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Coi piedi per terra. 225
- Subject: Coi piedi per terra. 225
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 12 Sep 2009 08:25:35 +0200
- Importance: Normal
=================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 225 del 12 settembre 2009 In questo numero: 1. Alcuni criteri per un movimento europeo per la riduzione del trasporto aereo 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo 4. Sabato 19 settembre in piazza San Pellegrino a Viterbo 5. Marinella Correggia: Le ultime donne 6. Marinella Correggia: Alberi 7. Marinella Correggia: Vittime del carbon trade 8. Marinella Correggia: Contadini indiani in lotta 9. Vittoria Prisciandaro intervista Karl Golser 10. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo 1. EDITORIALE. ALCUNI CRITERI PER UN MOVIMENTO EUROPEO PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO Deve saper tenere insieme le ragioni locali e quelle globali: la difesa di quel preciso luogo nella sua concreta unicita' e la difesa della biosfera tutta. Deve saper tenere insieme difesa dell'ambiente e promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani: ambiente ed umanita' non sono due termini opposti, solo nell'ambiente l'umanita' - che ne e' parte - puo' vivere, e solo se l'umanita' si prendera' cura dell'ambiente non distruggera' le condizioni che di essa umanita' l'esistenza consentono. Deve saper tenere insieme fermezza nel contrasto e indicazione di alternative: poiche' la mobilita' e' un diritto umano che deve realizzarsi in condizioni eco-equo-solidali, e' necessario promuovere modelli di mobilita' coerenti con modelli di sviluppo sostenibili ed equilibrati, democratici ed autocentrati, con tecnologie adeguate e processi reversibili. Deve saper tenere insieme scienza e sapienza: le conoscenze tecniche e scientifiche senza la saggezza producono catastrofi, la saggezza se non governa le conoscenze tecniche e scientifiche e' contemplazione impotente o fuga nel nulla. Deve saper tenere insieme versante legislativo e ragioni del cuore: valorizzando le norme vigenti a tutela di ambiente, salute, diritti dell'umanita' e le indicazioni dei documenti fondanti del diritto internazionale e del costituzionalismo moderno; e valorizzando ugualmente i sentimenti delle persone. Deve saper tenere insieme pluralita' ed universalita': pluralita' dei punti di vista e delle esperienze, ed universalita' dei diritti. Deve saper tenere insieme lotta e dialogo: lotta che umanizza, dialogo che si oppone alla violenza. Deve saper tenere insieme articolazione e maturazione delle proposte e dei soggetti e scelta nitida e intransigente della nonviolenza: consentendo la partecipazione di tutte le persone, ed a tutte le persone proponendo un percorso di ascolto, studio, dialogo, impegno che ogni violenza ripudi, che ogni violenza contrasti: un impegno di dispiegata umanita', di civile convivenza, di solidarieta' che tutti raggiunge, di cura che di tutto si fa responsabile. Chiamiamo questo percorso, questa scelta, questo impegno di lotta e di cura col semplice nome di nonviolenza. 2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94 Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art. 1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico riferimento a: a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla Costituzione della Repubblica Italiana; b) violazione dei diritti dei bambini; c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione esistenziale; d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui all'art. 10 Cost.; e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3, commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita' e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali dell'ordinamento giuridico vigente. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 4. INIZIATIVE. SABATO 19 SETTEMBRE IN PIAZZA SAN PELLEGRINO A VITERBO La bellezza, il paesaggio, la poesia, il Bulicame. Contro il mega-aeroporto di Viterbo. Sabato 19 settembre, alle ore 18, in piazza San Pellegrino, a Viterbo: "Aeroportini di carta. Atterraggi e decolli dalla polla sulfurea piu' famosa del medioevo", racconto teatrale di e con Antonello Ricci e Alfonso Prota, e con Michela Benedetti, Olindo Cicchetti, Domenico Coletta, Sara Grimaldi. Iniziativa promossa dal comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti. Per informazioni: tel. 3383810091, e-mail: info at coipiediperterra.org 5. TERRA. MARINELLA CORREGGIA: LE ULTIME DONNE [Dal quotidiano "Il manifesto" dell'11 agosto 2009 col titolo "Le ultime donne"] Si e' aperta ieri a Bonn la Terza sessione dei negoziati sul clima, sulle sei previste prima della Conferenza mondiale di Copenaghen del prossimo dicembre la quale dovrebbe decidere il seguito da dare al Protocollo di Kyoto. Yvo de Boer, segretario esecutivo della Convenzione quadro dell'Onu sui cambiamenti climatici parla di un "momento chiave che potrebbe portare a una svolta". Come parteciperanno i paesi "grandi emettitori di gas serra pro capite"? Un esempio e' dato dalla Nuova Zelanda. Il ministro neozelandese per i negoziati sul clima, Tim Groser, ha annunciato che tagliera' le emissioni di gas serra del paese (meta' delle quali vengono dall'allevamento) del 10-20% rispetto al 1990 entro il 2020. Non e' granche' rispetto a quanto sarebbe necessario da parte delle nazioni ricche. Ma la Nuova Zelanda dal 1990 a oggi ha fatto peggio perfino dell'Italia, aumentando le emissioni del 24%, quindi, dice il governo, "il nostro obiettivo e' simile a quello dell'Australia e superiore a quello degli Stati Uniti". Come pensano di fare? Con il solito mix: un po' di riduzione delle emissioni, ma soprattutto: sequestro del carbonio con nuove piantagioni e acquisto di diritti di emissione da nazioni creditrici. Intanto, analisti ed esperti del Pentagono e dei servizi segreti reiterano quel collegamento fra caos climatico e problemi per la sicurezza nazionale statunitense che fece scalpore nel 2004, quando in piena era Bush (negazionista sul clima) un documento segreto della Difesa Usa affermo' che la minaccia climatica era peggiore di quella del terrorismo. I prossimi venti o trenta anni, dicono ora i militari a stelle e strisce, potrebbero portare alla necessita' di "soccorso umanitario o interventi militari" (non proprio la stessa cosa...) per contrastare gli effetti di sconvolgimenti come le migrazioni di massa, le pandemie, gli eventi estremi tipo siccita' e inondazioni. Queste tragedie potrebbero nutrire gruppi armati e destabilizzare intere regioni, in particolare l'Africa subsahariana, il Medio oriente e l'Asia del Sud-Est. Rischia peraltro di finire sommersa dai flutti - come molte isole del mondo - la base Diego Garcia, un atollo nell'Oceano Indiano che serve da hub logistico per le forze statunitensi e inglesi in Medio Oriente. Ma chi deve temere di piu' per la propria sopravvivenza ai tempi della presente e futura crisi climatica non sono certo i cittadini e il sistema statunitense bensi' le donne piu' povere del mondo. Chiamiamole le "ultime donne" per richiamare il concetto caro a Gandhi di "last man", "ultimo uomo" (il piu' misero e sfruttato). Cosi', dal canto suo, come il Pentagono anche il presidente sudafricano Jacob Zuma - mette in evidenza il sito "Dispatch.co.za" - ha di recente richiamato la "minaccia climatica", ma riferendola alle donne povere del mondo le cui vite gia' subiscono e ancor piu' subiranno il peso maggiore di un caos di cui sono non responsabili. Dei due miliardi di persone che vivono in estrema poverta', due terzi sono donne, che dipendono direttamente dalle risorse naturali, sia in quanto contadine (e in Africa i raccolti potrebbero dimezzarsi del 50% da qui al 2050 secondo l'Intergovernmental Panel on Climate Change, organismo scientifico dell'Onu), sia per l'approvvigionamento familiare di acqua ed energia, sia per la precarieta' delle condizioni di vita negli insediamenti "informali" che sono la norma in tante parti dell'Africa. Gli attivisti sudafricani chiedono pero' impegni al di la' delle parole non solo alla comunita' internazionale ma anche al governo nazionale. 6. TERRA. MARINELLA CORREGGIA: ALBERI [Dal quotidiano "Il manifesto" del 19 agosto 2009 col titolo "Piu' alberi, meno foreste"] Il Kenya promette di spendere nei prossimi anni di piu' per la riforestazione che per la costruzione di strade e per progetti energetici: piu' alberi, meno asfalto. In venti anni, secondo le dichiarazioni del Ministro dell'Ambiente John Michuki riportate dalla Reuters, il paese piantera' 7,6 miliardi di alberi per un costo di circa 20 miliardi di dollari. Dunque un miliardo di dollari all'anno in media, a fronte dei 650 milioni che quest'anno sono stanziati per le strade e dei 400 milioni per i progetti energetici. Non e' solo virtu', e' una necessita' assoluta: e' coperto da foreste un misero 3% del paese in cui ha lavorato Wangari Maathai, Premio Nobel per la pace e "madre" del Green Belt Movement che di alberi ne ha piantati decine di milioni. L'obiettivo e' ora arrivare al 10%. Da decenni le foreste sono vittime dello "sviluppo" e della poverta' al tempo stesso, e gli effetti della loro distruzione picchiano duro sui kenyani: perdita di risorse idriche e agricole, con interi fiumi inariditi, energetiche, con la diminuzione di capacita' delle dighe idroelettriche, problemi per il turismo. La principale foresta del Kenya, la Mau, ha perso un quarto dei suoi 400.000 ettari a causa di insediamenti informali, taglio illegale e produzione di carbone di legna. Ma naturalmente piantare alberi non e' un valore assoluto. Dipende da cosa, come, per quanto, dove. Ad esempio l'Indonesia ha archiviato il divieto - che vigeva da un anno - di convertire le torbiere nazionali per le piantagioni di palma da olio. Si prevedono regole definite "stringenti", nel senso che potranno essere occupati cosi' solo due milioni di ettari sui 25 milioni di ettari di torbiere indonesiane. I gruppi ambientalisti ritengono disastrosa la decisione: nelle torbiere del mondo e' intrappolata una quantita' stratosferica di gas serra, pari a 37,8 miliardi di tonnellate di carbonio, e ogni ettaro prosciugato significa aumentare le emissioni di gas serra. Il biodiesel prodotto con l'olio di quelle piantagioni di palma avrebbe dunque un'impronta in carbonio (dunque climatica) 400 volte piu' alta dei carburanti fossili. Secondo l'organizzazione Wetland International, ogni anno circa 660 milioni di tonnellate di carbonio sono rilasciate da torbiere che si prosciugano e si ossidano. Il drenaggio e il degrado delle torbiere sono legati anche agli incendi che provocano il rilascio di ulteriori 1.400 milioni di tonnellate di Co2. Il 90% di queste emissioni viene dall'Indonesia. Queste notizie di segno opposto dal Kenya e dall'Indonesia arrivano mentre uno studio, condotto su 70.000 alberi in foreste pluviali dell'Africa e pubblicato sulla rivista scientifica "Nature", suggerisce che gli alberi delle foreste pluviali crescono di piu' e dunque riescono a intrappolare piu' gas serra del previsto: globalmente 4,8 miliardi di tonnellate, circa un quinto dell'anidride carbonica rilasciata ogni anno dalla combustione dei fossili. Si riteneva in precedenza che le foreste mature fossero "neutrali" quanto al bilancio di anidride carbonica, nel senso che quella trattenuta dagli alberi in crescita veniva "sostituita" da quella rilasciata dalle piante morenti. Del resto, ammoniscono gli esperti, le foreste diventerebbero davvero "neutrali" e anzi potrebbero convertirsi in emettitrici nette di gas serra se i cambiamenti climatici portassero a un aumento di incidenza degli incendi. Incendi "di nuova generazione", una "emergenza globale" come denuncia Greenpeace relativamente alla stessa Europa del Sud. Quest'estate l'Europa nel suo insieme ha gia' perso nel fuoco circa 200.000 ettari di boschi. 7. TERRA. MARINELLA CORREGGIA: VITTIME DEL CARBON TRADE [Dal quotidiano "Il manifesto" dell'8 settembre 2009 col titolo "Vittime del carbon trade"] Moderne indulgenze: gli scambi dei diritti di emissione, obbligatori o volontari, permettono in sostanza a chi puo' pagare - e non costa tanto - di acquisire il diritto di pesare sul clima piu' di quanto dovrebbe. Funziona infatti cosi': invece di ridurre le emissioni, compagnie e settori possono comprarsi il diritto di continuare a riscaldare il pianeta, compensando con progetti che altrove riducono o ridurrebbero le emissioni. Il Meccanismo per lo sviluppo pulito creato dal protocollo di Kyoto (la cui operativita' scade nel 2012: il prossimo dicembre a Copenaghen si dovrebbe trovare un "modus vivendi" - e' il caso di dirlo - dal 2012 in avanti) permette ad esempio due tipi di compensazioni quanto a interventi forestali: la riforestazione di aree in precedenza forestate, e piantumazioni ex novo: mettere alberi dove non ci sono stati nei precedenti 50 anni. Le Nazioni Unite considerano il mercato del carbonio un sistema efficiente per guidare gli investimenti verso il taglio delle emissioni globali. Ma ci sono molti "ma". Il mercato del carbonio e' diviso in due. Da un lato c'e' il mercato obbligatorio, stabilito dal Meccanismo per lo sviluppo pulito o Clean Development Mechanism (Cdm), e dal Sistema europeo di scambio delle emissioni (Ets), programmi obbligatori che valgono 32 miliardi di dollari all'anno. Dall'altro c'e' il mercato delle compensazioni volontarie, molto piu' piccolo ma in crescita, che coinvolge individui, compagnie e anche governi consentendo loro di pagare per progetti che mitigano le loro emissioni: impianti eolici o altre fonti di energia rinnovabile, recupero del metano (potente gas serra) dalle discariche, riforestazione (altri importanti interventi finora negletti sarebbero la coltivazione del riso a secco anziche' in acqua e la riduzione degli allevamenti soprattutto bovini, intensivi ed estensivi, e molto altro). Nel 2008 le compensazioni volontarie hanno totalizzato 123 milioni di tonnellate di crediti di carbonio, raddoppiando rispetto al 2007. In soldi fanno 705 milioni di dollari. Le compensazioni volontarie si prestano a giochetti piu' piccoli ma ancora piu' sporchi di quelli del mercato obbligatorio. Ad esempio in Uganda la "Fondazione per le foreste che assorbono le emissioni di anidride carbonica" (Face), un'organizzazione olandese "impegnata" in questo commercio, sta provocando danni alle popolazioni locali. Ne riferisce l'agenzia di stampa "Inter Press Service" (Ips): per far spazio ai nuovi alberi, abitanti indigeni dell'etnia benet sono stati sloggiati come intrusi. Il progetto della Face consiste nel piantumare 25.000 ettari per compensare le emissioni di una nuova centrale a carbone (potenza 600 megawatt) in Olanda. Per inciso la Face vende poi i crediti a GreenSeat, una compagnia olandese che ha diversi clienti in Occidente: soprattutto compagnie aeree. Piace molto ai viaggiatori il fatto di "scaricare" il rilevante peso di un tragitto aereo pagando pochi euro per "piantare alberi da qualche parte"). Ad esempio, GreenSeat chiedeva soli 28 dollari per piantare 66 alberi cosi' da "annullare" (!) l'effetto climatico di un viaggio andata e ritorno Francoforte-Kampala, circa due tonnellate di emissione a viaggiatore. Il progetto della Face in Uganda e' assicurato per 99 anni ma ecco il terzo incomodo: le comunita' indigene della montagna che si vi oppongono decisamente. Moses Mwanga, portavoce di un'organizzazione che li sostiene, ha detto all'Ips che le evacuazioni forzate hanno provocato grandi sofferenze ai benet, che ora vivono in slum, dopo aver perso le terre e i miseri beni. 8. TERRA. MARINELLA CORREGGIA: CONTADINI INDIANI IN LOTTA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 10 settembre 2009 col titolo "Kisan, energica protesta"] Molti decenni fa l'economista gandhiano Kumarappa - morto nel 1960 - dedico' il suo libro Finance and Poverty ai contadini e braccianti indiani, i kisan, "che sopportano il caldo e la fatica". E' tuttora cosi'. Anzi adesso quei lavoratori devono sopportare anche la globalizzazione. Per questo in 50.000 sono confluiti davanti al parlamento di New Delhi giorni fa per una protesta pacifica ma energica, con tanto di salti sulle barricate della polizia, arresti e immediati rilasci. Promotori il Coordinamento indiano dei movimenti agricoli e i rappresentanti nazionali del sindacato internazionale Via campesina. Obiettivo: protestare - come in India hanno iniziato a fare in modo eclatante nel 1997 - contro quella rovinafamiglie (rurali) dell'Organizzazione mondiale del commercio. Gia': perche' proprio il governo indiano, ospitando un minivertice Omc, ha deciso di "rivitalizzarla", dando il segnale che l'impasse nei negoziati del Doha Round puo' essere superata, completando entro il 2010 la liberalizzazione dell'agricoltura a vantaggio del grosso business. Il che metterebbe a rischio i mezzi di sussistenza di oltre due terzi degli abitanti del paese, legati al mondo dell'agricoltura, per i quali la concorrenza di quelli che essi chiamano "gli attori agricoli dei paesi sviluppati, pesantemente sussidiati dai loro governi" sarebbe imbattibile e si aggiungerebbe agli altri devastanti fattori di crisi, come la siccita'. Giorni prima i rappresentanti del mondo agricolo avevano incontrato il ministro dell'Agricoltura Anand Sharma. Ricavandone la promessa che non li avrebbe mai traditi. E pero', denunciano, e' successo il contrario. L'India infatti si sta muovendo in completa segretezza nel quadro di vari accordi di libero scambio, oltre all'Omc; e sta perdendo terreno rispetto ai paesi sviluppati, soprattutto gli Stati Uniti, nel negoziare gli unici meccanismi che potrebbero proteggere dalla devastazione il suo vitale settore agricolo: i "prodotti speciali" (Sp) e il "meccanismo speciale di salvaguardia" (Ssm). L'India ha accettato di esentare dai tagli alle tariffe doganali (imposti dall'Omc) solo otto o nove colture e solo il 5% dei prodotti agricoli. Molto poco, quasi nulla per un paese che ha una grande agrobiodiversita' in 15 zone agroclimatiche. Quanto al meccanismo di salvaguardia che dovrebbe prevenire la crescita delle importazioni, e' stato reso del tutto inoffensivo appesantendolo di termini e condizioni. Gli Stati Uniti stanno forzando la penetrazione di derrate specifiche come mais, riso, cotone e soia, gia' riversate con il dumping nei mercati di tutto il mondo. E' anche in gioco, dice Via Campesina, il modello di agricoltura promosso dall'Omc: industriale, ad alta densita' di input chimici. Ma gli agricoltori indiani promettono battaglia "finche' il ministro Sharma e il Primo Ministro non onoreranno la promessa di proteggere le condizioni di vita nelle campagne". Intanto in Bangladesh si sono incontrate diverse donne agricoltrici provenienti da Nepal, India, Corea del Sud, Filippine, Thailandia, Indonesia. Hanno voluto calare nella pesante realta' bangladeshi la campagna di Via Campesina contro le violenze sulle donne (ma violenza e' anche la mancanza di accesso all'acqua pulita e ai rifugi anticiclone, vitali per la sopravvivenza). E hanno voluto dare manforte alla lotta per la terra condotta da due sindacati rurali, il Bangladeshi Kisan Sabha e la Bangladesh Krishok Federation. Nel remoto distretto meridionale di Patuakhali, diversi membri senzaterra dei due movimenti hanno occupato le "chaur", isole emerse nei fiumi, una delle conseguenze del caos climatico. 9. RIFLESSIONE. VITTORIA PRISCIANDARO INTERVISTA KARL GOLSER [Dal mensile "Jesus", n. 4, aprile 2009 col titolo "Conversione ecologica" e il sommario "Presidente dei teologi moralisti d'Italia, il nuovo vescovo di Bolzano Karl Golser spiega perche' tornare al nucleare e' una scelta errata. E perche' anche la Chiesa guarda con favore alla nuova 'rivoluzione verde' che sta contagiando Stati Uniti ed Europa"] E' un uomo di confine Karl Golser, classe '43, vescovo di Bolzano-Bressanone, consacrato l'8 marzo scorso. Confini geografici e amministrativi: pastore in una diocesi trilingue - italiano, tedesco, ladino - dove persiste una tensione tra la maggioranza italiana e la protetta minoranza tedesca. Confini ecclesiali: autorevole teologo, e' presidente dei moralisti italiani, consacrato vescovo in una stagione in cui, come emerso anche al recente Sinodo sulla Parola, i rapporti tra pastori e teologi non sono facilissimi. Confini culturali: direttore dell'Istituto per la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato di Bressanone, chiamato a intervenire su questioni che ormai dividono la societa' e la politica. Per esempio l'impiego dell'energia nucleare: in questo caso piu' che all'Italia, che ha annunciato di voler procedere alla riapertura e alla costruzione di nuove centrali, Golser preferisce guardare oltre confine, alla vicina Austria. * - Vittoria Prisciandaro: Eccellenza, lei ha piu' volte ribadito che il nucleare non e' una soluzione al problema energetico. Perche'? - Karl Golser: Soprattutto perche' non si considera l'impatto delle scorie sulle future generazioni. Non si sa quanto tempo occorra perche' le radiazioni vengano smaltite, il loro deposito e' una questione irrisolta. L'energia nucleare non puo' essere definita rinnovabile, perche' anche le scorte di uranio finiranno, mentre altre forme di energia lo sono realmente, possono avere una diffusione piu' capillare e permettere un risparmio energetico. Con il nucleare ci guadagneranno ancora una volta le grande industrie. C'e' poi il problema della sicurezza, che non e' garantita al cento per cento, come tanti incidenti hanno dimostrato. E' vero che importiamo energia dalla Francia e da altri Paesi, ma ci sono anche nazioni come l'Austria che hanno detto no al nucleare. Infine la messa a punto di un piano energetico nucleare richiede tempi lunghi, mentre ci sono altre cose che si potrebbero fare gia' da adesso e non vengono prese in considerazione. * - Vittoria Prisciandaro: Il nostro Paese partecipa alla cordata per una revisione del protocollo di Kyoto. In generale, come giudica l'operato dei nostri Governi sulle tematiche ambientali? - Karl Golser: Ho l'impressione che l'Italia sia come uno studente che non abbia fatto i compiti a casa. Altre nazioni, come per esempio la Germania, si sono mosse verso le energie rinnovabili, sono riuscite a diminuire le loro emissioni di biossido di carbonio, hanno goduto di alcuni risultati anche economici grazie alle loro innovazioni. Purtroppo in Italia questo non c'e' stato, e' mancata una politica organica. Attualmente, di fronte alla crisi finanziaria e alla recessione in atto, per aiutare le industrie si differiscono le mete che ci si era prefissati, si mette la testa nella sabbia, ma l'urgenza resta. Ho partecipato a Triuggio all'ultima assemblea della Ecen, la Rete cristiana europea per l'ambiente, dove il vicepresidente del Forum intergovernativo sul mutamento climatico (Ipcc - Intergovernmental panel on climate change) ha ripetuto chiaramente che Kyoto pone un'emergenza non piu' dilazionabile. Il vicepresidente, tra l'altro, ha collaborato al documento della Commissione degli episcopati cattolici della comunita' europea (Comece) dove queste cose vengono ribadite anche dalle Chiese. Il problema dell'ambiente e' comunque piu' ampio: manca una controparte politica alla globalizzazione mondiale, le Nazioni Unite hanno poco potere, e le convenzioni sono difficili da rispettare. Cosi' e' per Kyoto: occorre che non siano solo dichiarazioni di buona volonta' ma anche decisioni esecutive, con sanzioni per chi non le rispetta. Oggi ha la meglio la politica del piu' forte e anche certe forme di energia vengono utilizzate come forme di pressione politica, perche' alcuni Paesi sono dipendenti dalle risorse energetiche prodotte da altri: basti pensare a quanto accade in Ucraina con il gas della Russia. Comunque, il futuro dipende molto anche dagli Stati Uniti, ma le aperture ambientaliste del presidente Obama fanno ben sperare. * - Vittoria Prisciandaro: La tematica ambientale e' stata in passato contrapposta all'antropocentrismo cristiano. Un conflitto sanato? - Karl Golser: La religione cristiana non e' antropocentrica, come dice una vecchia accusa. E' invece teocentrica, nel senso che ci riferiamo alla creazione come espressione della carita' di Dio. Anche se l'uomo e' visto come il coronamento della creazione, e' sempre posto in relazione con gli altri esseri creati, che hanno la loro dignita' e il loro valore. Fino al Medioevo l'uomo si sentiva inserito in un grande cosmo; poi, con l'era moderna, si e' messo al centro del mondo, ha prodotto progresso ma senza rispettare le leggi della natura e si e' creata una frattura. Adesso abbiamo due correnti: una panteistica, che vorrebbe ritornare alle religioni primitive, quelle indiane o africane, in cui tutto e' sacro e la natura viene quasi divinizzata; e poi un antropocentrismo relazionale, in cui la responsabilita' e' concentrata sulla persona, libera e in grado quindi di sentire l'urgenza di una conversione ecologica, di cambiare rotta per arrivare alla sostenibilita'. Gia' alla fine degli anni '70 il Papa diceva che la teologia aveva dimenticato la creazione, concentrandosi sulla storia della salvezza, sull'Esodo. Adesso l'esegesi e' attenta anche al creato, a quello che Dio ha benedetto e ci ha affidato. * - Vittoria Prisciandaro: Quanto e' diffusa tra i cattolici questa sensibilita'? - Karl Golser: Sulla tematica ambientale negli ultimi dieci anni c'e' stata una crescita continua. All'assemblea ecumenica di Graz si era cercato di costituire una Rete europea di responsabili dell'ambiente e nelle Chiese cattoliche, a parte la Germania e i Paesi scandinavi, non c'erano responsabili nazionali ne' uffici dedicati all'ambiente. Dal '99 al 2004 abbiamo avuto sei consultazioni, convocando un vescovo e un esperto di ogni nazione, e qualcosa e' cresciuto. Nel '99 la Cei ha istituto il gruppo di lavoro Responsabilita' per il creato, che ha fatto incontri nazionali, pubblicazioni e sussidi per le scuole. Stiamo lavorando perche' l'ambiente non sia solo interesse di alcuni teologi moralisti. All'interno della Cei mi impegnero' perche' questa dimensione venga accolta da un maggior numero di diocesi e sempre di piu' approfondita. * - Vittoria Prisciandaro: L'Associazione dei moralisti italiani ha discusso di recente su "Carita' e giustizia per il bene comune". Che cosa significa questo slogan in un Paese che difficilmente riesce a ritrovarsi unito? - Karl Golser: Il termine "bene comune" non e' considerato nelle teorie economiche. Si parte sempre dall'individuo orientato al proprio profitto e si vedono i singoli operatori. L'apporto delle piccole comunita', della famiglia ma anche delle associazioni, non viene tenuto in conto, si ignora il principio della sussidiarieta'. Un giudice della Corte costituzionale tedesca diceva che la societa' liberal-democratica vive di presupposti che essa stessa non puo' darsi. La solidarieta' e' necessaria per assicurare la convivenza, il rispetto, le virtu'. Il bene di tutti non e' garantito da una maggioranza se questa e' costituita da egoisti che, attraverso il lobbismo, fanno passare le loro vedute. Lo Stato che si e' ritirato e vuole solo regolamentare i rapporti sociali, ha dunque bisogno dell'impegno culturale che nasce dal basso, dalle Chiese, dalle religioni, dalle famiglie, perche' tutto questo costruisce il tessuto sociale. * - Vittoria Prisciandaro: La teologia morale viene interpellata dalle tante domande nuove che nascono dalla nostra societa'. Lei come interpreta questa disciplina? - Karl Golser: Il compito della teologia morale e' stato descritto molto bene dal Concilio Vaticano II che, al numero 16 del decreto Optatam Totius, dice che la sua funzione e' illuminare la vocazione dei cristiani di portare frutti di carita' per il bene dell'umanita'. Non si tratta dunque di puntare sui peccati, di dare giudizi, ma di aiutare in positivo le persone a sviluppare la vita di fede nel quotidiano. E' un duplice compito: verso i fedeli, in aiuto al Magistero della Chiesa, e verso l'umanita' intera, proponendo norme universali. Nel sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, il Papa ha puntato sul problema della legge morale naturale, che e' base comune per tutta l'umanita'. * - Vittoria Prisciandaro: E' anche sull'interpretazione della legge naturale che il dibattito e' acceso... - Karl Golser: Per "legge naturale" intendiamo la natura dell'uomo e non quella fuori da lui, non la biologia, la medicina o l'evoluzione. Si tratta di investigare la persona umana, libera, con alcuni tratti che pero' sono inalienabili. Gia' la differenza tra maschio e femmina, la malattia, la morte, sono cose comuni a tutte le persone e sulle quali bisogna riflettere. Ci sono alcuni assunti di base, dai quali pero' non sempre e' facile far discendere delle norme concrete. D'altra parte, proprio perche' non e' detto che ogni cosa debba essere sempre immutabile, e' richiesto uno studio continuo. Lo stesso Santo Padre ha piu' volte invitato i teologi moralisti ad approfondire i problemi della legge naturale. E prossimamente la Commissione teologica internazionale pubblichera' un nuovo documento dedicato proprio alla legge naturale e alla ricerca di un'etica universale. * - Vittoria Prisciandaro: Sono tante le tematiche delicate. Partiamo dalla relazione omosessuale: non puo' essere vero amore? - Karl Golser: L'amore ha diverse forme. Il problema e' se questo amore debba trovare un'espressione sessuale. C'e' differenza tra l'unione maschio-femmina, da cui nascono dei figli, e il rapporto tra persone di uno stesso sesso. Le quali avranno sicuramente bisogno di una qualche tutela giuridica, che pero' non puo' essere definita matrimonio. Penso a un tipo di tutela individuale riguardo l'eredita', la visita ai malati, la casa. Quando si tratta quest'argomento si rischia di fare subito un discorso ideologico, da una parte e dall'altra, ma un "no" su tutti i fronti non penso sia sempre utile. Alcune cose devono crescere in maniera piu' organica. * - Vittoria Prisciandaro: Che cosa pensa a proposito del dibattito sul testamento biologico? - Karl Golser: Ritengo che ci sia una certa politica che vuole utilizzare alcuni casi - come quello di Welby o di Eluana Englaro - per arrivare a determinate conseguenze. Ci sono e ci saranno sempre dei casi limite, ma partire da questi per mobilitare l'opinione pubblica e cambiare le leggi e' sbagliato. In alcune situazioni di "coscienza perplessa", ritengo che si debba lasciare l'ultima scelta al medico, se veramente e' in buona comunicazione con i familiari. E' difficile definire cos'e' accanimento terapeutico e cosa no. Il problema e' questa giuridicizzazione della medicina che viene importata dagli Stati Uniti: il medico ha sempre paura che gli si possa fare causa e allora applica tutte le terapie possibili. Cosi' l'alleanza terapeutica, il rapporto di fiducia con il paziente, non viene piu' considerato. Dopo il caso Englaro e le sentenze della Corte di Cassazione e di Appello, anche la Cei si e' mossa per dire che ci vuole una qualche legislazione sulla dichiarazione anticipata di trattamento. Il clima attuale del dibattito non mi piace, avrei preferito un maggiore silenzio, come aveva chiesto il cardinale Tettamanzi, e vicinanza ai familiari. * - Vittoria Prisciandaro: Quali priorita' si da' come vescovo? - Karl Golser: Sono nel mio motto, "Cristo nostra pace". Mi collego al motto del mio predecessore, il vescovo Egger, "Syn" (insieme), e lo allargo a tutte le dimensioni delle societa', la giustizia, l'ecologia, i problemi sociali, le nuove sfide. Puntando su Cristo, sul nostro Battesimo. Partiamo da un'identita' chiara anche per affrontare la sfida della convivenza e dell'accoglienza, tra italiani, tedeschi, ladini e immigrati. * - Vittoria Prisciandaro: Vescovo e teologo. Come pensa di vivere questo doppio ruolo? - Karl Golser: I teologi devono accogliere il Magistero e collaborare con i vescovi. Ma possono anche essere avanti, come profeti che aprono piste che poi il Magistero percorre. A volte abbiamo troppa presenza del Magistero, dichiarazioni un po' precipitose dei vescovi su argomenti che richiederebbero prima un dibattito piu' approfondito tra i teologi. Occorrerebbe avere degli spazi in cui le cose potessero maturare serenamente, per poi giungere a un pronunciamento del Magistero. In una societa' mediatica c'e' forte pressione a fare esprimere i pastori. Ora dovro' anche considerare la collegialita' con gli altri vescovi. E sara' interessante vedere le cose da quest'altro versante. 10. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it =================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 225 del 12 settembre 2009 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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