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La legalita' contro il razzismo
- Subject: La legalita' contro il razzismo
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 25 Jul 2009 15:31:40 +0200
- Importance: Normal
=============================== LA LEGALITA' CONTRO IL RAZZISMO =============================== Supplemento straordinario de "La nonviolenza e' in cammino" del 25 luglio 2009 1. Peppe Sini: Agli atti illegali ed eversivi di un governo golpista e' dovere di ogni cittadino resistere. Le misure razziste e squadriste palesemente incostituzionali non hanno e non possono avere valore di legge, esse sono un crimine ed i loro autori vanno processati per aver tentato un colpo di stato: nessuna persona e nessuna istituzione ne sia complice 2. Una proposta urgente 3. Modello di lettera al Presidente del Senato della Repubblica ed al Presidente della Camera dei Deputati 4. Modello di ordine del giorno da proporre all'approvazione delle assemblee elettive (Comuni, Province, Regioni, etc.) 5. Valerio Onida: Criminalizzare e' inutile 6. Carlo Federico Grosso: Una svolta che non aiuta la giustizia 7. Enzo Bianchi: Quando un forestiero bussa alla porta 8. Giovanna Zincone: Se la sicurezza e' sbilanciata 9. Vladimiro Polchi intervista Mario Marazziti 10. "La Stampa": Il Commissario dell'Unione Europea Barrot denuncia le illegali deportazioni 1. UNA SOLA UMANITA'. PEPPE SINI: AGLI ATTI ILLEGALI ED EVERSIVI DI UN GOVERNO GOLPISTA E' DOVERE DI OGNI CITTADINO RESISTERE. LE MISURE RAZZISTE E SQUADRISTE PALESEMENTE INCOSTITUZIONALI NON HANNO E NON POSSONO AVERE VALORE DI LEGGE, ESSE SONO UN CRIMINE ED I LORO AUTORI VANNO PROCESSATI PER AVER TENTATO UN COLPO DI STATO: NESSUNA PERSONA E NESSUNA ISTITUZIONE NE SIA COMPLICE Agli atti illegali ed eversivi di un governo golpista e' dovere di ogni cittadino resistere. Le misure razziste e squadriste palesemente incostituzionali non hanno e non possono avere valore di legge, esse sono un crimine ed i loro autori vanno processati per aver tentato un colpo di stato: nessuna persona e nessuna istituzione ne sia complice. * Le misure razziste e squadriste, criminali e criminogene, incostituzionali ed antigiuridiche contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" sono illegali ed eversive. Poiche' quelle misure razziste e squadriste confliggono con le fondamenta stesse dell'ordinamento giuridico, dello stato di diritto, della civilta'; poiche' quelle misure razziste e squadriste sono incompatibili con la Costituzione della Repubblica Italiana e con le norme di diritto internazionale dall'Italia sottoscritte; poiche' quelle misure razziste e squadriste si configurano come delittuose; ebbene, ne consegue che esse non possono essere accolte nel corpus legislativo del nostro paese, costituendone un vulnus e un grottesco, scellerato rovesciamento. Che un governo golpista abbia preteso di imporle rivela la natura e gli intenti di quel governo, e la necessita' e l'urgenza di contrastarne l'azione eversiva, antidemocratica, anomica, gangsteristica, barbarica. E' dovere e diritto di ogni cittadino difendere la Costituzione, la legalita', i diritti umani; difendere la Repubblica e le nostre comuni liberta' dall'assalto nazista dei razzisti e golpisti al governo. E' diritto e dovere di ogni essere umano difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani dalla furia razzista e squadrista degli emuli attuali del criminale delirio hitleriano. E' compito di ogni istituto civile contrastare la barbarie razzista che pretende denegare la qualita' umana degli esseri umani. * Vi e' una sola umanita'. Nessuno sia complice del colpo di stato nazista. Nessuno si arrenda al razzismo. Nessuno si rassegni all'apartheid. Ogni umana vita e' un valore infinito. Difendere occorre la legalita', la Costituzione, l'ordinamento democratico, lo stato di diritto, la civilta' giuridica, la civile convivenza, il morale condursi, l'umanita'. * Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'. Siano abrogate subito le misure razziste e squadriste contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza". Siano aboliti subito i campi di concentramento. Cessino immediatamente le deportazioni. La nonviolenza e' in cammino. 2. UNA SOLA UMANITA'. UNA PROPOSTA URGENTE Proponiamo alle lettrici ed ai lettori di: a) scrivere ai Presidenti di Camera e Senato una lettera con la richiesta che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica; b) scrivere a tutti i parlamentari antinazisti affinche' sostengano questa richiesta; c) scrivere a tutti gli enti locali affinche' formulino anch'essi questa richiesta; d) scrivere a tutti i mass-media affinche' ne diano almeno notizia; e) scrivere a persone di volonta' buona, associazioni democratiche ed istituzioni fedeli alla Costituzione affinche' si associno alla richiesta. * Per chi volesse scrivere via posta elettronica gli indirizzi e-mail di tutti i parlamentari (compresi i Presidenti delle Camere) sono cosi' composti: a) per i deputati: cognome_inizialedelnome at camera.it e per fare un esempio l'indirizzo di un eventuale on. Mario Rossi sarebbe rossi_m at camera.it b) per i senatori: cognome_inizialedelnome at posta.senato.it e per fare un esempio l'indirizzo di un eventuale sen. Mario Rossi sarebbe rossi_m at posta.senato.it Ai Presidenti dei due rami del parlamenti si puo' scrivere anche attraverso i siti di Camera e Senato. 3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI LETTERA AL PRESIDENTE DEL SENATO DELLA REPUBBLICA ED AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI Al Presidente del Senato della Repubblica Al Presidente della Camera dei Deputati Signori Presidenti dei due rami del Parlamento, il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2 luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza". Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita, energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i principi della civilta' giuridica. Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori, principi e criteri della civilta' umana, con la presente siamo a richiedere che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica. Distinti saluti, firma luogo e data indirizzo completo del mittente 4. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ORDINE DEL GIORNO DA PROPORRE ALL'APPROVAZIONE DELLE ASSEMBLEE ELETTIVE (COMUNI, PROVINCE, REGIONI, ETC.) Il Consiglio ... di ..., premesso che il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2 luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza". Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita, energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i principi della civilta' giuridica. Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori, principi e criteri della civilta' umana, chiede al Presidente del Senato della Repubblica ed al Presidente della Camera dei Deputati che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica. Da' mandato al proprio presidente di trasmettere il presente ordine del giorno al Presidente del Senato della Repubblica, al Presidente della Camera dei Deputati e per opporuna conoscenza al Presidente della Repubblica, e di renderlo noto alla popolazione attraverso i mezzi d'informazione e nelle altre forme abitualmente usate per comunicare ai cittadini le deliberazioni del Consiglio. 5. UNA SOLA UMANITA'. VALERIO ONIDA: CRIMINALIZZARE E' INUTILE [Dal quotidiano "Il sole 24 ore" del 4 luglio 2009 col titolo "Criminalizzare? E' inutile". Valerio Onida e' Presidente emerito della Corte Costituzionale] Pacchetto sicurezza: gia' il nome esprime il messaggio che la maggioranza ha voluto mandare agli elettori. Si e' detto che cosi' si combatte con nuove misure la mafia, che si contrasta l'immigrazione clandestina, che si tutela meglio la sicurezza urbana. Ma sotto il vestito del trasparente messaggio, cosa c'e' di reale? Lasciamo da parte le misure contro la criminalita' organizzata, anche se e' lecito il sospetto che siano state volute piu' che altro per non far apparire tutto il "pacchetto" come pensato solo contro l'immigrazione e la piccola delinquenza e anche se e' lecito il dubbio, per esempio, che per combattere piu' efficacemente la mafia serva "indurire" ulteriormente il regime del "41 bis" nei confronti dei condannati e degli imputati per mafia che stanno in carcere, anziche' trasformare le condizioni ambientali in cui la mafia in liberta' riesce ancora a condizionare pesantemente la societa'. La "sicurezza urbana" e' poco piu' di uno slogan, se e' affidata al discutibile strumento delle ronde di "volontari" e non al reale potenziamento in mezzi e risorse delle forze dell'ordine e piu' in generale delle strutture di prevenzione e di intervento sociale: la sicurezza e' un bene che si difende soprattutto prevenendo, prima che reprimendo. Ma dove il "pacchetto" risulta particolarmente criticabile e' riguardo all'immigrazione. Combattere l'immigrazione illegale con la criminalizzazione dei sans papiers e con la sottrazione di diritti elementari e' doppiamente incongruo. In primo luogo perche' l'immigrazione (anche illegale) non e' un fenomeno di tipo delinquenziale (come potrebbe essere il lucroso traffico di droga, o la tratta delle donne o dei minori), ma e' il frutto di correnti e spinte profonde che si manifestano nel mondo globalizzato, nonche' espressione della "liberta' di emigrare" che l'articolo 13 della Dichiarazione universale dei diritti umani proclama per "ogni individuo". In secondo luogo perche', sovente, essa e' il frutto della disperazione di chi fugge da aree in cui gli e' impedito "l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana", e invoca percio' il diritto di asilo che l'articolo 10 della stessa Costituzione gli assicura: al richiedente asilo non si puo', legalmente e civilmente, opporre la semplice mancanza di titoli legali di soggiorno (ne' respingerlo a mare o su coste inospitali dal punto di vista dei diritti). Occorrerebbe, piu' in generale, disciplinare meglio e favorire l'immigrazione legale, anche quella dei migranti "economici", favorendo la ricerca del lavoro e dell'alloggio, consentendo largamente il ricongiungimento con i familiari (il migrante solo e' sicuramente piu' esposto al rischio delinquenza del migrante inserito nel paese con la sua famiglia), attuando seri programmi di integrazione, favorendo l'acquisto della cittadinanza. Invece noi siamo ancora alle prese con i "flussi" delle quote di qualche anno fa; le procedure per il rinnovo dei permessi di soggiorno (non parliamo di quelle per la richiesta della cittadinanza) sono straordinariamente lunghe; abbiamo da poco ristretto, e non allargato, le possibilita' di ricongiungimento familiare; le risorse per i servizi sociali (suscettibili anche di creare integrazione) sono ridotte e non aumentate; di fronte alla difficolta', se non impossibilita', di attuare le espulsioni non troviamo di meglio che creare un nuovo reato, prolungare nel tempo la para-carcerazione nei centri ribattezzati "di identificazione ed espulsione", o ricorrere all'arresto e alla carcerazione vera (e inutile) di coloro che si sottraggono all'ordine di allontanamento. Alessandro Manzoni ci racconta delle "gride" con cui il governatore della Milano spagnola intimava ai "bravi e vagabondi", di "sgomberare il paese", minacciando "la galera ai renitenti"; e l'anno dopo, constatato che la citta' ne era tuttora piena, ordinava che chiunque constasse esser "riputato per bravo" e "aver tal nome", ancorche' "non si verifichi aver fatto delitto alcuno", fosse "mandato alla galea" per un triennio, "per la sola opinione e nome di bravo". Si sa quanto servivano questi provvedimenti. Ma fino a quando la nostra "civile" societa' italiana continuera' a chiedere alla politica di emanare sempre nuove gride, anziche' chiedere di affrontare con razionalita' i problemi reali nelle loro radici effettive, e con i mezzi adeguati? 6. UNA SOLA UMANITA'. CARLO FEDERICO GROSSO: UNA SVOLTA CHE NON AIUTA LA GIUSTIZIA [Dal quotidiano "La Stampa" del 3 luglio 2009 col titolo "Una svolta che non aiuta la giustizia". Carlo Federico Grosso, giurista e docente universitario, e' stato membro del Consiglio superiore della magistratura] Con tre voti di fiducia, in meno di ventiquattr'ore, l'esecutivo ha conquistato il si' definitivo al disegno di legge sicurezza. Un nuovo successo per la maggioranza, una nuova sconfitta per l'opposizione. Ancora una volta, ponendo la fiducia, il governo ha soffocato ogni dialettica parlamentare. Nonostante le critiche avanzate da ambienti qualificati del mondo del diritto e dalla Chiesa, e' stato mantenuto il reato di clandestinita'. Lo straniero che fa ingresso o si trattiene nel territorio dello Stato in violazione delle disposizioni vigenti e' punito con l'ammenda da 5.000 a 10.000 euro. Rispetto alla versione originaria e' scomparsa la pena detentiva (che avrebbe prodotto un ulteriore, insopportabile, intasamento delle carceri). E' stata mantenuta tuttavia la reita' del fatto. Anzi, se c'e' flagranza, od evidenza del reato, e' previsto il rito direttissimo davanti al giudice di pace. Immagino che numerosi lettori applaudiranno la nuova norma, ritenendo che essa costituisca un esempio di reazione forte dello Stato all'ingresso clandestino in Italia di stranieri delinquenti. In realta' il nuovo reato appare, ai tecnici del diritto, piu' che altro un "manifesto" privo di logica ed utilita', se non, addirittura, una novita' foriera di danni per l’ esercizio della giustizia. Iniziamo da quest'ultimo profilo. La giustizia italiana e', gia' oggi, travolta da mille incombenze. L'effetto immediato della nuova disciplina rischiera' di essere uno tsunami giudiziario di migliaia di nuove iscrizioni e di nuovi processi. Chi sara', concretamente, in grado di gestire la tempesta? Si dira': il giudice di pace, senza che la normale giustizia penale trattata dai magistrati togati sia sfiorata. Nessuno pensa tuttavia che, prima di arrivare davanti al giudice di pace, a gestire la situazione si troveranno le Procure, che dovranno, bene o male, iscrivere i reati, generalizzare gli indagati, e, se del caso, esercitare l'azione penale? Delle due, pertanto, l'una: o esse saranno travolte, e pertanto impedite nello svolgere la loro stessa, usuale, attività d'indagine nei confronti dei reati dei quali gia' oggi si occupano, ovvero faranno finta. Iscriveranno formalmente i nuovi reati di clandestinita' (e gia' questa sara' un’incombenza pesante), e poi terranno le pratiche nel cassetto. In entrambi i casi, com'e' ovvio, qualcosa non funzionerebbe. Ma passiamo alla logica. Quale puo' essere la giustificazione della previsione di un "reato" di clandestinita'? Il clandestino, se scoperto, deve essere ovviamente espulso dallo Stato, questo e' l'obbiettivo primario. Ed infatti anche la nuova legge prevede che lo straniero nei cui confronti si e' aperto processo penale per clandestinita', o nei cui confronti c'e' stata condanna penale, dovra' essere cacciato dal territorio nazionale. Anzi, se sara' espulso prima della condanna, il giudice dovra' dichiarare il non luogo a procedere. Ma allora, per raggiungere tale obbiettivo, non sarebbe stato piu' ragionevole prevedere, semplicemente, lo snellimento delle pratiche amministrative di espulsione, senza scomodare la giustizia penale con la sua chiamata alle armi contro un reato comunque bagatellare? La nuova incriminazione costituisce pertanto, con evidenza, appunto un semplice "manifesto", non e' una norma rispettosa dei principi che dovrebbero, ragionevolmente, sorreggere l'attivita' di un legislatore scrupoloso. Ne' si potrà sostenere, per giustificare la novita', che il migrante irregolare e', per definizione, pericoloso: la Corte Costituzionale ha, infatti, gia' escluso che lo stato d'irregolarita' possa essere considerato, di per se', sintomo presuntivo di pericolosita' sociale (sentenza n. 78/2007). E si badi che la Corte, trattando d'immigrazione, in un'altra occasione aveva affermato, con altrettanta chiarezza, che il legislatore deve "orientare la sua azione a canoni di razionalita'" (sentenza n. 5/2004), bollando pertanto come incostituzionale ogni disciplina irragionevole della materia. Che dire, a questo punto, delle ulteriori disposizioni approvate ieri col decreto sicurezza? In questa sede non e' possibile una loro analisi dettagliata. Mi limitero' pertanto ad accennare che alcune di esse sono sicuramente apprezzabili, come quelle che prevedono giri di vite in materia di criminalita' organizzata od escludono dalle gare di appalto le vittime di estorsione che non denuncino la violenza subita. Che altre suscitano invece grandi perplessita', come quella, soprattutto, che istituisce le ronde cittadine, attribuendo a privati cio' che dovrebbe essere attivita' riservata ai pubblici poteri. Il "segno distintivo" della nuova legge e' comunque, senza dubbio, il reato di immigrazione clandestina. Ed e' su tale profilo che deve essere, pertanto, misurato il livello di civilta', o di incivilta', del "legislatore nuovo" che si accinge, in un modo o nell'altro, a trasformare lo Stato italiano e la sua immagine. 7. UNA SOLA UMANITA'. ENZO BIANCHI: QUANDO UN FORESTIERO BUSSA ALLA PORTA [Dal quotidiano "La Repubblica" del 12 luglio 2009 col titolo "Quando un forestiero bussa alla porta"] "Ero straniero e mi avete ospitato", oppure no? E' questo l'interrogativo che non cessa di risuonare da quando l'evangelista Matteo l'ha posto in bocca a Gesu' nella sua descrizione del giudizio finale, descrizione che non mira tanto a raccontare quanto accadra' alla fine dei tempi, ma piuttosto a plasmare l'atteggiamento quotidiano dei discepoli e a fornire loro un criterio di giudizio sul proprio e l'altrui comportamento. Del resto, fin dall'Antico Testamento, la categoria dello straniero era quella che meglio raffigurava il bisognoso: lontano dalla propria casa, lingua e cultura, privo dei diritti legati all'appartenenza a un popolo, sovente lo straniero finiva per cadere ben presto nelle altre situazioni di emarginazione e sofferenza: malato, carcerato, affamato..., condizioni non a caso citate anch'esse da Gesu' nel suo racconto sul giudizio. Nella tradizione veterotestamentaria la cura e il rispetto per lo straniero si fondavano su una memoria esistenziale prima ancora che storica: l'invito "amate il forestiero perche' anche voi foste forestieri nel paese d'Egitto" (Deuteronomio 10, 19) risuona pressante e attuale anche per generazioni ormai da tempo insediate nella terra promessa. A questa consapevolezza si aggiunge nei Vangeli l'inattesa identificazione di Gesu' con lo straniero che attende accoglienza e che incontra rifiuto: cio' che si fa o non si fa al "piu' piccolo", al piu' indifeso, e' dono elargito o negato a Gesu', come se egli fosse presente e recettivo ogni giorno al nostro agire. In questo senso un dato complementare emerge con forza dalle pagine del Nuovo Testamento: Gesu' stesso, il Gesu' storico che ha abitato tra gli uomini come uno di loro, e' percepito e narrato come uno straniero, in quanto ha vissuto "altrimenti", manifestandosi come "altro" agli occhi di chi lo ha incontrato e ne ha poi raccontato l'esistenza. Dall'infanzia come profugo in Egitto alla sua provenienza dalla Galilea, tutto lo rendeva marginale nell'ambito di Gerusalemme, cuore culturale e religioso di Israele: "Il Cristo viene forse dalla Galilea? [...] Non sorge profeta dalla Galilea!" (Giovanni 7, 41.52). Inoltre, il suo essere dotato di un'autorita' carismatica fuori dell'ordinario suscitava una dura opposizione sia da parte dei sacerdoti che governavano il Tempio, i quali lo consideravano pericoloso, sia da parte dei maestri della Legge, invidiosi della sua conoscenza della Scrittura. Gesu', con la sua missione e la sua esperienza di estraniamento che lo accomuna ai profeti, assume il volto dell'"altro": altro rispetto alle attese del suo maestro Giovanni Battista, altro rispetto alla famiglia che lo giudica "fuori di se'" e vorrebbe riportarlo a casa con la forza, altro rispetto alla sua comunita' religiosa che lo considera "indemoniato" (cf. Marco 3, 21 e 22). Egli e' altro anche rispetto ai suoi concittadini di Nazaret: e' significativo che proprio la' dove dovrebbe attivarsi il meccanismo del riconoscimento e dell'accoglienza, nella sua patria, avviene il rifiuto, e Gesu' diviene estraneo, fino ad essere nemico. L'incomprensione di questa alterità conoscera' il suo culmine quando il Figlio sara' "ucciso dai vignaioli" - quelli a cui era stato inviato - "e gettato fuori della vigna"! Paradigmatica e' la presentazione di Gesu' quale straniero fatta da Luca nell'episodio dei discepoli di Emmaus (cf. Luca 24, 13-35): il Risorto, con i tratti di un viandante, si accosta a due discepoli e cammina con loro, mentre essi parlano con tristezza della morte del profeta Gesu' di Nazaret. Alla sua domanda sull'oggetto del loro discorrere, ribattono: "Tu solo sei cosi' forestiero da non sapere cio' che e' accaduto in questi giorni?": egli e' lo straniero che cammina con gli uomini, che resta nascosto fino a quando, invitato a tavola, viene riconosciuto nel gesto di condividere il pane. Si', nella condivisione del pane, nello stare a tavola insieme, nel conversare, nel fare memoria di cio' che si e' vissuto, avviene il riconoscimento e lo straniero si rivela. Forse possiamo allora cogliere meglio tutta la pregnanza di un ammonimento come quello che Gesu' rivolge ai suoi discepoli: se egli puo' identificarsi con lo straniero fino a considerare come rivolta a se stesso ogni cura prestata - e ogni offesa arrecata - a uno straniero nel bisogno e' perche' ha voluto vivere nella carne l'esperienza di estraneita', il venire in mezzo ai suoi e non essere riconosciuto, il vedersi negata quella dignita' fondamentale di ogni essere umano. Perche', come ha ben ricordato papa Benedetto XVI nell'enciclica Caritas in veritate, "ogni migrante e' una persona umana che, in quanto tale, possiede diritti fondamentali inalienabili che vanno rispettati da tutti e in ogni situazione". Di questo rispetto la coscienza ci chiede conto qui e ora, di questo rispetto un giorno verra' chiesto conto a ciascuno. 8. UNA SOLA UMANITA'. GIOVANNA ZINCONE: SE LA SICUREZZA E' SBILANCIATA [Dal quotidiano "La Stampa" del 7 luglio 2009 col titolo "Se la sicurezza e' sbilanciata"] Dichiarazioni forti e chiare di eminenti personalita' politiche sono spesso seguite da fulminee smentite. Ci siamo abituati, ma questo comincia a capitare anche alle leggi. Forse perche' sempre piu' spesso vogliono essere soprattutto dichiarazioni forti e chiare, poco consapevoli delle loro conseguenze sulla vita reale. La legge sulla sicurezza costituisce un eccellente esempio di questo stile. Vediamo perche'. Dopo aver presentato il reato di immigrazione clandestina come una terapia d'urto ad ampio raggio, ora si sostiene che la misura non riguarda chi gia' risiede in Italia, non - ad esempio - le sempre benedette badanti. Ma non e' cosi'. Il testo della legge include tra i nuovi rei non solo gli immigrati che passeranno la frontiera di straforo in futuro, ma anche tutti coloro che sono oggi in Italia privi di un permesso valido, quindi anche i clandestini di ieri e anche gli stranieri entrati legalmente il cui permesso e' scaduto. La legge ha volutamente incluso tutti i presenti. Infatti, mentre in una prima versione si riferiva solo a "chi fa ingresso", si e' poi aggiunto "ovvero si trattiene", proseguendo poi sempre con "in violazione delle disposizioni del presente testo unico". Ne deriva che tutti gli immigrati oggi irregolari possono essere puniti se non se ne vanno. E in base al codice penale (articoli 361 e 362), il fatto che l'irregolarita' del soggiorno sia divenuto reato obbliga alla denuncia non solo i pubblici ufficiali (quindi le forze dell'ordine), ma anche gli incaricati di pubblico servizio (quindi conducenti di autobus, postini, bidelli). Se non lo fanno rischiano severe sanzioni. E, se e' pur vero che la scuola dell'obbligo e' stata indicata tra i servizi pubblici a cui si puo' accedere senza dimostrare la regolarita' del soggiorno, tuttavia - a differenza di quanto accade per le strutture sanitarie - non e' stato introdotto un esplicito divieto di denuncia, quindi i temuti presidi-spia di piccoli scolari potrebbero essere ancora li', e con loro molti altri delatori per obbligo, in quanto operatori nei servizi pubblici. Certo non e' detto che costoro si prestino a fare denuncia. Fino ad ora persino le forze dell'ordine hanno spesso chiuso un occhio quando pescavano irregolari socialmente innocui. In teoria potrebbero continuare, ma ora sono a rischio di trovare un solerte collega che li denuncia. Comunque, se le forze dell'ordine dovessero mostrarsi tenere, ad attivarle ci penserebbero le ronde? Il coordinatore delle ronde leghiste Max Bastoni ha affermato: "vogliamo fare le cose in regola, le pagliacciate le lasciamo ai balilla". Tuttavia alcuni ricordano il suo slogan "Bastoni contro gli immigrati". L'eurodeputato Borghezio si e' detto fiero del reclutamento nelle ronde che va bene al di la' dei suoi Volontari verdi. Dello stesso onorevole circola un video in cui invita militanti di estrema destra francesi a seguire il suo esempio: a camuffarsi da regionalisti e federalisti per entrare nelle istituzioni, mantenendo pero' intatto il proprio credo. Di tali marginali defaillance dei promotori delle ronde pochi sembrano curarsi. Date tutte queste controindicazioni, si puo' prospettare una subitanea riforma della riforma? Pare difficile che questo accada ad una legge simbolo appena approvata sotto il maglio del voto di fiducia. E' piu' probabile che in tempi brevi per tamponare il caso badanti si segua la pudica soluzione di un super-decreto flussi invece della regolarizzazione proposta da Giovanardi? Vedremo. Ancora una volta nell'immigrazione irregolare si evidenzia un nodo pesante e difficile da sciogliere: da una parte, va combattuta perche' rompe le regole, perche' puo' nascondere devianza e delinquenza; dall'altra, e' difficile reprimerla indiscriminatamente senza pagare alti costi economici ed umani. Ma in politica i nodi difficili e' bene non tagliarli con l'accetta. Qualcuno nella maggioranza l'ha capito. 9. UNA SOLA UMANITA'. VLADIMIRO POLCHI INTERVISTA MARIO MARAZZITI [Dal quotidiano "La Repubblica" del 5 luglio 2009 col titolo "Marazziti, della comunita' di S. Egidio: Con il nuovo reato ogni migrante e' trattato come un 'nemico'"] "C'e' purtroppo un'Italia che sta cambiando. Col reato di clandestinita' si lancia il messaggio che ogni immigrato e' un potenziale nemico". L'aggressione razzista a Roma contro un cittadino congolese preoccupa la comunita' di Sant'Egidio. "Francamente - afferma Mario Marazziti - avvertiamo un clima da tutti contro tutti, che la legge sulla sicurezza non aiuta certo a svelenire". * - Vladimiro Polchi: Negli ultimi mesi si assiste a un'escalation di aggressioni a sfondo razziale. Cosa sta succedendo? - Mario Marazziti: Il nostro Paese sta cambiando. Il consenso, non generalizzato ma esistente, di una parte degli italiani verso la nuova legge in materia di sicurezza e' in parte il risultato di una cultura del disprezzo che in tempo di crisi sembra orientare sugli immigrati ogni paura e disagio. * - Vladimiro Polchi: La nuova legge rischierebbe di assecondare una tendenza alla criminalizzazione del lavoratore straniero? - Mario Marazziti: Le leggi contengono sempre un messaggio culturale. E il messaggio che si da' quando si crea il reato di clandestinita', prescindendo dalle azioni concretamente compiute e criminalizzando la semplice presenza in Italia, e' che ogni immigrato e' un possibile pericolo. Rischiamo cosi' di far nascere il reato di speranza. * - Vladimiro Polchi: Si spieghi meglio. - Mario Marazziti: Chi spera in una vita migliore e ne accetta i rischi, viene criminalizzato e trattato come un nemico, invece che come una risorsa. * - Vladimiro Polchi: Condivide dunque le preoccupazioni di monsignore Agostino Marchetto? - Mario Marazziti: Verso la nuova legge sulla sicurezza c'e' preoccupazione in ampi settori della societa' italiana, non solo cattolica. Oltretutto temo che questo diventi un boomerang per gli interessi economici nazionali. 10. UNA SOLA UMANITA'. "LA STAMPA": IL COMMISSARIO DELL'UNIONE EUROPEA BARROT DENUNCIA LE ILLEGALI DEPORTAZIONI [Dal quotidiano "La Stampa" del 23 luglio 2009 col titolo "Barrot: Italia chiarisca sui respingimenti"] Jacques Barrot scrive ancora. Dopo avere chiesto all'Italia nuove informazioni sui respingimenti dei clandestini nel canale di Sicilia, il Commissario Ue per gli affari giudiziari ha inviato una lettera all'Europarlamento per reiterare le perplessita' sulla legittimita' dell'azione. Nel testo, indirizzato al presidente della Commissione Liberta' pubbliche Lopez Aguilar, il francese ribadisce il principio del "non refoulement", secondo cui "gli stati devono astenersi dal rinviare una persona laddove essa potrebbe correre un rischio reale di essere sottomesso a tortura, o a trattamenti disumani e degradanti". =============================== LA LEGALITA' CONTRO IL RAZZISMO =============================== Supplemento straordinario de "La nonviolenza e' in cammino" del 25 luglio 2009 Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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