Voci e volti della nonviolenza. 342



==============================
VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
==============================
Supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 342 del 16 giugno 2009

In questo numero:
Amico Dolci: Verso un educare creativo. Il cambiamento e' possibile

LIBRI. AMICO DOLCI: VERSO UN EDUCARE CREATIVO. IL CAMBIAMENTO E' POSSIBILE
[Ringraziamo Amico Dolci (per contatti: amicodolci at libero.it) per averci
messo a disposizione la presentazione del libro Danilo Dolci. Attualita'
profetica, pubblicato dall'Editore Mesogea di Messina (si tratta degli atti
della Settimana di studi dedicata a Danilo Dolci nel dicembre del '97 presso
il Liceo Scientifico "Archimede" di Acireale (Catania), curato dagli
organizzatori dei numerosi incontri - Rosa Grillo, Giovanni Vecchio,
Sebastiano Pennisi - che contiene varie testimonianze, contributi,
fotografie e resoconti di laboratori maieutici).
Amico Dolci, musicista e amico della nonviolenza, figlio di Danilo Dolci, ne
prosegue l'opera educativa e di suscitamento e riconoscimento di umanita'.
Danilo Dolci e' nato a Sesana (Trieste) nel 1924, arrestato a Genova nel '43
dai nazifascisti riesce a fuggire; nel '50 partecipa all'esperienza di
Nomadelfia a Fossoli; dal '52 si trasferisce nella Sicilia occidentale
(Trappeto, Partinico) in cui promuove indimenticabili lotte nonviolente
contro la mafia e il sottosviluppo, per i diritti, il lavoro e la dignita'.
Subisce persecuzioni e processi. Sociologo, educatore, e' tra le figure di
massimo rilievo della nonviolenza nel mondo. E' scomparso sul finire del
1997. Di seguito riportiamo una sintetica ma accurata notizia biografica
scritta da Giuseppe Barone (comparsa col titolo "Costruire il cambiamento"
ad apertura del libriccino di scritti di Danilo, Girando per case e
botteghe, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2002): "Danilo Dolci nasce il
28 giugno 1924 a Sesana, in provincia di Trieste. Nel 1952, dopo aver
lavorato per due anni nella Nomadelfia di don Zeno Saltini, si trasferisce a
Trappeto, a meta' strada tra Palermo e Trapani, in una delle terre piu'
povere e dimenticate del paese. Il 14 ottobre dello stesso anno da' inizio
al primo dei suoi numerosi digiuni, sul letto di un bambino morto per la
denutrizione. La protesta viene interrotta solo quando le autorita' si
impegnano pubblicamente a eseguire alcuni interventi urgenti, come la
costruzione di una fogna. Nel 1955 esce per i tipi di Laterza Banditi a
Partinico, che fa conoscere all'opinione pubblica italiana e mondiale le
disperate condizioni di vita nella Sicilia occidentale. Sono anni di lavoro
intenso, talvolta frenetico: le iniziative si susseguono incalzanti. Il 2
febbraio 1956 ha luogo lo "sciopero alla rovescia", con centinaia di
disoccupati - subito fermati dalla polizia - impegnati a riattivare una
strada comunale abbandonata. Con i soldi del Premio Lenin per la Pace (1958)
si costituisce il "Centro studi e iniziative per la piena occupazione".
Centinaia e centinaia di volontari giungono in Sicilia per consolidare
questo straordinario fronte civile, "continuazione della Resistenza, senza
sparare". Si intensifica, intanto, l'attivita' di studio e di denuncia del
fenomeno mafioso e dei suoi rapporti col sistema politico, fino alle
accuse - gravi e circostanziate - rivolte a esponenti di primo piano della
vita politica siciliana e nazionale, incluso l'allora ministro Bernardo
Mattarella (si veda la documentazione raccolta in Spreco, Einaudi, Torino
1960 e Chi gioca solo, Einaudi, Torino 1966). Ma mentre si moltiplicano gli
attestati di stima e solidarieta', in Italia e all'estero (da Norberto
Bobbio a Aldo Capitini, da Italo Calvino a Carlo Levi, da Aldous Huxley a
Jean Piaget, da Bertrand Russell a Erich Fromm), per tanti avversari Dolci
e' solo un pericoloso sovversivo, da ostacolare, denigrare, sottoporre a
processo, incarcerare. Ma quello che e' davvero rivoluzionario e' il suo
metodo di lavoro: Dolci non si atteggia a guru, non propina verita'
preconfezionate, non pretende di insegnare come e cosa pensare, fare. E'
convinto che nessun vero cambiamento possa prescindere dal coinvolgimento,
dalla partecipazione diretta degli interessati. La sua idea di progresso non
nega, al contrario valorizza, la cultura e le competenze locali. Diversi
libri documentano le riunioni di quegli anni, in cui ciascuno si interroga,
impara a confrontarsi con gli altri, ad ascoltare e ascoltarsi, a scegliere
e pianificare. La maieutica cessa di essere una parola dal sapore antico
sepolta in polverosi tomi di filosofia e torna, rinnovata, a concretarsi
nell'estremo angolo occidentale della Sicilia. E' proprio nel corso di
alcune riunioni con contadini e pescatori che prende corpo l'idea di
costruire la diga sul fiume Jato, indispensabile per dare un futuro
economico alla zona e per sottrarre un'arma importante alla mafia, che
faceva del controllo delle modeste risorse idriche disponibili uno strumento
di dominio sui cittadini. Ancora una volta, pero', la richiesta di acqua per
tutti, di "acqua democratica", incontrera' ostacoli d'ogni tipo: saranno
necessarie lunghe battaglie, incisive mobilitazioni popolari, nuovi digiuni,
per veder realizzato il progetto. Oggi la diga esiste (e altre ne sono sorte
successivamente in tutta la Sicilia), e ha modificato la storia di decine di
migliaia di persone: una terra prima aridissima e' ora coltivabile;
l'irrigazione ha consentito la nascita e lo sviluppo di numerose aziende e
cooperative, divenendo occasione di cambiamento economico, sociale, civile.
Negli anni Settanta, naturale prosecuzione del lavoro precedente, cresce
l'attenzione alla qualita' dello sviluppo: il Centro promuove iniziative per
valorizzare l'artigianato e l'espressione artistica locali. L'impegno
educativo assume un ruolo centrale: viene approfondito lo studio, sempre
connesso all'effettiva sperimentazione, della struttura maieutica, tentando
di comprenderne appieno le potenzialita'. Col contributo di esperti
internazionali si avvia l'esperienza del Centro Educativo di Mirto,
frequentato da centinaia di bambini. Il lavoro di ricerca, condotto con
numerosi collaboratori, si fa sempre piu' intenso: muovendo dalla
distinzione tra trasmettere e comunicare e tra potere e dominio, Dolci
evidenzia i rischi di involuzione democratica delle nostre societa' connessi
al procedere della massificazione, all'emarginazione di ogni area di
effettivo dissenso, al controllo sociale esercitato attraverso la diffusione
capillare dei mass-media; attento al punto di vista della "scienza della
complessita'" e alle nuove scoperte in campo biologico, propone
"all'educatore che e' in ognuno al mondo" una rifondazione dei rapporti, a
tutti i livelli, basata sulla nonviolenza, sulla maieutica, sul "reciproco
adattamento creativo" (tra i tanti titoli che raccolgono gli esiti piu'
recenti del pensiero di Dolci, mi limito qui a segnalare Nessi fra
esperienza etica e politica, Lacaita, Manduria 1993; La struttura maieutica
e l'evolverci, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1996; e Comunicare, legge
della vita, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1997). Quando la mattina del 30
dicembre 1997, al termine di una lunga e dolorosa malattia, un infarto lo
spegne, Danilo Dolci e' ancora impegnato, con tutte le energie residue, nel
portare avanti un lavoro al quale ha dedicato ogni giorno della sua vita".
Tra le molte opere di Danilo Dolci, per un percorso minimo di accostamento
segnaliamo almeno le seguenti: una antologia degli scritti di intervento e
di analisi e' Esperienze e riflessioni, Laterza, Bari 1974; tra i libri di
poesia: Creatura di creature, Feltrinelli, Milano 1979; tra i libri di
riflessione piu' recenti: Dal trasmettere al comunicare, Sonda, Torino 1988;
La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Firenze 1996.
Recentissimo e' il volume che pubblica il rilevante carteggio Aldo Capitini,
Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008. Tra le opere su Danilo
Dolci: Giuseppe Fontanelli, Dolci, La Nuova Italia, Firenze 1984; Adriana
Chemello, La parola maieutica, Vallecchi, Firenze 1988 (sull'opera poetica
di Dolci); Antonino Mangano, Danilo Dolci educatore, Edizioni cultura della
pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1992; Giuseppe Barone, La forza della
nonviolenza. Bibliografia e profilo critico di Danilo Dolci, Libreria Dante
& Descartes, Napoli 2000, 2004 (un lavoro fondamentale); Lucio C. Giummo,
Carlo Marchese (a cura di), Danilo Dolci e la via della nonviolenza,
Lacaita, Manduria-Bari-Roma 2005; Raffaello Saffioti, Democrazia e
comunicazione. Per una filosofia politica della rivoluzione nonviolenta,
Palmi (Rc) 2007. Tra i materiali audiovisivi su Danilo Dolci cfr. i dvd di
Alberto Castiglione: Danilo Dolci. Memoria e utopia, 2004, e Verso un mondo
nuovo, 2006. Tra i vari siti che contengono molti utili materiali di e su
Danilo Dolci segnaliamo almeno www.danilodolci.it, danilo1970.interfree.it,
www.danilodolci.toscana.it, www.inventareilfuturo.com, www.cesie.org,
www.nonviolenti.org, www.fondodanilodolci.it]

Sin dalla fine degli anni '70 Acireale e il suo territorio sono divenuti per
me una realta' in cui, insieme a mio padre, scoprivo affinita' e amicizie
intense. Abbiamo condiviso con voi, e soprattutto insieme agli studenti,
tanti momenti importanti in loco, e al Borgo di Trappeto: laboratori
maieutici, con musica e poesia; e ancora in seguito, ho conosciuto tanti
altri che tramite voi si avvicinavano alla figura di Danilo con affetto e
fiducia, lavorando intensamente come mai prima a scuola era stato loro
possibile.
E' quanto riscontriamo ancora oggi, a circa trenta anni di distanza, ogni
volta che riviviamo l'incanto dei laboratori maieutici con gli studenti:
spesso diventa una vera, dirompente, scoperta, una svolta benefica,
stupefacente, eppure semplicissima. La gioia riflessa dai loro occhi, la
felicita' che riscontro nei volti e nelle espressioni di ognuno ogni volta
mi frastorna e insieme mi spinge ad insistere, a continuare ad essere
presente e disponibile a nuovi incontri, nuove scoperte, nuove iniziative.
Credo proprio che ormai siano diverse centinaia i laboratori che abbiamo
realizzato: li rammento tutti uno per uno, nel loro nascere e crescere.
Quando abbiamo cominciato, una decina di anni fa, pochi ricordavano Danilo
Dolci e il lavoro del Centro Studi: alcuni lo limitavano agli anni '60, '70
e nulla piu', e confesso che le incertezze erano tante: mancavano i libri di
papa', mancavano, per un certo pubblico distratto, i nessi tra quei primi
anni "vistosi" e il lavoro profondissimo, umile, di scavo, alla ricerca di
un educare creativo a un mondo nonviolento; mancava il collegamento tra quei
fatti e l'esperienza che comunque, oggi e sempre, il cambiamento e'
possibile.
Ma di una cosa ero sicuro: dovevamo passare attraverso la sperimentazione
della struttura maieutica; offrirla a gente che non aveva mai sentito
parlare di lui, anche a costo di non essere accettati da chi si attendeva la
lezione di Danilo apostolo della nonviolenza (!). Noi ci rifiutavamo, quasi
categoricamente: sentivamo il rischio di alimentare uno sguardo
all'indietro, perdipiu' distorto, difficilmente riparabile se anche noi ne
diventavamo complici: il tutto era reso spesso piu' difficile dalla buona
fede di chi ci invitava (e qualche volta abbiamo dovuto ostinatamente
"difendere" Danilo da questa visione nostalgica e irreale).
La nostra risposta costruttiva, percio', diventava quella di aprirci alla
possibilita' di avviare dei laboratori maieutici; ben sapendo, d'altra
parte, che nessun individuo sarebbe mai stato ovviamente in grado di
proseguire un'opera cosi' ramificata nella complessita' di rapporti,
esperienze e memoria (a maggior ragione lo ribadiamo oggi, col senno di
poi). Non ci pareva sufficiente "divulgare", "mantenere" viva la persona,
scrivere o raccontare di lui: tanto meno ci sembrava utile incontrare i suoi
"grandi amici", senza poter avere da parte nostra qualcosa da offrire, anche
se solo in forma problematica, interrogativa.
In questa prima fase con Antonino Mangano e con Giuseppe Barone abbiamo
lavorato alla ricerca della massima qualita'. Tutto cio' ha prodotto,
soprattutto negli ultimi anni, una situazione quasi paradossale: il nostro
lavoro oggi e' intensissimo, ma ne sono a conoscenza quasi solo coloro con
cui operiamo direttamente: giovani, professori, scuole, volontari e
associazioni che insieme a noi discutono progetti, ne inventano i percorsi,
provano ad adattare esperienze a nuove realta', iniziano ad accostarsi in
modo diverso ai problemi e ad influire gradatamente, direttamente sulle loro
realta' locali.
Sono ormai migliaia le persone con cui operiamo, sia sul piano locale, sia
su quello internazionale. Avevamo cominciato (in collaborazione con il
Cesie, Centro Studi ed Iniziative Europeo) con scambi tra gruppi di 50-60
giovani, due volte l'anno, mentre oggi mediamente vengono in contatto con
noi, partecipano a progetti, contribuiscono alla loro realizzazione, circa
5.000/6.000 ragazzi (soprattutto) e adulti l'anno.
Oggi abbiamo venti operatori stabili, molti dei quali provenienti da un
periodo di servizio civile presso di noi, e direttamente retribuiti
attraverso la realizzazione dei progetti, che vanno moltiplicandosi.
Forse dovremmo raccontare di piu' quello che si fa, ma riteniamo che, per
quanto dolorosa, la scelta giusta sia coinvolgere un sempre maggior numero
di persone, qualificando al massimo i rapporti e i risultati. Non si finisce
mai, ma il massimo dei crimini e' sprecare i giovani nel mondo, ogni giorno.
Sbagliando metodo nel rapportarsi con essi.
La nostra esperienza oggi ci consente di ribadire che i laboratori maieutici
sono una necessita': la creativita' non si trasmette. Ma ognuno incontrando
l'occasione di poterla sperimentare, puo' accendersene. Il punto e' che
queste occasioni vanno inventate, suscitate, favorite: e per questo occorre
un grande lavoro giornaliero, capillare, di contatti, proposte, scelte, e
laboratori, naturalmente. Anche viaggiare e' importante, per creare e
mantenere i contatti: infatti ci rendiamo conto che i frutti stanno
crescendo, intorno a noi e piu' lontano, sempre piu'.
Mirto sta ridiventando meta continua di visitatori provenienti dalle piu'
svariate parti del mondo. Viaggi di studio di scuole primarie e secondarie,
molte delle quali intitolate a Danilo Dolci, studenti e professori
universitari italiani e stranieri provenienti anche da Libere universita'
popolari, Case per la pace, associazioni di volontariato. Frequenti sono le
Tesi di laurea da Facolta' di Scienze della formazione, Scienze politiche,
Architettura. Dall'Europa intera (comprese adesso le nazioni dell'Est),
dalle Americhe e dall'Australia viene gente che studia, scopre, si riconosce
in quella struttura maieutica reciproca, che ha avuto la sua piu' profonda e
penetrante sperimentazione proprio a partire dal territorio di Mirto.
Giovani e meno giovani vengono ad osservare con i propri occhi questo
laboratorio, intimamente collegato attraverso il lavoro del Centro Studi e
Iniziative, che vi ha operato sin dagli anni '50, alle persone, alla storia
di Partinico e Trappeto, alla nascita della diga sullo Jato. Ma soprattutto
sanno che tutto cio' ha avuto, anche se lentamente, importanti ripercussioni
nella societa' civile nazionale e non solo. Un esempio per tutti Porto
Alegre, in Sud America. La tribuna sociale mondiale di Porto Alegre (Vedi
Carta Tribuna sociale Porto Alegre, 2001) e' uno spazio democratico aperto
da alcuni anni a favore dello sviluppo di alternative alle politiche
neoliberali e imperialiste. I pilastri del movimento sono le organizzazioni
civili, le organizzazioni non governative e qualsiasi movimento sociale e/o
umanitario impegnato in azioni di cambiamento: ebbene, tra coloro che
l'hanno promossa e sostenuta, molti sono stati giovanissimi a Trappeto negli
anni '60.
Infine, grazie all'interesse di decine e decine di persone che in questi
anni hanno riproposto, come voi, la metodologia, l'opera e il pensiero di
Danilo Dolci, oggi molti suoi libri sono finalmente reperibili in tutte le
librerie, dai saggi alle poesie, dai documenti audio-visivi alle
trascrizioni dei suoi laboratori; solo cosi' puo' diventarci "altro", puo'
diventare "noi".
In questa luce, anche nella vostra bellissima iniziativa, che presenta un
programma cosi' ricco di tematiche, di nuovi incontri e contributi, vedo
concretamente realizzato il progetto di cui ho parlato: questo ci fortifica
e incoraggia ulteriormente.
Sono felice di essere stato nuovamente con voi, anche se per pochissimo
tempo: e l'esservi venuto con Pino Lombardo, storico collaboratore di papa'
e testimone protagonista della Radio Libera Partinico 1970, ha avuto
particolare significato; e' un legame importante, tra il tempo di allora e
le scelte future.
La pubblicazione dei lavori di questa "Settimana di studi" sara' una
notevole aggiunta al panorama delle opere che illustrano e promuovono
l'impegno educativo di Danilo Dolci: ce ne faremo a nostra volta fruitori e
promotori.
Vi sono grato del vostro impegno, generoso e qualificato, che ci invita ad
essere sempre piu' presenti nella societa', nel nostro confrontarci con gli
altri, a qualsiasi livello, per la crescita di tutti. Proprio per questa
consapevolezza, speriamo di potere rispondere in modo sempre piu'
appropriato alla necessita' di comunicazione tra i tanti gruppi e laboratori
che operano autonomamente in contesti cosi' vari e lontani.

==============================
VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
==============================
Supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 342 del 16 giugno 2009

Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe

Per non riceverlo piu':
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe

In alternativa e' possibile andare sulla pagina web
http://web.peacelink.it/mailing_admin.html
quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su
"subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).

L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196
("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing
list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica
alla pagina web:
http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web:
http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la
redazione e': nbawac at tin.it