Minime. 941



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 941 del 12 settembre 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. L'aggiunta
2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie
fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio
2009, n. 94
3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il
favoreggiamento dello squadrismo
4. Cosa fare
5. Alessandra Garusi intervista Thich Nhat Hanh (2005)
6. Massimo Raffaeli: Letteratura svizzera oggi
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento
8. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. L'AGGIUNTA

Che in Italia la liberta' d'informazione sia minacciata, e' del tutto
evidente.
Che il governo berlusconiano sia eversivo, e' del tutto evidente.
Ben vengano quindi tutte le iniziative democratiche che denunciano
l'eversione dall'alto, che contrastano intimidazioni e prevaricazioni, che
difendono i diritti di tutti.
*
Vorremmo poi umilmente aggiungere che sarebbe opportuno impegnarsi altresi'
contro la guerra, che consiste nell'uccidere gli esseri umani; e contro il
razzismo, che perseguita esseri umani innocenti fino a provocarne la morte.
La guerra assassina, cui l'Italia sta illegalmente partecipando in
Afghanistan, in flagrante violazione della Costituzione della Repubblica
Italiana.
Il razzismo persecutore, con cui la politica governativa sta aggredendo
milioni di persone innocenti, in flagrante violazione della Costituzione
della Repubblica Italiana.

2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA
LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie
di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art.
1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico
riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla
Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione
esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui
all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento
dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3,
commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura
il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie
di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed
iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene
il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed
anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza
privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita'
e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali
dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

4. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE

Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso
gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione
dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta.
Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve
recare un indirizzo per ogni comunicazione.
*
Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di
presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura
competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli
esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad
altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo
di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre
istituzioni statali centrali).
Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si
risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente
della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel
capoluogo di provincia).
Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu'
dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli
esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.
*
Indirizzi cui inviare gli esposti:
Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune
a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Comunque solitamente:
- l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio:
procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della
Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it
(analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio:
tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del
Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per
le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente
criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo
e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it
(analogamente per le altre province).
- Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento
e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente
criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad
esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e'
uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio:
urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio
l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e'
urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente
criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della
Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente
per le altre province).
Quanto alle istituzioni nazionali:
- Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour,
00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it
- Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187
Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it;
sito: www.cortecostituzionale.it
- Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370,
00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it
- Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza
Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito:
www.camera.it
- Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel.
0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it
- Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza
dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it;
sito: www.csm.it
- Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma;
fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito:
www.quirinale.it
Quanto alle istituzioni sovranazionali:
- Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047
Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555;
sito: www.europarl.europa.eu
Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito:
http://ec.europa.eu/index_it.htm
- Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg
(France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito:
www.coe.int/DefaultIT.asp
- Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters,
Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York
(Usa); sito: www.un.org
*
Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei
siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti
all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto
riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti
per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata).
Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran
parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii
cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che
costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa.
*
Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi
d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle
funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro
il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo
piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile
nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica
Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo
per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it
Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro.

5. RIFLESSIONE. ALESSANDRA GARUSI INTERVISTA THICH NHAT HANH (2005)
[Dal mensile "Jesus", n. 7, luglio 2005, col titolo "A lezione di
compassione" e il sommario "Molti lo chiamano Thay, 'maestro'. Anche in
Europa, infatti, questo piccolo monaco buddhista e' considerato una guida
spirituale. Che da 40 anni predica la pace e il dialogo"]

"Potrei morire ora, perche' ho fatto cio' che volevo". Thich Nhat Hanh, 79
anni, pronuncia queste parole in un soffio. E poi si apre nel piu'
disarmante dei sorrisi. Gli occhi neri, vivacissimi sotto la testa rasata, e
i movimenti lenti di chi e' in perenne stato contemplativo, confermano: non
c'e' niente di piu' vero per questo monaco buddhista che da mezzo secolo si
batte contro la guerra, al di la' delle ideologie e nel nome della
compassione. Thay (che sta per maestro) e' infatti appena rientrato dal
Vietnam dopo 39 anni di esilio: alla fine del 2004 il governo ha sospeso il
bando, concedendogli un visto di tre mesi. Cosi' quest'uomo dal fisico
minuto, ma dal coraggio straordinario, e' tornato a casa. A insegnare.
E la lezione e' quella di sempre: "L'unica medicina che puo' guarire la
rabbia, la violenza, e' la compassione. Come la pioggia che spegne il
fuoco...". Nel Vietnam devastato dalla guerra, i "Piccoli corpi di pace"
creati da Thich Nhat Hanh soccorrevano le vittime di entrambi i fronti: era
il 1964, quando alcuni dei suoi monaci caddero vittime dei bombardamenti.
Allora Thay penso' che quella tragedia dovesse finire e volo' a New York.
Qui incontro' il sottosegretario alla Difesa Robert McNamara, che alla fine
si disse "molto turbato" (si dimise poche settimane dopo). Ma incontro'
anche Martin Luther King che, nel '67, lo candido' al Nobel per la pace.
Intanto, pero', in Vietnam si continuava a morire. Il monaco creo' allora
una Delegazione buddhista per la pace e la guido' ai negoziati di Parigi
fino agli accordi del '73; e, dopo la caduta di Saigon (1975), si impegno' a
favore delle vittime dei nuovi padroni comunisti. Costoro non gradirono; e
quindi fu l'esilio e i suoi libri furono vietati in patria.
Nei pressi di Bordeaux, in Francia, nasce cosi' il centro di "Plum Village",
dove Thay prosegue il suo impegno che in realta' non conosce confini.
Dopo l'11 settembre, agli americani che gremivano la Riverside Church di
Manhattan, rivolgera' il suo invito a non cedere alla rabbia: "Quando stiamo
male, non facciamo niente, non diciamo niente; dovremmo tornare a casa
nostra e praticare il respiro consapevole e la meditazione camminata, in
modo da comprendere le vere radici della nostra sofferenza e della
sofferenza del mondo. La compassione puo' nascere solo dall'averle comprese.
L'America puo' essere una nazione davvero grande, se sa agire con
compassione, invece che con l'intento di punire. Puo' offrire la pace, puo'
offrire il sollievo della trasformazione e della guarigione. Tutti noi lo
possiamo fare".
Thich Nhat Hanh e' uno dei maggiori maestri buddhisti del nostro tempo. In
Italia viene ogni due anni. L'ultima occasione e' stata il ritiro dal titolo
"Non c'e' una via per la pace, la pace e' la via", che ha avuto luogo a
Castelfusano (Roma), dal 22 al 27 aprile 2005.
Nel pomeriggio del 28 Thay ha guidato una meditazione-camminata dal
Colosseo, attraverso i Fori imperiali, al Campidoglio; e, in serata, ha
tenuto una conferenza all'Auditorium Parco della Musica.
A margine di questi eventi, lo abbiamo intervistato.
*
- Alessandra Garusi: Sia Wojtyla che Ratzinger hanno definito il buddhismo
"la religione del nulla", con la quale "il dialogo risulta molto difficile".
Qual e' la sua opinione in proposito?
- Thich Nhat Hanh: Penso che il dialogo fra due diverse tradizioni debba
avvenire nel contesto della pratica, e non basarsi su idee astratte come il
"vuoto". Deve affrontare questioni come la poverta', la violenza, l'aborto,
gli abusi sessuali da parte dei preti, o la liberazione. Questioni
universali che stanno nel cuore della gente. Questioni con cui sia il
cattolicesimo che il buddhismo hanno dovuto confrontarsi. Dunque, il dialogo
e' sempre possibile quando riguarda il "come". Dire che il buddhismo e' "la
religione del nulla", significa che chi parla non capisce che cosa sia il
"nulla". Il nulla non vuol dire "non esistere", ma "non avere entita'
separate". Significa che "siamo interdipendenti", o meglio "inter-siamo".
*
- Alessandra Garusi: Come affrontare il problema degli abusi sessuali da
parte dei religiosi, di ogni credo religioso, nei confronti di minori?
- Thich Nhat Hanh: Il punto non e' quello di essere o meno tolleranti, di
punire o non punire, ma di come aiutare. Abbiamo bisogno di saggezza,
comprensione e compassione. Dobbiamo avere soprattutto molta compassione nei
loro confronti, perche' anche loro hanno sofferto. A questo proposito, il
dialogo puo' essere davvero la carta vincente. Perche' ogni tradizione ha
una sua modalita' di affrontare i problemi. Anche nella tradizione buddhista
i monaci osservano il celibato. Ogni tanto c'e' una violazione, ma il
problema puo' diventare estremamente grave. Lo abbiamo visto negli Stati
Uniti e in Gran Bretagna. Compete alla Chiesa, ai leader spirituali,
l'analisi della situazione e la ricerca del perche'. Nel buddhismo, come
prima causa di un male, viene indicata la sofferenza. La seconda Nobile
Verita' consiste nell'individuare le radici del problema. Dopo averle
individuate, queste vanno recise. Cosi' il male viene meno.
La quarta Nobile Verita' sta nel percorso, cioe' nel modo in cui e'
opportuno estirpare le radici. Nella nostra tradizione, c'e' un insegnamento
che forse puo' aiutare anche i preti cattolici a vivere bene il loro
celibato: i monaci buddhisti non mangiano carne e non bevono alcolici. Poi
non girano mai da soli, ma sempre assieme ad altri loro confratelli e,
quindi, il sangha (la comunita') li protegge.
*
- Alessandra Garusi: Cos'e' la "liberazione" per i cattolici e per i
buddhisti?
- Thich Nhat Hanh: I cristiani sono sempre stati molto impegnati sul fronte
dell'ingiustizia sociale. Ma la liberazione non e' solo da situazioni di
poverta', oppressione. E' innanzitutto liberazione dalle proprie paure,
dalle discriminazioni, dall'ignoranza, dalle percezioni sbagliate. Soltanto
una persona libera puo' essere una persona felice. Il suo livello di
felicita' dipende dal livello di liberta' che ha nel cuore. Quindi non e'
tanto una questione di lottare "per" qualcosa, ma di liberarsi "dentro".
*
- Alessandra Garusi: Lei ha detto: "Il Regno di Dio e' disponibile
ventiquattr'ore al giorno. E' ora o mai piu'". Può spiegarci meglio?
- Thich Nhat Hanh: Che la Terra Pura di Buddha (il Regno di Dio) non sia
qui, ma altrove, che sia un luogo al quale si possa accedere soltanto dopo
la morte, e' qualcosa di difficile da credere e da accettare per molte
persone, cattoliche come buddhiste. Me compreso. Cosi' cerchiamo di
penetrare gli insegnamenti dei nostri antenati. Essi sostenevano che la
Terra Pura di Buddha non e' la' fuori, ma nel proprio cuore. Anche il
Vangelo dice questo: uno e' davvero libero, se ha abbastanza amore,
comprensione e compassione. Allora sara' in grado di vivere il Regno di Dio
qui e ora. Dovremmo rileggere la storia di quel contadino che scopre un
tesoro in un campo; e quindi va a casa e vende tutto quello che ha per
comprare quel pezzo di terra. Lo stesso vale per il Regno di Dio: quelli che
saranno capaci di vederlo, di toccarlo nel qui e ora, potranno fare a meno
dei soldi, del successo, del sesso, perche' saranno gia' abbastanza felici.
Nel buddhismo, cerchiamo di trasmettere il medesimo insegnamento: che la
vita e' piena di meraviglie. Se uno non e' attaccato al passato o
preoccupato di correre verso il futuro, ma se ha la capacita' di rimanere in
contatto con il cielo, le montagne, gli uccelli, i fiumi (tutte cose che
appartengono al Regno di Dio), allora sa come nutrirsi, come godere di tutto
cio'. E dunque e' gia' nel Regno di Dio.
*
- Alessandra Garusi: Se lei potesse incontrare Benedetto XVI, che cosa gli
direbbe?
- Thich Nhat Hanh: Se i giovani oggi stanno lasciando la Chiesa in massa, e'
perche' l'insegnamento e la pratica non rispondono piu' ai loro bisogni. Non
hanno la sensazione di essere capiti. Stanno soffrendo, e i loro problemi
non vengono affrontati. Non ricevono l'amore e la comprensione, di cui
sentono la necessita'. E quindi molti altri ragazzi e ragazze ancora se ne
andranno, se non ci sara' da parte della Chiesa alcuno sforzo. Papa
Ratzinger dovrebbe essere consapevole di questo: il cristianesimo ha bisogno
di un rinnovamento molto radicale. La stessa urgenza si avverte nel
buddhismo. I nostri leader devono parlare il linguaggio delle nuove
generazioni. E devono proporre loro un genere di pratiche che li aiutino a
trasformare le proprie sofferenze. Perche' fra i giovani e giovanissimi c'e'
molta disperazione.
*
- Alessandra Garusi: L'America sembra aver dimenticato la lezione di Martin
Luther King, che lei ha conosciuto bene. E' davvero cosi'?
- Thich Nhat Hanh: No, non e' cosi'. Certo, nella gente c'e' molta paura e
molta rabbia; e i politici stanno strumentalizzando queste emozioni
negative, per poter condurre una leadership violenta e disumana. Tuttavia,
la comprensione e la compassione sono potenzialmente presenti, sotto forma
di piccoli semi, in ogni singolo individuo; servono pero' dei capi
spirituali capaci di farli germogliare. Solo cosi' si potra' ricreare
l'energia collettiva della compassione che potra' controbilanciare quella
dell'odio e della paura. Negli Stati Uniti vi sono dei bodhisattva (cioe'
degli "illuminati", degli uomini e delle donne compassionevoli che fanno
tutto quello che possono per proteggere l'umanita'). Ma, fino a oggi, non
sono stati in grado di dimostrare al popolo americano che esiste un'altra
via, decisamente migliore: quella della compassione e del dialogo.
*
- Alessandra Garusi: Dopo la rielezione di George Bush, lei disse: "Nothing
is lost" (Niente e' perduto). Che cosa intendeva dire esattamente? E' ancora
di questa opinione?
- Thich Nhat Hanh: Il 49% che ha votato per Kerry vive ancora in America.
Costoro devono restare uniti. Devono usare la loro comprensione e
compassione per sostenere i leader che scelgono la strada della nonviolenza.
Non devono mollare nemmeno per un attimo la pressione su Bush. Perche'
quando uno e' presidente, lo e' di un intero Paese, non soltanto del 51% che
lo ha eletto. Quindi, quel 49% puo' essere decisivo. A volte un governo di
destra realizza il programma della sinistra. Per questa ragione mi sento di
ripetere: niente e' perduto. Se uno si scoraggia, poi resta paralizzato
dalla paura e allora si' che perde davvero tutto. Mentre restare in allerta,
calmi, conservando la propria energia e determinazione, significa che la
partita e' ancora aperta.
*
- Alessandra Garusi: Ha un sogno, qualcosa che vorrebbe realizzare prima di
morire?
- Thich Nhat Hanh: Il poter fare ogni giorno cio' che uno desidera davvero
fare e' di per se' una grande felicita'. Essere compassionevole, insegnare
qualcosa che possa in concreto aiutare la gente: e' sempre stato questo il
mio sogno. Ed e' un sogno che si avvera in ogni momento. Non ho alcun
rimpianto. Potrei morire ora, perche' ho fatto cio' che volevo.

6. LETTERATURE. MASSIMO RAFFAELI: LETTERATURA SVIZZERA OGGI
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 27 agosto 2009 col titolo "Atlante
letterario. Paradossi svizzeri" e il sommario "Identita' mobili in cerca di
verifica. In un paese in cui sia la forma-partito che qualunque
organizzazione di massa sono molto deboli, e' diffusa una letteratura di
impegno civile segnata dall'imbarazzo per ogni appartenenza nazionale. Gli
autori di lingua tedesca sono i piu' noti, quelli che scrivono in francese i
piu' classici, ma forse le opere in italiano sono le piu' interessanti. E la
letteratura in romancio, quarta lingua svizzera prossima al ladino, esprime
un senso di umanita' reclusa e di lotta con la natura che diviene
meditazione esistenziale"]

Friedrich Duerrenmatt, che con Robert Walser e Max Frisch e' tra i grandi
scrittori contemporanei di passaporto svizzero, si e' a lungo interrogato
sull'identita' plurale dei connazionali arrivando a formulare, in una tarda
intervista, il seguente paradosso: "I cittadini svizzeri sono orgogliosi di
non essersi mai fusi in un'unica nazione. In Svizzera le quattro aree
linguistiche hanno sempre vissuto per conto proprio. Solo nei confronti
degli stranieri si presentano come svizzeri, nei confronti dei propri
cittadini preferiscono esternarsi come campanilisti. Naturalmente non e' un
conflitto basato sulla violenza ma sul risentimento. Credo che un piccolo
stato in fin dei conti sia un'impresa piu' felice di un grande stato. I
grandi stati sono come delle fabbriche di polvere da sparo in cui e'
permesso fumare. La Svizzera e' una fabbrica piccola, in cui tuttavia il
fumo e' regolamentato in modo molto severo. Molti scrittori svizzeri si sono
sentiti e si sentono responsabili per la situazione dello stato. Soffrono
degli aspetti negativi della Svizzera e degli svizzeri. Si sobbarcano una
responsabilita' che dovrebbe competere ai magistrati, e che questi
scantonano. Hanno come firmato una dichiarazione ufficiale in base alla
quale non parteciperanno a nessuna delle manifestazioni ufficiali".
Il paradosso supera di slancio un'intera biblioteca di luoghi comuni (tanto
la Svizzera Biedermeier, il paradiso della cioccolata e degli orologi a
cucu', quanto la Svizzera del vuoto politico e della dittatura bancaria) e
chiarisce il fatto che non vi abbia mai attecchito, se non in frange
marginali, una letteratura Blut-und-Boden ("Sangue-e-suolo", cioe' dai
tratti marcatamente identitari o xenofobi) e continui invece a prosperarvi
una letteratura di segno dichiaratamente civile. Non al modo classico
dell'engagement, beninteso (perche' in Svizzera sia la forma-partito sia
l'organizzazione di massa e' assente o molto debole), ma nella pratica della
responsabilita' individuale e dell'impegno etico.
Un vero battistrada e' stato il romanziere e poligrafo Charles-Ferdinand
Ramuz, nella cui opera si combinano un profondo amore per la terra, anzi un
senso primordiale del paesaggio nativo, e un vigore umanista capace di
mutare l'angustia del dato locale in respiro universale: il suo
libro-manifesto Taille d'homme, del 1933, lo tradusse in italiano Franco
Fortini nel '47 per le edizioni olivettiane di Comunita' mutandone il titolo
nel piu' emblematico Statura umana.
*
Autori di lingua tedesca
Al presente, una relativa eccezione e' costituita dalla letteratura in
romancio (la quarta lingua svizzera, prossima al ladino e parlata in una
zona dei Grigioni) dove il senso di umanita' reclusa, di lotta con la natura
che diviene meditazione esistenziale, e' capace di risultati notevoli: come
nella prosa di Giacumbert Nau (Casagrande 2008) di Leo Tuor, un
poeta-pastore niente affatto bucolico. Piu' in linea con il paradosso
avanzato da Duerrenmatt e' la produzione in tedesco. Tra le figure dominanti
quella di Hugo Loetscher, romanziere e giornalista globetrotter, che ama far
coincidere la sua vocazione alla scrittura con una specie di deriva
spazio-temporale, la stessa che si trovo' personalmente a vivere molti anni
fa in America latina, quando una scolaretta gli chiese all'improvviso e con
il massimo candore: "Scusi, signore, chi ha scoperto la Svizzera?". Fatto
sta che Loetscher popola di spettri allegorici e draga da decenni il
sottosuolo elvetico, a partire da un romanzo, L'ispettore delle fogne (ma il
titolo originale, Aubwasser, "acque di scolo", rende meglio l'idea), che
Casagrande di Bellinzona ha pubblicato nel 2000 quale prima tessera di un
mosaico di sorprendente vastita' e ricchezza, come conferma il successivo
racconto di viaggio Il mondo dei miracoli. Un incontro brasiliano (2006).
Anche se portata piu' alla microfisica del quotidiano, una medesima
attenzione la si trova non soltanto in alcuni coetanei o in autori della
generazione successiva come Peter Bichsel, noto soprattutto per le sue short
stories, o Adolf Muschg di Storie d'amore, (Marcos y Marcos 1990) e Klaus
Merz del recentissimo Jakob dorme (Marcos y Marcos), ma anche nelle
partiture poetiche del bernese Kurt Marti, pastore protestante, cui si deve
peraltro un volume dall'insegna orgogliosamente fuori moda, Orazioni funebri
(Crocetti 2001).
*
In lingua francese
Piu' incerti e persino piu' ambigui i confini dell'ultima produzione in
francese. Qui sembra esaurirne il senso comune l'opera nomade dell'ormai
celeberrimo Nicolas Bouvier (il cui testo estremo, La polvere del mondo, e'
in uscita da Diabasis); ma la sua fama rischia di oscurarsi dopo il caso di
Jacques Chessex, un astuto e prolifico autore di genere in salsa
postmodernista (Il primo odore, Gaffi 2006, e Il vampiro di Roprax, Fazi
2009) che la Francia ha addirittura consacrato con un Premio Goncourt, quasi
una solenne smentita di Duerrenmatt e una beffa per gli autori che
continuino a volersi misurare con i fatti della comune esistenza: e' il
caso, ad esempio, di Bernard Comment presente nei cataloghi italiani con i
racconti di Andirivieni (Feltrinelli 1995) e con il romanzo Il congresso dei
busti (Casagrande 2002).
Attivi, per fortuna, rimangono i due grandi vecchi della Svizzera francese:
l'uno e' un fuoriclasse della critica e un autentico cosmopolita, il
ginevrino Jean Starobinski, studioso dei classici (Racine, Montaigne,
Montesquieu, Rousseau, Stendhal) e insieme compagno di via di "Tel Quel",
firmatario di libri come L'occhio vivente (Einaudi) e Ritratto dell'artista
da saltimbanco (Bollati Boringhieri); l'altro, pure se da decenni residente
nella Francia del sud, e' Philippe Jaccottet, tra i massimi poeti viventi e
traduttore del nostro '900 (Ungaretti, Montale, Bertolucci, Sereni) come di
Hoelderlin e Rilke, la cui voce inconfondibile, di una naturalezza in grigio
che attinge di per se' al sublime, corrisponde da noi (fin da Il
barbagianni. L'ignorante, Einaudi 1992) alla voce di Fabio Pusterla ma anche
a quelle di Antonella Anedda e di Gianluca Manzi.
Proprio il nome di Pusterla e' decisivo per la letteratura scritta in
italiano, oggi probabilmente la piu' ricca di fermenti e fervida di
risultati. A partire da Giorgio Orelli, formatosi negli anni '40 a Friburgo
vicino a Dante Isella e sotto il magistero di Gianfranco Contini, poeta tra
i piu' notevoli della generazione postmontaliana (si veda l'ultima raccolta
Il collo dell'anitra, Garzanti 2001), nonche' da Giovanni Orelli (1928), un
altro poligrafo cui si debbono, specialmente in prosa, diversi risultati di
rilievo - da L'anno della valanga (del 1965, amato da Vittorio Sereni) a Gli
occhiali di Gionata Lerolieff (Donzelli 2000).
Non va poi dimenticata la funzione svolta da una rivista semestrale di
epicentro ticinese e pero' di vocazione europea come "Idra" (attiva dal 1990
al 2001, originariamente edita dal Melangolo di Genova), un crocevia dove
sono transitati redattori e collaboratori poi sempre presenti fra il Ticino
e l'Italia: Alberto Nessi, Gilberto Isella, Dubravko Pusek, Claudia
Patocchi, Donata Berra, il lirico Antonio Rossi (che esordi' nel '79, con la
raccolta Ricognizioni prefata da Giovanni Raboni), e i critici Enrico
Lombardi, Giovanni Fontana, Pietro De Marchi, Maurizio Chiaruttini (che
purtroppo non ha mai riunito in volume i suoi limpidi saggi sulla poesia dei
coetanei) fino a Paolo Di Stefano che e' ormai un autore di riconosciuta
fisionomia. Ne' puo' essere sottovalutata per tutti costoro la presenza del
filologo Giovanni Pozzi e del linguista Sandro Bianconi. Ed e' proprio in
Ticino che viene pubblicato per la prima volta Il posto dei calzini. La
svolta linguistica dell'economia e i suoi effetti nella politica (Casagrande
1994), lo studio di Christian Marazzi che e' una critica in atto della
nascente globalizzazione.
Dell'esperienza di "Idra" e dei suoi effetti di ricaduta hanno inoltre
beneficiato alcuni autori della leva successiva, per esempio Pierre Lepori,
Mattia Cavadini, Fabiano Alborghetti (L'opposta riva, LietoColle 2004), non
escluso il giovanissimo Tommaso Soldini (L'animale guida, ora da
Casagrande).
Quanto a Fabio Pusterla, che e' uno dei maggiori poeti italiani tout court,
Einaudi ha pubblicato pochi mesi fa la sua autoantologia Le terre emerse.
Poesie 1985-2008: non solo si tratta di un libro di grande compattezza
linguistica e stilistica ma di un'opera che coglie nel complesso la nostra
attuale condizione di individui. Nel suo dettato chiaro, sobrio, talora
scabro, Pusterla realizza la sola epica possibile, qui-e-ora. Il suo non e'
un moto retroverso degli affetti o una nostalgia per la comunita' politica
perduta; viceversa, la sua parola e' sempre detta al presente e si rivolge
all'unica comunita' che davvero ci e' data, quella di tante solitudini che
cercano invano di parlarsi e di entrare in contatto fra loro.
Dicono alcuni suoi versi recenti, che colgono l'anonimato collettivo e il
deserto nei luoghi dell'affollamento: "Chi e' questo che fuma accanto a me/
il suo mezzo toscano tra mezze parole/ di convenienza, e sorride/ nell'aria
tremolante del mattino, da' uno sguardo/ ai tetti, alle donne che passano,
alle nuvole,/ ripiega il suo giornale di rapina, alza la testa/ e si avvia
con la moglie col fare di chi/ ha vinto ancora, come sempre sa/ di avere
vinto: e vinto cosa poi?// Lui e' lui, io forse io, nessuno e' noi".
*
Stranieri a casa propria
Questo e' dunque il beneficio del sentirsi abitanti di una casa che non e'
mai detto sia la propria casa, questa e' la risorsa dell'essere soggetti
anche dentro l'universo domestico a uno spiazzamento, vale a dire alla
continua verifica della propria "identita'": una simile attitudine
corrisponde infatti al metodo migliore per decostruirla e, preferibilmente,
rigettarla. Forse mai il sentimento di imbarazzo o di aperta vergogna per
l'appartenenza nazionale ha dato risultati letterariamente cosi' netti come
nel caso della Svizzera. L'altro scrittore di lingua tedesca e dirimpettaio
di Duerrenmatt, cioe' Max Frisch, autore dei romanzi Stiller ('54) e Homo
faber ('57), un democratico radicale e un nemico dichiarato del militarismo
come del razzismo, ebbe vita vagabonda e si ritiro' alla fine, lui
zurighese, in un posto fuorivia del Ticino, la valle Onsernone di cui
racconta nel suo penultimo romanzo L'uomo nell'Olocene (Einaudi).
Qui, poco prima di morire, Frisch rilascio' a un foglio locale una
intervista in cui viene interpretato per l'ennesima volta il paradosso
dell'essere svizzeri o, meglio ancora, del ritrovarsi ad essere scrittori in
Svizzera. Cosi' conclude, alla lettera: "Mi trovo dunque in Svizzera, nel
nostro Paese, questo villaggio, la nostra nazione. Qui sono uno straniero.
Non ho contatti. Qui sono uno svizzero, ma non sono un ticinese". Perche',
sembra suggerire Frisch, dentro qualunque Svizzera c'e' sempre e fatalmente
un'altra Svizzera e una Svizzera diversa, all'infinito.
*
Postilla. La quarta stella. Ludwig Hohl, un autore di lingua tedesca da
scoprire
Oltre a Walser, Duerrenmatt e Frisch, c'e' una quarta corona tra i classici
della Svizzera tedesca, Ludwig Hohl (Nestal 1904 - Ginevra 1980).
Riconosciuto solo di recente come tale, Hohl ha avuto un'esistenza
costellata di disfatte esistenziali e professionali. Diffidente dei generi,
ha prestato il suo stile essenziale e vibrante a racconti brevi, aforismi e
meditazioni. Del suo presunto frammentismo ha scritto: "Non e' dal centro
che parte l'evoluzione, sono i margini che irrompono". Gemello elvetico di
Antonin Artaud, la sua prosa e' in effetti una glossa perpetua alla morte.
In italiano, sono disponibili di Hohl La salita (1989), Sentiero notturno
(1991) e Note (1999) tutti meritoriamente editi da Marcos y Marcos, oltre al
collettivo Ai margini del vuoto. Ludwig Hohl e l'evocazione delle cose (a
cura di Peter Erismann e Anna Ruchat, Effigie, pp. 151, euro 30), ricco di
inediti e contributi critici unitamente alla superba iconografia a cura di
Giovanni Giovannetti.

7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

8. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 941 del 12 settembre 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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