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Coi piedi per terra. 208
- Subject: Coi piedi per terra. 208
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 29 Jun 2009 08:44:50 +0200
- Importance: Normal
=================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 208 del 29 giugno 2009 In questo numero: 1. Un appello del professor Osvaldo Ercoli ai ministri economici 2. Il Cipe non ha deliberato il finanziamento del mega-aeroporto illegale a Viterbo 3. La dottoressa Litta illustra a Viterbo le forti ragioni dell'opposizione al mega-aeroporto 4. Anche l'illustre intellettuale Raniero La Valle aderisce all'appello contro il mega-aeroporto 5. L'autorevole adesione del professor Nanni Salio all'appello contro il mega-aeroporto 6. Una lettera all'assemblea provinciale di "Sinistra e liberta'" 7. Marinella Correggia: Economia ecologica 8. Paola Desai: Montagne 9. Marica Di Pierri: Oceani e comunita' 10. Un estratto dall'introduzione de "La bellezza e l'inferno" di Roberto Saviano 11. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo 1. DOCUMENTI. UN APPELLO DEL PROFESSOR OSVALDO ERCOLI AI MINISTRI ECONOMICI [Osvaldo Ercoli (per contatti: tel. 0761341145, e-mail: osvaldo.ercoli at fastwebnet.it), gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' consigliere comunale e provinciale, impegnato nel volontariato, nella difesa dell'ambiente, per la pace e i diritti di tutti, e' per unanime consenso nel viterbese una delle piu' prestigiose autorita' morali. Il suo rigore etico e la sua limpida generosita' a Viterbo sono proverbiali. E' tra gli animatori del comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo. Nel 2007 ha promosso un appello per salvare l'area archeologica, naturalistica e termale del Bulicame dalla devastazione] Egregi ministri, certo di interpretare anche la volonta' di tanti concittadini viterbesi vi esorto a non deliberare il finanziamento di un'opera nociva, distruttiva ed illegale come il mega-aeroporto che devasterebbe irreversibilmente l'ara archeologica e termale del Bulicame a Viterbo. Vi esorto a voler rispettare l'ambiente, la storia, la cultura, le vocazioni produttive del territorio, i diritti dei cittadini, ed in primo luogo il diritto alla salute. Vi esorto a rispettare le leggi in vigore, leggi che proibiscono la realizzazione del mega-aeroporto. Vi esorto a non sperperare i soldi di tutti per un'opera che tutti danneggia. Distinti saluti, Osvaldo Ercoli Viterbo, 26 giugno 2009 2. BUONE NUOVE. IL CIPE NON HA DELIBERATO IL FINANZIAMENTO DEL MEGA-AEROPORTO ILLEGALE A VITERBO [Riportiamo il seguente comunicato del comitato del 27 giugno 2009 dal titolo ""Il Cipe non ha deliberato il finanziamento del mega-aeroporto illegale a Viterbo" e il sommario "Lo scorno della lobby degli attila volanti. Il mega-aeroporto e' un crimine e una follia", comunicato gia' apparso nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino"] Il 26 giugno 2009 si e' svolta la seduta del Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica: riunione nella quale, secondo i roboanti reiterati proclami del sindaco di Viterbo, si sarebbe dovuto deliberare uno stratosferico finanziamento per il mega-aeroporto a Viterbo. Invece il Cipe non ha deliberato alcun finanziamento al mega-aeroporto illegale, nocivo e distruttivo. Lo stesso sindaco di Viterbo, in una livida dichiarazione alla stampa locale, ha dovuto ammettere lo scorno e naturalmente ha aggiunto sproloquiando che la deliberazione e' solo rinviata, che il mega-aeroporto comunque si fara', eccetera eccetera. * Il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo ritiene che sia ragionevole dedurre che finalmente anche le istituzioni dello stato e gli staff di supporto tecnico e giuridico dei ministeri stiano acquisendo piena contezza dell'illegalita' dell'opera mega-aeroportuale; ed un'opera illegale non puo' essere finanziata coi pubblici denari, poiche' quel finanziamento si configurerebbe anch'esso come illecito e sarebbe quindi perseguibile tanto sotto il profilo amministrativo che - e ancor piu' - sotto il profilo penale. La documentazione autentica e' infatti incontrovertibile: il mega-aeroporto e' privo dei requisiti previsti dalle vigenti legislazioni europea e italiana; il mega-aeroporto viola le norme ed i vincoli di salvaguardia presenti nell'area; il mega-aeroporto devasterebbe l'area archeologica e termale del Bulicame; il mega-aeroporto devasterebbe fondamentali beni ambientali e culturali; il mega-aeroporto devasterebbe l'agricoltura di qualita' presente nel territorio; il mega-aeroporto recherebbe gravissimo danno alla salute, alla sicurezza, alla qualita' della vita, ai diritti soggettivi ed ai legittimi interessi della popolazione dell'Alto Lazio; il mega-aeroporto provocherebbe il collasso della gia' fragile rete infrastrutturale altolaziale; il mega-aeroporto implicherebbe uno sperpero dissennato di soldi pubblici; il mega-aeroporto e' un crimine e una follia. * Desista il sindaco novello Attila dal voler imporre un'opera speculativa, nociva, distruttiva, fuorilegge che danneggia e avvelena tutti i viterbesi. Desista la lobby speculativa e truffaldina del mega-aeroporto dal protrarre ulteriormente le sue sciagurate mene e le sue laide mistificazioni. La lotta della popolazione viterbese per difendere la propria terra e la propria vita dall'aggressione dei vandali volanti e' ogni giorno piu' ampia, piu' consapevole, piu' forte. Il mega-aeroporto a Viterbo e' illegale ed irrealizzabile. 3. INCONTRI. LA DOTTORESSA LITTA ILLUSTRA A VITERBO LE FORTI RAGIONI DELL'OPPOSIZIONE AL MEGA-AEROPORTO [Antonella Litta (per contatti: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it) e' la portavoce del Comitato che si oppone alla realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo; svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi (in provincia di Viterbo). E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia) e per questa associazione e' responsabile e coordinatrice nazionale del gruppo di studio su "Trasporto aereo come fattore d'inquinamento ambientale e danno alla salute". E' referente per l'Ordine dei medici di Viterbo per l'iniziativa congiunta Fnomceo-Isde "Tutela del diritto individuale e collettivo alla salute e ad un ambiente salubre". Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente] Il 26 giugno 2009, nello stesso giorno in cui la lobby speculativa del mega-aeroporto subiva il duro colpo del mancato finanziamento dal Cipe, la dottoressa Antonella Litta, portavoce del comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, intervenendo a un convegno dell'"Italia dei valori" a Viterbo, ha esposto ancora una volta le forti ragioni dell'opposizione all'insensato e illegale progetto. * L'intervento della dottoressa Litta Oltre a riassumere le decisive ragioni scientifiche e mediche, la dottoressa Litta ha ricordato i termini essenziali della questione: ovvero che la realizzazione del mega-aeroporto avrebbe come immediate conseguenze: a) lo scempio dell'area archeologica e termale del Bulicame e dei beni ambientali e culturali che vi si trovano; b) la devastazione dell'agricoltura della zona circostante; c) l'impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse termali; d) un pesantissimo inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico che sara' di grave nocumento per la salute e la qualita' della vita della popolazione locale (l'area e' peraltro nei pressi di popolosi quartieri della citta'); e) il collasso della rete infrastrutturale dell'Alto Lazio, territorio gia' gravato da pesanti servitu'; f) uno sperpero colossale di soldi pubblici; g) una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di salvaguardia presenti nel territorio. * L'intervento del Comitato degli agricoltori viterbesi Allo stesso convegno e' intervenuto anche il rappresentante del Comitato degli agricoltori viterbesi che si oppongono al mega-aeroporto: con un linguaggio concreto, robusto e risoluto ha confermato il diritto e il dovere di difendere la nostra agricoltura e la nostra terra, il nostro lavoro e le nostre case, la nostra salute ed i nostri diritti; il diritto e il dovere di opporsi al mega-aeroporto nocivo, distruttivo e fuorilegge. 4. SOLIDARIETA'. ANCHE L'ILLUSTRE INTELLETTUALE RANIERO LA VALLE ADERISCE ALL'APPELLO CONTRO IL MEGA-AEROPORTO L'illustre intellettuale pacifista, gia' autorevole parlamentare della sinistra indipendente, Raniero La Valle, ha espresso solidarieta' all'appello per salvare il Bulicame dalla devastazione provocata dal mega-aeroporto nocivo, distruttivo ed illegale. In un messaggio di solidarieta' il sen. La Valle scrive tra l'altro: "sono d'accordo con la vostra posizione contro il nuovo aeroporto di Viterbo... Per dare maggiore valenza politica a tale opposizione, potrebbe essere collegata, con analoghe motivazioni, alla lotta contro il Ponte sullo Stretto. Con i migliori auguri per il vostro successo, Raniero la Valle". Raniero La Valle e' nato a Roma nel 1931, prestigioso intellettuale, giornalista, gia' direttore de "L'avvenire d'Italia", direttore di "Vasti - scuola di ricerca e critica delle antropologie", presidente del Comitato per la democrazia internazionale, gia' parlamentare, e' una delle figure piu' vive della cultura della pace; autore, fra l'altro, di: Dalla parte di Abele, Mondadori, Milano 1971; Fuori dal campo, Mondadori, Milano 1978; (con Linda Bimbi), Marianella e i suoi fratelli, Feltrinelli, Milano 1983; Pacem in terris, l'enciclica della liberazione, Edizioni Cultura della Pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1987; Prima che l'amore finisca, Ponte alle grazie, Milano 2003. 5. SOLIDARIETA'. L'AUTOREVOLE ADESIONE DEL PROFESSOR NANNI SALIO ALL'APPELLO CONTRO IL MEGA-AEROPORTO Il professor Nanni Salio, una delle figure piu' autorevoli della peace research e della cultura ecologista e nonviolenta in Italia, ha aderito all'appello contro il devastante ed illegale mega-aeroporto a Viterbo. Il professor Salio ha aderito anche a nome del Centro studi "Sereno Regis" di Torino e dell'Ecoistituto del Piemonte "Pasquale Cavaliere", due dei piu' prestigiosi istituti di ricerca italiani nel campo della peace research e dell'ambientalismo scientifico. Giovanni (Nanni) Salio, torinese, nato nel 1943, ricercatore nella facolta' di Fisica dell'Universita' di Torino, segretario dell'Ipri (Italian Peace Research Institute), si occupa da alcuni decenni di ricerca, educazione e azione per la pace, ed e' tra le voci piu' autorevoli della cultura nonviolenta in Italia; e' il fondatore e presidente del Centro studi "Domenico Sereno Regis", dotato di ricca biblioteca ed emeroteca specializzate su pace, ambiente, sviluppo (sede: via Garibaldi 13, 10122 Torino, tel. 011532824 - 011549005, fax: 0115158000, e-mail: info at serenoregis.org, sito: www.serenoregis.org). Opere di Giovanni Salio: Difesa armata o difesa popolare nonviolenta?, Movimento Nonviolento, II edizione riveduta, Perugia 1983; Ipri (a cura di Giovanni Salio), Se vuoi la pace educa alla pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1983; con Antonino Drago, Scienza e guerra: i fisici contro la guerra nucleare, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984; Le centrali nucleari e la bomba, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984; Progetto di educazione alla pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1985-1991; Ipri (introduzione e cura di Giovanni Salio), I movimenti per la pace, vol. I. Le ragioni e il futuro, vol. II. Gli attori principali, vol. III. Una prospettiva mondiale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1986-1989; Le guerre del Golfo e le ragioni della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1991; con altri, Domenico Sereno Regis, Satyagraha, Torino 1994; Il potere della nonviolenza: dal crollo del muro di Berlino al nuovo disordine mondiale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1995; Elementi di economia nonviolenta, Movimento Nonviolento, Verona 2001; con D. Filippone, G. Martignetti, S. Procopio, Internet per l'ambiente, Utet, Torino 2001. 6. DOCUMENTI. UNA LETTERA ALL'ASSEMBLEA PROVINCIALE DI "SINISTRA E LIBERTA'" Caro Umberto, cari amici di "Sinistra e liberta'", in occasione della vostra assemblea provinciale consentitemi di augurarvi buon lavoro e di segnalarvi l'opportunita' - direi anzi: l'urgente necessita' - di un impegno anche di "Sinistra e liberta'" per impedire la realizzazione di un nocivo, distruttivo ed illegale mega-aeroporto che devasterebbe irreversibilmente l'area archeologica e termale del Bulicame. Un impegno gia' espresso del resto sia da autorevoli rappresentanti di "Sinistra e liberta'" a livello nazionale e locale, sia anche da altre forze politiche e rappresentanze istituzionali, ad esempio dal Prc, dall'Italia dei valori, e anche da alcuni amministratori locali e parlamentari del Pd. Come hanno scritto Osvaldo Ercoli, Antonella Litta, Emanuele Petriglia ed Alessandro Pizzi in un appello diffuso alcuni giorni fa, ed al quale hanno gia' aderito numerosissime personalita' della cultura e dell'impegno civile, "La realizzazione del mega-aeroporto avrebbe come immediate conseguenze: a) lo scempio dell'area del Bulicame e dei beni ambientali e culturali che vi si trovano; b) la devastazione dell'agricoltura della zona circostante; c) l'impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse termali; d) un pesantissimo inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico che sara' di grave nocumento per la salute e la qualita' della vita della popolazione locale (l'area e' peraltro nei pressi di popolosi quartieri della citta'); e) il collasso della rete infrastrutturale dell'Alto Lazio, territorio gia' gravato da pesanti servitu'; f) uno sperpero colossale di soldi pubblici; g) una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di salvaguardia presenti nel territorio". Caro Umberto, cari amici di "Sinistra e liberta'", credo sarebbe cosa buona, anzi: necessaria, che "Sinistra e liberta'" esprimesse un esplicito e persuaso impegno contro il mega-aeroporto, in difesa del territorio, dei beni ambientali e culturali, dell'agricoltura, dei diritti della popolazione viterbese. Un cordiale saluto, Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 26 giugno 2009 7. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: ECONOMIA ECOLOGICA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 27 giugno 2009 col titolo "L'economia ecologica"] Spesso pensiamo che l'Europa sia piu' avanzata, sulle lotte ambientali. "Invece la maggior parte di queste battaglie avvengono nel Sud del mondo, e abbiamo tutto da imparare. La' ci sono le proposte piu' costruttive dell'economia ecologica", diceva Joan Martinez Alier, dell'Universita' autonoma di Barcellona, al convegno internazionale su "Economia ecologica e crisi" tenuto a Roma giovedi', organizzato dall'associazione A Sud e dal progetto europeo Civil Society Engagement with Ecological Economics (lunga sigla che significa "impegno della societa' civile con l'economia ecologica"), che lavora per superare il gap fra la ricerca accademica e la conoscenza delle organizzazioni della societa' civile sul campo - quindi per divulgare principi e pratiche dell'economia ecologica: e il primo e' che i flussi di energia e di materie prime devono decrescere nel post-sviluppo. Tuttavia, come ha detto Simron Jit Singh, indiano ricercatore in Austria, "l'India e' tuttora un'economia estrattiva, che ha gia' usato fin troppo il proprio capitale di risorse". E l'ha usato non per il consumo interno ma per l'export: "Ricava poco denaro per molto danno...". Al tempo stesso proprio la "societa' in movimento", soprattutto nel Sud del mondo (Asia, Africa, Sudamerica) ha vinto diversi conflitti ambientali, ad esempio costringendo a sospendere decine di megaopere (dighe, fabbriche, miniere). Non solo: i poveri nelle campagne stanno dimostrando capacita' di reazione e inventiva: Supriya Singh, del Center for Science and Environment di New Delhi, ha spiegato che "poverta' e distruzione ambientale sono due lati dello stesso problema". Ma ha anche raccontato che intere regioni dell'India si sono mobilitate per gestire l'acqua in modo sostenibile, e con misure intelligenti e drastiche sono riusciti a ricostruire le risorse idriche e insieme l'agricoltura e la vita dei villaggi, nell'India rurale che e' un'economia tutta basata sulle biomasse. L'India e' anche il paese del National Rural Employment Guarantee Act (Nrega), la legge che per ridurre la poverta' rurale garantisce un minimo di cento giorni lavorativi pagati a ogni nucleo familiare: il programma prevede di usare questo lavoro per riforestare e creare cisterne per la raccolta dell'acqua. Il Cse intende applicare i metodi dell'economia ecologica per valutare i benefici sociali, economici e ambientali del Nrega in diversi distretti. In America Latina l'uscita dall'economia fossile - insieme all'ingresso nell'economia della collaborazione fra stati e comunita' - ha contagiato perfino alcuni governi. Si pensi alla proposta governativa di moratoria dell'estrazione del petrolio nel parco nazionale Yasuni' (Ecuador). Perche' "la vera soluzione alla crisi e' nella piccola produzione contadina e indigena e nell'economia locale, nei vincoli di solidarieta' nel tenersi ai margini da parte di certe comunita'. I saperi indigeni hanno validita' universale, possono aiutare anche altrove a uscire dalla crisi dell'egoismo, dello sfruttamento e del consumismo estremo", dice Omar Bonilla Martinez, della rete ecuadoriana Accion Ecologica. Le lotte del movimento antiminerario ecuadoriano con imponenti mobilitazioni recenti e future vedono in alleanza "i popoli indigeni che da sempre sostengono il buen vivir come idea e pratica di sviluppo armonioso e gli ecologisti urbani che condividendone la visione hanno dato loro forse una forma per esprimersi". 8. MONDO. PAOLA DESAI: MONTAGNE [Dal quotidiano "Il manifesto" del 25 giugno 2009 col titolo "Montagne scoperchiate"] La manifestazione si chiamava Mountain Justice, "giustizia delle montagne": si e' svolta martedi' presso il cantiere di una compagnia mineraria nella Coal River Valley ("valle del fiume di carbone", a voler tradurre letteralmente), sui Monti Appalachi in Virginia occidentale. Ed e' finita in un arresto di massa. La polizia statale, leggiamo su molti blog americani, ha arrestato 29 dimostranti, per lo piu' nomi noti: lo scienziato James Hansen, direttore del Goddard Institute for Space Studies della Nasa oltre che professore alla Columbia University a New York; un ex deputato della West Virginia, il novantaquattrenne Ken Hechler, veterano delle battaglie contro le compagnie carbonifere; l'attrice Daryl Hannah. E poi la condirettrice del gruppo ambientalista Coal River Mountain Watch, Judy Bonds, vincitrice del premio Goldman (una sorta di "Nobel alternativo" dell'ambientalismo). E altri ancora - un veterano del Vietnam, un dirigente della rete Rainforest Action Network. Del resto a manifestare c'erano centinaia di persone, attivisti, abitanti della zona. L'accusa, per tutti, e' di aver oltrepassato il limite di una proprieta' privata. Gli arrestati non negano, anzi sono stati arrestati proprio sul luogo del "reato": all'interno del recinto degli impianti della compagnia mineraria Massey Energy, che ha avviato lavori per aprire una miniera di carbone a cielo aperto in quella vallata. Miniera "a cielo aperto" in questo caso significa che la compagnia ha cominciato a rimuovere la cima di diverse sommita' che circondano quella valle. Ed e' per questo che i manifestanti hanno deliberatamente oltrepassato il limite della proprieta' privata e invaso il cantiere, in localita' Sundial, contea di Raleigh: per protestare contro quella che denunciano come "pratica distruttiva". Per la precisione volevano consegnare ai dirigenti della compagnia una lettera di richieste. Dicono che quel cantiere minaccia direttamente gli scolari di una vicina scuola elementare. La lettera non l'hanno potuta consegnare; anzi, prima che la polizia intervenisse con gli arresti gli agenti (privati) della sicurezza della Massey Energy hanno aggredito i manifestanti, a quanto pare hanno colpito e schiaffeggiato Judy Bond, poi si sono rivolti contro un'altra delle donne leader della protesta, Lorelei Scarbro, vedova di un minatore di carbone. "Non sono un politico ma uno scienziato e un cittadino", ha detto il professor Hansen mentre lo arrestavano: "I politici possono dover cercare compromessi. Ma e' nostra responsabilita' far si' che i nostri rappresentanti al Congresso sentano la voce dei cittadini a proposito di cosa e' giusto. E la rimozione della sommita' di una montagna, oltretutto per produrre solo una piccola frazione della nostra energia, e' una pratica da abbandonare". Questione annosa: perche' il caso di Massey Energy e della Coal River Valley non e' l'unico, al contrario. La pratica di "scoperchiare" intere montagne per attivita' minerarie a cielo aperto e' vecchia; oltre 500 sommita' sono state distrutte a questo modo, devastando 650.000 ettari di foreste di legno duro, quasi 2.000 chilometri di fiumi, e rovinando la vita degli abitanti delle comunita' montane circostanti. Numerose voci si sono levate contro questa pratica; e quando, di recente, il presidente Obama ha chiesto di "regolamentare" la faccenda, e non di abolirla, un'ampia rete di gruppi ambientalisti e di cittadini ha deciso di lanciare una campagna. Tra gli attivisti anche l'ex deputato Hechler, che in un'intervista all'"Huffington post" il mese scorso ha chiesto a Obama di mantenere la parola e abolire la pratica di scoperchiare montagne. 9. MONDO. MARICA DI PIERRI: OCEANI E COMUNITA' [Dal quotidiano "Il manifesto" del 18 giugno 2009 col titolo "Buen vivir"] Settimane fa, alla Conferenza mondiale sugli oceani (Woc), convocata in Indonesia in prossimita' della Giornata mondiale dedicata alle maggiori distese d'acqua presenti sul nostro pianeta, rappresentanti di 76 paesi si sono riuniti per discutere gli impatti dei cambiamenti climatici sui bacini oceanici. Gli scienziati hanno avvertito che le temperature in aumento, contribuendo allo scioglimento dei ghiacci artici e antartici, provocheranno l'aumento del livello degli oceani e la conseguente scomparsa di molte isole, iniziando da quelle del sud del Pacifico. Gli oceani inoltre stanno diventando sempre piu' acidi, erodendo rocce, coralli e gusci calcarei di svariate specie animali, spegnendo i colori accesi dei fondali e minacciando la biodiversita' marina. L'utilizzo dei mari come deposito di scarti industriali, rifiuti di piccola e media taglia e scarichi delle navi, ha reso inoltre gli oceani una enorme pattumiera a cielo aperto. Secondo i dati presentati durante la conferenza piu' di un milione di uccelli marini e oltre 100.000 tartarughe muoiono ogni anno a causa dei rifiuti non biodegradabili lasciati in mare. Infine, le correnti oceaniche hanno favorito la formazione di due immense isole interamente costituite da rifiuti alla deriva - definite "sesto continente" - che si trovano rispettivamente nei pressi di Giappone e Hawai e che assieme sommerebbero 2.500 chilometri di diametro, vale a dire pressappoco il territorio del Canada. Un emblematico continente di immondizia. * I disastri provocati dal modello di sviluppo onnivoro che tutto consuma e danneggia e il problema della malagestione di territori e risorse naturali spingono sempre piu' comunita', gruppi organizzati, associazioni e collettivi a interrogarsi su come dare un contributo dal basso all'elaborazione di alternative in grado di preservare il pianeta. E' quello che ha tentato di fare nei giorni scorsi l'appuntamento annuale con "Pueblo A Sud" svoltosi a Rocca di Papa, uno spazio di dibattito promosso dall'associazione A Sud e aperto alla partecipazione di attivisti, realta' associative, comitati locali e cittadini. Il punto di partenza sono state le proposte avanzate dalle comunita' indigene del sud del mondo, in particolare latinoamericane. Esse sono da anni portatrici di un'idea dello sviluppo talmente altro da essere fondato sull'armonia con il pianeta, sulla solidarieta' e sulla sobrieta': il modello chiamato "buen vivir" (dalla tre giorni e' uscito un documento dal titolo "Buen vivir per un altro paradigma di civilta'" disponibile nel sito www.asud.net). Frutto dei processi di organizzazione dal basso, nei nuovi testi costituzionali approvati in Ecuador e Bolivia i beni comuni sono divenuti diritti costituzionali riconosciuti e sono tutelate e previste per la prima volta, accanto alle forme di proprieta' e di economia classiche, anche la proprieta' collettiva e le economie solidali e comunitarie, fondate sul principio di reciprocita', solidarieta' e scambio piuttosto che di profitto. Sono numerosi gli esempi di comunita', movimenti sociali e collettivi latinoamericani, africani, indiani ma anche europei e italiani, che stanno sperimentando nella pratica quotidiana metodi di partecipazione dal basso e di gestione comunitaria delle risorse e dell'economia. Basti pensare alle migliaia di focolai di conflitti socio-ambientali nati in tutti i continenti per contrastare l'imposizione di megaprogetti o politiche economiche lesive dei diritti della popolazione, con le comunita' locali che esigono di avere voce in capitolo sulla gestione dei territori nei quali vivono. 10. LIBRI. UN ESTRATTO DALL'INTRODUZIONE DE "LA BELLEZZA E L'INFERNO" DI ROBERTO SAVIANO [Dal quotidiano "La Repubblica" del 9 giugno 2009 riprendiamo il seguente estratto dall'introduzione del nuovo libro di Roberto Saviano, La bellezza e l'inferno, Mondadori, Milano 2009] Scrivere, in questi anni, mi ha dato la possibilita' di esistere e se qualcuno ha sperato che vivere in una situazione difficilissima potesse indurmi a nascondere le mie parole, ha sbagliato. Ho scritto in una decina di case diverse. Tutte piccolissime e buie. Le avrei volute piu' spaziose, luminose, ma nessuno me le fittava. Non potevo girare per cercarle e nemmeno decidere da solo dove abitare. E se diventava noto che io stavo in quella via ero subito costretto a traslocare. E' la situazione di molti che vivono nelle mie condizioni. Ti presenti a vedere l'appartamento che con fatica i carabinieri hanno selezionato, ma appena il proprietario ti riconosce, la risposta e' sempre la stessa: "La stimo moltissimo, dottore, ma ho gia' molti problemi. Capisce, qui la gente ha paura". Pero' accanto a questa paura, copertura vile per non voler essere ascritti a una parte - alla mia -, ci sono stati anche i gesti di molti che non conoscevo, che mi hanno offerto un rifugio, una stanza, amicizia, calore. E anche se spesso non ho potuto accettare le loro proposte, ho scritto pure in quei luoghi ospitali e colmi di affetto. Molte delle pagine riunite in questo libro non le ho nemmeno scritte in una casa, ma in camere d'albergo. Buie, senza finestre da poter aprire, senza aria. All'estero e' capitato anche che non vedessi nient'altro che quelle camere e il profilo della citta' dietro i vetri oscurati di una macchina blindata. Non si fidavano a lasciarmi uscire e spesso non si fidano nemmeno a lasciarmi nello stesso albergo per piu' di una notte. Piu' la criminalita' e le mafie sembrano lontane, piu' ti trattano come qualcosa che potrebbe esplodergli sotto gli occhi. Con dei guanti che non sai se sono da cerimonia o da artificieri. E tu non capisci se sei piu' un pacchetto regalo o un pacco-bomba. Piu' spesso ancora ho scritto in caserma. Nel ventre quasi vuoto e immobile di una grande, vecchia balena fatta per operare. Mentre fuori intuisci movimento, c'e' il sole, e' gia' estate. Sai che se potessi uscire, in due minuti passeresti davanti alla tua vecchia casa, la prima dove ti dissero "Finalmente te ne stai andando!", e in altri cinque saresti al mare. Ma non puoi farlo. Pero' puoi scrivere. Devi e vuoi continuare. Il cinismo che contraddistingue molta parte degli addetti ai lavori lascia intravedere sempre una sorta di diffidenza per tutto quello che non ha uno scopo preciso. O il distacco di chi vuole solo fare un buon libro, limare le parole sino a ottenere uno stile bello e riconoscibile. E' questo cio' che deve fare uno scrittore? Questa e' letteratura? Allora, per quanto mi riguarda, preferirei non scrivere. Il bisogno di distruggere tutto cio' che possa essere desiderio e voglia: questo e' il cinismo. E' l'armatura dei disperati che non sanno di esserlo. Che vedono tutto come una manovra furba per arricchirsi, la pretesa di cambiare come un'ingenuita' da apprendisti stregoni e la scrittura che vuole arrivare a molti come una forma di impostura da piazzisti. Nulla puo' essere tolto a questi signori diffidenti e perennemente con il ghigno di chi sa gia' che tutto finira' male, perche' non hanno piu' nulla per cui valga la pena di lottare. Ma nel privilegio delle loro vite disilluse e protette, non hanno idea di che cosa possa veramente voler dire scrivere. Scrivere e' il contrario di tutto questo. E' riuscire a iscrivere una parola nel mondo, passarla a qualcuno come un biglietto con un'informazione clandestina, uno di quelli che devi leggere, mandare a memoria e poi distruggere: appallottolandolo, mischiandolo con la tua saliva, facendolo macerare nel tuo stomaco. Scrivere e' fare resistenza. La mia vicenda di questi anni mi ha permesso di incontrare molte persone che non potro' mai dimenticare. Mi ha dato la possibilita' di trovarmi con Enzo Biagi, di capire che quell'uomo anziano aveva ancora tanta voglia di interrogarsi e di capire il mondo. E poi Miriam Makeba, la grande "Mama Africa", la voce che cantava la liberta' di un continente e invece e' morta a Castel Volturno, dopo un concerto per ricordare sei fratelli uccisi dalla camorra e per esprimere la sua vicinanza a me, che non aveva mai incontrato, bersaglio di un nemico di cui lei non conosceva nemmeno il nome. Nello stadio del Barcellona ero scortato dai Mossos, i corpi speciali della polizia catalana che volevano portarmi a vedere la partita circondato da un cubo di vetro antiproiettile e che poi, mossi a compassione, mi hanno risparmiato quel nuovo tipo grottesco di prigione. Li' ho incontrato Lionel Messi, l'attaccante argentino del Barca, che e' riuscito a rifare, identico, il gol piu' bello di Diego Armando Maradona. Faccia da bimbo che non dice nulla delle sofferenze che ha patito, delle cure dolorose che gli hanno permesso di crescere e divenire il piu' grande giocatore dei nostri giorni. A volte pero' mi trovo a guardare indietro. E allora so a chi questo libro non e' destinato. Non va a tutte quelle persone con cui sono cresciuto, che si sono accontentate di galleggiare, di tirare a campare in giorni tutti uguali. Non va ai rassegnati, fermi a scambiarsi le fidanzate, scegliendo tra chi e' rimasto spaiato come le scarpe dentro scatole impolverate. A chi crede che per diventare adulti bisogna caricarsi in groppa i fallimenti di un altro, piuttosto che rilanciarsi insieme in una sfida. Io non scrivo mandando lettere verso un passato che non posso ne' voglio piu' raggiungere. Perche' se guardo indietro so che rischio di finire come la moglie di Lot, trasformata in statua di sale mentre guardava la distruzione delle citta' di Sodoma e Gomorra. E' questo quel che fa il dolore quando non ha nessuno sbocco: ti pietrifica. Come se i tuoi pianti, a contatto col tuo rancore, si rapprendessero in tanti cristalli divenendo una trappola mortale. Allora, quando mi guardo indietro, l'unica cosa in cui mi riconosco sono le mie parole. Questo libro va a chi ha reso possibile che Gomorra divenisse un testo pericoloso per certi poteri che hanno bisogno di silenzio e ombra. A chi ha assimilato le sue parole, a chi si e' ritrovato nelle piazze per leggerne delle pagine, testimoniando che la mia vicenda e le mie parole erano diventate di tutti. Senza di loro non ce l'avrei fatta a continuare a esistere pensando a un futuro. Sapendo che la mia vita blindata era comunque una vita. Senza i miei lettori non avrei mai avuto le prime pagine dei giornali, le telecamere in prima serata. Devo a loro se ho compreso l'importanza del confronto con i media. Quando dietro non ci sono il vuoto, la trama di finzioni che non fanno altro che distrarre e consolare, ma ci sono la voglia e il desiderio di tanti di sapere e di cambiare, perche' non possono essere usati tutti i mezzi di comunicazione possibili per unificare le forze? Perche' averne tanto sospetto o paura? Paura. In tutte le interviste, in tutti i Paesi dove il mio libro e' stato pubblicato, mi chiedono sempre se io non abbia paura che mi possano ammazzare. "No" rispondo subito, e li' mi fermo. Poi mi capita di pensare che chissa' quanti non mi crederanno. Invece e' cosi'. Perche' la peggiore delle mie paure, quella che mi assilla di continuo, e' che riescano a diffamarmi, a distruggere la mia credibilita', a infangare cio' per cui mi sono speso e ho pagato. Lo hanno fatto con chiunque abbia raccontato e denunciato. C'e' una frase di Truman Capote, vera e terribile: "Si versano piu' lacrime per le preghiere esaudite che per quelle non accolte". Se ho avuto un sogno, e' stato quello di dimostrare che la parola letteraria puo' ancora avere il potere di cambiare la realta'. La mia "preghiera", grazie ai miei lettori, e' stata esaudita, ma sono anche divenuto altro da quel che avevo immaginato. E questo e' stato difficile da accettare, finche' non ho capito che nessuno sceglie il suo destino. Pero' puo' sempre scegliere la maniera in cui starci dentro. E per quanto mi riesca, voglio provare a fare il mio lavoro nel migliore dei modi, senza sconti e semplificazioni, perche' e' questo cio' che sento di dovere a tutti coloro che mi hanno sostenuto. Il titolo di questo libro vuole ricordare che da un lato esistono la liberta' e la bellezza necessarie per chi scrive e per chi vive, dall'altro esiste la loro negazione: l'inferno che sembra continuamente prevalere. Ad Albert Camus appartiene una piccola frase apparentemente senza peso. Per me, invece, ne ha molto perche' mi ricorda quanto Giovanni Falcone diceva a proposito della mafia e del suo essere un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani delimitato da un inizio e da una fine. Ecco allora quel che scrisse Camus: "L'inferno ha un tempo solo, la vita un giorno ricomincia". E' quello che credo, spero, voglio e desidero anch'io. 11. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it =================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 208 del 29 giugno 2009 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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