L'accoglienza contro il razzismo



================================
L'ACCOGLIENZA CONTRO IL RAZZISMO
================================
Supplemento straordinario de "La nonviolenza e' in cammino" del 27 luglio
2009

1. Peppe Sini: Respingere il colpo di stato razzista. Difendere la legalita'
repubblicana. Con la forza della nonviolenza
2. Caritas italiana: Migranti e sicurezza, per un approccio globale
3. Una proposta urgente
4. Modello di lettera al Presidente del Senato della Repubblica ed al
Presidente della Camera dei Deputati
5. Modello di ordine del giorno da proporre all'approvazione delle assemblee
elettive (Comuni, Province, Regioni, etc.)

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: RESPINGERE IL COLPO DI STATO RAZZISTA. DIFENDERE
LA LEGALITA' REPUBBLICANA. CON LA FORZA DELLA NONVIOLENZA

E' in corso in Italia un colpo di stato razzista.
E' in corso in Italia un'abominevole persecuzione.
Gia' ora - che pure le piu' infami misure razziste imposte dal governo
golpista ancora non sono entrate in vigore, e dobbiamo batterci adesso,
adesso, con ogni energia perche' non entrino in vigore ne' tra pochi giorni
ne' mai - milioni di esseri umani nel nostro paese sono ridotti in
condizioni di estrema paura, di crudele persecuzione, di effettuale
schiavitu'. Milioni di esseri umani nel nostro paese, oggi. Nel paese di
Piero Gobetti e di Antonio Gramsci, nel paese dei fratelli Cervi, nel paese
di Primo Levi.
E' in corso in Italia un'abominevole persecuzione.
E' in corso in Italia un colpo di stato razzista.
*
Per fatto personale
Correva l'anno 1976, leggevo sul giornale di quelle ragazze e quei ragazzi
di Soweto che disarmati e cantando andavano incontro alle armi del regime
razzista, andavano incontro alla morte, per affermare il principio che ogni
essere umano e' un essere umano. Mi ripetei quell'antico ragionamento: se
ogni persona decente nel mondo avesse deciso di dare una mano per abbattere
l'apartheid, il regime dell'apartheid sarebbe crollato in un soffio. Giurai
a me stesso che la loro lotta sarebbe stata la mia. Sono passati tanti anni,
tante vicende. Fui uno di quelli che diedero una mano, con la forza della
nonviolenza. Quel regime in Sudafrica e' stato abbattuto.
E dopo esser stato uno di quelli che ritennero intollerabile per la propria
personale umana dignita' - una ferita nella propria carne, e un oltraggio
alla propria ragione - il regime della segregazione razziale all'altro capo
del mondo, dovrei forse vigliaccamente tacere ora che quel regime si vuole
imporre qui? Dovrei forse tradire l'umanita' ora che sono messo alla prova
qui dove vivo? Mi devono prima tagliare la lingua e le mani. Mi devono prima
ammazzare.
*
Contro l'omerta'
Si pretende di imporci di tacere che in Italia e' in corso un colpo di
stato.
Si pretende di imporci di tacere che in Italia e' al governo una cricca
corrotta e malavitosa, anomica e amorale, sovversiva e razzista.
Si pretende di imporci di tacere che in Italia e' in atto non solo
un'abissale corruzione dei costumi, ma un'operazione criminale ed eversiva,
dittatoriale e totalitaria, tematizzata illo tempore nel famigerato piano
golpista di quella P2 cui era iscritto l'attuale presidente del Consiglio
dei Ministri (che quel piano eversivo e fascista sta applicando pressoche'
alla lettera, finanche sopravanzandolo).
Ed a pretendere l'omerta', a pretendere la complicita', a pretendere la
prostituzione al male che oggi perseguita i migranti e domani tutti gli
altri, ci si ingegna e ci si spende non solo il ceto dei cortigiani
beneficiati, non solo gli "o Francia o Spagna pur che se magna", non solo
gli eterni lazzaroni e gli eterni paglietta e l'eterno popolo delle scimmie,
ma addirittura messer il Presidente della Repubblica, dimentico a quanto
pare di ricoprire quella carica anche e soprattutto per difendere ed onorare
la Costituzione della Repubblica Italiana, fondamento e presidio delle
nostre comuni liberta'.
A questo siamo giunti.
*
L'assalto nazista spiegato ai piu' piccini
Commetto l'ineleganza di ripetere tal quale un breve esercizio di
fenomenologia spicciola che ho gia' proposto qualche giorno fa (e che
Husserl mi perdoni):
"Allineiamo alcuni fatti. Esaminiamoli con animo scevro da pregiudizi.
Consideriamo cosa configurino nel loro insieme.
I campi di concentramento.
Le deportazioni.
La criminalizzazione e persecuzione di esseri umani che non hanno fatto
nulla di male.
L'abbandono, anzi: la riconsegna ai loro aguzzini di vittime innocenti in
fuga.
La legittimazione (ed in prospettiva il finanziamento da parte degli enti
pubblici) dello squadrismo.
L'esibita professione di razzismo da parte dei dirigenti dei partiti
politici al governo.
Stiamo parlando della Germania nazista? Stiamo parlando dell'Italia di
oggi".
E questo e' l'essenziale, direi.
*
I compiti dell'ora
Questo accade, oggi, qui.
E l'unico modo per cercar di salvare la nostra dignita', la nostra liberta',
e' resistere al colpo di stato razzista.
Al colpo di stato. Razzista. Resistere si deve.
Ed a quei personaggi che ci consigliano di essere piu' "moderati" mentre gli
hitleriani gia' straziano le nostre sorelle ed i nostri fratelli,
risponderemo con le parole di Gobetti: non siamo e non vogliamo essere
nichilistici affiliati alla societa' degli apoti, vogliamo piuttosto essere
combattenti della compagnia della buona morte.
Dovremmo essere piu' "moderati"? E cosa significa? Che dovremmo tener ferma
la vittima mentre il carnefice la sgozza? Che dovremmo applaudire alla
parata delle SS? Che dovremmo volgere il capo dall'altra parte mentre
l'innocente e' perseguitato, il profugo e' respinto nelle grinfie
dell'aguzzino, lo schiavo e' reso due volte schiavo dai poteri criminali che
lo opprimono e da un regime che e' a sua volta potere criminale? Dovremmo
essere piu' "moderati"? E cosa significa?
Tutti coloro che centomila volte hanno giustamente celebrato la Resistenza
contro il nazifascismo, la Resistenza di cui la Costituzione della
Repubblica Italiana e' figlia, oggi che il nazifascismo torna vorranno
resistere o vorranno prostituirsi? Noi vogliamo resistere.
Con la forza della verita'.
Con la forza della nonviolenza.
Con la forza della legalita'.
Con la forza della democrazia.
Con la forza della liberta', dell'uguaglianza, della sorellanza e della
fraternita' che ogni essere umano raggiunge e soccorre.
*
Una sola umanita'
Nessuno sia complice del colpo di stato.
Nessuno si arrenda al razzismo.
Nessuno si rassegni all'apartheid.
Che viva la Repubblica.
Che viva la Costituzione.
Che viva la legalita', che e' la difesa del giusto dalla violenza
dell'ingiusto.
La nonviolenza e' in cammino.

2. UNA SOLA UMANITA'. CARITAS ITALIANA: MIGRANTI E SICUREZZA, PER UN
APPROCCIO GLOBALE
[Dal sito della Caritas italiana (www.caritasitaliana.it)]

Un impegno quotidiano per accoglienza e integrazione, ma anche un lavoro
costante per la cooperazione con i Paesi del Sud del mondo e la
sperimentazione di possibili percorsi di rientro volontario assistito. Sono
queste le linee su cui si muove la Caritas.
Va detto pero' che la legge sulla sicurezza approvata dal Parlamento
Italiano e promulgata dal Presidente della Repubblica, per quanto concerne
il fenomeno migratorio presenta - come ha sottolineato lo stesso Napolitano
e come Caritas Italiana ha piu' volte evidenziato nel corso del lungo iter -
alcuni aspetti controversi. Come contributo al confronto e al dibattito, per
aiutare le Caritas diocesane nel lavoro di analisi della nuova normativa e
dei suoi effetti, sono state elaborate una scheda di sintesi, una serie di
considerazioni generali, ed altre piu' tecniche.
*
1. Scheda di sintesi del disegno di legge "sicurezza" (AS n. 733 approvato
il 2 luglio 2009)
Nell'imminenza dell'entrata in vigore del nuovo pacchetto sicurezza,
promulgato dal Presidente della Repubblica il 15 luglio 2009, di seguito si
elencano le principali novita' in materia di immigrazione in esso contenute:
- Reato d'ingresso e/o di soggiorno illegale: lo straniero che ha fatto
ingresso o soggiorna illegalmente nel territorio dello Stato e' punito con
l'ammenda da 5.000 a 10.000 euro. In conseguenza di questa previsione,
qualunque straniero soggetto a controlli sulla regolarita' del suo status,
potra' essere sottoposto a procedimento penale, dinanzi al giudice di pace,
e condannato. L'espulsione potra' essere eseguita comunque, anche in
pendenza del procedimento penale (che pero' si estinguera' una volta
eseguita l'espulsione), e con un canale preferenziale, in quanto, per questo
reato, non e' necessario attendere il nulla osta dell'Autorita' giudiziaria.
Derogando alle disposizioni del codice penale, tale reato (previsto come
contravvenzione) non si puo' estinguere mediante pagamento in misura ridotta
(oblazione). Una delle conseguenze piu' pesanti dell'introduzione di questo
reato consiste nel suo "incrociarsi" con altri reati previsti e puniti dal
nostro ordinamento. In particolare con gli artt. 361 e 362 c.p., che
obbligano i pubblici ufficiali e gli incaricati di pubblico servizio a
denunciare reati di cui vengano a conoscenza nell'esercizio delle loro
funzioni. Figure come l'ufficiale giudiziario, l'ispettore sanitario,
l'esattore di aziende municipalizzate, ma anche l'impiegato dell'anagrafe e
dell'Inps, il vigile urbano, il postino, l'insegnante della scuola pubblica
e l'assistente universitario, il geometra del comune, gli operatori sanitari
(ovvero i dipendenti Asl), i bidelli, i conducenti di mezzi di trasporto
pubblico, tutti soggetti con cui il cittadino straniero entra
quotidianamente a contatto, saranno tenuti a denunciarlo, se irregolare, per
non rischiare essi stessi di subire conseguenze penali per non averlo fatto.
- Il trattenimento nei Cie (Centri di identificazione ed espulsione, ex Cpt)
puo' raggiungere i 180 giorni (contro i 60 di prima); la procedura prevede
dapprima la richiesta di autorizzazione al trattenimento di ulteriori 30
giorni dopo i primi 30 concessi. Successivamente, di altri 60 giorni al
termine dei quali, in caso di mancata cooperazione al rimpatrio del
cittadino del Paese terzo interessato o di ritardi nell'ottenimento della
necessaria documentazione dai Paesi terzi, puo' essere concessa un'ulteriore
proroga di 60 giorni.
- L'obbligo di esibizione del titolo di soggiorno per la presentazione di
istanze o l'ottenimento di autorizzazioni od atti riguardanti lo stato
civile delle persone; nonche' per l'accesso ai servizi pubblici, impedisce
il compimento di atti di stato civile fondamentali, primi fra tutti la
richiesta delle pubblicazioni per il matrimonio e la stessa formazione degli
atti di nascita dei minori stranieri, con grave pregiudizio per la certezza
dei rapporti familiari e di stato civile. Un effetto assai grave di tale
modifica normativa consiste anche nella impossibilita' di registrare
all'anagrafe un figlio, da parte dello straniero irregolare, con conseguente
determinazione dello stato di affidabilita'/adottabilita' del minore. In
ogni caso, per comprendere appieno le conseguenze pratiche di questa
previsione, occorrera' attendere eventuali correttivi/chiarimenti che ne
delimitino la portata.
- Incapacita' matrimoniale: in linea con la previsione del punto precedente,
il disegno di legge esclude espressamente per lo straniero privo del
permesso di soggiorno la possibilita' di contrarre matrimonio con effetti
civili, limitando gravemente i diritti della comunita' familiare;
- Cittadinanza da parte del coniuge del cittadino italiano: per inoltrare la
domanda occorrera' attendere che siano decorsi due anni (e non piu' sei
mesi, come prima) dalla data di iscrizione nell'albo dei residenti , ovvero
tre anni se il matrimonio sia stato celebrato all'estero. I tempi sono
tuttavia dimezzati in presenza di figli nati o adottati dai coniugi.
Inoltre, in generale, viene introdotto il pagamento di un contributo non
esiguo (individuato dalla legge solo nel limite minimo, consistente in non
meno di 200 euro) per ogni tipo di domanda/istanza relativa alla
cittadinanza.
- Il divieto di iscrizione anagrafica: in mancanza della disponibilita' di
un alloggio dotato di idonea certificazione dei requisiti igienico-sanitari
e' previsto tale divieto, sia per i residenti italiani che per quelli
stranieri regolarmente soggiornanti. Considerata la scadente qualita' media
delle abitazioni italiane - specie nei comuni o centri storici, nelle zone
rurali e nei quartieri popolari antecedenti ai piani regolatori - questa
norma potra' condurre al blocco in massa delle iscrizioni o variazioni
anagrafiche lasciando senza residenza un'ampia porzione della popolazione
pur legalmente presente sul territorio. Diverra' allora difficile poter
effettuare interventi di sostegno pubblico alle famiglie in difficolta', il
controllo sulla scolarizzazione dei minori, la programmazione dei servizi,
la notifica degli atti legali e molte altre funzioni civiche e
costituzionali, rendendo improvvisamente non rintracciabili e meno tutelate
vaste fasce della popolazione, incluse le persone senza fissa dimora,
schedate in un archivio non comunale e privo di oggettive connessioni con le
necessarie funzioni di servizio sociale.
- Permessi di soggiorno: il ddl ha introdotto il pagamento di una tassa (da
80 a 200 euro) per chiedere il rinnovo/rilascio del permesso di soggiorno.
- Accordo di integrazione: il rilascio del permesso di soggiorno e'
subordinato alla stipula di un accordo di integrazione, articolato in
crediti con cui lo straniero si impegna a conseguire non meglio specificati
obiettivi di integrazione, pena la perdita dei punti/crediti e la successiva
espulsione. Unica eccezione alla stipula dell'Accordo sono i cittadini
stranieri titolari di pds per richiesta asilo, asilo, protezione
sussidiaria, protezione umanitaria, motivi familiari, pds di lungo periodo,
carta di soggiorno per familiare straniero di cittadino dell'Unione europea.
Non sono pero' disciplinati dal provvedimento legislativo, essendo invece
rimandati ad un successivo regolamento amministrativo, i criteri attraverso
cui le autorita' amministrative sono chiamate a valutare il grado di
integrazione del soggetto, ne' le modalita' del conseguimento
dell'integrazione e le circostanze che determinano la perdita dei crediti.
- Test di conoscenza della lingua italiana: in relazione al permesso di
soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo, ex carta di soggiorno, e'
divenuto obbligatorio il superamento di un test di lingua italiana, ma non
sono dettate le modalita' di effettuazione del test, che dovranno essere
individuate da un futuro provvedimento ministeriale.
- Minori stranieri non accompagnati: per la conversione del permesso di
soggiorno alla maggiore eta', la legge chiede ora espressamente che
sussistano congiuntamente i requisiti dell'affidamento (ovvero della
sottoposizione a tutela) e della frequenza di un progetto di integrazione
per almeno due anni essendo entrati in Italia almeno tre anni prima del
compimento dei 18 anni, mentre in precedenza la legge li prevedeva come
alternativi.
- Ronde cittadine: i sindaci sono autorizzati ad avvalersi della
collaborazione di associazioni tra cittadini al fine di segnalare alle forze
di polizia eventi che possano recare danno alla sicurezza urbana, ovvero
situazioni di "disagio sociale". I presupposti, compiti, limiti, modalita'
d'azione di tali iniziative private non sono ancora stabiliti, essendo
demandati a provvedimenti successivi.
*
2. Alcune considerazioni generali della Caritas italiana sul disegno di
legge "sicurezza" (AS n. 733 approvato il 2 luglio 2009)
Nel disegno di legge recentemente approvato in materia di sicurezza, come in
parte accaduto col precedente decreto legge n. 92/08 (poi legge n. 125/08),
sono confluite una serie di previsioni attinenti a materie eterogenee, ma
dotate di importanti rilievi e conseguenze sulla condizione dei cittadini
stranieri.
In merito alle principali novita' introdotte nel disegno di legge, Caritas
Italiana ha evidenziato una serie di rilievi:
Sulla previsione del reato di immigrazione clandestina, si ribadisce quanto
gia' sostenuto nel 2002, all'epoca della discussione per la riforma del T.U.
n. 286/98 intervenuta successivamente con la legge Bossi-Fini.
Da un punto di vista tecnico, la norma presenta difficolta' applicative,
soprattutto con riferimento alla delicata situazione di chi non abbia potuto
richiedere/ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno per gravi e
giustificabili motivi.
Si pone poi un problema di raccordo, piu' nella pratica che nella teoria,
fra tale norma e quella dell'art. 4 del T.U. che prevede che in caso di
ingresso irregolare lo straniero debba essere semplicemente respinto.
Inoltre, anche con riguardo ai principi di ragionevolezza, di
proporzionalita' e di sussidiarieta' del diritto penale (tutti corollari del
principio di legalita'), va rilevato che non sembra che l'ingresso e il
soggiorno irregolare rappresentino una condotta cosi' grave da richiedere
l'intervento penale: lo Stato non puo' far ricadere sull'individuo, al quale
i piu' importanti Trattati internazionali riconoscono il diritto di lasciare
il proprio paese, le proprie difficolta' nella gestione dei flussi
migratori.
E' opportuno invece mantenere una scala nell'intervento penale, perche'
questo possa risultare sempre credibile ed essere riconosciuto e osservato
dalla collettivita' alla quale si riferisce. Si tratta dunque di una misura
sproporzionata rispetto alla condotta e che abbassa eccessivamente la soglia
di intervento penale fino a ricomprendere fra i delitti mere forme di
irregolarita' amministrativa. Peraltro, una previsione di questo tipo ha
come presupposto che ad ogni clandestino corrisponda un criminale,
circostanza non avallata dalla realta' dei fatti ne' dai dati disponibili.
Inoltre, l'esperienza sul campo non depone a favore della capacita'
dissuasiva di un simile intervento penale: i fattori di spinta delle
migrazioni non verrebbero scoraggiati mentre invece si ingolferebbe il
sistema giudiziario e carcerario, a discapito di questioni di maggior
rilievo. E' fatto noto che i ritardi della nostra giustizia sono gia' stati
oggetto di censura e sanzione da parte dell'Unione Europea.
L'introduzione di tale reato, al di la' delle criticita' insite nella
fattispecie, produrra' tuttavia rilevanti conseguenze soprattutto per
effetto del combinato disposto con altre norme contenute nel nostro
ordinamento.
In particolare, fara' scattare per i pubblici ufficiali e gli incaricati di
pubblico servizio un obbligo di denuncia dello straniero irregolare con cui
entrino in rapporto per motivi attinenti all'esercizio delle loro funzioni,
per effetto delle previsioni degli artt. 361 e 362 c.p., che puniscono
l'omissione o il ritardo nella denuncia all'autorita' giudiziaria di reati
di cui tali categorie abbiano avuto notizia nell'esercizio delle loro
funzioni.
Si noti che per copiosa produzione giurisprudenziale, sono pubblici
ufficiali e/o incaricati di pubblico servizio non solo figure come
l'ufficiale giudiziario, l'ispettore sanitario, l'esattore di aziende
municipalizzate, ma anche l'impiegato dell'anagrafe e dell'Inps, il vigile
urbano, il postino, l'insegnante della scuola pubblica e l'assistente
universitario, il geometra del comune, gli operatori sanitari (ovvero i
dipendenti Asl) e finanche i letturisti dei contatori dell'elettricita' o
del gas, i bidelli, i custodi di cimiteri, i conducenti di mezzi di
trasporto pubblico. Si tratta a ben vedere, di soggetti con cui il cittadino
straniero entra quotidianamente a contatto e che saranno tenuti a
denunciarlo, se irregolare, per non rischiare essi stessi di subire
conseguenze penali per non averlo fatto.
Va detto che durante i lavori parlamentari per l'approvazione del disegno di
legge, si e' molto discusso di un'altra previsione inizialmente in esso
contenuta, ma successivamente stralciata, che avrebbe determinato anche la
segnalazione dello straniero irregolare che si fosse rivolto presso le
strutture sanitarie (sia ospedaliere, sia territoriali) per ottenere le
prestazioni che il T.U. n. 286/98 sull'immigrazione gli riconosce.
Anche in questo caso, si attribuiva ai medici il ruolo improprio di
segnalare alle autorita' una persona bisognosa di cure, sacrificando il suo
superiore diritto a godere della protezione della salute. Per questo
numerosissime organizzazioni di tutela degli immigrati, ma anche gli ordini
dei medici, hanno rivolto ai parlamentari diversi appelli per eliminare la
norma dal disegno di legge, rilevando come spingere le persone ad una
"clandestinita' sanitaria" sia pericoloso non solo per gli individui ma
anche per la popolazione, laddove possano esserci malattie trasmissibili.
Inoltre, l'effetto della cancellazione del divieto di segnalazione avrebbe
vanificato gli importanti successi raggiunti nell'ambito sanitario tra gli
immigrati, come la riduzione dei tassi di Aids, la stabilizzazione di quelli
relativi alla tubercolosi, la riduzione degli esiti sfavorevoli negli
indicatori materno-infantili (basso peso alla nascita, mortalita' perinatale
e neonatale...).
Pur se, come dicevamo, la proposta normativa e' stata ritirata, agli
interpreti del diritto rimane il ragionevole dubbio che questa sia tenuta in
vita proprio attraverso gli artt. 361 e 362 c.p., rientrando a pieno titolo
i medici e il personale sanitario fra quei pubblici ufficiali o incaricati
di pubblico servizio che hanno l'obbligo di denuncia di un reato appreso
nell'esercizio delle loro funzioni.
Continuando nell'esame delle previsioni del disegno di legge relative, in
particolare, agli stranieri irregolari, quella di allungare il periodo di
trattenimento nei Cpt fino a 180 giorni contrasta con la posizione piu'
volte espressa da Caritas Italiana e contenuta nelle conclusioni del
Rapporto De Mistura, ovvero di andare verso il graduale superamento di
questi centri nell'ottica di una migliore gestione del fenomeno e della
constatazione che, almeno sinora, la restrizione in questi centri non ha
permesso la identificazione e conseguente espulsione degli stranieri
trattenuti. Infatti, anche i dati del Ministero dell'interno, relativi
all'incidenza degli allontanamenti effettivi rispetto al numero delle
persone trattenute, attestano da anni come questi non superino mediamente il
50% del totale.
In questo senso, l'eccessivo allungamento dei tempi, oltre a risultare
troppo dispendioso, appare configurare una forma di detenzione, impropria
rispetto alla loro prima finalita' di rimpatrio dei cittadini stranieri
irregolari. L'efficacia dei rimpatri e' infatti strettamente collegata alla
collaborazione dei paesi di provenienza, ovvero alla loro maggiore o minore
efficienza burocratica, e dunque a fattori totalmente indipendenti dal
singolo, che tuttavia ne subisce le pesanti conseguenze.
Non sembrano poi secondari gli investimenti economici sottostanti
un'operazione di questo tipo, per cui si determinera' nuovamente lo
spostamento delle risorse economiche destinate all'integrazione verso
un'attivita' di contrasto e di controllo gia' censurata a piu' riprese dalla
Corte dei Conti negli anni passati.
Infine, sarebbe opportuno distinguere la posizione dei trattenuti che
abbiano gia' scontato la pena detentiva negli istituti carcerari e nei cui
confronti tale misura pare eccessivamente gravosa.
Ancor meno comprensibili delle previsioni sull'allontanamento sono le misure
volte a scoraggiare i soggiorni, ponendo una serie di restrizioni e ostacoli
alla possibilita' di continuare un percorso, gia' iniziato, verso
l'inserimento nel nostro paese. Tali proposte normative sono state censurate
da Caritas Italiana, Fondazione Migrantes, Acli, Centro Astalli, Comunita'
di Sant'Egidio nell'appello rivolto ai parlamentari nel luglio 2008
attraverso il comunicato "Solo una legge giusta puo' dare piu' sicurezza".
Nel dettaglio, il disegno di legge prevede l'incapacità al matrimonio con
effetti civili per lo straniero privo del permesso di soggiorno, limitando
gravemente i diritti della comunita' familiare.
Nel comunicato e' stato fortemente sottolineato come il diritto di sposarsi
e di fondare una famiglia sia un diritto fondamentale della persona (art. 16
della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e art. 29 Cost.),
inalienabile anche per coloro che sono in posizione amministrativa
irregolare. D'altra parte la possibilita' di vivere legalmente in famiglia -
talvolta usufruendo per se' e per i figli della posizione di regolarita'
amministrativa mutuata dal coniuge - assicura non solo serenita' e
stabilita' a uomini, donne e minori, ma evita loro percorsi di marginalita'
garantendo alla nostra societa', e in questo modo davvero, una maggiore
sicurezza.
Un'ulteriore stretta, che incide sempre sul vincolo matrimoniale, riguarda
l'accesso alla procedura per la richiesta di cittadinanza da parte del
coniuge del cittadino italiano: occorrera' infatti attendere, per avviare la
procedura, che siano decorsi due anni (e non piu' sei mesi, come prima)
dalla data di iscrizione nell'albo dei residenti, ovvero tre anni se il
matrimonio sia stato celebrato all'estero. I tempi sono tuttavia dimezzati
in presenza di figli nati o adottati dai coniugi.
Inoltre, in generale, per ogni tipo di domanda/istanza relativa alla
cittadinanza, occorrera' versare un contributo non inferiore a 200 euro.
Inoltre, il disegno di legge prevede l'onere di esibizione del titolo di
soggiorno per la presentazione di istanze o l'ottenimento di autorizzazioni
od atti riguardanti lo stato civile delle persone; nonche' per l'accesso ai
servizi pubblici.
Questa norma renderebbe inaccessibili agli stranieri irregolarmente
soggiornanti servizi pubblici anche essenziali, mettendone in alcuni casi a
rischio la sicurezza della vita e della salute, senza alcun giovamento ed
anzi con maggiore danno per la pubblica sicurezza.
Verrebbe inoltre pregiudicato il compimento di atti di stato civile
fondamentali, primi fra tutti la richiesta delle pubblicazioni per il
matrimonio e la stessa formazione degli atti di nascita dei minori
stranieri, con grave pregiudizio per la certezza dei rapporti familiari e di
stato civile.
Un effetto assai grave di tale modifica normativa consisterebbe anche nella
impossibilita' di registrare all'anagrafe un figlio, da parte dello
straniero irregolare, con conseguente determinazione dello stato di
affidabilita'/adottabilita' del minore. E comunque, per evitare questa
terribile conseguenza, e' probabile che molte donne decidano di non
partorire in ospedale, con serissimi rischi per la salute della madre e del
bambino, ovvero di non proseguire la gravidanza.
Tale norma appare dunque in aperto contrasto con le norme della Costituzione
che tutelano la maternita', l'infanzia e la gioventu' (art. 31, secondo
comma, Cost.), ovvero sanciscono il diritto-dovere dei genitori di mantenere
i figli (art. 30, primo comma, Cost.); nonche' con la Convenzione Onu sui
diritti dell'infanzia e dell'adolescenza del 1989 che riconosce a ogni
minore, indipendentemente dalla nazionalita' e dallo status del genitore, il
diritto ad essere "registrato immediatamente al momento della sua nascita",
il diritto "ad un nome, ad acquisire una cittadinanza e, nella misura del
possibile, a conoscere i suoi genitori e ad essere allevato da essi", ed
anche il diritto "a preservare la propria identita', ivi compresa la sua
nazionalita', il suo nome e le sue relazioni familiari".
Proseguendo nell'esame delle disposizioni, il disegno di legge prevede - sia
per i residenti italiani che per quelli stranieri regolarmente
soggiornanti - il divieto di iscrizione anagrafica in mancanza della
disponibilita' di un alloggio dotato di idonea certificazione dei requisiti
igienico-sanitari, relegando le persone senza fissa dimora in uno speciale
registro presso il Ministero dell'interno. Va tuttavia rilevato che, a causa
della scadente qualita' media delle abitazioni italiane - specie nei comuni
o centri storici, nelle zone rurali e nei quartieri popolari antecedenti ai
piani regolatori - questa norma, se approvata, condurrebbe al blocco in
massa delle iscrizioni o variazioni anagrafiche, ledendo il principio
costituzionale di buon andamento della pubblica amministrazione (art. 87
Cost.) che si sostanzia nell'efficienza, adeguatezza, ragionevolezza ed
efficacia dell'azione amministrativa, ma anche e soprattutto lasciando senza
residenza un'ampia porzione della popolazione pur legalmente presente sul
territorio.
Diverranno allora difficili il sostegno pubblico alle famiglie in
difficolta', il controllo sulla scolarizzazione dei minori, la
programmazione dei servizi, la notifica degli atti legali e molte altre
funzioni civiche e costituzionali, rendendo improvvisamente non
rintracciabili e meno tutelate vaste fasce della popolazione, incluse le
persone senza fissa dimora, schedate in un archivio non comunale e privo di
oggettive connessioni con le necessarie funzioni di servizio sociale.
Analoghi rilievi critici riguardano le previsioni restrittive che incidono
sulla disciplina dei permessi di soggiorno, come la previsione del pagamento
di una somma rilevante (da 80 a 200 euro) per chiedere il rinnovo/rilascio
del permesso di soggiorno. Si tratta di una misura che rischia di essere
eccessivamente onerosa non solo per i nuclei familiari, ma anche per i
singoli, soprattutto a fronte degli eccessivi ritardi burocratici
sottostanti al rilascio dei permessi che fa si' che a volte si ottengono a
durata gia' scaduta, costringendo l'interessato a ripetere il pagamento per
convertire un titolo di cui, di fatto, non e' riuscito a beneficiare.
E' inoltre previsto di subordinare il rilascio del permesso di soggiorno
alla stipula di un "accordo di integrazione", articolato in crediti con cui
lo straniero si impegni a conseguire non meglio specificati obiettivi di
integrazione, pena la perdita dei punti/crediti e la successiva espulsione.
Unica eccezione alla stipula dell'Accordo sono i cittadini stranieri
titolari di pds per richiesta asilo, asilo, protezione sussidiaria,
protezione umanitaria, motivi familiari, pds di lungo periodo, carta di
soggiorno per familiare straniero di cittadino dell'Unione Europea.
Non risultano pero' disciplinati dal provvedimento legislativo, essendo
invece rimandati ad un successivo regolamento amministrativo, i criteri
attraverso cui le autorita' amministrative sono chiamate a valutare il grado
di integrazione del soggetto, ne' le modalita' del conseguimento
dell'integrazione e le circostanze che determinano la perdita dei crediti.
Sembra pero' che demandare alla fonte regolamentare aspetti cosi' rilevanti
per la condizione giuridica dello straniero costituisca una violazione del
principio di riserva di legge espressamente sancito, su tale ambito, dalla
Costituzione (art. 10).
Un'ulteriore restrizione ai permessi di soggiorno e' prevista in relazione
alla vecchia carta di soggiorno, ora permesso di soggiorno CE per
soggiornanti di lungo periodo. Fra i requisiti necessari per ottenerlo e'
divenuto obbligatorio il superamento di un test di conoscenza della lingua
italiana, ma non sono dettate le modalita' di effettuazione del test, in
quanto demandate ad un futuro provvedimento ministeriale.
Una stretta significativa e' anche operata nei confronti di un'altra
categoria particolarmente bisognosa di tutela, ovvero i minori stranieri non
accompagnati, in quanto la proposta normativa contenuta del ddl,
conformemente peraltro alla prassi adottata da alcune questure, richiede, ai
fini del rilascio del permesso di soggiorno alla maggiore eta', il possesso
del doppio requisito dell'affidamento, ovvero della sottoposizione a tutela,
e della frequenza di un progetto di integrazione per almeno due anni. Nel
passato, autorevoli pronunce della Corte Costituzionale e del Consiglio di
Stato avevano invece stabilito che il requisito dell'affidamento/tutela
fosse da considerare alternativo a quello della frequenza del progetto.
Oltre a queste misure, che avranno conseguenze piu' immediate nei confronti
dei cittadini stranieri, il disegno di legge ne contiene altre, sulle quali
pure Caritas Italiana ha espresso delle perplessita'.
Ci si riferisce, ad esempio, alla norma che introduce le cosiddette ronde
cittadine, autorizzando i sindaci ad avvalersi della collaborazione di
associazioni tra cittadini al fine di segnalare alle forze di polizia eventi
che possano recare danno alla sicurezza urbana, ovvero situazioni di
"disagio sociale". Tale previsione appare in contrasto con il fondamentale
principio della primaria ed esclusiva responsabilita' dello stato nella
tutela della sicurezza pubblica, che potrebbe essere messo fortemente in
discussione da iniziative private i cui presupposti, compiti, limiti,
modalita' d'azione non sono, nella proposta in esame, espressi chiaramente.
In conclusione, l'impostazione generale del pacchetto sicurezza sembra
confondere il giusto obiettivo di ridurre l'irregolarita' con l'accanimento
nei riguardi delle persone prive del permesso di soggiorno, aggravando ancor
piu' la penosa condizione dei "forestieri piu' vulnerabili; vale a dire i
migranti senza documenti, i profughi, coloro che hanno bisogno d'asilo, i
profughi a causa di persistenti, violenti conflitti in molte parti del mondo
e le vittime - in maggioranza donne e bambini - del terribile crimine che e'
il traffico di esseri umani" (Messaggio di Sua Santita' Giovanni Paolo II
per la giornata mondiale del migrante e del rifugiato del 2003).
Garantire il rispetto e la dignita' delle persone deve divenire invece il
primo obiettivo di leggi giuste che diano sicurezza e serenita' a tutti i
cittadini.
*
Postilla. Per saperne di piu'
Nel sito della Caritas italiana (www.caritasitaliana.it) e' disponibile
anche una dettagliata scheda tecnica di 27 pagine di dettagliata descrizione
ed approfondito commento delle nuove disposizioni contenute nella legge.
Scheda tecnica cui rinviamo chi volesse un'informazione completa ed
accurata.

3. UNA SOLA UMANITA'. UNA PROPOSTA URGENTE

Proponiamo alle lettrici ed ai lettori di:
a) scrivere ai Presidenti di Camera e Senato una lettera con la richiesta
che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente
incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente
ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata
conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle
norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai
principi della civilta' giuridica;
b) scrivere a tutti i parlamentari antinazisti affinche' sostengano questa
richiesta;
c) scrivere a tutti gli enti locali affinche' formulino anch'essi questa
richiesta;
d) scrivere a tutti i mass-media affinche' ne diano almeno notizia;
e) scrivere a persone di volonta' buona, associazioni democratiche ed
istituzioni fedeli alla Costituzione affinche' si associno alla richiesta.
*
Per chi volesse scrivere via posta elettronica gli indirizzi e-mail di tutti
i parlamentari (compresi i Presidenti delle Camere) sono cosi' composti:
a) per i deputati: cognome_inizialedelnome at camera.it e per fare un esempio
l'indirizzo di un eventuale on. Mario Rossi sarebbe rossi_m at camera.it
b) per i senatori: cognome_inizialedelnome at posta.senato.it e per fare un
esempio l'indirizzo di un eventuale sen. Mario Rossi sarebbe
rossi_m at posta.senato.it
Ai Presidenti dei due rami del parlamenti si puo' scrivere anche attraverso
i siti di Camera e Senato.

4. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI LETTERA AL PRESIDENTE DEL SENATO DELLA
REPUBBLICA ED AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Presidente della Camera dei Deputati
Signori Presidenti dei due rami del Parlamento,
il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente
del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai
Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una
lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla
legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2
luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza",
volgarmente nota come "pacchetto sicurezza".
Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita,
energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che
palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con
le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i
principi della civilta' giuridica.
Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge
siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la
Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori,
principi e criteri della civilta' umana,
con la presente siamo a richiedere
che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente
incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente
ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata
conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle
norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai
principi della civilta' giuridica.
Distinti saluti,
firma
luogo e data
indirizzo completo del mittente

5. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ORDINE DEL GIORNO DA PROPORRE
ALL'APPROVAZIONE DELLE ASSEMBLEE ELETTIVE (COMUNI, PROVINCE, REGIONI, ETC.)

Il Consiglio ... di ...,
premesso che
il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente
del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai
Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una
lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla
legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2
luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza",
volgarmente nota come "pacchetto sicurezza".
Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita,
energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che
palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con
le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i
principi della civilta' giuridica.
Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge
siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la
Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori,
principi e criteri della civilta' umana,
chiede
al Presidente del Senato della Repubblica ed al Presidente della Camera dei
Deputati che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme
palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia
nuovamente ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia
modificata conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica
Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro
ordinamento e ai principi della civilta' giuridica.
Da' mandato
al proprio presidente di trasmettere il presente ordine del giorno al
Presidente del Senato della Repubblica, al Presidente della Camera dei
Deputati e per opporuna conoscenza al Presidente della Repubblica, e di
renderlo noto alla popolazione attraverso i mezzi d'informazione e nelle
altre forme abitualmente usate per comunicare ai cittadini le deliberazioni
del Consiglio.

================================
L'ACCOGLIENZA CONTRO IL RAZZISMO
================================
Supplemento straordinario de "La nonviolenza e' in cammino" del 27 luglio
2009
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe

Per non riceverlo piu':
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe

In alternativa e' possibile andare sulla pagina web
http://web.peacelink.it/mailing_admin.html
quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su
"subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).

L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196
("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing
list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica
alla pagina web:
http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web:
http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la
redazione e': nbawac at tin.it