Coi piedi per terra. 225



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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 225 del 12 settembre 2009

In questo numero:
1. Alcuni criteri per un movimento europeo per la riduzione del trasporto
aereo
2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie
fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio
2009, n. 94
3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il
favoreggiamento dello squadrismo
4. Sabato 19 settembre in piazza San Pellegrino a Viterbo
5. Marinella Correggia: Le ultime donne
6. Marinella Correggia: Alberi
7. Marinella Correggia: Vittime del carbon trade
8. Marinella Correggia: Contadini indiani in lotta
9. Vittoria Prisciandaro intervista Karl Golser
10. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e
s'impegna per la riduzione del trasporto aereo

1. EDITORIALE. ALCUNI CRITERI PER UN MOVIMENTO EUROPEO PER LA RIDUZIONE DEL
TRASPORTO AEREO

Deve saper tenere insieme le ragioni locali e quelle globali: la difesa di
quel preciso luogo nella sua concreta unicita' e la difesa della biosfera
tutta.
Deve saper tenere insieme difesa dell'ambiente e promozione dei diritti
umani di tutti gli esseri umani: ambiente ed umanita' non sono due termini
opposti, solo nell'ambiente l'umanita' - che ne e' parte - puo' vivere, e
solo se l'umanita' si prendera' cura dell'ambiente non distruggera' le
condizioni che di essa umanita' l'esistenza consentono.
Deve saper tenere insieme fermezza nel contrasto e indicazione di
alternative: poiche' la mobilita' e' un diritto umano che deve realizzarsi
in condizioni eco-equo-solidali, e' necessario promuovere modelli di
mobilita' coerenti con modelli di sviluppo sostenibili ed equilibrati,
democratici ed autocentrati, con tecnologie adeguate e processi reversibili.
Deve saper tenere insieme scienza e sapienza: le conoscenze tecniche e
scientifiche senza la saggezza producono catastrofi, la saggezza se non
governa le conoscenze tecniche e scientifiche e' contemplazione impotente o
fuga nel nulla.
Deve saper tenere insieme versante legislativo e ragioni del cuore:
valorizzando le norme vigenti a tutela di ambiente, salute, diritti
dell'umanita' e le indicazioni dei documenti fondanti del diritto
internazionale e del costituzionalismo moderno; e valorizzando ugualmente i
sentimenti delle persone.
Deve saper tenere insieme pluralita' ed universalita': pluralita' dei punti
di vista e delle esperienze, ed universalita' dei diritti.
Deve saper tenere insieme lotta e dialogo: lotta che umanizza, dialogo che
si oppone alla violenza.
Deve saper tenere insieme articolazione e maturazione delle proposte e dei
soggetti e scelta nitida e intransigente della nonviolenza: consentendo la
partecipazione di tutte le persone, ed a tutte le persone proponendo un
percorso di ascolto, studio, dialogo, impegno che ogni violenza ripudi, che
ogni violenza contrasti: un impegno di dispiegata umanita', di civile
convivenza, di solidarieta' che tutti raggiunge, di cura che di tutto si fa
responsabile.
Chiamiamo questo percorso, questa scelta, questo impegno di lotta e di cura
col semplice nome di nonviolenza.

2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA
LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie
di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art.
1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico
riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla
Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione
esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui
all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento
dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3,
commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura
il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie
di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed
iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene
il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed
anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza
privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita'
e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali
dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

4. INIZIATIVE. SABATO 19 SETTEMBRE IN PIAZZA SAN PELLEGRINO A VITERBO

La bellezza, il paesaggio, la poesia, il Bulicame. Contro il mega-aeroporto
di Viterbo.
Sabato 19 settembre, alle ore 18, in piazza San Pellegrino, a Viterbo:
"Aeroportini di carta. Atterraggi e decolli dalla polla sulfurea piu' famosa
del medioevo", racconto teatrale di e con Antonello Ricci e Alfonso Prota, e
con Michela Benedetti, Olindo Cicchetti, Domenico Coletta, Sara Grimaldi.
Iniziativa promossa dal comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo
e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute,
dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti.
Per informazioni: tel. 3383810091, e-mail: info at coipiediperterra.org

5. TERRA. MARINELLA CORREGGIA: LE ULTIME DONNE
[Dal quotidiano "Il manifesto" dell'11 agosto 2009 col titolo "Le ultime
donne"]

Si e' aperta ieri a Bonn la Terza sessione dei negoziati sul clima, sulle
sei previste prima della Conferenza mondiale di Copenaghen del prossimo
dicembre la quale dovrebbe decidere il seguito da dare al Protocollo di
Kyoto. Yvo de Boer, segretario esecutivo della Convenzione quadro dell'Onu
sui cambiamenti climatici parla di un "momento chiave che potrebbe portare a
una svolta".
Come parteciperanno i paesi "grandi emettitori di gas serra pro capite"? Un
esempio e' dato dalla Nuova Zelanda. Il ministro neozelandese per i
negoziati sul clima, Tim Groser, ha annunciato che tagliera' le emissioni di
gas serra del paese (meta' delle quali vengono dall'allevamento) del 10-20%
rispetto al 1990 entro il 2020. Non e' granche' rispetto a quanto sarebbe
necessario da parte delle nazioni ricche. Ma la Nuova Zelanda dal 1990 a
oggi ha fatto peggio perfino dell'Italia, aumentando le emissioni del 24%,
quindi, dice il governo, "il nostro obiettivo e' simile a quello
dell'Australia e superiore a quello degli Stati Uniti".
Come pensano di fare? Con il solito mix: un po' di riduzione delle
emissioni, ma soprattutto: sequestro del carbonio con nuove piantagioni e
acquisto di diritti di emissione da nazioni creditrici.
Intanto, analisti ed esperti del Pentagono e dei servizi segreti reiterano
quel collegamento fra caos climatico e problemi per la sicurezza nazionale
statunitense che fece scalpore nel 2004, quando in piena era Bush
(negazionista sul clima) un documento segreto della Difesa Usa affermo' che
la minaccia climatica era peggiore di quella del terrorismo. I prossimi
venti o trenta anni, dicono ora i militari a stelle e strisce, potrebbero
portare alla necessita' di "soccorso umanitario o interventi militari" (non
proprio la stessa cosa...) per contrastare gli effetti di sconvolgimenti
come le migrazioni di massa, le pandemie, gli eventi estremi tipo siccita' e
inondazioni. Queste tragedie potrebbero nutrire gruppi armati e
destabilizzare intere regioni, in particolare l'Africa subsahariana, il
Medio oriente e l'Asia del Sud-Est. Rischia peraltro di finire sommersa dai
flutti - come molte isole del mondo - la base Diego Garcia, un atollo
nell'Oceano Indiano che serve da hub logistico per le forze statunitensi e
inglesi in Medio Oriente.
Ma chi deve temere di piu' per la propria sopravvivenza ai tempi della
presente e futura crisi climatica non sono certo i cittadini e il sistema
statunitense bensi' le donne piu' povere del mondo. Chiamiamole le "ultime
donne" per richiamare il concetto caro a Gandhi di "last man", "ultimo uomo"
(il piu' misero e sfruttato). Cosi', dal canto suo, come il Pentagono anche
il presidente sudafricano Jacob Zuma - mette in evidenza il sito
"Dispatch.co.za" - ha di recente richiamato la "minaccia climatica", ma
riferendola alle donne povere del mondo le cui vite gia' subiscono e ancor
piu' subiranno il peso maggiore di un caos di cui sono non responsabili.
Dei due miliardi di persone che vivono in estrema poverta', due terzi sono
donne, che dipendono direttamente dalle risorse naturali, sia in quanto
contadine (e in Africa i raccolti potrebbero dimezzarsi del 50% da qui al
2050 secondo l'Intergovernmental Panel on Climate Change, organismo
scientifico dell'Onu), sia per l'approvvigionamento familiare di acqua ed
energia, sia per la precarieta' delle condizioni di vita negli insediamenti
"informali" che sono la norma in tante parti dell'Africa. Gli attivisti
sudafricani chiedono pero' impegni al di la' delle parole non solo alla
comunita' internazionale ma anche al governo nazionale.

6. TERRA. MARINELLA CORREGGIA: ALBERI
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 19 agosto 2009 col titolo "Piu' alberi,
meno foreste"]

Il Kenya promette di spendere nei prossimi anni di piu' per la
riforestazione che per la costruzione di strade e per progetti energetici:
piu' alberi, meno asfalto. In venti anni, secondo le dichiarazioni del
Ministro dell'Ambiente John Michuki riportate dalla Reuters, il paese
piantera' 7,6 miliardi di alberi per un costo di circa 20 miliardi di
dollari. Dunque un miliardo di dollari all'anno in media, a fronte dei 650
milioni che quest'anno sono stanziati per le strade e dei 400 milioni per i
progetti energetici.
Non e' solo virtu', e' una necessita' assoluta: e' coperto da foreste un
misero 3% del paese in cui ha lavorato Wangari Maathai, Premio Nobel per la
pace e "madre" del Green Belt Movement che di alberi ne ha piantati decine
di milioni. L'obiettivo e' ora arrivare al 10%. Da decenni le foreste sono
vittime dello "sviluppo" e della poverta' al tempo stesso, e gli effetti
della loro distruzione picchiano duro sui kenyani: perdita di risorse
idriche e agricole, con interi fiumi inariditi, energetiche, con la
diminuzione di capacita' delle dighe idroelettriche, problemi per il
turismo. La principale foresta del Kenya, la Mau, ha perso un quarto dei
suoi 400.000 ettari a causa di insediamenti informali, taglio illegale e
produzione di carbone di legna.
Ma naturalmente piantare alberi non e' un valore assoluto. Dipende da cosa,
come, per quanto, dove. Ad esempio l'Indonesia ha archiviato il divieto -
che vigeva da un anno - di convertire le torbiere nazionali per le
piantagioni di palma da olio. Si prevedono regole definite "stringenti", nel
senso che potranno essere occupati cosi' solo due milioni di ettari sui 25
milioni di ettari di torbiere indonesiane. I gruppi ambientalisti ritengono
disastrosa la decisione: nelle torbiere del mondo e' intrappolata una
quantita' stratosferica di gas serra, pari a 37,8 miliardi di tonnellate di
carbonio, e ogni ettaro prosciugato significa aumentare le emissioni di gas
serra. Il biodiesel prodotto con l'olio di quelle piantagioni di palma
avrebbe dunque un'impronta in carbonio (dunque climatica) 400 volte piu'
alta dei carburanti fossili. Secondo l'organizzazione Wetland International,
ogni anno circa 660 milioni di tonnellate di carbonio sono rilasciate da
torbiere che si prosciugano e si ossidano. Il drenaggio e il degrado delle
torbiere sono legati anche agli incendi che provocano il rilascio di
ulteriori 1.400 milioni di tonnellate di Co2. Il 90% di queste emissioni
viene dall'Indonesia.
Queste notizie di segno opposto dal Kenya e dall'Indonesia arrivano mentre
uno studio, condotto su 70.000 alberi in foreste pluviali dell'Africa e
pubblicato sulla rivista scientifica "Nature", suggerisce che gli alberi
delle foreste pluviali crescono di piu' e dunque riescono a intrappolare
piu' gas serra del previsto: globalmente 4,8 miliardi di tonnellate, circa
un quinto dell'anidride carbonica rilasciata ogni anno dalla combustione dei
fossili. Si riteneva in precedenza che le foreste mature fossero "neutrali"
quanto al bilancio di anidride carbonica, nel senso che quella trattenuta
dagli alberi in crescita veniva "sostituita" da quella rilasciata dalle
piante morenti. Del resto, ammoniscono gli esperti, le foreste
diventerebbero davvero "neutrali" e anzi potrebbero convertirsi in
emettitrici nette di gas serra se i cambiamenti climatici portassero a un
aumento di incidenza degli incendi. Incendi "di nuova generazione", una
"emergenza globale" come denuncia Greenpeace relativamente alla stessa
Europa del Sud. Quest'estate l'Europa nel suo insieme ha gia' perso nel
fuoco circa 200.000 ettari di boschi.

7. TERRA. MARINELLA CORREGGIA: VITTIME DEL CARBON TRADE
[Dal quotidiano "Il manifesto" dell'8 settembre 2009 col titolo "Vittime del
carbon trade"]

Moderne indulgenze: gli scambi dei diritti di emissione, obbligatori o
volontari, permettono in sostanza a chi puo' pagare - e non costa tanto - di
acquisire il diritto di pesare sul clima piu' di quanto dovrebbe. Funziona
infatti cosi': invece di ridurre le emissioni, compagnie e settori possono
comprarsi il diritto di continuare a riscaldare il pianeta, compensando con
progetti che altrove riducono o ridurrebbero le emissioni. Il Meccanismo per
lo sviluppo pulito creato dal protocollo di Kyoto (la cui operativita' scade
nel 2012: il prossimo dicembre a Copenaghen si dovrebbe trovare un "modus
vivendi" - e' il caso di dirlo - dal 2012 in avanti) permette ad esempio due
tipi di compensazioni quanto a interventi forestali: la riforestazione di
aree in precedenza forestate, e piantumazioni ex novo: mettere alberi dove
non ci sono stati nei precedenti 50 anni.
Le Nazioni Unite considerano il mercato del carbonio un sistema efficiente
per guidare gli investimenti verso il taglio delle emissioni globali. Ma ci
sono molti "ma". Il mercato del carbonio e' diviso in due. Da un lato c'e'
il mercato obbligatorio, stabilito dal Meccanismo per lo sviluppo pulito o
Clean Development Mechanism (Cdm), e dal Sistema europeo di scambio delle
emissioni (Ets), programmi obbligatori che valgono 32 miliardi di dollari
all'anno. Dall'altro c'e' il mercato delle compensazioni volontarie, molto
piu' piccolo ma in crescita, che coinvolge individui, compagnie e anche
governi consentendo loro di pagare per progetti che mitigano le loro
emissioni: impianti eolici o altre fonti di energia rinnovabile, recupero
del metano (potente gas serra) dalle discariche, riforestazione (altri
importanti interventi finora negletti sarebbero la coltivazione del riso a
secco anziche' in acqua e la riduzione degli allevamenti soprattutto bovini,
intensivi ed estensivi, e molto altro). Nel 2008 le compensazioni volontarie
hanno totalizzato 123 milioni di tonnellate di crediti di carbonio,
raddoppiando rispetto al 2007. In soldi fanno 705 milioni di dollari.
Le compensazioni volontarie si prestano a giochetti piu' piccoli ma ancora
piu' sporchi di quelli del mercato obbligatorio. Ad esempio in Uganda la
"Fondazione per le foreste che assorbono le emissioni di anidride carbonica"
(Face), un'organizzazione olandese "impegnata" in questo commercio, sta
provocando danni alle popolazioni locali. Ne riferisce l'agenzia di stampa
"Inter Press Service" (Ips): per far spazio ai nuovi alberi, abitanti
indigeni dell'etnia benet sono stati sloggiati come intrusi. Il progetto
della Face consiste nel piantumare 25.000 ettari per compensare le emissioni
di una nuova centrale a carbone (potenza 600 megawatt) in Olanda. Per inciso
la Face vende poi i crediti a GreenSeat, una compagnia olandese che ha
diversi clienti in Occidente: soprattutto compagnie aeree. Piace molto ai
viaggiatori il fatto di "scaricare" il rilevante peso di un tragitto aereo
pagando pochi euro per "piantare alberi da qualche parte"). Ad esempio,
GreenSeat chiedeva soli 28 dollari per piantare 66 alberi cosi' da
"annullare" (!) l'effetto climatico di un viaggio andata e ritorno
Francoforte-Kampala, circa due tonnellate di emissione a viaggiatore.
Il progetto della Face in Uganda e' assicurato per 99 anni ma ecco il terzo
incomodo: le comunita' indigene della montagna che si vi oppongono
decisamente. Moses Mwanga, portavoce di un'organizzazione che li sostiene,
ha detto all'Ips che le evacuazioni forzate hanno provocato grandi
sofferenze ai benet, che ora vivono in slum, dopo aver perso le terre e i
miseri beni.

8. TERRA. MARINELLA CORREGGIA: CONTADINI INDIANI IN LOTTA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 10 settembre 2009 col titolo "Kisan,
energica protesta"]

Molti decenni fa l'economista gandhiano Kumarappa - morto nel 1960 - dedico'
il suo libro Finance and Poverty ai contadini e braccianti indiani, i kisan,
"che sopportano il caldo e la fatica". E' tuttora cosi'. Anzi adesso quei
lavoratori devono sopportare anche la globalizzazione. Per questo in 50.000
sono confluiti davanti al parlamento di New Delhi giorni fa per una protesta
pacifica ma energica, con tanto di salti sulle barricate della polizia,
arresti e immediati rilasci. Promotori il Coordinamento indiano dei
movimenti agricoli e i rappresentanti nazionali del sindacato internazionale
Via campesina. Obiettivo: protestare - come in India hanno iniziato a fare
in modo eclatante nel 1997 - contro quella rovinafamiglie (rurali)
dell'Organizzazione mondiale del commercio. Gia': perche' proprio il governo
indiano, ospitando un minivertice Omc, ha deciso di "rivitalizzarla", dando
il segnale che l'impasse nei negoziati del Doha Round puo' essere superata,
completando entro il 2010 la liberalizzazione dell'agricoltura a vantaggio
del grosso business. Il che metterebbe a rischio i mezzi di sussistenza di
oltre due terzi degli abitanti del paese, legati al mondo dell'agricoltura,
per i quali la concorrenza di quelli che essi chiamano "gli attori agricoli
dei paesi sviluppati, pesantemente sussidiati dai loro governi" sarebbe
imbattibile e si aggiungerebbe agli altri devastanti fattori di crisi, come
la siccita'.
Giorni prima i rappresentanti del mondo agricolo avevano incontrato il
ministro dell'Agricoltura Anand Sharma. Ricavandone la promessa che non li
avrebbe mai traditi. E pero', denunciano, e' successo il contrario. L'India
infatti si sta muovendo in completa segretezza nel quadro di vari accordi di
libero scambio, oltre all'Omc; e sta perdendo terreno rispetto ai paesi
sviluppati, soprattutto gli Stati Uniti, nel negoziare gli unici meccanismi
che potrebbero proteggere dalla devastazione il suo vitale settore agricolo:
i "prodotti speciali" (Sp) e il "meccanismo speciale di salvaguardia" (Ssm).
L'India ha accettato di esentare dai tagli alle tariffe doganali (imposti
dall'Omc) solo otto o nove colture e solo il 5% dei prodotti agricoli. Molto
poco, quasi nulla per un paese che ha una grande agrobiodiversita' in 15
zone agroclimatiche. Quanto al meccanismo di salvaguardia che dovrebbe
prevenire la crescita delle importazioni, e' stato reso del tutto
inoffensivo appesantendolo di termini e condizioni. Gli Stati Uniti stanno
forzando la penetrazione di derrate specifiche come mais, riso, cotone e
soia, gia' riversate con il dumping nei mercati di tutto il mondo. E' anche
in gioco, dice Via Campesina, il modello di agricoltura promosso dall'Omc:
industriale, ad alta densita' di input chimici. Ma gli agricoltori indiani
promettono battaglia "finche' il ministro Sharma e il Primo Ministro non
onoreranno la promessa di proteggere le condizioni di vita nelle campagne".
Intanto in Bangladesh si sono incontrate diverse donne agricoltrici
provenienti da Nepal, India, Corea del Sud, Filippine, Thailandia,
Indonesia. Hanno voluto calare nella pesante realta' bangladeshi la campagna
di Via Campesina contro le violenze sulle donne (ma violenza e' anche la
mancanza di accesso all'acqua pulita e ai rifugi anticiclone, vitali per la
sopravvivenza). E hanno voluto dare manforte alla lotta per la terra
condotta da due sindacati rurali, il Bangladeshi Kisan Sabha e la Bangladesh
Krishok Federation. Nel remoto distretto meridionale di Patuakhali, diversi
membri senzaterra dei due movimenti hanno occupato le "chaur", isole emerse
nei fiumi, una delle conseguenze del caos climatico.

9. RIFLESSIONE. VITTORIA PRISCIANDARO INTERVISTA KARL GOLSER
[Dal mensile "Jesus", n. 4, aprile 2009 col titolo "Conversione ecologica" e
il sommario "Presidente dei teologi moralisti d'Italia, il nuovo vescovo di
Bolzano Karl Golser spiega perche' tornare al nucleare e' una scelta errata.
E perche' anche la Chiesa guarda con favore alla nuova 'rivoluzione verde'
che sta contagiando Stati Uniti ed Europa"]

E' un uomo di confine Karl Golser, classe '43, vescovo di
Bolzano-Bressanone, consacrato l'8 marzo scorso. Confini geografici e
amministrativi: pastore in una diocesi trilingue - italiano, tedesco,
ladino - dove persiste una tensione tra la maggioranza italiana e la
protetta minoranza tedesca. Confini ecclesiali: autorevole teologo, e'
presidente dei moralisti italiani, consacrato vescovo in una stagione in
cui, come emerso anche al recente Sinodo sulla Parola, i rapporti tra
pastori e teologi non sono facilissimi. Confini culturali: direttore
dell'Istituto per la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato di
Bressanone, chiamato a intervenire su questioni che ormai dividono la
societa' e la politica. Per esempio l'impiego dell'energia nucleare: in
questo caso piu' che all'Italia, che ha annunciato di voler procedere alla
riapertura e alla costruzione di nuove centrali, Golser preferisce guardare
oltre confine, alla vicina Austria.
*
- Vittoria Prisciandaro: Eccellenza, lei ha piu' volte ribadito che il
nucleare non e' una soluzione al problema energetico. Perche'?
- Karl Golser: Soprattutto perche' non si considera l'impatto delle scorie
sulle future generazioni. Non si sa quanto tempo occorra perche' le
radiazioni vengano smaltite, il loro deposito e' una questione irrisolta.
L'energia nucleare non puo' essere definita rinnovabile, perche' anche le
scorte di uranio finiranno, mentre altre forme di energia lo sono realmente,
possono avere una diffusione piu' capillare e permettere un risparmio
energetico. Con il nucleare ci guadagneranno ancora una volta le grande
industrie. C'e' poi il problema della sicurezza, che non e' garantita al
cento per cento, come tanti incidenti hanno dimostrato. E' vero che
importiamo energia dalla Francia e da altri Paesi, ma ci sono anche nazioni
come l'Austria che hanno detto no al nucleare. Infine la messa a punto di un
piano energetico nucleare richiede tempi lunghi, mentre ci sono altre cose
che si potrebbero fare gia' da adesso e non vengono prese in considerazione.
*
- Vittoria Prisciandaro: Il nostro Paese partecipa alla cordata per una
revisione del protocollo di Kyoto. In generale, come giudica l'operato dei
nostri Governi sulle tematiche ambientali?
- Karl Golser: Ho l'impressione che l'Italia sia come uno studente che non
abbia fatto i compiti a casa. Altre nazioni, come per esempio la Germania,
si sono mosse verso le energie rinnovabili, sono riuscite a diminuire le
loro emissioni di biossido di carbonio, hanno goduto di alcuni risultati
anche economici grazie alle loro innovazioni. Purtroppo in Italia questo non
c'e' stato, e' mancata una politica organica. Attualmente, di fronte alla
crisi finanziaria e alla recessione in atto, per aiutare le industrie si
differiscono le mete che ci si era prefissati, si mette la testa nella
sabbia, ma l'urgenza resta. Ho partecipato a Triuggio all'ultima assemblea
della Ecen, la Rete cristiana europea per l'ambiente, dove il vicepresidente
del Forum intergovernativo sul mutamento climatico (Ipcc - Intergovernmental
panel on climate change) ha ripetuto chiaramente che Kyoto pone un'emergenza
non piu' dilazionabile. Il vicepresidente, tra l'altro, ha collaborato al
documento della Commissione degli episcopati cattolici della comunita'
europea (Comece) dove queste cose vengono ribadite anche dalle Chiese. Il
problema dell'ambiente e' comunque piu' ampio: manca una controparte
politica alla globalizzazione mondiale, le Nazioni Unite hanno poco potere,
e le convenzioni sono difficili da rispettare. Cosi' e' per Kyoto: occorre
che non siano solo dichiarazioni di buona volonta' ma anche decisioni
esecutive, con sanzioni per chi non le rispetta. Oggi ha la meglio la
politica del piu' forte e anche certe forme di energia vengono utilizzate
come forme di pressione politica, perche' alcuni Paesi sono dipendenti dalle
risorse energetiche prodotte da altri: basti pensare a quanto accade in
Ucraina con il gas della Russia. Comunque, il futuro dipende molto anche
dagli Stati Uniti, ma le aperture ambientaliste del presidente Obama fanno
ben sperare.
*
- Vittoria Prisciandaro: La tematica ambientale e' stata in passato
contrapposta all'antropocentrismo cristiano. Un conflitto sanato?
- Karl Golser: La religione cristiana non e' antropocentrica, come dice una
vecchia accusa. E' invece teocentrica, nel senso che ci riferiamo alla
creazione come espressione della carita' di Dio. Anche se l'uomo e' visto
come il coronamento della creazione, e' sempre posto in relazione con gli
altri esseri creati, che hanno la loro dignita' e il loro valore. Fino al
Medioevo l'uomo si sentiva inserito in un grande cosmo; poi, con l'era
moderna, si e' messo al centro del mondo, ha prodotto progresso ma senza
rispettare le leggi della natura e si e' creata una frattura. Adesso abbiamo
due correnti: una panteistica, che vorrebbe ritornare alle religioni
primitive, quelle indiane o africane, in cui tutto e' sacro e la natura
viene quasi divinizzata; e poi un antropocentrismo relazionale, in cui la
responsabilita' e' concentrata sulla persona, libera e in grado quindi di
sentire l'urgenza di una conversione ecologica, di cambiare rotta per
arrivare alla sostenibilita'. Gia' alla fine degli anni '70 il Papa diceva
che la teologia aveva dimenticato la creazione, concentrandosi sulla storia
della salvezza, sull'Esodo. Adesso l'esegesi e' attenta anche al creato, a
quello che Dio ha benedetto e ci ha affidato.
*
- Vittoria Prisciandaro: Quanto e' diffusa tra i cattolici questa
sensibilita'?
- Karl Golser: Sulla tematica ambientale negli ultimi dieci anni c'e' stata
una crescita continua. All'assemblea ecumenica di Graz si era cercato di
costituire una Rete europea di responsabili dell'ambiente e nelle Chiese
cattoliche, a parte la Germania e i Paesi scandinavi, non c'erano
responsabili nazionali ne' uffici dedicati all'ambiente. Dal '99 al 2004
abbiamo avuto sei consultazioni, convocando un vescovo e un esperto di ogni
nazione, e qualcosa e' cresciuto. Nel '99 la Cei ha istituto il gruppo di
lavoro Responsabilita' per il creato, che ha fatto incontri nazionali,
pubblicazioni e sussidi per le scuole. Stiamo lavorando perche' l'ambiente
non sia solo interesse di alcuni teologi moralisti. All'interno della Cei mi
impegnero' perche' questa dimensione venga accolta da un maggior numero di
diocesi e sempre di piu' approfondita.
*
- Vittoria Prisciandaro: L'Associazione dei moralisti italiani ha discusso
di recente su "Carita' e giustizia per il bene comune". Che cosa significa
questo slogan in un Paese che difficilmente riesce a ritrovarsi unito?
- Karl Golser: Il termine "bene comune" non e' considerato nelle teorie
economiche. Si parte sempre dall'individuo orientato al proprio profitto e
si vedono i singoli operatori. L'apporto delle piccole comunita', della
famiglia ma anche delle associazioni, non viene tenuto in conto, si ignora
il principio della sussidiarieta'. Un giudice della Corte costituzionale
tedesca diceva che la societa' liberal-democratica vive di presupposti che
essa stessa non puo' darsi. La solidarieta' e' necessaria per assicurare la
convivenza, il rispetto, le virtu'. Il bene di tutti non e' garantito da una
maggioranza se questa e' costituita da egoisti che, attraverso il lobbismo,
fanno passare le loro vedute. Lo Stato che si e' ritirato e vuole solo
regolamentare i rapporti sociali, ha dunque bisogno dell'impegno culturale
che nasce dal basso, dalle Chiese, dalle religioni, dalle famiglie, perche'
tutto questo costruisce il tessuto sociale.
*
- Vittoria Prisciandaro: La teologia morale viene interpellata dalle tante
domande nuove che nascono dalla nostra societa'. Lei come interpreta questa
disciplina?
- Karl Golser: Il compito della teologia morale e' stato descritto molto
bene dal Concilio Vaticano II che, al numero 16 del decreto Optatam Totius,
dice che la sua funzione e' illuminare la vocazione dei cristiani di portare
frutti di carita' per il bene dell'umanita'. Non si tratta dunque di puntare
sui peccati, di dare giudizi, ma di aiutare in positivo le persone a
sviluppare la vita di fede nel quotidiano. E' un duplice compito: verso i
fedeli, in aiuto al Magistero della Chiesa, e verso l'umanita' intera,
proponendo norme universali. Nel sessantesimo anniversario della
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, il Papa ha puntato sul
problema della legge morale naturale, che e' base comune per tutta
l'umanita'.
*
- Vittoria Prisciandaro: E' anche sull'interpretazione della legge naturale
che il dibattito e' acceso...
- Karl Golser: Per "legge naturale" intendiamo la natura dell'uomo e non
quella fuori da lui, non la biologia, la medicina o l'evoluzione. Si tratta
di investigare la persona umana, libera, con alcuni tratti che pero' sono
inalienabili. Gia' la differenza tra maschio e femmina, la malattia, la
morte, sono cose comuni a tutte le persone e sulle quali bisogna riflettere.
Ci sono alcuni assunti di base, dai quali pero' non sempre e' facile far
discendere delle norme concrete. D'altra parte, proprio perche' non e' detto
che ogni cosa debba essere sempre immutabile, e' richiesto uno studio
continuo. Lo stesso Santo Padre ha piu' volte invitato i teologi moralisti
ad approfondire i problemi della legge naturale. E prossimamente la
Commissione teologica internazionale pubblichera' un nuovo documento
dedicato proprio alla legge naturale e alla ricerca di un'etica universale.
*
- Vittoria Prisciandaro: Sono tante le tematiche delicate. Partiamo dalla
relazione omosessuale: non puo' essere vero amore?
- Karl Golser: L'amore ha diverse forme. Il problema e' se questo amore
debba trovare un'espressione sessuale. C'e' differenza tra l'unione
maschio-femmina, da cui nascono dei figli, e il rapporto tra persone di uno
stesso sesso. Le quali avranno sicuramente bisogno di una qualche tutela
giuridica, che pero' non puo' essere definita matrimonio. Penso a un tipo di
tutela individuale riguardo l'eredita', la visita ai malati, la casa. Quando
si tratta quest'argomento si rischia di fare subito un discorso ideologico,
da una parte e dall'altra, ma un "no" su tutti i fronti non penso sia sempre
utile. Alcune cose devono crescere in maniera piu' organica.
*
- Vittoria Prisciandaro: Che cosa pensa a proposito del dibattito sul
testamento biologico?
- Karl Golser: Ritengo che ci sia una certa politica che vuole utilizzare
alcuni casi - come quello di Welby o di Eluana Englaro - per arrivare a
determinate conseguenze. Ci sono e ci saranno sempre dei casi limite, ma
partire da questi per mobilitare l'opinione pubblica e cambiare le leggi e'
sbagliato. In alcune situazioni di "coscienza perplessa", ritengo che si
debba lasciare l'ultima scelta al medico, se veramente e' in buona
comunicazione con i familiari. E' difficile definire cos'e' accanimento
terapeutico e cosa no. Il problema e' questa giuridicizzazione della
medicina che viene importata dagli Stati Uniti: il medico ha sempre paura
che gli si possa fare causa e allora applica tutte le terapie possibili.
Cosi' l'alleanza terapeutica, il rapporto di fiducia con il paziente, non
viene piu' considerato. Dopo il caso Englaro e le sentenze della Corte di
Cassazione e di Appello, anche la Cei si e' mossa per dire che ci vuole una
qualche legislazione sulla dichiarazione anticipata di trattamento. Il clima
attuale del dibattito non mi piace, avrei preferito un maggiore silenzio,
come aveva chiesto il cardinale Tettamanzi, e vicinanza ai familiari.
*
- Vittoria Prisciandaro: Quali priorita' si da' come vescovo?
- Karl Golser: Sono nel mio motto, "Cristo nostra pace". Mi collego al motto
del mio predecessore, il vescovo Egger, "Syn" (insieme), e lo allargo a
tutte le dimensioni delle societa', la giustizia, l'ecologia, i problemi
sociali, le nuove sfide. Puntando su Cristo, sul nostro Battesimo. Partiamo
da un'identita' chiara anche per affrontare la sfida della convivenza e
dell'accoglienza, tra italiani, tedeschi, ladini e immigrati.
*
- Vittoria Prisciandaro: Vescovo e teologo. Come pensa di vivere questo
doppio ruolo?
- Karl Golser: I teologi devono accogliere il Magistero e collaborare con i
vescovi. Ma possono anche essere avanti, come profeti che aprono piste che
poi il Magistero percorre. A volte abbiamo troppa presenza del Magistero,
dichiarazioni un po' precipitose dei vescovi su argomenti che
richiederebbero prima un dibattito piu' approfondito tra i teologi.
Occorrerebbe avere degli spazi in cui le cose potessero maturare
serenamente, per poi giungere a un pronunciamento del Magistero. In una
societa' mediatica c'e' forte pressione a fare esprimere i pastori. Ora
dovro' anche considerare la collegialita' con gli altri vescovi. E sara'
interessante vedere le cose da quest'altro versante.

10. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO
DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO

Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di
Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della
salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail:
info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it
Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it

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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 225 del 12 settembre 2009

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