Minime. 882



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 882 del 15 luglio 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Anna Bravo: Al Presidente della Repubblica
2. Solo la pace salva le vite
3. Maria G. Di Rienzo: Afghanistan
4. Tonio Dell'Olio: Chi sono gli irregolari?
5. Mario Di Marco: Al Presidente della Repubblica
6. Angelo Marzollo: Al Presidente della Repubblica
7. Maria Clara Nucci: L'appello
8. Niccolo' Rinaldi: Una sacrosanta iniziativa
9. Luca Salvi: Al Presidente della Repubblica
10. Andrea Volpe: Al Presidente della Repubblica
11. "We have a dream": Al Presidente della Repubblica
12. Una preghiera alle persone amiche
13. Appello al Presidente della Repubblica contro il colpo di stato razzista
14. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in
Italia
15. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e
soggiorno illegale dei migranti
16. Contro la violenza razzista e squadrista ogni persona di retto sentire,
ogni associazione democratica, ogni istituzione fedele alla Costituzione
scriva al Presidente della Repubblica affinche' respinga le
incostituzionali, anomiche, criminali e disumane misure del cosiddetto
"pacchetto sicurezza". Un modello di lettera
17. Modello di ordine del giorno da proporre all'approvazione delle
assemblee elettive (Comuni, Province, Regioni, etc.)
18. Modello di lettera da inviare ai parlamentari dell'opposizione
democratica affinche' anch'essi scrivano al Presidente della Repubblica
19. Letture: Augusto Cavadi, In verita' ci disse altro
20. Letture: Antonio Porta, Tutte le poesie (1956-1989)
21. Riedizioni: Giampaolo Dossena, Enciclopedia dei giochi
22. Riedizioni: Vilfredo Pareto, Corso di economia politica
23. La "Carta" del Movimento Nonviolento
24. Per saperne di piu'

1. UNA SOLA UMANITA'. ANNA BRAVO: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Gentile e caro presidente Napolitano,
mi unisco ai tanti che le hanno scritto per denunciare lo scempio dei
diritti umani consumato nel cosiddetto "pacchetto sicurezza". Triplo
scempio. Quello primario e' ovviamente contro chi arriva in cerca di
sostegno, di una vita migliore, di salvezza dalla guerra che tormenta il suo
paese. L'altro, secondario, e' contro chi e' pronto a intrattenere relazioni
rispettose e fattive con i nuovi venuti, e per questo viene criminalizzato.
Il terzo e' contro il legittimo desiderio di sicurezza di tutti noi.
Se c'e' un fattore capace di integrare e stabilizzare le persone, quello e'
la famiglia: coppia di fatto o sposata, nucleo allargato, convivenze
parentali e non parentali ma unite da vincoli di solidarieta' e affetto.
Ostacolare i ricongiungimenti familiari, impedire alle donne di iscrivere
all'anagrafe i figli, scoraggiare il ricorso ai servizi di cui godono gli
italiani, e' un modo sicuro per produrre ostilita' e per spingere gli
individui verso attivita' illegali o decisamente criminali - che non sono la
stessa cosa.
Le donne rappresentano (e hanno rappresentato storicamente) la spinta piu'
forte verso la coesione sociale. Non le donne in blocco, naturalmente, ma
una parte consistente di loro. Sono in genere le piu' interessate a
sperimentare modi di vita diversi. Nell'attivita' quotidiana (fare la spesa,
portare i bambini a scuola, andare in lavanderia, lavorare, spesso nelle
case altrui) possono incontrare altre donne, italiane  e non, e stringere
relazioni con loro. Sono anche quelle che soffrono di piu' nelle situazioni
di miseria e di guerra, quelle che in molti paesi di emigrazione sono le
piu' oppresse, nelle comunita', nelle famiglie, nella vita di coppia, nel
rapporto con l'uomo.
Facilitare l'arrivo delle donne non e' soltanto una misura "umanitaria" (e
gia' basterebbe). E' un investimento in termini di di convivenza, di
rapporti buoni e franchi.
Non firmi questa legge, e' crudele, incompatibile con la legislazione
internazione, ed e' stupida.
Grazie per quello che potra' fare.
Le mando un saluto affettuoso e fiducioso,
Anna Bravo
Torino

2. EDITORIALE. SOLO LA PACE SALVA LE VITE

In quest'ora di estremo dolore, all'espressione del cordoglio si unisca la
conferma di un tenace convincimento: che solo la nonviolenza puo' salvare
l'umanita'.
Solo la pace salva le vite.
Cessi la partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in
Afghanistan.
Torni l'Italia al rispetto della legalita' costituzionale e del diritto
internazionale.
Si adoperi l'Italia per la pace, la  convivenza e la cooperazione tra i
popoli nel pieno rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani,
innanzitutto quello a non essere uccisi.
Solo la pace salva le vite.
In quest'ora di estremo dolore, all'espressione del cordoglio si unisca la
conferma di un impegno indispensabile: contro la guerra e contro il
terrorismo.

3. EDITORIALE. MARIA G. DI RIENZO: AFGHANISTAN

Se "la guerra e' un lavoro sporco ma qualcuno dovra' pur farlo", perche' non
indossano caschi e fucili quelli che la guerra la ordinano, la celebrano, ne
ricavano profitti?
Se "siamo addolorati ma il nostro impegno continua", perche' chi dice questo
non sale sul primo aereo e va a portare il proprio impegno al fronte?
Se la pieta' e' formare gruppi su Facebook inneggiando ai "caduti
combattendo per la patria" e al loro "onore", di che tipo e' la pena che
provo io, sapendo che questo giustifichera' la scelta di altri ragazzi di
andare ad uccidere e a morire?
Il nostro giovane connazionale morto in Afghanistan non stava svolgendo un
duro ma necessario lavoro, la guerra non e' un lavoro. L'Italia non sta
"lottando contro il terrorismo", l'Afghanistan non sta minacciando il nostro
paese in alcun modo, e chi combatte laggiu' non sta difendendo la patria,
sta difendendo gli interessi di gruppi di potere politico ed economico. Che
lo sappia o meno, che lo voglia sapere o meno.
Ai soldati di solito non piace sentire questa verita', e cioe' che nel
momento in cui indossano un'uniforme viene richiesto loro di rinunciare al
diritto di prendere decisioni autonome su quel che fanno: obbedire agli
ordini, quali che siano, e' cio' che ci si aspetta da un vero soldato.
Morire a venticinque anni per un governo di malfattori, razzisti, demolitori
della vita civile e democratica, e' qualcosa di talmente abnorme da rendere
ridicola la finta compassione che oggi costoro esibiscono sui giornali e in
televisione.
Da loro non mi aspetto niente, ma se qualcuno degli altri che oggi sono
addolorati volesse davvero far qualcosa per il giovane uomo che ha perso la
vita, si opponga alla guerra, chieda il ritiro delle nostre truppe, protesti
per quanto ha di fiato e di energia, perche' "la vera compassione e'
qualcosa di piu' del lanciare una moneta ad un mendicante: la vera
compassione arriva a vedere che l'edificio che produce i mendicanti deve
essere ristrutturato" (Martin Luther King).

4. UNA SOLA UMANITA'. TONIO DELL'OLIO: CHI SONO GLI IRREGOLARI?
[Dalla mailing list di Tonio Dell'Olio (per contatti: tondello6 at gmail.com)
riceviamo e diffondiamo]

Uno studio promosso dal Sunia, il sindacato degli inquilini, rivela nei
numeri quanto gia' sapevamo. Si scopre che gli immigrati sono al primo posto
tra i soggetti che sono costretti a pagare affitti irregolari con cifre
molto piu' alte del prezzo di mercato: in media gli affitti degli immigrati
sono superiori del 30-50%.
Dei 4 milioni di immigrati che vivono in affitto, ben l'85% non hanno un
regolare contratto registrato oppure riporta una cifra inferiore a quella
effettivamente pagata. Tutto questo fa si' che i proprietari
complessivamente riescono ad evadere circa un miliardo di tasse.
Il 70% degli immigrati affittuari ha un reddito inferiore ai 15.000 euro
l'anno e, per far fronte ai costi dell'affitto, e' costretto a convivere
nella stessa abitazione con altri nuclei familiari.
La notizia non e' riportata da quei giornali che solitamente indicano gli
immigrati come delinquenti e profittatori degli "italiani brava gente", ma i
risultati sono assai interessanti.
A questo punto ci sarebbe da chiedersi senza ironia chi sono realmente gli
irregolari, se gli immigrati o i proprietari di case.te gli irregolari, se
gli immigrati o i proprietari di case.

5. UNA SOLA UMANITA'. MARIO DI MARCO: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Illustrissimo signor Presidente della Repubblica,
La prego dal profondo di non voler promulgare il testo di legge deliberato
in via definitiva dal Senato il 2 luglio 2009, noto come "pacchetto
sicurezza", in quanto contiene norme palesemente razziste e contrarie alla
nostra Costituzione.
Mario Di Marco,
responsabile Servizio Civile Caritas diocesana di Viterbo

6. UNA SOLA UMANITA'. ANGELO MARZOLLO: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Signor Presidente della Repubblica,
Mi associo all'appello che le chiede di rifiutare di firmare la recente
legge discriminatoria verso gli "stranieri", condvidendo quanto scritto da
Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame,
Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio.
Con profonda stima
Angelo Marzollo,
professore universitario

7. UNA SOLA UMANITA'. MARIA CLARA NUCCI: L'APPELLO

Ho aderito all'appello scrivendo al Presidente della Repubblica.

8. UNA SOLA UMANITA'. NICCOLO' RINALDI: UNA SACROSANTA INIZIATIVA

Cari amici del Centro di ricerca per la pace, grazie per la vostra
sacrosanta iniziativa.
Appena la struttura, anche organizzativa, sara' a posto in questo Parlamento
Europeo proprio oggi al suo avvio, non manchero' di aggiungere la mia
protesta.
Cordialmente,
Niccolo' Rinaldi,
capodelegazione dell'Italia dei Valori al Parlamento Europeo e
vicepresidente del gruppo dell'Alleanza dei Democratici e Liberali per
l'Europa

9. UNA SOLA UMANITA'. LUCA SALVI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Onorevole Presidente,
nel recente G8 la sua autorita' morale e prestigio sono stati universalmente
riconosciuti e lodati, in primis dal presidente Obama.
Proprio per questo, come migliaia di cittadini e associazioni, Le rivolgo un
appello a non firmare e rimandare alle Camere il recente "pacchetto
sicurezza" del nostro Governo, una legge disumana, immorale e inapplicabile
che equipara gli irregolari ai criminali.
Mi rivolgo a lei e alla Sua sensibilita' di Presidente, di cittadino e di
uomo. Compia un gesto di giustizia e dignita' umana.
Distinti saluti,
Luca Salvi
Verona

10. UNA SOLA UMANITA'. ANDREA VOLPE: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Illustrissmo Presidente della Repubblica onorevole Giorgio Napolitano,
consenta anche a me di chiederLe, in virtu' del potere attribuitoLe
dall'art. 74, comma 1, della Costituzione ("Il Presidente della Repubblica,
prima di promulgare la legge, puo' con messaggio motivato alle Camere
chiedere una nuova deliberazione"), di non promulgare il testo di legge
deliberato in via definitiva dal Senato il 2 luglio 2009, noto come
"pacchetto sicurezza", in quanto recante norme palesemente incostituzionali
e violatrici di fondamentali diritti umani e di rinviarlo alle Camere con
messaggio motivato, affinche' esso sia modificato conformemente al dettato
della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto
internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta'
giuridica.
Con osservanza,
Andrea Volpe
Palermo

11. UNA SOLA UMANITA'. "WE HAVE A DREAM": AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Egregio Presidente,
Le scriviamo per rivolgerLe un appello, affinche' non ratifichi le misure
razziste e incostituzionali contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza"
approvato in via definitiva dal Senato il 2 luglio scorso, dopo ben tre voti
di fiducia imposti dal Governo.
Le chiediamo di rimandare questo vergognoso decreto alle Camere, chiedendone
la modifica nelle parti palesemente incompatibili con la nostra Costituzione
e con le norme del diritto internazionale.
Siamo convinti che non e' respingendo nell'illegalita' chi arriva nel nostro
Paese in cerca di asilo e lavoro per sfuggire all'oppressione ed alla
miseria che risolveremo la questione dell'immigrazione. Non denunciando i
malati che si rivolgono agli ospedali in cerca di cure, non rifiutando
alloggio e istruzione agli esuli, non impedendo i matrimoni o separando i
figli dalle madri; non e' cancellando i diritti di altri esseri umani che
affermeremo i nostri: c'e' una sola umanita'.
Il profondo squilibrio nella distribuzione delle risorse del pianeta, lo
sfruttamento di interi Paesi in epoca coloniale, i conflitti seguiti
all'arbitrario tracciato di confini politici sono alla radice dei flussi
migratori.
Apparteniamo a un Paese nato dalla fusione di popoli e culture diversi, che
tanti cittadini ha visto partire in cerca di un futuro migliore, a un Paese
che ha vissuto l'orrore delle leggi razziali; signor Presidente, dica per
noi quel "No" che impellente ci affiora alle labbra, con la Sua
autorevolezza ci aiuti ad avvalerci, come diceva Primo Levi, della "facolta'
di negare il nostro consenso".
Con profondo rispetto,
"We have a dream", associazione di volontariato onlus
Roma

12. UNA SOLA UMANITA'. UNA PREGHIERA ALLE PERSONE AMICHE

Carissime e carissimi,
stiamo sollecitando persone e movimenti a scrivere al Presidente della
Repubblica affinche' non ratifichi le misure razziste, criminogene ed
incostituzionali contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" approvato
dal Senato in seconda lettura il 2 luglio 2009, ovvero rinvii alle Camere
quel provvedimento chiedendone la modifica nelle parti palesemente
incompatibili con la Costituzione e le norme del diritto internazionale
recepite nell'ordinamento della Repubblica Italiana.
Vorremmo pregarvi:
a) di scrivere anche voi al Presidente della Repubblica in tal senso, e di
rendere pubblica tale iniziativa comunicandola a mezzi d'informazione ed
interlocutori vari;
b) di esortare altre persone a farlo, rendendo anch'esse pubblica la loro
iniziativa;
c) di inviarci un vostro intervento da pubblicare sul nostro notiziario
telematico quotidiano.
La tempestivita' e' decisiva, ed altrettanto decisiva e' la vastita' della
mobilitazione: sussistono i termini giuridici perche' il Presidente della
Repubblica possa rinviare alle Camere quell'atto, ma e' evidente che sara'
confortato in tale decisione dal visibile pronunciarsi di una vasta parte
del popolo italiano in difesa del diritto, della civilta', dell'umanita'.
Facciamo quanto e' in nostro potere perche' questo accada.
Per scrivere al Presidente della Repubblica l'indirizzo postale e':
Presidente della Repubblica, piazza del Quirinale, 00187 Roma; il fax:
0646993125; l'indirizzo di posta elettronica e':
presidenza.repubblica at quirinale.it ; nel web:
https://servizi.quirinale.it/webmail/
Un cordiale saluto,
il Centro di ricerca per la pace di Viterbo
Viterbo, 7 luglio 2009

13. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CONTRO IL
COLPO DI STATO RAZZISTA

Il colpo di stato razzista compiuto dal governo Berlusconi con la
complicita' di una asservita maggioranza parlamentare puo' e deve essere
respinto.
E' nei poteri del Presidente della Repubblica rifiutare di avallare
l'introduzione nel corpus legislativo di misure palesemente in contrasto con
la Costituzione della Repubblica Italiana, palesemente criminali e
criminogene, palesemente razziste ed incompatibili con l'ordinamento
giuridico della Repubblica.
Al Presidente della Repubblica in prima istanza facciamo ora appello
affinche' non ratifichi un deliberato illegale ed eversivo che viola i
fondamenti stessi dello stato di diritto e della civilta' giuridica, che
viola i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana.
Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 2 luglio 2009

14. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEGLI INTELLETTUALI CONTRO IL RITORNO DELLE
LEGGI RAZZIALI IN ITALIA

Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una
straordinaria influenza sulla intera societa' europea, dal Rinascimento
italiano al fascismo.
Non sempre sono state pero' conosciute in tempo.
In questo momento c'e' una grande attenzione sui giornali europei per alcuni
aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, pero', un
dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l'attenzione dell'opinione
pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni
passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si
riuscira' ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell'Europa e di far
arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero.
Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al
Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme
discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si
vedevano dai tempi delle leggi razziali.
E' stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non piu' gli
ebrei bensi' la popolazione degli immigrati "irregolari", che conta
centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti
previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti.
Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalita', l'esercizio di
un diritto fondamentale quale e' quello di contrarre matrimonio senza
vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene
sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani.
Con una norma ancora piu' lesiva della dignita' e della stessa qualita'
umana, e' stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in
condizioni di irregolarita' amministrativa, di riconoscere i figli da loro
stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una
maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere "irregolari"
diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri
e messi nelle mani dello Stato.
Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi
razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei
loro figli, ne' le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro
bambini da parte dello Stato.
Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravita' di queste
misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse
una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune
umanita'. L'Europa non puo' ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori
regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi
internazionali e i principi garantisti e di civilta' giuridica su cui si
basa la stessa costruzione politica europea.
E' interesse e onore di tutti noi europei che cio' non accada.
La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che
viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa.
A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la
propria opposizione.
Roma, 29 giugno 2009
Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame,
Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio

15. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEI GIURISTI CONTRO L'INTRODUZIONE DEI REATI
DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE DEI MIGRANTI

Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie
innovazioni che suscitano rilievi critici.
In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della
discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e
il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma
che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso
simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e
presenta molteplici profili di illegittimita' costituzionale.
La norma e', anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiche' la sua
sfera applicativa e' destinata a sovrapporsi integralmente a quella
dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta
irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema
ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata,
nel rispetto del principio di proporzionalita', solo in mancanza di altri
strumenti idonei al raggiungimento dello scopo.
Ne' un fondamento giustificativo del nuovo reato puo' essere individuato
sulla base di una presunta pericolosita' sociale della condizione del
migrante irregolare: la Corte Costituzionale (sent. 78 del 2007) ha infatti
gia' escluso che la condizione di mera irregolarita' dello straniero sia
sintomatica di una pericolosita' sociale dello stesso, sicche' la
criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si
rivela anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo.
L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non
rappresentano, di per se', fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale,
ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di
migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato
discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di
eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia
penale, in base alla quale si puo' essere puniti solo per fatti materiali.
L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme
di ineffettivita' del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di
ulteriori processi privi di reale utilita' sociale e condannato per cio'
alla paralisi. Ne' questo effetto sarebbe scongiurato dalla attribuzione
della relativa cognizione al giudice di pace (con alterazione degli attuali
criteri di ripartizione della competenza tra magistratura professionale e
magistratura onoraria e snaturamento della fisionomia di quest'ultima): da
un lato perche' la paralisi non e' meno grave se investe il settore di
giurisdizione del giudice di pace, dall'altro per le ricadute sul sistema
complessivo delle impugnazioni, gia' in grave sofferenza.
Rientra certo tra i compiti delle istituzioni pubbliche "regolare la materia
dell'immigrazione, in correlazione ai molteplici interessi pubblici da essa
coinvolti ed ai gravi problemi connessi a flussi migratori incontrollati"
(Corte Cost., sent. n. 5 del 2004), ma nell'adempimento di tali compiti il
legislatore deve attenersi alla rigorosa osservanza dei principi
fondamentali del sistema penale e, ferma restando la sfera di
discrezionalita' che gli compete, deve orientare la sua azione a canoni di
razionalita' finalistica.
"Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le societa' piu'
avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, si' che (...) non si
puo' non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o
anche soltanto tentazioni, volte a 'nascondere' la miseria e a considerare
le persone in condizioni di poverta' come pericolose e colpevoli". Le parole
con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimita' del reato di
"mendicita'" di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995)
offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella
dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria
complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla
Costituzione a tutte le persone.
25 giugno 2009
Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano
Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia,
Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio
Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi,
Stefano Rodota', Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo
Zagrebelsky

16. UNA SOLA UMANITA'. CONTRO LA VIOLENZA RAZZISTA E SQUADRISTA OGNI PERSONA
DI RETTO SENTIRE, OGNI ASSOCIAZIONE DEMOCRATICA, OGNI ISTITUZIONE FEDELE
ALLA COSTITUZIONE SCRIVA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA AFFINCHE' RESPINGA
LE INCOSTITUZIONALI, ANOMICHE, CRIMINALI E DISUMANE MISURE DEL COSIDDETTO
"PACCHETTO SICUREZZA". UN MODELLO DI LETTERA

Egregio Presidente della Repubblica,
con riferimento al potere attribuitole dall'art. 74, comma 1, della
Costituzione, le chiediamo:
- di non promulgare il testo di legge deliberato in via definitiva dal
Senato il 2 luglio 2009, noto come "pacchetto sicurezza", in quanto recante
norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti
umani;
- di rinviarlo pertanto alle Camere con messaggio motivato affinche' esso
sia modificato conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica
Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro
ordinamento e ai principi della civilta' giuridica.
*
Per scrivere al Presidente della Repubblica l'indirizzo postale e':
Presidente della Repubblica, piazza del Quirinale, 00187 Roma; il fax:
0646993125; l'indirizzo di posta elettronica e':
presidenza.repubblica at quirinale.it ; nel web:
https://servizi.quirinale.it/webmail/
Ci si ricordi che, ovviamente, le lettere devono recare nome, cognome e
indirizzo preciso del mittente.

17. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ORDINE DEL GIORNO DA PROPORRE
ALL'APPROVAZIONE DELLE ASSEMBLEE ELETTIVE (COMUNI, PROVINCE, REGIONI, ETC.)

Il Consiglio ... di ...,
fedele alla Costituzione della Repubblica Italiana,
impegnato per la difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani cosi'
come sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani approvata
dall'Assemblea generale dell'Onu nel 1948;
chiede al Presidente della Repubblica, in virtu' del potere attribuitogli
dall'art. 74, comma 1, della Costituzione ("Il Presidente della Repubblica,
prima di promulgare la legge, puo' con messaggio motivato alle Camere
chiedere una nuova deliberazione"):
- di non promulgare il testo di legge deliberato in via definitiva dal
Senato il 2 luglio 2009, noto come "pacchetto sicurezza", in quanto recante
norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti
umani;
- di rinviarlo alle Camere con messaggio motivato affinche' esso sia
modificato conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica
Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro
ordinamento e ai principi della civilta' giuridica.
Da' mandato al proprio presidente di trasmettere il presente ordine del
giorno al Presidente della Repubblica e di renderlo noto alla popolazione
attraverso i mezzi d'informazione e nelle altre forme abitualmente usate per
comunicare ai cittadini le deliberazioni del Consiglio.

18. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI LETTERA DA INVIARE AI PARLAMENTARI
AFFINCHE' ANCH'ESSI SCRIVANO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Gentile parlamentare,
sperando di non arrecarle disturbo le chiediamo di voler scrivere - come
gia' hanno fatto migliaia di cittadini - al Presidente della  Repubblica
affinche', in virtu' del potere attribuitogli dall'art. 74, comma 1, della
Costituzione ("Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge,
puo' con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione"),
non promulghi il testo di legge deliberato in via definitiva dal Senato il 2
luglio 2009, noto come "pacchetto sicurezza", in quanto recante norme
palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, e
lo rinvii alle Camere con messaggio motivato affinche' esso sia modificato
conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle
norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai
principi della civilta' giuridica.
Distinti saluti.
*
Gli indirizzi di posta elettronica dei parlamentari sono cosi' composti: a)
per i deputati: cognome_inizialedelnome at camera.it e per fare un esempio
l'indirizzo di un eventuale on. Mario Rossi sarebbe rossi_m at camera.it ; b)
per i senatori: cognome_inizialedelnome at posta.senato.it e per fare un
esempio l'indirizzo di un eventuale sen. Mario Rossi sarebbe
rossi_m at posta.senato.it

19. LETTURE. AUGUSTO CAVADI: IN VERITA' CI DISSE ALTRO
Augusto Cavadi, In verita' ci disse altro. Oltre i fondamentalismi
cristiani, Falzea Editore, Reggio Calabria 2009, pp. 246, euro 15. Con una
postfazione di Elio Rindone. Un libro impegnativo che merita una discussione
approfondita. Augusto Cavadi e' un educatore sapiente ed un autore prolifico
che non si sottrae al dovere di opere che servono per la formazione dei
compagni di lotta; e molti suoi lavori nascono e vengono messi a verifica
nel vivo della riflessione che si da' nel farsi della lotta, nel circolo
virtuoso e incessante prassi-teoria-prassi: contro la mafia, contro il
regime della corruzione, contro la narcosi che i poteri violenti spargono a
pietrificare le vittime reduplicandone l'oppressione. I libri di Augusto
Cavadi sono quindi anche esempi e strumenti di lotta (che e' insieme
conflitto ed educazione, resistenza e suscitamento) per la ricostruzione di
democrazia progressiva, legame sociale liberante, civile convivenza. Poi e'
anche teologo e filosofo inquieto e perplesso (del partito dei perplessi cui
diceva di appartenere Bobbio, che non e' meno militante del partito dei
persuasi). Poiche' Augusto Cavadi ama ragionare, nel senso che ebbe una
volta questo termine nella cultura europea, che e' il pensare non
solipsistico ma aperto al dialogo e svolto nell'agire comunicativo (e si
torna cosi' a quell'"anthropos esti' zoon politikon" dello Stagirita). Ed
anche parti non irrilevanti di questo libro sono nate come materiali per
seminari ed incontri, e se ne sente ancora vibrare l'intonazione. La
prospettiva che qui Augusto Cavadi indica e sonda e' quella di un
oltrepassamento - e "ripresa" - del cristianesimo storicamente dato,
oltrepassamento nel senso dell'Aufhebung di hegeliana memoria, che e'
insieme superamento ed inveramento, movimento critico e ricostruttivo. In
una direzione diversa rispetto a quella delle teologie e post-teologie
femministe, e piu' legata, a mio modo di vedere, alla linea di sviluppo
delle teologie liberali ottocentesche e protonovecentesche ma rilette dopo
la crisi dell'esistenzialismo (da Barth a Mancini) e al vaglio delle
teologie della speranza e della liberazione (Moltmann e Gutierrez, per dirla
in breve). Ma e' una direzione diversa anche rispetto alle teologie nere e
postcoloniali, ed alle teologie della liberazione latinoamericane, e alle
due fasi piu' aggettanti dell'opera di Moltmann. Una direzione, se cosi'
possiamo dire, tra Kant e Nietzsche, ma filtrati con le lenti che noi
diremmo approntate da Leopardi e Marx, Freud e Ricoeur e Levinas (ed Enrique
Dussel), ma che nell'opera di Cavadi sono soprattutto quelle di Drewermann e
di Kung, e certe prospettive indicate da Ernesto Balducci nell'ultima fase
della sua straordinaria vicenda, del suo aggettante pensiero. E ci
piacerebbe che l'autore incrociasse le sue riflessioni con il lascito
bonhoefferiano e con quelle altre esperienze che nella nostra gioventu' si
chiamavano le "teologie della morte di Dio". E magari anche con quel teologo
ateo e geniale che fu a suo modo - dantesco modo, ma passato attraverso le
filosofie e le letterature dell'eta' moderna, e conradiano - Jorge Luis
Borges. Per non riandare ancora anche a quel dibattito tra Bultmann e
Jaspers. E ancora: ci piacerebbe che l'autore sviluppasse un confronto piu'
rigoroso e in profondita' con il marxismo novecentesco che conta, che
ovviamente non e' quello della pubblicistica corrente che piace ai
mass-media e all'industria culturale (ed anche ai ripetitori stucchevoli
delle ultime mode degli ultimi quarant'anni, con la ripetizione ossessiva di
slogan ognora vieppiu' svuotati - "partire da se'", "biopolitica", "nuda
vita", "impero e moltitudini": nozioni che talora sono state
ermeneuticamente feconde al loro primo darsi per poi essere purtroppo
banalizzate in ripetitivo cicaleccio, e sovente gia' ab ovo erano ambigue,
ma alcune almeno nella loro originaria ambiguita' frugifere, e subito
ridotte a distintivo e chiacchiericcio e alienazione e chiassosa
imbecillita'). Non sarebbe ora di riprendere la discussione con Korsch? E
con i francofortesi? e con tutto Lukacs? E diciamo tutto Lukacs. E con il
lavoro - anche nei suoi esiti di fuoriuscita dal marxismo - di Kolakowski,
della Heller, eccetera? Per non dire di Bloch, di Mariategui e del Gramsci
delle lettere e dei quaderni. Ed anche: piacerebbe che Cavadi recasse le
tesi formulate in questo libro prezioso al confronto - al vaglio, al
paragone - dell'eredita' demartiniana. E ancora: non gioverebbe che la
filosofia e la teologia finalmente aprissero un confronto col gigantesco
lascito teorico oltre che pratico di Franco Basaglia e di Franca Ongaro
Basaglia? E' mai possibile che ancora non si siano accorti i pensatori di
professione della crucialita' e dell'immensita' di quell'elaborazione? E
Bateson? E se qualcuno qui aggiungesse: ed ecco che adesso dice di Gandhi,
di Capitini e Dolci, di Simone Weil e Hannah Arendt, e Luce Fabbri e Simone
de Beauvoir e Vandana Shiva... Certo. Ma ecco che questa minima noterella si
e' gia' gonfiata molto oltre l'abituale, e il nostro dire e' andato ben
lungi e ben oltre un mero presentare l'opera verso un ulteriore interrogarla
e un invito all'autore ad altre sudar carte. E forse e' questo il trionfo di
un'opera di pensiero e dialogo: che ti invita e quasi ti costringe al
confronto, e ad ulteriori ricerche e aperture e cammini senza gia' tracciati
sentieri, e vale una volta di piu' quell'esortazione al viandante del
maestro di noi tutti don Antonio Machado. Per richieste alla casa editrice:
Falzea editore, viale Calabria 60, 89133 Reggio Calabria, tel. 096555042,
e-mail: info at falzeaeditore.it, sito: www.falzeaeditore.it. Per contattare
l'autore: tel. 0916377018 e 3384907853, e-mail: acavadi at alice.it, sito:
www.augustocavadi.eu

20. LETTURE. ANTONIO PORTA: TUTTE LE POESIE (1956-1989)
Antonio Porta, Tutte le poesie (1956-1989), Garzanti, Milano 2009, pp. 664,
euro 20. A cura di Niva Lorenzini, e con una silloge di interventi critici,
l'opera in versi di Antonio Porta e' qui pressoche' integralmente
riproposta. Temo di essere sordo alla poesia di Porta. In questo volume mi
appassionano sovente forse di piu' i testi critici che lo aprono e lo
chiudono per l'acrobatica lor sottigliezza, che la sterminata mole e catena,
e silente o fragorosa, opaca o scintillante la cascata di versi che ne
colmano l'otre. Eppure vi sono suites e poemetti che trovo affascinanti e
preziosi... Dovro' decidermi a rileggere con piu' concentrato zelo e piu'
propizia disposizione d'animo.

21. RIEDIZIONI. GIAMPAOLO DOSSENA: ENCICLOPEDIA DEI GIOCHI
Giampaolo Dossena, Enciclopedia dei giochi, Utet, Torino 1999, Mondadori,
Milano 2009, 2 voll., pp. XX + 1716, s.i.p. Deceduto il 5 febbraio 2009,
Dossena e' stato un intellettuale di vaglia e un educatore autentico; se
qualcuno ricorda cosa significa nell'etimo quuell'antica composta parola che
e' filosofia, ebbene, Dossena era invero un filosofo. Questo libro
apparentemente cosi' funzionale e di servizio (ma lo era anche forse,
all'inizio, l'Artusi; e la Storia della letteratura italiana del De Sanctis
non doveva essere in origine un manualetto scolastico?) e' invece un
gioiello di sapienza e di saggezza, e lieve ed ardua una ricognizione di
tanta parte di quella stoffa che chiamiamo societa', storia, mondo, lingua,
umanita'.

22. RIEDIZIONI. VILFREDO PARETO: CORSO DI ECONOMIA POLITICA
Vilfredo Pareto, Corso di economia politica, Utet, Torino 1971, Mondadori,
Milano 2009, pp. 1118, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici
Mondadori). A cura e con un'ampia introduzione di Giuseppe Palomba, con una
cronologia e una bibliografia di Giovanni Busino. Quando eravamo giovani
Pareto lo si leggeva con sospetto e quasi come un ferrovecchio. Ma proprio
per questo a noi sembrava invece che meritasse assai piu' considerazione,
anche contro taluni torpidi dogmatismi all'epoca imperanti pur tra brave
impegnate persone. Anni passarono, un secolo fini', la cultura egemone ai
tempi della nostra eta' provetta e' stata dichiarata fuori moda e nel
dimenticatoio a forza calcata (e noi con essa, va da se'), ma se qualcuno si
aspettava che Pareto tornasse per cio' stesso in auge dismetta ogni
illusione: la dominante odierna ciancia detesta ogni severo studio ed ogni
opera di mole superiore al francobollo. Cosi' anche Pareto resta lettura
nostra, di noi vecchi barbogi e irredimibili. Ed e' lettura che ci piace e
c'istruisce ancora.

23. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

24. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 882 del 15 luglio 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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