Legalita' e' umanita'. 36



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LEGALITA' E' UMANITA'
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 36 del 12 settembre 2009

In questo numero:
1. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie
fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio
2009, n. 94
2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il
favoreggiamento dello squadrismo
3. Cosa fare
4. Martin Luther King: Sono stato sulla cima della montagna

1. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA
LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie
di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art.
1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico
riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla
Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione
esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui
all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento
dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3,
commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura
il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie
di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed
iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene
il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed
anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza
privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita'
e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali
dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

3. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE

Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso
gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione
dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta.
Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve
recare un indirizzo per ogni comunicazione.
*
Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di
presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura
competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli
esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad
altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo
di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre
istituzioni statali centrali).
Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si
risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente
della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel
capoluogo di provincia).
Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu'
dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli
esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.
*
Indirizzi cui inviare gli esposti:
Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune
a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Comunque solitamente:
- l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio:
procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della
Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it
(analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio:
tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del
Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per
le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente
criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo
e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it
(analogamente per le altre province).
- Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento
e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente
criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad
esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e'
uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio:
urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio
l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e'
urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente
criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della
Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente
per le altre province).
Quanto alle istituzioni nazionali:
- Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour,
00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it
- Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187
Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it;
sito: www.cortecostituzionale.it
- Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370,
00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it
- Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza
Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito:
www.camera.it
- Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel.
0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it
- Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza
dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it;
sito: www.csm.it
- Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma;
fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito:
www.quirinale.it
Quanto alle istituzioni sovranazionali:
- Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047
Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555;
sito: www.europarl.europa.eu
Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito:
http://ec.europa.eu/index_it.htm
- Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg
(France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito:
www.coe.int/DefaultIT.asp
- Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters,
Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York
(Usa); sito: www.un.org
*
Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei
siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti
all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto
riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti
per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata).
Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran
parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii
cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che
costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa.
*
Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi
d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle
funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro
il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo
piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile
nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica
Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo
per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it
Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro.

4. MAESTRI. MARTIN LUTHER KING: SONO STATO SULLA CIMA DELLA MONTAGNA
[Riproponiamo ancora una volta il seguente discorso estratto dall'antologia
di scritti e discorsi di Martin Luther King curata da Fulvio Cesare Manara,
Memoria di un volto: Martin Luther King, Dipartimento per l'educazione alla
nonviolenza delle Acli di Bergamo, Bergamo 2002. Il testo seguente e' quello
dell'intervento tenuto nel tempio del vescovo Charles J. Mason, a Memphis,
Tennessee, il 3 aprile 1968; Martin Luther King fu assassinato il giorno
dopo]

E sapete, se mi trovassi al principio dei tempi, e avessi la possibilita' di
godere della visione generale e panoramica di tutta la storia umana fino a
oggi, e l'Onnipotente mi dicesse: "Martin Luther King, in quale epoca ti
piacerebbe vivere?", io con la mente volerei sull'Egitto, e guarderei i
figli di Dio compiere il loro meraviglioso tragitto dalle buie carceri
dell'Egitto attraverso il Mar Rosso, nel deserto, e avanti verso la terra
promessa. E nonostante la magnificenza della visione, non mi fermerei.
Proseguirei verso la Grecia, e con la mente mi rivolgerei al monte Olimpo. E
vedrei Platone, Aristotele, Socrate, Euripide e Aristofane riuniti intorno
al Partenone, e li guarderei passeggiare mentre dibattono gli eterni e
grandi problemi della realta'. Ma non mi fermerei.
Andrei ancora avanti, fino all'epoca della massima fioritura dell'impero
romano, e vedrei come si svolgono gli eventi, da un imperatore all'altro, da
un condottiero all'altro. Ma non mi fermerei.
Passerei all'epoca del Rinascimento, per avere un rapido quadro di cio' che
quel periodo ha fatto per la vita culturale ed estetica dell'uomo. Ma non mi
fermerei.
Vorrei anche percorrere i luoghi dove ha vissuto l'uomo di cui porto il
nome, e osserverei Martin Lutero affiggere le sue novantacinque tesi sul
portale del duomo di Wittenberg. Ma non mi fermerei.
Poi arriverei al 1863, vedrei un presidente titubante di nome Abraham
Lincoln arrivare finalmente alla conclusione di dover firmare il Proclama
dell'emancipazione. Ma non mi fermerei.
Tornerei ai primi anni Trenta, e vedrei un uomo lottare per risolvere i
problemi provocati dallo stato di bancarotta della nazione, e uscirsene con
una eloquente esclamazione: "Non abbiamo da temere nient'altro che la nostra
stessa paura". Ma non mi fermerei.
Cosa strana, mi rivolgerei all'Onnipotente e gli direi: "Se mi permetterai
soltanto di vivere qualche anno nella seconda meta' del Ventesimo secolo,
saro' contento".
*
Ebbene, e' un'affermazione strana, questa, perche' il mondo e' tutto
sottosopra. Il paese e' malato; la terra e' in pena, c'e' grande confusione.
E' un'affermazione strana. Ma in qualche modo io so che le stelle si possono
vedere soltanto se e' abbastanza buio. E in questo periodo del XX secolo io
vedo l'azione di Dio. Nel nostro mondo accade qualcosa; le masse si stanno
sollevando; e oggi, dovunque si radunino, che sia a Johannesburg in
Sudafrica; a Nairobi in Kenya; ad Accra nel Ghana; a New York; ad Atlanta in
Georgia; a Jackson nel Mississippi; o a Memphis nel Tennessee, il grido e'
sempre uguale: "Vogliamo essere liberi".
E c'e' un'altra ragione per cui sono contento di vivere nel nostro tempo:
siamo stati costretti ad arrivare a un punto in cui dovremo affrontare i
problemi che gli uomini hanno cercato di risolvere lungo tutta la storia. La
sopravvivenza esige che li affrontiamo. Da anni ormai gli uomini parlano di
guerra e di pace; ma ormai non possono piu' limitarsi a parlarne. A questo
mondo non e' piu' questione di scegliere tra violenza e nonviolenza; si
tratta di scegliere: o nonviolenza o nonesistenza. Ecco a che punto siamo
oggi.
E anche nella rivoluzione dei diritti umani, se non si fa qualcosa, e in
fretta, per far uscire i popoli di colore del mondo dai loro lunghi anni di
poverta', dai lunghi anni in cui sono stati feriti e messi da parte, il
mondo intero e' destinato alla rovina. Ebbene, io sono proprio contento che
Dio mi abbia concesso di vivere in quest'epoca, di vedere lo svolgersi degli
eventi. E sono contento che mi abbia concesso di essere qui a Memphis.
*
Ricordo, ricordo bene quando i neri si limitavano ad andare in giro, come ha
detto tante volte Ralph, grattandosi dove non prudeva e ridendo quando
nessuno faceva loro il solletico. Ma quei tempi sono finiti. Adesso facciamo
sul serio, e siamo determinati a ottenere il posto che ci spetta di diritto
nel mondo che Dio ha creato. E proprio qui sta il punto. Non abbiamo
intrapreso una campagna di protesta negativa, non abbiamo intrapreso
discussioni negative con nessuno; diciamo che siamo determinati a essere
uomini; siamo determinati a essere popolo. Diciamo che siamo figli di Dio. E
se siamo figli di Dio, non dobbiamo vivere come siamo costretti a vivere.
E dunque, che cosa significa tutto questo nella grande epoca storica che
stiamo vivendo? Significa che dobbiamo restare uniti. Dobbiamo restare uniti
e conservare l'unita'. Sapete, ogni volta che il faraone voleva prolungare
il tempo della schiavitu' in Egitto, per riuscirci ricorreva al suo
espediente prediletto. Quale era? Faceva in modo che gli schiavi
combattessero fra loro. Ma ogni volta che gli schiavi sono uniti, nella
corte del faraone succede qualcosa, e lui non riesce piu' a tenere schiavi
gli schiavi. Quando gli schiavi si mettono insieme, comincia l'uscita dalla
schiavitu'. Allora, conserviamo l'unita'.
Non permetteremo ai manganelli di fermarci. Nel nostro movimento nonviolento
siamo maestri nel disarmare le forze di polizia; loro non sanno piu' che
cosa fare. L'ho visto succedere tante volte. Mi ricordo a Birmingham, in
Alabama, durante quella magnifica lotta, quando tutti i giorni partivamo
dalla chiesa battista della sedicesima strada. Uscivamo dalla chiesa a
centinaia, e Bull Connor ordinava di sguinzagliare i cani, e i cani
arrivavano. Ma noi andavamo incontro ai cani cantando: "Non permettero' a
nessuno di farmi tornare indietro". Poi Bull Connor diceva: "Aprite gli
idranti". E, come vi dicevo l'altra sera, Bull Connor non conosceva la
storia. Conosceva una specie di fisica che non so perche' non aveva nessun
rapporto con la metafisica che conoscevamo noi. Si trattava del fatto che
esiste un genere di fuoco che nessun'acqua riesce a spegnere. E noi andavamo
incontro agli idranti. Noi conoscevamo l'acqua. Se eravamo battisti, o
appartenevamo a qualche altra confessione cristiana, eravamo stati
battezzati per immersione. Se eravamo metodisti, o di qualche altra
confessione, eravamo stati spruzzati: ma in ogni modo, conoscevamo l'acqua.
Non poteva fermarci.
Cosi', continuavamo a camminare incontro ai cani, e li guardavamo; e
andavamo avanti, incontro agli idranti, e li guardavamo. E non facevamo
altro che continuare a cantare: "Sopra la mia testa, nell'aria, vedo la
liberta'".
E poi ci prendevano e ci mettevano nei cellulari, e a volte ci stavamo
pigiati come sardine. E ci buttavano dentro, e il vecchio Bull diceva:
"Portateli via". Loro lo facevano, e noi salivamo nel cellulare cantando "We
Shall Overcome". E di tanto in tanto finivamo in prigione, e vedevamo i
carcerieri guardare attraverso gli spioncini e commuoversi per le nostre
preghiere e per le nostre parole e le nostre canzoni. C'era un potere in
questo, al quale Bull Connor non riusciva ad abituarsi, e cosi' abbiamo
finito col trasformare Bull [toro] in un vitello, e abbiamo vinto la nostra
lotta di Birmingham.
Dobbiamo dedicarci a questa lotta fino alla fine. Non ci sarebbe tragedia
peggiore che fermarsi a questo punto, a Memphis. Dobbiamo andare fino in
fondo. Quando faremo la nostra marcia, dovete partecipare. Anche se vuol
dire lasciare il lavoro, anche se vuol dire lasciare la scuola, venite lo
stesso. Forse voi non siete in sciopero, ma o andremo su' insieme, o
finiremo giu' insieme. Cerchiamo di sviluppare una specie pericolosa di
altruismo.
*
Un giorno un uomo ando' a trovare Gesu', perche' voleva discutere con lui su
argomenti riguardanti le questioni fondamentali della vita. Voleva tendere
un trabocchetto a Gesu', e dimostrargli che lui sapeva qualcosa di piu' di
Gesu', per riuscire a confonderlo. La questione sarebbe potuta senz'altro
finire in una disputa filosofica e teologica. Invece Gesu' la fece subito
scendere dalle nuvole, e la colloco' nella situazione di una curva
pericolosa della strada fra Gerusalemme e Gerico. E si mise a parlare di un
uomo che si era imbattuto nei briganti. Ricorderete che un levita e un
sacerdote passarono sull'altro lato della strada: non si fermarono per
aiutarlo. Alla fine, passo' un uomo di un'altra razza. Smonto' dalla
cavalcatura, e decise di non essere compassionevole per procura. Si chino'
su di lui, invece, gli presto' i primi soccorsi, aiuto' quell'uomo nel
bisogno. Gesu' conclude dicendo che era lui l'uomo buono, era lui il grande
uomo, perche' era capace di proiettare l'"io" nel "tu", e di prendersi cura
del proprio fratello.
Ebbene, sapete, noi esercitiamo molta immaginazione nel tentativo di
stabilire come mai il sacerdote e il levita non si sono fermati. A volte
diciamo che avevano fretta di arrivare a un'assemblea ecclesiale, a un
raduno di religiosi, e dovevano affrettarsi verso Gerusalemme per non
arrivare in ritardo alla riunione. In altri casi possiamo ipotizzare che ci
fosse una legge religiosa, per cui chi doveva svolgere una cerimonia
religiosa non doveva toccare il corpo di un essere umano nelle ventiquattro
ore precedenti la cerimonia stessa. E in qualche caso cominciamo a chiederci
se forse per caso non stessero andando a Gerusalemme, o piuttosto a Gerico,
per fondare un'Associazione per il perfezionamento della strada di Gerico.
Potrebbe anche darsi. Magari pensavano che fosse meglio affrontare il
problema partendo dalle radici, dalle cause, invece che lasciarsi
impantanare in un risultato su scala individuale.
Ma io voglio raccontarvi che cosa mi suggerisce la mia immaginazione.
Potrebbe darsi che quei due uomini abbiano avuto paura. Vedete, la strada di
Gerico e' una strada pericolosa. Ricordo quando sono andato per la prima
volta a Gerusalemme, insieme alla signora King. Avevamo noleggiato una
macchina e viaggiavamo da Gerusalemme a Gerico. E appena arrivammo su quella
strada io dissi a mia moglie: "Ora capisco perche' Gesu' ha scelto questo
posto per ambientare la sua parabola". E' una strada tutta curve; proprio
l'ideale per un agguato. E' una strada pericolosa. All'epoca di Gesu' aveva
preso il nome di "Passo del sangue'. E allora, capite, puo' darsi che il
sacerdote e il levita abbiano gettato un'occhiata a quell'uomo steso in
terra e si siano chiesti se i briganti fossero ancora nei paraggi. Oppure,
magari hanno pensato che l'uomo steso a terra facesse finta; che fingesse di
essere stato derubato e ferito, per saltar loro addosso, che volesse
attirarli per un assalto veloce e facile. Ah, si'. E quindi, la prima
domanda che il sacerdote si fa, la prima domanda che il levita si fa, e'
questa: "Se mi fermo a soccorrere quest'uomo, che cosa mi capitera'?".
Ma poi e' passato il buon samaritano, e ha rovesciato la domanda: "Se non mi
fermo a soccorrere quest'uomo, che cosa gli succedera'?".
Ecco la domanda che avete di fronte stasera. Non e' "se mi fermo a dare una
mano agli operai della nettezza urbana, che cosa succedera' al mio lavoro?".
Non e' "se mi fermo a dare una mano agli operai della nettezza urbana, che
cosa ne sara' delle ore che di solito passo nel mio studio di pastore tutti
i giorni e tutte le settimane?". La domanda non e' "se mi fermo per
soccorrere quest'uomo nel bisogno, che cosa mi accadra'?". La domanda e':
"se non mi fermo per aiutare gli operai della nettezza urbana, che cosa
accadra' a loro?". Questa e' la domanda.
Questa sera alziamoci con maggiore disponibilita'. Prendiamo posizione con
maggiore determinazione. E continuiamo ad avanzare in queste giornate di
grande potenza, in queste giornate di sfida, per far si' che l'America
diventi come dovrebbe essere. Abbiamo l'occasione di rendere l'America
migliore. E io voglio ringraziare Dio, ancora una volta, per avermi concesso
di esser qui con voi.
*
Sapete, parecchi anni fa mi trovavo a New York per firmare le copie del mio
primo libro. E mentre stavo seduto tutto preso da dediche e autografi, si
avvicino' una donna nera, un'alienata. L'unica cosa che le sentii dire fu:
"E' lei Martin Luther King?". Io guardavo in basso, perche' stavo scrivendo,
e risposi: "Si'".
E un attimo dopo sentii qualcosa che mi dava un colpo sul petto. Prima che
me ne rendessi conto, quella donna pazza mi aveva pugnalato. Mi portarono di
corsa allo Harlem Hospital. Era un sabato pomeriggio, era gia' buio. La lama
era andata in profondita', e dalla radiografia si vide che la punta sfiorava
l'aorta, l'arteria principale. Se ti perforano l'aorta, anneghi nel tuo
stesso sangue; sei finito. La mattina dopo, sul "New York Times" scrissero
che se avessi anche solo starnutito, sarei morto.
Ebbene, a tre o quattro giorni dall'operazione, dopo che mi avevano aperto
il torace e avevano estratto la lama, mi permisero di andare in giro per
l'ospedale sulla sedia a rotelle. Mi lasciarono leggere un po' della posta
che era arrivata per me: da tutti gli stati e dall'estero erano arrivate
lettere gentili. Ne lessi qualcuna, ma ce n'e' una che non dimentichero'
mai. Mi avevano scritto anche il presidente e il vicepresidente, ma ho
dimenticato che cosa dicevano i loro telegrammi. Il governatore dello stato
di New York era venuto a trovarmi e mi aveva scritto una lettera, ma ho
dimenticato che cosa diceva la sua lettera.
C'era invece un'altra lettera, scritta da una bambina, una ragazzina che
studiava al liceo di White Plains. Io guardai la sua lettera e non la
dimentichero' mai. Diceva semplicemente: "Gentile professor King, frequento
la quarta ginnasio nel liceo di White Plains". E continuava: "Non dovrebbe
avere importanza, ma vorrei dire che sono bianca. Ho letto sul giornale
della sua disgrazia e delle sue sofferenze. E ho letto anche che se avesse
starnutito, sarebbe morto. E le scrivo semplicemente per dirle che sono
tanto contenta che non abbia starnutito".
Vorrei dire che anch'io sono contento di non avere starnutito. Perche', se
avessi starnutito, non mi sarei trovato da queste parti nel 1960, quando in
tutto il Sud gli studenti cominciarono a prendere posto ai banchi delle
caffetterie. E io sapevo che proprio mettendosi a sedere in realta' si
stavano schierando a favore della parte migliore del sogno americano, e
riportavano il paese a quelle grandi sorgenti della democrazia scavate dai
padri fondatori nella Dichiarazione di indipendenza e nella Costituzione.
Se avessi starnutito, non mi sarei trovato da queste parti nel 1961, quando
decidemmo di cominciare un viaggio per la liberta' e per mettere fine al
segregazionismo sui mezzi di trasporto da uno stato all'altro.
Se avessi starnutito, non sarei stato da queste parti nel 1962, quando i
neri di Albany, in Georgia, decisero di drizzare la schiena: e ogni volta
che uomini e donne drizzano la schiena, riescono ad arrivare da qualche
parte, perche' se stai diritto e non pieghi la schiena nessuno ti puo'
montare addosso.
Se avessi starnutito, non sarei stato da queste parti nel 1963, quando la
popolazione nera di Birmingham, nell'Alabama, e' riuscita a risvegliare la
coscienza di questo paese e ottenere l'approvazione della legge sui diritti
civili.
Se avessi starnutito, un po' piu' tardi in quello stesso anno, in agosto,
non avrei avuto l'occasione di raccontare all'America di un sogno che avevo
avuto.
Se avessi starnutito, non sarei stato a Selma, nell'Alabama, e non avrei
assistito al grande movimento che si e' avuto in quella citta'.
Se avessi starnutito, non sarei venuto a Memphis per vedere una comunita'
che si stringe intorno ai fratelli e alle sorelle che soffrono. Sono proprio
contento di non avere starnutito.
*
Ho lasciato Atlanta stamani, e mentre stavamo per partire - sull'aereo
eravamo in sei - il pilota ci ha detto, attraverso l'interfono: "Scusate il
ritardo, ma abbiamo sull'aereo il professor Martin Luther King. E per
assicurarci che tutte le valigie fossero state controllate, e per essere
sicuri che sull'aeroplano fosse tutto in ordine, abbiamo dovuto verificare
con cura tutto quanto. E abbiamo tenuto l'aereo sotto protezione e
sorvegliato per tutta la notte".
Poi sono arrivato a Memphis. E alcuni hanno cominciato a riferire le
minacce, o a parlare delle minacce che erano state fatte, o a dire quel che
mi sarebbe potuto accadere a causa di qualche nostro fratello bianco malato.
Ebbene, non so che cosa accadro' d'ora in poi; ci aspettano giornate
difficili. Ma davvero, per me non ha importanza, perche' sono stato sulla
cima della montagna. E non m'importa. Come chiunque, mi piacerebbe vivere a
lungo: la longevita' ha i suoi lati buoni. Ma adesso non mi curo di questo.
Voglio fare soltanto la volonta' di Dio. E Lui mi ha concesso di salire fino
alla vetta. Ho guardato al di la', e ho visto la terra promessa. Forse non
ci arrivero' insieme a voi. Ma stasera voglio che sappiate che noi, come
popolo, arriveremo alla terra promessa. E stasera sono felice. Non c'e'
niente che mi preoccupi, non temo nessun uomo. I miei occhi hanno visto la
gloria dell'avvento del Signore.

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LEGALITA' E' UMANITA'
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 36 del 12 settembre 2009
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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