Minime. 869



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 869 del 2 luglio 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. No all'apartheid, vi e' una sola umanita'
2. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e
soggiorno illegale dei migranti
3. Caterina Paolini: Esseri umani
4. Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione: Un esposto
5. Tavolo Asilo: Una lettera aperta
6. Carlo Lania intervista Patrizio Gonnella
7. A Bolzano il 3 luglio
8. A Verona il 4 luglio
9. A Firenze il 6 luglio
10. "Azione nonviolenta" di luglio
11. La libreria delle donne di Barcellona cambia sede
12. Il primo luglio a Viterbo
13. Riletture: Erich Auerbach, Da Montaigne a Proust
14. Riletture: Erich Auerbach, Lingua letteraria e pubblico nella tarda
antichita' latina e nel Medioevo
15. Riletture: Erich Auerbach, Introduzione alla filologia romanza
16. Riletture: Erich Auerbach, La tecnica di composizione della novella
17. Riletture: Erich Auerbach, Mimesis
18. Riletture: Erich Auerbach, San Francesco, Dante, Vico
19. Riletture: Erich Auerbach, Studi su Dante
20. La "Carta" del Movimento Nonviolento
21. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. NO ALL'APARTHEID, VI E' UNA SOLA UMANITA'

Il regime dell'apartheid e' un crimine contro l'umanita'.
Le deportazioni sono un crimine contro l'umanita'.
I campi di concentramento sono un crimine contro l'umanita'.
Lo squadrismo e' un crimine contro l'umanita'.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
*
Le misure razziste e golpiste contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza"
sono illegali e criminali.
Il governo che pretende di imporle e' eversore e barbarico.
E' diritto e dovere di ogni persona opporsi al razzismo.
Di ogni istituzione democratica e' obbligo di legge opporsi  al razzismo.
*
Il senato non approvi il disegno di legge razzista.
Il popolo italiano contrasti il tentativo di colpo di stato razzista.
Difendere occorre la legalita', la democrazia, la civilta'.
*
No all'apartheid, vi e' una sola umanita'.

2. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEI GIURISTI CONTRO L'INTRODUZIONE DEI REATI
DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE DEI MIGRANTI
[Riproponiamo il seguente appello]

Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie
innovazioni che suscitano rilievi critici.
In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della
discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e
il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma
che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso
simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e
presenta molteplici profili di illegittimita' costituzionale.
La norma e', anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiche' la sua
sfera applicativa e' destinata a sovrapporsi integralmente a quella
dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta
irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema
ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata,
nel rispetto del principio di proporzionalita', solo in mancanza di altri
strumenti idonei al raggiungimento dello scopo.
Ne' un fondamento giustificativo del nuovo reato puo' essere individuato
sulla base di una presunta pericolosita' sociale della condizione del
migrante irregolare: la Corte Costituzionale (sent. 78 del 2007) ha infatti
gia' escluso che la condizione di mera irregolarita' dello straniero sia
sintomatica di una pericolosita' sociale dello stesso, sicche' la
criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si
rivela anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo.
L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non
rappresentano, di per se', fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale,
ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di
migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato
discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di
eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia
penale, in base alla quale si puo' essere puniti solo per fatti materiali.
L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme
di ineffettivita' del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di
ulteriori processi privi di reale utilita' sociale e condannato per cio'
alla paralisi. Ne' questo effetto sarebbe scongiurato dalla attribuzione
della relativa cognizione al giudice di pace (con alterazione degli attuali
criteri di ripartizione della competenza tra magistratura professionale e
magistratura onoraria e snaturamento della fisionomia di quest'ultima): da
un lato perche' la paralisi non e' meno grave se investe il settore di
giurisdizione del giudice di pace, dall'altro per le ricadute sul sistema
complessivo delle impugnazioni, gia' in grave sofferenza.
Rientra certo tra i compiti delle istituzioni pubbliche "regolare la materia
dell'immigrazione, in correlazione ai molteplici interessi pubblici da essa
coinvolti ed ai gravi problemi connessi a flussi migratori incontrollati"
(Corte Cost., sent. n. 5 del 2004), ma nell'adempimento di tali compiti il
legislatore deve attenersi alla rigorosa osservanza dei principi
fondamentali del sistema penale e, ferma restando la sfera di
discrezionalita' che gli compete, deve orientare la sua azione a canoni di
razionalita' finalistica.
"Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le societa' piu'
avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, si' che (...) non si
puo' non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o
anche soltanto tentazioni, volte a 'nascondere' la miseria e a considerare
le persone in condizioni di poverta' come pericolose e colpevoli". Le parole
con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimita' del reato di
"mendicita'" di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995)
offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella
dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria
complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla
Costituzione a tutte le persone.
25 giugno 2009
Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano
Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia,
Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio
Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi,
Stefano Rodota', Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo
Zagrebelsky

3. UNA SOLA UMANITA'. CATERINA PAOLINI: ESSERI UMANI
[Dal quotidiano "La Repubblica" del primo luglio 2009 col titolo "Immigrati,
immorale respingerli senza controlli" e il sommario "Il presidente Fini
torna sul tema dei rifugiati. Il ddl sicurezza da oggi al Senato. Il
discorso a Madrid: Prima viene la dignita' della persona, poi la condizione
di legalita' o meno"]

"Sarebbe immorale dire subito 'sei clandestino, ti rimando al tuo Paese'.
Sarebbe come condannare quella persona a morte, in alcuni casi. E' infatti
assolutamente indispensabile distinguere chi chiede asilo politico. I
rifugiati non possono essere automaticamente equiparati al clandestino
perche' cosi' si farebbe venir meno la dignita' della persona umana".
A dirlo non e' un esponente dell'opposizione ma il presidente della Camera e
leader di An Gianfranco Fini durante un forum del giornale spagnolo "El
Mundo" nel quale parla di dignita', di valore, di essere umani che "prima
sono uomini e poi immigrati, prima viene la dignita' della persona e poi la
condizione di legalita' o meno".
Parole importanti, frasi che pesano e che suonano come una dura critica al
ddl sicurezza che oggi arriva al vaglio del Senato e si appresta nel giro di
una settimana ad entrare in vigore, fortemente voluto dal governo e dal
ministro Maroni. Parole, quelle di Fini, che provocano qualche imbarazzo
nella maggioranza, nessun commento da Pdl e Lega mentre un plauso arriva dal
Pd. Perche' le sue frasi sembrano contestare proprio i pilastri del
pacchetto sicurezza, e soprattutto il nuovo reato di immigrazione
clandestina. Ma la maggioranza non pare disposta a cambiare rotta, anzi,
sembra proprio che verra' posta la fiducia, come accadde alla Camera, per
accorciare i tempi ed evitare la discussione dei 160 emendamenti proposti.
Tutto questo, nonostante le critiche dalle opposizioni, dalle organizzazioni
sociali e religiose contrarie sia alla creazione del reato di immigrazione
clandestina che all'introduzione delle ronde contenute nel decreto. Critiche
che si trasformano anche in gesti concreti.
Ieri l'Arci ha infatti annunciato un'azione di disobbedienza civile e di
protesta. Porte aperte per l'accoglienza degli immigrati contro il pacchetto
sicurezza che definisce simile alle leggi razziali.
"Il disegno di legge - afferma infatti Filippo Miraglia, responsabile
immigrazione dell'Arci - introduce un sistema di apartheid e per questo va
considerato una legge razziale. Sara' lo status di immigrato a determinare
il godimento o meno del diritto. Cittadini che vivono nello stesso paese non
saranno tutti uguali di fronte alla legge ne' godranno delle stesse
garanzie".
E mentre l'Arci invita i cittadini alla disobbedienza civile, arrivano le
parole di Fini che pensa ad una politica dell'immigrazione "che si basi su
due pilastri": da una parte aiutare i paesi poveri a progredire e dall¥altra
cercare "di assorbire con parita' di diritti e doveri tutti gli stranieri di
cui abbiamo drammaticamente bisogno", dice parlando delle badanti che
assistono gli anziani che col nuovo ddl si troverebbero fuorilegge dalle
tempie grigie. Sottolinea anche la necessita' di fare un "rigoroso controllo
nazionale" per verificare "la sussistenza dei requisiti per chiedere asilo
politico". Il presidente della Camera ha citato anche il caso di alcune
norme contenute inizialmente nel ddl sicurezza all'esame del senato che
obbligavano i medici a denunciare i clandestini: "e' necessario distinguere
tra immigrazione regolare e clandestina. Tuttavia anche per gli irregolari
vale il principio base della nostra cultura, prima sono uomini e poi
immigrati. Non e' accettabile che venga messa in secondo piano la dignita'
della persona rispetto alla condizione di legalita' o meno del proprio
status".

4. UNA SOLA UMANITA'. ASSOCIAZIONE PER GLI STUDI GIURIDICI
SULL'IMMIGRAZIONE: UN ESPOSTO
[Dal sito dell'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione
(www.asgi.it) riprendiamo il seguente comunicato del 22 giugno 2009 col
titolo "Esposto alle istanze europee ed internazionali contro il
respingimento dei profughi"]

Un pool di associazione italiane ed europee, tra cui l'Asgi, ha inviato un
esposto alla Commissione europea, al Comitato Onu per i diritti umani e al
Commissario per i diritti umani presso il Consiglio d'Europa contro il
respingimento dei profughi in Libia.
Nell'esposto le associazioni illustrano le gravi violazioni dei diritti
umani riconosciuti a livello internazionale ed europeo determinate dalle
operazioni di  respingimento in Libia di imbarcazioni di profughi
intercettati nel canale di Sicilia ed effettuate dalle autorita' italiane a
partire dal 7 maggio scorso. Le associazioni si appellano alle istituzioni
internazionali ed europee affinche' condannino l'Italia e richiedano alle
autorita' del nostro paese di non procedere ad ulteriori respingimenti.
Viene inoltre richiesto alla Commissione europea di intraprendere una
procedura di infrazione nei confronti dell'Italia per violazione delle norme
comunitarie in materia di protezione internazionale.
Le associazioni italiane firmatarie dell'esposto sono il Servizio rifugiati
dei gesuiti, la Comunita' di Sant'Egidio, il Consiglio italiano per i
rifugiati, l'Arci, l'Asgi, Libera, la Federazione delle chiese evangeliche,
la Casa dei diritti sociali di Roma, i Giuristi democratici, il Gruppo
Abele, Progetto diritti. Le associazioni estere che hanno firmato l'esposto
sono il Gisti, l'Anafe, l'Euro-Mediterranean Human Rights Network, il Jesuit
Refugee Service Europe, Migreurop e Flare network.

5. UNA SOLA UMANITA'. TAVOLO ASILO: UNA LETTERA APERTA
[Dal sito dell'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione
(www.asgi.it) riprendiamo la seguente lettera aperta del 10 giugno 2009]

Lettera aperta al Presidente della Repubblica e al presidente del Consiglio
dei ministri sui rinvii di migranti e richiedenti asilo verso la Libia
Le organizzazioni firmatarie, appartenenti al Tavolo Asilo, si appellano al
Presidente della Repubblica e al presidente del Consiglio dei Ministri per
chiedere attenzione verso i diritti umani e il diritto d'asilo, che e' in
pericolo a causa della politica perseguita dall'Italia nel Mediterraneo.
Tra il 6 e l'11 maggio, unita' navali italiane hanno rinviato forzatamente
in Libia alcune centinaia di persone - 471 secondo quanto dichiarato dal
Ministro dell'Interno al Senato il 25 maggio - dopo averle intercettate
nelle acque del Mediterraneo. A riguardo, intendiamo innanzitutto esprimere
la nostra profonda preoccupazione e il nostro rammarico per la mancanza di
trasparenza che ha caratterizzato tali operazioni. Non si ha notizia che
riguardo alle persone trasportate in Libia sia stata rilevata la
nazionalita', l'eventuale minore eta', l'eventuale stato di gravidanza delle
donne, o la possibile richiesta di protezione internazionale, cosi' come non
risulta che siano state accertate le condizioni di salute. L'Alto
Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) ha dichiarato che
tra le persone riportate in Libia vi erano cittadini somali ed eritrei in
cerca di protezione internazionale. In proposito e' utile ricordare che, nel
2008, circa il 75% dei 35.000 migranti giunti in Italia via mare ha fatto
richiesta di asilo e al 50% di questi e' stata concessa una forma di
protezione (fonte: Ministero dell'Interno).
Inoltre, secondo fonti di organizzazioni non governative, da maggio 2008 a
febbraio 2009 sono stati circa 2.000 i minori stranieri non accompagnati
arrivati via mare a Lampedusa e negli ultimi anni sono aumentate le donne in
gravidanza e i migranti con patologie legate alle condizioni di viaggio via
mare come traumi, ustioni, ferite. Di conseguenza riteniamo che, assieme a
persone bisognose di protezione internazionale, tra i migranti rinviati in
Libia potessero esservi minori non accompagnati e persone bisognose di cure
mediche.
La Libia e' un paese che non aderisce alla Convenzione di Ginevra sui
Rifugiati del 1951, non ha una procedura di asilo e non ha offerto sinora
alcuna protezione a migranti e rifugiati, quindi non puo' essere considerata
un posto sicuro.
La Convenzione di Ginevra relativa allo status dei rifugiati, la Convenzione
Europea per la salvaguardia dei Diritti Umani e delle Liberta' Fondamentali,
la Convenzione Onu contro la tortura e altre pene o trattamenti inumani o
degradanti, la Carta dei Diritti fondamentali dell'Unione europea e il Testo
Unico sull'immigrazione della normativa italiana vietano le espulsioni, i
respingimenti e ogni forma di rinvio, diretto o indiretto, verso luoghi nei
quali esista un serio rischio che le persone rinviate possano essere vittime
di tortura,  persecuzione, altre gravi violazioni dei diritti umani e
conflitti armati o condizioni di violenza generalizzata. Gli obblighi
sanciti in questi strumenti internazionali e richiamati dalla normativa
nazionale sono inderogabili e debbono essere sempre rispettati dalle
autorita' che svolgono attivita' di controllo alle frontiere e contrasto
all'immigrazione irregolare, anche quando operano in zone extraterritoriali.
L'allontanamento di persone dalle coste europee, direttamente dal mare,
senza aver dato loro accoglienza e assistenza medica a terra, rappresenta
inoltre una violazione di principi umanitari, tenendo conto che queste
persone hanno effettuato un viaggio lungo e pericoloso, in condizioni
estreme.
Riteniamo sia da accogliere con favore la possibilita' che, anche con il
contributo dell'Italia e dell'Unione Europa, si possa costruire un sistema
di asilo in paesi esterni all'Unione Europea fortemente investiti da flussi
migratori, come la Libia. Tuttavia, cio' non puo' condurre all'ipotesi di
demandare a paesi terzi l'esame delle domande di asilo presentata da
rifugiati che intendono chiedere protezione all'Italia e ad altri paesi
europei. Il presupposto ineludibile del rispetto del diritto d'asilo nel
diritto internazionale e' infatti rappresentato, in primo luogo, dal diritto
di accesso dei rifugiati al territorio dei paesi ove essi intendono chiedere
protezione e l'esame delle domande di protezione internazionale deve sempre
avvenire sotto la piena giurisdizione di tali stati.
Vorremmo infine segnalare che a oggi, nonostante le ripetute richieste di
trasparenza, non sono stati resi pubblici gli accordi tecnici in materia
d'immigrazione stipulati tra Italia e Libia negli ultimi anni.
Le associazioni firmatarie si rivolgono al Presidente della Repubblica e al
presidente del Consiglio dei ministri affinche' venga ripristinato il
rispetto del diritto internazionale.
Chiediamo che sia assicurata una prassi basata sul soccorso, la prima
accoglienza e l'identificazione dei gruppi vulnerabili tra cui i richiedenti
asilo, le vittime di tratta e i minori e che i migranti intercettati vengano
portati a terra in Italia dove possano essere identificati, presentare
richiesta di protezione internazionale e ricevere adeguate cure mediche, con
un'analisi dei casi individuali svolta in conformita' con le norme vigenti.
Roma, 10 giugno 2009
Amnesty International Italia; Arci; Asgi (Associazione per gli Studi
Giuridici sull'Immigrazione); Associazione Progetto Diritti; Associazione
Senza Confine; Casa dei Diritti Sociali; Centro Astalli - Jrs Italia; Fcei
(Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia); Cir (Consiglio Italiano
per i Rifugiati); Centro Ex Canapificio, Castevolturno; Simm (Societa'
Italiana Medicina delle Migrazioni)
*
Per informazioni: ufficio stampa Asgi: tel. 3470091756

6. UNA SOLA UMANITA'. CARLO LANIA INTERVISTA PATRIZIO GONNELLA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 30 giugno 2009 col titolo "Allarme
carceri: Superato ogni limite di sovraffollamento" e il sommario "Giustizia.
Gonnella (Antigone): La legge sulla droga ha riempito gli istituti. E il
reato di clandestinita' peggiorera' ulteriormente le cose"]

La legge Fini-Giovanardi sulle droghe, la Cirielli sulla recidiva e la
Bossi-Fini sull'immigrazione. Si deve soprattutto a queste tre leggi se oggi
le carceri sono diventate un mix pericoloso e drammatico, con un numero di
detenuti che ormai ha superato ogni livello giudicato tollerabile dallo
stesso ministero di Grazia e Giustizia. Non e' quindi un caso se l'annuale
rapporto con cui l'associazione Antigone monitora la situazione degli
istituiti penitenziari, e che viene presentato oggi a Roma, si intitola
"Oltre il tollerabile". Un'emergenza che rischia di diventare piu'
drammatica con l'entrata in vigore del reato di clandestinita' contenuto nel
ddl sicurezza, la cui approvazione al Senato e' prevista a breve. "Un
provvedimento inutile e folle, che con il tempo non fara' che peggiorare
ulteriormente la situazione", spiega Patrizio Gonnella, presidente di
Antigone.
*
- Carlo Lania: Partiamo dai numeri: quanti sono i detenuti?
- Patrizio Gonnella: Le carceri possono ospitare fino a 43.000 detenuti, il
ministero giudica "tollerabile" un affollamento di 63.000 detenuti. Oggi
siamo ormai a quasi 64.000, quindi abbiamo una situazione di
sovraffollamento intollerabile.
*
- Carlo Lania: Oltre all'esaurimento dell'effetto indulto, a cosa si deve
questa situazione di emergenza?
- Patrizio Gonnella: L'effetto indulto e' durato poco. Un provvedimento
importante e' stato utilizzato male sia per la riorganizzazione della
struttura penitenziaria, sia perche' non si e' messa mano ad alcuna delle
norme che poi nel tempo hanno prodotto carcerazione. In particolare la legge
sulle droghe, la legge Cirielli sulla recidiva e la legge Bossi-Fini
sull'immigrazione. Cito un dato soltanto: quasi il 40% dei detenuti e'
dentro per aver violato una sola norma, l'articolo 73 del testo unico sulle
droghe, cosi' come e' stato reso piu' duro e pesante dalla legge
Fini-Giovanardi. Solo per questa fattispecie di reato ci sono due detenuti
su cinque nelle carceri.
*
- Carlo Lania: Uno scenario drammatico che rischia di aggravarsi con
l'introduzione del reato di clandestinita'.
- Patrizio Gonnella: Il reato non produrra' effetti nell'immediatezza, ma
nel tempo. Subito ci saranno la magistratura e i giudici di pace inondati di
processi che pero' non si chiuderanno con una previsione di carcere.
*
- Carlo Lania: Perche' per i clandestini e' prevista una sanzione
amministrativa, una multa variabile tra i 5.000 e i 10.000 euro.
- Patrizio Gonnella: Esatto, tutto inutile e folle. Tu processi una persona
perche' clandestina,la tieni un anno sotto processo, poi la condanni a una
sanzione pecuniaria che non paghera' mai, perche' quale clandestino
paghera'? Infine gli dai il foglio di via e lui restera' in Italia ed ecco
che allora potra' intervenire la legge Bossi-Fini, la violazione dell'ordine
di espulsione. A quel punto puo' essere che ci sia una nuova ondata di
ingressi in carcere, di migliaia di persone. Consideri che solo quest'anno
sono entrate in carcere, per non aver ottemperato all'obbligo di espulsione,
piu' o meno tremila persone, ma se la legge passera' questo dato sara'
almeno dieci volte piu' alto.
*
- Carlo Lania: Alcuni sindacati di polizia parlano di rischio di rivolte
nelle carceri. Condivide questa preoccupazione?
- Patrizio Gonnella: I detenuti non sono organizzati come un tempo, non
siamo negli anno '70 e '80 quando si saliva sui tetti e le rivolte erano di
tipo politico. Oggi c'e' disperazione, la rivolta e' individuale, non
collettiva. E' quindi molto probabile che ci sara' un aumento di episodi di
autolesionismo, di suicidi e di violenze determinate dalla disperazione.

7. INIZIATIVE. A BOLZANO IL 3 LUGLIO
[Da Edi Rabini (per contatti: edorabin at fastwebnet.it) riceviamo e
diffondiamo]

Manifestazione a sostegno del popolo iraniano, Bolzano, 3 luglio, ore 20.
Con grande preoccupazione vediamo ogni giorno le immagini, e leggiamo
notizie, di una violenta repressione in corso nelle citta' iraniane, contro
manifestazioni di donne, giovani, giornalisti, intellettuali, artisti,
semplici cittadini, che denunciano brogli nelle ultime elezioni
presidenziali.
Non possiamo rimanere indifferenti davanti a questa intollerabile violazione
della democrazia e dei diritti fondamentali.
Per questo rivolgiamo un appello alle istituzioni, alle associazioni civiche
e ai singoli cittadini, perche' si mobilitino per sostenere il movimento per
le riforme in Iran che chiede nuove e libere elezioni, la scarcerazione di
tutti gli arrestati, il rispetto dei diritti umani, di opinione, riunione,
informazione e delle diverse convinzioni culturali, politiche e religiose.
Invitiamo ad aderire a questo appello e a partecipare ad una pacifica
manifestazione a sostegno del popolo iraniano, portando messaggi e segni che
ricordino la forma di protesta "verde e nonviolenta" che riempie le strade
delle citta' iraniane e di tutto il mondo.
La manifestazione partira' con una catena umana alle ore 20
dall'Universita'-ex-Museion e si concludera' alle 20,30 con un intervento
del premio Nobel per la pace Shirin Ebadi all'interno della Volxfest/a sui
prati del Talvera.
Promuovono: Associazione Nedaye Iran di Bolzano, Fondazione Alexander Langer
Stiftung, Radio Tandem Bolzano, Associazione Culturale Tandem Kulturverein
Bolzano, Cafe' Plural, Associazione Kaleidoskopio, Frauen Archiv/Archivio
storico delle donne di Bolzano
Per aderire: info at alexanderlanger.org
Le adesioni saranno aggiornate sul sito www.alexanderlanger.org

8. INCONTRI. A VERONA IL 4 LUGLIO
[Da Tiziana Valpiana (per contatti: tiziana.valpiana at tiscali.it) riceviamo e
diffondiamo]

La Fondazione Alexander Langer ha attribuito il Premio internazionale 2009 a
Narges Mohammadi, iraniana, giornalista, vicepresidente e portavoce del
Centro per la difesa dei diritti umani e presidente del Consiglio nazionale
della pace. La cerimonia per il conferimento del premio avverra' a Bolzano
venerdi' 3 luglio. A causa dei drammatici eventi in corso in Iran, la
premiata Narges Mohammadi non ha potuto lasciare il Paese e il premio sara'
ritirato a suo nome dal Premio Nobel per la Pace 2003, Shirin Ebadi.
*
La Fondazione Alexander Langer e l'Associazione "Il filo di Arianna"
organizzano a Verona sabato 4 luglio alle ore 18 nella sede della Societa'
Letteraria in Piazzetta Scalette Rubiani 1 un incontro con Shirin Ebadi,
avvocata iraniana, Premio Nobel per la Pace 2003, sul tema "I diritti umani
in Iran, oggi".
La cittadinanza e' invitata a partecipare.

9. INCONTRI. A FIRENZE IL 6 LUGLIO
[Da Severino Saccardi (per contatti: s.saccardi at aliceposta.it) riceviamo e
diffondiamo]

Shirin Ebadi sara' a Firenze, ospite del Consiglio regionale su invito del
presidente Riccardo Nencini. Shirin Ebadi, premio Nobel per la Pace, sara'
accolta lunedi' 6 luglio a Firenze da personalita' politiche ed
istituzionali e dalla comunita' fiorentina e iraniana.
Shirin Ebadi terra' una lectio magistralis sul tema "Una vita per la cultura
dei diritti".

10. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA" DI LUGLIO
[Dalla redazione di "Azione nonviolenta" (per contatti: an at nonviolenti.org)
riceviamo e diffondiamo]

E' uscito il numero di luglio 2009 di "Azione nonviolenta", rivista del
Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di
formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in
Italia e nel mondo.
In questo numero: Si scrive sicurezza, si legge razzismo. Ecco la politica
della paura, di Pasquale Pugliese; Due minuti d'odio: la rivincita dei
cattivi contro i buonisti, di Daniele Lugli; Il reato di clandestinita'
colpisce la persona, non un comportamento sociale dannoso, di Massimo
Cipolla; L'interesse superiore e' quello del minore: 33 associazioni sul
"pacchetto sicurezza", sintesi a cura di Elena Buccoliero; L'editto di Erode
colpisce i diritti dei piccoli migranti "clandestini", di Andrea Pinna; In
nome della Costituzione e della legge denunciamo Berlusconi e Maroni, a cura
di Marcello Fagioli, Sandro Canestrini, Giuseppe Ramadori e altri avvocati
firmatari; L'Europa e l'immigrazione "clandestina": esigenze di sicurezza e
tutela dei piu' deboli, di Marco Borraccetti; Politiche di welfare e
sicurezza fra Stato minimo e Stato gendarme, di Alessandro Martelli; C'e'
chi dice no! Noi curiamo ed educhiamo, non denunciamo, a cura della
redazione; Siamo sulla stessa barca: digiuno a staffetta, di Adriano
Moratto; Parlare ai giovani di sicurezza e di legalita', intervista a
Gherardo Colombo a cura di Elena Buccoliero; Sono migrante e sindacalista e
voglio dialogare con i leghisti, intervista a Ibrahim Diallo; Il premio per
la pace del Comune di Sansepolcro, di Mao Valpiana.
Le rubriche: Educazione. La formazione degli adulti contro il berlusconismo,
a cura di Pasquale Pugliese; Economia. Il cavallo d'acciaio nella prateria
di Obama, a cura di Paolo Macina; Per esempio. Cinquanta mucche per fare la
pace, a cura di Maria G. Di Rienzo; Cinema. La miseria degli esclusi e lo
stato della paura, a cura di Enrico Pompeo; Giovani. La primavera di Pechino
degli studenti universitari, a cura di Elisabetta Albesano; Musica. Gli
accordi di pace delle band padovane, a cura di Paolo Predieri; Il calice.
Vincere, a cura di Christoph Baker.
In copertina: Siamo tutti sulla stessa barca.
In seconda: Prepariamo bene e per tempo il 2 ottobre 2009.
In terza di copertina: Materiale disponibile.
In ultima: L'ultima di Biani, Proletari!
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212,
e-mail: an at nonviolenti.org , sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363
intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona. E' possibile
chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo
an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".

11. SOLIDARIETA'. LA LIBRERIA DELLE DONNE DI BARCELLONA CAMBIA SEDE
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it)]

La libreria Proleg - e' il nome della libreria delle donne di Barcellona -
deve lasciare i locali di calle Dagueria, aperti il 21 maggio 1991.
Dopo lunga ricerca, la libraia Angels e le altre amiche di Barcellona sono
riuscite a trovare una nuova sede sempre nel centro storico (il Barrio
Gotico), nella calle Sant Pere mes Alt al n. 46, molto vicino al Palau de la
Musica e al Centro di Cultura di donne Francesca Bonnemaison.
Ci rallegriamo con loro e le sosteniamo in questo passaggio che sappiamo
faticoso ma speriamo sia anche un nuovo inizio, come e' stato per noi quando
ci siamo trasferite nella nuova sede.
Chi desidera aiutarle economicamente (le spese sono davvero tantissime,
oltre al trasloco c'e' da mettere a posto i locali, dall'impianto elettrico
all'imbiancatura ecc., tutti lavori imprescindibili), puo' fare un bonifico
bancario:
Intestatario conto: Le Gelorp
Banca: Caixa Penedes, Barcelona (Spagna)
Codice conto: ES 93 - 2081 0294 52 0000016511
Codice Caixa Penedes: CECAESMM081
Vi incoraggiamo a farlo, per l'amicizia e la collaborazione che ci lega da
quasi vent'anni, e per l'importanza politica e culturale di un luogo come
questo, per Barcellona, per noi, per il mondo.
Clara e la Libreria delle donne di Milano

12. INIZIATIVE. IL PRIMO LUGLIO A VITERBO

Si e' svolta mercoledi' primo luglio a Viterbo una iniziativa promossa dal
"Centro di ricerca per la pace" di informazione dei cittadini.
Nel corso della mattina la struttura pacifista viterbese ha diffuso alla
popolazione con un'iniziativa itinerante in alcuni quartieri della citta'
alcuni recenti documenti dei movimenti e delle personalita' che si oppongono
al mega-aeroporto.
In particolare il recente appello promosso dal professor Osvaldo Ercoli,
dalla dottoressa Antonella Litta, dal dottor Emanuele Petriglia e dal
professor Alessandro Pizzi; un recente comunicato del Comitato degli
agricoltori viterbesi; una recente interrogazione parlamentare dell'on.
Leoluca Orlando; un recente articolo della scrittrice Dacia Maraini apparso
sul "Corriere della Sera".
*
La cittadinanza viterbese si oppone al mega-aeroporto distruttivo,
avvelenatore e fuorilegge
I cittadini raggiunti dall'iniziativa hanno espresso ancora una volta una
solidarieta' corale e persuasa all'impegno per difendere il Bulicame dalla
devastazione e la salute dei cittadini dall'avvelenamento provocati dal
mega-aeroporto nocivo, distruttivo e del tutto illegale.
Ai cittadini viterbesi che si oppongono al mega-aeroporto fuorilegge
continuano a pervenire da tutta Italia centinaia di autorevoli messaggi di
solidarieta' da parte di scienziati, docenti universitari, personalita'
illustri delle istituzioni, della cultura e della vita civile.
*
Un invito del responsabile del "Centro di ricerca per la pace"
Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, Peppe Sini,
ha rivolto un energico invito ai pubblici amministratori locali che in
passato sono stati complici della lobby speculativa che vuole realizzare il
mega-aeroporto avvelenatore e fuorilegge affinche' desistano dalla
complicita' con un evidente scandaloso misfatto, affinche' tornino al
rispetto delle leggi, affinche' rispettino finalmente il bene comune e la
dignita' e i diritti di tutti i cittadini, in primo luogo il diritto alla
salute, alla sicurezza, a un ambiente salubre, a una civile convivenza.
"Il mega-aeroporto e' un crimine e una follia", ha dichiarato il
responsabile della struttura ecopacifista. "Perche', come e' stato ormai
definitivamente chiarito, esso provocherebbe lo scempio dell'area del
Bulicame e dei beni ambientali e culturali che vi si trovano; la
devastazione dell'agricoltura della zona circostante; l'impedimento alla
valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse termali; un pesantissimo
inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico che sara' di grave
nocumento per la salute e la qualita' della vita della popolazione locale
(l'area e' peraltro nei pressi di popolosi quartieri della citta'); il
collasso della rete infrastrutturale dell'Alto Lazio, territorio gia'
gravato da pesanti servitu'; uno sperpero colossale di soldi pubblici; una
flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di
salvaguardia presenti nel territorio".
Occorre invece, ha concluso Peppe Sini, "difendere e valorizzare i beni
ambientali e culturali e le vocazioni produttive del territorio; difendere
la salute e i diritti di tutti; difendere i beni comuni; e ridurre anziche'
incrementare il trasporto aereo che e' corresponsabile in rilevante misura
dell'effetto serra che sta minacciando l'umanita' intera".

13. RILETTURE. ERICH AUERBACH: DA MONTAIGNE A PROUST
Erich Auerbach, Da Montaigne a Proust. Ricerche sulla storia della cultura
francese, De Donato, Bari 1970, Garzanti, Milano 1973, pp. 286. Otto
iridescenti saggi, e un preziosa appendice (con una replica al dibattito su
Mimesis, la prefazione a una precedente edizione in volume di quattro di
questi saggi di francesistica, e quattro brevi recensioni).

14. RILETTURE. ERICH AUERBACH: LINGUA LETTERARIA E PUBBLICO NELLA TARDA
ANTICHITA' LATINA E NEL MEDIOEVO
Erich Auerbach, Lingua letteraria e pubblico nella tarda antichita' latina e
nel Medioevo, Feltrinelli, Milano 2007, pp. 320. L'ultimo capolavoro di
Auerbach, che mori' in quello stesso 1957.

15. RILETTURE. ERICH AUERBACH: INTRODUZIONE ALLA FILOLOGIA ROMANZA
Erich Auerbach, Introduzione alla filologia romanza, Einaudi, Torino 1963,
1977, pp. 328. Scritto nel '43 per i propri studenti dell'Universita' di
Istanbul, e' ancora un eccellente manuale, e felice un'avventura per
qualunque lettore.

16. RILETTURE. ERICH AUERBACH: LA TECNICA DI COMPOSIZIONE DELLA NOVELLA
Erich Auerbach, La tecnica di composizione della novella, Theoria,
Roma-Napoli 1984, 1986, pp. 116. La traduzione completa del titolo originale
sarebbe in verita' La tecnica di composizione della novella del primo
Rinascimento in Italia e in Francia, titolo che ne definisce compiutamente
il tema. Un agile, limpido saggio che e' ancora un gioiello. Con una
prefazione di Fritz Schalk.

17. RILETTURE. ERICH AUERBACH: MIMESIS
Erich Auerbach, Mimesis. Il realismo nella letteratura occidentale, Einaudi,
Torino 1956, 1977, 2 voll. per pp. XXXIV + 286 (vol. I) e pp. VI + 368 (vol.
II). Uno dei libri piu' belli della letteratura del Novecento. Con un saggio
introduttivo di Aurelio Roncaglia.

18. RILETTURE. ERICH AUERBACH: SAN FRANCESCO, DANTE, VICO
Erich Auerbach, San Francesco, Dante, Vico ed altri saggi di filologia
romanza, De Donato, Bari, 1970, Editori Riuniti, Roma 1987, pp. 240.
Quattordici brevi saggi e varie recensioni del grande critico sulle figure
del titolo e su molti altri temi. Con un'introduzione di Alberto Varvaro.

19. RILETTURE. ERICH AUERBACH: STUDI SU DANTE
Erich Auerbach, Studi su Dante, Feltrinelli, Milano 1963, 1977, pp. XXII +
338. Il libro che tutti i lettori che amano Dante hanno letto.

20. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

21. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 869 del 2 luglio 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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