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Minime. 896
- Subject: Minime. 896
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 29 Jul 2009 00:51:24 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 896 del 29 luglio 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Peppe Sini: Tre domande ai prominenti sedicenti pacifisti prostituitisi alla guerra 2. Luciano Bonfrate: L'attento osservatore, il fosco speglio 3. Una proposta urgente 4. Modello di lettera al Presidente del Senato della Repubblica ed al Presidente della Camera dei Deputati 5. Modello di ordine del giorno da proporre all'approvazione delle assemblee elettive (Comuni, Province, Regioni, etc.) 6. Un appello di alcuni intellettuali per un comitato di salute pubblica contro il razzismo 7. Appello al Presidente della Repubblica contro il colpo di stato razzista 8. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in Italia 9. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e soggiorno illegale dei migranti 10. Appello al Presidente della Repubblica di varie associazioni ed organizzazioni per i diritti dei bambini 11. Marina Forti: G8, l'inganno sul clima 12. Stefano Garzonio ricorda Larisa Stepanova 13. Riletture: Eustachio Paolo Lamanna, La religione nella vita dello spirito 14. Riedizioni: Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Lezioni sulla storia della filosofia. Lineamenti di filosofia del diritto 15. Riedizioni: Nicolas Malebranche, La ricerca della verita' 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento 17. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. PEPPE SINI: TRE DOMANDE AI PROMINENTI SEDICENTI PACIFISTI PROSTITUITISI ALLA GUERRA Ai prominenti sedicenti pacifisti da parata e di carriera che dal 2006 si sono prostituiti alla guerra per qualche miserabile prebenda dal governo assassino di allora, queste domande porre vorremmo. Quante altre migliaia di ferimenti, mutilazioni e uccisioni ci devono essere in Afghanistan perche' vi decidiate a dire una parola contro la guerra? Quante altre migliaia di ferimenti, mutilazioni e uccisioni ci devono essere in Afghanistan perche' vi decidiate a riconoscere che l'art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana proibisce la partecipazione italiana a quella guerra? Quante altre migliaia di ferimenti, mutilazioni e uccisioni ci devono essere in Afghanistan perche' vi decidiate ad opporvi alla politica criminale dell'attuale governo golpista e razzista della guerra e dell'apartheid? * Solo la pace salva le vite. Sempre la guerra dell'umanita' e' nemica. 2. UNA SOLA UMANITA'. LUCIANO BONFRATE: L'ATTENTO OSSERVATORE, IL FOSCO SPEGLIO Quando rifiutarono il diritto di voto solo perche' era nato lontano a chi vive qui e paga le tasse e lavora duramente dissero i prominenti: bazzecole. Quando riaprirono i campi di concentramento con la legge Turco-Napolitano dissero i prominenti: quisquilie. In quei campi gia' troppi sono morti. Poi con la legge Bossi-Fini fu stabilito che gli esseri umani potessero muoversi solo se un padrone fischiava loro come fossero cani. Poi si passo' alle deportazioni. Alle deportazioni si passo'. Chi era sfuggito alle stragi e agli aguzzini nelle mani degli aguzzini di nuovo era gettato. Infine l'apartheid, la caccia all'uomo. E le squadre fasciste per mantenere l'ordine costituito delle camicie brune. E tu guardavi e stavi sempre zitto? 3. UNA SOLA UMANITA'. UNA PROPOSTA URGENTE Proponiamo alle lettrici ed ai lettori di: a) scrivere ai Presidenti di Camera e Senato una lettera con la richiesta che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica; b) scrivere a tutti i parlamentari antinazisti affinche' sostengano questa richiesta; c) scrivere a tutti gli enti locali affinche' formulino anch'essi questa richiesta; d) scrivere a tutti i mass-media affinche' ne diano almeno notizia; e) scrivere a persone di volonta' buona, associazioni democratiche ed istituzioni fedeli alla Costituzione affinche' si associno alla richiesta. * Per chi volesse scrivere via posta elettronica gli indirizzi e-mail di tutti i parlamentari (compresi i Presidenti delle Camere) sono cosi' composti: a) per i deputati: cognome_inizialedelnome at camera.it e per fare un esempio l'indirizzo di un eventuale on. Mario Rossi sarebbe rossi_m at camera.it b) per i senatori: cognome_inizialedelnome at posta.senato.it e per fare un esempio l'indirizzo di un eventuale sen. Mario Rossi sarebbe rossi_m at posta.senato.it Ai Presidenti dei due rami del parlamenti si puo' scrivere anche attraverso i siti di Camera e Senato. 4. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI LETTERA AL PRESIDENTE DEL SENATO DELLA REPUBBLICA ED AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI Al Presidente del Senato della Repubblica Al Presidente della Camera dei Deputati Signori Presidenti dei due rami del Parlamento, il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2 luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza". Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita, energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i principi della civilta' giuridica. Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori, principi e criteri della civilta' umana, con la presente siamo a richiedere che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica. Distinti saluti, firma luogo e data indirizzo completo del mittente 5. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ORDINE DEL GIORNO DA PROPORRE ALL'APPROVAZIONE DELLE ASSEMBLEE ELETTIVE (COMUNI, PROVINCE, REGIONI, ETC.) Il Consiglio ... di ..., premesso che il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2 luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza". Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita, energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i principi della civilta' giuridica. Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori, principi e criteri della civilta' umana, chiede al Presidente del Senato della Repubblica ed al Presidente della Camera dei Deputati che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica. Da' mandato al proprio presidente di trasmettere il presente ordine del giorno al Presidente del Senato della Repubblica, al Presidente della Camera dei Deputati e per opporuna conoscenza al Presidente della Repubblica, e di renderlo noto alla popolazione attraverso i mezzi d'informazione e nelle altre forme abitualmente usate per comunicare ai cittadini le deliberazioni del Consiglio. 6. UNA SOLA UMANITA'. UN APPELLO DI ALCUNI INTELLETTUALI PER UN COMITATO DI SALUTE PUBBLICA CONTRO IL RAZZISMO [Dal quotidiano "Il manifesto" del 26 luglio 2009 col titolo "Un comitato di salute pubblica contro il razzismo"] L'Europa e l'Italia sono forse tornate, pur nella diversita' dei tempi e dei modi, ai sintomi della crisi culturale e politica che tra le due guerre mondiali del Novecento partoriva il fascismo e il nazismo. E l'Italia, ancora una volta, si incammina per prima sulla strada di un razzismo che, nel secolo scorso, ha gia' funestato l'Europa. Ciascuno di noi coltiva le proprie idee di societa' e di convivenza civile, alcuni con scelte politiche maturate o sofferte, ma tutti riteniamo che non sia possibile un confronto tra idealita' e tradizioni politico-culturali diverse o anche opposte, nell'irrinunciabile agone democratico, se i movimenti sociali e politici democratici non trovino in un comune denominatore antirazzista, non una tregua che sospenda le loro divergenze polemiche e financo pugnaci, ma una comune e pacifica ribellione contro il dilagare di un nuovo razzismo che in Europa e' una crescente minaccia e in Italia e', purtroppo, una forza di governo. Pur nelle nostre legittime e anzi doverose divergenze ideali e programmatiche, avvertiamo l'urgenza di quel fronte comune ("fronte", come metafora bellica, e' la parola giusta, non "blocco" e neppure "alleanza") per una resistenza attiva e nonviolenta, e percio' ci sembra di poter prendere in parola i nuovi orientamenti di alcuni partiti non certo estremisti. Non soltanto del Partito democratico e della sua non vanificabile memoria storica, ma anche dell'Italia dei valori che, per bocca di suoi autorevoli esponenti, preanuncia un nuovo corso non rinserrato nel cosiddetto giustizialismo, anche dei radicali, il cui j'accuse puo' rivolgersi, piu' che alla partitocrazia, al monopartitismo mediatico quasi perfetto, e del forse nascente Partito della nazione (ora Udc) che, nelle sue rivendicate radici degasperiane, non vorra' certo sottrarsi alla comune difesa della Costituzione repubblicana, nata dalla Resistenza antifascista in un clima di unita' nazionale come stato di eccezione non lesivo, in quegli anni, della liberta' conquistata ne' del nuovo civile conflitto sociale e politico, lievito della stessa nostra rinnovata democrazia. Non possiamo indugiare dopo la definitiva approvazione, in Senato, del "pacchetto sicurezza", ossia di un vulnus ai diritti umani che non era venuto neppure dalla legislazione fascista e che ha fatto sollevare al Capo dello Stato osservazioni non di poco conto. Proponiamo che tutti i partiti democratici antifascisti e antirazzisti diano vita a una sorta di Comitato di salute pubblica per difendere e rivitalizzare la nostra Costituzione repubblicana; per l'ascolto non formale delle esortazioni rivolte al paese, in circostanze diverse, dall'attuale Presidente della Repubblica nel suo farsi garante dei diritti uguali di tutte le idee, le confessioni o le forze politiche e sociali; per l'abrogazione immediata del monopartitismo mediatico e dei limiti alla giustizia, a beneficio delle alte cariche dello Stato, instaurati da un voto maggioritario sotto la parvenza di un consenso accordato dai cittadini. Proponiamo che, con un'ingiunzione popolare nonviolenta, il Comitato di salute pubblica obblighi moralmente il Parlamento e il governo a dichiarare nulle le recenti piu' incivili misure legislative, a porre sotto diretto controllo democratico il monopolio privato dell'informazione, infine a chiedere una nuova legge elettorale senza premi di maggioranza, in base alla regola costituzionale, e di diritto universale, che vuol garantiti a "ogni testa un voto" e una proporzionale rappresentanza a tutti i partiti che, nel loro programma, difendano interessi pur giudicati di parte, ma in quanto si dichiarino abilitati a confluire in una volonta' generale. Chiediamo che i destinatari di questo appello, movimenti o associazioni o partiti, si incontrino dove e come preferiscano per valutare la nostra umile ma accorata proposta e, ci auguriamo, si incontrino per concordare i modi di un'urgente e ferma azione comune a difesa dei diritti umani universali, dell'uguaglianza nella dignita' di tutte le persone, dei valori cristiani condivisi anche da chi proviene da una cultura laica o illuministica e da chi, come ha sapientemente riaffermato Obama nell'Universita' del Cairo, segue una diversa religione monoteistica. Primi firmatari: Giuseppe Prestipino, Luigi Ferrajoli, Gianni Ferrara, Franco Argada, Giorgio Baratta, Sergio Caserta, Jose' Luiz Del Roio, Piero Di Siena, Guido Liguori, Roberto Mapelli, Emilio Molinari, Raul Mordenti, Grazia Paoletti, Adriano Podesta', Mimmo Porcaro, Giorgio Riolo, Annamaria Rivera, Luis Tagliaferro 7. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CONTRO IL COLPO DI STATO RAZZISTA Il colpo di stato razzista compiuto dal governo Berlusconi con la complicita' di una asservita maggioranza parlamentare puo' e deve essere respinto. E' nei poteri del Presidente della Repubblica rifiutare di avallare l'introduzione nel corpus legislativo di misure palesemente in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, palesemente criminali e criminogene, palesemente razziste ed incompatibili con l'ordinamento giuridico della Repubblica. Al Presidente della Repubblica in prima istanza facciamo ora appello affinche' non ratifichi un deliberato illegale ed eversivo che viola i fondamenti stessi dello stato di diritto e della civilta' giuridica, che viola i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana. Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 2 luglio 2009 8. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEGLI INTELLETTUALI CONTRO IL RITORNO DELLE LEGGI RAZZIALI IN ITALIA Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una straordinaria influenza sulla intera societa' europea, dal Rinascimento italiano al fascismo. Non sempre sono state pero' conosciute in tempo. In questo momento c'e' una grande attenzione sui giornali europei per alcuni aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, pero', un dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si riuscira' ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell'Europa e di far arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero. Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si vedevano dai tempi delle leggi razziali. E' stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non piu' gli ebrei bensi' la popolazione degli immigrati "irregolari", che conta centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti. Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalita', l'esercizio di un diritto fondamentale quale e' quello di contrarre matrimonio senza vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani. Con una norma ancora piu' lesiva della dignita' e della stessa qualita' umana, e' stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarita' amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere "irregolari" diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri e messi nelle mani dello Stato. Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei loro figli, ne' le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro bambini da parte dello Stato. Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravita' di queste misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune umanita'. L'Europa non puo' ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi internazionali e i principi garantisti e di civilta' giuridica su cui si basa la stessa costruzione politica europea. E' interesse e onore di tutti noi europei che cio' non accada. La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa. A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la propria opposizione. Roma, 29 giugno 2009 Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio 9. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEI GIURISTI CONTRO L'INTRODUZIONE DEI REATI DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE DEI MIGRANTI Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie innovazioni che suscitano rilievi critici. In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e presenta molteplici profili di illegittimita' costituzionale. La norma e', anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiche' la sua sfera applicativa e' destinata a sovrapporsi integralmente a quella dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata, nel rispetto del principio di proporzionalita', solo in mancanza di altri strumenti idonei al raggiungimento dello scopo. Ne' un fondamento giustificativo del nuovo reato puo' essere individuato sulla base di una presunta pericolosita' sociale della condizione del migrante irregolare: la Corte Costituzionale (sent. 78 del 2007) ha infatti gia' escluso che la condizione di mera irregolarita' dello straniero sia sintomatica di una pericolosita' sociale dello stesso, sicche' la criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si rivela anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo. L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non rappresentano, di per se', fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale, ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia penale, in base alla quale si puo' essere puniti solo per fatti materiali. L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme di ineffettivita' del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di ulteriori processi privi di reale utilita' sociale e condannato per cio' alla paralisi. Ne' questo effetto sarebbe scongiurato dalla attribuzione della relativa cognizione al giudice di pace (con alterazione degli attuali criteri di ripartizione della competenza tra magistratura professionale e magistratura onoraria e snaturamento della fisionomia di quest'ultima): da un lato perche' la paralisi non e' meno grave se investe il settore di giurisdizione del giudice di pace, dall'altro per le ricadute sul sistema complessivo delle impugnazioni, gia' in grave sofferenza. Rientra certo tra i compiti delle istituzioni pubbliche "regolare la materia dell'immigrazione, in correlazione ai molteplici interessi pubblici da essa coinvolti ed ai gravi problemi connessi a flussi migratori incontrollati" (Corte Cost., sent. n. 5 del 2004), ma nell'adempimento di tali compiti il legislatore deve attenersi alla rigorosa osservanza dei principi fondamentali del sistema penale e, ferma restando la sfera di discrezionalita' che gli compete, deve orientare la sua azione a canoni di razionalita' finalistica. "Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le societa' piu' avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, si' che (...) non si puo' non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o anche soltanto tentazioni, volte a 'nascondere' la miseria e a considerare le persone in condizioni di poverta' come pericolose e colpevoli". Le parole con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimita' del reato di "mendicita'" di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995) offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla Costituzione a tutte le persone. 25 giugno 2009 Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia, Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi, Stefano Rodota', Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo Zagrebelsky 10. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI VARIE ASSOCIAZIONI ED ORGANIZZAZIONI PER I DIRITTI DEI BAMBINI Torino, 14 luglio 2009 Egregio signor Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con la presente lettera desideriamo manifestarLe la nostra profonda preoccupazione rispetto alle conseguenze che il Ddl 733 "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", approvato al Senato in via definitiva il 2 luglio u. s., avra' sulla vita delle famiglie e dei bambini e dei ragazzi di origine straniera che vivono in Italia. Le nostre associazioni e organizzazioni, impegnate quotidianamente per la tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, non possono che esprimere il loro profondo disaccordo per una legge che prevede norme che riteniamo non conformi con alcuni fondamentali diritti sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza che l'Italia si e' impegnata a rispettare. A nostro avviso, saranno molto gravi gli effetti del previsto reato di clandestinita' che spingera', di fatto, la popolazione straniera, oggetto del provvedimento, a non avere alcun contatto con le istituzioni ne' con alcun tipo di servizio pubblico, relegando alla marginalita' non solo gli adulti ma anche i loro figli, rendendo la loro presenza assolutamente invisibile con conseguenze sociali gravi e difficilmente prevedibili. La conseguente esclusione dai servizi scolastici e sociali cosi' come dalle prestazioni sanitarie, per il timore di un genitore di essere segnalato all'autorita', viola diritti fondamentali dei bambini e dei ragazzi quali il diritto all'istruzione e alle cure sanitarie. Mentre e' obbligo dello Stato - uno Stato responsabile di fronte ai propri doveri - riconoscere a tutti i minorenni pari trattamento senza alcuna discriminazione. Serissime saranno altresi' le conseguenze della mancata registrazione alla nascita dei nati da genitori "irregolari", in aperta violazione del diritto fondamentale ad un nome, previsto dalla Convenzione, nonche' notevoli gli ostacoli che i minori stranieri non accompagnati arrivati da adolescenti in Italia incontreranno al compimento della maggiore eta', non potendo di fatto regolarizzare la loro permanenza nel nostro Paese. Quanto sopra indicato rappresenta solo alcune delle gravi situazioni che dovranno affrontare, per il semplice fatto di non essere italiani, i minorenni di origine straniera in conseguenza dell'attuazione di queste norme previste a tutela della sicurezza pubblica. Il perseguimento della sicurezza, motivo e oggetto della legge, e' di fondamentale importanza per la crescita e lo sviluppo dei bambini e degli adolescenti e soprattutto per essi deve essere strumento di garanzia ai fini dell'esercizio di tutti i diritti che la Convenzione riconosce loro. Occorre pero' riflettere sull'accezione del termine: sicurezza, per chi lavora per i diritti, significa sicurezza sociale, ottenuta attraverso politiche inclusive e la promozione di una cultura dei diritti umani. Certi del Suo impegno a favore dei diritti umani, ci appelliamo a Lei affinche' siano adeguatamente valutati i profili di legittimita' della nuova normativa e di conformita' alle norme internazionali nonche' i gravi effetti negativi che si produrrebbero sulle famiglie e sui minori di origine straniera presenti in Italia. Associazioni e Organizzazioni che aderiscono: Ai.Bi. - Associazione Amici dei Bambini Aimmf - Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia Alisei, Societa' Cooperativa Sociale Anfaa - Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie Arciragazzi nazionale Asgi - Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione Associazione Antigone onlus Associazione Culturale Pediatri Associazione Ibfan Italia Onlus Associazione Nessun luogo e' lontano Associazione Progetto Diritti Batya - Associazione per l'accoglienza, l'affidamento e l'adozione onlus Cgil Ciai - Centro Italiano Aiuti all'Infanzia Cidis Onlus - Centro di Informazione, Documentazione ed Iniziativa per lo Sviluppo Cnca - Coordinamento nazionale comunita' di accoglienza Coordinamento Italiano per il Diritto degli Stranieri a Vivere in Famiglia onlus Commissione Minori dell'Associazione Nazionale Magistrati Defence for Children International Italia Fondazione Terre des hommes Italia onlus Ifs - Istituto Fernando Santi La Gabbianella Coordinamento per il Sostegno a distanza onlus Legambiente Mais - Movimento per l'autosviluppo, l'interscambio e la solidarieta' Save the Children Italia Servizio Legale Immigrati onlus Sos Villaggi dei Bambini onlus Vis - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo 11. TERRA. MARINA FORTI: G8, L'INGANNO SUL CLIMA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 9 luglio 2009 col titolo "G8, l'inganno sul clima"] Curioso come le parole possono ingannare. "Il gruppo delle otto maggiori economie hanno concordato che l'aumento della temperatura globale non dovra' eccedere o 2 gradi Celsius", riferivano ieri le agenzie dall'Aquila, dove si teneva il vertice del G8 (che oggi si allarga al "Mef", forum delle maggiori economie, di cui fanno parte paesi ormai decisivi come Cina, India, Brasile, Messico). Molti notiziari italiani hanno tradotto con la frase "il G8 ha raggiunto un accordo sul clima". Falso. Cioe': vero, in apparenza, perche' gli Otto hanno concordato una frase da mettere nel loro comunicato finale su questo che e' considerato uno dei principali temi in agenda. La dichiarazione finale dunque dira' che le otto maggiori economie del mondo vogliono fare in modo che la temperatura globale non aumenti piu' di quella soglia (2 gradi Celsius rispetto al livello precedente la Rivoluzione industriale) che il Comitato scientifico delle Nazioni Unite sul clima (Ipcc) considera la soglia indispensabile a evitare la catastrofe ambientale. Guardiamo il lato buono delle cose: questo e' il primo G8 in cui gli Stati Uniti sono rappresentati dall'amministrazione Obama, che ha dato una svolta drastica alla politica americana del clima rispetto al predecessore Bush, e finalmente fa propria la raccomandazione dell'Onu. A ben guardare pero' quella frase nel comunicato finale sara' ben poca cosa, e la realta' e' che all'Aquila c'e' invece un forte disaccordo. Il punto e': come si evita che la temperatura globale salga piu' di quel certo limite? La risposta sta nella capacita' di diminuire le emissioni di anidride carbonica e altri gas "di serra" (quindi nelle politiche energetiche, consumo di petrolio e di altri combustibili fossili, sviluppo industriale, consumi, agricoltura, foreste e cosi' via). Qui pero' il vero soggetto non e' il G8 ma le 16 nazioni del "Major economies forum", che insieme producono circa l'80% delle emissioni di gas di serra del pianeta. Martedi' a Roma il Mef ha tenuto un incontro preliminare e oggi si riunisce all'Aquila. Tutta la questione era se includere nella dichiarazione dell'Aquila un formale impegno: la proposta sostenuta da diversi paesi industrializzati era dimezzare le emissioni di gas di serra entro il 2050. Qui l'accordo non c'e': Cina e India si sono opposte a indicare un obiettivo a meta' secolo se prima i paesi industrializzati non si impegnano a tagliare le loro emissioni al 2020, e anche a definire piani per aiutare le nazioni in via di sviluppo a finanziare le misure urgenti per affrontare i disordini climatici ormai incombenti - aumento di alluvioni, ondate di caldo, siccita', aumento del livello dei mari, che tra l'altri colpiscono in modo sporporzionato proprio loro. Spiegava il negoziatore indiano Dinesh Patnaik all'agenzia Reuter: "Per un obiettivo a lungo termine ci deve essere un obiettivo credibile a medio termine". I paesi in via di sviluppo chiedono che quelli ricchi taglino a medio termine almeno il 40% delle loro emissioni: "senza un'indicazione precisa sul medio termine, e senza finanze e tecnologie, i paesi in via di sviluppo non possono accettare obiettivi a lungo", dice Patnaik. Ma tutto questo significa che l'Aquila non avra' portato nessun passo avanti in vista del vertice mondiale sul clima previsto a fine anno a Copenhagen, dove e' in gioco un accordo globale che sostituisca quello di Kyoto. I negoziatori non si aspettano veri passi avanti prima del G20, in settembre negli Usa. 12. LUTTI. STEFANO GARZONIO RICORDA LARISA STEPANOVA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 26 luglio 2009 col titolo "Addio all'italianista Stepanova"] E' morta a San Pietroburgo Larisa Stepanova, italianista e traduttrice, nota per i suoi contributi scientifici e l'assidua opera di diffusione della nostra cultura letteraria e linguistica in Russia. Nel corso dei decenni l'italianista pietroburghese, autrice di importanti lavori (su tutti Il pensiero linguistico italiano dei secoli XIV-XVI, San Pietroburgo, 2000), ha collaborato con molti studiosi italiani anche nell'ambito degli studi comparati, come mostrano i suoi saggi, spesso legati alla fruttuosa sinergia con il marito, Georgij Levinton, specialista di folclore e poesia russa del Novecento. Consistente la ricerca della Stepanova negli archivi, come mostra il recentissimo Leggere la grammatica. Le postille inedite al trattato di Pietro Bembo "Prose della volgar lingua", uscito a Pietroburgo nel 2005. Fra le traduzioni di scrittori italiani, infine, da segnalare la versione di Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi. Accanto a tutto cio' mi sia permesso di ricordare con grande rimpianto la leggerezza e la profondita' intellettuale di Larisa Stepanova, la sua acutezza nella lettura linguistica e concettuale del testo letterario, la sua appassionata militanza letteraria, che ha permesso a molti italiani, addetti ai lavori o semplici amanti delle lettere, di accostarsi alla letteratura russa, specie alla poesia pietroburghese, in una prospettiva pienamente conscia dello stretto legame spirituale che lega la cultura russa alla cultura italiana. 13. RILETTURE. EUSTACHIO PAOLO LAMANNA: LA RELIGIONE NELLA VITA DELLO SPIRITO Eustachio Paolo Lamanna, La religione nella vita dello spirito, "Cultura filosofica", 1914, Le Monnier, Firenze 1967, pp. XVI + 560. Una solida monografia che cent'anni dopo ancora appassiona e convoca alla riflessione, alla discussione, alla ricerca. Questa seconda edizione e' a cura di Domenico Pesce e Angelo Scivoletto, autori rispettivamente dell'introduzione e dell'appendice. Perche' mi sembra che cent'anni fa sapevasi ancora scrivere ed oggi non piu'? E perche' mi pare che aver perso Lamanna come educatore sia perdita grave per le scuole nostre? Dacche' quel suo scolastico manuale, e gli altrui consimili della medesima e di altre materie ancora di quando eravam giovinetti, non trovano equivalenti nelle sempre piu' affrettate e confuse e distratte da mille sirene mercanzie librarie per la scuola che oggi corron per le mani - e restano sui banchi non intonse solo perche' di tagliacarte non fa piu' mestieri munirsi. E se dalla nostalgia temporis acti si passa a considerare quest'opera propriamente, e il suo tema, e il suo stile e il suo interrogarci, ebbene, allora ancora essa ci affascina e rischiara e convoca a quel convivio in cui le menti, le anime si nutrono. Cosi' diceva Annibale Scarpante ieri notte all'osteria affocata di Iaiotto, e non diceva male a mio vedere. 14. RIEDIZIONI. GEORG WILHELM FRIEDRICH HEGEL: LEZIONI SULLA STORIA DELLA FILOSOFIA. LINEAMENTI DI FILOSOFIA DEL DIRITTO Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Lezioni sulla storia della filosofia. Lineamenti di filosofia del diritto, Laterza, Roma-Bari 2009 e 1987, 1999, Mondadori, Milano 2009, pp. LX + 1032, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori). Le Lezioni a cura di Roberto Bordoli (e in appendice le Introduzioni secondo i manoscritti del 1820 e del 1823), i Lineamenti a cura di Giuliano Marini (e con le Aggiunte redatte da Eduard Gans). Il filosofo bombastico, l'onnisaccente, il pensatore della rivoluzione e della reazione e dell'infinito capitombolare loro in sistema e dialettica - dialettica e sistema l'un contro l'altro armati, il sodale ed opposto di Hoelderlin, il William Wilson di se stesso: tutto questo possiamo concederlo senza esitare. Eppure ogni volta che leggi Hegel, fatta la tara a cio' che e' caduco (ad esempio nelle lezioni di filosofia le paginette di orecchiate pappagallesche scempiaggini sul pensiero cinese), e disposto l'animo all'inesorabile prolissita' da professor tedesco di filosofia della professorale filosofia todesca, ed accettate le regole del gioco del castello di carte e degli acrobatici volteggi del pensiero e dello scacchistico configurarsi del mondo nella mente, davvero senti razionale e reale squadernarsi, e colluttare ancora. 15. RIEDIZIONI. NICOLAS MALEBRANCHE: LA RICERCA DELLA VERITA' Nicolas Malebranche, La ricerca della verita', Laterza, Roma-Bari 1983, 2007, Mondadori, Milano 2009, pp. XLVIII + 730, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori). Ah, questo buon Malebranche, eccome se la sapeva lunga. Prendi ad esempio quest'opera: la consiglieremmo ancora a chiunque volesse avere il piacere di leggere come si filosofava una volta, quando si sapeva ancora vedere l'intero e si sapeva articolare il discorso. E chi di Malebranche avesse solo un'immaginetta macchiettistica, fumettistica - o devozionale -, ebbene, si decida a diventare adulto e leggerlo davvero. A cura di Maria Garin, con un'introduzione di Eugenio Garin, e una nota alla nuova edizione di Emanuela Scribano. 16. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'opp ressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 17. PER SAPERNE DI PIU' Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 896 del 29 luglio 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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