Invito



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INVITO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
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Supplemento straordinario de "La nonviolenza e' in cammino" del 9 luglio
2009

1. Segreteria regionale del Piemonte e della Valle d'Aosta del Movimento
Internazionale per la Riconciliazione e del Movimento Nonviolento: Al
Presidente della Repubblica
2. Laura Arduini: Se non ora, quando?
3. Paolo Arena, Valerio Marini, Alessio Rapiti: Al Presidente della
Repubblica
4. Maria Rosaria Baldin: Al Presidente della Repubblica
5. Giulio Bonali: Al Presidente della Repubblica
6. Alessandro Capuzzo: Al Presidente della Repubblica
7. Stefano Longagnani: Al Presidente della Repubblica
8. Giovanni Mandorino: Al Presidente della Repubblica
9. Alberto Milazzo: Al Presidente della Repubblica
10. Pierangelo Monti: Al Presidente della Repubblica
11. Georgina Ortiz: Al Presidente della Repubblica
12. Anna Polo: La speranza
13. Fabio Ragaini: Al Presidente della Repubblica
14. Raffaello Saffioti: Al Presidente della Repubblica
15. Carlo Sansonetti: Al Presidente della Repubblica
16. Giovanni Sarubbi: Una legge barbara
17. Una preghiera ad alcune persone amiche
18. Appello al Presidente della Repubblica contro il colpo di stato razzista
19. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in
Italia
20. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e
soggiorno illegale dei migranti

1. UNA SOLA UMANITA'. SEGRETERIA REGIONALE DEL PIEMONTE E DELLA VALLE
D'AOSTA DEL MOVIMENTO INTERNAZIONALE PER LA RICONCILIAZIONE E DEL MOVIMENTO
NONVIOLENTO: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Signor Presidente,
i sottoscritti, membri della segreteria regionale piemontese del Movimento
Nonviolento e del Movimento Internazionale per la Riconciliazione, La
pregano di considerare la quantita' di critiche profondamente motivate dal
punto di vista costituzionale, civile ed umano alla legge cosi' detta
"pacchetto sicurezza" recentemente approvata dalla maggioranza parlamentare
mediante l'ennesimo ricorso al voto di fiducia.
Come avra' visto, personalita' del mondo della magistratura, della cultura,
delle chiese, del diritto e associazioni della societa' civile, denunciano
il carattere discriminatorio fino al razzismo di questa legge. I suoi
effetti, lungi dal portare maggiore sicurezza ai cittadini,  sarebbero
ingiusti e pericolosi perche' provocherebbero l'aumento della
clandestinita', lo sfruttamento da parte delle mafie di questa condizione
degli immigrati e accrescerebbero il dolore e le difficolta' di tanti esseri
umani, in particolare dei bambini.
Questa legge trasformerebbe centinaia di migliaia di persone che non hanno
fatto nulla di male, se non violare una norma amministrativa, in criminali.
Come tutti sappiamo molti di questi fuggono da realta' di poverta', mancanza
di diritti e atrocita' dovute ai molti conflitti armati che dilagano nei
loro paesi.
Questa legge costringerebbe tanti cittadini e funzionari pubblici a
scegliere se obbedire ad essa oppure alla propria coscienza umana.
La scongiuriamo in nome dei diritti umani, dei diritti di uguaglianza
sanciti dalla nostra Costituzione, in cui tutti noi crediamo, di non
promulgare questa legge.
Paolo Candelari
Giovanni Ciavarella
Mariuccia Larocchia
Enzo Gargano
Piercarlo Racca
Enrico Peyretti
Eva Racca
Giovanni Salio
Renato Solmi
Zaira Zafarana
segreteria regionale del Piemonte e della Valle d'Aosta del Movimento
Internazionale per la Riconciliazione e del Movimento Nonviolento

2. UNA SOLA UMANITA'. LAURA ARDUINI: SE NON ORA, QUANDO?

Caro Presidente,
la prego di non firmare la legge che introduce il reato di clandestinit‡.
Se non facciamo la cosa giusta quando ne abbiamo la possibilit‡, quando
dovremmo farlo?
La ringrazio e le auguro, davvero, una giornata buona
Laura Arduini
Roma

3. UNA SOLA UMANITA'. PAOLO ARENA, VALERIO MARINI, ALESSIO RAPITI: AL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Signor Presidente,
con la presente intendiamo appellarci alla Sua persona ed alla Sua figura
istituzionale in merito al cosiddetto "pacchetto sicurezza" ed ai suoi
contenuti palesemente razzisti, ingiusti ed in contrasto con la
Costituzione, di cui Lei e' garante.
Le chiediamo pertanto di non ratificare il cosiddetto "pacchetto sicurezza"
e di respingerlo alle Camere, esigendo la modifica di quanto incompatibile
con la nostra Costituzione ed esortando i nostri legislatori ad una politica
che unisca i popoli invece di dividerli e che crei la vera sicurezza con la
garanzia di pace, sopravvivenza e dignita' non solo per chi e' in Italia o
vi giunga per cercarne, ma anche ovunque non vengano assicurate.
Certi di un Suo sollecito interessamento a questa preoccupante vicenda e
dell'attuazione di quanto in Suo potere, La ringraziamo dell'attenzione e Le
porgiamo i nostri saluti.
Paolo Arena, Valerio Marini, Alessio Rapiti
Viterbo

4. UNA SOLA UMANITA'. MARIA ROSARIA BALDIN: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Gentile Presidente,
come molti altri, desidero sottoporre alla Sua attenzione alcuni aspetti che
riguardano la vita dei migranti di cui, forse, si e' parlato poco.
a) Stranieri "regolari":
1. Rinnovi alle poste: in molte province, il permesso viene consegnato gia'
scaduto, a volte anche da piu' di 60 giorni; la data di rilascio
stampigliata, non e' quella effettiva, ma quella relativa alla prima
richiesta di appuntamento. Cosi', dopo aver pagato 73,22 euro (a cui
aggiungere l'onere ulteriore che va dagli 80 ai 200 euro previsto dal ddl
733-b) un'attesa di quasi due anni, si ritrovano un documento che e' gia' da
rinnovare.
2. Blocco del decreto flussi: Chi ha bisogno immediato di una badante, non
puo' attendere l'uscita del decreto flussi e assumere una persona
sconosciuta che arrivera' dopo due-tre anni. Anche la Corte dei conti ha
bocciato il sistema dei flussi: "L'utilita' di riflettere sul ruolo della
rete degli sportelli si prospetta anche per valutare se i costi di
funzionamento di tali strutture provinciali siano in qualche modo ripagati
dall'efficacia dei servizi resi. [...] Il disagio prodotto dalla durata
dell'esame delle istanze concorre a non escludere che la complessita' del
procedimento, rivelatosi alquanto faticoso per l'utenza, possa accrescere,
anziche' reprimere, il fenomeno della clandestinita', e arrecare danni al
sistema economico favorendo il lavoro sommerso, l'evasione contributiva e
quella fiscale". Perche' non permettere il rilascio di un permesso a chi
puo' dimostrare di aver trovato casa e lavoro?
3. Validita' del permesso: Essendo legato alla durata del contratto di
lavoro, il permesso ha validita' brevissime, anche di soli 6 giorni. Con la
crisi moltissime persone che sono in Italia da 15-20 anni e, per problemi
legati ai ritardi della Pubblica Amministrazione, non sono riuscite a
ottenere la carta per lungosoggiornanti, perderanno il diritto a restare in
Italia se non lavorano da piu' di 6 mesi.
4. Ricongiungimento familiare: Con circolare amministrativa si e' modificata
la procedura di ricongiungimento prevedendo l'invio del modulo in via
telematica e la successiva convocazione da parte della prefettura. Questo
obbliga gli stranieri a pagare un consulente (da 250 a 500 euro) - nessuno
compra un computer per compilare un modulo. E' scandaloso che, dopo 6-8
mesi, gli Sportelli delle Prefetture debbano ancora rispondere (salvo per
chi manda, dietro lauto compenso, un avvocato a intercedere); il calcolo dei
180 giorni previsti per il rilascio del nulla osta parte dalla data in cui
lo straniero si reca in prefettura con gli originali dei documenti. Cosi'
oltre a dover sborsare cifre da capogiro ai consulenti, i migranti devono
attendere tempi biblici per ricongiungersi alla famiglia (c'e' anche il
successivo passaggio all'ambasciata italiana per il visto d'ingresso).
5. Familiari di cittadini italiani: La modifica dell'art. 19 del T.U.
286/98, prevede l'inespellibilita' soltanto per i parenti entro il II grado.
Percio' tutti coloro che hanno un legame di parentela di III e IV grado
avranno la revoca del permesso di soggiorno e, per il combinato disposto che
ha fatto diventare un reato il soggiorno irregolare, subiranno un processo,
dovranno pagare un'ammenda da 5.000 a 10.000 euro e saranno espulsi anche se
lavorano qui regolarmente da anni. Inoltre, dato che e' obbligatorio
denunciare i reati, i parenti italiani dovranno denunciare i loro congiunti
per evitare loro stessi una denuncia.
b) "Irregolari":
1. Le ronde: potranno essere composte da persone che sono state denunciate
e/o condannate per istigazione all'odio razziale. D'altra parte ricoprono
alti incarichi persone come Borghezio, Calderoli e Tosi.
2. Bombolette spray al peperoncino: La liberalizzazione della loro vendita
e' gravissima. Chi ci dice che non le useranno i rondisti oltre che gli
stupratori, i rapinatori, gli assassini, i mafiosi...? Potranno inoltre
essere falsificate e prodotte con materiale pericoloso. Qualcuno eseguira'
controlli?
3. Money transfer: l'obbligo di fotocopiare il permesso di soggiorno sta
gia' creando un mercato parallelo. Le organizzazioni criminali si
sostituiranno agli operatori legali; gli stranieri irregolari troveranno
certamente qualche amico - italiano o straniero - che, in cambio di una
lauta percentuale, versera' i soldi al loro posto.
4. Il reato di clandestinita': sara' devastante, nei fatti e' un invito alla
delazione. Chi e' sfruttato dal datore di lavoro non lo potra' piu'
denunciare, ne' potra' testimoniare al processo perche' privo del titolo di
soggiorno; non si potra' piu' fare una dichiarazione di morte (come fara' la
moglie irregolare di un muratore che muore dopo essere caduto da
un'impalcatura a effettuare il riconoscimento, chiedere il certificato di
morte, denunciare il datore di lavoro e portare la salma al paese
d'origine?).
La ringrazio dell'attenzione e Le porgo distinti saluti.
Maria Rosaria Baldin

5. UNA SOLA UMANITA'. GIULIO BONALI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Signor Presidente,
La invito cortesemente a non ratificare quel vergognoso obbrobrio razzista
incostituzionale del cosiddetto "pacchetto sicurezza" approvato dal Senato
in seconda lettura il 2 luglio 2009, ovvero a rinviare alle Camere quel
provvedimento chiedendone la modifica nelle parti palesemente naziste,
incompatibili con la Costituzione e le norme del diritto internazionale
recepite nell'ordinamento della Repubblica Italiana.
Giulio Bonali, medico pubblico dipendente
Fiorenzuola (Piacenza)

6. UNA SOLA UMANITA'. ALESSANDRO CAPUZZO: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Signor Presidente,
non ratifichi le misure razziste, criminogene ed incostituzionali contenute
nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" approvato dal Senato il 2 luglio 2009,
ovvero rinvii alle Camere quel provvedimento chiedendone la modifica nelle
parti palesemente incompatibili con la Costituzione e le norme del diritto
internazionale recepite nell'ordinamento della Repubblica Italiana.
La tempestivita' di questa Sua azione e' decisiva per stimolare, non solo
pedagogicamente, l'emergenza di sentimenti migliori dall'interno della
Comunita' italiana.
Sussistono i termini giuridici perche' Lei possa rinviare alle Camere
quell'atto; ma e' evidente che sara' confortato in tale decisione dal
visibile pronunciarsi di molti in difesa del diritto, della civilta',
dell'umanita'.
L'asservimento di gran parte degli organi d'informazione alle esigenze
esclusive della parte governativa puo' essere in questo modo bilanciato da
una semplice azione di buon senso, volta a far conoscere all'opinione
pubblica i contenuti del Decreto per le conseguenze che arrecherebbero:
andando a condizionare pesantemente la vita stessa di tante persone.
Fiducioso nel Suo atteggiamento in questa dirimente circostanza,
cordialmente La saluto
Alessandro Capuzzo

7. UNA SOLA UMANITA'. STEFANO LONGAGNANI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Egregio Presidente Napolitano,
sono un insegnante di scuola superiore. Appena ieri ho esaminato, in
qualita' di commissario degli esami di stato di quest'anno scolastico, due
studentesse prive della cittadinanza italiana. Di origine straniera, queste
due studentesse sono in Italia con le loro famiglie rispettivamente da 5 e
da 17 anni. Diciassette anni su 19... quasi un'intera vita.
Probabilmente qualche loro familiare ha vissuto per periodi non brevi in
situazione di irregolarita' amministrativa, regolarizzandosi alla prima
opportunita' offerta dall'ordinamento. Non e' facile per nessuno
sopravvivere senza i documenti in regola.
Ora il parlamento ha approvato, con il pretesto della "sicurezza", una serie
di disposizioni che rendono la vita di chi straniero si trova nel nostro
paese molto piu' difficile. Non le devo elencare io le pessime conseguenze
che questo provvedimento portera' nella vita di persone gia' in situazione
di grave difficolta', per non parlare dei diritti fondamentali violati, come
il non poter contrarre matrimonio e il non poter riconoscere formalmente i
propri figli.
Premesso questo, Le chiedo, con cuore ed intelletto, di difendere la
Costituzione non firmando questo provvedimento, che viola in modo palese
molti dei principi costituzionali per i quali oltre 60 anni fa molti
italiani hanno messo a rischio la loro vita o sono morti opponendosi al
nazifascismo.
Anche in omaggio alla memoria delle migliaia di vittime italiane del
razzismo nazifascista Le chiedo di non promulgare un provvedimento che,
ispirato nel suo insieme a una percezione dello straniero, del "diverso",
come nemico, mina alla radice la convivenza civile, pacifica e
reciprocamente proficua tra italiani e stranieri, rischiando di alterare in
modo irreversibile la natura stessa della nostra Repubblica.
Cordialmente
Stefano Longagnani
Modena

8. UNA SOLA UMANITA'. GIOVANNI MANDORINO: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

E' nei poteri (e nel dovere) del Presidente della Repubblica rifiutare di
avallare l'introduzione nel corpus legislativo di misure palesemente in
contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, palesemente
criminali e criminogene, palesemente razziste ed incompatibili con
l'ordinamento giuridico della Repubblica e con il sentimento di fraternita'
con tutti gli uomini che ci piace attribuire al popolo italiano.
Unisco la mia voce a quella di altri cittadini, affinche' il Presidente
della Repubblica non promulghi il cosiddetto "decreto sicurezza" approvato
in via defintiva dal Senato in data 2 luglio 2009.
Ritengo che le norme contenute nel decreto violino i diritti fondamentali
previsti dalla Costituzione e dalle Convenzioni internazionali.
Ritengo inoltre che istighi all'odio razziale che gia' tante occasioni ha
avuto di manifestarsi in piccoli e grandi episodi di aggressione contro
stranieri ma anche contro cittadini italiani colpevoli solo di essere scuri
di pelle, e che introduca una "legislazione differenziale" che ricorda
periodi bui della nostra storia.
Se il Presidente rimandasse la legge alle Camere, ciascun parlamentare
avrebbe modo di meglio riflettere sulla propria deliberazione e sulla
responsabilita' che si assume, di fronte alla Storia e alla propria
coscienza, nel sostenere tali norme.
Distinti saluti
Giovanni Mandorino
Pisa

9. UNA SOLA UMANITA'. ALBERTO MILAZZO: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Illustrissimo signor Presidente della Repubblica Italiana,
il colpo di stato razzista compiuto dal governo Berlusconi con la
complicita' di una asservita maggioranza parlamentare puo' e deve essere
respinto.
E' infatti nei Suoi poteri rifiutare di avallare l'introduzione nel corpus
legislativo di misure palesemente in contrasto con la Costituzione della
Repubblica Italiana, razziste ed incompatibili con l'ordinamento giuridico
della Repubblica.
Pertanto, mi permetto di unirmi ai tanti intellettuali, giuristi e
cittadini, che in questi giorni si rivolgono in prima istanza a Lei, signor
Presidente, nel chiederle rispettosamente di non ratificare un deliberato
illegale ed eversivo che viola i fondamenti stessi dello stato di diritto e
della civilta' giuridica, e contrasta con i principi fondamentali della
Costituzione della Repubblica Italiana.
Mi riservo inoltre di far conoscere ad altri questo messaggio, invitandoli a
rivolgerle lo stesso appello.
Con osservanza.
Alberto Maria Milazzo
Pesaro

10. UNA SOLA UMANITA'. PIERANGELO MONTI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Egregio signor Presidente,
il Parlamento italiano ha approvato il cosiddetto "pacchetto sicurezza",
contenente norme discriminatorie nei confronti di persone povere e
sfortunate, che cercano in Italia la possibilita' di iniziare una vita degna
di essere vissuta.
La logica ispiratrice e il contenuto di queste norme sono contrari ai
principi della Costituzione della Repubblica Italiana e della Dichiarazione
universale dei diritti umani.
Le chiedo dunque un atto di coerenza con quanto Ella va sostenendo circa i
valori di uguaglianza, liberta' e fratellanza: non approvi e non ratifichi
con la sua firma il crudele e xenofobo disegno di legge 733.
Con preoccupazione e speranza...
Pierangelo Monti
Ivrea

11. UNA SOLA UMANITA'. GEORGINA ORTIZ: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Caro Presidente Napolitano,
appena ieri Lei e' stato elogiato dal presidente degli Stati Uniti Obama per
essere una persona di grande dignita' ecc. ecc.
Cosa penserebbe il presidente Obama - primo presidente Usa afroamericano -
se sapesse che Lei sta per firmare il "pacchetto sicurezza" con norme che
non si possono che definire razziste?
Forse, prima di firmare un simile decreto, bisognerebbe chiedersi come mai
tutte queste persone fuggono dalla loro terra d'origine, tipo: Nigeria,
Afghanistan, Irak, Iran, Sudan, Ghana, Etiopia, ecc. ecc.
Forse perche' l'Occidente ha in qualche modo causato delle guerre; dello
sfruttamento; non ha fornito le adeguate misure per combattere la smisurata
crescita demografica?
In ogni modo, non ci si puo' permettere di creare un alibi a quella
ignoranza razzista che vuole gli immigrati colpevoli di tutti i mali che
affliggono il nostro Paese.
La prego per questo di non firmare il suddetto "pacchetto" e di rinviarlo
alle Camere per le necessarie modifiche a tutela degli immigrati che non
possono essere considerati dei criminali per il semplice fatto di trovarsi
in un Paese che non e' il loro.
Augurandomi un Suo autorevole intervento.
Le porgo i miei piu' cordiali saluti.
Georgina Ortiz

12. UNA SOLA UMANITA'. ANNA POLO: LA SPERANZA

Ho scritto a Napolitano e ho diffuso l'appello invitando a scrivergli.
Spero che serva.
Anna Polo

13. UNA SOLA UMANITA'. FABIO RAGAINI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Gentilissimo signor Presidente della Repubblica,
in questi giorni in molti si sono rivolti alla Sua persona in merito ai
contenuti del cosiddetto "ddl sicurezza" ora convertito in legge.
I contenuti del testo hanno suscitano e suscitano grandi preoccupazioni in
tema di violazione dei diritti umani ed esso si pone in contrasto con i
principi contenuti nella nostra Carta Costituzionale; vengo dunque ad
associarmi a quanti hanno richiesto un suo intervento nei confronti del
parlamento volto a rivedere i contenuti del provvedimento.
Cordiali saluti,
Fabio Ragaini

14. UNA SOLA UMANITA'. RAFFAELLO SAFFIOTI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Signor Presidente,
Le scrivo semplicemente per adempiere ad un dovere di coscienza civica.
Come cittadino italiano sento il dovere di non tacere dopo che il Parlamento
ha approvato il cosiddetto "pacchetto sicurezza" e voglio unirmi a tutti
quelli che in questi giorni Le stanno scrivendo per chiederLe di non
ratificare quel provvedimento legislativo.
Un gran numero di cittadini italiani, credo la parte migliore del Paese, Le
sta chiedendo di esercitare un suo potere previsto dalla Costituzione.
Di fronte ad una cosi' vasta mobilitazione, puo' Lei restare indifferente?
Tutti quelli che si rivolgono al Presidente della Repubblica lo fanno
perche' hanno fiducia nel suo intervento, proprio in un periodo di grave
crisi politica e morale.
Questo movimento in atto dimostra la vitalita' della coscienza civile del
nostro Paese, a fronte della sfiducia molto diffusa verso i partiti, se non
verso la politica. Ed e' motivo di speranza per il rinnovamento del nostro
sistema democratico.
Questo fronte che si va allargando giorno per giorno trae la sua forza dalla
nostra Costituzione, caratterizzata da un felice equilibrio tra i vari
poteri dello Stato. Proprio in momenti come quelli che stiamo vivendo,
assume un particolare rilievo la figura del Capo dello Stato non solo per le
altissime funzioni che e' chiamato ad esercitare, ma anche perche' il suo
profilo morale si distingue nettamente da quello di altre figure politiche e
istituzionali. Questo profilo morale serve anche, in questo momento, a dare
dignita' all'Italia a livello internazionale.
I movimenti di opinione servono in democrazia ed e' un bene che si sia in
tanti ad esercitare il diritto di espressione del pensiero, come garantito
dall'articolo 21 della nostra Costituzione.
Il Capo dello Stato e' la figura piu' idonea del nostro sistema
costituzionale a raccogliere le istanze piu' avanzate della pubblica
opinione e dei movimenti della societa' civile.
Il dibattito che si e' sviluppato in questi mesi nel Paese, mentre il
"pacchetto sicurezza" seguiva l'iter parlamentare, si e' arricchito via via
di argomenti non solo giuridici, ma anche civili e religiosi, che oggi danno
il sostegno necessario al Presidente della Repubblica per l'esercizio del
suo potere di non ratificare il provvedimento parlamentare.
Signor Presidente,
Le scrivo perche' mosso non solo dalla mia coscienza civile, ma anche dalla
coscienza religiosa.
Viviamo in un paese che si professa cattolico ed e' stata proprio la
tradizione religiosa cattolica a giustificare la regolamentazione dei
rapporti tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica attraverso i Patti
Lateranensi con l'articolo 7 della nostra Costituzione.
Col "pacchetto sicurezza" sono in gioco fondamentali diritti umani,
affermati dalla Costituzione italiana e dalla Dichiarazione universale dei
diritti dell'uomo del 1948.
La coscienza religiosa si rivela molto sensibile nella difesa di questi
diritti, in generale, e dei diritti degli immigrati in quanto esseri umani,
in particolare.
Faccio parte di un'associazione impegnata a promuovere la cultura della pace
e della nonviolenza e noto con piacere che in questi mesi si e' formato un
vero movimento di resistenza nonviolenta contro la politica governativa che
sta stravolgendo la nostra Costituzione. La diffusione del virus del
razzismo e dell'intolleranza ha provocato la nascita di questo movimento dal
basso che usa le tecniche della nonviolenza, con assunzione personale di
responsabilita' che non ammette delega.
Rimangono gravi i motivi di allarme per il processo legislativo di questo
Parlamento. La nonviolenza e' in cammino, ma il cammino rimane molto lungo.
Rimane da spiegare il consenso che finora ha sostenuto questo Governo e
questa maggioranza parlamentare. Gli appelli al Capo dello Stato sono
necessari, ma non sono sufficienti. Oltre l'emergenza, serve l'impegno
quotidiano per una cittadinanza attiva e c'e' bisogno di una nuova cultura e
di una nuova educazione.
Come non citare, anche in questa occasione, la lettera di don Lorenzo Milani
ai cappellani militari del 1965: "Se voi avete il diritto di dividere il
mondo in italiani e stranieri allora io vi dico che, nel vostro senso, io
non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e
oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni sono la
mia Patria, gli altri i miei stranieri. E se voi avete il diritto (...) di
insegnare che italiani e stranieri possono lecitamente anzi eroicamente
squartarsi a vicenda, allora io reclamo il diritto di dire che anche i
poveri possono e debbono combattere i ricchi. E almeno nella scelta dei
mezzi sono migliore di voi: le armi che voi approvate sono orribili macchine
per uccidere, mutilare, distruggere, far orfani e vedove. Le uniche armi che
approvo io sono nobili e incruente: lo sciopero e il voto".
Ma la citazione piu' forte e piu' bella rimane quella del Vangelo: "Ho avuto
fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero
forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete
visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi".
La forza della coscienza e' la forza piu' grande.
Quando la coscienza parla, l'uomo deve ascoltare la  sua voce.
E quando le leggi dello Stato si rivelano sommamente ingiuste, non rimane
che fare ricorso alla obiezione di coscienza.
Raffaello Saffioti,
Associazione Casa per la Pace "D. A. Cardone", Palmi (Reggio Calabria)

15. UNA SOLA UMANITA'. CARLO SANSONETTI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Signor Presidente,
unisco anche la mia voce a quella di tanti e tante che vedono nella legge
appena approvata al Senato, e che si richiama al cosiddetto "pacchetto
sicurezza", un colpo quasi mortale alla nostra civilta' antica di
accoglienza verso il migrante e di rispetto per la dignita' di ogni persona.
Signor Presidente,
la prego di ascoltare in queste nostre voci la voce stessa della sua
coscienza, formata alla nobile scuola della Resistenza e a quell'altra,
altrettanto nobile, della Democrazia. Dia corpo giuridico a questo nostro
appello, fermi la barbarie che non ci minaccia piu' dall'esterno ma che
sgorga, come scheggia impazzita, dal grembo stesso della nostra nazione.
Le parliamo anche a nome di tutti i nostri bambini che ora stanno crescendo
e degli altri che nasceranno in questi tempi: essi impareranno a vivere
anche sulla base delle leggi che reggeranno la loro vita sociale, perche'
ogni legge crea pur sempre un costume sociale.
Signor Presidente,
oggi lei e' il garante della difesa della migliore tradizione di quel
Diritto che la nostra nazione vanta in tutto il mondo, e che oggi soffre
l'inaudito rischio di vedersi spazzata via da una Legge discriminatoria e
razzista.
Signor Presidente,
mi consenta di rivolgerle infine queste ultime parole che mi detta la mia
coscienza cristiana, investita dell'altissimo dono del Ministero
Sacerdotale. Gesu' Cristo, il cui Vangelo ha fatto da fondamento a
tantissima cultura e civilta' che oggi viviamo nel mondo intero, ha dato
agli occhi e al cuore dei piu' diseredati il dono di capire che cio' che
siamo, perfino il peggior peccatore, e cio' che abbiamo, perfino la piu'
inutile delle cose, ha un valore inestimabile. Che non capiti di vedere, nel
nostro amatissimo Paese, altri respingimenti proprio verso questi prediletti
di Dio: e' infatti questo il terribile scenario che si sta dispiegando
davanti ai nostri occhi con l'approvazione di questa legge.
Distinti saluti,
don Carlo Sansonetti,
parroco ad Attigliano (Terni)

16. UNA SOLA UMANITA'. GIOVANNI SARUBBI: UNA LEGGE BARBARA

Se il Presidente Napolitano promulghera' il cosiddetto "pacchetto
sicurezza", questo passera' nel generale disinteresse della gente. Questo e'
purtroppo il dato con cui dovremo fare i conti perche' contro tale pacchetto
di idee naziste non e' stato fatto nulla o quasi nulla, neppure da parte dei
partiti di opposizione. Basti pensare che la capogruppo in senato del Pd,
dopo l'approvazione definitiva della legge, ha dichiarato che questa legge
"non serve a bloccare l'immigrazione clandestina", accettando di fatto la
propaganda leghista che ha trasformato nella coscienza della gente la parola
"clandestino" e la parola "immigrato" in sinonimi di criminali. E' chiaro
che non si potra' impedire alla destra di fare alcunche' se la si continua a
legittimare e ad inseguire sui suoi slogan fascistoidi. Ed in effetti questa
legge e' anche figlia delle scelte del centrosinistra durante i suoi anni di
governo durante i quali ha messo in atto per primo le azioni anti-immigrati.
Basti ricordare l'apertura dei Cpt, voluti dalla legge Turco-Napolitano, o
l'affondamento di un barcone di immigrati provenienti dall'Albania durante
il primo governo Prodi, o le ordinanze dei sindaci sceriffi del
centrosinistra.
In piu' quasi nessuno conosce i contenuti della legge che, non a caso, e'
stata battezzata come "pacchetto sicurezza" per far passare l'idea di un
pericolo, quello dei migranti e dei barboni, da fronteggiare con le maniere
forti. Le ronde faranno poi il resto.
Ho scritto personalmente al Presidente Napolitano chiedendogli di non
ratificare la nuova e piu' perversa versione delle leggi razziali del '38.
Credo sia importante che ogni cittadino italiano amante della nostra
Costituzione faccia sentire al Presidente Napolitano il suo dissenso per
questa legge barbara.
Mi auguro che il Presidente Napolitano non firmi ma dico anche con
franchezza che sono pessimista e mi preparo al peggio.

17. UNA SOLA UMANITA'. UNA PREGHIERA AD ALCUNE PERSONE AMICHE

Carissime e carissimi,
stiamo sollecitando persone e movimenti a scrivere al Presidente della
Repubblica affinche' non ratifichi le misure razziste, criminogene ed
incostituzionali contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" approvato
dal Senato in seconda lettura il 2 luglio 2009, ovvero rinvii alle Camere
quel provvedimento chiedendone la modifica nelle parti palesemente
incompatibili con la Costituzione e le norme del diritto internazionale
recepite nell'ordinamento della Repubblica Italiana.
Vorremmo pregarvi:
a) di scrivere anche voi al Presidente della Repubblica in tal senso, e di
rendere pubblica tale iniziativa comunicandola a mezzi d'informazione ed
interlocutori vari;
b) di esortare altre persone a farlo, rendendo anch'esse pubblica la loro
iniziativa;
c) di inviarci un vostro intervento da pubblicare sul nostro notiziario
telematico quotidiano.
La tempestivita' e' decisiva, ed altrettanto decisiva e' la vastita' della
mobilitazione: sussistono i termini giuridici perche' il Presidente della
Repubblica possa rinviare alle Camere quell'atto, ma e' evidente che sara'
confortato in tale decisione dal visibile pronunciarsi di una vasta parte
del popolo italiano in difesa del diritto, della civilta', dell'umanita'.
Facciamo quanto e' in nostro potere perche' questo accada.
Per scrivere al Presidente della Repubblica l'indirizzo postale e':
Presidente della Repubblica, piazza del Quirinale, 00187 Roma; il fax:
0646993125; l'indirizzo di posta elettronica e':
presidenza.repubblica at quirinale.it ; nel web:
https://servizi.quirinale.it/webmail/
Un cordiale saluto,
il Centro di ricerca per la pace di Viterbo
Viterbo, 7 luglio 2009

18. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CONTRO IL
COLPO DI STATO RAZZISTA

Il colpo di stato razzista compiuto dal governo Berlusconi con la
complicita' di una asservita maggioranza parlamentare puo' e deve essere
respinto.
E' nei poteri del Presidente della Repubblica rifiutare di avallare
l'introduzione nel corpus legislativo di misure palesemente in contrasto con
la Costituzione della Repubblica Italiana, palesemente criminali e
criminogene, palesemente razziste ed incompatibili con l'ordinamento
giuridico della Repubblica.
Al Presidente della Repubblica in prima istanza facciamo ora appello
affinche' non ratifichi un deliberato illegale ed eversivo che viola i
fondamenti stessi dello stato di diritto e della civilta' giuridica, che
viola i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana.
Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 2 luglio 2009

19. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEGLI INTELLETTUALI CONTRO IL RITORNO DELLE
LEGGI RAZZIALI IN ITALIA

Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una
straordinaria influenza sulla intera societa' europea, dal Rinascimento
italiano al fascismo.
Non sempre sono state pero' conosciute in tempo.
In questo momento c'e' una grande attenzione sui giornali europei per alcuni
aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, pero', un
dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l'attenzione dell'opinione
pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni
passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si
riuscira' ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell'Europa e di far
arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero.
Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al
Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme
discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si
vedevano dai tempi delle leggi razziali.
E' stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non piu' gli
ebrei bensi' la popolazione degli immigrati "irregolari", che conta
centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti
previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti.
Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalita', l'esercizio di
un diritto fondamentale quale e' quello di contrarre matrimonio senza
vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene
sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani.
Con una norma ancora piu' lesiva della dignita' e della stessa qualita'
umana, e' stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in
condizioni di irregolarita' amministrativa, di riconoscere i figli da loro
stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una
maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere "irregolari"
diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri
e messi nelle mani dello Stato.
Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi
razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei
loro figli, ne' le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro
bambini da parte dello Stato.
Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravita' di queste
misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse
una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune
umanita'. L'Europa non puo' ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori
regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi
internazionali e i principi garantisti e di civilta' giuridica su cui si
basa la stessa costruzione politica europea.
E' interesse e onore di tutti noi europei che cio' non accada.
La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che
viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa.
A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la
propria opposizione.
Roma, 29 giugno 2009
Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame,
Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio

20. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEI GIURISTI CONTRO L'INTRODUZIONE DEI REATI
DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE DEI MIGRANTI

Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie
innovazioni che suscitano rilievi critici.
In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della
discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e
il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma
che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso
simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e
presenta molteplici profili di illegittimita' costituzionale.
La norma e', anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiche' la sua
sfera applicativa e' destinata a sovrapporsi integralmente a quella
dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta
irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema
ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata,
nel rispetto del principio di proporzionalita', solo in mancanza di altri
strumenti idonei al raggiungimento dello scopo.
Ne' un fondamento giustificativo del nuovo reato puo' essere individuato
sulla base di una presunta pericolosita' sociale della condizione del
migrante irregolare: la Corte Costituzionale (sent. 78 del 2007) ha infatti
gia' escluso che la condizione di mera irregolarita' dello straniero sia
sintomatica di una pericolosita' sociale dello stesso, sicche' la
criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si
rivela anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo.
L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non
rappresentano, di per se', fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale,
ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di
migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato
discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di
eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia
penale, in base alla quale si puo' essere puniti solo per fatti materiali.
L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme
di ineffettivita' del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di
ulteriori processi privi di reale utilita' sociale e condannato per cio'
alla paralisi. Ne' questo effetto sarebbe scongiurato dalla attribuzione
della relativa cognizione al giudice di pace (con alterazione degli attuali
criteri di ripartizione della competenza tra magistratura professionale e
magistratura onoraria e snaturamento della fisionomia di quest'ultima): da
un lato perche' la paralisi non e' meno grave se investe il settore di
giurisdizione del giudice di pace, dall'altro per le ricadute sul sistema
complessivo delle impugnazioni, gia' in grave sofferenza.
Rientra certo tra i compiti delle istituzioni pubbliche "regolare la materia
dell'immigrazione, in correlazione ai molteplici interessi pubblici da essa
coinvolti ed ai gravi problemi connessi a flussi migratori incontrollati"
(Corte Cost., sent. n. 5 del 2004), ma nell'adempimento di tali compiti il
legislatore deve attenersi alla rigorosa osservanza dei principi
fondamentali del sistema penale e, ferma restando la sfera di
discrezionalita' che gli compete, deve orientare la sua azione a canoni di
razionalita' finalistica.
"Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le societa' piu'
avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, si' che (...) non si
puo' non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o
anche soltanto tentazioni, volte a 'nascondere' la miseria e a considerare
le persone in condizioni di poverta' come pericolose e colpevoli". Le parole
con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimita' del reato di
"mendicita'" di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995)
offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella
dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria
complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla
Costituzione a tutte le persone.
25 giugno 2009
Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano
Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia,
Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio
Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi,
Stefano Rodota', Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo
Zagrebelsky

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INVITO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
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Supplemento straordinario de "La nonviolenza e' in cammino" del 9 luglio
2009
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