Coi piedi per terra. 203



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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 203 del 17 giugno 2009

In questo numero:
1. Osvaldo Ercoli: In nome della ragione, in nome dell'umanita', in nome
dell'unica casa comune che abbiamo
2. Antonella Litta: Lettera dell'Isde di Viterbo ai Ministri ed al Cipe
3. Patrizia Cortellessa: Appalachi
4. Daniele Pernigotti: Clima
5. Joao Pedro Stedile: La crisi
6. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e
s'impegna per la riduzione del trasporto aereo

1. EDITORIALE. OSVALDO ERCOLI: IN NOME DELLA RAGIONE, IN NOME DELL'UMANITA',
IN NOME DELL'UNICA CASA COMUNE CHE ABBIAMO
[Osvaldo Ercoli (per contatti: tel. 0761341145, e-mail:
osvaldo.ercoli at fastwebnet.it), gia' professore amatissimo da generazioni di
allievi, gia' consigliere comunale e provinciale, impegnato nel
volontariato, nella difesa dell'ambiente, per la pace e i diritti di tutti,
e' per unanime consenso nel viterbese una delle piu' prestigiose autorita'
morali. Il suo rigore etico e la sua limpida generosita' a Viterbo sono
proverbiali. E' tra gli animatori del comitato che si oppone al
mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo.
Nel 2007 ha promosso un appello per salvare l'area archeologica,
naturalistica e termale del Bulicame dalla devastazione]

L'irragionevole intenzione di realizzare nel cuore dell'area archeologica e
termale del Bullicame a Viterbo un nuovo mega-aeroporto, minaccia la
devastazione irreversibile di uno dei beni piu' preziosi del nostro paese,
gia' cantato da Dante Alighieri nel suo capolavoro.
*
Salvare il Bulicame
L'area archeologica e termale del Bulicame a Viterbo e' una ricchezza unica,
un bene prezioso, un gioiello della natura, un luogo di suggestiva bellezza,
e le sue sorgenti termali sono una risorsa terapeutica, una fonte di
benessere, da proteggere e da valorizzare.
Perche' distruggere i nostri beni naturalistici, archeologici, termali, con
un mega-aeroporto?
*
Difendere l'agricoltura
Ed intorno all'area archeologica e termale del Bulicame vi e' un'agricoltura
pregiata, con aziende fiorenti: la zona e' molto fertile, le produzioni di
qualita'. L'agricoltura e' la prima e fondamentale risorsa della nostra
terra.
Una terra che va difesa da un falso progresso che cementifica e distrugge
beni insostituibili, necessari alla vita.
Perche' devastare il nostro territorio e la nostra agricoltura con un
mega-aeroporto?
*
Proteggere la salute delle persone
E sono ormai a ridosso dell'area archeologica e termale del Bulicame anche
popolosi quartieri della citta' di Viterbo. Un mega-aeroporto in quell'area
provocherebbe un grave inquinamento, un vero avvelenamento, un danno alla
salute, alla sicurezza, alla qualita' della vita di migliaia e migliaia di
cittadini viterbesi.
Si vuole imporre ai viterbesi di subire le stesse sofferenze della
popolazione di Ciampino, che da anni sta lottando per difendere la propria
salute, la propria sicurezza e i propri diritti aggrediti dall'insostenibile
attivita' aeroportuale di cui e' vittima? Non e' giusto: a Ciampino si deve
ridurre drasticamente ed immediatamente il traffico aereo, e a Viterbo non
si deve realizzare un'opera cosi' nociva.
Perche' avvelenare le persone con un mega-aeroporto?
*
Un'opera illegale
Non solo: la realizzazione di un mega-aeroporto a Viterbo e' in contrasto
con le leggi italiane ed europee che tutelano l'ambiente; e' in contrasto
con i vincoli di salvaguardia degli strumenti di pianificazione territoriale
in vigore; e' in contrasto con fondamentali diritti soggettivi e legittimi
interessi dei cittadini protetti dalle leggi vigenti. E' insomma un'opera
illegale.
Perche' si dovrebbe realizzare un'opera fuorilegge?
*
Uno scandaloso spreco di soldi pubblici
Ed infine: per realizzare il mega-aeroporto lo stato dovrebbe spendere una
montagna di soldi pubblici; soldi peggio che sprecati, usati male per
un'opera distruttiva, nociva, illecita.
Perche' si dovrebbero sperperare cosi' tanti soldi pubblici per fare un
mega-aeroporto cosi' dannoso?
*
Per le generazioni future
E c'e' una questione piu' ampia: il trasporto aereo contribuisce in notevole
misura all'effetto serra che sta alterando il clima del pianeta: e' la piu'
grave emergenza planetaria che l'umanita' intera deve affrontare.
Occorre ridurre il trasporto aereo per contribuire a ridurre l'effetto
serra. E' un dovere che abbiamo nei confronti dell'umanita' e delle
generazioni future.
Perche' realizzare un nuovo mega-aeroporto quando al contrario il dovere
dell'umanita' e' di ridurre il trasporto aereo?
*
Un invito
Ancora una volta invito tutte le persone oneste e ragionevoli a fermarsi a
riflettere.
Dobbiamo lasciar distruggere la nostra natura, i nostri monumenti storici,
le nostre produzioni agricole di qualita', la nostra salute?
Dobbiamo lasciar fare un'opera illegale e sperperare i soldi di tutti per
farci del male?
Dobbiamo lasciare alle generazioni future un mondo ridotto a un
immondezzaio, un mondo invivibile?
Io credo che sarebbe un grave errore.
Dobbiamo invece difendere la nostra terra e la nostra vita, i diritti nostri
e di tutti.
In nome della ragione, in nome dell'umanita', in nome dell'unica casa comune
che abbiamo.

2. DOCUMENTI. ANTONELLA LITTA: LETTERA DELL'ISDE DI VITERBO AI MINISTRI ED
AL CIPE
[Antonella Litta (per contatti: tel.: 3383810091, e-mail:
isde.viterbo at libero.it) e' la portavoce del Comitato che si oppone alla
realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo; svolge l'attivita' di medico di
medicina generale a Nepi (in provincia di Viterbo). E' specialista in
Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica
presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione
di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani
sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato
sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11,
pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per
l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia).
Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale
ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni
medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi
africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di
programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato
"Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla
legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente]

Egregi Ministri,
a nome della sezione di Viterbo dell'Associazione italiana medici per
l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia),
avendo letto sulla stampa locale che il governo (e per esso il Cipe) si
appresterebbe a finanziare la realizzazione a Viterbo di un mega-aeroporto
nel cuore dell'area archeologica e termale del Bulicame ed a ridosso di
popolosi quartieri della citta', con la presente vi segnalo quanto segue:
a) in quell'area insistono beni naturalistici, storico-culturali,
terapeutici ed economici preziosi e peculiari: devastarli per costruirvi un
mega-aeroporto e' un crimine;
b) la realizzazione dell'illegale mega-aeroporto in quell'area avrebbe come
conseguenza anche un danno enorme all'economia viterbese, come evidenziato
ad esempio dagli agricoltori della zona che giustamente fortemente si
oppongono al mega-aeroporto;
c) la realizzazione dell'illegale mega-aeroporto in quell'area avrebbe
altresi' come conseguenza un gravissimo nocumento alla salute, alla
sicurezza e alla qualita' della vita della popolazione dell'Alto Lazio e in
forma parossistica per le migliaia e migliaia di cittadini che vivono nei
popolosi quartieri a ridosso dell'area;
d) la realizzazione dell'illegale mega-aeroporto e' infine non solo del
tutto priva di fondamentali requisiti previsti dalle leggi vigenti, ma e'
anche palesemente in contrasto con le dirimenti normative europee ed
italiane a tutela di ambiente e salute e con i vigenti cogenti vincoli di
salvaguardia presenti nell'area.
Per tutto quanto precede con la presente la sezione di Viterbo
dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of
Doctors for the Environment - Italia) richiede un vostro intervento per
impedire che il governo dissipi ingenti fondi pubblici per un'opera
palesemente dissennata, concretamente irrealizzabile, evidentemente nociva,
distruttiva, illegale.
Allego alla presente una recente lettera aperta della nostra associazione
che riassume alcuni dei termini della questione con particolar riferimento
ai profili sanitari.
Resto a disposizione per ogni opportuno approfondimento ed ogni ulteriore
informazione.
In attesa di un cortese cenno di riscontro, distinti saluti,
dottoressa Antonella Litta, per la sezione di Viterbo dell'Associazione
italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the
Environment - Italia)
Viterbo, 12 giugno 2009
*
Allegato. Una lettera dell'Associazione medici per l'ambiente (Isde-Italia)
ai colleghi medici dell'Alto Lazio del 19 febbraio 2009
Cari colleghi,
vi scriviamo perche' siamo sempre piu' preoccupati che si possa realizzare a
Viterbo un mega-aeroporto per voli low cost, infatti se questo progetto
dovesse realmente concretizzarsi, ingenti sarebbero i danni ambientali e
sanitari.
Il nostro territorio vive una delicata situazione dal punto di vista
ambientale: la presenza del piu' grande polo energetico d'Europa (le
centrali di Civitavecchia e Montalto di Castro) al quale si andrebbe ad
aggiungere, una volta riconvertita a carbone, anche la centrale di Torre
Valdaliga Nord con le sue nocive emissioni di gas e polveri; la naturale
radioattivita' del sottosuolo dovuta alla presenza del radon; le acque
destinate a consumo umano con elevata presenza di sostanze dannose tra cui
l'arsenico (classificato come cancerogeno di classe 1 dall'Agenzia
Internazionale di Ricerca sul Cancro - Iarc), acque che sono potabili solo
in virtu' di deroghe rinnovate di anno in anno; la presenza di discariche
abusive di rifiuti tossici; la cementificazione di aree sempre piu' vaste,
soprattutto in quei comuni del viterbese piu' prossimi alla capitale.
Dal punto di vista sanitario registriamo, purtroppo, il triste primato di
essere la provincia con il piu' alto numero di patologie tumorali nella
nostra Regione, e proprio per studiare meglio questo dato preoccupante
abbiamo di recente chiesto l'istituzione di un Registro dei tumori in tutte
le Asl del Lazio (al momento l'unico Registro operativo e' quello della
provincia di Latina).
L'articolo 5 del nostro nuovo codice di deontologia afferma: "I medici
debbono considerare l'ambiente nel quale l'uomo vive e lavora come elemento
determinante e fondamentale per la salute dei cittadini", come medici siamo
dunque investiti di una nuova e maggiore responsabilita' e abbiamo il
diritto-dovere d'intervenire con le nostre conoscenze e competenze
scientifiche per evitare che si realizzano opere, infrastrutture e attivita'
senza che prima sia stato valutato il danno che da queste puo' derivare alla
salute delle persone e all'ambiente.
Non possiamo tollerare che si continui a ripetere l'errore di esporre
singole persone e intere comunita' a rischi per la salute, salvo poi, a
distanza di tempo, e purtroppo solo dopo morti e malati, riconoscere quanto
gia' l'evidenza scientifica aveva indicato e dimostrato.
Ci opponiamo dunque alla realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo per
ragioni di civilta' e amore per questa terra, ma prima di tutto per ragioni
di ordine sanitario: innumerevoli studi scientifici affermano e dimostrano
in modo certo che il trasporto aereo e' un rilevante elemento d'inquinamento
ambientale e di danno alla salute. Esso provoca inquinamento atmosferico,
acustico ed elettromagnetico. Queste forme d'inquinamento danneggiano
gravemente e principalmente la salute delle persone che vivono in aree
prossime agli aeroporti, come testimoniato anche da una realta' ben nota:
quella vissuta dagli abitanti di Ciampino, di Marino e del X Municipio di
Roma.
La situazione ambientale e sanitaria che questi cittadini vivono e' talmente
grave che immediatamente e drasticamente andrebbero ridotti i voli civili
sullo scalo di Ciampino.
Permettere che si realizzi un mega-aeroporto a Viterbo, praticamente a
ridosso del suo centro storico, devastando per sempre siti archeologici
rilevanti, l'area termale del Bulicame e l'Orto botanico, in assenza della
valutazione di impatto ambientale (Via) della valutazione ambientale
strategica (Vas) e della valutazione dell'impatto sanitario (Vis), significa
accettare consapevolmente il trasferimento alla citta' di Viterbo, ai suoi
cittadini e a quelli della sua provincia, degli stessi danni e delle stesse
sofferenze per le quali lo scalo di Ciampino deve essere subito chiuso o
almeno ridimensionato.
Non esistono aeroporti ad impatto zero se non nella propaganda
mistificatoria, interessata e senza alcuna base scientifica. Il diritto alla
salute e a vivere in un ambiente sano non deve essere barattato con nulla, e
meno che mai con le false promesse di sviluppo ed occupazione di chi cerca
di ricattare ed ottenere il consenso di tanti giovani, facendo leva sul loro
legittimo diritto al lavoro.
Vogliamo quindi richiamare le ragioni della nostra preoccupazione e del
nostro appello (a conclusione di questa lettera indichiamo altresi' i
riferimenti  bibliografici e sitografici  a sostegno di queste ragioni).
Le emissioni dei motori degli aerei
Le emissioni prodotte dai motori degli aerei, alimentati con cherosene (una
miscela composta da diversi tipi di idrocarburi) sono simili per
composizione a quelle generate dalla combustione di  altri carburanti
fossili e contribuiscono fortemente all'effetto serra. Esse generano gas
nocivi: Anidride Carbonica (CO2), Monossido di Carbonio (CO), Ossidi di
Zolfo (SOx), Ossidi di Azoto (NOx) e Idrocarburi (HC) - come il  benzene
noto cancerogeno e polveri (particolato - PM - di diverse dimensioni, anche
dell'ordine dei micron e dei nanometri). Il quantitativo maggiore di
particolato viene prodotto proprio nelle fasi di decollo ed atterraggio e
quindi rilasciato soprattutto nelle aree piu' prossime agli aeroporti. E'
ormai ben documentato che il particolato fine ed ultrafine attraversa i
sistemi di filtraggio, permane lungamente in sospensione nell'atmosfera, e
puo' essere trasportato per decine e centinaia di chilometri.
Queste polveri proprio in virtu' delle loro dimensioni possono penetrare
attraverso tutte le barriere e le membrane del nostro organismo e
direttamente anche nei nervi cranici. Possono superare la barriera
ematocerebrale, la placenta, gli endoteli, le membrane plasmatiche -
raggiungendo i nuclei delle cellule e portandovi il proprio carico di
metalli pesanti ed altri fattori cancerogeni, interferendo cosi' con i
sistemi di riparazione del Dna e con i complessi meccanismi dell'espressione
genica. Esistono evidenze sempre piu' consistenti di come numerosi
inquinanti introdotti nel corpo umano inducano processi infiammatori cronici
che determinano stress cellulare progressivo a carico di tutti gli organi e
i tessuti, aprendo la strada a patologie gravi come arteriosclerosi e
cancro. L'aspetto che allarma sempre di piu' tantissimi colleghi,
epidemiologi e pediatri in tutto il mondo, concerne la possibilita' che il
danno genetico coinvolga le cellule germinali materne o paterne (causando la
possibile trasmissione alle successive generazioni di lesioni e patologie
anche gravi) o direttamente il feto nel momento piu' delicato del suo
sviluppo.
Innumerevoli studi scientifici mostrano l'evidente correlazione tra
l'esposizione alle polveri sottili ed ultrasottili e l'aumento dei ricoveri
ospedalieri, della mortalita', del sistema cardiovascolare, delle malattie
respiratorie, delle malattie cronico-degenerative (Alzheimer, Sclerosi
Laterale Amiotrofica, Sclerosi Multipla), delle malattie endocrine, delle
malattie neoplastiche.
L'inquinamento acustico
Le zone prossime ad un aeroporto sono sottoposte anche all'inquinamento
acustico generato dalle fasi di avvicinamento, atterraggio e decollo degli
aerei, e dal connesso traffico veicolare.
Il rischio di contrarre gravissime patologie cardiovascolari, insonnia e
disturbi delle fasi del sonno, irritabilita', astenia, disturbi del sistema
endocrino, del sistema digestivo e dell'udito e' elevatissimo, come ormai
noto da moltissimo tempo.
Lo studio internazionale Hypertension and Exposure to Noise near Airports:
the Hyena study [Jarup L., 2008] e' stato finanziato dalla Comunita' Europea
per studiare la correlazione tra inquinamento acustico prodotto dal traffico
aereo, da quello automobilistico e lo sviluppo di ipertensione arteriosa.
Questo studio ha selezionato e studiato 6.000 persone (dai 45 ai 70 anni di
eta') che avevano vissuto per almeno 5 anni vicino ad uno dei 6 maggiori
aeroporti europei.
In Italia  sono state selezionate 1.000 persone residenti vicino
all'aeroporto di Milano Malpensa.
Lo studio ha mostrato una relazione significativa tra l'esposizione,
soprattutto notturna, al rumore prodotto da traffico aereo e il rischio di
sviluppare ipertensione arteriosa e il conseguente aumento di rischio di
infarto del miocardio e ictus. Lo studio infine ha indicato  nella riduzione
dell'impatto acustico da traffico automobilistico e da traffico aereo
notturno una misura necessaria per la prevenzione delle malattie
cardiovascolari.
Ben documentati e ormai noti sono anche i disturbi dell'apprendimento nei
bambini che frequentano scuole ubicate in aree sottoposte ad inquinamento
acustico.
Nello  studio pubblicato sulla prestigiosa rivista "Lancet" Aircraft and
road traffic noise and children's cognition and health: a cross-national
study [Stansfeld S., 2005] sono stati analizzati gli effetti del rumore
prodotto dal traffico automobilistico e dal traffico aereo sullo sviluppo
cognitivo dei bambini. Oltre 2.800 bambini dai 9 ai 10 anni di eta',
frequentanti 89 scuole situate nei pressi di 3 importanti aeroporti europei
(Schiphol in Olanda, Barajas in Spagna e Heathrow in Inghilterra), sono
stati coinvolti nello studio. I ricercatori hanno misurato i livelli di
inquinamento acustico e li hanno rapportati ai risultati di una serie di
test cognitivi sottoposti ai bambini. Analizzando i dati si e' rilevato che
l'esposizione all'inquinamento acustico pregiudica la capacita' di leggere
correttamente. L'esposizione al rumore da traffico automobilistico non
sembra avere un effetto altrettanto significativo sulla capacita' di
leggere, ma e' risultato dannoso nei confronti della memoria. Un'esposizione
a livelli elevati di entrambi i tipi di inquinamento acustico e' associata
ad una peggiore qualita' della vita per i bambini e ad un netto aumento
dello stress. Gli autori dello studio concludono il loro lavoro affermando
che le scuole situate nei pressi di aeroporti non sono ambienti salutari ne'
adatti all'educazione e alla crescita dei bambini.
Lo studio Cristal (dall'acronimo del centro studi che lo ha realizzato:
Centro Regionale Infrastrutture Sistemi Trasporto Aereo del Lazio),
conclusosi recentemente, ha evidenziato che  le persone che vivono nei
comuni di Ciampino, Marino e del X Municipio di Roma sono sottoposte a
livelli d'inquinamento acustico da traffico aereo estremamente preoccupanti
in quanto capaci di danneggiarne la salute. Infatti le linee guida dell'Oms
sul rumore notturno affermano che sopra i 35 decibel iniziano a manifestarsi
effetti biologici che si aggravano tra i 40-55 decibel e diventano molto
pericolosi sopra i 55 decibel; questi limiti sono sempre stati
abbondantemente superati a Ciampino, come risulta dalle rilevazioni dello
studio Cristal.
L'inquinamento elettromagnetico
I sistemi radar delle torri di controllo e quelli a bordo degli aerei
insieme alle antenne di radiotrasmissione ed ai sistemi elettromagnetici
utilizzati per i controlli di sicurezza  producono inquinamento
elettromagnetico, e i lavoratori e i residenti in aree prossime agli
aeroporti possono essere esposti ad effetti di sommazione di campi
elettromagnetici provenienti da piu' fonti: antenne di telefonia, cavi
elettrici ad alta tensione, linee elettriche delle ferrovie etc.
Cari colleghi,
pensiamo che il nostro territorio non ha alcun bisogno di un mega-aeroporto,
ma prima di tutto di tutela e cura, proprio come i nostri pazienti.
Se solo si investisse una piccola parte dei pubblici investimenti previsti
per il mega-aeroporto per i servizi sociali, per le strutture scolastiche,
per  migliorare l'assistenza sanitaria sul territorio, risistemare il
sistema idrico degli acquedotti e quello di depurazione delle acque, questo
sarebbe gia' un grande e fondamentale sostegno per la tutela dello stato di
salute di tutti i nostri pazienti, come altrettanto necessario per questo
fine sarebbe il definitivo abbandono del dannosissimo progetto di
riconversione a carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord a
Civitavecchia.
Ogni giorno nel nostro operare tutti noi esercitiamo il dovere della tutela
della salute dei nostri pazienti, di coloro che ne hanno bisogno, delle
giovani e future generazioni e della salubrita' dell'ambiente, per questo
ora chiediamo a tutti voi un impegno comune per risparmiare a Viterbo e ai
viterbesi un irreversibile danno sociale, ambientale e sanitario.
Cordialmente,
dottor Gianni Ghirga
dottoressa Antonella Litta
dottor Mauro Mocci
per il coordinamento dell'Alto Lazio dell'Isde - Associazione italiana
medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the
Environment - Italia)
Viterbo, 19 febbraio  2009
Post scriptum
Sostengono questo appello tantissimi cittadini di Viterbo e dell'Alto Lazio
ed anche scienziati, ambientalisti, parlamentari italiani ed europei,
scrittori, cattedratici universitari, intellettuali, saggisti; tra i tanti
nomi illustri: i professori Angelo Baracca, Virginio Bettini, Luigi
Cancrini, Marcello Cini, Paul Connett, Giorgio Cortellessa, Luca Mercalli,
Giuseppe Nascetti, Giorgio Nebbia, Gianni Tamino, Stefano Montanari, Silvia
Vegetti Finzi; la vicepresidente del Parlamento Europeo Luisa Morgantini; il
magistrato Ferdinando Imposimato. Hanno aderito e sottoscritto il nostro
appello anche numerosissimi operatori sociali, religiosi e laici, persone
impegnate per i diritti umani, personalita' della vita civile e della
riflessione morale, tra cui padre Alex Zanotelli, il cantautore Francesco
Guccini e numerose associazioni e movimenti impegnati in difesa della
biosfera, dei beni comuni, della pace. Numerose sono le interrogazioni
presentate al Parlamento e al Consiglio regionale del Lazio.
Una bibliografia e sitografia per approfondire
a) Alcuni articoli e volumi (...)
b) Alcuni siti (...)
Per ulteriori informazioni e contatti: isde.viterbo at libero.it

3. MONDO. PATRIZIA CORTELLESSA: APPALACHI
[Dal quotidiano "il manifesto" del 13 giugno 2009 col titolo "Martoriati
Appalachi"]

"Gli abitanti degli Appalachi hanno sacrificato tutto, anche le loro vite,
per l'energia in America. Dobbiamo fermare il prelievo di carbone dalle cime
dei nostri monti e passare ad una fonte di energia rinnovabile che preservi
la nostra terra e garantisca i nostri diritti e la nostra cultura di
montagna". A parlare e' Maria Gunnoe, statunitense, una delle sette
vincitrici del Premio Goldman Environmental 2009, considerato il Nobel per
l'attivismo nel settore ambientale, che ha appunto ricevuto il
riconoscimento per il suo tenace impegno in difesa della catena montuosa
degli Appalachi, in West Virginia, contro gli effetti devastanti dovuti
all'estrazione mineraria di carbone. Il premio le e' stato conferito a San
Francisco nell'aprile scorso, ma la storia della decapitazione delle vette
degli Appalachi, catena montuosa per epoca geologica piu' antica d'America,
e' uno scempio che si consuma ormai da tempo.
Ricoperti da fitte (ex) foreste e ricchi di giacimenti di ferro, antracite,
zinco e carbone, attraversati da numerosi fiumi, gli Appalachi raccontano
purtroppo storie diverse da quelle illustrate da vecchi atlanti geografici.
Perche' per arrivare a quel maledetto "re carbone", di cui i monti sono
ricchi, il primo passo compiuto da compagnie minerarie senza scrupoli - dopo
aver tagliato gli alberi - e' quello di far saltare in aria le cime. E il
potente esplosivo usato quotidianamente lascia dietro se' profonde voragini.
E ferite incurabili. Poi arrivano le ruspe, che scavano comodamente fino ad
arrivare al carbone. I detriti, spinti dai camion, riempiono la valle e
seppelliscono i torrenti, mentre bosco e sottobosco - non bisogna
dimenticare la fase del lavaggio del carbone - si trasformano in immense
distese di fanghi inquinanti e tossici.
Conclusione? Devastazione degli ecosistemi e sconvolgimento della vita degli
abitanti, sempre piu' spesso costretti ad andarsene, invitati a farlo dalle
stesse compagnie minerarie, che possono cosi' rilevare le loro case per
quattro soldi. E la devastazione della geografia del territorio e' causa di
alluvioni e frane in caso di pioggia, come quella che ha interessato la
contea di Mingo (West Virginia) nel 2004, ad esempio, quando un fiume di
acqua nera affogo' la vallata sottostante. Finora - secondo le numerose
associazioni ambientaliste che si battono da anni contro lo spianamento di
quelle montagne - sembra siano andati distrutti piu' di 4.000 miglia di
fiumi e torrenti. Ma "la resistenza continua", e' l'appello che si puo'
leggere sul sito www.mountainjustice.org, sul quale si possono trovare gli
ultimi aggiornamenti sulle mobilitazioni di questi giorni in difesa degli
Appalachi, all'interno dell'operazione "Appalachian Spring" (Primavera degli
Appalachi). Quindici gli attivisti fermati durante le ultime proteste,
alcuni dei quali sono stati rilasciati solo qualche giorno fa, dopo aver
dovuto pagare una salatissima cauzione. Mobilitazioni, queste ultime, cui ha
partecipato anche l'ex congressista democratico Ken Hechler, 94 anni, sin
dagli anni '60 fermo oppositore dell'estrazione mineraria sulle cime degli
Appalachi. A favore di una soluzione "che fermi il prelievo del carbone,
preservi la terra e garantisca i diritti e la cultura di montagna", come
auspicato da Gunnoe, si levano non solo le voci della montagna. Ora sono in
molti a sperare in fonti energetiche alternative, cioe' in quelle energie
rinnovabili annunciate e promesse dal presidente Obama. Nell'attesa, su
quelle antiche e martoriate montagne, la resistenza continua.

4. MONDO. DANIELE PERNIGOTTI: CLIMA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 14 giugno 2009 col titolo "Scollamento
climatico"]

Aumenta sempre piu' la distanza tra le richieste espresse dagli scienziati
per contrastare i cambiamenti climatici e gli impegni che i governi sembrano
disposti ad assumere. E' proprio questo scollamento il segnale piu'
preoccupante giunto dal secondo dei quattro incontri preparatori della
Conferenza Onu di dicembre a Copenhagen, che si e' chiuso ieri a Bonn. Le
richieste dell'Ipcc, il gruppo di esperti incaricato dall'Onu di
sintetizzare la conoscenza scientifica sui cambiamenti climatici, sono note
gia' dal 2007. Affinche' l'aumento di temperatura non superi i 2 gradi
centigradi e' necessario che la concentrazione di CO2 in atmosfera non vada
oltre i 450 ppm, rispetto agli attuali circa 380 ppm, e ai paesi
industrializzati e' richiesto di tagliare le proprie emissioni di gas serra
entro il 2020 di un ammontare variabile dal 25 al 40%, rispetto ai valori
del 1990.
Ma la situazione sembra essere addirittura piu' critica di quella descritta
dall'Ipcc, com'e' evidente dall'osservazione dello stato dei ghiacci polari.
Le temperature dell'artico hanno subito un aumento doppio rispetto al dato
medio registrato su scala mondiale, con la stagione calda che ha un inizio
sempre piu' anticipato e una durata maggiore. La calotta polare avverte
questo maggior apporto di calore riducendo la propria estensione e lo
spessore, a dispetto delle notizie prive di fondamento apparse a gennaio
sulla stampa italiana, in cui veniva annunciata un'ipotetica inversione di
tendenza del processo in atto da decenni.
I numeri parlano chiaro. L'Ipcc prevedeva la possibilita' che si potesse
verificare il temporaneo completo scioglimento della calotta artica al
termine della stagione estiva tra il 2050 e il 2080. David Carlson, il
direttore del programma scientifico dedicato allo studio di artico ed
antartico denominato International Polar Year, sottolinea invece come la
situazione sia molto piu' preoccupante. I dati piu' aggiornati evidenziano
la probabilita' che il completo scioglimento estivo dei ghiacci polari possa
avere luogo nei prossimi trent'anni e addirittura la possibilita' che cio'
si verifichi gia' prima del 2020.
Davanti ad un quadro cosi' preoccupante risulta anacronistica la debole
risposta lanciata dai rappresentanti dei governi riuniti a Bonn. In
particolar modo i paesi sviluppati, ad eccezione della Ue che si e' da tempo
impegnata a tagliare le proprie emissioni del 20% entro il 2020 e ha
dichiarato la propria intenzione ad estendere la riduzione fino al 30%,
hanno presentato degli obiettivi assolutamente insufficienti per una vera
azione internazionale di lotta ai cambiamenti climatici, con una riduzione
prevista del solo 10%, invece che del 25-40% richiesto.
Su tutti risalta il caso eclatante del Giappone che rischia di mettere in
crisi l'intero negoziato. Il paese asiatico nei giorni scorsi ha comunicato
di volere impegnarsi a ridurre le proprie emissioni entro il 2020 dell'8%,
senza dunque rispettare il traguardo del 6% per il 2012 gia' sottoscritto
con il Protocollo di Kyoto.
Non sono, in questo caso, solo le Ong a denunciare la totale mancanza di
ambizione dei governi, ma e' lo stesso Yvo de Boer, segretario esecutivo del
tavolo negoziale dell'Onu sui cambiamenti climatici detto Unfccc, a non
riuscire a mascherare il proprio disappunto. "In tanti anni che sono alla
guida dell'Unfccc e' la prima volta che non so cosa rispondere", ha
commentato alle pressanti domande in merito all'obiettivo dichiarato dal
primo ministro giapponese Aso.
Tra i corridoi di Bonn c'e' gia' pero' chi inizia ad azzardare curiosi
paralleli con quanto si e' gia' verificato in passato con i governi
storicamente climascettici, come quello australiano ed americano. In
entrambi i casi la poca lungimiranza dei due precedenti capi di governo e di
stato, John Howard e G. W. Bush, ha contribuito a spianare la strada a due
nuovi capi di governo e di stato in grado di meglio intercettare le reali
preoccupazioni dei cittadini e capaci di porre il clima al centro
dell'agenda politica. Per le prossime elezioni giapponesi di settembre
suoneranno probabilmente come un incubo per Aso i recenti sondaggi che
vedono piu' del 60% della sua popolazione disposta ad accettare grossi tagli
delle emissioni di CO2.

5. RIFLESSIONE. JOAO PEDRO STEDILE: LA CRISI
[Dal quotidiano "Il manifesto" dell'8 giugno 2009 col titolo "Campesinos di
tutto il mondo unitevi", il sottotitolo "Crisi globale. Disastri e
opportunita'" e la nota redazionale "Joao Pedro Stedile e' uno dei leader
del Movimento dei senza terra brasiliani e di Via campesina"]

Lungo i 250 anni di capitalismo industriale ci sono state numerose crisi
cicliche e almeno tre crisi sistemiche - compresa quella in corso - di
portata mondiale. Nelle crisi precedenti i capitalisti hanno sempre adottato
misure per risanare il sistema e recuperare il ciclo di espansione e di
riproduzione del capitale.
In questo quadro, gli effetti della crisi sull'agricoltura mostrano alcune
caratteristiche peculiari.
Negli ultimi 20 anni nel sud del mondo si e' diffusa un'alleanza fra i
grandi terratenientes e le corporazioni che controllano la filiera agricola
e il mercato mondiale degli alimenti (l'agro-business).
Questa agricoltura capitalista, latifondista e meccanizzata esige ogni
giorno piu' agro-tossici e crediti. Ha bisogno del capitale finanziario per
comprare gli elementi della filiera industriale prodotti dalle corporazioni.
Pero' la crisi attuale ha colpito l'irrigazione di capitali, ha causato la
caduta della produzione delle merci destinate al mercato mondiale, la
diminuzione dei tassi di profitto e una copiosa disoccupazione fra i
salariati.
Per quanto si sia ridotto il ritmo degli investimenti di capitali
nell'agricoltura, si avverte un'intensificarsi dell'appropriazione delle
risorse naturali ancora disponibili. Negli ultimi anni e' evidente
un'offensiva capitalista per appropriarsi di piu' terre, piu' aree ricche di
biodiversita', piu' riserve minerali, piu' fonti di acqua e di energia.
Allo stesso tempo le corporazioni cercano un maggiore controllo del mercato
delle sementi. In molto paesi s'impone l'adozione di sementi transgeniche su
cui, secondo le norme stabilite dall'Organizzazione mondiale del commercio,
le corporazioni hanno il diritto di proprieta' mentre in realta' sono un
patrimonio dell'umanita'.
Il Brasile e altri paesi d'Asia e d'Africa sono le vittime dell'avidita' del
capitale internazionale.
I campesinos continuano a resistere in tutto il mondo e sentono gli effetti
negativi e positivi di questa crisi.
Negativa e' la riduzione della domanda dei loro prodotti sui mercati locali
a causa della caduta del reddito dei lavoratori, sempre piu' urbanizzati,
piu' disoccupati, piu' precarizzati. Si sono ridotti i flussi migratori dei
giovani, che non trovano lavoro nelle citta' o nei paesi sviluppati. In
conseguenza diminuiscono anche le rimesse.
In molti casi in cui i campesinos sono stati risucchiati dall'agricoltura
industriale, ora si ritrovano un aumento dei prezzi della filiera molto
superiore all'inflazione. Molti campesinos si sono indebitati e hanno dovuto
abbandonare le loro terre, specie in paesi asiatici come l'India, la
Tailandia e l'Indonesia. Le risorse che gli stati prima dirottavano sui
programmi sociali sono stati ridotte per via della crisi perche' servono
prima di tutto a salvare i capitalisti.
Gli aspetti positivi, invece, sono che i piccoli campesinos, per quanto
costretti a operare in un quadro capitalista, possono produrre i loro
alimenti e non perdono il lavoro. I loro redditi si riducono, pero' non
vanno in malora.
Il sistema di produzione basato sulla monocoltura su grande scala, che
distrugge le forme di vita vegetale e animale, e genera alimenti sempre piu'
adulterati dai veleni agricoli, sta causando lo squilibrio dell'ambiente, la
contaminazione dell'aria e dell'acqua e il cambio climatico.
Queste contraddizioni stanno portando le popolazioni delle citta' a
divenire, nel medio periodo, alleati dei campesinos per modificare il
modello di produzione agricola e ottenere alimenti sani.
La crisi provochera' certamente un lungo e intenso dibattito nella societa'
sul modo di utilizzare le risorse naturali e puo' produrre cambi benefici
nell'agricoltura mondiale.
I capitalisti vogliono produrre dollari e profitti. I campesinos vogliono
produrre alimenti sani e benessere sociale. Questo scontro e' presente in
tutti gli spazi territoriali in cui queste due forze s'incontrano. Il futuro
e' con i campesinos. E contro i depredatori della natura e gli sfruttatori
del popolo.

6. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO
DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO

Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di
Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della
salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail:
info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it
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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 203 del 17 giugno 2009

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