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Legalita' e' umanita'. 30
- Subject: Legalita' e' umanita'. 30
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 6 Sep 2009 15:58:44 +0200
- Importance: Normal
===================== LEGALITA' E' UMANITA' ===================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 30 del 6 settembre 2009 In questo numero: 1. Ne' campi di concentramento, ne' deportazioni, ne' apartheid 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo 4. Cosa fare 5. Giuseppe Culicchia: Il medico che accarezza i clandestini 6. Francesco Mezzapelle: Pescatori di uomini 7. Raffaele Nogaro: L'accoglienza non deve essere mai negata 8. Giulio Vittorangeli: Ripristinare la legalita' costituzionale 9. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in Italia 10. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e soggiorno illegale dei migranti 1. EDITORIALE. NE' CAMPI DI CONCENTRAMENTO, NE' DEPORTAZIONI, NE' APARTHEID Al colpo di stato razzista dei campi di concentramento, delle deportazioni, dell'apartheid occorre opporre la legalita' costituzionale, l'ordinamento democratico, la civilta' giuridica, l'affermazione intransigente della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani. 2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94 Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art. 1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico riferimento a: a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla Costituzione della Repubblica Italiana; b) violazione dei diritti dei bambini; c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione esistenziale; d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui all'art. 10 Cost.; e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3, commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita' e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali dell'ordinamento giuridico vigente. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 4. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione dei carabinieri. Puo' essere anche inviato per posta. Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve recare un indirizzo per ogni comunicazione. * Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre istituzioni statali centrali). Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel capoluogo di provincia). Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu' dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni. * Indirizzi cui inviare gli esposti: Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione. Comunque solitamente: - l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio: procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio: tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e' uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). Quanto alle istituzioni nazionali: - Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour, 00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it - Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187 Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it; sito: www.cortecostituzionale.it - Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370, 00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it - Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito: www.camera.it - Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel. 0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it - Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it; sito: www.csm.it - Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma; fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito: www.quirinale.it Quanto alle istituzioni sovranazionali: - Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047 Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555; sito: www.europarl.europa.eu Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito: http://ec.europa.eu/index_it.htm - Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg (France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito: www.coe.int/DefaultIT.asp - Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters, Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York (Usa); sito: www.un.org * Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata). Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa. * Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani. * Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro. 5. UNA SOLA UMANITA'. GIUSEPPE CULICCHIA: IL MEDICO CHE ACCAREZZA I CLANDESTINI [Dal quotidiano "La Stampa" del 6 settembre 2009 col titolo "Il medico che accarezza i clandestini"] "Noi i guanti non li usiamo. Quando sbarcano, stremati, disidratati, ancora sotto choc, diamo loro una carezza su una guancia, cerchiamo di rassicurarli. Poi, li' sul molo, facciamo una prima visita per capire se le loro condizioni richiedono le cure del pronto soccorso, oppure un ricovero ospedaliero. Molto spesso non ce n'e' bisogno: chi riesce ad arrivare vivo a Lampedusa in realta' ha superato una selezione durissima, fin dalla partenza. Le famiglie, i villaggi, scelgono chi affrontera' il viaggio della speranza per l'Europa tra i membri piu' forti della comunita'. E a parte la disidratazione, i problemi piu' comuni sono le scottature, le ustioni patite durante la traversata. Magari, durante la seconda visita che si fa presso l'ambulatorio del centro di accoglienza, scopriamo i parassiti con cui si e' venuti in contatto mentre si stava pigiati in condizioni igieniche disastrose sulla carretta di turno. Tutto li'. Molti italiani hanno paura di chissa' quali malattie contagiose, e non sanno che la loro paura e' immotivata". Il professor Aldo Morrone, 55 anni, e' sposato e padre di due figli. Dopo aver studiato alla Sapienza si e' specializzato alla North Western University di Boston. Poi e' tornato a Roma, dove oggi e' direttore di un ente dal nome lunghissimo, l'Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti. Nella capitale lavora presso l'Ospedale San Gallicano, votato fin dal 1725 alla cura dei pellegrini, e oggi anche dei poveri. Ma da trent'anni si occupa di immigrazione, e dopo aver aperto ospedali in Africa si e' ritrovato ad accogliere con la sua task force di specialisti in malattie infettive, dermatologi e ginecologhe i disperati che fino all'entrata in vigore dei cosiddetti respingimenti sbarcavano quasi ogni giorno a Lampedusa. "Nel 2008 si sono toccate le 32.000 unita'. Gente sana, nella stragrande maggioranza dei casi: da questo punto di vista e' meglio evitare le carceri libiche. E li' per li' si resta stupiti. Non di rado si tratta di persone partite mesi prima, magari dal Pakistan o dal Bangladesh, e che hanno fatto viaggi durissimi, perlopiu' a piedi. E ci sono molti minori, e donne al settimo, all'ottavo, o perfino al nono mese di gravidanza. Le guardi in volto e vedi quella straordinaria volonta' di far nascere i loro bambini in quella che per loro e' una terra piena di speranza". Tra i tanti bambini giunti in salvo sull'isola, Karim. "Avra' avuto dieci o undici anni. Lo notavi subito, perche' aveva un atteggiamento molto protettivo nei confronti della madre. All'inizio non voleva saperne di parlare. Poi, poco per volta, si e' lasciato un po' andare. Parlava un ottimo inglese. E' cosi' che abbiamo saputo che era fuggito da Asmara con i genitori e il fratello, attraversando l'Eritrea, il Sudan e la Libia. Durante il viaggio prima era morto il padre, poi il fratello. Un poliziotto che l'aveva preso a cuore e lo faceva giocare a pallone un giorno mi ha detto: dottore, guardi Karim, e' il piu' piccolo di tutto il centro di accoglienza, ma sembra il piu' grande". Per i nostri militari il professor Morrone ha parole di stima vera. "Spesso anche loro all'inizio hanno paura di un contagio. Ma noi spieghiamo come stanno le cose. Mi e' rimasto impresso in particolare il caso di un marinaio: con la sua unita' aveva appena salvato circa 200 persone quando una di queste, un uomo, ha avuto un infarto. Bene, questo marinaio ha fatto di tutto per salvarlo, praticandogli anche la respirazione bocca a bocca, e alla fine c'e' riuscito. Non poteva capacitarsi che un uomo sopravvissuto fin li' dovesse morire in quel modo. Sulla motovedetta ci sono state urla di gioia. Ecco, io credo che ragazzi cosi' siano la parte migliore dell'Italia: non possiamo dimenticare quanti nostri connazionali sono sbarcati a Ellis Island per essere tenuti in quarantena. Siciliani, veneti, piemontesi". Alcuni dei volti passati per Lampedusa il professor Morrone li ha poi rivisti a Roma. "Tranne casi eccezionali, sull'isola non si resta piu' di 24 o 48 ore. Pensi che al San Gallicano un giorno mi sono trovato davanti una donna cui avevamo fatto la prima visita sul molo, giudicandola sana. Purtroppo aveva un tumore al seno. Le ho chiesto come fosse possibile che a Lampedusa nessuno se ne fosse accorto, e lei mi ha risposto che al momento di effettuare la seconda visita si era nascosta: aveva paura che per quel tumore l'avremmo rimandata indietro. Non sapeva, poveretta, che proprio il suo male le avrebbe evitato l'espulsione per ragioni umanitarie". A Lampedusa, dice il professor Morrone, e' sbarcato in questi anni appena il 6 o 7% degli immigrati oggi in Italia. Gli altri hanno preso altre rotte. "Ma mi piace pensare che anche Roma e' stata fondata da un profugo, arrivato qui dopo essere fuggito dalla sua citta' in fiamme, il padre sulle spalle e un figlio tenuto per mano". 6. UNA SOLA UMANITA'. FRANCESCO MEZZAPELLE: PESCATORI DI UOMINI [Da "Famiglia cristiana" n. 36 del 6 settembre 2009 col titolo "Pescatori di uomini" e il sommario "Immigrati. Inchiesta tra i marinai di Mazara del Vallo. Hanno salvato centinaia di persone, e continueranno a farlo. Ma lo Stato non li risarcisce e ora temono il reato di favoreggiamento per via della nuova legge"] "Siamo consapevoli dei rischi che corriamo con la nuova legge sulla sicurezza, ma se il barcone con i 73 immigrati avesse incrociato nella sua rotta un peschereccio mazarese certamente adesso non staremmo qui a parlare di cadaveri e tantomeno sarebbe scoppiato un caso diplomatico fra Italia e Malta". E' perentorio Paolo Paliotti, 52 anni, capitano del motopesca "Cesare Rustico" di Mazara del Vallo. Commenta cosi' la polemica scoppiata dopo il soccorso prestato lo scorso 20 agosto da un pattugliatore della Guardia di finanza a cinque eritrei che poi avrebbero raccontato che durante la traversata, di oltre venti giorni, altri 73 boat people sarebbero morti a causa del mancato soccorso di una motovedetta maltese; sul caso sta indagando la Procura di Agrigento che ha annunciato una rogatoria internazionale con Malta per omissione di soccorso. Paliotti e' l'ultimo "angelo del mare", uno di quei capitani coraggiosi che, insieme con i loro equipaggi, si sono reinventati, per innato senso di umanita', in "pescatori di uomini". * Un cimitero sotto il mare Teatro della nuova pesca e' il Canale di Sicilia, sempre piu' un immenso cimitero per migliaia di poveri disgraziati che attirati dal sogno di un mondo migliore e sfuggiti alle persecuzioni in patria, comprano a caro prezzo un viaggio di sola andata a bordo di barconi fatiscenti che salpano quotidianamente durante la bella stagione, nella maggior parte dei casi dalla Libia. Paliotti non e' nuovo a salvataggi: "Gia' due anni fa abbiamo assistito un barcone, assicurandone il passaggio a un'unita' militare. Poi pero' siamo stati chiamati dalle forze dell'ordine per raccontare quanto avvenuto, quasi avessimo commesso un reato". Cosi' lo stesso capitano ricorda quanto avvenuto l'8 aprile di quest'anno. "Quella mattina eravamo impegnati in una battuta di pesca a circa 40 miglia a sud di Lampedusa quando ci siamo trovati sulla rotta un barcone di disperati che stava puntando verso la stessa isola. Il barcone si e' avvicinato al nostro peschereccio ma si e' parzialmente rovesciato con diversi immigrati finiti in acqua nel tentativo di aggrapparsi ai cavi d'acciaio per l'abbordaggio. Sono state due ore di grande panico e molta apprensione per me e il mio equipaggio (composto da quattro italiani e cinque tunisini) impegnato nelle operazioni di trasbordo dal barcone. Una decina di persone sono finite in mare e poi subito recuperate, tranne tre dispersi, una donna e due uomini mai piu' ritrovati". Prosegue il capitano: "Quel giorno ci siamo distrutti dalla fatica, dovevamo contemporaneamente controllare il peschereccio e tirare su le reti per avere una capacita' di movimento e cercare di recuperare il piu' possibile persone in mare. Ho notato che nel tentativo di salire a bordo questi disperati non si preoccupavano gli uni degli altri, avevano paura che noi, una volta issate le reti, saremmo andati via e quindi e' prevalsa in loro la logica del 'si salvi chi puo'', e alla fine chi e' rimasto sotto e' stato inghiottito dal mare in pochi minuti, una cosa da arrizzari li carni". * Il paradosso della legge Sulla nuova normativa che introduce il rischio di essere accusati di favoreggiamento di immigrazione clandestina, capitan Paliotti si dimostra abbastanza perplesso: "La legge, seppur fatta da uomini, non puo' tener conto delle circostanze che si vengono a creare in mare, qui prevale un'altra legge, anche se non scritta, e che obbliga in maniera naturale noi pescatori a non girarci dall'altra parte quando vediamo uomini, di qualunque colore, in balia del mare ma a far tutto il possibile, anche rischiando in prima persona, per salvare delle vite umane. Mi chiedo dove sia il reato. Rifarei quanto ho fatto, e sono certo che la pensano cosi' tutti i pescatori mazaresi". Ma Paliotti aggiunge: «Per quell'intervento abbiamo perso sette ore di lavoro, senza contare il dispendio di gasolio. Il paradosso sapete qual e'? Non solo lo Stato non ci indennizza per farci recuperare quanto perso a causa dell'interruzione dell'attivita' di pesca ma addirittura adotta una legge per la quale rischiamo pure di essere processati". Non e' la prima volta che pescherecci mazaresi si rendono protagonisti di salvataggi di immigrati. Il caso piu' eclatante e' avvenuto nella notte fra il 27 e il 28 novembre scorso, quando cinque motopesca, con un mare in burrasca, salvarono 650 clandestini che stavano tentando la traversata del Canale di Sicilia a bordo di due barconi alla deriva. Di quella notte, un'immagine indimenticabile, e toccante, la porta il capitano del "Ghibli I", Pietro Russo, forse il piu' famoso pescatore di uomini: "La prima a salire a bordo e' stata una bambina di quattro mesi rimasta in mare tre giorni, insieme con la madre. Era avvolta da una coperta. Ho aperto il fagotto e le ho fatto un po' di smorfie. Lei rideva. Un sorriso che non dimentichero' mai. Il dubbio passa immediatamente, altro che rischio di essere processati per favoreggiamento dell'immigrazione". Sulla stessa lunghezza d'onda Nicolo' Lisma, assessore alla Pesca e alle politiche del mare della Provincia di Trapani, mazarese ed ex armatore: "E' naturale che i pescatori mazaresi pur di trarre in salvo delle vite umane mettano a repentaglio la propria vita e rinuncino, nonostante la grave crisi del settore, a parte della battuta di pesca. Risulta invece innaturale che finora a dare un contribuito agli equipaggi sia stato solo l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e non lo Stato. Anzi i pescatori, oltre al danno dell'arresto della battuta di pesca rischiano la beffa di finire davanti ai giudici. La norma va umanizzata". 7. UNA SOLA UMANITA'. RAFFAELE NOGARO: L'ACCOGLIENZA NON DEVE ESSERE MAI NEGATA [Dal quotidiano "La Repubblica" del 4 settembre 2009 col titolo "Gli immigrati e la vergogna" e la nota redazionale "Anticipiamo un brano da Ero straniero e mi avete accolto, un libro-intervista di Raffaele Nogaro, fino al 2008 arcivescovo di Caserta, curato da Orazio La Rocca"] In nome di una fantomatica "sicurezza sociale" si sta costruendo in tutti i paesi dell'Occidente, soprattutto nel nostro, la fabbrica della paura verso tutto cio' che apparentemente puo' ledere la tranquillita' del cittadino. Per questa prospettiva inquietante, gli incriminati di dovere sono l'immigrato e il rom, considerati quasi naturalmente soggetti di reato, portatori di criminalita', origine di violenze. Lo straniero, il diverso e oggi l'immigrato hanno avuto sempre vita difficile da noi. Oggi, pero', si sta formando un'opinione pubblica intollerante nei loro confronti. (...) E' avvilente vedere che nel nostro paese si ripetono episodi di giustizia sommaria, di discriminazione, di esclusione, di vera e propria xenofobia che sconcertano e indignano. Ma che purtroppo avvengono sempre, malgrado le condanne verbali di politici e opinione pubblica. La criminalizzazione dei migranti e' motivo di amarezza e di indignazione per tutti coloro che credono all'uguaglianza originaria e soprattutto all'originaria dignita' dell'uomo. Tutto questo e' frutto di un clima, di un'artefatta e diffusa paura dello straniero che trovano sponda anche in provvedimenti che non aiutano a risolvere i problemi. Prendiamo, ad esempio, la cosiddetta "Direttiva rimpatrio" varata dall'Unione Europea, la carta sui procedimenti e sulle norme per il ritorno immediato dei cittadini extracomunitari che si trovano illegalmente nei paesi europei, Italia compresa. Ebbene, per me questa norma corre il serio rischio di diventare la Direttiva della vergogna perche' comporta la rinuncia ai valori di solidarieta' e di accoglienza che la stessa Europa si vanta di difendere. Questa Direttiva crea una categoria di esseri umani inferiori, quella appunto degli immigrati. (...) La risposta giusta non puo' arrivare da norme come questa e come la conseguente politica dei "respingimenti". Mi pare che in linea generale quando si affrontano queste tematiche non vengono prese in considerazione le cause dei flussi migratori, ne' da parte dei politici, ne' da parte dei gruppi di promozione sociale, ne' da parte degli intellettuali dei paesi interessati. (...) In piu' occasioni, specialmente di fronte a gravi tragedie che hanno colpito immigrati presenti nel nostro paese, ho detto ad alta voce che la legge Bossi-Fini andrebbe cambiata subito perche' offende i diritti della persona. Questa legge, sostanzialmente, contiene articoli che attuano una restrizione massacrante sulle persone che, alla fine, aumenta la clandestinita'. La gente che deve scegliere tra la miseria nel proprio paese e una speranza di vita migliore arrivera' lo stesso e quindi cerchera' in tutti i modi di superare le barriere della legge in nome dell'elementare diritto alla vita, che appartiene a tutta l'umanita'. Ecco quindi che proprio sulla scia della Bossi-Fini c'e' il serio rischio che aumentino i gesti di disperazione. Andrebbe rivisto in modo radicale, non solo in Italia, ma anche in sede internazionale, l'istituto della clandestinita'. Non e' possibile che un uomo sia condannato o perseguitato per principio, solo perche' e' alla ricerca di una speranza di vita. L'accoglienza non deve essere mai negata. 8. UNA SOLA UMANITA'. GIULIO VITTORANGELI: RIPRISTINARE LA LEGALITA' COSTITUZIONALE [Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per questo intervento] "Non possiamo umanamente respingere l'umanita' che si sposta a piedi per traversare il mondo per poi riversarsi da noi. Tutto questo nostro accanirci e' vano, materialmente inutile. Possiamo fare di peggio, inasprirci, incattivirci, trasformare le nostre forze dell'ordine in accaniti persecutori di viaggiatori. Ma invano. Considero la migrazione di milioni di esseri umani l'esempio piu' solenne e piu' grande del nostro tempo". Sono le lucide parole di uno scrittore, decisamente condivisibili, che suonano come dura critica della politica dominante nell'Italia attuale, dove e' scomparso il senso etico-politico dell'indignazione sostituito dal reato di clandestinita' e delle ronde. Lo ripeteremo fino alla noia: la legge n. 94 del 15 luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", rappresenta una palese violazione dei diritti umani. E prigionieri della logica securitaria, e' stata tranquillamente realizzata per legge la privatizzazione dell'ordine pubblico con le cosiddette ronde, quando spetta costituzionalmente solo allo Stato il monopolio e la tutela dell'ordine pubblico. Contro il razzismo, istituzionale e non, si vede finalmente qualche iniziativa anche in ambito politico-istituzionale; e continua l'impegno dei movimenti sociali e politici democratici contro il dilagare del un nuovo razzismo che e', purtroppo, al governo. Sulle forme di resistenza popolare attiva e nonviolenta, come quella degli esposti che chiede l'impegno della magistratura e delle istituzioni contro le incivili e razziste misure legislative, e' fondamentale anche l'impegno di tutti gli enti locali. Valga l'esempio di quanto fatto dal piccolo Comune di Sicignano degli Alburni (circa 3.000 abitanti, il 10% dei quali immigrati), della provincia di Salerno, in cui le ronde sono "categoricamente vietate" grazie a un'ordinanza emessa pochi giorni dopo l'approvazione del cosiddetto "pacchetto sicurezza". "Preso atto - recita l'ordinanza - che il Comune di Sicignano degli Alburni si e' sempre distinto per l'assoluta civilta' dei suoi abitanti, non ha bisogno alcuno ne' di ronde, ne' di delegare a privati l'imprescindibile funzione di tutela della convivenza civile, si vieta per l'intero territorio comunale ogni e qualsivoglia ricorso alle ronde e si stabilisce che ogni violazione della presente ordinanza sara' punita a norma di legge". L'ordinanza e' stata approvata assieme ad altre due delibere che stabiliscono che le tasse imposte agli immigrati dalla nuova legge per la richiesta o il rinnovo del permesso di soggiorno o l'acquisizione della cittadinanza, saranno a carico della giunta comunale. "Faccio appello agli altri sindaci perche' facciano la stessa cosa" ha detto Alfonso Amato, sindaco del Comune di Sicignano, per il quale il reato di immigrazione clandestina introdotto dalla legge "e' un'offesa alla cultura giuridica del nostro paese. Pensare di incriminare una persona perche' e' nata in Africa invece che in Italia, e' una bestialita'. E' fascismo, e' un ritorno al 1938". Il riferimento alla vicenda storica del 1938 e' piu' che motivato. Certo, alla luce dell'attuale situazione, non c'e' automatismo di equazione fra il regime imposto dal "Piccolo Cesare" e il fascismo, anche se piu' passa il tempo piu' trasparenti diventano certe parentele che non avremmo voluto vedere. Non e' solo la questione immigrazione, che pure resta la misura piu' evidente del nostro abbrutimento con i barconi ferocemente respinti, ma e' l'intero impianto della nostra fragile democrazia che e' sotto assedio, ad iniziare dallo stravolgimento quotidiano (per la verita', non solo opera del "Piccolo Cesare" e della sua parte politica) del dettato costituzionale. Come non ricordare l'articolo 11 della Costituzione, che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti internazionali, mentre l'Italia e' direttamente impegnati nella guerra in Afghanistan, con i bombardamenti sul territorio che quotidianamente uccidono inermi civili. Tutti concordano nel sostenere che i massacri dei civili aiutano solo i talebani, pochissimi ricordano che ogni civile afgano ucciso dalle forze Nato e' anche nostra responsabilita' diretta. Ripristinare la legalita' costituzionale, contro lo smantellamento del welfare, la guerra e la gestione razzista delle migrazioni, contro la forma di governo che va pericolosamente prendendo corpo, autoritaria e oligarchica (ricorda il progetto piduista), e' la sola possibilita' per un riscatto sociale basato sul quel modello inclusivo ed egualitario al quale si sono ispirati i nostri costituenti. 9. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEGLI INTELLETTUALI CONTRO IL RITORNO DELLE LEGGI RAZZIALI IN ITALIA Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una straordinaria influenza sulla intera societa' europea, dal Rinascimento italiano al fascismo. Non sempre sono state pero' conosciute in tempo. In questo momento c'e' una grande attenzione sui giornali europei per alcuni aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, pero', un dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si riuscira' ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell'Europa e di far arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero. Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si vedevano dai tempi delle leggi razziali. E' stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non piu' gli ebrei bensi' la popolazione degli immigrati "irregolari", che conta centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti. Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalita', l'esercizio di un diritto fondamentale quale e' quello di contrarre matrimonio senza vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani. Con una norma ancora piu' lesiva della dignita' e della stessa qualita' umana, e' stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarita' amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere "irregolari" diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri e messi nelle mani dello Stato. Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei loro figli, ne' le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro bambini da parte dello Stato. Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravita' di queste misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune umanita'. L'Europa non puo' ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi internazionali e i principi garantisti e di civilta' giuridica su cui si basa la stessa costruzione politica europea. E' interesse e onore di tutti noi europei che cio' non accada. La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa. A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la propria opposizione. Roma, 29 giugno 2009 Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio 10. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEI GIURISTI CONTRO L'INTRODUZIONE DEI REATI DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE DEI MIGRANTI Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie innovazioni che suscitano rilievi critici. In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e presenta molteplici profili di illegittimita' costituzionale. La norma e', anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiche' la sua sfera applicativa e' destinata a sovrapporsi integralmente a quella dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata, nel rispetto del principio di proporzionalita', solo in mancanza di altri strumenti idonei al raggiungimento dello scopo. Ne' un fondamento giustificativo del nuovo reato puo' essere individuato sulla base di una presunta pericolosita' sociale della condizione del migrante irregolare: la Corte Costituzionale (sent. 78 del 2007) ha infatti gia' escluso che la condizione di mera irregolarita' dello straniero sia sintomatica di una pericolosita' sociale dello stesso, sicche' la criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si rivela anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo. L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non rappresentano, di per se', fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale, ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia penale, in base alla quale si puo' essere puniti solo per fatti materiali. L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme di ineffettivita' del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di ulteriori processi privi di reale utilita' sociale e condannato per cio' alla paralisi. Ne' questo effetto sarebbe scongiurato dalla attribuzione della relativa cognizione al giudice di pace (con alterazione degli attuali criteri di ripartizione della competenza tra magistratura professionale e magistratura onoraria e snaturamento della fisionomia di quest'ultima): da un lato perche' la paralisi non e' meno grave se investe il settore di giurisdizione del giudice di pace, dall'altro per le ricadute sul sistema complessivo delle impugnazioni, gia' in grave sofferenza. Rientra certo tra i compiti delle istituzioni pubbliche "regolare la materia dell'immigrazione, in correlazione ai molteplici interessi pubblici da essa coinvolti ed ai gravi problemi connessi a flussi migratori incontrollati" (Corte Cost., sent. n. 5 del 2004), ma nell'adempimento di tali compiti il legislatore deve attenersi alla rigorosa osservanza dei principi fondamentali del sistema penale e, ferma restando la sfera di discrezionalita' che gli compete, deve orientare la sua azione a canoni di razionalita' finalistica. "Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le societa' piu' avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, si' che (...) non si puo' non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o anche soltanto tentazioni, volte a 'nascondere' la miseria e a considerare le persone in condizioni di poverta' come pericolose e colpevoli". Le parole con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimita' del reato di "mendicita'" di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995) offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla Costituzione a tutte le persone. 25 giugno 2009 Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia, Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi, Stefano Rodota', Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo Zagrebelsky ===================== LEGALITA' E' UMANITA' ===================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 30 del 6 settembre 2009 Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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