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Nonviolenza. Femminile plurale. 262
- Subject: Nonviolenza. Femminile plurale. 262
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 25 Jul 2009 10:46:44 +0200
- Importance: Normal
============================== NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE ============================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 262 del 25 luglio 2009 In questo numero: 1. Antonella Litta: Ancora una richiesta di documenti 2. Sergio Casali: Il pensiero e la critica letteraria femminista (parte quinta) 3. Sergio Casali: Il pensiero e la critica letteraria femminista (parte sesta) 4. Sergio Casali: Il pensiero e la critica letteraria femminista (parte settima) 5. Sergio Casali: Il pensiero e la critica letteraria femminista (parte ottava) 6. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in Italia 7. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e soggiorno illegale dei migranti 1. AMBIENTE E SALUTE. ANTONELLA LITTA: ANCORA UNA RICHIESTA DI DOCUMENTI Al Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita' pubblica della Asl di Viterbo Al Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanità pubblica - sezione 4 Vetralla - Asl di Viterbo e per opportuna conoscenza: al Prefetto di Viterbo, al Sindaco del Comune di Caprarola, al Sindaco del Comune di Ronciglione, al Direttore generale della Asl di Viterbo, al Direttore sanitario della Asl di Viterbo, al Presidente della Provincia di Viterbo, al Presidente della Giunta Regionale del Lazio, ai responsabili dell'Ato Vt1, all'Assessore all'ambiente della Provincia di Viterbo, all'Assessore all'ambiente della Regione Lazio, all'Assessore alla sanita' della Regione Lazio, all'Arpa Lazio sezione di Viterbo * Oggetto: richiesta dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia), sezione di Viterbo, dei verbali di prelievo e d'ispezione alle centrali di potabilizzazione degli acquedotti comunali di Caprarola e Ronciglione e della documentazione correlata. * Come noto, le acque erogate nei comuni di Caprarola e Ronciglione sono fornite quasi esclusivamente da acque provenienti dal lago di Vico che devono essere sottoposte obbligatoriamente a trattamento al fine di ottenere acque pulite e salubri. Nei potabilizzatori comunali di Ronciglione e Caprarola, oltre al trattamento previsto in funzione della classificazione delle acque del lago, anche a causa dell'ormai periodico ed intenso fenomeno di fioriture dell'alga rossa Plankthotrix rubescens, devono essere utilizzati sistemi di abbattimento e filtraggio adatti ad impedire il passaggio, nelle acque destinate alla popolazione, di alghe - e in particolare dell'alga Plankthotrix rubescens e della sua microcistina classificata come cancerogeno di classe 2 B dall'Iarc. In considerazione quindi delle peculiari problematiche ambientali e sanitarie determinate dalle fioriture di questa alga, anche al fine di studio, informazione e documentazione scientifica su questo particolare fenomeno, si richiede copia dei verbali di prelievo e d'ispezione alle centrali di potabilizzazione degli acquedotti comunali di Caprarola e Ronciglione e copia della documentazione correlata, a partire dall'anno 2004 ed in particolare di quella relativa allo stato e all'attuazione delle diverse fasi dei processi di potabilizzazione pregressi ed attualmente in uso negli acquedotti comunali indicati. In attesa di un cortese riscontro, si inviano distinti saluti, dottoressa Antonella Litta, referente per Viterbo dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) Viterbo, 16 luglio 2009 * Per comunicazioni: dottoressa Antonella Litta, tel. 3383810091, fax: 0761559413, e-mail: isde.viterbo at libero.it 2. MATERIALI. SERGIO CASALI: IL PENSIERO E LA CRITICA LETTERARIA FEMMINISTA (PARTE QUINTA) [Riproponiamo (l'abbamo gia' pubblicata nelle "Minime" dal n. 156 al n. 165 nel 2007) la seguente dispensa predisposta nell'aprile 2004 per il secondo semestre dell'anno accademico 2003/2004 del corso su "Femminismo, studi di genere e letteratura latina" che abbiamo ripreso dal sito www.uniroma2.it] 5. Temi femministi degli anni Settanta e Ottanta (II): la questione della violenza sessuale e della pornografia Contenuto del capitolo Altri due temi molto sentiti dalle femministe sono quelli della violenza sessuale, e quello, ad esso correlato, della pornografia. Vedremo alcune tappe essenziali del dibattito sull'argomento, dal libro di Susan Brownmiller sullo stupro (Contro la nostra volonta', 1975), alle polemiche sulla pornografia negli Stati Uniti e in Canada (Andrea Dworkin e Catherine MacKinnon). * 5. 1. Il problema della violenza sessuale: Susan Brownmiller Il lavoro che ha dato il via al moderno dibattito sulla violenza sessuale e' il libro della giornalista e pensatrice Susan Brownmiller (1935), Against Our Will: Men, Women, and Rape, New York, Ballantine Books 1975 (trad. it. Contro la nostra volonta'. Uomini, donne e violenza sessuale, Bompiani, Milano 1976). Il libro e' diventato subito un successo internazionale ed e' stato tradotto in sedici lingue.Il senso del libro di Brownmiller e' racchiuso nel suo slogan tipicamente radicale secondo cui "Lo stupro e' un processo cosciente di intimidazione attraverso il quale tutti gli uomini tengono tutte le donne in uno stato di paura". Brownmiller parte dalla considerazione che lo stupro e' sconosciuto nel mondo animale, ed e' una pratica violenta tipica della specie umana. Essa e' nata nella preistoria, quando l'uomo, che per ragioni anatomiche e' una sorta di predatore sessuale per natura, ha scoperto di poter fare violenza alla donna nella sfera sessuale, anche tramite la semplice minaccia della penetrazione violenta. Tipica di una parte della riflessione femminista, ma non condivisa da tutte le femministe, e' l'idea che nello stupro conti piu' la motivazione della violenza "politica" e "morale" rispetto a quella specificamente sessuale. * 5. 2. Il dibattito sulla pornografia: Andrea Dworkin e Catherine MacKinnon Collegato al tema dello stupro e' il dibattito sulla pornografia, in cui e' stata, ed e', impegnata la stessa Brownmiller. I nomi piu' famosi nel movimento delle donne contro la pornografia ssono quelli della saggista e romanziera Andrea Dworkin e della giurista Catherine MacKinnon, che, nella convinzione che ogni forma di pornografia costituisca una violazione dei diritti civili delle donne e un'incitamento alla violenza sessuale contro di loro, si sono anche battute perche' la pornografia fosse proibita per legge nello stato del Minnesota (senza riuscirvi). Nel 1992 l'attivita' di lobbying di femministe canadesi ha invece ottenuto un provvedimento legale restrittivo in materia di pornografia in Canada. MacKinnon e' stata anche molto attiva nel campo della lotta contro le molestie sessuali nei luoghi di lavoro, ottenendo che nel 1986 la Corte Suprema degli Stati Uniti accettasse la sua teoria della molestia sessuale come forma di discriminazione sessuale. La lotta anti-pornografia di Dworkin e MacKinnon, e di altre femministe, che hanno trovato scomodi alleati nei settori piu' conservatori dell'opinione pubblica americana, ha suscitato aspre polemiche negli Stati Uniti, provocando la reazione di altre femministe, contrarie alla limitazione della liberta' di espressione; tra queste, nomi noti come Friedan, Millett, Rich, insieme alla scrittrice Erica Jong, e alla maggioranza delle femministe lesbiche. (Parte quinta - segue) 3. MATERIALI. SERGIO CASALI: IL PENSIERO E LA CRITICA LETTERARIA FEMMINISTA (PARTE SESTA) 6. La teoria della differenza nel femminismo francese (dal 1968 a oggi) Contenuto del capitolo In questo capitolo ci spostiamo dagli Stati Uniti alla Francia per seguire il movimento femminista francese, molto importante dal punto di vista della produzione teorica, a partire dal 1968. Passeremo in rassegna le tre figure principali del femminismo francese: sono Luce Irigaray (Speculum, 1974), Helene Cixous (teorica della "scrittura femminile"), e Julia Kristeva, psicolinguista e teorica della letteratura. * 6. 1. Il movimento delle donne in Francia Anche in Francia la "seconda ondata" del femminismo si ha fra il 1968 e il 1970. Le tre esponenti piu' famose a livello internazionale degli anni Settanta sono Luce Irigaray, Helene Cixous, e Julia Kristeva, tutte provenienti dal gruppo "rivoluzionario" Psyc-et-Po ("Psychanalise et Politique"), guidato da Antoinette Fouque. La caratteristica fondamentale di questa corrente del femminismo francese e' l'attenzione che mostra ai problemi del linguaggio, soprattutto per l'influenza importantissima del filosofo e teorico della decostruzione Jacques Derrida, i cui scritti vengono pubblicati a partire dal 1967. L'interesse per il linguaggio e la testualita' fa si' che questa corrente di pensiero sia particolarmente importante per lo sviluppo della critica letteraria femminista (par. 9. 5). Oltre a Derrida e alla decostruzione, un'altra influenza fondamentale e' quella di Jacques Lacan, i cui Scritti vengono pubblicati per la prima volta, dopo molti decenni di insegnamento, nel 1966, e di cui sia Irigaray che Kristeva sono allieve. Il contributo teorico piu' importante di questo femminismo francese consiste nella compiuta elaborazione teorica di un concetto che abbiamo gia' visto piu' volte affacciarsi nello sviluppo del pensiero femminista, cioe' l'idea della "differenza" sessuale. L'alterita' della donna non viene piu' vista come luogo di mistificazione e discriminazione, ma come luogo dell'autocoscienza e della possibilita' di definizione di una specificita' femminile. * 6. 2. Luce Irigaray: teoria della differenza e critica del "fallogocentrismo" La psicoanalista e filosofa Luce Irigaray e' nata in Belgio nei primi anni Trenta, e si e' spostata in Francia negli anni Sessanta. Nel libro Speculum. De l'autre femme (1974), trad. it. Speculum. L'altra donna, Feltrinelli, Milano 1975, che le costo' l'espulsione dall'Universita' di Vincennes, procede a una "fondazione" di una teoria della differenza sessuale attraverso una analisi critica di tipo decostruzionista prima della psicoanalisi (freudiana e lacaniana), e poi dell'intera tradizione filosofica occidentale, da Platone a Hegel. Lo "Speculum" del titolo fa riferimento allo specchio concavo con cui in ginecologia si guarda all'interno del corpo femminile, ed e' contrapposto allo "specchio" di Lacan (il suo famoso saggio sullo "Stadio dello specchio" e' del 1937, viene rivisto nel 1949, e reso noto al grande pubblico nel 1966), e richiama una immagine di Virginia Woolf, che criticava l'idea della donne come "specchio" in cui l'uomo vede riflessa la propria immagine ingrandita. Una parola-chiave usata da Irigaray e' "fallogocentrismo", con cui viene chiamato il discorso dell'uomo, rivolto a se stesso, ed espressione del suo fallocentrismo. Nei libri successivi, tutti tradotti in italiano (Irigaray intrattiene rapporti stretti con le femministe italiane, vedi par. 8. 3), Irigaray pone come compito della critica femminista quello di decostruire derridianamente il linguaggio di tutti i saperi umani, svelandone il fallocentrismo. Le donne devono costruire un "altro" linguaggio, portatore di valori femminili, devono parler femme, "parlare donna", come si dice "parlare francese". Tutti i libri di Irigaray sono tradotti in italiano (molti ad opera di Luisa Muraro - par. 8. 3) presso vari editori, soprattutto Feltrinelli e Bollati Boringhieri. * 6. 3. Helene Cixous: la "scrittura femminile" L'idea di un linguaggio specificamente femminile e' propria anche della saggista e poetessa Helene Cixous (1938), che produce ella stessa esempi creativi di ecriture feminine ("scrittura femminile"), che dovrebbe mostrare la "differenza linguistica" delle donne rispetto agli uomini. I due principali saggi in cui Cixous espone le sue idee sono Sorties e Le rire de la Meduse, entrambi del 1975 (del secondo vi e' una traduzione parziale in Baccolini et al. (1997) pp. 221-46). La tesi della necessita' di costruire un linguaggio "sessuato" al femminile non incontrera' consenso unanime tra le femministe (contraria e' per esempio Julia Kristeva). * 6. 4. Julia Kristeva Julia Kristeva (1941), linguista, critica e teorica della letteratura, psicoanalista, romanziera, e' nata in Bulgaria nel 1941 e si e' trasferita a Parigi nel 1966, dove si lega al gruppo di intellettuali di estrema sinistra raccolto intorno alla rivista "Tel Quel", animato dal suo futuro marito Philippe Sollers. E' famosa nella storia delle teorie letterarie del Novecento anche per avere coniato il termine "intertestualita'" (in Semeiotike'. Recherches pour une semanalyse, Seuil, Paris 1969; trad. it. Semeiotike'. Ricerche per una semanalisi, Feltrinelli, Milano 1978), con cui intendeva il modo in cui tutti i "testi", intesi come sistemi di significazione, sono in interrelazione gli uni con gli altri (in seguito Kristeva ha abbandonato l'uso del termine quando si e' resa conto che gli altri lo stavano ormai usando in un senso diverso da quello in cui lei lo intendeva, "le sens banal de 'critique des sources' d'un texte"). La sua teorizzazione riguardo al soggetto femminile muove dalla distinzione lacaniana tra lo stadio materno dei segni e dell'immagine, e quello paterno dei simboli e del linguaggio. Kristeva intende rivalutare e privilegiare quello che chiama l'"ordine semiotico" della madre, che sarebbe proprio della fase pre-edipica, contro l'"ordine simbolico" del padre, proprio della fase successiva, in cui al figlio e alla figlia vengono imposti il linguaggio e le parole del padre (la Legge del Padre), che indicano loro i "ruoli" cui sono destinati per la loro "natura". (Parte sesta - segue) 4. MATERIALI. SERGIO CASALI: IL PENSIERO E LA CRITICA LETTERARIA FEMMINISTA (PARTE SETTIMA) 7. Il femminismo nell'universita': la questione del soggetto e dell'identita' (dalla meta' degli anni Ottanta a oggi) Contenuto del capitolo Con gli anni Ottanta, la vitalita' del movimento femminista si affievolisce dal punto di vista dell'azione politica, ma resta forte dal punto di vista dell'elaborazione teorica. In area angloamericana il femminismo entra nelle universita', con la creazione di dipartimenti di "studi delle donne" e di "studi di genere". La riflessione femminista, molto influenzata anche negli Stati Uniti dalla "teoria francese" di ispirazione decostruzionista, si concentra sul problema del soggetto e dell'identita'. Tra le personalita' importanti vedremo Donna Haraway (teorica del cyberfemminismo), Teresa de Lauretis, Rosi Braidotti, Judith Butler. Il femminismo della differenza, con il suo incentrarsi sul concetto di un punto di vista straniato e marginale, stimola lo sviluppo di settori di studio che risentono fortemente dell'influsso femminista: studi condotti dal punto di vista di varie "minoranze", di genere sessuale (studi gay, lesbici, "queer") ed etniche (femminismo afromericano). * 7. 1. L'"accademizzazione" del femminismo A partire dagli anni Ottanta, il femminismo entra in crisi come movimento di donne organizzate politicamente, come del resto accade a tutti i "movimenti" politici degli anni Sessanta e Settanta. L'elaborazione del pensiero e della teoria femminista, pero', non conosce crisi, e anzi si sviluppa e si diffonde sempre di piu' in molteplici campi del sapere (filosofia, storia, critica letteraria, sociologia), e in tutti i paesi avanzati (vedremo nella prossima unita' didattica il caso degli studi sulle letterature classiche). Nel mondo angloamericano il femminismo si "accademizza" rapidamente. Le femministe degli ultimi venti anni sono per lo piu' docenti universitarie, impegnate prevalentemente in un lavoro di ricerca di tipo accademico; nell'universita' entrano anche la maggior parte delle femministe radicali che abbiamo visto sopra (par. 3). In area angloamericana si diffondono, a livello universitario, gli "Women's Studies" e i "Gender Studies", cosi' come i campi correlati (in quanto ispirati sempre al valorizzamento delle potenzialita' conoscitive insite in una "differenza", sia etnica che di genere) dei "Gay" e "Lesbian Studies", dei "Queer Studies", dei "Cultural Studies", dei "Postcolonial Studies", del femminismo nero ed etnico. Le femministe piu' recenti non si dedicano piu' all'elaborazione di strumenti concettuali destinati ad essere usati nelle lotte politiche del movimento, come negli anni Settanta, ma si propongono di studiare e analizzare concetti filosofici fondamentali come quelli di "identita'", "soggettivita'", "sessualita'", "corporeita'". Le loro opere si fanno sempre piu' "difficili" e specialistiche, anche a causa dell'influenza crescente sia negli Stati Uniti che in Italia del pensiero decostruzionista (solitamente di non facile accesso), delle pensatrici francesi, a loro volta decostruzioniste, cui abbiano accennato sopra (Irigaray, Kristeva, Cixous), e dei filosofi, sempre francesi, del "postmoderno" (Deleuze, Lyotard, Baudrillard). L'opera di Michel Foucault, in particolare, e specialmente la sua Storia della sessualita' in tre volumi, avra' grande influenza sugli studi femministi e di genere rivolti all'antichita' classica, come vedremo nella prossima unita' didattica. * 7. 2. Donna Haraway e il cyber-femminismo Un nome significativo delle tendenze recenti del femminismo e' quello di Donna Haraway. Biologa, e storica della biologia, insegna attualmente "History of Consciousness" ("Storia della coscienza") nel Dipartimento omonimo dell'University of California, Santa Cruz, dove e' collega di altre due femministe celebri, Angela Davis e Teresa de Lauretis (vedi sotto). E' diventata famosa con il saggio intitolato "Manifesto for Cyborgs: Science, Technology, and Socialist Feminism in the 1980's", in "Socialist Review" 80 (1985) pp. 65-108, ristampato in Simians, Cyborgs and Women: The Reinvention of Nature, New York, Routledge 1991, pp. 149-181. Il "cyborg" e' un individuo meta' macchina (cyb-), meta' organismo (-org), come il "Terminator" dei film di James Cameron. Partendo dall'idea di cyborg, creature presenti (per ora) molto piu' nella fantascienza che non nella realta', Haraway propone e prevede una ironica e giocosa utopia socialista-femminista, dove verranno a cadere, nella mescolanza di tecnologia e umanita', tutte le distinzioni di genere e di razza, e anche i confini tra umano e animale, tra mondo fisico e mondo informatico. * 7. 3. Teresa de Lauretis Teresa de Lauretis, una delle pensatrici femministe piu' influenti sulla scena mondiale, e' nata e cresciuta in Italia. Dopo il dottorato in Lingue e letterature moderne alla Bocconi di Milano, si e' trasferita negli Usa, dove ha insegnato italiano, letterature comparate, "women's studies" e critica del cinema in varie universita'. Attualmente, come si e' detto sopra, insegna nel Dipartimento di Storia della coscienza all'University of California, Santa Cruz. De Lauretis, esponente del femminismo lesbico, si propone, seguendo le idee delle lesbiche radicali francesi (come Helene Cixous), e sviluppando concetti di Irigaray, una demolizione teorica dei concetti di genere e di identita' sessuale. Importante nella sua elaborazione il concetto di "parodia", e del continuo cambiamento di ruolo che la parodia comporta. Nessuna identita' e' fissa e immutabile, ogni identita' e' parodia di un'altra, un "simulacro" di qualcosa che non esiste come dato di natura. Un concetto di de Lauretis spesso citato e' quello delle "tecnologie di genere": il genere viene visto come un prodotto delle "tecnologie di genere", cioe' dei discorsi, delle istituzioni, delle narrazioni culturali, delle pratiche di rappresentazione visiva e verbale che ingenerano il soggetto donna. * 7. 4. "Queer Theory" E' lei a coniare, nel 1990, l'espressione "queer theory". In inglese queer significa "strano, bizzarro, eccentrico", ed e' in origine un termine volgare e spregiativo per indicare l'omosessuale. Il termine, nel senso "positivo" attuale, era originariamente associato con i politici radical gay di ActUp, Outrage, e altri gruppi che si appropriarono della parola "queer" come di un marchio d'identita' che puntava in direzione di una politica separatista, non-assimilazionista. Nella teoria culturale, tuttavia, la "queer theory" si propone di sfidare le nozioni essenzialiste sia di eterosessualita' che di omosessualita', per mirare a una comprensione della sessualita' che metta in primo piano l'oltrepassare i confini, le ambivalenze, e le costruzioni culturali il cui cambiamento dipende dal contesto storico e sociale. "To queer" significa allora rendere strana e dissestata anche la sessualita' "normale", mettere in discussione l'eterossesualita' come norma socio-sessuale "naturale", e promuovere la nozione di "non-straightness" ("non-eterosessualita'"). * 7. 5. Rosi Braidotti Anche Rosi Braidotti, come Teresa de Lauretis, e' un'italiana che da molto tempo si e' trasferita all'estero, in Olanda, dove insegna all'Universita' di Utrecht. Le sue due opere piu' importanti sono Patterns of Dissonance (1991), trad. it. Dissonanze. Le donne e la filosofia contemporanea, La Tartaruga, Milano 1994, in cui Braidotti compie una rivisitazione critica del pensiero poststrutturalista francese (Lacan, Derrida, Deleuze, Foucault), e The Nomadic Subject (1994), trad. it. Soggetto nomade. Femminismo e crisi della modernita', Donzelli, Roma 1995, in cui propone il concetto di filosofia femminista "nomadica". Braidotti elabora uno schema a tre livelli per capire la differenza sessuale. Il primo livello e' quello delle differenze tra uomini e donne, e implica la critica alla falsa universalita' del sistema simbolico maschile, e, dal punto di vista politico, il rifiuto dell'emancipazionismo, in quanto a rischio di omologazione. Il secondo livello e' quello delle differenze tra donne, e implica la critica alla falsa unita' della categoria "donne", che e' invece incrinata da una molteplicita' di variabili sociali (la classe, l'etnia, l'orientamento sessuale). Il terzo livello, infine, e' quello delle differenze all'interno di ogni donna, per esempio tra il piano della soggettivita' conscia e quello delle identificazioni inconsce. L'invito di Braidotti e' a transitare, "nomadicamente", da un livello all'altro. * 7. 6. Judith Butler e la riflessione sul concetto di "corpo" Centrale nelle opere di Braidotti e' la riflessione sul "corpo" della donna. Questo accento sul corpo e' condiviso anche da Judith Butler, una femminista lesbica che insegna all'University of California, Berkeley. Le sue due opere principale sono Gender Trouble: Feminism and the Subversion of Identity, Routledge, New York-London 1990, e Bodies that matter (1993), trad. it. Corpi che contano. I limiti discorsivi del "sesso", Feltrinelli, Milano 1997. In questa seconda opera, Butler adotta una prospettiva tipicamente "queer". "Corpi che contano" sono quelli che "rispettano" i "codici" o "discorsi" di provenienza maschilista che prescrivono di "recitare" dei ruoli fissati. Chi non rispetta quei codici e' l'"abietto", il diverso, il "queer". Per Butler occorre provare a mettere in discussione quei codici, prendendo coscienza del loro carattere di "costruzioni" culturali, e adottando pratiche "drag", da travestiti, da attori teatrali che cambiano continuamente ruoli e abiti. * 7. 7. Il femminismo nero ed etnico Nell'ambito del femminismo un ruolo importante di critica "interna" e' stato svolto non solo dalle lesbiche, ma anche dalle donne nere e di altre minoranze etniche, inizialmente marginalizzate da un movimento femminista che, oltre che eterosessuale, era anche decisamente bianco e medio-borghese. Tra le numerose voci di dissonanza rispetto al femminismo bianco ed eurocentrico ricordiamo Gayatri Spivak (indiana di nascita, trasferitasi negli Stati Uniti, traduttrice di Derrida in inglese, e importante critica letteraria di ispirazione marxista), le afroamericane bell hooks ("bell" come la madre, Rosa Bell Watkins, "hooks" come la nonna materna, Bell Blair Hooks; di lei si puo' leggere in italiano la raccolta di saggi Elogio del margine. Razza, sesso e mercato culturale, Feltrinelli, Milano 1998), Angela Davis (nota esponente della lotta antirazzista della fine degli anni Sessanta), e Barbara Smith; le latinoamericane Gloria Anzaldua e Rosario Morales. (Parte settima - segue) 5. MATERIALI. SERGIO CASALI: IL PENSIERO E LA CRITICA LETTERARIA FEMMINISTA (PARTE OTTAVA) 8. La teoria della differenza nel femminismo italiano (dal 1968 a oggi) Contenuto del capitolo In questo capitolo ci rivolgeremo al movimento femminista in Italia, che fin dall'inizio degli anni Settanta fornisce importanti contributi allo sviluppo della riflessione teorica delle donne. Vedremo come il femminismo italiano si sviluppi intorno ad alcuni centri importanti, come la Libreria delle Donne di Milano e il gruppo Diotima di Verona. Vedremo, tra le personalita' piu' rappresentative, Carla Lonzi (Sputiamo su Hegel, 1971), e le teoriche della differenza Luisa Muraro e Adriana Cavarero. * 8. 1. Il movimento delle donne in Italia In Italia il movimento femminista nasce e si sviluppa in parallelo ai movimenti nelle altre nazioni avanzate. Intorno al 1970, soprattuto a Roma e a Milano, nascono organizzazioni femministe, basate sui gruppi di autocoscienza, che saranno impegnate per un decennio nelle lotte per i diritti sociali, per l'aborto legalizzato e assistito, per il divorzio, per i servizi sociali garantiti, per le pari opportunita' nei luoghi di lavoro e in quelli istituzionali. Le donne fondano loro librerie, case editrici, archivi e centri di documentazione, riviste. Una ricca documentazione sul periodo degli anni Settanta-Ottanta e' raccolta nel volume Libreria delle Donne di Milano, Non credere di avere dei diritti, Rosenberg & Sellier, Milano 1987. Paola Bono (curatrice anche di Questioni di teoria femminista, La Tartaruga, Milano 1993) ha curato due raccolte sul femminismo italiano uscite in inglese: con Sandra Kemp, Italian Feminist Thought: A Reader (1991), e The Lonely Mirror: Italian Perspectives on Feminist Theory (1993). L'elaborazione del pensiero femminista italiano si svolge soprattutto intorno alla "Libreria delle Donne" di Milano e al gruppo di pensatrici di Verona "Diotima" (dal nome della donna che nel Simposio platonico ispira a Socrate la teoria dell'amore come filosofia). Tra le riviste del femminismo italiano ricordiamo "dwf donnawomanfemme" (dal 1975) fondata e diretta per i primi 4 fascicoli da Ida Magli; "Memoria" (1981-1988); "Sophia" (dal 1996). * 8. 2. Carla Lonzi Carla Lonzi (1931-1982) e' una figura chiave del primo femminismo italiano, la prima a insistere sulla differenza sessuale e sull'affermazione delle potenzialita' positive della sessualita' e dei valori della donna in contrapposizione a quegli dell'uomo. E' autrice di due saggi: "Sputiamo su Hegel" (1970), e "La donna clitoridea e la donna vaginale" (1971), quest'ultimo consonante con il famoso saggio di Anne Koedt su "Il mito dell'orgasmo vaginale" (1970). I due articoli sono poi usciti in Sputiamo su Hegel, La donna clitoridea e la donna vaginale, e altri scritti, Scritti di Rivolta Femminile, Milano 1977. * 8. 3. Il gruppo "Diotima": Luisa Muraro e Adriana Cavarero "Diotima" e' una comunita' filosofica di donne con sede a Verona. Tra i suoi membri si segnalano in particolare Luisa Muraro (1940) e Adriana Cavarero (1947). Luisa Muraro, anche animatrice della Libreria delle Donne di Milano, e' stata tra le prime a introdurre in Italia la filosofia francese della differenza. La sua opera e' particolarmente vicina al pensiero di Julia Kristeva, e in particolare di Luce Irigaray, la cui opera fa conoscere in Italia. Tra i suoi contributi si segnala il libro L'ordine simbolico della madre, Editori Riuniti, Roma 1991, che gia' nel titolo suggerisce un'impostazione analoga a quella di Kristeva (par. 6. 4). Una proposta di Muraro che ha sollevato discussioni e critiche e' la pratica dell'"affidamento", in cui una donna "debole" si affida a una donna "forte" per essere avviata e sostenuta nel suo itinerario di liberazione e affermazione della differenza sessuale. Adriana Cavarero (che si e' distaccata da Diotima nel 1991) si e' occupata della differenza nel linguaggio ("Per una teoria della differenza sessuale", nel volume collettivo Diotima. Il pensiero della differenza sessuale, La Tartaruga, Milano 1987), e in seguito ha esplorato dal punto di vista delle differenza varie opere della tradizione filosofica e letteraria (Nonostante Platone, Editori Riuniti, Roma 1990; Tu che mi guardi, tu che mi racconti, Feltrinelli, Milano 1997). (Parte ottava - segue) 6. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEGLI INTELLETTUALI CONTRO IL RITORNO DELLE LEGGI RAZZIALI IN ITALIA Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una straordinaria influenza sulla intera societa' europea, dal Rinascimento italiano al fascismo. Non sempre sono state pero' conosciute in tempo. In questo momento c'e' una grande attenzione sui giornali europei per alcuni aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, pero', un dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si riuscira' ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell'Europa e di far arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero. Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si vedevano dai tempi delle leggi razziali. E' stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non piu' gli ebrei bensi' la popolazione degli immigrati "irregolari", che conta centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti. Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalita', l'esercizio di un diritto fondamentale quale e' quello di contrarre matrimonio senza vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani. Con una norma ancora piu' lesiva della dignita' e della stessa qualita' umana, e' stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarita' amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere "irregolari" diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri e messi nelle mani dello Stato. Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei loro figli, ne' le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro bambini da parte dello Stato. Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravita' di queste misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune umanita'. L'Europa non puo' ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi internazionali e i principi garantisti e di civilta' giuridica su cui si basa la stessa costruzione politica europea. E' interesse e onore di tutti noi europei che cio' non accada. La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa. A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la propria opposizione. Roma, 29 giugno 2009 Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio 7. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEI GIURISTI CONTRO L'INTRODUZIONE DEI REATI DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE DEI MIGRANTI Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie innovazioni che suscitano rilievi critici. In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e presenta molteplici profili di illegittimita' costituzionale. La norma e', anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiche' la sua sfera applicativa e' destinata a sovrapporsi integralmente a quella dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata, nel rispetto del principio di proporzionalita', solo in mancanza di altri strumenti idonei al raggiungimento dello scopo. Ne' un fondamento giustificativo del nuovo reato puo' essere individuato sulla base di una presunta pericolosita' sociale della condizione del migrante irregolare: la Corte Costituzionale (sent. 78 del 2007) ha infatti gia' escluso che la condizione di mera irregolarita' dello straniero sia sintomatica di una pericolosita' sociale dello stesso, sicche' la criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si rivela anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo. L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non rappresentano, di per se', fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale, ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia penale, in base alla quale si puo' essere puniti solo per fatti materiali. L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme di ineffettivita' del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di ulteriori processi privi di reale utilita' sociale e condannato per cio' alla paralisi. Ne' questo effetto sarebbe scongiurato dalla attribuzione della relativa cognizione al giudice di pace (con alterazione degli attuali criteri di ripartizione della competenza tra magistratura professionale e magistratura onoraria e snaturamento della fisionomia di quest'ultima): da un lato perche' la paralisi non e' meno grave se investe il settore di giurisdizione del giudice di pace, dall'altro per le ricadute sul sistema complessivo delle impugnazioni, gia' in grave sofferenza. Rientra certo tra i compiti delle istituzioni pubbliche "regolare la materia dell'immigrazione, in correlazione ai molteplici interessi pubblici da essa coinvolti ed ai gravi problemi connessi a flussi migratori incontrollati" (Corte Cost., sent. n. 5 del 2004), ma nell'adempimento di tali compiti il legislatore deve attenersi alla rigorosa osservanza dei principi fondamentali del sistema penale e, ferma restando la sfera di discrezionalita' che gli compete, deve orientare la sua azione a canoni di razionalita' finalistica. "Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le societa' piu' avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, si' che (...) non si puo' non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o anche soltanto tentazioni, volte a 'nascondere' la miseria e a considerare le persone in condizioni di poverta' come pericolose e colpevoli". Le parole con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimita' del reato di "mendicita'" di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995) offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla Costituzione a tutte le persone. 25 giugno 2009 Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia, Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi, Stefano Rodota', Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo Zagrebelsky ============================== NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE ============================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 262 del 25 luglio 2009 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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