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La dignita' contro il razzismo
- Subject: La dignita' contro il razzismo
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Tue, 28 Jul 2009 13:54:07 +0200
- Importance: Normal
============================== LA DIGNITA' CONTRO IL RAZZISMO ============================== Supplemento straordinario de "La nonviolenza e' in cammino" del 28 luglio 2009 1. Pubblicata sulla "Gazzetta ufficiale" l'illegale pseudolegge che reca le incostituzionali ed antigiuridiche misure razziste e squadriste 2. Peppe Sini: Qualcosa di sordido e perverso 3. Una proposta urgente 4. Modello di lettera al Presidente del Senato della Repubblica ed al Presidente della Camera dei Deputati 5. Modello di ordine del giorno da proporre all'approvazione delle assemblee elettive (Comuni, Province, Regioni, etc.) 6. Lettera del 15 luglio 2009 del Presidente della Repubblica al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai Presidenti di Camera e Senato 7. "Famiglia cristiana": Incostituzionale discriminazione 8. "Stranieri in Italia": Il Commissario europeo Barrot denuncia l'illegalita' delle deportazioni 1. DOCUMENTAZIONE. PUBBLICATA SULLA GAZZETTA UFFICIALE L'ILLEGALE PSEUDOLEGGE CHE RECA LE INCOSTITUZIONALI ED ANTIGIURIDICHE MISURE RAZZISTE E SQUADRISTE La legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", il cosiddetto "pacchetto sicurezza" che contiene le infami, incostituzionali ed antigiuridiche misure razziste e squadriste, e' stata pubblicata sul supplemento ordinario n. 128/L della Gazzetta Ufficiale del 24 luglio 2009. Entrera' in vigore dall'8 agosto 2009, dopo 15 giorni dalla pubblicazione. Puo' essere consultata, oltre che nell'edizione cartacea che fa fede, nel sito della "Gazzetta ufficiale" (www.gazzettaufficiale.it) che la riproduce integralmente. E' indicibile l'orrore di vedere un proclama nazista stampato sulla "Gazzetta ufficiale" della Repubblica Italiana nata dalla Resistenza. 2. UNA SOLA UMANITA'. PEPPE SINI: QUALCOSA DI SORDIDO E PERVERSO C'e' qualcosa di sordido e perverso nel cinismo e nell'infingardaggine con cui si lasciano scorrere senza far nulla gli ultimi preziosi giorni ancora utilizzabili per coralmente chiedere (anche valorizzando per quanto possibile e finche' possibile la missiva del Presidente della Repubblica del 15 luglio 2009) che torni all'esame del Parlamento prima ancora della sua entrata in vigore la pseudolegge che introduce razzismo e squadrismo nell'ordinamento dello stato, la pseudolegge illegale ed incostituzionale, la pseudolegge criminale e criminogena, la pseudolegge antidemocratica ed antigiuridica spacciata per "pacchetto sicurezza" e in verita' effettuale barbarie nazifascista. Mi chiedo se me ne accorgo solo io. Qui non e' questione di fiducia o sfiducia nelle istituzioni, ma di attivare tutte le legittime e adeguate risorse e procedure che l'ordinamento democratico prevede per contrastare il colpo di stato; queste risorse vanno utilizzate, non farlo significa essere complici del colpo di stato, se non altro per omissione, per indifferenza, per insipienza, per vilta'. Per questo era decisivo cercare di promuovere una mobilitazione di popolo - e delle rappresentanze istituzionali - per persuadere il Presidente della Repubblica a non promulgare le misure razziste e squadriste del cosiddetto "pacchetto sicurezza". Per questo e' decisivo cercar di promuovere una mobilitazione di popolo - e delle rappresentanze istituzionali - per persuadere il Parlamento a riesaminare le misure razziste e squadriste del cosiddetto "pacchetto sicurezza" e cassarle prima ancora dell'entrata in vigore, che ancora non e' avvenuta. Dopo l'entrata in vigore saremo in una fase e in un contesto diversi: non saremo riusciti ad evitare all'Italia questa infamia delle infamie, questo orrore degli orrori di aver reintrodotto nel corpus legislativo il nazifascismo. Si trattera' allora - e sara' tra pochi giorni se non riusciamo a porre rimedio prima - di proseguire la lotta con l'obiettivo di rendere del tutto ineffettuali e di far abrogare al piu' presto quelle misure. Ed anche se e quando ci riusciremo - e dobbiamo riuscirci, e riuscirci presto - la vergogna sul nostro paese restera' comunque incancellabile: in Italia nell'anno 2009 si consenti' al razzismo nazifascista di irrompere fin nella legislazione. Mi viene da piangere e da ruggire al solo pensarci. Ed ancor piu' mi trafigge il dolore della consapevolezza, che almeno io ho nitida - e so di non essere il solo -, dell'immensa violenza che gia' oggi stanno subendo milioni di persone innocenti nel nostro paese, vittime della ferocia di un governo golpista, e dell'ignavia, della futilita', della pusillanimita' di tanti, di troppi. * Diciamolo dunque ancora una volta: quelle misure razziste e fasciste sono illegali, nessuno le accetti, le osservi o le applichi. Chi quelle misure razziste e fasciste ha voluto imporre al nostro paese e' un criminale: giorno verra' che sara' tratto in tribunale e paghera' il fio della barbarie commessa, ed ogni complice con essolui. E' dovere e diritto di ogni persona resistere al colpo di stato. E' l'ora dell'insurrezione nonviolenta in difesa della legalita', della civilta', dell'umanita'. Nessuno sia complice del colpo di stato. Nessuno si arrenda al razzismo. Nessuno si rassegni all'apartheid. La nonviolenza e' in cammino. 3. UNA SOLA UMANITA'. UNA PROPOSTA URGENTE Proponiamo alle lettrici ed ai lettori di: a) scrivere ai Presidenti di Camera e Senato una lettera con la richiesta che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica; b) scrivere a tutti i parlamentari antinazisti affinche' sostengano questa richiesta; c) scrivere a tutti gli enti locali affinche' formulino anch'essi questa richiesta; d) scrivere a tutti i mass-media affinche' ne diano almeno notizia; e) scrivere a persone di volonta' buona, associazioni democratiche ed istituzioni fedeli alla Costituzione affinche' si associno alla richiesta. * Per chi volesse scrivere via posta elettronica gli indirizzi e-mail di tutti i parlamentari (compresi i Presidenti delle Camere) sono cosi' composti: a) per i deputati: cognome_inizialedelnome at camera.it e per fare un esempio l'indirizzo di un eventuale on. Mario Rossi sarebbe rossi_m at camera.it b) per i senatori: cognome_inizialedelnome at posta.senato.it e per fare un esempio l'indirizzo di un eventuale sen. Mario Rossi sarebbe rossi_m at posta.senato.it Ai Presidenti dei due rami del parlamenti si puo' scrivere anche attraverso i siti di Camera e Senato. 4. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI LETTERA AL PRESIDENTE DEL SENATO DELLA REPUBBLICA ED AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI Al Presidente del Senato della Repubblica Al Presidente della Camera dei Deputati Signori Presidenti dei due rami del Parlamento, il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2 luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza". Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita, energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i principi della civilta' giuridica. Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori, principi e criteri della civilta' umana, con la presente siamo a richiedere che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica. Distinti saluti, firma luogo e data indirizzo completo del mittente 5. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ORDINE DEL GIORNO DA PROPORRE ALL'APPROVAZIONE DELLE ASSEMBLEE ELETTIVE (COMUNI, PROVINCE, REGIONI, ETC.) Il Consiglio ... di ..., premesso che il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2 luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza". Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita, energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i principi della civilta' giuridica. Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori, principi e criteri della civilta' umana, chiede al Presidente del Senato della Repubblica ed al Presidente della Camera dei Deputati che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica. Da' mandato al proprio presidente di trasmettere il presente ordine del giorno al Presidente del Senato della Repubblica, al Presidente della Camera dei Deputati e per opporuna conoscenza al Presidente della Repubblica, e di renderlo noto alla popolazione attraverso i mezzi d'informazione e nelle altre forme abitualmente usate per comunicare ai cittadini le deliberazioni del Consiglio. 6. DOCUMENTAZIONE. LETTERA DEL 15 LUGLIO 2009 DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, AI MINISTRI DELLA GIUSTIZIA E DELL'INTERNO ED AI PRESIDENTI DI CAMERA E SENATO Roma, 15 luglio 2009 Ho oggi promulgato la legge recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza" approvata il 2 luglio scorso. Ho ritenuto di non poter sospendere in modo particolare la entrata in vigore di norme - ampiamente condivise in sede parlamentare - che rafforzano il contrasto alle varie forme di criminalita' organizzata sia intervenendo sul trattamento penitenziario da riservare ai detenuti piu' pericolosi (art. 2 commi 25 e 26) sia introducendo piu' efficaci controlli e sanzioni per le condotte di infiltrazione mafiosa nelle istituzioni e nella economia legale (art. 2 commi 2, 20, 22, 29-30). * Non posso tuttavia fare a meno di porre alla vostra attenzione perplessita' e preoccupazioni che, per diverse ragioni, la lettura del testo ha in me suscitato. Il provvedimento trae origine dal disegno di legge presentato dal Governo in Senato il 3 giugno 2008, dopo che, per l'assenza dei presupposti di straordinaria necessita' e urgenza oltre che per la natura dei temi trattati, si era convenuto che alcune sue significative disposizioni non potevano essere inserite nel decreto legge - sempre in tema di sicurezza - emanato qualche giorno prima (decreto legge 23 maggio 2008, n. 92). Gli originari 20 articoli del disegno di legge divennero pero' ben 66 nel testo licenziato dall'Assemblea del Senato il 5 febbraio 2009 venendo poi accorpati in 3 attraverso la presentazione di "maxi-emendamenti" sui quali il Governo appose la questione di fiducia alla Camera: fiducia ottenuta il 14 maggio 2009 e poi nuovamente apposta al Senato sul medesimo testo per la definitiva approvazione del 2 luglio. I tre articoli della legge si compongono ora, rispettivamente, di 32, 30 e 66 commi. Con essi si apportano modifiche o integrazioni a 43 disposizioni del codice penale, a 38 disposizioni del testo unico sulla immigrazione, a 16 disposizioni dell'ordinamento penitenziario e ad oltre circa 100 disposizioni inserite nel codice di procedura penale, nel codice civile e in 30 testi normativi complementari o speciali. A spiegare il ricorso a una sola legge per modificare o introdurre disposizioni inserite in molti disparati corpi legislativi, tra i quali anche codici fondamentali, e' stata la convinzione che esse attenessero tutte al tema della "sicurezza pubblica" nella sua accezione piu' ampia, funzionale all'intento di migliorare la qualita' della vita dei cittadini rimuovendo situazioni di degrado, disagio e illegalita' avvertite da tempo. * Dal carattere cosi' generale e onnicomprensivo della nozione di sicurezza posta a base della legge, discendono la disomogeneita' e la estemporaneita' di numerose sue previsioni che privano il provvedimento di quelle caratteristiche di sistematicita' e organicita' che avrebbero invece dovuto caratterizzarlo. In altre occasioni, ho rilevato pubblicamente (rivolgendomi alle "alte cariche dello Stato", a partire dal dicembre 2006), come provvedimenti eterogenei nei contenuti e frutto di un clima di concitazione e di vera e propria congestione sfuggano alla comprensione della opinione pubblica e rendano sempre piu' difficile il rapporto tra il cittadino e la legge. Ritengo doveroso ribadire oggi che e' indispensabile porre termine a simili "prassi", specie quando si legifera su temi che - come accade per diverse norme di questo provvedimento - riguardano diritti costituzionalmente garantiti e coinvolgono aspetti qualificanti della convivenza civile e della coesione sociale. E' in giuoco la qualita' e sostenibilita' del nostro modo di legiferare. D'altronde e' stato un organismo svincolato da ogni posizione di parte - il Comitato per la legislazione della Camera - a segnalare concordemente, nell'esaminare il disegno di legge in questione, nella seduta del 29 aprile 2009, che alcune disposizioni non rispondevano alle esigenze di "semplificazione della legislazione"; altre non erano conformi alle esigenze di "coerente utilizzo delle fonti"; altre adottavano "espressioni imprecise ovvero dal significato tecnico-giuridico di non immediata comprensione" o si sovrapponevano ad altre gia' vigenti; altre, ancora, erano carenti sotto il profilo "della chiarezza e della proprieta' della formulazione" (il richiamo e' da intendersi ora all'art. 1 comma 28, all'art.3 commi 56 e 58, all'art. 2 comma 25 lett. f) n. 3 e, infine, all'art. 3 commi 3, 6 e 14). Ma tali stringenti osservazioni sono cadute nel vuoto. In proposito, mi limito ad aggiungere che solo in casi eccezionali puo' tornarsi a legiferare sull'identico tema dopo brevissimo tempo ampliando l'area di applicabilita' di istituti processuali, modificando fattispecie criminose o collocando altrove le stesse previsioni (come invece accade tra l'altro, per le disposizioni dell'art. 1 commi 2-5, 14, 26 e per quelle dell'art. 2 commi 21-22 e 27); cosi' come appare contraria ai principi cardine di una corretta tecnica legislativa la circostanza che la modifica della stessa norma e dello stesso comma (art. 16 comma 1 del d.lgs. 286/1998) venga effettuata (come qui accade) in due diverse parti dello stesso provvedimento (art. 1 comma 16 lett. b) e art. 1 comma 22 lett. o). La formulazione, la struttura e i contenuti delle norme debbono poter essere "riconosciuti" (Corte costituzionale n. 364 del 1988) sia da chi ne e' il destinatario sia da chi deve darvi applicazione. Il nostro ordinamento giuridico risulta seriamente incrinato da norme oscuramente formulate, contraddittorie, di dubbia interpretazione o non rispondenti ai criteri di stabilita' e certezza della legislazione: anche per le difficolta' e le controversie che ne nascono in sede di applicazione. * Sulla base di quanto esposto, aggiungo di aver ravvisato nella legge anche altre previsioni che mi sono apparse - sempre a titolo esemplificativo - di rilevante criticita' e sulle quali auspico una rinnovata riflessione, che consenta di approfondire la loro coerenza con i principi dell'ordinamento e di superare futuri o gia' evidenziati equivoci interpretativi e problemi applicativi. Mi riferisco alle disposizioni che hanno introdotto il reato di immigrazione clandestina (art. 1 commi 16 e 17). Esso punisce non il solo ingresso, ma anche il trattenimento nel territorio dello Stato. La norma e' percio' applicabile a tutti i cittadini extracomunitari illegalmente presenti nel territorio dello Stato al momento della entrata in vigore della legge. Il dettato normativo non consente interpretazioni diverse: allo stato, esso apre la strada a effetti difficilmente prevedibili. In particolare, suscita in me forti perplessita' la circostanza che la nuova ipotesi di trattenimento indebito non preveda la esimente della permanenza determinata da "giustificato motivo". La Corte costituzionale (sentenze n. 5/2004 e n. 22/2007) ha sottolineato il rilievo che la esimente puo' avere ai fini della "tenuta costituzionale" di disposizioni del genere di quella ora introdotta. L'attribuzione della contravvenzione di immigrazione clandestina alla cognizione del giudice di pace non mi pare poi in linea con la natura conciliativa di questi e disegna nel contempo, per il reato in questione, un "sottosistema" sanzionatorio non coerente con i principi generali dell'ordinamento e meno garantista di quello previsto per delitti di trattenimento abusivo sottoposti alla cognizione del tribunale. Per il nuovo reato la pena inflitta non puo' essere condizionalmente sospesa o "patteggiata", mentre la eventuale condanna non puo' essere appellata. Le modifiche apportate dall'art. 1 comma 22 lett. m) in materia di espulsione del cittadino extracomunitario irregolare, determinano - a ragione di un difettoso coordinamento normativo - il contraddittorio e paradossale effetto di non rendere piu' punibile (o al piu' punibile solo con un'ammenda) la condotta del cittadino extracomunitario che fa rientro in Italia pur dopo essere stato materialmente espulso. La condotta era precedentemente punita con la reclusione da uno a cinque anni. L'art. 1 comma 11 introduce una fattispecie di tipo concessorio per l'acquisto della cittadinanza da parte di chi e' straniero e contrae matrimonio con chi e' italiano. La norma non individua pero' i criteri in base ai quali la concessione e' data o negata e affida qualsiasi determinazione alla piu' ampia discrezionalita' degli organi competenti. Tra le modifiche apportate al codice penale, si osserva in particolare che l'art. 3 comma 27 vieta di effettuare il giudizio di equivalenza o prevalenza tra alcune circostanze aggravanti del reato di rapina ed eventuali circostanze attenuanti. Le aggravanti del reato di rapina sono le stesse previste per quello di estorsione che, rispetto al primo, e' punito piu' gravemente. La norma che impedisce il bilanciamento delle aggravanti non e' pero' richiamata per la estorsione, con la irragionevole conseguenza che, per il delitto piu' grave, e' consentito "neutralizzare" l'aumento sanzionatorio derivante dalla presenza delle circostanze. In via generale, comunque, i ripetuti e recenti interventi legislativi che hanno derogato al principio della bilanciabilita' tra aggravanti a effetto speciale e attenuanti (art. 69 c.p.), sembrano ormai imporre una disciplina che regoli in modo uniforme l'intero sistema, razionalizzandolo e semplificandolo. L'art. 1 comma 8, che ha reintrodotto il delitto di oltraggio stabilisce una singolare causa di estinzione del reato collegata al risarcimento del danno. La causa di estinzione e' concettualmente incompatibile con i delitti che, come l'oltraggio, rientrano tra quelli contro la pubblica amministrazione. Ai commi da 40 a 44, l'art. 3 stabilisce che i sindaci possono avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini per segnalare alle forze di polizia anche locali eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale. Essendo affidata non alla legge ma a un successivo decreto del Ministro dell'Interno la determinazione degli "ambiti operativi" di tali disposizioni, appare urgente la definizione di detto decreto in termini di rigorosa aderenza ai limiti segnati in legge relativamente al carattere delle associazioni e al compito ad esse attribuito. Da cio' dipendera' la riduzione al minimo di allarmi e tensioni nell'applicazione della normativa in questione, anche sotto il profilo dell'aggravio che possa derivarne per gli uffici giudiziari. Anche in rapporto all'innovazione sancita nei commi 40-44 dell'art. 3, va considerato il comma 32 dello stesso articolo, secondo il quale spettera' al Ministro dell'Interno stabilire "le caratteristiche tecniche degli strumenti di autodifesa", con particolare riferimento alla nebulizzazione di un determinato principio attivo naturale, ovvero all'uso di uno spray al peperoncino. Il rischio da scongiurare e' che si favorisca la delinquenza di strada o comunque si indebolisca la prescrizione che le associazioni, di cui al comma 40, debbano essere formate da "cittadini non armati". Peraltro e' da rilevarsi che, stando ai principi affermati dalla giurisprudenza, il porto dello spray potrebbe restare sempre vietato a norma dell'art. 4 della legge 110/1975. * Al Presidente della Repubblica non spetta pronunciarsi e intervenire sull'indirizzo politico e sui contenuti essenziali di questa come di ogni legge approvata dal Parlamento: essi appartengono alla responsabilita' esclusiva del governo e della maggioranza parlamentare. Il Presidente della Repubblica non puo' invece restare indifferente dinanzi a dubbi di irragionevolezza e di insostenibilita' che un provvedimento di rilevante complessita' ed evidente delicatezza solleva per taluni aspetti, specie sul piano giuridico. Di qui le preoccupazioni e sollecitazioni contenute nella mia presente lettera, e rivolte all'attenzione di questo governo nello stesso spirito in cui mi sono rivolto - dinanzi a distorsioni nel modo di legiferare, ad esempio in materia di bilancio dello Stato - al precedente governo, e nello stesso spirito in cui auspico ne tengano conto tutte le forze politiche che si candidino a governare il paese. 7. UNA SOLA UMANITA'. "FAMIGLIA CRISTIANA": INCOSTITUZIONALE DISCRIMINAZIONE [Da "Famiglia cristiana" n. 29 del 19 luglio 2009 col titolo "Ma cosi' ammettiamo solo gli stranieri che ci servono", l'occhiello "Dopo le giuste sollecitazioni di Giovanardi, il governo provvede" e il sommario "La regolarizzazione selettiva e' discriminatoria, potrebbe creare problemi con altre categorie di immigrati e risultare in contrasto con la Costituzione"] Giovanardi ha proposto, Maroni ha contestato, Sacconi ha precisato. Tra un mese, se tutto andra' bene, almeno 300.000 badanti verranno regolarizzate. In termini tecnici si chiama "regolarizzazione contributiva". Insomma, basta pagare. La corsia di regolarizzazione preferenziale, mediata con fatica tra Maroni e Sacconi, dopo le giuste sollecitazioni di Giovanardi, avviene su base utilitaristica e non smentisce la filosofia di fondo delle leggi sull'immigrazione. Saniamo le situazioni che ci convengono, ammettiamo solo gli stranieri che ci fanno comodo. La "regolarizzazione selettiva" e' discriminatoria. E, in ogni caso, potrebbe risultare contraria alla Costituzione e creare problemi con altre categorie. Regolarizzare badanti e colf costa. Bisogna pagare una "tassa di emersione" di 500 euro. Poi bisogna formalizzare il rapporto di lavoro con il pagamento di contributi, ferie e tutte le altre voci previste dai contratti di categoria, che si possono trovare presso gli sportelli dell'Inps. Va tutto bene: ma perche' la tassa di 500 euro? Se le badanti irregolari sono 300.000, come sostiene il Governo, nelle casse dello Stato entrera' un "tesoretto" di 150 milioni di euro, sfilato dalle tasche delle famiglie, gia' provate dalla crisi. Se, come dicono le Acli, badanti e colf irregolari sono 600.000, il tesoretto sara' ancor piu' consistente. Ma perche' per avere il permesso di soggiorno si raddoppia la tassa rispetto a quanto e' stato stabilito nella legge sulla sicurezza? Ancora una volta, si e' fatto leva sulla mancanza di servizi sociali per bambini e anziani, che rendono indispensabile l'arte di arrangiarsi delle famiglie italiane. Si colpisce il "welfare fai-da-te", senza il quale Stato e societa' rischierebbero il collasso. Finora badanti, baby sitter e colf hanno evitato l'implosione del sistema di assistenza in Italia. E' un esercito che lo Stato ha lasciato crescere, caricando sulle spalle delle famiglie ogni onere, nascondendo carichi di lavoro insopportabili e insospettabili. E adesso lo tassa di 500 euro. Sarebbe stato meglio averlo fatto senza oneri aggiuntivi, in cambio del prezzo del "welfare privato" che le famiglie offrono a uno Stato inadempiente. Questo sistema, solo per l'assistenza agli anziani (evitando di farli assistere in casa di cura), ha fatto risparmiare allo Stato circa 7 miliardi di euro. La regolarizzazione conviene, comunque, anche senza i 500 euro. Stesso discorso vale per i bambini. L'Italia, secondo gli obiettivi fissati dall'Europa, dovrebbe assicurare il posto all'asilo nido almeno al 33 per cento dei bambini da zero a 3 anni. A malapena, arriviamo al 12 per cento. Quindi, le badanti servono anche ai piu' piccoli. Quante famiglie se le potranno permettere a questi costi? C'e' poi la questione degli altri lavoratori stranieri, altrettanto necessari alle nostre imprese. Spesso sono i mariti di quelle colf e badanti di cui il provvedimento del Governo riconosce il "contributo prezioso", dopo aver scucito, tuttavia, 500 euro. Perche' escluderli dalla regolarizzazione? Al ministero dell'Interno risultano in sospeso centinaia di migliaia di richieste di permesso di soggiorno lavorativo arrivate nel famoso click day; sono, cioe', quelle richieste presentate per via telematica. I tempi di attesa della valutazione non sono certi e i lavoratori scivolano verso la clandestinita'. Invece, la "regolarizzazione selettiva" sembra piu' veloce, forse perche' lo Stato incassa. Ma che fine fara', poi, questo tesoretto? 8. UNA SOLA UMANITA'. "STRANIERI IN ITALIA": IL COMMISSARIO EUROPEO BARROT DENUNCIA L'ILLEGALITA' DELLE DEPORTAZIONI [Dal sito www.stranieriinitalia.it col titolo "Barrot chiede chiarimenti all'Italia sui migranti respinti in Libia. La lettera all'Europarlamento"] Roma - 23 luglio 2009 - No ai respingimenti indiscriminati verso Paesi a rischio. La Commissione europea vuole vederci chiaro sui migranti ricondotti in Libia dalla nostra Marina, per capire se, come denuncia anche l'Onu, sono stati volati i diritti dei richiedenti asilo. Lo spiega il Commissario alla Giustizia Jacques Barrot in una lettera inviata all'eurodeputato Lopez Aguilar, presidente della Commissione per le Liberta' civili, la Giustizia e gli Affari interni del Parlamento Europeo. Il testo della lettera e' stato diffuso ieri dall'eurodeputata Rita Borsellino. Gli obblighi di tutela delle frontiere esterne, scrive Barrot, devono essere attuati "in conformita' con il principio di non respingimento e senza pregiudizio dei diritti dei rifugiati e delle persone che chiedono protezione internazionale". Questo, sottolinea Barrot, vale anche per i respingimenti in alto mare, in quanto "e' convinzione della Commissione che la sorveglianza delle frontiere effettuata in mare, che sia nelle acque territoriali, nella zona contigua, nella zona economica esclusiva o in alto mare, ricadono nel campo di applicazione del codice delle frontiere Schengen" e sono dunque di competenza Ue. Il responsabile Ue aggiunge che "emerge dalla giurisprudenza della Corte di giustizia europea che gli obblighi comunitari devono essere applicati nel rigoroso rispetto dei diritti fondamentali che fanno parte dei principi generali del diritto comunitario". Barrot ricorda che "il principio di non respingimento, come interpretato dalla Corte per i diritti umani significa essenzialmente che gli stati devono astenersi dal rimandare indietro una persona, direttamente o indirettamente, la' dove possa correre il rischio di essere sottoposta a tortura o a pene o trattamenti disumani o degradanti". "Inoltre - prosegue la lettera del commissario - gli stati membri non devono rimandare rifugiati in territori in cui la loro vita o la loro liberta' sia minacciata a causa della loro razza, della loro religione, della loro nazionalita', della loro affiliazione a un gruppo sociale particolare, della loro opinione politica. Questo obbligo deve essere rispettato al momento dell'attuazione dei controlli di frontiera in conformita'" con il Trattato di Schengen, "ivi compresa l'attivita' di sorveglianza in alto mare". Di qui la decisione di Bruxelles di inviare, gia' la scorsa settimana, una lettera alle autorità italiana, invitandole "a fornire informazioni complementari concernenti circostante di fatto di riconduzione di persone in Libia e le disposizioni in atto per assicurare la conformita' con il principio di non respingimento al momento dell'attuazione dell'accordo bilaterale tra i due paesi". ============================== LA DIGNITA' CONTRO IL RAZZISMO ============================== Supplemento straordinario de "La nonviolenza e' in cammino" del 28 luglio 2009 Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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