Resistere al colpo di stato razzista



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RESISTERE AL COLPO DI STATO RAZZISTA
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Supplemento straordinario de "La nonviolenza e' in cammino" del 22 luglio
2009

1. Peppe Sini: Dinanzi al colpo di stato razzista
2. Appello urgente al Presidente del Senato della Repubblica ed al
Presidente della Camera dei Deputati
3. Augusta De Piero: Appello a un sindaco
4. I principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana
(articoli 1-12)

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: DINANZI AL COLPO DI STATO RAZZISTA

Dinanzi al colpo di stato razzista una delle cose che piu' sconcertano e' la
pressoche' assoluta indifferenza del ceto politico e dei facitori (ovvero
manipolatori) dell'opinione pubblica.
Interessatissimi ai segreti d'alcova e all'eros mercenario, attentissimi
alle esternazioni degli attori comici spacciate per grande politica, e
preoccupatissimi se una porzioncina degli abituali mastodontici privilegi
del ceto loro vien scalfita, tutti costoro non si accorgono neppure che il
colpo di stato razzista espone al terrore, al ricatto, alla violenza, alla
schiavitu', alla morte milioni di esseri umani.
*
Ed oltre la complicita' con l'eversione razzista, oltre l'indifferenza nei
confronti dell'eversione razzista (che e' evidentemente anch'essa una forma
di massiva complicita'), vi e' anche la subalternita' all'eversione
razzista.
Ad esempio con la stolta subalternita' alla propaganda razzista, con
l'introiezione irriflessa del linguaggio della menzogna razzista, con la
supina accettazione dell'ideologia razzista fin nella struttura del lessico
e della sintassi del discorso pubblico.
Vediamo invece di parlar chiaro. Ad esempio:
a) Il cosiddetto "pacchetto sicurezza" produce invece insicurezza, violenza,
razzismo, squadrismo; crea un regime del terrore, introduce nel nostro paese
il regime della segregazione razziale, condanna persone oneste alla paura e
alla schiavitu', getta tanti innocenti nelle fauci dei poteri criminali,
provoca persecuzioni, sofferenze e morte: questa non e' sicurezza, e'
nazismo; quella illegale legge reca misure che dobbiamo chiamare col loro
nome: razziste, squadriste, naziste, assassine; e quindi incostituzionali,
incivili, disumane, criminali.
b) I razzisti non sono affatto "la maggioranza del paese", l'unico partito
parlamentare (e governativo) che si presenta come esplicitamente razzista e'
l'associazione a delinquere nota come "Lega Nord" che rispetto all'intero
elettorato italiano rappresenta una percentuale minima (i dati delle recenti
elezioni europee sono falsati dall'enorme astensionismo, che si e' dato
soprattutto nel meridione d'Italia: la Lega e' un partito di pochissimi
punti percentuali rispetto all'intero corpo elettorale, se tutti gli aventi
diritto votassero forse la Lega non entrerebbe neppure in Parlamento).
c) Ma anche se fossero la maggioranza del paese, e non lo sono affatto,
finche' sono in vigore le leggi della Repubblica fondata sulla Costituzione,
i razzisti e i golpisti sono dei criminali: e in quanto tali vanno
perseguiti per i loro crimini, allontanati dal governo delle istituzioni,
tratti nelle aule di giustizia e condannati alle pene edittali previste
dall'ordinamento.
d) E criminali a maggior ragione sono quei ministri che avendo giurato
fedelta' alla Costituzione nell'atto di assumere l'incarico, essa
Costituzione hanno violato. Nessun paese civile, nessun popolo libero,
nessun essere umano sollecito della propria dignita' puo' accettare di
essere governato da criminali.
e) Non e' chi difende la Costituzione che "disobbedisce" alle leggi: e' chi
vota e chi avalla il razzismo e lo squadrismo che viola le leggi ed e' un
criminale da arrestare e processare nei tribunali della Repubblica.
f) Non e' chi rispetta la dignita' umana a doversi sentire in minoranza e
socialmente disapprovato: degno di riprovazione e fuori della legalita' e'
chi vota e chi avalla il razzismo e lo squadrismo.
g) La legge e' uguale per tutti: basta ricordar questo fondamentale criterio
ed impegno per avere piena nozione dell'illegalita' e dell'antigiuridicita'
delle misure razziste imposte da un governo golpista, approvate da una
maggioranza parlamentare che si presenta come bivacco di manipoli,
promulgate da un Presidente della Repubblica pusillanime e fedifrago.
h) E' dovere e diritto di ogni essere umano essere solidale con l'umanita'
intera. E' dovere e diritto di ogni essere umano riconoscere, rispettare,
inverare tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani. E' dovere e
diritto di ogni cittadino italiano difendere la legalita', la democrazia, la
Costituzione, la civilta', l'umanita' dall'assalto delle squadracce naziste
oggi al governo del nostro paese.
*
Ogni persona di volonta' buona, ogni associazione democratica, ogni
istituzione fedele alla Costituzione della Repubblica Italiana si impegnino
ora per l'abrogazione delle misure razziste, del regime dell'apartheid,
dello squadrismo.
Si impegnino inoltre per l'abolizione dei campi di concentramento; per far
cessare l'infamia delle deportazioni; contro la schiavitu' e contro i poteri
criminali.
Ogni persona di volonta' buona, ogni associazione democratica, ogni
istituzione fedele alla Costituzione della Repubblica Italiana si impegnino
per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Che viva la Repubblica. Che viva la Costituzione. Che sia respinto il colpo
di stato.
Nessuno si arrenda al razzismo. Nessuno si rassegni all'apartheid.
Vi e' una sola umanita'.
La nonviolenza e' in cammino.

2. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO URGENTE AL PRESIDENTE DEL SENATO DELLA
REPUBBLICA ED AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Presidente della Camera dei Deputati
Signori Presidenti dei due rami del Parlamento,
il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente
del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai
Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una
lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla
legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2
luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza",
volgarmente nota come "pacchetto sicurezza".
Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita,
energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che
palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con
le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i
principi della civilta' giuridica.
Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge
siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la
Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori,
principi e criteri della civilta' umana,
con la presente siamo a richiedere
che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente
incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente
ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata
conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle
norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai
principi della civilta' giuridica.
Distinti saluti,
il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 18 luglio 2009
*
Proponiamo alle lettrici ed ai lettori di:
- scrivere ai Presidenti di Camera e Senato una lettera con questa
richiesta;
- scrivere a tutti i parlamentari antinazisti affinche' sostengano questa
richiesta;
- scrivere a tutti gli enti locali affinche' formulino anch'essi questa
richiesta;
- scrivere a tutti i mass-media affinche' ne diano almeno notizia;
- scrivere a persone di volonta' buona, associazioni democratiche ed
istituzioni fedeli alla Costituzione affinche' si associno alla richiesta.
Per chi volesse scrivere via posta elettronica gli indirizzi e-mail di tutti
i parlamentari (compresi i Presidenti delle Camere) sono cosi' composti:
a) per i deputati: cognome_inizialedelnome at camera.it e per fare un esempio
l'indirizzo di un eventuale on. Mario Rossi sarebbe rossi_m at camera.it
b) per i senatori: cognome_inizialedelnome at posta.senato.it e per fare un
esempio l'indirizzo di un eventuale sen. Mario Rossi sarebbe
rossi_m at posta.senato.it
Ai Presidenti dei due rami del parlamenti si puo' scrivere anche attraverso
i siti di Camera e Senato.

3. UNA SOLA UMANITA'. AUGUSTA DE PIERO: APPELLO A UN SINDACO

Al Sindaco del Comune di Udine
e per conoscenza all'Assessore ai Servizi sociali
*
Signor Sindaco,
nel comunicato emesso dall'ufficio stampa del Comune il 26 giugno leggo tra
l'altro: "Tra le azioni che ci proponiamo di intraprendere per appoggiare
l'iniziativa della Rete per i Diritti di Cittadinanza e del Centro Balducci
c'e' la possibilita' di convocare la presidenza dell'Ordine dei Medici e
delle Ostetriche alla presenza dei responsabili dei servizi anagrafici per
esplorare, qualora il comma relativo al segreto sanitario diventasse legge,
la possibilita' di misure di contrasto alla creazione di apolidi".
E' su questo punto che mi permetto di intervenire rivolgendomi a Lei, come
sindaco del Comune in cui sono nata e risiedo, mentre attendo di conoscere
le decisioni conseguenti alle intenzioni espresse nel comunicato.
*
Il 15 luglio il Presidente della Repubblica, promulgando le "Disposizioni in
materia di pubblica sicurezza" (come approvate dal senato il 2 luglio) ha
scritto tra l'altro: "In altre occasioni, ho rilevato pubblicamente
(rivolgendomi alle 'alte cariche dello Stato', a partire dal dicembre 2006),
come provvedimenti eterogenei nei contenuti e frutto di un clima di
concitazione e di vera e propria congestione sfuggano alla comprensione
della opinione pubblica e rendano sempre piu' difficile il rapporto tra il
cittadino e la legge.
"Ritengo doveroso ribadire oggi che e' indispensabile porre termine a simili
'prassi', specie quando si legifera su temi che - come accade per diverse
norme di questo provvedimento - riguardano diritti costituzionalmente
garantiti e coinvolgono aspetti qualificanti della convivenza civile e della
coesione sociale. E' in giuoco la qualita' e sostenibilita' del nostro modo
di legiferare".
Confortata da questa autorevole considerazione, mi permetta di considerare
un aspetto in cui la tutela della pubblica sicurezza, come immaginata da
questo governo, suscita piu' che dubbi, angoscia.
Lo stesso comunicato dell'ufficio stampa del Comune di Udine afferma: "...
Questa politica anziche' favorire il processo d'integrazione... rischia
invece di comprometterlo, innescando gravi meccanismi di esclusione, con la
pericolosa conseguenza di abbassare i livelli di coesione e sicurezza
sociale".
*
Voglio pero' scendere nel dettaglio.
Il Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina
dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero (Decreto
legislativo 25 luglio 1998, n. 286, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.
191 del 18 agosto 1998 - S.O. n. 139), significativamente modificato dalla
nuova legge sopra citata, sembra assicurare ancora il rispetto del segreto
sanitario. Recita infatti il non abrogato comma 5 dell'art. 35  "L'accesso
alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme
sul soggiorno non puo' comportare alcun tipo di segnalazione all'autorita',
salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parita' di condizioni con
il cittadino italiano".
Quindi il segreto sanitario non sarebbe in gioco se non ci fosse, su tutta
questa materia, l'ombra del reato di clandestinita', come previsto dalla
nuova normativa e di cui il Presidente della Repubblica nel suo messaggio
del 15 luglio ha, tra l'altro, scritto: "Mi riferisco alle disposizioni che
hanno introdotto il reato di immigrazione clandestina (art. 1 commi 16 e
17). Esso punisce non il solo ingresso, ma anche il trattenimento nel
territorio dello Stato. La norma e' percio' applicabile a tutti i cittadini
extracomunitari illegalmente presenti nel territorio dello Stato al momento
della entrata in vigore della legge. Il dettato normativo non consente
interpretazioni diverse: allo stato, esso apre la strada a effetti
difficilmente prevedibili.
"In particolare, suscita in me forti perplessita' la circostanza che la
nuova ipotesi di trattenimento indebito non preveda la esimente della
permanenza determinata da 'giustificato motivo'. La Corte costituzionale
(sentenze n. 5/2004 e n. 22/2007) ha sottolineato il rilievo che la esimente
puo' avere ai fini della 'tenuta costituzionale' di disposizioni del genere
di quella ora introdotta".
E' chiaro a mio parere che paghiamo e faremo pagare la mancata legislazione
sul rifugio politico a soggetti non responsabili delle negligenze di
parlamento e governi diversi succedutisi nel tempo (personalmente ricordo
che l'ultimo tentativo di proporre una normativa in merito fu compiuto
dall'on. Fernanda Contri, ministro con delega all'immigrazione, nei primi
anni Novanta).
*
A differenza della pur problematica salvezza del segreto sanitario, ora
l'esclusione totale dalla presentazione del permesso di soggiorno per la
registrazione degli atti di stato civile (gia' prevista dal comma 2
dell'art. 6 del TU 286/1998) risulta significativamente limitata ai  "...
provvedimenti riguardanti attivita' sportive e ricreative a carattere
temporaneo e... inerenti all'accesso alle prestazioni sanitarie di cui
all'articolo 35 e per quelli attinenti alle prestazioni scolastiche
obbligatorie".
Escluse le situazioni citate infatti "i documenti inerenti al soggiorno...
devono essere esibiti agli uffici della pubblica amministrazione ai fini del
rilascio di licenze, autorizzazioni, iscrizioni ed altri provvedimenti di
interesse dello straniero comunque denominati".
Resta sempre l'ombra delle prassi che possano derivare dall'introduzione del
reato di immigrazione clandestina ma soprattutto, per quel che riguarda
l'oggetto di questa mia comunicazione, e' evidente che la registrazione
dell'atto di nascita richiede l'esibizione del permesso di soggiorno, il che
e' logicamente impossibile "per la contraddizion che nol consente".
Come esibire un documento di cui, per le piu' svariate ragioni, non si puo'
essere in possesso?
Un gruppo consistente di associazioni per la tutela dei minori (gliene
proporro' il testo integrale in allegato) ha descritto alcune delle
conseguenze che potranno colpire i bambini non registrati alla nascita nel
corso della loro crescita, senza considerare il rischio di sottrazione ai
genitori.
Se espulsa dopo i sei mesi dal parto (ancora previsti dalla legge come
periodo di tutela) come fara' una madre a presentarsi al confine con un
bimbo non registrato sul suo passaporto, ne' riconosciuto da alcun documento
legalmente valido come figlio suo?
Come fara' a registrarlo come figlio suo in qualsivoglia altro paese in cui
possa trovare rifugio, sempre che rifugio sia concesso ad entrambi nel
rispetto del legame che li unisce?
Verra' denunciata come una rapitrice di minori e quel bimbo le sara'
sottratto se l'orrore non si sara' compiuto prima? Per salvare suo figlio
dovra' rinnovare la sua clandestinita' offrendosi ai mercanti di carne umana
che ormai pullulano anche in Europa?
Comunque scrivono le associazioni suddette: "A nostro avviso, saranno molto
gravi gli effetti del previsto reato di clandestinita' che spingera', di
fatto, la popolazione straniera, oggetto del provvedimento, a non avere
alcun contatto con le istituzioni ne' con alcun tipo di servizio pubblico,
relegando alla marginalita' non solo gli adulti ma anche i loro figli,
rendendo la loro presenza assolutamente invisibile con conseguenze sociali
gravi e difficilmente prevedibili.
"La conseguente esclusione dai servizi scolastici e sociali cosi' come dalle
prestazioni sanitarie, per il timore di un genitore di essere segnalato
all'autorità', viola diritti fondamentali dei bambini e dei ragazzi quali il
diritto all'istruzione e alle cure sanitarie. Mentre e' obbligo dello
Stato - uno Stato responsabile di fronte ai propri doveri - riconoscere a
tutti i minorenni pari trattamento senza alcuna discriminazione.
"Serissime saranno altresi' le conseguenze della mancata registrazione alla
nascita dei nati da genitori 'irregolari', in aperta violazione del diritto
fondamentale ad un nome, previsto dalla Convenzione, nonche' notevoli gli
ostacoli che i minori stranieri non accompagnati arrivati da adolescenti in
Italia incontreranno al compimento della maggiore eta', non potendo di fatto
regolarizzare la loro permanenza nel nostro Paese. Quanto sopra indicato
rappresenta solo alcune delle gravi situazioni che dovranno affrontare, per
il semplice fatto di non essere italiani, i minorenni di origine straniera
in conseguenza dell'attuazione di queste norme previste a tutela della
sicurezza pubblica".
*
Rivolgendomi al Lei ho la consapevolezza di prendere contatto con chi
rappresenta un elemento costitutivo della Repubblica italiana.
Recita infatti l'art. 114 della Costituzione della Repubblica, nel testo
modificato dall'art. 1 della legge costituzionale 18 ottobre 201 n. 3: "La
Repubblica e' costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Citta'
metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato".
Mi rendo conto che ora Lei, nell'esercizio delle sue funzioni, si trova
dinanzi a una contraddizione che sembra insanabile: da una parte la nuova
legge sulla pubblica sicurezza pretenderebbe di essere elemento di
costruzione di ordine mentre dall'altra rafforza una tendenza cosi'
descritta da un gruppo di giuristi che si sono recentemente rivolti al
Presidente della Repubblica: "Gli squilibri e le forti tensioni che
caratterizzano le societa' piu' avanzate producono condizioni di estrema
emarginazione, si' che (...) non si puo' non cogliere con preoccupata
inquietudine l'affiorare di tendenze, o anche soltanto tentazioni, volte a
'nascondere' la miseria e a considerare le persone in condizioni di poverta'
come pericolose e colpevoli.
"Le parole con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimità'
del reato di 'mendicita'' di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n.
519 del 1995) offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come
quella dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria
complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla
Costituzione a tutte le persone".
*
A Lei spetta entrare nel momento fondante questa condizione di poverta'
assoluta, non solo di beni materiali, ma anche del fondamento di una
qualsivoglia cittadinanza: la registrazione anagrafica, e certamente non
ignora le conseguenze inevitabili della negazione di tale atto.
Gliene voglio citare, insieme a quelle sopra trascritte dall'appello delle
associazioni per la tutela dei minori, una soltanto che pure puo'
coinvolgere un servizio che anche il Comune di Udine garantisce, quello
della Biblioteca civica. Faccio mia la voce che viene dalla biblioteca di
Cervia : "Mi unisco ... agli appelli degli intellettuali e dei giuristi
firmatari degli appelli perche' non venga promulgato il ddl 733 B
aggiungendo la mia voce di bibliotecaria di una biblioteca pubblica che, con
tante altre, ha promosso da marzo scorso una campagna d'opinione per
ribadire il diritti di accesso ai servizi bibliotecari alle persone che si
trovano nel nostro Paese senza documenti 'regolari'".
*
E infine un altro aspetto che non voglio trascurare.
Ai nostri bambini offriamo la lettura del diario di Anna Frank.
Se il comune di Udine accettera' di rifiutare la registrazione della nascita
dei figli di "irregolari" potra' farlo ancora con la dignita' che viene
dalla coerenza?
E ancora: spesso nella giornata della memoria ha parlato nelle nostre scuole
Bruno Segre. Lui stesso si definisce "un vecchio italiano ebreo, figlio di
antifascisti, nato 79 anni fa nell'Italia fascista, bandito nel 1938 in
quanto ebreo da tutte le scuole del Regno d'Italia".
Cosa diremo a giovani ed adolescenti che hanno ascoltato Segre con
l'attenzione e il coinvolgimento che i giovani sanno esprimere a chi si
rivolge loro testimoniando coerenza e manifestando rispetto esente da
pregiudizi? Diremo che il 27 gennaio - la Giornata della memoria - e' come
uno shopping day dettato da volatili opportunita'?
Non voglio sovrapporre la mia voce a quella di Bruno Segre di cui,
concludendo, sono onorata di trascrivere il testo integrale della lettera
recentemente inviata al Presidente della Repubblica.
"Sull'atto integrale di nascita a me intestato, che si conserva negli
archivi dell'anagrafe di Milano, sta ancora oggi scritto a chiare lettere
'di razza ebraica': una dicitura che mi portero' appresso sino alla morte.
Memore del fascismo e delle sue aberrazioni razziste, mi permetto di
rivolgermi a Lei per chiederLe di non ratificare il cosiddetto 'pacchetto
sicurezza' approvato in via definitiva dal Senato il 2 luglio scorso, dopo
ben tre voti di fiducia imposti dal governo. Si tratta di un provvedimento
che, in palese violazione dei principi fondamentali della Costituzione della
Repubblica Italiana, introduce nei confronti dei gruppi sociali piu' deboli
misure persecutorie e discriminatorie che, per la loro gravita', superano
persino le mostruosita' previste dalle leggi razziali del 1938. Si pensi,
per citare un unico esempio, al divieto imposto alle madri immigrate
irregolari di fare dichiarazioni di stato civile: un divieto che, inibendo
alle genitrici il riconoscimento della prole, fara' si' che i figli,
sottratti alle madri che li hanno generati, vengano confiscati dallo Stato
che li dara' successivamente in adozione. Per buona sorte, le garanzie
previste dai Costituenti Le consentono, caro Presidente, di correggere
questo e altri simili abusi. Anche in omaggio alla memoria delle migliaia di
vittime italiane del razzismo nazifascista Le chiedo di non promulgare un
provvedimento che, ispirato nel suo insieme a una percezione dello
straniero, del 'diverso', come nemico, mina alla radice la convivenza
civile, pacifica e reciprocamente proficua tra italiani e stranieri,
rischiando di alterare in modo irreversibile la natura stessa della nostra
Repubblica" (Bruno Segre).
*
Ringraziandola per l'attenzione porgo distinti saluti.
Augusta De Piero
19 luglio 2009

4. DOCUMENTAZIONE. I PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA COSTITUZIONE DELLA
REPUBBLICA ITALIANA (ARTICOLI 1-12)

Costituzione della Repubblica Italiana
Principi fondamentali
Art. 1
L'Italia e' una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranita' appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti
della Costituzione.
*
Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia
come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalita',
e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarieta' politica,
economica e sociale.
*
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignita' sociale e sono eguali davanti alla
legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di
opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando di fatto la liberta' e l'eguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica
e sociale del Paese.
*
Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove
le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilita' e
la propria scelta, un'attivita' o una funzione che concorra al progresso
materiale o spirituale della societa'.
*
Art. 5
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali;
attua nei servizi che dipendono dallo Stato il piu' ampio decentramento
amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle
esigenze dell'autonomia e del decentramento.
*
Art. 6
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.
*
Art. 7
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine,
indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei
Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione
costituzionale.
*
Art. 8
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di
organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con
l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese
con le relative rappresentanze.
*
Art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e
tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
*
Art. 10
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto
internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero e' regolata dalla legge in
conformita' delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio
delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha
diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni
stabilite dalla legge.
Non e' ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.
*
Art. 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli
altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;
consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di
sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia
fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali
rivolte a tale scopo.
*
Art. 12
La bandiera della Repubblica e' il tricolore italiano: verde, bianco e
rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.

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RESISTERE AL COLPO DI STATO RAZZISTA
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Supplemento straordinario de "La nonviolenza e' in cammino" del 22 luglio
2009
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
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