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Minime. 885
- Subject: Minime. 885
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 18 Jul 2009 00:57:05 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 885 del 18 luglio 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. La guerra assassina 2. Benito D'Ippolito: Come in quel film di Steven Spielberg 3. La forza della verita', la forza dell'amore 4. Pierpaolo Calonaci: Gandhianamente 5. Gaetano Farinelli: L'amore produce sempre cose buone 6. Sigrid Loos: Farsi sentire 7. Savino Pezzotta: Contro ogni forma di discriminazione 8. Michele Smargiassi intervista padre Giorgio Poletto 9. Maria G. Di Rienzo: La lotta di Mayara, i media del potere 10. Verso l'VIII Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico 11. Appello al Presidente della Repubblica contro il colpo di stato razzista 12. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in Italia 13. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e soggiorno illegale dei migranti 14. Appello al Presidente della Repubblica di varie associazioni ed organizzazioni per i diritti dei bambini 15. Riletture: Italo Mancini, Bonhoeffer 16. Riletture: Italo Mancini, Filosofia della prassi 17. Riletture: Italo Mancini, Il pensiero negativo e la nuova destra 18. Riletture: Italo Mancini, Novecento teologico 19. Riletture: "Hermeneutica", 1995. Kerygma e prassi. Filosofia e teologia in Italo Mancini 20. Riletture: "Hermeneutica", 1996. Rileggere Bonhoeffer 21. La "Carta" del Movimento Nonviolento 22. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. LA GUERRA ASSASSINA La guerra assassina contrastala tu. Cessi la partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan. Solo la pace salva le vite. 2. UNA SOLA UMANITA'. BENITO D'IPPOLITO: COME IN QUEL FILM DI STEVEN SPIELBERG Come in quel film di Steven Spielberg ho chiamato questa notte in soccorso i miei maestri da lungo tempo morti perche' ci aiutino in questa distretta: di nuovo ho sentito risuonare nell'animo la voce di Primo Levi, la voce di Vittorio Emanuele Giuntella, che furono in Lager e resistettero sempre. Non vinceranno i nazisti. 3. UNA SOLA UMANITA'. LA FORZA DELLA VERITA', LA FORZA DELL'AMORE Proponiamo ancora alcuni estratti da alcune altre delle innumerevoli lettere che abbiamo ricevuto nei giorni scorsi a sostegno dell'impegno a difendere la Costituzione della Repubblica Italiana, e con essa i diritti umani di tutti gli esseri umani, dall'assalto eversivo di razzisti e squadristi. Ci scusiamo ancora con tutte le persone i cui interventi non siamo riusciti a pubblicare, e con tutte le persone che ci hanno scritto lettere toccanti cui non siamo riusciti a rispondere. 4. UNA SOLA UMANITA'. PIERPAOLO CALONACI: GANDHIANAMENTE [Da una piu' ampia lettera personale] Facendo parte del Centro Gandhi condivido appieno cio' che ha scritto Rocco Altieri. Pierpaolo Calonaci 5. UNA SOLA UMANITA'. GAETANO FARINELLI: L'AMORE PRODUCE SEMPRE COSE BUONE [Da una piu' ampia lettera personale] Al momento sono a Quito in Ecuador, in visita a famiglie ecuadorene che a suo tempo sono state accolte presso la parrocchia di un mio caro amico, don Piero Battistini, attualmente parroco di San Giovanni in Marignano. Siamo stati accolti con grande amore ed amicizia da queste famiglie anche se sono passati piu' di venti anni dalla loro partenza dall'Italia, e questo e' il segno che l'amore produce sempre cose buone. Ed ho trovato perplesse le stesse famiglie per quel che in Italia sta avvenendo sotto questo governo, che cancella nella loro memoria il ricordo affettuoso di un paese che sapeva accogliere anche gli emarginati. Questo governo purtroppo sa mostrare i pugni solo con quelli che sono piu' deboli. E sa produrre leggi in protezione di persone che vanno contro la giustizia, e sa proteggere interessi che sono solo interessi di parte. Un saluto affettuoso Gaetano Farinelli, sacerdote 6. UNA SOLA UMANITA'. SIGRID LOOS: FARSI SENTIRE [Da una piu' ampia lettera personale] Ho firmato l'appello scritto da Domenico Gallo, e' importante farsi sentire. Sigrid Loos 7. UNA SOLA UMANITA'. SAVINO PEZZOTTA: CONTRO OGNI FORMA DI DISCRIMINAZIONE [Da una piu' ampia lettera personale] Colgo con molta attenzione la tua sollecitazione, anche perche' ho votato contro il provvedimento che ritengo vergognoso. Una legge sbagliata che ora si stanno dando da fare per cambiarla, ma anche in questo rilevo il limite che ancora una volta si considerano gli immigrati solo dal punto di vista della loro utilita' piu' che dell'umanita'... Continuero' la battaglia contro ogni forma di discriminazione e per il rispetto dei diritti e della dignita' degli esseri umani. In questi tempi non e' facile, ma non bisogna abbandonare il campo... Savino Pezzotta, deputato 8. UNA SOLA UMANITA'. MICHELE SMARGIASSI INTERVISTA PADRE GIORGIO POLETTO [Dal quotidiano "La Repubblica" del 12 luglio 2009 col titolo "Ero straniero e mi avete accolto" e il sommario "'La parola clandestino mi fa orrore', dice Mary, ghanese, ex irregolare ora a posto con la legge, 'Vuole significare che non sarai mai un cittadino vero'. Oggi le nuove norme impongono di denunciare chi non ha permesso di soggiorno. Ma in molte chiese d'Italia i preti ignorano questo precetto in nome di uno piu' alto: quello dell'evangelista Matteo. A Castel Volturno, primo girone dell'inferno dei migranti, i comboniani danno asilo a tutti. Un foglio azzurrino rilasciato 'in nome di Dio'. E' la protesta simbolica escogitata dai sacerdoti"] Castel Volturno (Caserta). Piu' conosce l'italiano, piu' Mary odia quella parola. "Clandestino. Mi fa orrore". Non e' solo questione di brutti ricordi, e' proprio un odio semantico. "Clan/destino: il tuo destino e' il clan, non sarai mai un cittadino vero". L'etimologia di Mary e' bizzarra, ma suggestiva. "E' l'unica vera parola che troppi italiani hanno per noi. Anche quando dicono 'regolari', pensano 'clandestini: restate al vostro posto, nel vostro clan, non siete come noi'". A volte Mary si sente ancora clan/destina come all'inizio. Venne dal Ghana col visto turistico e, quando scadde, resto'. Ha avuto fortuna: prese al volo una delle ultime sanatorie. Ora fa l'interprete per un'associazione che assiste i rifugiati politici, ha due figlie, una casa dignitosa e paga un affitto. Ma non ce l'avrebbe mai fatta se un buon samaritano, senza frugarle le tasche in cerca di documenti, non l'avesse ospitata e aiutata. Mary e' stata la prima tra le migliaia di immigrati che padre Giorgio ha accolto da quando, tredici anni fa, reduce dalle missioni africane, scelse di farsi missionario nell'Africa nostra, la gran piana dei pomodori e dell'illegalita', il primo girone dell'inferno migrante italiano: Castel Volturno. E padre Giorgio dov'e'? "In stanza". Quella che sulla porta ha una foto di Auschwitz. Bussiamo. Eccolo: barba, camiciona arancione, sta timbrando permessi di soggiorno. Col timbro del Signore. Non puo' certo usare quello del ministro. "Ma stiamo parlando di dignita' umana, no? E allora e' chiaro, tra le due, quale sia l'Autorita' piu' Competente". Compila, controfirma il foglio azzurrino: ecco, un altro permesso di soggiorno in nome di Dio e' pronto. Lui e i suoi confratelli ne hanno rilasciati a centinaia: protesta beffarda e amara, ribellione simbolica e un po' goliardica. A prima vista sembrano quelli veri, pero' e' difficile che un questore li prenda per buoni. Ma valgono qualcosa dinanzi a un Giudice piu' alto. Per qualcuno, pochi, e' un profeta in sandali. Per altri, tanti, e' quello che "ci porta in casa i negri". Per se stesso Giorgio Poletti, 67 anni, comboniano e sacerdote, e' "un devoto della Legge", occhio alla maiuscola, a costo di sfidare la legge, occhio alla minuscola. "Non denuncero' nessuno straniero senza documenti. Una legge contraria ai diritti umani e all'insegnamento di Cristo, io non la servo. Mi mettano pure in galera. E guardi che io non ho nessuna voglia di andare in galera. Non sono un incendiario. Sono figlio di povera gente che aveva soggezione e rispetto per l'autorita'. Quel rispetto ce l'ho dentro. Ma c'era da scegliere, e io ho scelto". La chiesa di Santa Maria dell'Aiuto e' una gabbia di cemento armato tamponata di mattoni, ma dentro e' sorprendentemente luminosa. Di fianco all'altare una batteria e un set di tamburi afro. "Le nostre messe durano un paio d'ore. Anche adattare il nostro stile liturgico e' accoglienza". Sulle pareti intonacate, affreschi a vivi colori. "Li ha dipinti un ungherese. Non e' Caravaggio, ma da' l'idea". Un Gesu' biondo lava i piedi a un san Pietro nero. Un Samaritano nero soccorre un viandante bianco. E l'Ultima Cena e' una mensa multietnica. E' la parrocchia degli immigrati: il vescovo di Capua l'ha affidata a padre Giorgio e ai suoi due vicari, padre Antonio e padre Claudio. Forse e' l'unica in Italia a non avere un territorio ma solo un gregge, il piu' disperso, anonimo e mutevole. Lavorano alla raccolta dei pomodori, nei cantieri, "arrivano, restano un po', spariscono. Di molti neanche ho mai saputo il nome". Sul sagrato, sotto lo sguardo preoccupato di una madonnina di pietra, due ragazzi color ebano tirano rigori con un pallonaccio giallo. Altri si stanno preparando il giaciglio nel parcheggio, tra panni stesi e vecchi materassi. "Adesso fa caldo, ma quest'inverno li ho fatti dormire in chiesa. Il Signore avra' gradito la compagnia, di notte e' sempre solo la' dentro". Quando arrivo' a Castel Volturno, nel '93, padre Giorgio dovette trovare una mezza dozzina di case d'emergenza. Solo qualche anno fa la Caritas lo ha seguito aprendo un centro d'accoglienza, che pero' e' sempre pieno. Quanti avranno i documenti, di questi? "Io non li chiedo a nessuno. Cosi' evito di sapere chi dovrei considerare un delinquente". Chiediamo a caso: ecco Joe il senegalese, sbarcato a Lampedusa in marzo lasciando in Libia moglie e due figli, arrivato chissa' come fin qui a far lavoretti. Carte non ne ha, ma padre Giorgio gli ha trovato un riparo: "Sono un cristiano", dice in un inglese cantilenante, "lo ero anche prima. Ma qui ho capito cosa vuol dire". L'opposizione alla "legge del dolore", al reato di clandestinita', soffia all'ombra di centinaia di campanili come questo. Il ministro puo' far arrestare l'istigatore, e' molto noto, si chiama Matteo e il suo proclama sta al capitolo 25, versetto 35 del suo Vangelo: "Ero straniero e mi avete accolto". La disubbidienza matura sottovoce dove la porta non si chiude neanche per ordine di legge. "Dovrei chiudere anche questo?": il cancello dell'asilo dei comboniani immette in un cortile gremito di bambini color cioccolata tra casette di plastica e scivoli. Sono una cinquantina: ben pochi dei loro genitori hanno il permesso di soggiorno. Con la nuova legge sarebbero ignoti all'anagrafe, figli di nessuno. I rari italiani che passano davanti al recinto, sorridono e fanno smorfiette ai bimbi. Allora non siamo tutti malati di cattivismo. "I bimbi africani sono bellissimi", sospira padre Giorgio, "ma hanno un difetto: crescono. E da grandi nessuno li trova piu' cosi' teneri". Da grandi sono i clandestini, appunto. Moderna icona della paura, reincarnazione dell'eterno barbaro, del turco predatore. E voi, padre, siete i protettori di quell'icona terrificante. "Mi chiamano 'il nemico numero uno di Castel Volturno'. Ma mi rispettano, perche' sanno che non mangio sugli immigrati". Ma ora il suo aiuto e' illegale. "Una condizione anagrafica non puo' essere un reato". Il reato veramente sarebbe entrare in casa d'altri senza bussare. "Ma cosa credono, i ministri? Che basti alzare il ponte levatoio? Anche se si potesse, che vita sarebbe, chiusi nella fortezza, armati, terrorizzati dall'arrivo dei tartari ogni santo giorno, schiavi dei riti della nostra paura?". In cornice, una foto con papa Wojtyla che stringe la mano a un irsuto Rasputin in saio nero: era lui, Giorgio, nel 1989, missionario a Beira in Mozambico. "E' un'illusione pensare di poter fermare le migrazioni. Le abbiamo coltivate noi. So quel che dico. Ho visto arrivare i televisori con la parabola e il generatore nei villaggi, e scodellare la' il nostro finto benessere. Chi puo' impedire loro di venirlo a cercare? Bisogna regolare l'accoglienza, io dico: organizzare l'ibridazione. Ma vedo solo una gran fretta di organizzare l'esclusione". Non ce la farete, padre. Vi faranno passare come amici dei delinquenti. "In chiesa io grido contro gli spacciatori di droga. Chi sbaglia, paghera'. Io sono contro l'illegalita'. Ma non capisce che e' proprio questo il problema? Venga con me". Saliamo in macchina. La via Domiziana e' il museo dell'orrore di un sogno balneare abortito. Ventisette chilometri di palazzine cadenti, alberghi chiusi, acquaparchi fatiscenti, cassonetti sventrati, sporcizia, spiagge deserte in pieno luglio: sembra Rimini dopo un bombardamento. Ed ecco la saracinesca, ora chiusa, dietro cui in settembre sei ghanesi furono falciati dalle mitragliette della camorra. "Non c'e' quasi edificio che non sia abusivo, perfino quella chiesetta li'. Potrei citarle a quale clan fa capo ogni isolato. Il bene pubblico qui non esiste. In questo scenario, pero', gli illegali sarebbero questi uomini che inseguono un sogno di vita migliore. Vuol dire consegnarglieli in regalo, all'illegalita'". La vera, segreta speranza di padre Giorgio "e' l'ipocrisia del potere. Che sia solo una esibizione di muscoli per propaganda, che non stiano davvero per rastrellare migliaia di poveri. Perche' allora bisognerebbe fare qualcosa di piu' eclatante". Sicuro che Dio voglia questo, padre? "Gesu' di Nazaret fu ammazzato per aver amato gli ultimi. Se il Padre somiglia al Figlio...". 9. EDITORIALE. MARIA G. DI RIENZO: LA LOTTA DI MAYARA, I MEDIA DEL POTERE [Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it per questo intervento] Se si giudica l'importanza di un fatto dalla copertura che ad esso danno i media, una delle cose piu' rilevanti accadute al recente summit dei G8 a L'Aquila e' lo sguardo di Obama e Sarkozy sul fondoschiena di una ragazza. Il secondo fatto in ordine di importanza e' il menu di sei portate, preparato dal cuoco "personale" del nostro capo di governo, che e' stato descritto con dovizia di particolari. Tornando all'evento principale, come per ogni fotografia l'angolatura da cui e' scattata mostra solo parte della scena, e in effetti il presidente Barack Obama non sta guardando la ragazza, sta aiutando un'altra donna (che e' piu' in basso rispetto al piano camera) a scendere le scale. Se voleste sincerarvene c'e' il filmato su You Tube con i ghignetti del presidente francese dopo che il fondoschiena scompare dall'obiettivo. I giornali hanno titolato festosi sul bel didietro che fa girare la testa ai potenti del mondo, e qualcuno si e' spinto sino ad informarci che tale didietro era brasiliano. Alcuni media brasiliani, con comprensibile orgoglio nazionale, hanno sottolineato questa appartenenza e su "Veja", il piu' diffuso settimanale del paese, il cantante Tony Belotto ha dichiarato che "fa bene avere un bel fondoschiena da guardare durante una fase economica cosi' turbolenta". * Nessuno ha riportato il nome della giovane donna, ne' i motivi per cui ella presenziava al summit. Se non vi dispiace, questo vorrei raccontarlo io. Il suo nome e' Mayara Alves. Ha diciassette anni ed e' la leader di un movimento giovanile che combatte la poverta' e la violenza nel quartiere di Santa Cruz, a Rio de Janeiro. Dopo aver partecipato ad una ricerca delle Nazioni Unite su bambini e adolescenti, Mayara Alves e' stata invitata dall'Unicef a partecipare al summit dei G8. Poiche' e' una persona intera, e non un assemblaggio di parti godibili o meno allo sguardo maschile, ovviamente ci e' andata intera, non ha potuto lasciare il didietro a casa. Peccato. Ah, naturalmente qualcuno ha detto che e' colpa sua, e cioe' che il vestito da lei indossato, un completo con gonna sotto il ginocchio, era "provocante". Altri hanno commentato che dovrebbe essere contenta di aver ricevuto l'attenzione dei media. Il tipo di attenzione non e' in discussione, chi se ne frega se da domani Mayara avra' piu' difficolta' ad essere presa sul serio per quel che fa e quel che dice. Chi se ne frega dei bambini e dei ragazzi di Santa Cruz. Come la vicenda ha dimostrato, c'erano cose ben piu' importanti da mostrare al mondo. 10. INIZIATIVE. VERSO L'VIII GIORNATA ECUMENICA DEL DIALOGO CRISTIANO-ISLAMICO [Dal Comitato organizzatore dell'ottava Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico (per contatti: e-mail: redazione at ildialogo.org, sito: www.ildialogo.org) riceviamo e volentieri diffondiamo] E' disponibile sul sito www.ildialogo.org la locandina per l'ottava Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico del 27 ottobre 2009 che e' possibile scaricare al seguente link: www.ildialogo.org/cristianoislamico/Dowload_1247825600.htm Il tema di questa ottava edizione della Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico e' quello de "La gioia del raccontarsi la vita". Per leggere il testo completo dell'appello cliccare sul seguente link: www.ildialogo.org/cristianoislamico/Cstampa_1246529838.htm Sul tema del raccontarsi la vita segnaliamo un importante contributo di Luigi Accattoli che si puo' leggere al seguente link: www.ildialogo.org/cristianoislamico/Dibattito_1245943409.htm Il sito di riferimento della Giornata e': www.ildialogo.org Per tutte le notizie, appuntamenti, interventi, materiali per la giornata cfr. la pagina web: www.ildialogo.org/islam/cristianoislamico.htm Per l'elenco delle riviste e associazioni che finora hanno promosso e sostenuto la Giornata cfr. la pagina web: www.ildialogo.org/islam/dialogo2007/promotorisesta29062007.htm Per aderire alla Giornata: www.ildialogo.org/cristianoislamico/promotori_1246528962.htm Con un fraterno augurio di pace, shalom, salaam Il Comitato organizzatore Roma, 17 luglio 2009 11. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CONTRO IL COLPO DI STATO RAZZISTA Il colpo di stato razzista compiuto dal governo Berlusconi con la complicita' di una asservita maggioranza parlamentare puo' e deve essere respinto. E' nei poteri del Presidente della Repubblica rifiutare di avallare l'introduzione nel corpus legislativo di misure palesemente in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, palesemente criminali e criminogene, palesemente razziste ed incompatibili con l'ordinamento giuridico della Repubblica. Al Presidente della Repubblica in prima istanza facciamo ora appello affinche' non ratifichi un deliberato illegale ed eversivo che viola i fondamenti stessi dello stato di diritto e della civilta' giuridica, che viola i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana. Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 2 luglio 2009 12. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEGLI INTELLETTUALI CONTRO IL RITORNO DELLE LEGGI RAZZIALI IN ITALIA Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una straordinaria influenza sulla intera societa' europea, dal Rinascimento italiano al fascismo. Non sempre sono state pero' conosciute in tempo. In questo momento c'e' una grande attenzione sui giornali europei per alcuni aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, pero', un dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si riuscira' ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell'Europa e di far arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero. Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si vedevano dai tempi delle leggi razziali. E' stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non piu' gli ebrei bensi' la popolazione degli immigrati "irregolari", che conta centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti. Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalita', l'esercizio di un diritto fondamentale quale e' quello di contrarre matrimonio senza vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani. Con una norma ancora piu' lesiva della dignita' e della stessa qualita' umana, e' stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarita' amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere "irregolari" diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri e messi nelle mani dello Stato. Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei loro figli, ne' le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro bambini da parte dello Stato. Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravita' di queste misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune umanita'. L'Europa non puo' ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi internazionali e i principi garantisti e di civilta' giuridica su cui si basa la stessa costruzione politica europea. E' interesse e onore di tutti noi europei che cio' non accada. La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa. A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la propria opposizione. Roma, 29 giugno 2009 Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio 13. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEI GIURISTI CONTRO L'INTRODUZIONE DEI REATI DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE DEI MIGRANTI Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie innovazioni che suscitano rilievi critici. In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e presenta molteplici profili di illegittimita' costituzionale. La norma e', anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiche' la sua sfera applicativa e' destinata a sovrapporsi integralmente a quella dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata, nel rispetto del principio di proporzionalita', solo in mancanza di altri strumenti idonei al raggiungimento dello scopo. Ne' un fondamento giustificativo del nuovo reato puo' essere individuato sulla base di una presunta pericolosita' sociale della condizione del migrante irregolare: la Corte Costituzionale (sent. 78 del 2007) ha infatti gia' escluso che la condizione di mera irregolarita' dello straniero sia sintomatica di una pericolosita' sociale dello stesso, sicche' la criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si rivela anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo. L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non rappresentano, di per se', fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale, ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia penale, in base alla quale si puo' essere puniti solo per fatti materiali. L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme di ineffettivita' del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di ulteriori processi privi di reale utilita' sociale e condannato per cio' alla paralisi. Ne' questo effetto sarebbe scongiurato dalla attribuzione della relativa cognizione al giudice di pace (con alterazione degli attuali criteri di ripartizione della competenza tra magistratura professionale e magistratura onoraria e snaturamento della fisionomia di quest'ultima): da un lato perche' la paralisi non e' meno grave se investe il settore di giurisdizione del giudice di pace, dall'altro per le ricadute sul sistema complessivo delle impugnazioni, gia' in grave sofferenza. Rientra certo tra i compiti delle istituzioni pubbliche "regolare la materia dell'immigrazione, in correlazione ai molteplici interessi pubblici da essa coinvolti ed ai gravi problemi connessi a flussi migratori incontrollati" (Corte Cost., sent. n. 5 del 2004), ma nell'adempimento di tali compiti il legislatore deve attenersi alla rigorosa osservanza dei principi fondamentali del sistema penale e, ferma restando la sfera di discrezionalita' che gli compete, deve orientare la sua azione a canoni di razionalita' finalistica. "Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le societa' piu' avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, si' che (...) non si puo' non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o anche soltanto tentazioni, volte a 'nascondere' la miseria e a considerare le persone in condizioni di poverta' come pericolose e colpevoli". Le parole con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimita' del reato di "mendicita'" di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995) offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla Costituzione a tutte le persone. 25 giugno 2009 Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia, Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi, Stefano Rodota', Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo Zagrebelsky 14. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI VARIE ASSOCIAZIONI ED ORGANIZZAZIONI PER I DIRITTI DEI BAMBINI Torino, 14 luglio 2009 Egregio signor Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con la presente lettera desideriamo manifestarLe la nostra profonda preoccupazione rispetto alle conseguenze che il Ddl 733 "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", approvato al Senato in via definitiva il 2 luglio u. s., avra' sulla vita delle famiglie e dei bambini e dei ragazzi di origine straniera che vivono in Italia. Le nostre associazioni e organizzazioni, impegnate quotidianamente per la tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, non possono che esprimere il loro profondo disaccordo per una legge che prevede norme che riteniamo non conformi con alcuni fondamentali diritti sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza che l'Italia si e' impegnata a rispettare. A nostro avviso, saranno molto gravi gli effetti del previsto reato di clandestinita' che spingera', di fatto, la popolazione straniera, oggetto del provvedimento, a non avere alcun contatto con le istituzioni ne' con alcun tipo di servizio pubblico, relegando alla marginalita' non solo gli adulti ma anche i loro figli, rendendo la loro presenza assolutamente invisibile con conseguenze sociali gravi e difficilmente prevedibili. La conseguente esclusione dai servizi scolastici e sociali cosi' come dalle prestazioni sanitarie, per il timore di un genitore di essere segnalato all'autorita', viola diritti fondamentali dei bambini e dei ragazzi quali il diritto all'istruzione e alle cure sanitarie. Mentre e' obbligo dello Stato - uno Stato responsabile di fronte ai propri doveri - riconoscere a tutti i minorenni pari trattamento senza alcuna discriminazione. Serissime saranno altresi' le conseguenze della mancata registrazione alla nascita dei nati da genitori "irregolari", in aperta violazione del diritto fondamentale ad un nome, previsto dalla Convenzione, nonche' notevoli gli ostacoli che i minori stranieri non accompagnati arrivati da adolescenti in Italia incontreranno al compimento della maggiore eta', non potendo di fatto regolarizzare la loro permanenza nel nostro Paese. Quanto sopra indicato rappresenta solo alcune delle gravi situazioni che dovranno affrontare, per il semplice fatto di non essere italiani, i minorenni di origine straniera in conseguenza dell'attuazione di queste norme previste a tutela della sicurezza pubblica. Il perseguimento della sicurezza, motivo e oggetto della legge, e' di fondamentale importanza per la crescita e lo sviluppo dei bambini e degli adolescenti e soprattutto per essi deve essere strumento di garanzia ai fini dell'esercizio di tutti i diritti che la Convenzione riconosce loro. Occorre pero' riflettere sull'accezione del termine: sicurezza, per chi lavora per i diritti, significa sicurezza sociale, ottenuta attraverso politiche inclusive e la promozione di una cultura dei diritti umani. Certi del Suo impegno a favore dei diritti umani, ci appelliamo a Lei affinche' siano adeguatamente valutati i profili di legittimita' della nuova normativa e di conformita' alle norme internazionali nonche' i gravi effetti negativi che si produrrebbero sulle famiglie e sui minori di origine straniera presenti in Italia. Associazioni e Organizzazioni che aderiscono: Ai.Bi. - Associazione Amici dei Bambini Aimmf - Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia Alisei, Societa' Cooperativa Sociale Anfaa - Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie Arciragazzi nazionale Asgi - Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione Associazione Antigone onlus Associazione Culturale Pediatri Associazione Ibfan Italia Onlus Associazione Nessun luogo e' lontano Associazione Progetto Diritti Batya - Associazione per l'accoglienza, l'affidamento e l'adozione onlus Cgil Ciai - Centro Italiano Aiuti all'Infanzia Cidis Onlus - Centro di Informazione, Documentazione ed Iniziativa per lo Sviluppo Cnca - Coordinamento nazionale comunita' di accoglienza Coordinamento Italiano per il Diritto degli Stranieri a Vivere in Famiglia onlus Commissione Minori dell'Associazione Nazionale Magistrati Defence for Children International Italia Fondazione Terre des hommes Italia onlus Ifs - Istituto Fernando Santi La Gabbianella Coordinamento per il Sostegno a distanza onlus Legambiente Mais - Movimento per l'autosviluppo, l'interscambio e la solidarieta' Save the Children Italia Servizio Legale Immigrati onlus Sos Villaggi dei Bambini onlus Vis - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo * Per ogni comunicazione si prega di inviare al seguente indirizzo: Asgi, Via Gerdil 7, 10152 Torino, tel. 0114369158, fax: 0114369158, e-mail: segreteria at asgi.it 15. RILETTURE. ITALO MANCINI: BONHOEFFER Italo Mancini, Bonhoeffer, Vallecchi, Firenze 1969, Morcelliana, Brescia 1995, pp. 486. Un'opera capitale. Con una postfazione di Piergiorgio Grassi. 16. RILETTURE. ITALO MANCINI: FILOSOFIA DELLA PRASSI Italo Mancini, Filosofia della prassi, Morcelliana, Brescia 1986, 1987, pp. 496. Un libro di filosofia del diritto, della politica, della responsabilita' e della rivoluzione nonviolenta, che vivamente raccomandiamo ai giovani. 17. RILETTURE. ITALO MANCINI: IL PENSIERO NEGATIVO E LA NUOVA DESTRA Italo Mancini, Il pensiero negativo e la nuova destra, Mondadori, Milano 1983, pp. 370. Questo volume che affronta le contraddizioni e i conflitti del presente (del nostro presente, pur essendo stato scritto oltre un quarto di secolo fa, ed intervenendo in medias res nel dibattito e nelle lotte di allora) elaborando la nozione di "violenza ermeneutica" ed applicandola efficacemente, e' uno contributi piu' cospicui del pensiero italiano del secondo Novecento alla riflessione nonviolenta (giacche' "violenza ermeneutica" nel lessico di Mancini e' una forma di nonviolenza attiva e operante). 18. RILETTURE. ITALO MANCINI: NOVECENTO TEOLOGICO Italo Mancini, Novecento teologico, Vallecchi, Firenze 1977, pp. XVI + 500. Articolato in quattro parti, dedicate rispettivamente a Karl Barth, a Rudolf Bultmann, a Dietrich Bonhoeffer, al socialismo religioso svizzero, questo volume e' dei piu' nutrienti per ogni persona che voglia riflettere. 19. RILETTURE. "HERMENEUTICA", 1995. KERYGMA E PRASSI. FILOSOFIA E TEOLOGIA IN ITALO MANCINI "Hermeneutica", 1995. Kerygma e prassi. Filosofia e teologia in Italo Mancini, Morcelliana, Brescia 1995, pp. 278. Con contributi di Piergiorgio Grassi, Carmelo Vigna, Alessandro Di Caro, Graziano Ripanti, Francesco Totaro, Giovanni Ferretti, Antonio Pieretti, Francesco D'Agostino, Luigi Alfieri, Galliano Crinella, il saggio "Il mio itinerario ermeneutico" di Italo Mancini, una bibliografia delle opere di Italo Mancini 1950-1992 a cura di Sebastiano Miccoli, una breve nota biografica del grande filosofo e teologo deceduto nel 1993. 20. RILETTURE. "HERMENEUTICA", 1996. RILEGGERE BONHOEFFER "Hermeneutica", 1996. Rileggere Bonhoeffer, Morcelliana, Brescia 1996, pp. 270. Con contributi di Graziano Ripanti, Ugo Perone, Alberto Gallas, Andrea Milano, Giampiero Bof, Giannino Piana, Maria Cristina Laurenzi, Mauro Bozzetti, Sergio Sorrentino, Alberto Conci, Emilio Baccarini, Andrea Aguti. In questo annuario di filosofia e teologia fondato da Italo Mancini non poteva mancare un volume dedicato all'illustre teologo e martire antinazista. 21. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 22. PER SAPERNE DI PIU' Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 885 del 18 luglio 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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