Minime. 942



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 942 del 13 settembre 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Cosa mai significherebbe
2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie
fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio
2009, n. 94
3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il
favoreggiamento dello squadrismo
4. Cosa fare
5. Alessandra Garusi intervista Shirin Ebadi (2008)
6. Piero Pisarra ricorda Olivier Clement
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento
8. Per saperne di piu'

1. LE ULTIME COSE. COSA MAI SIGNIFICHEREBBE

Cosa mai significherebbe aver approvato da parte dell'Assemblea generale
delle Nazioni Unite (le parole hanno un valore: l'assemblea generale, delle
nazioni unite) una Dichiarazione universale dei diritti umani, se non che vi
sono dei diritti che ineriscono ad ogni essere umano?
Detto altrimenti: per unanime consenso di tutte le nazioni del mondo
legittimamente rappresentate, ogni essere umano e' portatore di diritti
inalienabili.
Ed e' compito di tutti gli esseri umani, di tutte le nazioni del mondo, di
tutti gli stati legittimi, rispettare e far valere quei diritti di cui ogni
essere umano e' titolare.
Quella dichiarazione deliberata dall'assemblea generale delle nazioni unite,
che anche l'Italia ha votato, noi la prendiamo sul serio. Vi e' una sola
umanita'.

2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA
LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie
di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art.
1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico
riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla
Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione
esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui
all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento
dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3,
commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura
il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie
di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed
iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene
il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed
anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza
privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita'
e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali
dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

4. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE

Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso
gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione
dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta.
Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve
recare un indirizzo per ogni comunicazione.
*
Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di
presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura
competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli
esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad
altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo
di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre
istituzioni statali centrali).
Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si
risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente
della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel
capoluogo di provincia).
Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu'
dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli
esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.
*
Indirizzi cui inviare gli esposti:
Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune
a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Comunque solitamente:
- l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio:
procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della
Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it
(analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio:
tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del
Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per
le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente
criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo
e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it
(analogamente per le altre province).
- Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento
e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente
criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad
esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e'
uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio:
urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio
l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e'
urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente
criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della
Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente
per le altre province).
Quanto alle istituzioni nazionali:
- Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour,
00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it
- Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187
Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it;
sito: www.cortecostituzionale.it
- Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370,
00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it
- Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza
Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito:
www.camera.it
- Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel.
0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it
- Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza
dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it;
sito: www.csm.it
- Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma;
fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito:
www.quirinale.it
Quanto alle istituzioni sovranazionali:
- Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047
Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555;
sito: www.europarl.europa.eu
Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito:
http://ec.europa.eu/index_it.htm
- Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg
(France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito:
www.coe.int/DefaultIT.asp
- Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters,
Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York
(Usa); sito: www.un.org
*
Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei
siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti
all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto
riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti
per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata).
Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran
parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii
cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che
costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa.
*
Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi
d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle
funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro
il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo
piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile
nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica
Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo
per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it
Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro.

5. RIFLESSIONE. ALESSANDRA GARUSI INTERVISTA SHIRIN EBADI (2008)
[Dal mensile "Jesus" n. 3, marzo 2008 col titolo "Shirin Ebadi: l'islam alla
prova dei diritti umani" e il sommario "L'avvocata iraniana premio Nobel per
la Pace 2003 racconta la sua lotta contro un sistema giudiziario arcaico e
maschilista. E dice che il modo per disarmare un regime islamico non
democratico e' togliergli l'arma della religione"]

"La democrazia non si puo' scaricare con le bombe a grappolo sulla testa di
un popolo". L'iraniana Shirin Ebadi - premio Nobel per la Pace nel 2003 -
resta contraria a qualunque azione militare contro Teheran. Chiamata alcuni
mesi fa a inaugurare il ciclo di conferenze Torino Spiritualita', lo ha
fatto con una lezione da manuale sul tema "Islam: il dilemma della
democrazia". Dal palco ha tuonato cosi': "Il mio popolo non permettera' mai
che l'Iran diventi un altro Iraq. Baghdad e' stata invasa con la scusa delle
armi di distruzione di massa. Poi, non avendole trovate, hanno dichiarato di
averlo fatto per la democrazia. Saddam Hussein era forse l'unico dittatore
al mondo? O era solo piu' interessante degli altri perche' seduto su un mare
di petrolio?".
Sistemata l'ansia interventista di George W. Bush, e' arrivata una stoccata
anche per il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad: "Tuttavia, l'Iran deve
seguire le direttive del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: non
possiamo permetterci di erigere un muro che ci separi dal resto del mondo,
non sarebbe ne' fattibile, ne' augurabile. Resto comunque contraria alle
sanzioni economiche, perche' a soffrirne sarebbe solo la gente. Meglio
quelle di natura politica".
*
- Alessandra Garusi: Puo' farci qualche esempio?
- Shirin Ebadi: Ci sono varie forme: dalla limitazione dei rapporti politici
con l'Iran al blocco dei visti per le autorita' iraniane coinvolte nella
produzione dell'energia nucleare. Tutto questo non danneggerebbe la
popolazione; costringerebbe il regime ad accettare le richieste della
comunita' internazionale.
*
- Alessandra Garusi: La fustigazione in pubblico di Said Ghambari, il
vertiginoso aumento delle condanne a morte, le lapidazioni: la stretta
repressiva interna, voluta da Ahmadinejad, e' sempre piu' violenta. Come la
spiega?
- Shirin Ebadi: Una delle ragioni e' questa: il mondo ha concentrato
l'attenzione sulla questione nucleare, dimenticando tutto il resto, diritti
umani compresi. Inoltre, il costo della vita in Iran e' in costante ascesa.
Ci sono sempre piu' poveri, nonostante il nostro sia un Paese ricco. Questa
situazione economica ha allontanato sempre piu' la gente dal regime: e
quando un regime non si sente appoggiato dal popolo, diventa sempre piu'
violento.
*
- Alessandra Garusi: Quindi per chi si occupa di difendere i diritti umani
come lei, la situazione e' sempre piu' difficile oggi in Iran?
- Shirin Ebadi: Senza dubbio, la situazione dei diritti umani nel mio
Paese - ma anche nel resto del mondo - e' in continuo, netto, peggioramento:
le esecuzioni sono aumentate, soprattutto quelle di minorenni; il numero dei
giornalisti imprigionati non e' mai stato cosi' alto. L'ultimo caso di cui
mi sono occupata e' quello di due giornalisti curdi condannati alla pena
capitale. E' chiaro che ricorreremo in appello. Ma anche se dovessi riuscire
a ribaltare la sentenza, resta un fatto molto grave. Tuttavia, per quanto
possa essere difficile e pericolosa una professione come la mia in Iran, e'
fondamentale andare avanti. Bisogna assumersene il rischio.
*
- Alessandra Garusi: Qual e' l'accusa che viene mossa ai giornalisti curdi?
- Shirin Ebadi: In Iran chiunque critichi il regime e' accusato di
"attentare alla sicurezza nazionale" e di "essere un agente americano". Ma,
del resto, in tutto il pianeta la democrazia e' sempre meno rispettata; e i
governi cercano di accrescere il proprio potere con la scusa della
"sicurezza". Il trend e' questo. Non accade solo in Iran, ma anche in
Occidente. Oggi negli Usa e in Gran Bretagna succedono cose che venti anni
fa erano impensabili: dalle intercettazioni telefoniche alle tante forme di
limitazione delle liberta' personali.
*
- Alessandra Garusi: Le leggi iraniane sono discriminatorie, soprattutto nei
confronti delle donne. Cosa state facendo, voi giuristi, per cambiarle?
- Shirin Ebadi: Stiamo raccogliendo un milione di firme: tanti sono gli
uomini e le donne che disapprovano lo stato delle cose e invitano al
cambiamento. Purtroppo, il regime non si e' mostrato ricettivo nemmeno
stavolta. Molti attivisti sono stati arrestati e processati. L'ultimo
arresto risale a pochi giorni fa. Per promuovere la campagna era stata
organizzata una riunione in una casa privata nella citta' di Horamabad. La
polizia ha fatto irruzione nell'abitazione e ha arrestato tutti i presenti,
una quarantina di persone. Due di loro sono ancora in carcere, gli altri
sono stati rilasciati su cauzione. Li aspetta comunque un processo. Il fatto
piu' sconcertante e' che, mentre i poliziotti trascinavano fuori le persone,
dicevano ai curiosi: "Qui era in corso un'orgia. Per questo siamo
intervenuti".
*
- Alessandra Garusi: Ci riporti qualche battuta del dibattimento in
tribunale.
- Shirin Ebadi: Ho chiesto al giudice: "Se questa donna dice di non volere
che il marito abbia due mogli, cosa significa: che l'America attacca l'Iran?
E se una ragazza vuole gli stessi diritti del fratello, questo comporta
qualche rischio per la sicurezza del Paese?". Sfortunatamente, i tribunali
non sono indipendenti: le sentenze vengono scritte ancor prima che si apra
un'udienza. In questo caso specifico, le mie clienti sono state condannate a
una lunga detenzione, oltre che a essere frustate. Malgrado tutto questo,
gli arresti non hanno danneggiato i movimenti femministi iraniani: le donne
continuano a lottare. E ce la faranno a cambiare queste leggi disumane.
*
- Alessandra Garusi: Come fa a essere cosi' ottimista?
- Shirin Ebadi: Lo sono per ragioni numeriche. Il 65 per cento degli
studenti universitari sono donne. Questo significa che il numero delle donne
istruite in Iran supera quello degli uomini. Le donne sono presenti un po'
ovunque: dagli uffici statali ai tribunali, dal Parlamento alle universita'.
Persino la vice di Ahmadinejad e' una donna. E, come le altre donne, deve
chiedere il permesso del marito prima di prendere l'aereo. Immaginate che
debba presenziare una riunione al Palazzo di Vetro. Poniamo solo che la sera
prima litighi col marito... Che succede? Queste leggi sono in rotta con la
nostra cultura, del tutto inadeguate alla vita di oggi.
*
- Alessandra Garusi: Dariush Forouhar e la moglie, la fotogiornalista Zahra
Kazemi, lo studente Ahmad Batebi imprigionato nel famigerato carcere di
Evin... Quale di queste e delle altre persone che lei ha difeso le e'
rimasta piu' impressa?
- Shirin Ebadi: Ogni pratica, per me, ha una sua importanza. E di casi
giuridicamente impegnativi ne ho avuti nella mia carriera... Le dico solo
questo: circa dieci anni fa, il regime elimino' parecchi oppositori. In
tribunale, rappresentavo le vittime. Studiando le pratiche di quegli eventi,
scoprii che anch'io ero sulla lista nera di quelli da eliminare. Quindi, se
oggi lei mi chiede quale pratica mi e' rimasta piu' impressa, non posso
rispondere: e' come chiedere a una madre che ha cinque figli qual e' il suo
preferito.
*
- Alessandra Garusi: Qual e' il caso di cui si sta occupando in questi
giorni?
- Shirin Ebadi: Mi sto occupando di Mohammad Latif, un ragazzino
quindicenne. E' appena stato condannato a morte per aver accidentalmente
ucciso, durante un litigio, un'altra persona. Purtroppo, il suo non e'
affatto un caso isolato. In Iran, il numero dei minorenni giustiziati sta
crescendo in modo preoccupante. Il problema sono le leggi iraniane, piene di
contraddizioni. Se da una parte la responsabilita' penale scatta a nove anni
lunari (un anno lunare e' di dieci giorni piu' breve rispetto a quello
solare, ndr) per le ragazze e a 15 per i ragazzi, dall'altra un quindicenne
non puo' espatriare senza il permesso paterno, ne' puo' guidare, o votare.
Ma essere giustiziato, questo si'... La sentenza e' stata confermata in
appello. Ora sto interessando l'Unicef, il Comitato per i diritti umani,
ecc. Ma e' tutta la normativa sui minori che va rivista.
*
- Alessandra Garusi: Lei ha detto: "Il modo migliore di affrontare i regimi
islamici non democratici e' di disarmarli, cioe' di togliere loro l'arma
dell'islam".
- Shirin Ebadi: Di fronte ai governi islamici non democratici che
giustificano l'oppressione abusando del nome dell'islam, sono sorti dei
moderni pensatori musulmani. La formazione di un unico fronte fra i
pensatori di diversi Paesi ancora non c'e'. Manca un leader. Non ha una
sede, ne' delle filiali. Ma ha luogo nella mente di ciascuno di questi
studiosi islamici che, mantenendo la religione dei propri avi, rispetta la
democrazia. E non tollera piu' l'ingiustizia. Ai loro occhi, i governi che
rifiutano la democrazia e i diritti umani con la scusa dell'appartenenza
culturale in verita' sono solo degli obsoleti tiranni.
*
- Alessandra Garusi: Il vero problema, dunque, non e' nella natura
dell'islam.
- Shirin Ebadi: No. Per varie ragioni alcuni governi islamici non vogliono
che sia presentata un'interpretazione dell'islam compatibile con la
democrazia e i diritti umani. Ma, oggi piu' che mai, questi leader hanno
bisogno di una metamorfosi, che riguardi anche la loro cultura politica. Le
leggi devono essere aggiornate. Il fatto piu' importante per la
trasformazione culturale e' questo: bisogna insegnare ai musulmani l'islam
all'avanguardia. Bisogna insegnare loro che si puo' essere musulmani e
vivere meglio. Che si puo' essere musulmani e rispettare i diritti umani e
la democrazia. La chiave del Paradiso non e' nelle mani dei regimi islamici.
E non tutto quello che fa un governo in nome dell'islam e' islamico.

6. MEMORIA. PIERO PISARRA RICORDA OLIVIER CLEMENT
[Dal mensile "Jesus", n. 2, febbraio 2009 col titolo "Olivier Clement. Un
mistico tra Parigi e Bisanzio" e il sommario "Era uno dei teologi ortodossi
piu' noti e apprezzati in Italia: non a caso papa Wojtyla gli aveva chiesto
di scrivere le meditazioni della Via Crucis al Colosseo. Cresciuto in una
famiglia atea, dopo una lunga ricerca spirituale si converti' alla fede
dell'Oriente cristiano, di cui e' stato esponente colto, illuminato e
dialogante"]

"Ora devo prepararmi al grande viaggio", mi disse alla fine di un'intervista
durante la quale avevamo evocato il suo percorso, da ateo militante, educato
in una famiglia di radici socialiste, a testimone dell'Ortodossia. Teologo,
poeta, mistico, Olivier Clement parlava della morte con serenita'. "E' una
questione di colori", aggiungeva, alludendo al nostro tempo interiore. "Se
per noi la morte e' un salto nel nulla, il tempo assume allora il colore
dell'angoscia; se e' invece un'apertura di luce, il colore e' quello della
speranza".
Luce. Colori. Speranza. Tutto l'itinerario di Clement, morto a Parigi il 15
gennaio scorso, e' racchiuso in queste tre parole. Luce: la luce del Tabor
che inonda il creato e trasfigura ogni cosa; colore: i colori del
Mediterraneo che ritroviamo nella sua opera poetica; e la speranza di chi e'
convinto che "il cristianesimo e' ancora giovane e ha ancora quasi tutto da
dire".
Era nato ad Aniane, tra Nimes et Montpellier, nel 1921. "Nella mia
famiglia", raccontava, "non si parlava mai di Dio. Mai. Neanche quando
chiedevo, come tutti i bambini, perche' si vive, perche' si muore. Non mi
parlavano mai di Lui, e nemmeno gli parlavano. Talvolta chiedevo a mio padre
o a mia sorella che cosa ci fosse dopo la morte. E la risposta era sempre la
stessa: il nulla". Un "nulla" che per l'adolescente di allora suonava
paradossale di fronte alla bellezza del mondo, alla luce mediterranea, ai
campi di narcisi, ai mandorli in fiore. La conversione verra' molti anni
dopo e, con essa, la certezza che la vita ha un senso, che il cielo non e'
vuoto e che il nulla non e' l'ultima risposta.
Dopo la maturita', si dedica agli studi di storia. Tra i suoi maestri, ci
sono Marc Bloch, il grande medievista, fondatore della scuola delle
"Annales", che sara' fucilato dai nazisti, Henri-Irenee Marrou, studioso di
sant'Agostino e della tarda antichita', e Alphonse Dupront, pioniere nel
campo dell'antropologia religiosa. Con Dupront, il giovane Clement entra
nella Resistenza. Comincia cosi' una lunga ricerca spirituale che, da Marx,
Nietzsche e i filosofi dell'India, lo portera' al battesimo nella Chiesa
ortodossa.
Provvidenziali saranno la scoperta del filosofo russo Nikolaj Berdjaev e
l'incontro con il teologo Vladimir Lossky. Alla lettura di Berdjaev
intravede la possibilita' di un cristianesimo non moralistico e
moralizzatore, ma liberante. Nella nozione di divino-umanita' che per
Berdjaev e' l'orizzonte verso il quale tutto converge e nel quale Dio si
rivela in Cristo come amore, scorge una risposta alle angosce dell'uomo
contemporaneo. Con Lossky, di cui legge avidamente il Saggio sulla teologia
mistica della Chiesa d'Oriente, scopre la dimensione ecclesiale del
cristianesimo. Ma la tentazione del non senso, del vuoto, della nausea -
come raccontera' nella biografia spirituale, L'altro sole, del 1975 - e'
sempre in agguato: traversando le strade, non evitava piu' le macchine,
"tanto tutto e' uguale: essere nulla, essere tutto". Un giorno stava per
uscire, "per evitarle un po' meno", quando, al colmo della disperazione o
del non senso, avviene l'inatteso: "Qualcuno mi ha guardato. Lui,
sull'icona. Non giochero' a fare l'illuminato. Tutto era silenzio, parole di
silenzio. Ma silenzio di lui, parole di lui, in una profondita' piu' grande
di quella dell'io, in una profondita' in cui non ero piu' solo".
Sente, come un invito rivolto a lui personalmente, le parole: "Ecco, io sono
alla porta e busso". "E io ho aperto", scrive. Nel 1952 riceve il battesimo:
"Era un primo novembre. Pioveva. Ho camminato a lungo sotto la pioggia,
volendo andare a piedi, malgrado Parigi, in quel pellegrinaggio decisivo. La
pioggia e' un segno di fecondita', e io andavo verso la mia nascita". Negli
anni successivi, frequenta i grandi della diaspora russa, aristocratici in
esilio costretti a vivacchiare svolgendo lavori umili, chauffeurs e
lavavetri. Conosce Pavel Evdokimov ed e' segnato dalla spiritualita' di
quest'uomo luminoso, dalla sua ampia ricerca sulla fede della Chiesa
ortodossa. Da laico, pioniere del dialogo ecumenico (in questa veste fu
invitato come osservatore al Concilio Vaticano II), Evdokimov e' un
testimone del monachesimo interiorizzato, autore di testi fondamentali sulle
eta' della vita spirituale e sulla teologia della bellezza. "Evdokimov, per
me, era la sintesi vivente della filosofia religiosa russa, della tradizione
patristica e del pensiero francese. 'Dio puo' tutto', amava ripetere,
'tranne costringere l'uomo ad amarlo'", scrivera' piu' tardi Clement.
Addentrandosi nella tradizione ortodossa, scopre "lo spazio pasquale della
fede", il lato solare del cristianesimo (che, tuttavia, non sottovaluta le
zone d'ombra, il mistero del male e del peccato). A chi gli chiedeva perche'
avesse scelto l'Ortodossia, rispondeva citando Dostoevskij: "In Delitto e
castigo c'e' una scena sconcertante: una giovane prostituta legge a un
assassino il Vangelo della resurrezione di Lazzaro. Una prostituta e un
assassino non sono benpensanti, non sono persone che possono vantarsi di
essere virtuose, e sono turbate da un brano del Vangelo. Questo lato
profondamente evangelico dell'Ortodossia e' uno degli aspetti che mi hanno
colpito". Ad affascinarlo e' anche la scoperta che nella spiritualita'
dell'Oriente cristiano non vi e' separazione tra mistica e teologia: "La
teologia diventa essa stessa poesia, diventa canto, musica ed e' vissuta dal
corpo e non soltanto dalla mente o dai sentimenti". Scopre lo stretto legame
tra teologia e liturgia ed e' attratto dalla bellezza dei riti. Da storico,
si dedica allo studio della civilta' bizantina. Nel 1964, pubblica due
libri: Byzance et le christianisme e L'essor du christianisme oriental, in
cui evoca "la Bisanzio spirituale", quella che resta viva anche dopo la
rovina della Bisanzio terrena, "quando le pietre preziose della corona
imperiale erano date in pegno a Venezia e i piatti di stagno, alla corte dei
paleologhi, sostituivano il vasellame d'oro".
Mentre l'impero agonizzava, stretto dalla cristianita' latina da una parte
e, dall'altra, dall'irresistibile marea umana che veniva dall'Asia, Bisanzio
realizzava, secondo Clement, la sintesi maggiore della sua teologia e della
sua spiritualita'. Una sintesi che dopo la caduta dell'impero, dopo la fine
delle speranze di unione con la Chiesa di Occidente alimentate dal Concilio
di Firenze (1439), passera' alla Terza Roma, Mosca, e ai teologi e filosofi
russi.
Nel 1968 avviene l'incontro forse piu' importante. Le edizioni Fayard, che
avevano pubblicato con successo i dialoghi di Jean Guitton con Paolo VI, gli
chiedono di interrogare, per un nuovo libro, il patriarca di Costantinopoli,
Atenagora. Clement va a Istanbul, al Fanar, la residenza del Patriarca.
"Atenagora riceveva tutti, al mattino, fino all'una", mi raccontera' molti
anni dopo. "Ci sono andato, ho fatto la fila, come tutti. Mi sono presentato
e il Patriarca mi ha detto: 'Che cos'e' questa storia del libro di dialoghi
con lei? Non ho ancora deciso. Si fermi, cosi' ci conosciamo'". Clement si
ferma per alcune settimane, accompagna il Patriarca durante le sue visite e
le funzioni nelle chiesette sul Bosforo. "A poco a poco, abbiamo fatto
amicizia. Si e' reso conto che non venivo per questioni di diplomazia
ecclesiastica o per desiderio di potere. Ero li' come un figlio vicino al
padre. Avevo una grande ammirazione per lui, era pur sempre molto piu'
vecchio di me, aveva piu' di ottant'anni e io quarantasei. Atenagora mi
parlava della sua vita e della morte, dei gabbiani che volano dal Mar di
Marmara al Corno d'Oro, mi parlava delle formiche... era affascinato da ogni
manifestazione della natura. E poi mi parlava della gente, della Chiesa che
lo faceva arrabbiare. 'Si', la Chiesa... hanno costruito una macchina...
funziona, funziona, ma non significa piu' niente', diceva. E alla fine,
quando tornavo a casa, cioe' in albergo, scrivevo, annotavo quello che avevo
sentito durante il giorno".
Nascono cosi' i Dialoghi con Atenagora, il capolavoro di Clement, sintesi di
storia e di teologia che ha al suo centro una delle personalita' piu'
affascinanti del XX secolo, artefice del dialogo della carita' con Paolo VI
e uomo di frontiera, un rivoluzionario autentico. Dai Dialoghi (purtroppo,
tradotti solo parzialmente in italiano) emerge il ritratto di un gigante e
di un uomo di grande liberta' interiore. "Il cristianesimo e' la vita in
Cristo", diceva Atenagora. "E il Cristo non si ferma mai alla negazione, al
rifiuto. Siamo noi ad aver caricato l'uomo di tanti fardelli! Gesu' non dice
mai: 'tu non farai', 'non bisogna'. Il cristianesimo non e' fatto di
divieti: esso e' vita, fuoco, creazione, illuminazione".
Prendendo alla lettera il Patriarca, Olivier Clement sviluppa negli anni
successivi la propria "teologia del fuoco" (vedi Riflessioni sull'uomo,
1972). Si confronta con i maestri del sospetto, in particolare con
Nietzsche, di cui prende sul serio le domande espresse nella Gaia scienza:
"Che cosa abbiamo fatto quando abbiamo staccato la terra dal suo sole? Dove
andiamo, lontano da tutti i soli? C'e' ancora un alto e un basso? Non
sentiamo il soffio del vuoto sulla nostra faccia?". Scrive Il volto
interiore (1978), in cui si interroga sul mistero del volto umano e di un
Dio che si e' fatto volto in Gesu'. Sulla scia di Evdokimov, elabora una
personale teologia della bellezza, la bellezza come principale via verso il
risveglio interiore, in cui si ritrova la nostalgia del Paradiso, di un
mondo trasfigurato: una bellezza non parossistica, ma che si rivela nel
silenzio e nella contemplazione. Arte dei volti, l'icona e' la traduzione
visiva di queste intuizioni teologiche, il tentativo di esprimere la
bellezza indicibile del Risorto.
Nelle sue opere, compone progressivamente una "teopoetica del corpo",
sfatando pregiudizi radicati e mostrando, anzi, la centralita' del corpo
nella fede cristiana, contro ogni dualismo platonico tra corpo e spirito. In
Corpo di morte e di gloria (1995), mostra la fecondita' della tensione tra
eros e agape, tra il desiderio e l'amore comunione, citando le parole di
Giovanni Climaco ai monaci: "Che l'eros fisico sia per te un modello nel tuo
desiderio di Dio".
Parallelamente alla ricerca teologica e all'insegnamento, si dedica al
dialogo ecumenico, tessendo amicizie con Frere Roger e la comunita' di
Taize', con il Meeting di Rimini, di cui e' piu' volte ospite, con Enzo
Bianchi e la comunita' di Bose, con Sant'Egidio, con il Centro Aletti di
Roma. Nel 1998, su richiesta di Giovanni Paolo II, scrive le meditazioni per
la Via Crucis al Colosseo: in un linguaggio poetico e di grande densita'
spirituale, si interroga - con accenti dostoevskiani - sul mistero del male
e della morte.
Negli ultimi anni, malato, affida sempre piu' spesso alla forma breve, al
frammento, alla poesia le sue riflessioni, con l'invincibile speranza che
gli viene dalla fede trinitaria e dalle parole del Credo pronunciate nel
giorno del suo battesimo: "Credo nella resurrezione della carne. E ormai
nell'interiorita' dell'uomo, senza fusione ne' separazione;
nell'incandescenza delle cose, senza confusione, per l'eucarestia; nel grido
di Giobbe nella storia: ma Dio stesso si fa Giobbe e lievito di
liberazione".

7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

8. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 942 del 13 settembre 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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