Coi piedi per terra. 217



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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 217 del 22 luglio 2009

In questo numero:
1. Giovedi' 23 luglio a Viterbo alle ore 17,30 passeggiata al Bulicame con
l'on. Domenico Scilipoti
2. Peppe Sini: L'ultima del sindaco di Viterbo
3. Virginia Del Re: Una nota minima
4. Crisi economica e scellerata follia della lobby del mega-aeroporto
5. Interrogazione parlamentare dell'on. Domenico Scilipoti sul
mega-aeroporto a Viterbo
6. Marinella Correggia: Case
7. Marinella Correggia: Patate
8. Marinella Correggia: Rubinetti
9. Appello urgente al Presidente del Senato della Repubblica ed al
Presidente della Camera dei Deputati
10. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e
s'impegna per la riduzione del trasporto aereo

1. INCONTRI. GIOVEDI' 23 LUGLIO ALLE ORE 17,30 PASSEGGIATA AL BULICAME CON
L'ON. DOMENICO SCILIPOTI

Il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo promuove giovedi' 23
luglio a Viterbo, alle ore 17,30, una passeggiata nell'area archeologica e
termale del Bulicame con la partecipazione dell'on. Domenico Scilipoti,
presentatore di una interrogazione parlamentare contro il mega-aeroporto che
devasterebbe irreversibilmente quel prezioso bene naturalistico, culturale e
terapeutico.
*
Nel corso dell'iniziativa la dottoressa Antonella Litta, portavoce del
comitato, il professor Osvaldo Ercoli, autorevole e storica figura
dell'impegno per l'ambiente e per i diritti umani, il professor Alessandro
Pizzi, gia' sindaco di Soriano nel Cimino, e l'on. Domenico Scilipoti
(deputato dell'Italia dei valori, medico con varie specializzazioni, dalla
ginecologia all'oncologia clinica; per i suoi studi e la sua attivita' ha
ricevuto varie onorificenza a livello internazionale, in Brasile, India,
Spagna) terranno una conferenza stampa in cui illustreranno le ragioni
dell'opposizione allo scempio ambientale e al disastro sanitario che il
mega-aeroporto provocherebbe.
*
Il comitato ringrazia il parlamentare che ha unito la sua voce a quella di
tanti scienziati, rappresentanti delle istituzioni, figure dell'impegno
civile e della riflessione morale che da due anni a questa parte hanno
espresso solidarieta' all'impegno in difesa del territorio, dei diritti di
tutti, della legalita'.
*
Per tutti i cittadini che volessero partecipare, e per gli operatori
dell'informazione, l'appuntamento e' alle ore 17,30 alla sorgente del
Bullicame.
*
Per informazioni e contatti: e-mail: info at coipiediperterra.org, sito:
www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it

2. EDITORIALE. PEPPE SINI: L'ULTIMA DEL SINDACO DI VITERBO

A quanto pare il sindaco di Viterbo, che e' anche deputato in Parlamento, ha
perso un'altra buona occasione per starsene zitto; ed ancora una volta ha
confermato di avere il vizio di ingannare i cittadini.
*
Siamo alle solite
Chi avesse letto il comunicato con le dichiarazioni del sindaco di Viterbo
sulla recente audizione del 16 luglio 2009 del Commissario europeo ai
Trasporti presso le Commissioni Trasporti del Parlamento italiano crederebbe
che oggetto cruciale dell'incontro fosse il mega-aeroporto di Viterbo.
Invece il tema - come chiunque puo' agevolmente verificare - era "Audizione
del Vicepresidente della Commissione europea e Commissario responsabile per
i trasporti, Antonio Tajani, sulla politica europea per la sicurezza del
trasporto ferroviario, con particolare riferimento al trasporto di merci
pericolose", che col mega-aeroporto di Viterbo non potrebbe entrarci di
meno.
*
Quando l'Europa si sveglia
Il sindaco di Viterbo continua inoltre a propalare il bizzarro delirio
secondo cui a un dipresso la Commissione Europea, anzi l'Europa intera, non
bramerebbe altro che di finanziare il mega-aeroporto di Viterbo. A sentir
lui dall'Atlantico agli Urali il primo pensiero di ogni persona dabbene
quando si sveglia la mattina sarebbe: "come posso dare il mio obolo per
finanziare il mega-aeroporto a Viterbo (ed en passant distruggere l'area
archeologica e termale del Bulicame ed avvelenare i viterbesi che li possino
ammailli)?".
Ovviamente non solo madamigella Europa ma neppure sua signoria la
Commissione Europea hanno il chiodo fisso che l'on. sindaco Marini
attribuisce loro. E non hanno alcun desiderio di farsi derubare degli
zecchini loro dai vandalici speculatori della lobby del mega-aeroporto. Per
almeno tre buone ragioni.
Primo: perche' sic stantibus rebus il mega-aeroporto di Viterbo e' - alla
luce della situazione reale, alla luce delle leggi in vigore - del tutto
illegale. Del tutto illegale. Ripetiamolo: del tutto illegale.
Secondo: perche' il mega-aeroporto di Viterbo e' irrealizzabile (a meno di
non voler provocare una catastrofe). E lo sanno bene anche le istituzioni
che hanno esaminato la questione. Come lo sanno bene tutti coloro che amano
la verita' e non hanno gli occhi foderati di salame.
Terzo: perche' nessuno che abbia un po' di sale in zucca vuol essere
complice di un crimine gia' smascherato, nessuno vuol subire il danno e la
beffa, nessuno vuol passare per sciocco o insensato. Nessuno, o quasi.
*
Pinocchio ed Attila
Il sindaco di Viterbo e' quindi gia' campione del mondo di lunghezza del
naso da Pinocchio.
E si sta battendo con tutte le sue forze per divenire nuovo re degli unni.
Prendere sul serio un simile personaggio e' impossibile.
Purtroppo - ed e' grottesco, anzi: tragico - governa la citta' di Viterbo;
non solo: siede anche tra coloro che fanno le leggi italiane, e vedendo
quali proposte di leggi firma - per dare onorificenze agli aguzzini
nazifascisti di Salo', per ostacolare la difesa dell'ambiente - chiunque
puo' constatare con quali sublimi esiti.

3. SOLIDARIETA'. VIRGINIA DEL RE: UNA NOTA MINIMA
[Ringraziamo Virginia Del Re (per contatti: virdelre at tin.it) per questo
intervento]

Una nota minima sul mega-aeroporto di Viterbo.
Basterebbe una foto aerea degli aeroporti londinesi gia' presenti e dei
lavori in corso per ampliare sia Heathrow sia Stansted, per capire la
dissennata devastazione che si sta producendo. Dov'era verde a non finire,
c'e' il deserto. Londra appare sempre piu' un'isola stretta da una cintura
di aeroporti: le piste di Gatwick, di Heathrow, etc. etc. e rumore, e
cemento e parcheggi, le autostrade sempre piu' grandi.
E si tratta di territori pianeggianti, dunque almeno tecnicamente piu'
facilmente "spianabili", senza colline e monti, e "castella", come abbiamo
in Italia e particolarmente nella meravigliosa area di Viterbo e dei monti
Cimini.

4. RIFLESSIONE. CRISI ECONOMICA E SCELLERATA FOLLIA DELLA LOBBY DEL
MEGA-AEROPORTO

Nella crisi economica in cui si dibatte la societa', con tante famiglie che
sono sull'orlo della poverta' (e molte che gia' vi sono sprofondate), le
istituzioni dovrebbero innanzitutto smetterla di sperperare i soldi
pubblici, anzi: di derubare il pubblico erario per finanziare gli
speculatori loro complici.
Dovrebbero piuttosto utilizzare le finanze pubbliche per aiutare chi e' in
difficolta', per sostenere l'economia realmente produttiva di beni e servizi
necessari, le autentiche vocazioni produttive del territorio, i bisogni
delle comunita' locali.
Non e' difficile distinguere il bene dal male: e' bene operare per il bene
comune, per l'interesse pubblico, per la collettivita'. E' male sperperare e
rapinare le risorse pubbliche.
*
A Viterbo, ad esempio
A Viterbo, ad esempio, e' male, anzi: malissimo, distruggere l'area
archeologica e termale del Bulicame; e' male, anzi: malissimo, devastare
l'agricoltura di qualita'; e' male, anzi malissimo, avvelenare la
popolazione.
Eppure questo male e' proprio cio' che vogliono fare certi pubblici
amministratori insipienti ed irresponsabili, quei pubblici amministratori
che stanno cercando di imporre la realizzazione di un mega-aeroporto nocivo
e distruttivo, folle e fuorilegge.
E per realizzare tanto male all'ambiente, al territorio, all'economia
locale, alla popolazione che a Viterbo vive e lavora, quei pubblici
amministratori insipienti ed irresponsabili vogliono anche sperperare una
montagna di soldi pubblici.
Si puo' essere piu' protervi? Si puo' essere piu' sciagurati?
*
In nome della legge
Ma per disdoro della lobby speculativa e vandalica, e per fortuna della
popolazione, le leggi in vigore si oppongono alla realizzazione del
mega-aeroporto, del mega-imbroglio, della mega-ruberia e della
mega-devastazione.
Chiediamo il rigoroso rispetto delle leggi italiane ed europee, il rigoroso
rispetto delle norme e dei vincoli di salvaguardia, il rigoroso rispetto dei
diritti dei cittadini cosi' come stabiliti dall'ordinamento giuridico.
Rispettando le leggi il territorio e i diritti delle persone sono salvi.

5. DOCUMENTI. INTERROGAZIONE PARLAMENTARE DELL'ON. DOMENICO SCILIPOTI SUL
MEGA-AEROPORTO A VITERBO

Interrogazione a risposta scritta presentata dall'on. Domenico Scilipoti
Al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro delle Infrastrutture e
Trasporti, al Ministro dell'Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare
Per sapere - premesso che:
a Viterbo si intende realizzare nell'area termale del Bulicame un
mega-aeroporto delle dimensioni atte ad accogliere un volume di traffico
stimato in diversi milioni di passeggeri all'anno;
detta opera si presenta assolutamente non consona alle esigenze di ordinato
sviluppo del territorio di riferimento, se si considera la situazione reale
dell'area su cui dovrebbe insistere, insieme ai pressanti vincoli
paesaggistici, idrogeologici, archeologici, termali presenti;
la realizzazione e' invisa alla popolazione residente e tale opposizione e',
non a caso, sostenuta dalle migliori espressioni della societa' civile quali
illustri scienziati, cattedratici, personalita' delle istituzioni;
i motivi alla base del diniego possono essere sintetizzati:
a) mancato superamento di un rigoroso espletamento della Valutazione
d'impatto ambientale e della Valutazione ambientale strategica obbligatorie
per legge;
b) conflitto con precise norme di tutela dei beni pubblici sia nazionali che
europee;
c) contrasto con le norme ed i vincoli di salvaguardia in vigore nell'area,
ai sensi della pianificazione territoriale ed urbanistica sia regionale che
comunale;
d) rischio della devastazione di rilevanti beni archeologici, naturalistici,
paesaggistici, storico-culturali, scientifici, terapeutici ed economici
insistenti nell'area;
e) grave nocumento alla salute, alla sicurezza e alla qualita' della vita
della popolazione dei quartieri cittadini prossimi all'area;
f) conflitto con esigenze di sicurezza militari di rilevanza strategica
nazionale;
g) possibile collasso della rete infrastrutturale riguardante la mobilita'
locale;
h) risultati concreti in termini economici e strutturali insoddisfacenti,
con conseguente notevole sperpero di pubblico denaro;
i) rilievi e criticita' sulla procedura seguita per l'individuazione
dell'area, che si presenta sic stantibus rebus viziata da flagranti errori
di merito e di metodo, tant'e' che veniva presentato apposito ricorso al Tar
del Lazio e qualificati studi di settore ripetutamente denunciavano
l'inammissibilita' dell'opera;
il comitato dei cittadini che si oppongono all'opera ha manifestato tutte le
perplessita' del caso agli amministratori locali, non mancando di elencare
gli sconcertanti effetti che la realizzazione di tale mega-aeroporto
nell'area termale del Bulicame a Viterbo comporterebbe;
in via esemplificativa veniva evidenziato:
a) negativo impatto ambientale a causa della devastazione dell'area termale
del Bulicame, un bene naturalistico, storico-culturale, terapeutico,
economico, sociale e simbolico peculiare e insostituibile;
b) negativo impatto sulle emergenze sanitarie della popolazione viterbese,
con preventivati danni alla salute, alla sicurezza, alla qualita' della
vita;
c) negativo impatto sanitario sulla popolazione dell'Alto Lazio, con
incremento di danni, disagi e patologie cagionato dal cumulo del
mega-aeroporto con altre gravosissime servitu' gia' presenti, come il polo
energetico Civitavecchia-Montalto;
d) negativo impatto sociale su Viterbo, se si considera che il
mega-aeroporto, oltre a tutti i danni summenzionati, potrebbe provocare
anche un grave degrado della qualita' della vita, con lesione dei
fondamentali diritti dei cittadini, apportare un grave danno all'economia e
alla societa', generare il collasso delle infrastrutture del trasporto
locale, la distruzione di beni ambientali, culturali, agricoli, terapeutici,
ricettivi, produttivi, scientifici.
e) negativo impatto sociale sull'Alto Lazio, per l'accumulo di servitu' ed
effetto sinergico dei fattori di rischio, di depauperamento e degrado del
territorio e della sua economia.
f) negativo impatto politico locale, con devastazione del territorio, la
messa in pericolo di fondamentali beni comuni, la violazione di fondamentali
diritti della popolazione, sommati alla palese illegalita' dell'opera;
g) negativo impatto globale sull'ambiente, risultando il mega-aeroporto
finalizzato all'incremento del trasporto aereo complessivo, con conseguente
accrescimento dell'inquinamento e dell'effetto serra responsabile dei
mutamenti climatici e degli squilibri della biosfera.
h) Spesa irrazionale di fondi pubblici, in considerazione dell'eventuale
sperpero di ingenti risorse pubbliche, sottratte ad opere e servizi
realmente utili ed essenziali per la popolazione;
sulla base della Planimetria redatta dal Comune di Viterbo recante i vincoli
paesaggistici, idrogeologici, archeologici, termali presenti nell'area
interessata, risulterebbe che la realizzazione sorgerebbe su di un'area di
interesse archeologico con presenza di importanti beni, tant'e' che di
questo veniva prontamente avvertita la Soprintendenza per i beni
archeologici per l'Etruria Meridionale, tramite apposita segnalazione;
gia' in una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica del 4 agosto
2008, il comitato segnalava tutti i motivi di opposizione all'opera
attraverso diversi punti:
a) grave nocumento per la salute della popolazione, come dimostrato dal
documento dell'Isde (International Society of Doctors for the Environment -
Italia) del 18 marzo 2008;
b) grave devastazione dell'area termale del Bulicame, peculiare bene
naturalistico e storico-culturale, terapeutico e sociale, economico e
simbolico, gia' citato da Dante nella Divina Commedia ed elemento
fondamentale dell'identita' di Viterbo;
c) grave impatto su un rilevante bene archeologico come il tracciato
dell'antica via consolare Cassia;
d) grave impatto inquinante sull'Orto botanico dell'Universita' degli Studi
della Tuscia, rilevante bene scientifico, di ricerca e didattico;
e) danni alle colture agricole - di qualita' e biologiche - insistenti
nell'area maggiormente investita;
f) danno per la citta' con deprezzamento di attivita', esercizi ed immobili;
g) conflitto con attivita' ed esigenze di interesse strategico nazionale
dell'Aeronautica Militare, come evidenziato da ultimo dal "Centro Studi
Tuscia per lo sviluppo di un aeroporto compatibile" in un documento del 2
agosto 2008;
h) immenso sperpero di fondi pubblici per un'opera inutile e distruttiva che
sottrarrebbe risorse ad altre concrete e reali emergenze quali il sostegno,
la difesa e la valorizzazione dei beni ambientali e culturali,
dell'agricoltura di qualita', delle peculiari risorse locali e del trasporto
ferroviario;
i) netto peggioramento per l'intero territorio dell'Alto Lazio, gia' gravato
da pesantissime servitu' energetiche, militari e speculative e da fenomeni
di inquinamento ed aggressione alla salute, alla sicurezza e alla qualita'
della vita dei cittadini;
l) concreto pericolo che l'opera possa agevolare affari ed operazioni
illecite per mano della criminalita' organizzata;
m) l'assenza di una adeguata progettazione, addirittura della stessa precisa
determinazione in merito a collocazione e dimensioni, come ammesso dallo
stesso Consiglio comunale di Viterbo nella parte narrativa dell'atto
deliberativo n. 92 del 25 luglio 2008 in cui si afferma testualmente che
"devesi fare presente che a tutt'oggi non si conoscono ne' la lunghezza
della pista che potrebbe arrivare a superare i 3000 metri, ne' il suo
orientamento";
n) impossibilita' oggettive legate alla realizzazione, cosi' come rilevate
dal Centro Studi Tuscia attraverso puntuali studi;
o) mancata conformita' al Piano territoriale paesaggistico regionale ed alle
relative norme di salvaguardia, come riconosciuto dallo stesso Consiglio
comunale di Viterbo con l'atto deliberativo n. 92 del 25 luglio 2008;
p) assenza di fondamentali verifiche e di fondamentali requisiti previsti
dalla legislazione italiana ed europea in materia di Valutazione d'impatto
ambientale, Valutazione ambientale strategica, Valutazione d'impatto sulla
salute;
q) la relazione ministeriale del novembre 2007, che di fatto consentiva una
serie di atti amministrativi successivi e' destituita di fondamento, insieme
a tutti gli atti successivi e conseguenti, come dimostrato ad abundantiam da
un documento del 18 gennaio 2008 del "Centro studi Demetra" che conclude la
sua ampia ricognizione dichiarando che "gli atti ministeriali risultano
palesemente affetti da gravi vizi di illegittimita' sotto il rilevato
profilo dell'eccesso di potere per carenza dell'istruttoria tecnica condotta
dalla commissione istituita presso il Ministero dei Trasporti";
r) la stessa relazione non risponde ad un'analisi fattuale della realta'
territoriale, ignorando del tutto il fatto che il sedime indicato ricade nel
cuore dell'area termale del Bulicame, a ridosso di emergenze archeologiche,
naturalistiche, scientifiche, culturali, agricole, terapeutiche, economiche
ed insediative tali da rendere l'opera ipso facto irrealizzabile;
s) la stessa compagnia aerea Ryan Air - che  avrebbe dovuto rappresentare il
soggetto imprenditoriale maggior fruitore della nuova struttura - ha
pubblicamente dichiarato che non intende affatto trasferire la sua attivita'
nell'eventuale scalo viterbese;
t) la realizzazione di un nuovo mega-aeroporto, in una situazione di
contingente crisi, e' insensato sia alla luce della situazione aeroportuale
italiana che alla luce dell'attuale trend del trasporto aereo
internazionale;
Alla luce delle argomentazioni suindicate appare indiscutibilmente
necessario porre freno alla realizzazione di un'opera inadeguata per le
esigenze del territorio su cui dovrebbe insistere, nonche' inopportuna per
le ripercussioni sull'assetto ambientale dei luoghi: -
Se il Governo ed il Ministro interpellato siano a conoscenza dei fatti
esposti e delle rilevanti problematiche connesse.
Quali siano le notizie in possesso del Governo circa la sussistenza dei
requisiti previsti dalla legge, con espresso riferimento alle norme ed ai
vincoli di salvaguardia esistenti.
Quali iniziative si intendano intraprendere per impedire che i rilevanti
beni naturalistici, culturali, terapeutici ed economici dell'area termale
del Bulicame vengano letteralmente devastati.
Quali misure verranno introdotte a salvaguardia della salute e la sicurezza
dei cittadini di Viterbo, messe a repentaglio da un'opera aeroportuale
inopportuna sotto ogni profilo.
on. Domenico Scilipoti
Camera dei Deputati, Roma, luglio 2009

6. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: CASE
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 18 luglio 2009 col titolo "Ecocitta'"]

Il governo inglese annuncia un libro bianco che proporra' cambiamenti
importanti nel modo in cui gli inglesi viaggiano, lavorano, consumano e
abitano, cosi' da mantenere la promessa di ridurre dell'80% le emissioni di
gas serra del paese entro il 2050. Gli ambientalisti sono giustamente
critici: l'obiettivo cade troppo in la' nel tempo (per ragioni di efficacia
ed equita', i paesi grandi produttori pro-capite di gas serra dovrebbero
ridurre entro il 2030 le proprie emissioni del 90% rispetto a quelle del
1990), e il governo cade in diverse contraddizioni settoriali (in
particolare dando impulso allo sviluppo ulteriore degli aeroporti).
Comunque, nel pacchetto clima, il primo ministro Gordon Brown punta sulle
"ecotowns", le ecocitta' costituite da migliaia di case amiche - o meno
nemiche - del clima. Progettare una ecocitta' e' un buon test per molte idee
verdi, anche in materia di trasporti senza automobile e di autoproduzione
del cibo. Insomma una nuova comunita', per quanto possibile autosufficiente.
Brown aveva promesso dieci ecocitta' per un totale di 200.000 appartamenti
"a ridottissime emissioni". Ci sono ritardi, ma il piano dovrebbe essere
completato entro il 2020. In questi giorni il governo ha dato il via a
quattro insediamenti, 10.000 appartamenti in totale, il primo dei quali
sorgera' nel 2016 a Norfolk, al posto di un aeroporto in disuso. Le case
saranno dotate di tutte le misure di efficienza e autoproduzione energetica
(con un risparmio in gas serra del 70% rispetto a quanto imposto dalle norme
attuali per riscaldamento e illuminazione), ma anche l'accesso a piedi in
pochi minuti al trasporto pubblico, vie ciclabili, uffici, scuole e negozi
ecoefficienti, parchi, giardini, servizi idonei, minimo un lavoro per
famiglia raggiungibile a piedi o in bici o con mezzi pubblici.
Lanciando l'iniziativa, il primo ministro Gordon Brown, sul quotidiano "The
Observer" ha dichiarato che la Gran Bretagna intende essere il paese leader
nel mondo nell'ideazione di case verdi e che le ecocitta' "aiuteranno a
combattere la recessione e a soddisfare il bisogno di case da acquistare o
prendere in affitto a prezzi sostenibili, minimizzando al tempo stesso i
danni per l'ambiente. Una casa su tre nel nostro paese sara' costruita da
qui al 2050. Dunque abbiamo bisogno di standard avanzati".
Ma in molti sono dubbiosi o contrari e si parla di "greenwashing"
governativa. Gli abitanti delle aree rurali scelte per le ecocitta' si sono
spesso opposti ai nuovi insediamenti. Certo ci sono quelli della sindrome
nimby (della serie: "fatele da un'altra parte, qui e' bello cosi'"); ma non
solo loro, anzi. L'organizzazione ambientalista Friends of the Earth, pur
approvando il piano, sottolinea che la sfida principale e' che i due milioni
di case che il governo programma di costruire, e non solo quelle nelle
ecocitta', rispondano a standard elevatissimi di rispetto del clima e
dell'ambiente.
Inoltre ci si chiede se erigere nuove case e quartieri, cementificando altro
suolo, sia davvero la via maestra. C'e' proprio bisogno di cosi' tante altre
case? Non e' meglio rendere ecoefficienti e non lasciare vuote quelle gia'
in piedi? Infatti la Campaign to Protect Rural England, che ha chiesto al
governo di ridimensionare il programma ecotowns a una o due cittadine
dimostrative, sostiene che "sarebbe meglio concentrarsi sulla
ristrutturazione ecologica delle case esistenti, recuperando sia i ruderi
che costringendo all'affitto e comunque all'uso le 800.000 case vuote del
paese".

7. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: PATATE
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 15 luglio 2009 col titolo "Tempi duri per
i saggi"]

La comunita' quechua della regione peruviana di Cuzco gestisce con saggezza
le oltre 2.000 varieta' di patate in quella che e' considerata la zona
d'origine di questo tubero, importante alimento di base in tanti paesi ma
anche simbolo culturale. Negli anni Settanta molte varieta' furono stoccate
al Centro internazionale della patata (Cip), vicino a Lima. Ma le politiche
del governo per la modernizzazione dell'agricoltura hanno portato a un uso
generalizzato di pesticidi, fertilizzanti e nuove varieta' in regime
monocolturale, con la perdita delle varieta' tradizionali. Cosi', sei
comunita' quechua hanno deciso di creare il Parque de la papa (Parco della
patata) su diecimila ettari, "rimpatriando" e riportando in terra centinaia
di varieta' conservate al Cip. La famiglia biodiversa e' destinata ad
allargarsi a ottobre.
Ma se il Cip ha favorito l'idea riconoscendo che la proprieta' intellettuale
in tema di risorse genetiche agricole appartiene alle comunita', non si puo'
dire altrettanto di altre istituzioni, nazionali o internazionali.
L'Institute for Environment and Development (Iied) ha presentato il rapporto
"Protecting traditional knowledge from the grassoroots up" a Ginevra nei
giorni scorsi, alla XIV sessione del Comitato intergovernativo sulla
proprieta' intellettuale, le risorse genetiche, la conoscenza tradizionale e
il folclore (Igc), un comitato interno alla World intellectual property
organization (Wipo). La Wipo e' l'organizzazione dell'Onu che si occupa,
recita il suo sito, "dello sviluppo di un sistema internazionale della
proprieta' intellettuale che sia equilibrato e accessibile, premi la
creativita', stimoli l'innovazione e contribuisca allo sviluppo economico
salvaguardando l'interesse pubblico". Un fine statutario abbastanza
composito... Infatti non c'e' accordo nella Wipo sulla "road map" futura: se
ne discutera' all'assemblea dell'organizzazione, in settembre.
I gruppi indigeni continuano a chiedere una partecipazione effettiva nel
Comitato Igc, e a rivendicare la sovranita' - senza brevetti - sulle
conoscenze tradizionali collettive che la proprieta' intellettuale
convenzionale non copre e che sono da sempre saccheggiate dalla
"biopirateria" multinazionale (si pensi agli sviluppi farmaceutici fondati
sulle proprieta' medicinali di erbe e piante).
Le idee, i saperi, i semi, le forme di vita non possono essere privatizzate,
l'accesso deve rimanere non esclusivo di altri, i benefici devono essere
condivisi, sostiene il rapporto dell'Iied. Il problema e' che poi i paesi
possono aggirare eventuali regole internazionali a protezione delle
conoscenze tradizionali stringendo accordi commerciali bilaterali piu'
lassisti. Ad esempio nell'Accordo di libero scambio fra Peru' e Stati Uniti,
il primo ignora gli accordi stretti in sede di Comunita' andina a protezione
appunto dei saperi tradizionali e permette le bioprospezioni e successive
brevettazioni da parte di compagnie statunitensi (e le colture Ogm, una
minaccia alla ricchezza genetica).
La proprieta' intellettuale che limita l'accesso alla conoscenza e alle
risorse genetiche e crea monopoli su incitamento delle compagnie
farmaceutiche e sementiere aumenta anche i rischi di fronte al cambiamento
climatico, secondo il rapporto dell'Iied: "Proprio questa emergenza globale
richiede flessibilita' e adattabilita', mentre quel che sta succedendo e'
che le compagnie di biotecnologie usano i cambiamenti climatici e promettono
di sviluppare varieta' colturali resistenti alla siccita' e al calore, ma
solo se potranno brevettarle". Sottraendole dunque all'uso comunitario
diffuso.

8. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: RUBINETTI
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 14 luglio 2009 col titolo "Acqua libera a
Bundanoon"]

Quando si dice una decisione popolare che il mondo e i singoli dovrebbero
imitare! I 2.500 saggi abitanti di Bundanoon, zona rurale a sud di Sidney,
la scorsa settimana sono andati al referendum e hanno votato per la messa al
bando dell'acqua imprigionata in bottiglia. Obiettivo: combattere l'impronta
climatica (in inglese: carbon footprint) dell'imbottigliamento, trasporto
(tir su tir, anche nel caso delle bottiglie di vetro riusabile) e
smaltimento. Poche ore prima il premier dello New South Wales, il piu'
popoloso stato dell'Australia, proibiva ai dipartimenti e alle agenzie dello
stato di comprare acqua in bottiglia, "uno spreco di denaro pubblico e di
risorse naturali". Una simile decisione e' stata presa gia' da decine di
citta' in vari paesi e dagli studenti di un'universita' inglese. E sempre
pochi giorni fa un rapporto al Congresso Usa del General Accountability
Office ha detto chiaramente che "i consumatori non realizzano che le acque
in bottiglia sono meno regolamentate di quelle del rubinetto".
Torniamo a Bundanoon, che ha ricevuto i complimenti dal gruppo "Do
Something!", capace tempo fa di ottenere il divieto degli shopper di
plastica a Coles Bay (Tasmania). La decisione del piccolo paese e' stata
davvero popolare, non dall'alto. Galeotta e' stata la richiesta da parte di
una compagnia di Sidney, la Norlex Holdings Pty Ltd, di costruire in zona un
impianto per l'estrazione di acqua minerale. I residenti si sono opposti
all'idea che qualcuno da fuori arrivasse a prendere la loro acqua, la
andasse a imbottigliare a Sidney e poi gliela rivendesse. E hanno portato il
caso in tribunale. Ma intanto si sono resi conto di quanto fosse assurdo
acquistare e consumare appunto l'acqua in bottiglia, oltretutto mille volte
piu' cara di quella del rubinetto e non certo piu' sana.
Per una vera messa al bando bisognava trovare una soluzione indolore per i
commercianti locali. Uno di loro ha suggerito di vendere (la zona e'
turistica), allo stesso prezzo, delle bottiglie riusabili da riempire alle
fontane pubbliche o, pagando una cifra modica, negli stessi negozi. I 50-60
commercianti di Bundanoon hanno tutti accettato. Per loro Huw Kingston ha
dichiarato all'agenzia stampa Reuters: "In posti del mondo dove l'acqua non
e' potabile le bottiglie possono avere un senso ma noi abbiamo un'ottima
acqua del rubinetto. Come comunita' vogliamo lavorare insieme per la
sostenibilita'". Quante decine di milioni di consumatori e quanti
commercianti in Italia potrebbero dire altrettanto eppure continuano ad
attaccarsi (o a vendere) a quell'acqua ferma nel plasticume? Si noti che i
ventidue milioni di australiani hanno speso 500 milioni di dollari in acque
in bottiglia l'anno scorso: molto meno, in proporzione, degli italiani.
Molti dei quali continuano a non rendersi conto oltretutto che nel piccolo
la loro bottiglietta contribuisce, via caos climatico, a far scarseggiare
l'acqua a chi ne ha gia' poca.
Un altro ragionamento utile si ricava dalle obiezioni di Geoff Parker,
direttore dell'Australasian Bottled Water Institute (consorzio di produttori
di acque in bottiglia), per il quale le due messe al bando in Australia non
solo limitano la scelta dei consumatori (e questo francamente non sarebbe un
problema se non per i profitti) ma potrebbero dirottare piu' che verso
l'acqua di rubinetto verso l'acquisto di bibite zuccherate. E l'impronta
ecologica di una bottiglia di acqua da fonte locale e' molto piu' piccola di
quella di una bibita o di una passata importate.

9. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO URGENTE AL PRESIDENTE DEL SENATO DELLA
REPUBBLICA ED AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Presidente della Camera dei Deputati
Signori Presidenti dei due rami del Parlamento,
il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente
del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai
Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una
lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla
legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2
luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza",
volgarmente nota come "pacchetto sicurezza".
Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita,
energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che
palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con
le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i
principi della civilta' giuridica.
Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge
siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la
Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori,
principi e criteri della civilta' umana,
con la presente siamo a richiedere
che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente
incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente
ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata
conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle
norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai
principi della civilta' giuridica.
Distinti saluti,
il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 18 luglio 2009
*
Proponiamo alle lettrici ed ai lettori di:
- scrivere ai Presidenti di Camera e Senato una lettera con questa
richiesta;
- scrivere a tutti i parlamentari antinazisti affinche' sostengano questa
richiesta;
- scrivere a tutti gli enti locali affinche' formulino anch'essi questa
richiesta;
- scrivere a tutti i mass-media affinche' ne diano almeno notizia;
- scrivere a persone di volonta' buona, associazioni democratiche ed
istituzioni fedeli alla Costituzione affinche' si associno alla richiesta.
Per chi volesse scrivere via posta elettronica gli indirizzi e-mail di tutti
i parlamentari (compresi i Presidenti delle Camere) sono cosi' composti:
a) per i deputati: cognome_inizialedelnome at camera.it e per fare un esempio
l'indirizzo di un eventuale on. Mario Rossi sarebbe rossi_m at camera.it
b) per i senatori: cognome_inizialedelnome at posta.senato.it e per fare un
esempio l'indirizzo di un eventuale sen. Mario Rossi sarebbe
rossi_m at posta.senato.it
Ai Presidenti dei due rami del parlamenti si puo' scrivere anche attraverso
i siti di Camera e Senato.

10. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO
DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO

Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di
Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della
salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail:
info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it
Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it

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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 217 del 22 luglio 2009

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