Minime. 885



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 885 del 18 luglio 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. La guerra assassina
2. Benito D'Ippolito: Come in quel film di Steven Spielberg
3. La forza della verita', la forza dell'amore
4. Pierpaolo Calonaci: Gandhianamente
5. Gaetano Farinelli: L'amore produce sempre cose buone
6. Sigrid Loos: Farsi sentire
7. Savino Pezzotta: Contro ogni forma di discriminazione
8. Michele Smargiassi intervista padre Giorgio Poletto
9. Maria G. Di Rienzo: La lotta di Mayara, i media del potere
10. Verso l'VIII Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico
11. Appello al Presidente della Repubblica contro il colpo di stato razzista
12. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in
Italia
13. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e
soggiorno illegale dei migranti
14. Appello al Presidente della Repubblica di varie associazioni ed
organizzazioni per i diritti dei bambini
15. Riletture: Italo Mancini, Bonhoeffer
16. Riletture: Italo Mancini, Filosofia della prassi
17. Riletture: Italo Mancini, Il pensiero negativo e la nuova destra
18. Riletture: Italo Mancini, Novecento teologico
19. Riletture: "Hermeneutica", 1995. Kerygma e prassi. Filosofia e teologia
in Italo Mancini
20. Riletture: "Hermeneutica", 1996. Rileggere Bonhoeffer
21. La "Carta" del Movimento Nonviolento
22. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. LA GUERRA ASSASSINA

La guerra assassina contrastala tu.
Cessi la partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in
Afghanistan.
Solo la pace salva le vite.

2. UNA SOLA UMANITA'. BENITO D'IPPOLITO: COME IN QUEL FILM DI STEVEN
SPIELBERG

Come in quel film di Steven Spielberg
ho chiamato questa notte in soccorso
i miei maestri da lungo tempo morti
perche' ci aiutino in questa distretta:
di nuovo ho sentito risuonare nell'animo
la voce di Primo Levi, la voce
di Vittorio Emanuele Giuntella,
che furono in Lager e resistettero sempre.
Non vinceranno i nazisti.

3. UNA SOLA UMANITA'. LA FORZA DELLA VERITA', LA FORZA DELL'AMORE

Proponiamo ancora alcuni estratti da alcune altre delle innumerevoli lettere
che abbiamo ricevuto nei giorni scorsi a sostegno dell'impegno a difendere
la Costituzione della Repubblica Italiana, e con essa i diritti umani di
tutti gli esseri umani, dall'assalto eversivo di razzisti e squadristi.
Ci scusiamo ancora con tutte le persone i cui interventi non siamo riusciti
a pubblicare, e con tutte le persone che ci hanno scritto lettere toccanti
cui non siamo riusciti a rispondere.

4. UNA SOLA UMANITA'. PIERPAOLO CALONACI: GANDHIANAMENTE
[Da una piu' ampia lettera personale]

Facendo parte del Centro Gandhi condivido appieno cio' che ha scritto Rocco
Altieri.
Pierpaolo Calonaci

5. UNA SOLA UMANITA'. GAETANO FARINELLI: L'AMORE PRODUCE SEMPRE COSE BUONE
[Da una piu' ampia lettera personale]

Al momento sono a Quito in Ecuador, in visita a famiglie ecuadorene che a
suo tempo sono state accolte presso la parrocchia di un mio caro amico, don
Piero Battistini, attualmente parroco di San Giovanni in Marignano.
Siamo stati accolti con grande amore ed amicizia da queste famiglie anche se
sono passati piu' di venti anni dalla loro partenza dall'Italia, e questo e'
il segno che l'amore produce sempre cose buone.
Ed ho trovato perplesse le stesse famiglie per quel che in Italia sta
avvenendo sotto questo governo, che cancella nella loro memoria il ricordo
affettuoso di un paese che sapeva accogliere anche gli emarginati.
Questo governo purtroppo sa mostrare i pugni solo con quelli che sono piu'
deboli. E sa produrre leggi in protezione di persone che vanno contro la
giustizia, e sa proteggere interessi che sono solo interessi di parte.
Un saluto affettuoso
Gaetano Farinelli,
sacerdote

6. UNA SOLA UMANITA'. SIGRID LOOS: FARSI SENTIRE
[Da una piu' ampia lettera personale]

Ho firmato l'appello scritto da Domenico Gallo, e' importante farsi sentire.
Sigrid Loos

7. UNA SOLA UMANITA'. SAVINO PEZZOTTA: CONTRO OGNI FORMA DI DISCRIMINAZIONE
[Da una piu' ampia lettera personale]

Colgo con molta attenzione la tua sollecitazione, anche perche' ho votato
contro il provvedimento che ritengo vergognoso. Una legge sbagliata che ora
si stanno dando da fare per cambiarla, ma anche in questo rilevo il limite
che ancora una volta si considerano gli immigrati solo dal punto di vista
della loro utilita' piu' che dell'umanita'... Continuero' la battaglia
contro ogni forma di discriminazione e per il rispetto dei diritti e della
dignita' degli esseri umani. In questi tempi non e' facile, ma non bisogna
abbandonare il campo...
Savino Pezzotta,
deputato

8. UNA SOLA UMANITA'. MICHELE SMARGIASSI INTERVISTA PADRE GIORGIO POLETTO
[Dal quotidiano "La Repubblica" del 12 luglio 2009 col titolo "Ero straniero
e mi avete accolto" e il sommario "'La parola clandestino mi fa orrore',
dice Mary, ghanese, ex irregolare ora a posto con la legge, 'Vuole
significare che non sarai mai un cittadino vero'. Oggi le nuove norme
impongono di denunciare chi non ha permesso di soggiorno. Ma in molte chiese
d'Italia i preti ignorano questo precetto in nome di uno piu' alto: quello
dell'evangelista Matteo. A Castel Volturno, primo girone dell'inferno dei
migranti, i comboniani danno asilo a tutti. Un foglio azzurrino rilasciato
'in nome di Dio'. E' la protesta simbolica escogitata dai sacerdoti"]

Castel Volturno (Caserta). Piu' conosce l'italiano, piu' Mary odia quella
parola. "Clandestino. Mi fa orrore". Non e' solo questione di brutti
ricordi, e' proprio un odio semantico. "Clan/destino: il tuo destino e' il
clan, non sarai mai un cittadino vero". L'etimologia di Mary e' bizzarra, ma
suggestiva. "E' l'unica vera parola che troppi italiani hanno per noi. Anche
quando dicono 'regolari', pensano 'clandestini: restate al vostro posto, nel
vostro clan, non siete come noi'".
A volte Mary si sente ancora clan/destina come all'inizio. Venne dal Ghana
col visto turistico e, quando scadde, resto'. Ha avuto fortuna: prese al
volo una delle ultime sanatorie. Ora fa l'interprete per un'associazione che
assiste i rifugiati politici, ha due figlie, una casa dignitosa e paga un
affitto. Ma non ce l'avrebbe mai fatta se un buon samaritano, senza frugarle
le tasche in cerca di documenti, non l'avesse ospitata e aiutata. Mary e'
stata la prima tra le migliaia di immigrati che padre Giorgio ha accolto da
quando, tredici anni fa, reduce dalle missioni africane, scelse di farsi
missionario nell'Africa nostra, la gran piana dei pomodori e
dell'illegalita', il primo girone dell'inferno migrante italiano: Castel
Volturno.
E padre Giorgio dov'e'? "In stanza". Quella che sulla porta ha una foto di
Auschwitz. Bussiamo. Eccolo: barba, camiciona arancione, sta timbrando
permessi di soggiorno. Col timbro del Signore. Non puo' certo usare quello
del ministro. "Ma stiamo parlando di dignita' umana, no? E allora e' chiaro,
tra le due, quale sia l'Autorita' piu' Competente". Compila, controfirma il
foglio azzurrino: ecco, un altro permesso di soggiorno in nome di Dio e'
pronto. Lui e i suoi confratelli ne hanno rilasciati a centinaia: protesta
beffarda e amara, ribellione simbolica e un po' goliardica. A prima vista
sembrano quelli veri, pero' e' difficile che un questore li prenda per
buoni. Ma valgono qualcosa dinanzi a un Giudice piu' alto.
Per qualcuno, pochi, e' un profeta in sandali. Per altri, tanti, e' quello
che "ci porta in casa i negri". Per se stesso Giorgio Poletti, 67 anni,
comboniano e sacerdote, e' "un devoto della Legge", occhio alla maiuscola, a
costo di sfidare la legge, occhio alla minuscola. "Non denuncero' nessuno
straniero senza documenti. Una legge contraria ai diritti umani e
all'insegnamento di Cristo, io non la servo. Mi mettano pure in galera. E
guardi che io non ho nessuna voglia di andare in galera. Non sono un
incendiario. Sono figlio di povera gente che aveva soggezione e rispetto per
l'autorita'. Quel rispetto ce l'ho dentro. Ma c'era da scegliere, e io ho
scelto".
La chiesa di Santa Maria dell'Aiuto e' una gabbia di cemento armato
tamponata di mattoni, ma dentro e' sorprendentemente luminosa. Di fianco
all'altare una batteria e un set di tamburi afro. "Le nostre messe durano un
paio d'ore. Anche adattare il nostro stile liturgico e' accoglienza". Sulle
pareti intonacate, affreschi a vivi colori. "Li ha dipinti un ungherese. Non
e' Caravaggio, ma da' l'idea". Un Gesu' biondo lava i piedi a un san Pietro
nero. Un Samaritano nero soccorre un viandante bianco. E l'Ultima Cena e'
una mensa multietnica. E' la parrocchia degli immigrati: il vescovo di Capua
l'ha affidata a padre Giorgio e ai suoi due vicari, padre Antonio e padre
Claudio. Forse e' l'unica in Italia a non avere un territorio ma solo un
gregge, il piu' disperso, anonimo e mutevole. Lavorano alla raccolta dei
pomodori, nei cantieri, "arrivano, restano un po', spariscono. Di molti
neanche ho mai saputo il nome". Sul sagrato, sotto lo sguardo preoccupato di
una madonnina di pietra, due ragazzi color ebano tirano rigori con un
pallonaccio giallo. Altri si stanno preparando il giaciglio nel parcheggio,
tra panni stesi e vecchi materassi. "Adesso fa caldo, ma quest'inverno li ho
fatti dormire in chiesa. Il Signore avra' gradito la compagnia, di notte e'
sempre solo la' dentro".
Quando arrivo' a Castel Volturno, nel '93, padre Giorgio dovette trovare una
mezza dozzina di case d'emergenza. Solo qualche anno fa la Caritas lo ha
seguito aprendo un centro d'accoglienza, che pero' e' sempre pieno. Quanti
avranno i documenti, di questi? "Io non li chiedo a nessuno. Cosi' evito di
sapere chi dovrei considerare un delinquente". Chiediamo a caso: ecco Joe il
senegalese, sbarcato a Lampedusa in marzo lasciando in Libia moglie e due
figli, arrivato chissa' come fin qui a far lavoretti. Carte non ne ha, ma
padre Giorgio gli ha trovato un riparo: "Sono un cristiano", dice in un
inglese cantilenante, "lo ero anche prima. Ma qui ho capito cosa vuol dire".
L'opposizione alla "legge del dolore", al reato di clandestinita', soffia
all'ombra di centinaia di campanili come questo. Il ministro puo' far
arrestare l'istigatore, e' molto noto, si chiama Matteo e il suo proclama
sta al capitolo 25, versetto 35 del suo Vangelo: "Ero straniero e mi avete
accolto". La disubbidienza matura sottovoce dove la porta non si chiude
neanche per ordine di legge. "Dovrei chiudere anche questo?": il cancello
dell'asilo dei comboniani immette in un cortile gremito di bambini color
cioccolata tra casette di plastica e scivoli. Sono una cinquantina: ben
pochi dei loro genitori hanno il permesso di soggiorno. Con la nuova legge
sarebbero ignoti all'anagrafe, figli di nessuno. I rari italiani che passano
davanti al recinto, sorridono e fanno smorfiette ai bimbi. Allora non siamo
tutti malati di cattivismo. "I bimbi africani sono bellissimi", sospira
padre Giorgio, "ma hanno un difetto: crescono. E da grandi nessuno li trova
piu' cosi' teneri".
Da grandi sono i clandestini, appunto. Moderna icona della paura,
reincarnazione dell'eterno barbaro, del turco predatore. E voi, padre, siete
i protettori di quell'icona terrificante. "Mi chiamano 'il nemico numero uno
di Castel Volturno'. Ma mi rispettano, perche' sanno che non mangio sugli
immigrati". Ma ora il suo aiuto e' illegale. "Una condizione anagrafica non
puo' essere un reato". Il reato veramente sarebbe entrare in casa d'altri
senza bussare. "Ma cosa credono, i ministri? Che basti alzare il ponte
levatoio? Anche se si potesse, che vita sarebbe, chiusi nella fortezza,
armati, terrorizzati dall'arrivo dei tartari ogni santo giorno, schiavi dei
riti della nostra paura?".
In cornice, una foto con papa Wojtyla che stringe la mano a un irsuto
Rasputin in saio nero: era lui, Giorgio, nel 1989, missionario a Beira in
Mozambico. "E' un'illusione pensare di poter fermare le migrazioni. Le
abbiamo coltivate noi. So quel che dico. Ho visto arrivare i televisori con
la parabola e il generatore nei villaggi, e scodellare la' il nostro finto
benessere. Chi puo' impedire loro di venirlo a cercare? Bisogna regolare
l'accoglienza, io dico: organizzare l'ibridazione. Ma vedo solo una gran
fretta di organizzare l'esclusione".
Non ce la farete, padre. Vi faranno passare come amici dei delinquenti. "In
chiesa io grido contro gli spacciatori di droga. Chi sbaglia, paghera'. Io
sono contro l'illegalita'. Ma non capisce che e' proprio questo il problema?
Venga con me". Saliamo in macchina. La via Domiziana e' il museo dell'orrore
di un sogno balneare abortito. Ventisette chilometri di palazzine cadenti,
alberghi chiusi, acquaparchi fatiscenti, cassonetti sventrati, sporcizia,
spiagge deserte in pieno luglio: sembra Rimini dopo un bombardamento. Ed
ecco la saracinesca, ora chiusa, dietro cui in settembre sei ghanesi furono
falciati dalle mitragliette della camorra. "Non c'e' quasi edificio che non
sia abusivo, perfino quella chiesetta li'. Potrei citarle a quale clan fa
capo ogni isolato. Il bene pubblico qui non esiste. In questo scenario,
pero', gli illegali sarebbero questi uomini che inseguono un sogno di vita
migliore. Vuol dire consegnarglieli in regalo, all'illegalita'".
La vera, segreta speranza di padre Giorgio "e' l'ipocrisia del potere. Che
sia solo una esibizione di muscoli per propaganda, che non stiano davvero
per rastrellare migliaia di poveri. Perche' allora bisognerebbe fare
qualcosa di piu' eclatante". Sicuro che Dio voglia questo, padre? "Gesu' di
Nazaret fu ammazzato per aver amato gli ultimi. Se il Padre somiglia al
Figlio...".

9. EDITORIALE. MARIA G. DI RIENZO: LA LOTTA DI MAYARA, I MEDIA DEL POTERE
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it per questo
intervento]

Se si giudica l'importanza di un fatto dalla copertura che ad esso danno i
media, una delle cose piu' rilevanti accadute al recente summit dei G8 a
L'Aquila e' lo sguardo di Obama e Sarkozy sul fondoschiena di una ragazza.
Il secondo fatto in ordine di importanza e' il menu di sei portate,
preparato dal cuoco "personale" del nostro capo di governo, che e' stato
descritto con dovizia di particolari.
Tornando all'evento principale, come per ogni fotografia l'angolatura da cui
e' scattata mostra solo parte della scena, e in effetti il presidente Barack
Obama non sta guardando la ragazza, sta aiutando un'altra donna (che e' piu'
in basso rispetto al piano camera) a scendere le scale. Se voleste
sincerarvene c'e' il filmato su You Tube con i ghignetti del presidente
francese dopo che il fondoschiena scompare dall'obiettivo.
I giornali hanno titolato festosi sul bel didietro che fa girare la testa ai
potenti del mondo, e qualcuno si e' spinto sino ad informarci che tale
didietro era brasiliano. Alcuni media brasiliani, con comprensibile orgoglio
nazionale, hanno sottolineato questa appartenenza e su "Veja", il piu'
diffuso settimanale del paese, il cantante Tony Belotto ha dichiarato che
"fa bene avere un bel fondoschiena da guardare durante una fase economica
cosi' turbolenta".
*
Nessuno ha riportato il nome della giovane donna, ne' i motivi per cui ella
presenziava al summit. Se non vi dispiace, questo vorrei raccontarlo io.
Il suo nome e' Mayara Alves. Ha diciassette anni ed e' la leader di un
movimento giovanile che combatte la poverta' e la violenza nel quartiere di
Santa Cruz, a Rio de Janeiro. Dopo aver partecipato ad una ricerca delle
Nazioni Unite su bambini e adolescenti, Mayara Alves e' stata invitata
dall'Unicef a partecipare al summit dei G8.
Poiche' e' una persona intera, e non un assemblaggio di parti godibili o
meno allo sguardo maschile, ovviamente ci e' andata intera, non ha potuto
lasciare il didietro a casa. Peccato.
Ah, naturalmente qualcuno ha detto che e' colpa sua, e cioe' che il vestito
da lei indossato, un completo con gonna sotto il ginocchio, era
"provocante". Altri hanno commentato che dovrebbe essere contenta di aver
ricevuto l'attenzione dei media.
Il tipo di attenzione non e' in discussione, chi se ne frega se da domani
Mayara avra' piu' difficolta' ad essere presa sul serio per quel che fa e
quel che dice. Chi se ne frega dei bambini e dei ragazzi di Santa Cruz. Come
la vicenda ha dimostrato, c'erano cose ben piu' importanti da mostrare al
mondo.

10. INIZIATIVE. VERSO L'VIII GIORNATA ECUMENICA DEL DIALOGO
CRISTIANO-ISLAMICO
[Dal Comitato organizzatore dell'ottava Giornata ecumenica del dialogo
cristiano-islamico (per contatti: e-mail: redazione at ildialogo.org, sito:
www.ildialogo.org) riceviamo e volentieri diffondiamo]

E' disponibile sul sito www.ildialogo.org la locandina per l'ottava Giornata
ecumenica del dialogo cristiano-islamico del 27 ottobre 2009 che e'
possibile scaricare al seguente link:
www.ildialogo.org/cristianoislamico/Dowload_1247825600.htm
Il tema di questa ottava edizione della Giornata ecumenica del dialogo
cristiano-islamico e' quello de "La gioia del raccontarsi la vita".
Per leggere il testo completo dell'appello cliccare sul seguente link:
www.ildialogo.org/cristianoislamico/Cstampa_1246529838.htm
Sul tema del raccontarsi la vita segnaliamo un importante contributo di
Luigi Accattoli che si puo' leggere al seguente link:
www.ildialogo.org/cristianoislamico/Dibattito_1245943409.htm
Il sito di riferimento della Giornata e':
www.ildialogo.org
Per tutte le notizie, appuntamenti, interventi, materiali per la giornata
cfr. la pagina web:
www.ildialogo.org/islam/cristianoislamico.htm
Per l'elenco delle riviste e associazioni che finora hanno promosso e
sostenuto la Giornata cfr. la pagina web:
www.ildialogo.org/islam/dialogo2007/promotorisesta29062007.htm
Per aderire alla Giornata:
www.ildialogo.org/cristianoislamico/promotori_1246528962.htm
Con un fraterno augurio di pace, shalom, salaam
Il Comitato organizzatore
Roma, 17 luglio 2009

11. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CONTRO IL
COLPO DI STATO RAZZISTA

Il colpo di stato razzista compiuto dal governo Berlusconi con la
complicita' di una asservita maggioranza parlamentare puo' e deve essere
respinto.
E' nei poteri del Presidente della Repubblica rifiutare di avallare
l'introduzione nel corpus legislativo di misure palesemente in contrasto con
la Costituzione della Repubblica Italiana, palesemente criminali e
criminogene, palesemente razziste ed incompatibili con l'ordinamento
giuridico della Repubblica.
Al Presidente della Repubblica in prima istanza facciamo ora appello
affinche' non ratifichi un deliberato illegale ed eversivo che viola i
fondamenti stessi dello stato di diritto e della civilta' giuridica, che
viola i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana.
Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 2 luglio 2009

12. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEGLI INTELLETTUALI CONTRO IL RITORNO DELLE
LEGGI RAZZIALI IN ITALIA

Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una
straordinaria influenza sulla intera societa' europea, dal Rinascimento
italiano al fascismo.
Non sempre sono state pero' conosciute in tempo.
In questo momento c'e' una grande attenzione sui giornali europei per alcuni
aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, pero', un
dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l'attenzione dell'opinione
pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni
passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si
riuscira' ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell'Europa e di far
arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero.
Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al
Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme
discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si
vedevano dai tempi delle leggi razziali.
E' stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non piu' gli
ebrei bensi' la popolazione degli immigrati "irregolari", che conta
centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti
previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti.
Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalita', l'esercizio di
un diritto fondamentale quale e' quello di contrarre matrimonio senza
vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene
sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani.
Con una norma ancora piu' lesiva della dignita' e della stessa qualita'
umana, e' stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in
condizioni di irregolarita' amministrativa, di riconoscere i figli da loro
stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una
maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere "irregolari"
diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri
e messi nelle mani dello Stato.
Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi
razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei
loro figli, ne' le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro
bambini da parte dello Stato.
Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravita' di queste
misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse
una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune
umanita'. L'Europa non puo' ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori
regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi
internazionali e i principi garantisti e di civilta' giuridica su cui si
basa la stessa costruzione politica europea.
E' interesse e onore di tutti noi europei che cio' non accada.
La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che
viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa.
A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la
propria opposizione.
Roma, 29 giugno 2009
Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame,
Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio

13. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEI GIURISTI CONTRO L'INTRODUZIONE DEI REATI
DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE DEI MIGRANTI

Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie
innovazioni che suscitano rilievi critici.
In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della
discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e
il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma
che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso
simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e
presenta molteplici profili di illegittimita' costituzionale.
La norma e', anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiche' la sua
sfera applicativa e' destinata a sovrapporsi integralmente a quella
dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta
irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema
ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata,
nel rispetto del principio di proporzionalita', solo in mancanza di altri
strumenti idonei al raggiungimento dello scopo.
Ne' un fondamento giustificativo del nuovo reato puo' essere individuato
sulla base di una presunta pericolosita' sociale della condizione del
migrante irregolare: la Corte Costituzionale (sent. 78 del 2007) ha infatti
gia' escluso che la condizione di mera irregolarita' dello straniero sia
sintomatica di una pericolosita' sociale dello stesso, sicche' la
criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si
rivela anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo.
L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non
rappresentano, di per se', fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale,
ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di
migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato
discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di
eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia
penale, in base alla quale si puo' essere puniti solo per fatti materiali.
L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme
di ineffettivita' del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di
ulteriori processi privi di reale utilita' sociale e condannato per cio'
alla paralisi. Ne' questo effetto sarebbe scongiurato dalla attribuzione
della relativa cognizione al giudice di pace (con alterazione degli attuali
criteri di ripartizione della competenza tra magistratura professionale e
magistratura onoraria e snaturamento della fisionomia di quest'ultima): da
un lato perche' la paralisi non e' meno grave se investe il settore di
giurisdizione del giudice di pace, dall'altro per le ricadute sul sistema
complessivo delle impugnazioni, gia' in grave sofferenza.
Rientra certo tra i compiti delle istituzioni pubbliche "regolare la materia
dell'immigrazione, in correlazione ai molteplici interessi pubblici da essa
coinvolti ed ai gravi problemi connessi a flussi migratori incontrollati"
(Corte Cost., sent. n. 5 del 2004), ma nell'adempimento di tali compiti il
legislatore deve attenersi alla rigorosa osservanza dei principi
fondamentali del sistema penale e, ferma restando la sfera di
discrezionalita' che gli compete, deve orientare la sua azione a canoni di
razionalita' finalistica.
"Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le societa' piu'
avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, si' che (...) non si
puo' non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o
anche soltanto tentazioni, volte a 'nascondere' la miseria e a considerare
le persone in condizioni di poverta' come pericolose e colpevoli". Le parole
con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimita' del reato di
"mendicita'" di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995)
offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella
dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria
complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla
Costituzione a tutte le persone.
25 giugno 2009
Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano
Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia,
Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio
Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi,
Stefano Rodota', Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo
Zagrebelsky

14. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI VARIE
ASSOCIAZIONI ED ORGANIZZAZIONI PER I DIRITTI DEI BAMBINI

Torino, 14 luglio 2009
Egregio signor Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,
con la presente lettera desideriamo manifestarLe la nostra profonda
preoccupazione rispetto alle conseguenze che il Ddl 733 "Disposizioni in
materia di sicurezza pubblica", approvato al Senato in via definitiva il 2
luglio u. s., avra' sulla vita delle famiglie e dei bambini e dei ragazzi di
origine straniera che vivono in Italia.
Le nostre associazioni e organizzazioni, impegnate quotidianamente per la
tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, non possono che
esprimere il loro profondo disaccordo per una legge che prevede norme che
riteniamo non conformi con alcuni fondamentali diritti sanciti dalla
Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e
dell'adolescenza che l'Italia si e' impegnata a rispettare.
A nostro avviso, saranno molto gravi gli effetti del previsto reato di
clandestinita' che spingera', di fatto, la popolazione straniera, oggetto
del provvedimento, a non avere alcun contatto con le istituzioni ne' con
alcun tipo di servizio pubblico, relegando alla marginalita' non solo gli
adulti ma anche i loro figli, rendendo la loro presenza assolutamente
invisibile con conseguenze sociali gravi e difficilmente prevedibili.
La conseguente esclusione dai servizi scolastici e sociali cosi' come dalle
prestazioni sanitarie, per il timore di un genitore di essere segnalato
all'autorita', viola diritti fondamentali dei bambini e dei ragazzi quali il
diritto all'istruzione e alle cure sanitarie. Mentre e' obbligo dello
Stato - uno Stato responsabile di fronte ai propri doveri - riconoscere a
tutti i minorenni pari trattamento senza alcuna discriminazione.
Serissime saranno altresi' le conseguenze della mancata registrazione alla
nascita dei nati da genitori "irregolari", in aperta violazione del diritto
fondamentale ad un nome, previsto dalla Convenzione, nonche' notevoli gli
ostacoli che i minori stranieri non accompagnati arrivati da adolescenti in
Italia incontreranno al compimento della maggiore eta', non potendo di fatto
regolarizzare la loro permanenza nel nostro Paese.
Quanto sopra indicato rappresenta solo alcune delle gravi situazioni che
dovranno affrontare, per il semplice fatto di non essere italiani, i
minorenni di origine straniera in conseguenza dell'attuazione di queste
norme previste a tutela della sicurezza pubblica.
Il perseguimento della sicurezza, motivo e oggetto della legge, e' di
fondamentale importanza per la crescita e lo sviluppo dei bambini e degli
adolescenti e soprattutto per essi deve essere strumento di garanzia ai fini
dell'esercizio di tutti i diritti che la Convenzione riconosce loro. Occorre
pero' riflettere sull'accezione del termine: sicurezza, per chi lavora per i
diritti, significa sicurezza sociale, ottenuta attraverso politiche
inclusive e la promozione di una cultura dei diritti umani.
Certi del Suo impegno a favore dei diritti umani, ci appelliamo a Lei
affinche' siano adeguatamente valutati i profili di legittimita' della nuova
normativa e di conformita' alle norme internazionali nonche' i gravi effetti
negativi che si produrrebbero sulle famiglie e sui minori di origine
straniera presenti in Italia.
Associazioni e Organizzazioni che aderiscono:
Ai.Bi. - Associazione Amici dei Bambini
Aimmf - Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la
famiglia
Alisei, Societa' Cooperativa Sociale
Anfaa - Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie
Arciragazzi nazionale
Asgi - Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione
Associazione Antigone onlus
Associazione Culturale Pediatri
Associazione Ibfan Italia Onlus
Associazione Nessun luogo e' lontano
Associazione Progetto Diritti
Batya - Associazione per l'accoglienza, l'affidamento e l'adozione onlus
Cgil
Ciai - Centro Italiano Aiuti all'Infanzia
Cidis Onlus - Centro di Informazione, Documentazione ed Iniziativa per lo
Sviluppo
Cnca - Coordinamento nazionale comunita' di accoglienza
Coordinamento Italiano per il Diritto degli Stranieri a Vivere in Famiglia
onlus
Commissione Minori dell'Associazione Nazionale Magistrati
Defence for Children International Italia
Fondazione Terre des hommes Italia onlus
Ifs - Istituto Fernando Santi
La Gabbianella Coordinamento per il Sostegno a distanza onlus
Legambiente
Mais - Movimento per l'autosviluppo, l'interscambio e la solidarieta'
Save the Children Italia
Servizio Legale Immigrati onlus
Sos Villaggi dei Bambini onlus
Vis - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo
*
Per ogni comunicazione si prega di inviare al seguente indirizzo: Asgi, Via
Gerdil 7, 10152 Torino, tel. 0114369158, fax: 0114369158, e-mail:
segreteria at asgi.it

15. RILETTURE. ITALO MANCINI: BONHOEFFER
Italo Mancini, Bonhoeffer, Vallecchi, Firenze 1969, Morcelliana, Brescia
1995, pp. 486. Un'opera capitale. Con una postfazione di Piergiorgio Grassi.

16. RILETTURE. ITALO MANCINI: FILOSOFIA DELLA PRASSI
Italo Mancini, Filosofia della prassi, Morcelliana, Brescia 1986, 1987, pp.
496. Un libro di filosofia del diritto, della politica, della
responsabilita' e della rivoluzione nonviolenta, che vivamente raccomandiamo
ai giovani.

17. RILETTURE. ITALO MANCINI: IL PENSIERO NEGATIVO E LA NUOVA DESTRA
Italo Mancini, Il pensiero negativo e la nuova destra, Mondadori, Milano
1983, pp. 370. Questo volume che affronta le contraddizioni e i conflitti
del presente (del nostro presente, pur essendo stato scritto oltre un quarto
di secolo fa, ed intervenendo in medias res nel dibattito e nelle lotte di
allora) elaborando la nozione di "violenza ermeneutica" ed applicandola
efficacemente, e' uno contributi piu' cospicui del pensiero italiano del
secondo Novecento alla riflessione nonviolenta (giacche' "violenza
ermeneutica" nel lessico di Mancini e' una forma di nonviolenza attiva e
operante).

18. RILETTURE. ITALO MANCINI: NOVECENTO TEOLOGICO
Italo Mancini, Novecento teologico, Vallecchi, Firenze 1977, pp. XVI + 500.
Articolato in quattro parti, dedicate rispettivamente a Karl Barth, a Rudolf
Bultmann, a Dietrich Bonhoeffer, al socialismo religioso svizzero, questo
volume e' dei piu' nutrienti per ogni persona che voglia riflettere.

19. RILETTURE. "HERMENEUTICA", 1995. KERYGMA E PRASSI. FILOSOFIA E TEOLOGIA
IN ITALO MANCINI
"Hermeneutica", 1995. Kerygma e prassi. Filosofia e teologia in Italo
Mancini, Morcelliana, Brescia 1995, pp. 278. Con contributi di Piergiorgio
Grassi, Carmelo Vigna, Alessandro Di Caro, Graziano Ripanti, Francesco
Totaro, Giovanni Ferretti, Antonio Pieretti, Francesco D'Agostino, Luigi
Alfieri, Galliano Crinella, il saggio "Il mio itinerario ermeneutico" di
Italo Mancini, una bibliografia delle opere di Italo Mancini 1950-1992 a
cura di Sebastiano Miccoli, una breve nota biografica del grande filosofo e
teologo deceduto nel 1993.

20. RILETTURE. "HERMENEUTICA", 1996. RILEGGERE BONHOEFFER
"Hermeneutica", 1996. Rileggere Bonhoeffer, Morcelliana, Brescia 1996, pp.
270. Con contributi di Graziano Ripanti, Ugo Perone, Alberto Gallas, Andrea
Milano, Giampiero Bof, Giannino Piana, Maria Cristina Laurenzi, Mauro
Bozzetti, Sergio Sorrentino, Alberto Conci, Emilio Baccarini, Andrea Aguti.
In questo annuario di filosofia e teologia fondato da Italo Mancini non
poteva mancare un volume dedicato all'illustre teologo e martire
antinazista.

21. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

22. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 885 del 18 luglio 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web:
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