI A VICENZA [Ringraziamo Michele Boato (per contatti: micheleboato at tin.it) per questo intervento] La lotta contro la nuova, enorme, base militare Usa a Vicenza e' ancora in corso, anche se sono iniziati i lavori, autorizzati dai governi Prodi e Berlusconi e diretti dal commissario (di Prodi e Berlusconi) Paolo Costa. Citta' e movimento hanno fatto di tutto per impedirlo: una manifestazione come quella del 17 febbraio 2007 con 100.000 persone non si era mai vista prima a Vicenza, rovinata dalla doccia fredda di Prodi, nei telegiornali della sera: "Manifestare e' un diritto, ma dobbiamo rispettare i patti (quali? ndr) e la base verra' raddoppiata". C'e' poi, nel luglio 2007, il ricorso al Tar del Veneto di Codacons ed Ecoistituto del Veneto contro l'illegittimita' del progetto Dal Molin dal punto di vista urbanistico (un abuso edilizio) e costituzionale (non e' un'opera di difesa nazionale): accolto dal Tar il 18 giugno 2008, e quasi immediatamente (il 29 luglio) annullato dal Consiglio di Stato, cui si era appellato il governo. In primavera 2008 la citta' elegge sindaco, pur con una maggioranza risicatissima, Achille Variati del Pd, che si presenta su una netta posizione anti-base (isolato dal resto del Pd veneto e nazionale). Variati conferma cio' che aveva promesso in campagna elettorale: in autunno la citta' verra' chiamata a pronunciarsi sulla nuova base attraverso un referendum comunale. Si fissa la data del 5 ottobre e il quesito, strettamente legato alle competenze urbanistiche del Comune. Con una lettera pubblica Berlusconi invita pressantemente il sindaco a "non indire il referendum, essendo gia' stata consegnata, il 30 luglio, l'area agli Stati Uniti" e ricorre al Tar perche' dichiari inammissibile la consultazione. Il Tar non si lascia intimidire e respinge il ricorso: "Nessun danno dalla consultazione esplorativa"; ci pensa il solito Consiglio di Stato, a Roma il primo ottobre (a tre giorni dal referendum), ad annullare la sentenza del Tar e dichiarare il referendum inammissibile. La sera stessa oltre 10.000 persone riempiono Piazza dei Signori e il sindaco annuncia: "Se non ci permettono di votare nelle nostre scuole, domenica voteremo davanti alle nostre scuole, sotto i nostri gazebo". Cosi' avviene: in meno di tre giorni centinaia di volontari organizzano 32 seggi e il 5 ottobre vanno ordinatamente a votare 24.094 elettori di Vicenza: 23.050 hanno votato si' alla proposta di smilitarizzare l'area, 906 no, 92 bianche e 46 nulle. La citta' esprime tutta la sua dignita', ma viene calpestata. In estate 2009 iniziano i lavori di sbancamento nell'area Dal Molin. * Il 4 luglio 2009, il Presidio No Dal Molin indice un'altra manifestazione, ma questa volta la gestione lascia la stragrande maggioranza dei partecipanti amareggiati e sbalorditi. Io ero li' davanti, ho visto tutto. Avevano ragione le associazioni nonviolente del Tavolo della Pace di Vicenza a non aderire alla manifestazione: alcune componenti del Presidio non garantiscono l'assoluta nonviolenza. Di fronte ad una presenza provocatoria della polizia, (1.500 uomini superarmati, dentro e fuori il perimetro dell'aeroporto) invece di adottare la dovuta flessibita' per svolgere comunque la manifestazione, si cerca l'incidente facendo arretrare il folto gruppo di donne che apriva il corteo, sostituendolo con 4 fila dei centri sociali di Padova, Mestre e dintorni, bardate di scudi e caschi pronte a "giocare alla guerra" con le forze di polizia e si innesca l'"incidente" cercando di cambiare l'itinerario concordato, girando verso un argine occupato da gipponi di carabinieri e poliziotti, in zona esplicitamente vietata dall'autorizzazione. E il vicequestore non vede l'ora di impedirlo con l'uso della forza. Dopo gli incidenti, la portavoce, sfidando il ridicolo, dichiara alla stampa: "la prima provocazione e' partita da alcuni infiltrati"! Si ripete lo schema di Genova: la stragrande maggioranza delle persone, venute per manifestare in maniera assolutamente pacifica, si trova coinvolta in scontri violenti progettati a tavolino sulla loro testa. Non e' un bel servizio alla pace e alla nonviolenza, ma una pratica scorretta e suicida, che crea una enorme lacerazione nel movimento anti-base, apre un vuoto tra il movimento e gran parte della citta', fa allontanare migliaia di persone dalle iniziative. * Per recuperare il dialogo e i metodi nonviolenti e' importantissima l'iniziativa di don Albino Bizzotto, animatore dei "Beati i costruttori di pace", che dal 18 agosto digiuna per 15 giorni, a sola acqua, in una roulotte piena di bandiere della pace, all'imbocco della strada che porta al Dal Molin. Scopo dichiarato: far prendere coscienza anche fuori di Vicenza dello scempio morale e democratico costituito dalla nuova base militare Usa. Sono 15 giorni di colloqui, incontri, discussioni anche accese, momenti di meditazione pubblica e anche un paio di affollate celebrazioni della messa domenicale da parte di Albino, del parroco della zona e di altri sacerdoti di Vicenza. Il Movimento Nonviolento di Vicenza, Mestre, Verona e Brescia, riunito in assemblea alla roulotte sabato 29 agosto, alla vigilia della sospensione del digiuno, lancia, assieme a decine di nonviolenti vicentini, la proposta di continuare il digiuno. Si crea il gruppo di coordinamento "Digiuno e pace" e il digiuno continua, in un camper vicino alla parrocchia di S. Carlo al Villaggio del Sole, e poi in piazza Esedra vicino alla stazione, con una forte presenza di sacerdoti vicentini che fanno anche cinque giorni di digiuno a testa: don Mariano Piazza dal 10 al 14 settembre, don Antonio Uderzo dal 28 settembre al 2 ottobre, don Maurizio Mazzetto dal 5 al 7 ottobre; e laici, come Danilo Schenato (3 giorni in settembre e 3 in ottobre, Fulvio Rebesani 3 giorni, Giancarlo Albera 6 giorni a gruppi di 2, Elio Bolletin 5 giorni, il sottoscritto con Maria Cossu rispettivamente 2 e 3 giorni, ecc). Il digiuno continua almeno fino all'arrivo a Vicenza della "Marcia mondiale per la pace e la nonviolenza", domenica 8 novembre, giorno in cui si svolge una iniziativa che coinvolge tutta la citta': alle ore 15 dal piazzale della stazione partono sette lunghissime "file indiane" ognuna di un colore dell'iride, che, dopo aver raggiunto sette luoghi del potere (tra cui il Dal Molin), tornano, si affiancano e salgono sul Monte Berico formando una chilometrica bandiera della pace. * Per informazioni e per partecipare: e-mail; digiunoepace at interfree.it (Maria Longhi); tel. 3333410606 (Albera). 8. RIFLESSIONE. VINCENZO CONSOLO: MORTE PER FANGO [Dal quotidiano "Il manifesto" del 6 ottobre 2009 col titolo "Strae di messina. La morte per fango"] Dolore. E indignazione, furore. Sono i sentimenti che ti assalgono a sapere di questi ultimi morti in Sicilia, dei morti di Giampilieri e di Scaletta Zanclea. Morti non in mare, come le migliaia di naufraghi nel Canale di Sicilia; quegli infelici fuggiaschi da guerre e fame che cercano di raggiungere Lampedusa o le coste di Sicilia, morti per acqua come l'eliotiano Phlebas il fenicio, "a cui una corrente sottomarina spolpo' l'ossa in dolci sussurri", ma questa morte degli abitanti di Giampilieri e' ancora peggio: e' una morte per fango. Morte, soprattutto, di donne, di bambini. E' una strage, in cui vi sono mandanti ed esecutori. No, non e' il cielo che rovescia acqua e riempie alvei di torrenti: questa e' la cieca natura, che non ha intenti, scopi. Colpevoli di queste morti per fango sono gli amministratori, i politici, gli imprenditori che abusivamente e criminalmente hanno fatto costruire e hanno costruito a Giampilieri Superiore e a Giampilieri Marina dentro l'alveo del torrente. Il fango, sappiamo, aveva invaso quelle case gia' nel 2007. Non c'erano stati morti. Avevano forse sgomberato le strade e le case dal fango e tutto era tornato come prima. Autorita' locali e provinciali non avevano riparato a sufficienza perche' il peggio, la tragedia di oggi fosse evitata, che queste vittime di oggi fossero risparmiate. Ah, Sicilia, Sicilia! Sicilia dove ormai dal secondo dopoguerra, dopo la sconfitta del movimento contadino, dopo le lotte democratiche, ha vinto il potere politico-mafioso. E s'e' incominciato dal 1947, con la strage di Portella della Ginestra. Nel secondo dopoguerra s'era costituita a Palermo una societa' edile chiamata Valigio, il cui acronimo si scioglieva in tre nomi: Vassallo, un ex straccivendolo, Lima e Gioia, due eminenti onorevoli democristiani. La Valigio aveva operato il famoso sacco di Palermo, quello che ha lasciato nel centro storico della citta' le macerie dei bombardamenti del '43, fra cui il palazzo del principe di Lampedusa, e aveva soffocato tutto intorno la citta' con colate e colate di cemento con orribili quartieri, grattacieli. Il sacco poi di Agrigento, con case e case costruite sul tufo cavo, che poi erano crollate. E l'abusivismo ancora nella valle dei Templi, dove era stata costruita anche, per i fedeli delle case abusive, una chiesa. E ancora e ancora, la ricostruzione dopo il terremoto del '68, dei paesi della valle del Belìce. L'indecente ricostruzione di Gibellina, di Palma di Montechiaro, di Salemi e di tanti altri paesi. E ancora li' ci sono macerie e baracche. Come baracche ci sono ancora, a distanza di un secolo, in cinque quartieri di Messina dopo il terremoto del 1908, che 80.000 vittime aveva mietuto. E incendi in ogni estate, desertificazione del territorio. E continuo abusivismo sulle coste e relativo condono. Sì, in Sicilia ha vinto il malaffare, ha vinto la mafia, il potere politico-mafioso. Ma, conquistata definitivamente l'Isola, s'e' impegnata poi nella conquista della Penisola, cosi' come hanno fatto la 'ndrangheta e la camorra. Viva, viva l'Italia! L'Italia di oggi, di Berlusconi, di Bossi, di Borghezio, di Calderoli... Oh, Lombroso, Lombroso, anche tu eri razzista, si'! E avremo il Ponte, il famoso Ponte sullo Stretto di cui si favoleggiava gia' dagli anni Cinquanta e che ora, promette questo governo, sara' costruito. Evviva! Ma piangiamo oggi i morti di Giampilieri e di Scaletta Zanclea, quei paesini che si affacciano sullo Stretto, su cui di tempo in tempo compare la Fatamorgana: la riflessione sul mare, per gioco di luci, delle due sponde dello Stretto. "... fra poco la fuga dei colonnati divento' lunghissima facciata di finestre in dieci fila: della facciata si fe' varieta' di selve, di pini e cipressi uguali e di altre varieta' d'arbori...", scrive Giovanni Capozzo nel 1840. La Fatamorgana riflettera' da ora in poi, sulle acque dello Stretto, la valanga di pietre e fango che ha coperto Giampilieri e Scaletta Zanclea. 9. LETTURE. LE CANZONI DI WOODY GUTHRIE Le canzoni di Woody Guthrie, Feltrinelli, Milano 2008, pp. 320, euro 11. A cura di Maurizio Bettelli, con una premessa di Nora Guthrie, una bella raccolta dei testi di molte canzoni del nostro vecchio compagno (1912-1967), con testo originale a fronte, utili note, essenziali apparati. 10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 11. PER SAPERNE DI PIU' Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 967 dell'8 ottobre 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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