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Minime. 881
- Subject: Minime. 881
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Tue, 14 Jul 2009 01:13:16 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 881 del 14 luglio 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Una lettera ai parlamentari affinche' anch'essi scrivano al Presidente della Repubblica 2. Associazione Italia-Nicaragua: Al Presidente della Repubblica 3. Alessandra Cangemi: Al Presidente della Repubblica 4. Paola Caridi: Morire di razzismo 5. Alessio Di Florio: Decreto insicurezza 6. Carla Mariani: Lo scempio 7. Adriano Moratto: Sulla stessa barca 8. Claudio Pozzi: Al Presidente della Repubblica 9. Una preghiera alle persone amiche 10. Appello al Presidente della Repubblica contro il colpo di stato razzista 11. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in Italia 12. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e soggiorno illegale dei migranti 13. Anche dagli enti locali e da tutte le istituzioni democratiche la richiesta persuasa e corale al Presidente della Repubblica di non promulgare il "pacchetto razzismo" 14. Modello di ordine del giorno da proporre all'approvazione delle assemblee elettive (Comuni, Province, Regioni, etc.) 15. Ogni persona di retto sentire, ogni associazione democratica, ogni istituzione fedele alla Costituzione scriva al Presidente della Repubblica per confortarlo e sostenerlo nella difesa nitida e intransigente della legalita' e dell'umanita' contro la violenza razzista e squadrista 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento 17. Per saperne di piu' 1. UNA SOLA UMANITA'. UNA LETTERA AI PARLAMENTARI AFFINCHE' ANCH'ESSI SCRIVANO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha scritto a tutti i deputati ed i senatori dell'opposizione democratica affinche', dopo aver votato contro il cosiddetto "pacchetto sicurezza" razzista in Parlamento ed averne evidenziato in quella sede i profili di incostituzionalita' e disumanita', si associno alla richiesta al Presidente della Repubblica di non promulgare quelle misure anomiche, criminali e criminogene, imposte dal governo mortificando il Parlamento a colpi di voti di fiducia ("fiducia", ovvero piu' precisamente "ricatto" ai parlamentari del centrodestra li' collocati sulla base di meccanismi effettualmente di nomina ex alto da parte dei gerarchi della destra eversiva al governo). * Riportiamo il testo della lettera inviata a tutti i parlamentari dell'opposizione democratica. Gentile parlamentare, sperando di non arrecarle disturbo le chiediamo di voler scrivere - come gia' hanno fatto migliaia di cittadini - al Presidente della Repubblica affinche', in virtu' del potere attribuitogli dall'art. 74, comma 1, della Costituzione ("Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, puo' con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione"), non promulghi il testo di legge deliberato in via definitiva dal Senato il 2 luglio 2009, noto come "pacchetto sicurezza", in quanto recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, e lo rinvii alle Camere con messaggio motivato affinche' esso sia modificato conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica... Distinti saluti, il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Allegati: 1. Bruno Segre: Lettera al Presidente della Repubblica 2. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in Italia 3. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e soggiorno illegale dei migranti * Frattanto sempre piu' cittadini stanno scrivendo lettere al Presidente della Repubblica affinche' non promulghi le misure razziste ed incostituzionali del criminale e criminogeno "pacchetto sicurezza". Per scrivere al Presidente della Repubblica l'indirizzo postale e': Presidente della Repubblica, piazza del Quirinale, 00187 Roma; il fax: 0646993125; l'indirizzo di posta elettronica e': presidenza.repubblica at quirinale.it ; nel web: https://servizi.quirinale.it/webmail/ Ci si ricordi che, ovviamente, le lettere devono recare nome, cognome e indirizzo preciso del mittente. 2. UNA SOLA UMANITA'. ASSOCIAZIONE ITALIA-NICARAGUA: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Spettabile Presidente della Repubblica, l'Associazione di amicizia, solidarieta' e scambi culturali Italia-Nicaragua esprime forte preoccupazione per le norme profondamente razziste, criminali ed incostituzionali, contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza", approvato dalla Camera il 14 maggio 2009 ed in seconda lettura dal Senato il 2 luglio 2009. In questi giorni, numerosi appelli hanno dettagliatamente ed inequivocabilmente documentato come tali norme sono: -) incostituzionali ("Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e soggiorno dei migranti" del 25 giugno 2009); -) prefigurino l'introduzione di una legislazione di tipo apartheid ("Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in Italia" del 29 giugno 2009). Non e' costume della nostra associazione quello di permettersi di interferire con le Sue alte responsabilita', ma sappiamo che e' nei poteri del Presidente della Repubblica rifiutare di avallare l'introduzione legislativa di norme palesemente in contrasto con la nostra Costituzione, palesemente incompatibili con l'ordinamento giuridico della nostra Repubblica. Per tutto questo Le chiediamo rispettosamente di non firmare detta legge, rinvii alle Camere il provvedimento chiedendone la modifica nelle parti decisamente incompatibili con le norme del diritto nazionale ed internazionale. Risparmi al nostro Paese il disonore di aver reintrodotto in Europa le leggi razziali e tradito il sacrificio della Resistenza. L'occasione e' gradita per porgerLe cordiali saluti. Associazione di amicizia, solidarieta' e scambi culturali Italia-Nicaragua 3. UNA SOLA UMANITA'. ALESSANDRA CANGEMI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Presidente Napolitano, le scrivo per esprimere profondo sconforto per l'approvazione al Senato del cosiddetto "pacchetto sicurezza", un provvedimento che travolge inesorabilmente i fondamenti cardine della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e della nostra Costituzione italiana, e che include misure persecutorie e discriminatorie nei confronti dei gruppi sociali piu' deboli - misure che nel nostro Paese non si vedevano dai tempi delle leggi razziali. Nella speranza di trovare ascolto, mi permetto di esprimerle la mia indignazione ma soprattutto di condividere con lei le mie preoccupazioni, le stesse di tanti volontari umanisti, non solo in Italia ma in tutto il pianeta. Questa leggi fa sentire tutti noi profondamente insicuri e impauriti per il futuro dei nostri figli e del nostro Paese. Giudico inaccettabile considerare un crimine la ricerca di una vita migliore, schedare chi non ha una casa, togliere ai bambini il diritto all'identita', incitare alla delazione e al sospetto, vietare i matrimoni misti, impedire l'accesso alle cure mediche. Tutto questo attenta profondamente alla dignita' umana, educa alla discriminazione e apre una sconcertante caccia all'uomo le cui conseguenze sono solo in parte prevedibili. Credo che con l'ultimo voto al Senato si sia compiuto il percorso parlamentare di un provvedimento mostruoso, ingiusto e violento che, in spregio ai diritti umani, non tenta di trovare soluzioni lungimiranti ma ci porta a rinnegare la nostra cultura, fatta anche di solidarieta' e ospitalita', riconsegnandoci alle pagine peggiori della storia d'Italia. Eppure oggi e' ancora possibile fermare questa mostruosita', le garanzie previste dalla nostra Costituzione consentono di correggere questi abusi. Per questo, Presidente, le chiedo di non firmare, di non promulgare questa legge, di rinviarla alle Camere chiedendo la modifica delle parti palesemente incompatibili con la Costituzione e le norme del diritto internazionale recepite nell'ordinamento della Repubblica Italiana. Le chiedo, Presidente Napolitano, di fare tutto quanto e' possibile perche' si possa continuare a proteggere le aspirazioni piu' profonde, quelle che hanno guidato l'umanita' nei momenti migliori della sua storia, quelle in grado di ridare speranza e futuro al nostro Paese. Sandra Cangemi, giornalista Milano 4. UNA SOLA UMANITA'. PAOLA CARIDI: MORIRE DI RAZZISMO [Dal blog di Paola Caridi "Arabi visibili" riprendiamo il seguente intervento del 6 luglio 2009] Tutti, a Dresda cosi' come nell'ambasciata egiziana in Germania, si sono affrettati a dire che e' solo un episodio di criminalita', e che non rispecchia i sentimenti dei tedeschi nei confronti dei musulmani. Quello che, pero', e' incredibilmente successo dentro un tribunale regionale, appunto a Dresda, all'inizio di questo mese, non puo' non impensierire - tanto per usare un eufemismo. I fatti, anzitutto. Il primo luglio compaiono di fronte al giudice un imputato, Alex W., e la querelante, Marwa al Sherbini. Lei lo accusa di averla ingiuriata con offese razziste, come "terrorista", "islamista", "prostituta", solo perche' portava il velo. Aveva chiesto un risarcimento di 780 euro, ma mai si sarebbe immaginata - credo - di mettere a rischio la sua vita per quel gesto che voleva non solo difendere la propria onorabilita', ma la sua dignita'. Marwa al Sherbini, madre di un bambino di tre anni, e peraltro al terzo mese di gravidanza, e' stata uccisa da Alex W. con un grosso coltello. Le cronache, sui giornali tedeschi, precisano anche il numero di coltellate che l'aggressore e' riuscito a infliggere alla donna, una egiziana di 32 anni, la cui salma e' ritornata ieri al Cairo. Ben 18 coltellate, inferte dentro un'aula di tribunale. La polizia non e' riuscita a impedire l'omicidio. Il suo intervento ha, anzi, involontariamente ferito il marito di Marwa al Sherbini, un accademico, accoltellato a sua volta mentre difendeva la moglie. Ali Okaz si e' risvegliato dal coma, e non sembra in pericolo di vita. E' un atto criminale, questo accoltellamento. Certo. Senza alcun dubbio. Ma come non pensarlo il frutto avvelenato - questo, come tanti altri - di una stupida islamofobia crescente? Quella islamofobia sfruttata, in Germania cosi' come in Olanda cosi' come in Italia, dagli apprendisti stregoni dell'identitarismo occidentale. Marwa al Sherbini, una donna con un velo in testa, uccisa per razzismo, non fa poi cosi' tanta notizia. Il razzismo, pero', non ha colore. E' sempre razzismo. 5. UNA SOLA UMANITA'. ALESSIO DI FLORIO: DECRETO INSICUREZZA Il 2 luglio e' diventato legge dello stato italiano il decreto "che portera' molta sofferenza". Al culmine di un ciclo di degrado e barbarie, che dura ormai da oltre un decennio, si e' definitivamente stabilito che lo Stato Italiano considera parte dell'umanita' schiavi da sfruttare e violentare. Una decisione che dovrebbe soffocare, chiudere con un pugno lo stomaco, ogni coscienza civile, democratica, pacifista, amica della nonviolenza e dell'umanita'. Ma il quadro sociale e civile nel quale e' accaduto, rende tutto ancora piu' grave. Esattamente come nel primo ventennio si e' radicato un razzismo "in doppiopetto" perbenista e ipocrita. Poche ore prima della definitiva approvazione del decreto sofferenza, un migrante e' stato selvaggiamente picchiato a Roma. La squadraccia colpiva urlando "noi facciamo solo la volonta' del governo"... Quest'Italia, che ha mandato i suoi figli in tutti i continenti, che per decenni e' stata base di partenza dell'emigrazione, e' in realta' un Paese profondamente razzista, nell'animo e nel cuore. Le violenze contro i migranti, la reclusione in luoghi come i Cie, la violazione sistematica di ogni elementare diritto umano, non colpiscono l'emotivita' della "brava gente". E non si venga a dire che e' colpa della televisione! Perche' la televisione la si spegne. E nessuno, diciamo le cose come stanno, crede veramente e totalmente alla televisione e ai giornali. Ci si crede quando conviene, quando fa comodo. Il decreto del 2 giugno, quest'offesa al diritto e alla coscienza umana, arriva in quest'Italia. Molte sono le reazioni della societa' civile e delle associazioni impegnate a fianco dei migranti, in difesa dei loro diritti e alla conquista della societa' multietnica tanto disprezzata da Berlusconi. Pax Christi si e' fatta profetica voce dell'indignazione cattolica, ha definito il decreto un'offesa e una bestemmia contraria al Vangelo. Il Centro di ricerca per la pace di Viterbo propone di scrivere al Presidente della Repubblica, per chiedergli di non approvare un atto palesemente incostituzionale e contrario al diritto. Moltissimi (a partire dall'Arci e dalla stessa Pax Christi, cosi' come molti medici gia' stanno facendo) propongono la disobbedienza civile contro le norme del decreto. Ma non basta trasgredire alcune norme. La disobbedienza civile dev'essere molto piu' forte e generalizzata. Non possiamo accettare di resistere ad una sola norma. Perche' sono anni che, in realta', stanno introducendo nella legge italiana norme discriminatorie, violente e razziste. E il razzismo, come scrivevamo prima, sta penetrando nell'animo degli italiani. Dobbiamo avere il coraggio di boicottare qualsiasi veicolo del razzismo, di essere disposti nelle piazze, nei locali pubblici, nelle case, nelle nostre famiglie, parrocchie, partiti e associazioni a dire no a qualsiasi parola, pensiero, comportamento che possa, anche solo lontanamente, lasciare spazio al razzismo. Quanti bravi cristiani, quanti militanti del Pd, quanti tranquilli borghesi in doppiopetto in realta' pensano che i Cie siano necessari. Dobbiamo avere il coraggio di gridare "no", di non lasciare spazio. In nessun ambito della vita sociale. 6. UNA SOLA UMANITA'. CARLA MARIANI: LO SCEMPIO ... speriamo che questo scempio non passi. 7. UNA SOLA UMANITA'. ADRIANO MORATTO: SULLA STESSA BARCA Il Movimento Nonviolento di Brescia dal 14 maggio promuove una giornata di digiuno a staffetta per protestare contro i respingimenti e le norme xenofobe contenute nel "pacchetto sicurezza". Siamo convinti che non possiamo restare indifferenti alle notizie ed alle immagini di donne, di bambini e di uomini che implorano aiuto dopo essere saliti sulle nostre motovedette. Non possiamo ignorare che la strada del deserto africano e' segnata dai cadaveri di disperati in fuga. Non possiamo ignorare i corpi degli annegati finiti nelle reti dei pescatori. Non possiamo guardare dall'altra parte: sono nostri fratelli e sorelle! Negare loro l'aiuto e' negare la nostra umanita', arrendersi alla barbarie. Non vogliamo essere complici di chi, in nome della "sicurezza", nega la nostra storia di accogliente crocevia di culture e costringe alla paura e alla "nuova clandestinita'" chi gia' vive e lavora tra noi e per noi. Siamo consapevoli che molta parte della popolazione condivide queste politiche propagandate come risposta ai problemi dell'insicurezza economica e sociale. Una propaganda che, con le nuove nomine in Rai, rende sempre piu' evidente l'"occupazione politica" della televisione pubblica. Si realizza cosi' una sorta di "regime" delle notizie con cui "informare" la popolazione che, per la stragrande maggioranza, ha nelle televisioni l'unico strumento di "formazione". Proponendo un digiuno vogliamo sollecitare una scelta concreta di condivisione e di riflessione personale. Inoltre, martedi' 14 luglio a Brescia in Piazza Rovetta dalle ore 18 alle 19 proponiamo un'ora di silenzio in pubblico. Un silenzio per favorire la riflessione comune, l'apertura e l'ascolto degli altri; un silenzio per ribadire la necessita' del confronto e per ritrovare il significato delle parole. Partendo, vista la ricorrenza, da termini come: liberta', uguaglianza e fratellanza. Vogliamo riaffermare l'uguaglianza dei diritti per tutti, la liberta' di accoglienza e la fratellanza fra popoli e culture. Vogliamo contestare i respingimenti in mare e la criminalizzazione ed il pregiudizio verso quanti fuggono dalla guerra, dalla fame, dalla miseria, cercando un futuro migliore. I cristiani si ricordino del ricco Epulone. Chi vuole aderire alle nostre iniziative puo' contattarci all'indirizzo di posta elettronica: mir.brescia at libero.it oppure puo' costituire altri gruppi per incontri e confronti a livello locale, per piu' utilmente contrastare la propaganda xenofoba con il contatto diretto con le persone. Conseguentemente a queste nostre iniziative e alla nostra qualita' di elettori, chiediamo ai nostri rappresentanti istituzionali di riconsiderare tutte le norme sulla sicurezza appena approvate. In particolare, in questa fase, chiediamo soprattutto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di non avallare con la sua firma provvedimenti che imbarbariscono la nostra societa' democratica e negano la nostra cultura giuridica. Adriano Moratto, Centro per la nonviolenza di Brescia 8. UNA SOLA UMANITA'. CLAUDIO POZZI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Signor Presidente della Repubblica, anch'io come tanti La prego, per i gravi motivi che ora diro', di voler soprassedere alla promulgazione della legge sulla "sicurezza", recentemente approvata dalla maggioranza governativa attraverso il voto di fiducia, perche' e' palesemente ispirata - come confermano molte autorevoli valutazioni - a gravi pregiudizi negativi verso persone straniere in cerca di sicurezza e lavoro, percio' urta contro tanti principi costituzionali, civili, morali, umani, sia italiani che universali, e per questo suscita nelle coscienze un moto di indignazione. A nulla e' servito il dibattito serio e ampio precedente nel Paese. Per questo motivo anch'io La prego di chiedere al Parlamento, con messaggio motivato, secondo il suo sempre alto senso costituzionale, civile e umano, di ripensare profondamente la sostanza di quel provvedimento. Con viva stima e fiducia. Claudio Pozzi Padula Scalo (Salerno) 9. UNA SOLA UMANITA'. UNA PREGHIERA ALLE PERSONE AMICHE Carissime e carissimi, stiamo sollecitando persone e movimenti a scrivere al Presidente della Repubblica affinche' non ratifichi le misure razziste, criminogene ed incostituzionali contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" approvato dal Senato in seconda lettura il 2 luglio 2009, ovvero rinvii alle Camere quel provvedimento chiedendone la modifica nelle parti palesemente incompatibili con la Costituzione e le norme del diritto internazionale recepite nell'ordinamento della Repubblica Italiana. Vorremmo pregarvi: a) di scrivere anche voi al Presidente della Repubblica in tal senso, e di rendere pubblica tale iniziativa comunicandola a mezzi d'informazione ed interlocutori vari; b) di esortare altre persone a farlo, rendendo anch'esse pubblica la loro iniziativa; c) di inviarci un vostro intervento da pubblicare sul nostro notiziario telematico quotidiano. La tempestivita' e' decisiva, ed altrettanto decisiva e' la vastita' della mobilitazione: sussistono i termini giuridici perche' il Presidente della Repubblica possa rinviare alle Camere quell'atto, ma e' evidente che sara' confortato in tale decisione dal visibile pronunciarsi di una vasta parte del popolo italiano in difesa del diritto, della civilta', dell'umanita'. Facciamo quanto e' in nostro potere perche' questo accada. Per scrivere al Presidente della Repubblica l'indirizzo postale e': Presidente della Repubblica, piazza del Quirinale, 00187 Roma; il fax: 0646993125; l'indirizzo di posta elettronica e': presidenza.repubblica at quirinale.it ; nel web: https://servizi.quirinale.it/webmail/ Un cordiale saluto, il Centro di ricerca per la pace di Viterbo Viterbo, 7 luglio 2009 10. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CONTRO IL COLPO DI STATO RAZZISTA Il colpo di stato razzista compiuto dal governo Berlusconi con la complicita' di una asservita maggioranza parlamentare puo' e deve essere respinto. E' nei poteri del Presidente della Repubblica rifiutare di avallare l'introduzione nel corpus legislativo di misure palesemente in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, palesemente criminali e criminogene, palesemente razziste ed incompatibili con l'ordinamento giuridico della Repubblica. Al Presidente della Repubblica in prima istanza facciamo ora appello affinche' non ratifichi un deliberato illegale ed eversivo che viola i fondamenti stessi dello stato di diritto e della civilta' giuridica, che viola i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana. Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 2 luglio 2009 11. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEGLI INTELLETTUALI CONTRO IL RITORNO DELLE LEGGI RAZZIALI IN ITALIA Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una straordinaria influenza sulla intera societa' europea, dal Rinascimento italiano al fascismo. Non sempre sono state pero' conosciute in tempo. In questo momento c'e' una grande attenzione sui giornali europei per alcuni aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, pero', un dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si riuscira' ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell'Europa e di far arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero. Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si vedevano dai tempi delle leggi razziali. E' stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non piu' gli ebrei bensi' la popolazione degli immigrati "irregolari", che conta centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti. Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalita', l'esercizio di un diritto fondamentale quale e' quello di contrarre matrimonio senza vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani. Con una norma ancora piu' lesiva della dignita' e della stessa qualita' umana, e' stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarita' amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere "irregolari" diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri e messi nelle mani dello Stato. Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei loro figli, ne' le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro bambini da parte dello Stato. Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravita' di queste misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune umanita'. L'Europa non puo' ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi internazionali e i principi garantisti e di civilta' giuridica su cui si basa la stessa costruzione politica europea. E' interesse e onore di tutti noi europei che cio' non accada. La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa. A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la propria opposizione. Roma, 29 giugno 2009 Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio 12. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEI GIURISTI CONTRO L'INTRODUZIONE DEI REATI DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE DEI MIGRANTI Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie innovazioni che suscitano rilievi critici. In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e presenta molteplici profili di illegittimita' costituzionale. La norma e', anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiche' la sua sfera applicativa e' destinata a sovrapporsi integralmente a quella dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata, nel rispetto del principio di proporzionalita', solo in mancanza di altri strumenti idonei al raggiungimento dello scopo. Ne' un fondamento giustificativo del nuovo reato puo' essere individuato sulla base di una presunta pericolosita' sociale della condizione del migrante irregolare: la Corte Costituzionale (sent. 78 del 2007) ha infatti gia' escluso che la condizione di mera irregolarita' dello straniero sia sintomatica di una pericolosita' sociale dello stesso, sicche' la criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si rivela anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo. L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non rappresentano, di per se', fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale, ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia penale, in base alla quale si puo' essere puniti solo per fatti materiali. L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme di ineffettivita' del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di ulteriori processi privi di reale utilita' sociale e condannato per cio' alla paralisi. Ne' questo effetto sarebbe scongiurato dalla attribuzione della relativa cognizione al giudice di pace (con alterazione degli attuali criteri di ripartizione della competenza tra magistratura professionale e magistratura onoraria e snaturamento della fisionomia di quest'ultima): da un lato perche' la paralisi non e' meno grave se investe il settore di giurisdizione del giudice di pace, dall'altro per le ricadute sul sistema complessivo delle impugnazioni, gia' in grave sofferenza. Rientra certo tra i compiti delle istituzioni pubbliche "regolare la materia dell'immigrazione, in correlazione ai molteplici interessi pubblici da essa coinvolti ed ai gravi problemi connessi a flussi migratori incontrollati" (Corte Cost., sent. n. 5 del 2004), ma nell'adempimento di tali compiti il legislatore deve attenersi alla rigorosa osservanza dei principi fondamentali del sistema penale e, ferma restando la sfera di discrezionalita' che gli compete, deve orientare la sua azione a canoni di razionalita' finalistica. "Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le societa' piu' avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, si' che (...) non si puo' non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o anche soltanto tentazioni, volte a 'nascondere' la miseria e a considerare le persone in condizioni di poverta' come pericolose e colpevoli". Le parole con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimita' del reato di "mendicita'" di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995) offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla Costituzione a tutte le persone. 25 giugno 2009 Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia, Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi, Stefano Rodota', Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo Zagrebelsky 13. UNA SOLA UMANITA'. ANCHE DAGLI ENTI LOCALI E DA TUTTE LE ISTITUZIONI DEMOCRATICHE LA RICHIESTA PERSUASA E CORALE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI NON PROMULGARE IL "PACCHETTO RAZZISMO" Mentre da tutta Italia pervengono al Quirinale numerosissime lettere di cittadine e cittadini che chiedono al Capo dello Stato di non promulgare le infami misure razziste deliberate dal Senato il 2 luglio, le esperienze nonviolente e le persone di volonta' buona promotrici dell'impegno contro i provvedimenti razzisti incostituzionali e disumani contenuti nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" chiedono anche agli enti locali di esprimere la loro fedelta' alla Costituzione ed il loro ripudio del razzismo, associandosi alla richiesta al Presidente della Repubblica di non ratificare quei provvedimenti che violano la Costituzione della Repubblica Italiana. Si chiede a tutti gli enti locali, Comuni, Provincie e Regioni in primo luogo, di approvare l'ordine del giorno di seguto riportato. Le associazioni e le persone promotrici dell'iniziativa chiedono a tutti i pubblici amministratori delle assemblee elettive di far proprio questo ordine del giorno, di presentarlo nel proprio ente locale e di proporlo per l'approvazione. Le associazioni e le persone promotrici dell'iniziativa chiedono altresi' a tutte le cittadine e tutti i cittadini di diffondere questo appello, di proporlo alle amministrazioni locali, di inviarlo ai mezzi d'informazione con preghiera di pubblicazione. Difendere la Costituzione della Repubblica Italiana e' diritto e dovere di tutti. Difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani e' diritto e dovere di tutti. 14. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ORDINE DEL GIORNO DA PROPORRE ALL'APPROVAZIONE DELLE ASSEMBLEE ELETTIVE (COMUNI, PROVINCE, REGIONI, ETC.) Il Consiglio ... di ..., fedele alla Costituzione della Repubblica Italiana, impegnato per la difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani cosi' come sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani approvata dall'Assemblea generale dell'Onu nel 1948; chiede al Presidente della Repubblica, in virtu' del potere attribuitogli dall'art. 74, comma 1, della Costituzione ("Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, puo' con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione"): - di non promulgare il testo di legge deliberato in via definitiva dal Senato il 2 luglio 2009, noto come "pacchetto sicurezza", in quanto recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani; - di rinviarlo alle Camere con messaggio motivato affinche' esso sia modificato conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica. Da' mandato al proprio presidente di trasmettere il presente ordine del giorno al Presidente della Repubblica e di renderlo noto alla popolazione attraverso i mezzi d'informazione e nelle altre forme abitualmente usate per comunicare ai cittadini le deliberazioni del Consiglio. 15. UNA SOLA UMANITA'. OGNI PERSONA DI RETTO SENTIRE, OGNI ASSOCIAZIONE DEMOCRATICA, OGNI ISTITUZIONE FEDELE ALLA COSTITUZIONE SCRIVA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PER CONFORTARLO E SOSTENERLO NELLA DIFESA NITIDA E INTRANSIGENTE DELLA LEGALITA' E DELL'UMANITA' CONTRO LA VIOLENZA RAZZISTA E SQUADRISTA Per scrivere al Presidente della Repubblica l'indirizzo postale e': Presidente della Repubblica, piazza del Quirinale, 00187 Roma; il fax: 0646993125; l'indirizzo di posta elettronica e': presidenza.repubblica at quirinale.it ; nel web: https://servizi.quirinale.it/webmail/ Ci si ricordi che, ovviamente, le lettere devono recare nome, cognome e indirizzo preciso del mittente. 16. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 17. PER SAPERNE DI PIU' Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 881 del 14 luglio 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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