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Minime. 882
- Subject: Minime. 882
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 15 Jul 2009 01:02:23 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 882 del 15 luglio 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Anna Bravo: Al Presidente della Repubblica 2. Solo la pace salva le vite 3. Maria G. Di Rienzo: Afghanistan 4. Tonio Dell'Olio: Chi sono gli irregolari? 5. Mario Di Marco: Al Presidente della Repubblica 6. Angelo Marzollo: Al Presidente della Repubblica 7. Maria Clara Nucci: L'appello 8. Niccolo' Rinaldi: Una sacrosanta iniziativa 9. Luca Salvi: Al Presidente della Repubblica 10. Andrea Volpe: Al Presidente della Repubblica 11. "We have a dream": Al Presidente della Repubblica 12. Una preghiera alle persone amiche 13. Appello al Presidente della Repubblica contro il colpo di stato razzista 14. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in Italia 15. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e soggiorno illegale dei migranti 16. Contro la violenza razzista e squadrista ogni persona di retto sentire, ogni associazione democratica, ogni istituzione fedele alla Costituzione scriva al Presidente della Repubblica affinche' respinga le incostituzionali, anomiche, criminali e disumane misure del cosiddetto "pacchetto sicurezza". Un modello di lettera 17. Modello di ordine del giorno da proporre all'approvazione delle assemblee elettive (Comuni, Province, Regioni, etc.) 18. Modello di lettera da inviare ai parlamentari dell'opposizione democratica affinche' anch'essi scrivano al Presidente della Repubblica 19. Letture: Augusto Cavadi, In verita' ci disse altro 20. Letture: Antonio Porta, Tutte le poesie (1956-1989) 21. Riedizioni: Giampaolo Dossena, Enciclopedia dei giochi 22. Riedizioni: Vilfredo Pareto, Corso di economia politica 23. La "Carta" del Movimento Nonviolento 24. Per saperne di piu' 1. UNA SOLA UMANITA'. ANNA BRAVO: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Gentile e caro presidente Napolitano, mi unisco ai tanti che le hanno scritto per denunciare lo scempio dei diritti umani consumato nel cosiddetto "pacchetto sicurezza". Triplo scempio. Quello primario e' ovviamente contro chi arriva in cerca di sostegno, di una vita migliore, di salvezza dalla guerra che tormenta il suo paese. L'altro, secondario, e' contro chi e' pronto a intrattenere relazioni rispettose e fattive con i nuovi venuti, e per questo viene criminalizzato. Il terzo e' contro il legittimo desiderio di sicurezza di tutti noi. Se c'e' un fattore capace di integrare e stabilizzare le persone, quello e' la famiglia: coppia di fatto o sposata, nucleo allargato, convivenze parentali e non parentali ma unite da vincoli di solidarieta' e affetto. Ostacolare i ricongiungimenti familiari, impedire alle donne di iscrivere all'anagrafe i figli, scoraggiare il ricorso ai servizi di cui godono gli italiani, e' un modo sicuro per produrre ostilita' e per spingere gli individui verso attivita' illegali o decisamente criminali - che non sono la stessa cosa. Le donne rappresentano (e hanno rappresentato storicamente) la spinta piu' forte verso la coesione sociale. Non le donne in blocco, naturalmente, ma una parte consistente di loro. Sono in genere le piu' interessate a sperimentare modi di vita diversi. Nell'attivita' quotidiana (fare la spesa, portare i bambini a scuola, andare in lavanderia, lavorare, spesso nelle case altrui) possono incontrare altre donne, italiane e non, e stringere relazioni con loro. Sono anche quelle che soffrono di piu' nelle situazioni di miseria e di guerra, quelle che in molti paesi di emigrazione sono le piu' oppresse, nelle comunita', nelle famiglie, nella vita di coppia, nel rapporto con l'uomo. Facilitare l'arrivo delle donne non e' soltanto una misura "umanitaria" (e gia' basterebbe). E' un investimento in termini di di convivenza, di rapporti buoni e franchi. Non firmi questa legge, e' crudele, incompatibile con la legislazione internazione, ed e' stupida. Grazie per quello che potra' fare. Le mando un saluto affettuoso e fiducioso, Anna Bravo Torino 2. EDITORIALE. SOLO LA PACE SALVA LE VITE In quest'ora di estremo dolore, all'espressione del cordoglio si unisca la conferma di un tenace convincimento: che solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'. Solo la pace salva le vite. Cessi la partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan. Torni l'Italia al rispetto della legalita' costituzionale e del diritto internazionale. Si adoperi l'Italia per la pace, la convivenza e la cooperazione tra i popoli nel pieno rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani, innanzitutto quello a non essere uccisi. Solo la pace salva le vite. In quest'ora di estremo dolore, all'espressione del cordoglio si unisca la conferma di un impegno indispensabile: contro la guerra e contro il terrorismo. 3. EDITORIALE. MARIA G. DI RIENZO: AFGHANISTAN Se "la guerra e' un lavoro sporco ma qualcuno dovra' pur farlo", perche' non indossano caschi e fucili quelli che la guerra la ordinano, la celebrano, ne ricavano profitti? Se "siamo addolorati ma il nostro impegno continua", perche' chi dice questo non sale sul primo aereo e va a portare il proprio impegno al fronte? Se la pieta' e' formare gruppi su Facebook inneggiando ai "caduti combattendo per la patria" e al loro "onore", di che tipo e' la pena che provo io, sapendo che questo giustifichera' la scelta di altri ragazzi di andare ad uccidere e a morire? Il nostro giovane connazionale morto in Afghanistan non stava svolgendo un duro ma necessario lavoro, la guerra non e' un lavoro. L'Italia non sta "lottando contro il terrorismo", l'Afghanistan non sta minacciando il nostro paese in alcun modo, e chi combatte laggiu' non sta difendendo la patria, sta difendendo gli interessi di gruppi di potere politico ed economico. Che lo sappia o meno, che lo voglia sapere o meno. Ai soldati di solito non piace sentire questa verita', e cioe' che nel momento in cui indossano un'uniforme viene richiesto loro di rinunciare al diritto di prendere decisioni autonome su quel che fanno: obbedire agli ordini, quali che siano, e' cio' che ci si aspetta da un vero soldato. Morire a venticinque anni per un governo di malfattori, razzisti, demolitori della vita civile e democratica, e' qualcosa di talmente abnorme da rendere ridicola la finta compassione che oggi costoro esibiscono sui giornali e in televisione. Da loro non mi aspetto niente, ma se qualcuno degli altri che oggi sono addolorati volesse davvero far qualcosa per il giovane uomo che ha perso la vita, si opponga alla guerra, chieda il ritiro delle nostre truppe, protesti per quanto ha di fiato e di energia, perche' "la vera compassione e' qualcosa di piu' del lanciare una moneta ad un mendicante: la vera compassione arriva a vedere che l'edificio che produce i mendicanti deve essere ristrutturato" (Martin Luther King). 4. UNA SOLA UMANITA'. TONIO DELL'OLIO: CHI SONO GLI IRREGOLARI? [Dalla mailing list di Tonio Dell'Olio (per contatti: tondello6 at gmail.com) riceviamo e diffondiamo] Uno studio promosso dal Sunia, il sindacato degli inquilini, rivela nei numeri quanto gia' sapevamo. Si scopre che gli immigrati sono al primo posto tra i soggetti che sono costretti a pagare affitti irregolari con cifre molto piu' alte del prezzo di mercato: in media gli affitti degli immigrati sono superiori del 30-50%. Dei 4 milioni di immigrati che vivono in affitto, ben l'85% non hanno un regolare contratto registrato oppure riporta una cifra inferiore a quella effettivamente pagata. Tutto questo fa si' che i proprietari complessivamente riescono ad evadere circa un miliardo di tasse. Il 70% degli immigrati affittuari ha un reddito inferiore ai 15.000 euro l'anno e, per far fronte ai costi dell'affitto, e' costretto a convivere nella stessa abitazione con altri nuclei familiari. La notizia non e' riportata da quei giornali che solitamente indicano gli immigrati come delinquenti e profittatori degli "italiani brava gente", ma i risultati sono assai interessanti. A questo punto ci sarebbe da chiedersi senza ironia chi sono realmente gli irregolari, se gli immigrati o i proprietari di case.te gli irregolari, se gli immigrati o i proprietari di case. 5. UNA SOLA UMANITA'. MARIO DI MARCO: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Illustrissimo signor Presidente della Repubblica, La prego dal profondo di non voler promulgare il testo di legge deliberato in via definitiva dal Senato il 2 luglio 2009, noto come "pacchetto sicurezza", in quanto contiene norme palesemente razziste e contrarie alla nostra Costituzione. Mario Di Marco, responsabile Servizio Civile Caritas diocesana di Viterbo 6. UNA SOLA UMANITA'. ANGELO MARZOLLO: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Signor Presidente della Repubblica, Mi associo all'appello che le chiede di rifiutare di firmare la recente legge discriminatoria verso gli "stranieri", condvidendo quanto scritto da Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio. Con profonda stima Angelo Marzollo, professore universitario 7. UNA SOLA UMANITA'. MARIA CLARA NUCCI: L'APPELLO Ho aderito all'appello scrivendo al Presidente della Repubblica. 8. UNA SOLA UMANITA'. NICCOLO' RINALDI: UNA SACROSANTA INIZIATIVA Cari amici del Centro di ricerca per la pace, grazie per la vostra sacrosanta iniziativa. Appena la struttura, anche organizzativa, sara' a posto in questo Parlamento Europeo proprio oggi al suo avvio, non manchero' di aggiungere la mia protesta. Cordialmente, Niccolo' Rinaldi, capodelegazione dell'Italia dei Valori al Parlamento Europeo e vicepresidente del gruppo dell'Alleanza dei Democratici e Liberali per l'Europa 9. UNA SOLA UMANITA'. LUCA SALVI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Onorevole Presidente, nel recente G8 la sua autorita' morale e prestigio sono stati universalmente riconosciuti e lodati, in primis dal presidente Obama. Proprio per questo, come migliaia di cittadini e associazioni, Le rivolgo un appello a non firmare e rimandare alle Camere il recente "pacchetto sicurezza" del nostro Governo, una legge disumana, immorale e inapplicabile che equipara gli irregolari ai criminali. Mi rivolgo a lei e alla Sua sensibilita' di Presidente, di cittadino e di uomo. Compia un gesto di giustizia e dignita' umana. Distinti saluti, Luca Salvi Verona 10. UNA SOLA UMANITA'. ANDREA VOLPE: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Illustrissmo Presidente della Repubblica onorevole Giorgio Napolitano, consenta anche a me di chiederLe, in virtu' del potere attribuitoLe dall'art. 74, comma 1, della Costituzione ("Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, puo' con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione"), di non promulgare il testo di legge deliberato in via definitiva dal Senato il 2 luglio 2009, noto come "pacchetto sicurezza", in quanto recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani e di rinviarlo alle Camere con messaggio motivato, affinche' esso sia modificato conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica. Con osservanza, Andrea Volpe Palermo 11. UNA SOLA UMANITA'. "WE HAVE A DREAM": AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Egregio Presidente, Le scriviamo per rivolgerLe un appello, affinche' non ratifichi le misure razziste e incostituzionali contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" approvato in via definitiva dal Senato il 2 luglio scorso, dopo ben tre voti di fiducia imposti dal Governo. Le chiediamo di rimandare questo vergognoso decreto alle Camere, chiedendone la modifica nelle parti palesemente incompatibili con la nostra Costituzione e con le norme del diritto internazionale. Siamo convinti che non e' respingendo nell'illegalita' chi arriva nel nostro Paese in cerca di asilo e lavoro per sfuggire all'oppressione ed alla miseria che risolveremo la questione dell'immigrazione. Non denunciando i malati che si rivolgono agli ospedali in cerca di cure, non rifiutando alloggio e istruzione agli esuli, non impedendo i matrimoni o separando i figli dalle madri; non e' cancellando i diritti di altri esseri umani che affermeremo i nostri: c'e' una sola umanita'. Il profondo squilibrio nella distribuzione delle risorse del pianeta, lo sfruttamento di interi Paesi in epoca coloniale, i conflitti seguiti all'arbitrario tracciato di confini politici sono alla radice dei flussi migratori. Apparteniamo a un Paese nato dalla fusione di popoli e culture diversi, che tanti cittadini ha visto partire in cerca di un futuro migliore, a un Paese che ha vissuto l'orrore delle leggi razziali; signor Presidente, dica per noi quel "No" che impellente ci affiora alle labbra, con la Sua autorevolezza ci aiuti ad avvalerci, come diceva Primo Levi, della "facolta' di negare il nostro consenso". Con profondo rispetto, "We have a dream", associazione di volontariato onlus Roma 12. UNA SOLA UMANITA'. UNA PREGHIERA ALLE PERSONE AMICHE Carissime e carissimi, stiamo sollecitando persone e movimenti a scrivere al Presidente della Repubblica affinche' non ratifichi le misure razziste, criminogene ed incostituzionali contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" approvato dal Senato in seconda lettura il 2 luglio 2009, ovvero rinvii alle Camere quel provvedimento chiedendone la modifica nelle parti palesemente incompatibili con la Costituzione e le norme del diritto internazionale recepite nell'ordinamento della Repubblica Italiana. Vorremmo pregarvi: a) di scrivere anche voi al Presidente della Repubblica in tal senso, e di rendere pubblica tale iniziativa comunicandola a mezzi d'informazione ed interlocutori vari; b) di esortare altre persone a farlo, rendendo anch'esse pubblica la loro iniziativa; c) di inviarci un vostro intervento da pubblicare sul nostro notiziario telematico quotidiano. La tempestivita' e' decisiva, ed altrettanto decisiva e' la vastita' della mobilitazione: sussistono i termini giuridici perche' il Presidente della Repubblica possa rinviare alle Camere quell'atto, ma e' evidente che sara' confortato in tale decisione dal visibile pronunciarsi di una vasta parte del popolo italiano in difesa del diritto, della civilta', dell'umanita'. Facciamo quanto e' in nostro potere perche' questo accada. Per scrivere al Presidente della Repubblica l'indirizzo postale e': Presidente della Repubblica, piazza del Quirinale, 00187 Roma; il fax: 0646993125; l'indirizzo di posta elettronica e': presidenza.repubblica at quirinale.it ; nel web: https://servizi.quirinale.it/webmail/ Un cordiale saluto, il Centro di ricerca per la pace di Viterbo Viterbo, 7 luglio 2009 13. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CONTRO IL COLPO DI STATO RAZZISTA Il colpo di stato razzista compiuto dal governo Berlusconi con la complicita' di una asservita maggioranza parlamentare puo' e deve essere respinto. E' nei poteri del Presidente della Repubblica rifiutare di avallare l'introduzione nel corpus legislativo di misure palesemente in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, palesemente criminali e criminogene, palesemente razziste ed incompatibili con l'ordinamento giuridico della Repubblica. Al Presidente della Repubblica in prima istanza facciamo ora appello affinche' non ratifichi un deliberato illegale ed eversivo che viola i fondamenti stessi dello stato di diritto e della civilta' giuridica, che viola i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana. Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 2 luglio 2009 14. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEGLI INTELLETTUALI CONTRO IL RITORNO DELLE LEGGI RAZZIALI IN ITALIA Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una straordinaria influenza sulla intera societa' europea, dal Rinascimento italiano al fascismo. Non sempre sono state pero' conosciute in tempo. In questo momento c'e' una grande attenzione sui giornali europei per alcuni aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, pero', un dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si riuscira' ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell'Europa e di far arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero. Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si vedevano dai tempi delle leggi razziali. E' stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non piu' gli ebrei bensi' la popolazione degli immigrati "irregolari", che conta centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti. Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalita', l'esercizio di un diritto fondamentale quale e' quello di contrarre matrimonio senza vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani. Con una norma ancora piu' lesiva della dignita' e della stessa qualita' umana, e' stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarita' amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere "irregolari" diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri e messi nelle mani dello Stato. Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei loro figli, ne' le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro bambini da parte dello Stato. Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravita' di queste misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune umanita'. L'Europa non puo' ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi internazionali e i principi garantisti e di civilta' giuridica su cui si basa la stessa costruzione politica europea. E' interesse e onore di tutti noi europei che cio' non accada. La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa. A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la propria opposizione. Roma, 29 giugno 2009 Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio 15. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEI GIURISTI CONTRO L'INTRODUZIONE DEI REATI DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE DEI MIGRANTI Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie innovazioni che suscitano rilievi critici. In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e presenta molteplici profili di illegittimita' costituzionale. La norma e', anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiche' la sua sfera applicativa e' destinata a sovrapporsi integralmente a quella dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata, nel rispetto del principio di proporzionalita', solo in mancanza di altri strumenti idonei al raggiungimento dello scopo. Ne' un fondamento giustificativo del nuovo reato puo' essere individuato sulla base di una presunta pericolosita' sociale della condizione del migrante irregolare: la Corte Costituzionale (sent. 78 del 2007) ha infatti gia' escluso che la condizione di mera irregolarita' dello straniero sia sintomatica di una pericolosita' sociale dello stesso, sicche' la criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si rivela anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo. L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non rappresentano, di per se', fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale, ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia penale, in base alla quale si puo' essere puniti solo per fatti materiali. L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme di ineffettivita' del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di ulteriori processi privi di reale utilita' sociale e condannato per cio' alla paralisi. Ne' questo effetto sarebbe scongiurato dalla attribuzione della relativa cognizione al giudice di pace (con alterazione degli attuali criteri di ripartizione della competenza tra magistratura professionale e magistratura onoraria e snaturamento della fisionomia di quest'ultima): da un lato perche' la paralisi non e' meno grave se investe il settore di giurisdizione del giudice di pace, dall'altro per le ricadute sul sistema complessivo delle impugnazioni, gia' in grave sofferenza. Rientra certo tra i compiti delle istituzioni pubbliche "regolare la materia dell'immigrazione, in correlazione ai molteplici interessi pubblici da essa coinvolti ed ai gravi problemi connessi a flussi migratori incontrollati" (Corte Cost., sent. n. 5 del 2004), ma nell'adempimento di tali compiti il legislatore deve attenersi alla rigorosa osservanza dei principi fondamentali del sistema penale e, ferma restando la sfera di discrezionalita' che gli compete, deve orientare la sua azione a canoni di razionalita' finalistica. "Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le societa' piu' avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, si' che (...) non si puo' non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o anche soltanto tentazioni, volte a 'nascondere' la miseria e a considerare le persone in condizioni di poverta' come pericolose e colpevoli". Le parole con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimita' del reato di "mendicita'" di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995) offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla Costituzione a tutte le persone. 25 giugno 2009 Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia, Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi, Stefano Rodota', Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo Zagrebelsky 16. UNA SOLA UMANITA'. CONTRO LA VIOLENZA RAZZISTA E SQUADRISTA OGNI PERSONA DI RETTO SENTIRE, OGNI ASSOCIAZIONE DEMOCRATICA, OGNI ISTITUZIONE FEDELE ALLA COSTITUZIONE SCRIVA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA AFFINCHE' RESPINGA LE INCOSTITUZIONALI, ANOMICHE, CRIMINALI E DISUMANE MISURE DEL COSIDDETTO "PACCHETTO SICUREZZA". UN MODELLO DI LETTERA Egregio Presidente della Repubblica, con riferimento al potere attribuitole dall'art. 74, comma 1, della Costituzione, le chiediamo: - di non promulgare il testo di legge deliberato in via definitiva dal Senato il 2 luglio 2009, noto come "pacchetto sicurezza", in quanto recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani; - di rinviarlo pertanto alle Camere con messaggio motivato affinche' esso sia modificato conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica. * Per scrivere al Presidente della Repubblica l'indirizzo postale e': Presidente della Repubblica, piazza del Quirinale, 00187 Roma; il fax: 0646993125; l'indirizzo di posta elettronica e': presidenza.repubblica at quirinale.it ; nel web: https://servizi.quirinale.it/webmail/ Ci si ricordi che, ovviamente, le lettere devono recare nome, cognome e indirizzo preciso del mittente. 17. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ORDINE DEL GIORNO DA PROPORRE ALL'APPROVAZIONE DELLE ASSEMBLEE ELETTIVE (COMUNI, PROVINCE, REGIONI, ETC.) Il Consiglio ... di ..., fedele alla Costituzione della Repubblica Italiana, impegnato per la difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani cosi' come sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani approvata dall'Assemblea generale dell'Onu nel 1948; chiede al Presidente della Repubblica, in virtu' del potere attribuitogli dall'art. 74, comma 1, della Costituzione ("Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, puo' con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione"): - di non promulgare il testo di legge deliberato in via definitiva dal Senato il 2 luglio 2009, noto come "pacchetto sicurezza", in quanto recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani; - di rinviarlo alle Camere con messaggio motivato affinche' esso sia modificato conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica. Da' mandato al proprio presidente di trasmettere il presente ordine del giorno al Presidente della Repubblica e di renderlo noto alla popolazione attraverso i mezzi d'informazione e nelle altre forme abitualmente usate per comunicare ai cittadini le deliberazioni del Consiglio. 18. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI LETTERA DA INVIARE AI PARLAMENTARI AFFINCHE' ANCH'ESSI SCRIVANO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Gentile parlamentare, sperando di non arrecarle disturbo le chiediamo di voler scrivere - come gia' hanno fatto migliaia di cittadini - al Presidente della Repubblica affinche', in virtu' del potere attribuitogli dall'art. 74, comma 1, della Costituzione ("Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, puo' con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione"), non promulghi il testo di legge deliberato in via definitiva dal Senato il 2 luglio 2009, noto come "pacchetto sicurezza", in quanto recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, e lo rinvii alle Camere con messaggio motivato affinche' esso sia modificato conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica. Distinti saluti. * Gli indirizzi di posta elettronica dei parlamentari sono cosi' composti: a) per i deputati: cognome_inizialedelnome at camera.it e per fare un esempio l'indirizzo di un eventuale on. Mario Rossi sarebbe rossi_m at camera.it ; b) per i senatori: cognome_inizialedelnome at posta.senato.it e per fare un esempio l'indirizzo di un eventuale sen. Mario Rossi sarebbe rossi_m at posta.senato.it 19. LETTURE. AUGUSTO CAVADI: IN VERITA' CI DISSE ALTRO Augusto Cavadi, In verita' ci disse altro. Oltre i fondamentalismi cristiani, Falzea Editore, Reggio Calabria 2009, pp. 246, euro 15. Con una postfazione di Elio Rindone. Un libro impegnativo che merita una discussione approfondita. Augusto Cavadi e' un educatore sapiente ed un autore prolifico che non si sottrae al dovere di opere che servono per la formazione dei compagni di lotta; e molti suoi lavori nascono e vengono messi a verifica nel vivo della riflessione che si da' nel farsi della lotta, nel circolo virtuoso e incessante prassi-teoria-prassi: contro la mafia, contro il regime della corruzione, contro la narcosi che i poteri violenti spargono a pietrificare le vittime reduplicandone l'oppressione. I libri di Augusto Cavadi sono quindi anche esempi e strumenti di lotta (che e' insieme conflitto ed educazione, resistenza e suscitamento) per la ricostruzione di democrazia progressiva, legame sociale liberante, civile convivenza. Poi e' anche teologo e filosofo inquieto e perplesso (del partito dei perplessi cui diceva di appartenere Bobbio, che non e' meno militante del partito dei persuasi). Poiche' Augusto Cavadi ama ragionare, nel senso che ebbe una volta questo termine nella cultura europea, che e' il pensare non solipsistico ma aperto al dialogo e svolto nell'agire comunicativo (e si torna cosi' a quell'"anthropos esti' zoon politikon" dello Stagirita). Ed anche parti non irrilevanti di questo libro sono nate come materiali per seminari ed incontri, e se ne sente ancora vibrare l'intonazione. La prospettiva che qui Augusto Cavadi indica e sonda e' quella di un oltrepassamento - e "ripresa" - del cristianesimo storicamente dato, oltrepassamento nel senso dell'Aufhebung di hegeliana memoria, che e' insieme superamento ed inveramento, movimento critico e ricostruttivo. In una direzione diversa rispetto a quella delle teologie e post-teologie femministe, e piu' legata, a mio modo di vedere, alla linea di sviluppo delle teologie liberali ottocentesche e protonovecentesche ma rilette dopo la crisi dell'esistenzialismo (da Barth a Mancini) e al vaglio delle teologie della speranza e della liberazione (Moltmann e Gutierrez, per dirla in breve). Ma e' una direzione diversa anche rispetto alle teologie nere e postcoloniali, ed alle teologie della liberazione latinoamericane, e alle due fasi piu' aggettanti dell'opera di Moltmann. Una direzione, se cosi' possiamo dire, tra Kant e Nietzsche, ma filtrati con le lenti che noi diremmo approntate da Leopardi e Marx, Freud e Ricoeur e Levinas (ed Enrique Dussel), ma che nell'opera di Cavadi sono soprattutto quelle di Drewermann e di Kung, e certe prospettive indicate da Ernesto Balducci nell'ultima fase della sua straordinaria vicenda, del suo aggettante pensiero. E ci piacerebbe che l'autore incrociasse le sue riflessioni con il lascito bonhoefferiano e con quelle altre esperienze che nella nostra gioventu' si chiamavano le "teologie della morte di Dio". E magari anche con quel teologo ateo e geniale che fu a suo modo - dantesco modo, ma passato attraverso le filosofie e le letterature dell'eta' moderna, e conradiano - Jorge Luis Borges. Per non riandare ancora anche a quel dibattito tra Bultmann e Jaspers. E ancora: ci piacerebbe che l'autore sviluppasse un confronto piu' rigoroso e in profondita' con il marxismo novecentesco che conta, che ovviamente non e' quello della pubblicistica corrente che piace ai mass-media e all'industria culturale (ed anche ai ripetitori stucchevoli delle ultime mode degli ultimi quarant'anni, con la ripetizione ossessiva di slogan ognora vieppiu' svuotati - "partire da se'", "biopolitica", "nuda vita", "impero e moltitudini": nozioni che talora sono state ermeneuticamente feconde al loro primo darsi per poi essere purtroppo banalizzate in ripetitivo cicaleccio, e sovente gia' ab ovo erano ambigue, ma alcune almeno nella loro originaria ambiguita' frugifere, e subito ridotte a distintivo e chiacchiericcio e alienazione e chiassosa imbecillita'). Non sarebbe ora di riprendere la discussione con Korsch? E con i francofortesi? e con tutto Lukacs? E diciamo tutto Lukacs. E con il lavoro - anche nei suoi esiti di fuoriuscita dal marxismo - di Kolakowski, della Heller, eccetera? Per non dire di Bloch, di Mariategui e del Gramsci delle lettere e dei quaderni. Ed anche: piacerebbe che Cavadi recasse le tesi formulate in questo libro prezioso al confronto - al vaglio, al paragone - dell'eredita' demartiniana. E ancora: non gioverebbe che la filosofia e la teologia finalmente aprissero un confronto col gigantesco lascito teorico oltre che pratico di Franco Basaglia e di Franca Ongaro Basaglia? E' mai possibile che ancora non si siano accorti i pensatori di professione della crucialita' e dell'immensita' di quell'elaborazione? E Bateson? E se qualcuno qui aggiungesse: ed ecco che adesso dice di Gandhi, di Capitini e Dolci, di Simone Weil e Hannah Arendt, e Luce Fabbri e Simone de Beauvoir e Vandana Shiva... Certo. Ma ecco che questa minima noterella si e' gia' gonfiata molto oltre l'abituale, e il nostro dire e' andato ben lungi e ben oltre un mero presentare l'opera verso un ulteriore interrogarla e un invito all'autore ad altre sudar carte. E forse e' questo il trionfo di un'opera di pensiero e dialogo: che ti invita e quasi ti costringe al confronto, e ad ulteriori ricerche e aperture e cammini senza gia' tracciati sentieri, e vale una volta di piu' quell'esortazione al viandante del maestro di noi tutti don Antonio Machado. Per richieste alla casa editrice: Falzea editore, viale Calabria 60, 89133 Reggio Calabria, tel. 096555042, e-mail: info at falzeaeditore.it, sito: www.falzeaeditore.it. Per contattare l'autore: tel. 0916377018 e 3384907853, e-mail: acavadi at alice.it, sito: www.augustocavadi.eu 20. LETTURE. ANTONIO PORTA: TUTTE LE POESIE (1956-1989) Antonio Porta, Tutte le poesie (1956-1989), Garzanti, Milano 2009, pp. 664, euro 20. A cura di Niva Lorenzini, e con una silloge di interventi critici, l'opera in versi di Antonio Porta e' qui pressoche' integralmente riproposta. Temo di essere sordo alla poesia di Porta. In questo volume mi appassionano sovente forse di piu' i testi critici che lo aprono e lo chiudono per l'acrobatica lor sottigliezza, che la sterminata mole e catena, e silente o fragorosa, opaca o scintillante la cascata di versi che ne colmano l'otre. Eppure vi sono suites e poemetti che trovo affascinanti e preziosi... Dovro' decidermi a rileggere con piu' concentrato zelo e piu' propizia disposizione d'animo. 21. RIEDIZIONI. GIAMPAOLO DOSSENA: ENCICLOPEDIA DEI GIOCHI Giampaolo Dossena, Enciclopedia dei giochi, Utet, Torino 1999, Mondadori, Milano 2009, 2 voll., pp. XX + 1716, s.i.p. Deceduto il 5 febbraio 2009, Dossena e' stato un intellettuale di vaglia e un educatore autentico; se qualcuno ricorda cosa significa nell'etimo quuell'antica composta parola che e' filosofia, ebbene, Dossena era invero un filosofo. Questo libro apparentemente cosi' funzionale e di servizio (ma lo era anche forse, all'inizio, l'Artusi; e la Storia della letteratura italiana del De Sanctis non doveva essere in origine un manualetto scolastico?) e' invece un gioiello di sapienza e di saggezza, e lieve ed ardua una ricognizione di tanta parte di quella stoffa che chiamiamo societa', storia, mondo, lingua, umanita'. 22. RIEDIZIONI. VILFREDO PARETO: CORSO DI ECONOMIA POLITICA Vilfredo Pareto, Corso di economia politica, Utet, Torino 1971, Mondadori, Milano 2009, pp. 1118, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori). A cura e con un'ampia introduzione di Giuseppe Palomba, con una cronologia e una bibliografia di Giovanni Busino. Quando eravamo giovani Pareto lo si leggeva con sospetto e quasi come un ferrovecchio. Ma proprio per questo a noi sembrava invece che meritasse assai piu' considerazione, anche contro taluni torpidi dogmatismi all'epoca imperanti pur tra brave impegnate persone. Anni passarono, un secolo fini', la cultura egemone ai tempi della nostra eta' provetta e' stata dichiarata fuori moda e nel dimenticatoio a forza calcata (e noi con essa, va da se'), ma se qualcuno si aspettava che Pareto tornasse per cio' stesso in auge dismetta ogni illusione: la dominante odierna ciancia detesta ogni severo studio ed ogni opera di mole superiore al francobollo. Cosi' anche Pareto resta lettura nostra, di noi vecchi barbogi e irredimibili. Ed e' lettura che ci piace e c'istruisce ancora. 23. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 24. PER SAPERNE DI PIU' Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 882 del 15 luglio 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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