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Minime. 895
- Subject: Minime. 895
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Tue, 28 Jul 2009 01:26:06 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 895 del 28 luglio 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Peppe Sini: Tre compiti 2. Giuseppe Catalini: La storia si ripete 3. Una proposta urgente 4. Modello di lettera al Presidente del Senato della Repubblica ed al Presidente della Camera dei Deputati 5. Modello di ordine del giorno da proporre all'approvazione delle assemblee elettive (Comuni, Province, Regioni, etc.) 6. Fredo Olivero: Fratelli e sorelle 7. Giulio Vittorangeli: Fascismo 8. Appello al Presidente della Repubblica contro il colpo di stato razzista 9. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in Italia 10. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e soggiorno illegale dei migranti 11. Appello al Presidente della Repubblica di varie associazioni ed organizzazioni per i diritti dei bambini 12. Rossana Rossanda presenta "Antifascismo popolare" di Giuseppe Aragno 13. Riletture: Adriana Cavarero, Orrorismo 14. Riletture: Simona Forti, Il totalitarismo 15. Riletture: Renate Siebert, Il razzismo 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento 17. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. PEPPE SINI: TRE COMPITI Il primo: opporsi alla guerra. Il secondo: opporsi al razzismo. Il terzo: opporsi al colpo di stato dei criminali al governo. 2. EDITORIALE. GIUSEPPE CATALINI: LA STORIA SI RIPETE [Ringraziamo Giuseppe Catalini (per contatti: giuseppe.catalini at alice.it) per questo intervento] C'e' un apparecchio tv acceso dietro le mie spalle e non posso fare a meno di ascoltare la notizia: "... i nostri soldati sono intervenuti per soccorrere i militari di un'altra nazione assaliti dai Talebani; i nostri hanno prontamente neutralizzato la minaccia. Tra i militari italiani non ci sono feriti". "Neutralizzare la minaccia", per i non addetti ai lavori, garantisce un asettico e perbenistico modo per non sapere quanti esseri umani sono morti, quanti sono mutilati, quanti sono prigionieri in condizioni estreme, quanti giovani italiani torneranno con una sindrome ben nota che colpisce chi viene messo in condizione di "neutralizzare" esseri umani, magari dopo che gli hanno messo in testa che sta svolgendo una missione di pace. Le falsita' grottesche dei notiziari diffusi durante le operazioni belliche del ventennio fascista sono ben poca cosa rispetto alla mistificazione di oggi. Qui non si tratta piu' di censura: questa e' manipolazione. Mi domando: e' mai possibile che il popolo italiano sia addormentato a tal punto e voglia continuare a dormire, magari per sognare il paese dei balocchi che non esiste se non nelle pubblicita' false e mendaci? 3. UNA SOLA UMANITA'. UNA PROPOSTA URGENTE Proponiamo alle lettrici ed ai lettori di: a) scrivere ai Presidenti di Camera e Senato una lettera con la richiesta che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica; b) scrivere a tutti i parlamentari antinazisti affinche' sostengano questa richiesta; c) scrivere a tutti gli enti locali affinche' formulino anch'essi questa richiesta; d) scrivere a tutti i mass-media affinche' ne diano almeno notizia; e) scrivere a persone di volonta' buona, associazioni democratiche ed istituzioni fedeli alla Costituzione affinche' si associno alla richiesta. * Per chi volesse scrivere via posta elettronica gli indirizzi e-mail di tutti i parlamentari (compresi i Presidenti delle Camere) sono cosi' composti: a) per i deputati: cognome_inizialedelnome at camera.it e per fare un esempio l'indirizzo di un eventuale on. Mario Rossi sarebbe rossi_m at camera.it b) per i senatori: cognome_inizialedelnome at posta.senato.it e per fare un esempio l'indirizzo di un eventuale sen. Mario Rossi sarebbe rossi_m at posta.senato.it Ai Presidenti dei due rami del parlamenti si puo' scrivere anche attraverso i siti di Camera e Senato. 4. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI LETTERA AL PRESIDENTE DEL SENATO DELLA REPUBBLICA ED AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI Al Presidente del Senato della Repubblica Al Presidente della Camera dei Deputati Signori Presidenti dei due rami del Parlamento, il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2 luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza". Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita, energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i principi della civilta' giuridica. Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori, principi e criteri della civilta' umana, con la presente siamo a richiedere che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica. Distinti saluti, firma luogo e data indirizzo completo del mittente 5. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ORDINE DEL GIORNO DA PROPORRE ALL'APPROVAZIONE DELLE ASSEMBLEE ELETTIVE (COMUNI, PROVINCE, REGIONI, ETC.) Il Consiglio ... di ..., premesso che il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2 luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza". Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita, energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i principi della civilta' giuridica. Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori, principi e criteri della civilta' umana, chiede al Presidente del Senato della Repubblica ed al Presidente della Camera dei Deputati che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica. Da' mandato al proprio presidente di trasmettere il presente ordine del giorno al Presidente del Senato della Repubblica, al Presidente della Camera dei Deputati e per opporuna conoscenza al Presidente della Repubblica, e di renderlo noto alla popolazione attraverso i mezzi d'informazione e nelle altre forme abitualmente usate per comunicare ai cittadini le deliberazioni del Consiglio. 6. UNA SOLA UMANITA'. FREDO OLIVERO: FRATELLI E SORELLE [Dal sito www.migrantitorino.it riprendiamo il seguente scritto del 24 luglio 2009] Carissimi fratelli e carissime sorelle stranieri e straniere, credo che stiate vivendo il tempo peggiore della vostra vita di migranti per le difficolta' che il "pacchetto sicurezza" e l'atteggiamento di alcuni italiani sta creando a tutti, anche ai cittadini stranieri residenti da anni, o diventati italiani, e a noi stessi che lavoriamo con voi. Non lasciatevi vincere della paura! E' tempo di reagire lucidamente e creare solidarieta' tra di voi e con i cittadini italiani, le associazioni, le istituzioni locali che difendono il vostro diritto di essere fratelli come uomini e donne con tutta la dignita' che merita la vostra diversa cultura. Noi continueremo a lottare con voi, "perche' nella Chiesa nessuno e' straniero e la Chiesa non sia straniera a nessuno". Buone vacanze e buon riposo a chi riesce a trovarlo. Buon lavoro a tutti, per una vita di qualita'! Il direttore regionale Migrantes del Piemonte, don Fredo Olivero 7. UNA SOLA UMANITA'. GIULIO VITTORANGELI: FASCISMO [Ringraziamo Giulio Vittorangei (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per questo intervento] Come vogliamo definire la nostra societa', oggi che con le nuovi leggi si e' equiparato il clandestino al delinquente, l'immigrazione alla criminalita' ed il razzismo e' stato istituzionalizzato? Il sociologo portoghese Boaventura de Sousa Santos parla di fascismo sociale: "Quello di fascismo sociale dunque e' un concetto attraverso il quale ho voluto caratterizzare la condizione sociale di quelle persone che, anche se formalmente cittadini, anche se formalmente portatrici di diritti, sono divenute semplicemente dei soggetti. Una condizione che non riguarda solo casi estremi, non solo i lavoratori senza documenti, le lavoratrici del sesso o le donne che subiscono gli abusi dei mariti, ma la maggior parte della gente che abita negli slum delle grandi metropoli: luoghi violenti, dove si e' soggetti al potere delle mafie, della polizia e degli eserciti privati (...) Puo' darsi che, soprattutto in Europa, la gente ritenga che il termine fascismo sia inappropriato, che appartenga al passato, che la democrazia in cui viviamo non ne giustifichi l'uso. Ma e' proprio questo il punto: viviamo sempre piu' in societa' che sono politicamente democratiche, ma socialmente fasciste" (da "Lo Straniero", n. 109, luglio 2009). Quello che e' certo, e' che la nostra paura batte di gran lunga la pieta', basta pensare ai cosiddetti "respingimenti"; parola che fa pensare alle innocenti barriere protettive di gomma, non alla loro drammatica, feroce e dolorosa realta'. * Ha scritto Asmerom, giovane rifugiato eritreo: "Nel mio popolo c'e' un detto che dice 'non guardare il cielo se la stella e' in caduta' perche' significa che qualcuno sta morendo. Quando ho sentito che ci sono barche che sono affondate nel Mediterraneo e che piu' di 300 persone sono scomparse, e' stato uno shock e ho sentito una tale rabbia che ho iniziato a incolpare tutti. Alla fine mi sono calmato e ho pensato che nella notte di questa tragedia il cielo avrebbe dovuto essere illuminato, come le stelle dei fuochi d'artificio, con la luce di tutti quelli che hanno perso la vita. Quante stelle sono cadute? Alcune di loro sono grandi e brillanti, alcune non lo sono. Alcune di esse erano con la loro famiglia, alcune da sole, perche' hanno lasciato le loro famiglie, i loro compagni, i loro amati figli. Ognuna ha la sua ragione, il suo motivo per partire. Alcune erano stanche di essere costrette nella stessa orbita. E alcune pensavano che questo mondo era il migliore. Si sono trovate in tante situazioni difficili, hanno dovuto attraversare uno spazio vuoto in cui non si trovava nulla. Alcune sono state attratte dalla forza di gravita' di altre galassie e sono state costrette a perdere parte della loro brillantezza. E certo, alcune hanno perso la vita per la strada. E quelle che sono riuscite a raggiungere l'atmosfera di questo mondo si trovano a fronteggiare l'attrito con l'aria ed e' il luogo in cui la maggiore parte di loro si perde. So che per alcuni di voi queste sono solo comete o degli alieni. Ma per me, per il mio popolo, sono stelle che hanno perso la vita. Noi crediamo che per ogni essere umano esiste una stella che brilla nel cielo. Coloro che sono morti erano stelle che avevano bisogno di sopravvivenza ma nessuno sa chi erano e non c'e' nessuno che ha detto qualcosa su di loro o ha fatto qualcosa per prevenire la loro morte. Possiamo solo pregare che Dio li faccia riposare in pace e che la loro brillantezza non si disperda mai nei nostri cuori e che queste situazioni non avvengano piu'". * Sappiamo che larghi strati della popolazione italiana si sono velocemente adeguati a questa situazione di "societa' civile incivile", tanto che l'opposizione sembra venire soprattutto dalle istituzioni internazionali. Prima l'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr/Acnur) e poi la stessa Unione Europea hanno denunciato come illegittimi i respingimenti dei migranti effettuati dalla Marina militare italiana in violazione del diritto alla richiesta d'asilo. Rompere questo perverso cerchio, che nega ad ogni uomo e donna il proprio diritto di essere persona, e' l'unica possibilita' per riacquistare la nostra umanita' e civilta'. 8. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CONTRO IL COLPO DI STATO RAZZISTA Il colpo di stato razzista compiuto dal governo Berlusconi con la complicita' di una asservita maggioranza parlamentare puo' e deve essere respinto. E' nei poteri del Presidente della Repubblica rifiutare di avallare l'introduzione nel corpus legislativo di misure palesemente in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, palesemente criminali e criminogene, palesemente razziste ed incompatibili con l'ordinamento giuridico della Repubblica. Al Presidente della Repubblica in prima istanza facciamo ora appello affinche' non ratifichi un deliberato illegale ed eversivo che viola i fondamenti stessi dello stato di diritto e della civilta' giuridica, che viola i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana. Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 2 luglio 2009 9. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEGLI INTELLETTUALI CONTRO IL RITORNO DELLE LEGGI RAZZIALI IN ITALIA Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una straordinaria influenza sulla intera societa' europea, dal Rinascimento italiano al fascismo. Non sempre sono state pero' conosciute in tempo. In questo momento c'e' una grande attenzione sui giornali europei per alcuni aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, pero', un dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si riuscira' ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell'Europa e di far arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero. Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si vedevano dai tempi delle leggi razziali. E' stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non piu' gli ebrei bensi' la popolazione degli immigrati "irregolari", che conta centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti. Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalita', l'esercizio di un diritto fondamentale quale e' quello di contrarre matrimonio senza vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani. Con una norma ancora piu' lesiva della dignita' e della stessa qualita' umana, e' stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarita' amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere "irregolari" diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri e messi nelle mani dello Stato. Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei loro figli, ne' le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro bambini da parte dello Stato. Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravita' di queste misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune umanita'. L'Europa non puo' ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi internazionali e i principi garantisti e di civilta' giuridica su cui si basa la stessa costruzione politica europea. E' interesse e onore di tutti noi europei che cio' non accada. La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa. A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la propria opposizione. Roma, 29 giugno 2009 Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio 10. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEI GIURISTI CONTRO L'INTRODUZIONE DEI REATI DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE DEI MIGRANTI Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie innovazioni che suscitano rilievi critici. In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e presenta molteplici profili di illegittimita' costituzionale. La norma e', anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiche' la sua sfera applicativa e' destinata a sovrapporsi integralmente a quella dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata, nel rispetto del principio di proporzionalita', solo in mancanza di altri strumenti idonei al raggiungimento dello scopo. Ne' un fondamento giustificativo del nuovo reato puo' essere individuato sulla base di una presunta pericolosita' sociale della condizione del migrante irregolare: la Corte Costituzionale (sent. 78 del 2007) ha infatti gia' escluso che la condizione di mera irregolarita' dello straniero sia sintomatica di una pericolosita' sociale dello stesso, sicche' la criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si rivela anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo. L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non rappresentano, di per se', fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale, ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia penale, in base alla quale si puo' essere puniti solo per fatti materiali. L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme di ineffettivita' del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di ulteriori processi privi di reale utilita' sociale e condannato per cio' alla paralisi. Ne' questo effetto sarebbe scongiurato dalla attribuzione della relativa cognizione al giudice di pace (con alterazione degli attuali criteri di ripartizione della competenza tra magistratura professionale e magistratura onoraria e snaturamento della fisionomia di quest'ultima): da un lato perche' la paralisi non e' meno grave se investe il settore di giurisdizione del giudice di pace, dall'altro per le ricadute sul sistema complessivo delle impugnazioni, gia' in grave sofferenza. Rientra certo tra i compiti delle istituzioni pubbliche "regolare la materia dell'immigrazione, in correlazione ai molteplici interessi pubblici da essa coinvolti ed ai gravi problemi connessi a flussi migratori incontrollati" (Corte Cost., sent. n. 5 del 2004), ma nell'adempimento di tali compiti il legislatore deve attenersi alla rigorosa osservanza dei principi fondamentali del sistema penale e, ferma restando la sfera di discrezionalita' che gli compete, deve orientare la sua azione a canoni di razionalita' finalistica. "Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le societa' piu' avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, si' che (...) non si puo' non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o anche soltanto tentazioni, volte a 'nascondere' la miseria e a considerare le persone in condizioni di poverta' come pericolose e colpevoli". Le parole con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimita' del reato di "mendicita'" di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995) offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla Costituzione a tutte le persone. 25 giugno 2009 Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia, Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi, Stefano Rodota', Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo Zagrebelsky 11. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI VARIE ASSOCIAZIONI ED ORGANIZZAZIONI PER I DIRITTI DEI BAMBINI Torino, 14 luglio 2009 Egregio signor Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con la presente lettera desideriamo manifestarLe la nostra profonda preoccupazione rispetto alle conseguenze che il Ddl 733 "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", approvato al Senato in via definitiva il 2 luglio u. s., avra' sulla vita delle famiglie e dei bambini e dei ragazzi di origine straniera che vivono in Italia. Le nostre associazioni e organizzazioni, impegnate quotidianamente per la tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, non possono che esprimere il loro profondo disaccordo per una legge che prevede norme che riteniamo non conformi con alcuni fondamentali diritti sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza che l'Italia si e' impegnata a rispettare. A nostro avviso, saranno molto gravi gli effetti del previsto reato di clandestinita' che spingera', di fatto, la popolazione straniera, oggetto del provvedimento, a non avere alcun contatto con le istituzioni ne' con alcun tipo di servizio pubblico, relegando alla marginalita' non solo gli adulti ma anche i loro figli, rendendo la loro presenza assolutamente invisibile con conseguenze sociali gravi e difficilmente prevedibili. La conseguente esclusione dai servizi scolastici e sociali cosi' come dalle prestazioni sanitarie, per il timore di un genitore di essere segnalato all'autorita', viola diritti fondamentali dei bambini e dei ragazzi quali il diritto all'istruzione e alle cure sanitarie. Mentre e' obbligo dello Stato - uno Stato responsabile di fronte ai propri doveri - riconoscere a tutti i minorenni pari trattamento senza alcuna discriminazione. Serissime saranno altresi' le conseguenze della mancata registrazione alla nascita dei nati da genitori "irregolari", in aperta violazione del diritto fondamentale ad un nome, previsto dalla Convenzione, nonche' notevoli gli ostacoli che i minori stranieri non accompagnati arrivati da adolescenti in Italia incontreranno al compimento della maggiore eta', non potendo di fatto regolarizzare la loro permanenza nel nostro Paese. Quanto sopra indicato rappresenta solo alcune delle gravi situazioni che dovranno affrontare, per il semplice fatto di non essere italiani, i minorenni di origine straniera in conseguenza dell'attuazione di queste norme previste a tutela della sicurezza pubblica. Il perseguimento della sicurezza, motivo e oggetto della legge, e' di fondamentale importanza per la crescita e lo sviluppo dei bambini e degli adolescenti e soprattutto per essi deve essere strumento di garanzia ai fini dell'esercizio di tutti i diritti che la Convenzione riconosce loro. Occorre pero' riflettere sull'accezione del termine: sicurezza, per chi lavora per i diritti, significa sicurezza sociale, ottenuta attraverso politiche inclusive e la promozione di una cultura dei diritti umani. Certi del Suo impegno a favore dei diritti umani, ci appelliamo a Lei affinche' siano adeguatamente valutati i profili di legittimita' della nuova normativa e di conformita' alle norme internazionali nonche' i gravi effetti negativi che si produrrebbero sulle famiglie e sui minori di origine straniera presenti in Italia. Associazioni e Organizzazioni che aderiscono: Ai.Bi. - Associazione Amici dei Bambini Aimmf - Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia Alisei, Societa' Cooperativa Sociale Anfaa - Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie Arciragazzi nazionale Asgi - Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione Associazione Antigone onlus Associazione Culturale Pediatri Associazione Ibfan Italia Onlus Associazione Nessun luogo e' lontano Associazione Progetto Diritti Batya - Associazione per l'accoglienza, l'affidamento e l'adozione onlus Cgil Ciai - Centro Italiano Aiuti all'Infanzia Cidis Onlus - Centro di Informazione, Documentazione ed Iniziativa per lo Sviluppo Cnca - Coordinamento nazionale comunita' di accoglienza Coordinamento Italiano per il Diritto degli Stranieri a Vivere in Famiglia onlus Commissione Minori dell'Associazione Nazionale Magistrati Defence for Children International Italia Fondazione Terre des hommes Italia onlus Ifs - Istituto Fernando Santi La Gabbianella Coordinamento per il Sostegno a distanza onlus Legambiente Mais - Movimento per l'autosviluppo, l'interscambio e la solidarieta' Save the Children Italia Servizio Legale Immigrati onlus Sos Villaggi dei Bambini onlus Vis - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo 12. LIBRI. ROSSANA ROSSANDA PRESENTA "ANTIFASCISMO POPOLARE" DI GIUSEPPE ARAGNO [Dal quotidiano "Il manifesto" del 24 luglio 2009 col titolo "La memoria ritrovata di una rivolta morale" e il sottotitolo "Storia. Antifascismo popolare, di Giuseppe Aragno"] Giuseppe Aragno, Antifascismo popolare, Manifestolibri, pp. 192, euro 20. * Quanto grande fu in Italia il consenso al fascismo? Renzo de Felice afferma che era grandissimo, anzi maggioritario. Giuseppe Aragno, ricercatore all'Universita' "Federico II" di Napoli, ha pubblicato presso la Manifestolibri una ricerca che dubita di questa tesi, nella quale vede anche un'origine della rivalutazione o, almeno, della minimizzazione delle colpe del fascismo. Aragno ha certamente ragione, non fosse che per la impossibilita' di valutare consenso e dissenso in un sistema totalitario, dove il consenso e' obbligato e il dissenso sanzionato da pene severe. Egli pero' non si limita a questo ragionamento, ma ha compiuto una ricerca negli archivi di Napoli per accertare come la stessa polizia e il Ministero degli Interni fascisti si formulassero la domanda, e ha raccolto una messe insospettata di schedature e pratiche su dissenzienti, singoli o famiglie, individuati e perseguiti, con itinerari di vita disperanti fra sorveglianza, carcere e confino. E lasciati fuori dalla storia dei piu' noti. Antifascismo popolare ha intitolato il suo lavoro, che se fosse esteso ad altre citta', come sarebbe dovere del paese, fonderebbe molti dubbi sull'opinione di de Felice. Quel che Aragno ha trovato, anche su suggerimento di Gaetano Arfe' che gli e' stato maestro, dimostra quanto il regime si preoccupasse dell'ampiezza del rifiuto e quanto aspramente lo reprimesse. Qualsiasi idea, libro o foglietto che venisse rintracciato, qualsiasi espressione di disaccordo, anche se non seguita da azioni specifiche, venivano perseguiti da una polizia occhiuta che, una volta afferrato un sospetto "sovversivo", non lo mollava. Istituiva un "fascicolo" a suo nome e lo spediva a tribunali che condannavano al carcere o al confino. Dal 1924 in poi i "fascicoli" hanno riempito armadi su armadi, e sono stati duri a morire se per molti non e' stato agevole farsi restituire onore e liberta' neanche a guerra finita. * Dolorose testimonianze La documentazione raccolta (l'apparato di note non e' meno interessante, non fosse che per il linguaggio e l'argomentazione dei commissari e prefetti) disegna figure sociali diverse, da popolani a professionisti, uomini e donne di differente formazione e appartenenza politica, spesso senza un'appartenenza politica vera e propria, individui o interi gruppi familiari che sono perseguiti per quel che pensano, per qualche contatto che mantengono, o fin per una battuta che nell'esasperazione gli e' scappato di dire. Al minimo gli capitava una "ammonizione", che significava essere sorvegliato per la vita e impedito di accedere a una carriera. Chi poteva cerco' di emigrare ed ebbe sorti diverse: in Francia non ebbe vita facile, in Argentina un poco di piu', chi parti' in Spagna sarebbe stato coinvolto nella guerra civile e sarebbe dovuto alla fine fuggire incalzato dalle truppe di Franco, e appena passata la frontiera francese veniva internato. Un filo immaginario costituisce l'architettura formale del volume: l'autore figura di trovarsi, in un giorno del 1937 alla stazione di Napoli e scorgervi un gruppo di persone in catene, i "politici" destinati al confino o al carcere dopo lunghissime tradotte. Da quella stazione e in quel tempo le persone che Aragno nomina passarono realmente, ed egli le ha scelte fra molti altri incontrati nel corso del suo lavoro perche' si ritroveranno tutti, salvo un vecchio anarchico perito nel 1931 in solitudine (apparente solitudine, perche' fu un anno di numerose persecuzioni), nelle Quattro giornate di Napoli contro i tedeschi del 1943. Sono profili rapidi, ma ognuno e' una storia - potrebbe essere un romanzo. Prendiamo quello dal quale Aragno comincia: la famiglia Grossi. La giovane annunciatrice italiana di Radio Liberta' di Barcellona, Ada, e' figlia di un avvocato di idee socialiste che nel 1926 e' vessato al punto da dover chiuder lo studio, parte con i suoi in Argentina dove scrive contro il regime; poi vanno in Spagna, padre e figlia lavorano nell'emittente repubblicana, un fratello e' ferito a Teruel, dovranno fuggire separatamente in Francia dove saranno separatamente internati, un altro fratello impazzisce, dopo l'armistizio cercano di rientrare in Italia, vengono arrestati e condotti in manette a Napoli e condannati al confino. Dopo l'armistizio, insisto. Non basta: padre e figlia hanno fatto in tempo a vedersi cacciare da Radio Liberta' non da Franco ma dai comunisti - i bolscevichi, come li chiama Aragno. La famiglia Grossi e' un cristallo sul quale si e' sfaccettata la tragedia dell'Europa. E ancora gli e' andata bene, scrive Aragno, perche' molti di coloro che avevano incrociato sono finiti uccisi. E questa era una famiglia sia pur vagamente socialista. Ma Ezio Murolo, giornalista e partigiano alle Quattro giornate, e' un inquieto, un ribelle, uno che ha perfino partecipato all'impresa fiumana di d'Annunzio, ma dubita di Mussolini. Al confino e' preso dai dubbi, poi non dubita piu' e si ributta nella lotta. E Luigi Maresca, commesso delle Poste, che viene licenziato dalle medesime nel gennaio 1928 per avere scritto una lettera di ammirazione a Nitti, dovra' fuggire con la moglie in Francia e poi in Belgio a vivere di stenti, sara' tentato di arruolarsi nella guerra d'Etiopia per uscirne, ma si ferma prima di compiere il passo e sara' sulle barricate napoletane nel 1943. E coloro che ha incontrato? Dai moltissimi rimasti fuori dal volume, Aragno si sente rimproverato negli ultimi capitoli, per averli trascurati. Sono pagine emozionate, nelle quali non nasconde piu' la polemica, fino ad allora tenuta sottotono, verso le forze piu' grosse della Resistenza che nel dopoguerra hanno confiscato la storia ufficiale. Sono soprattutto i comunisti, che oscurano non soltanto gli avversari interni, i bordighiani (un gruppo dei quali restera' a Napoli a lungo, avversato da quell'Eugenio Reale che sara' poi espulso dal partito per ragioni opposte), ma i socialisti e gli anarchici, intransigenti, irriducibili al comunismo stalinista. * Una guerra di popolo Non e' stata la sofferenza minore, in questo antifascismo, la diffidenza e fin l'odio fra gente che stava dalla stessa parte. A Togliatti Aragno rimprovera, come si puo' immaginare, la svolta di Salerno. Le figure che ha rintracciato sono, si', anche di militanti comunisti, ma perlopiu' gente che segue altri ideali, spesso persone mosse da una diffusa rivolta morale che, appena se ne presentano le condizioni con lo sbarco e l'avanzata degli alleati, si battono con coraggio - popolo autentico, scontri durissimi, con molte perdite inflitte e ricevute, un popolo che una vera strategia di classe non avrebbe consegnato all'ex fascista e criminale di guerra Badoglio per compiacere gli alleati. L'opinione cui Luigi Cortesi non ha mai rinunciato in tutta la sua opera (si veda specificamente Mezzogiorno 1943. La scelta, la lotta, la speranza, Edizioni Scientifiche Italiane, a cura di Gloria Chianese) e' anche quella di Aragno: una linea insurrezionale, piu' simile a quella di Tito che ai tempi lunghi di Togliatti, non solo sarebbe stata piu' giusta, ma era possibile: lo testimoniano quei nomi, quelle storie. Il Pci e' accompagnato dall'ombra della repressione del Poum spagnolo, dei trotzkisti, di tutto cio' che e' alla sua sinistra e gli appare estremista in Italia e in quel momento; anche quando Aragno ricostruisce le figure dei comunisti con lo scrupolo di sempre, non nasconde che a suo parere le loro priorita' sono non quelle del popolo ma del partito e dei suoi legami con l'Unione Sovietica. Delle molte colpe di cui si accusano oggi i comunisti italiani e che, a mio parere, non reggono a un'analisi, ce n'e' una assolutamente vera, e della quale il Pci, finche' e' esistito e i suoi propri seppellitori poi, non hanno mai fatto l'autocritica: la diffidenza e sovente l'attacco alle forze minori che combatterono il fascismo e presero parte alla Resistenza. E non tanto, per ovvi motivi, i socialisti o i pochi trotzkisti italiani, presto valorosi nella Resistenza, quanto Giustizia e Liberta'. I recenti lavori di Giovanni de Luna, specie il carteggio fra Dante Livio Bianco e Aldo Agosti e i molti studi di Mimmo Franzinelli testimoniano d'una grande realta' e di un grande occultamento. Ma non e' questo il nocciolo del lungo lavoro di Aragno: e' il bisogno morale di restituire alla memoria i troppi dimenticati di una rivolta, anch'essa anzitutto morale, degli italiani della prima meta' del Novecento, e lo sdegno per l'odierna disinvoltura dello stato attuale e delle sue istituzioni su quanto concerne il fascismo. Disinvoltura che non sara' la prima ne' l'unica ragione del degrado politico di oggi, ma non ne e' sicuramente l'ultima. 13. RILETTURE. ADRIANA CAVARERO: ORRORISMO Adriana Cavarero, Orrorismo. Ovvero della violenza sull'inerme, Feltrinelli, Milano 2007, pp. 176, euro 14. Una riflessione la cui lettura ancora una volta vivamente raccomandiamo. 14. RILETTURE. SIMONA FORTI: IL TOTALITARISMO Simona Forti, Il totalitarismo, Laterza, Roma-Bari 2001, pp. X + 144, euro 9,30. Un acuto testo introduttivo. 15. RILETTURE. RENATE SIEBERT: IL RAZZISMO Renate Siebert, Il razzismo. Il riconoscimento negato, Carocci, Roma 2003, pp. 172, euro 17,20. Un'utile monografia. 16. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 17. PER SAPERNE DI PIU' Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 895 del 28 luglio 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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