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Coi piedi per terra. 198
- Subject: Coi piedi per terra. 198
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Fri, 5 Jun 2009 11:52:58 +0200
- Importance: Normal
=================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 198 del 5 giugno 2009 In questo numero: 1. Una lettera all'assessore agli enti locali della Regione Lazio 2. Cresce l'opposizione al mega-aeroporto anche tra le forze politiche 3. Ancora aggiornato il sito www.coipiediperterra.org 4. Gemma Contin: Aeroporti a gogo' 5. Daniele Nalbone: Una giostra in movimento 6. A Viterbo un incontro sulla questione delle "scie chimiche" 7. Paola Desai: Gli oceani e il clima 8. Adriano Paolella: Riqualificazione ambientale, riqualificazione sociale 9. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo 1. DOCUMENTI. UNA LETTERA ALL'ASSESSORE AGLI ENTI LOCALI DELLA REGIONE LAZIO All'Assessore agli Enti Locali della Regione Lazio e per opportuna conoscenza: al Presidente della Giunta Regionale del Lazio, al Presidente della Provincia di Viterbo, al Sindaco del Comune di Viterbo Oggetto: richiesta di intervento in merito alla gravissima minaccia di devastazione dell'area archeologica e termale del Bulicame a Viterbo, che e' anche una gravissima minaccia all'economia - beni ambientali e culturali, agricoltura, termalismo, turismo - del viterbese, ed anche una gravissima minaccia alla salute, alla sicurezza, alla qualita' della vita, agli interessi e ai diritti dei cittadini viterbesi; minaccia costituita dalla realizzazione di un insensato ed illegale mega-aeroporto Egregio assessore, le segnaliamo la necessita' e l'urgenza di una sua iniziativa presso il suo stesso ente e presso la Provincia e il Comune di Viterbo, affinche' questi enti locali finalmente riconsiderino la loro posizione in merito alla gravissima minaccia di devastazione dell'area archeologica e termale del Bulicame a Viterbo, che e' anche una gravissima minaccia all'economia - beni ambientali e culturali, agricoltura, termalismo, turismo - del viterbese, ed anche una gravissima minaccia alla salute, alla sicurezza, alla qualita' della vita, agli interessi e ai diritti dei cittadini viterbesi; minaccia costituita dalla realizzazione di un insensato ed illegale mega-aeroporto. In passato la Regione Lazio, la Provincia di Viterbo e il Comune di Viterbo sono stati evidentemente ingannati da una propaganda mistificante e da reiterate menzogne diffuse da una minuscola e spregiudicata lobby politico-affaristica di estrema destra che si sta tuttora adoperando per provocare un enorme danno al territorio e alla popolazione dell'Alto Lazio, ed anche un enorme danno al pubblico erario. Ma e' finalmente a tutti evidente che il mega-aeroporto a Viterbo e' del tutto inammissibile in punto di fatto e del tutto illegale in punto di diritto. Talche' e' giunto il momento che anche le istituzioni che in passato sono state ingannate dalle mistificazioni e dalle menzogne diffuse da affaristi d'avventura e propagandisti senza scrupoli, preso finalmente atto della verita' effettuale si adoperino per impedire quel colossale scempio e quel flagrante crimine che la realizzazione del mega-aeroporto costituirebbe. Alla presente alleghiamo per opportuna conoscenza: a) una recente lettera inviata dai referenti locali dell'"Associazione italiana medici per l'ambiente" ai medici dell'Alto Lazio; b) un recente articolo apparso sul "Corriere della sera" della prestigiosa scrittrice Dacia Maraini; c) una recente interrogazione parlamentare dell'on. Leoluca Orlando che ricostruisce puntualmente i termini essenziali della questione; d) una recente diffida al Comitato interministeriale per la programmazione economica. Restando a disposizione per ogni ulteriore informazione ed opportuno chiarimento (e rinviandola fin d'ora alla vasta documentazione disponibile nel nostro sito www.coipiediperterra.org), e restando altresi' in attesa di un cortese riscontro, distinti saluti, Antonella Litta, portavoce del Comitato che si oppone alla realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti Peppe Sini, responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo Viterbo, 3 giugno 2009 2. RIFLESSIONE. CRESCE L'OPPOSIZIONE AL MEGA-AEROPORTO ANCHE TRA LE FORZE POLITICHE Italia dei valori, Sinistra arcobaleno, Rifondazione comunista, autorevoli rappresentanti nazionali e locali di Sinistra e liberta' e del Partito democratico: anche tra le forze politiche cresce l'opposizione al mega-aeroporto a Viterbo. * Un po' di cronaca L'opposizione alla realizzazione di un mega-aeroporto che devasterebbe l'area archeologica e termale del Bulicame a Viterbo e che avvelenerebbe la salute e la vita di migliaia e migliaia di cittadini, e' stata promossa da persone e movimenti della societa' civile che nell'estate del 2007 fecero nascere il comitato che si oppone al mega-aeroporto in difesa di ambiente, salute e diritti di tutti. Al comitato viterbese che si oppone al mega-aeroporto e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo subito venne la solidarieta' in difesa di ambiente e salute, in difesa di legalita' e diritti, da parte di tanti scienziati, intellettuali, autorevoli personalita' delle istituzioni, della riflessione morale e dell'impegno civile. Si sono espressi contro il mega-aeroporto a Viterbo scienziati di fama internazionale come Angelo Baracca, Virginio Bettini, Luigi Cancrini, Marcello Cini, Paul Connett, Giorgio Cortellessa, Gianni Mattioli, Luca Mercalli, Stefano Montanari, Giuseppe Nascetti, Giorgio Nebbia, Gianni Tamino, Federico Valerio; centinaia di illustri docenti universitari, intellettuali ed artisti come Francesco Guccini, Dacia Maraini e Silvia Vegetti Finzi; figure autorevolissime delle istituzioni come il magistrato Ferdinando Imposimato e la vicepresidente del parlamento europeo Luisa Morgantini; rappresentanti del mondo del lavoro come il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani; personalita' dell'impegno umanitario e della riflessione morale come padre Alessandro Zanotelli. * Varie forze politiche democratiche contro il mega-aeroporto Anche varie forze politiche democratiche esprimono un impegno sempre piu' ampio e sempre piu' persuaso contro il mega-aeroporto insensato e illegale. L'Italia dei valori, con l'impegno diretto del suo leader Antonio Di Pietro, con l'impegno di altri suoi autorevoli parlamentari e con la sua struttura territoriale. La Sinistra arcobaleno con la sua rappresentanza al Comune di Viterbo. Rifondazione comunista che il 28 maggio ha realizzato un'iniziativa a Viterbo con i suoi dirigenti nazionali, regionali, provinciali e comunali per esprimere un deciso impegno contro il mega-aeroporto. Alcuni dei piu' autorevoli rappresentanti nazionali e locali di Sinistra e liberta'. E in questi ultimi mesi anche parlamentari e consiglieri comunali del Partito democratico, partito nel quale stanno emergendo esplicite opposizioni e sta quindi finalmente cessando una prolungata subalternita', una scandalosa omerta' e una vergognosa complicita' a livello locale con l'operazione speculativa, devastatrice, avvelenatrice, sperperatrice ed illegale del mega-aeroporto. * Un'opera speculativa e devastatrice La realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo e' infatti un'operazione speculativa promossa da una lobby politico-affaristica, una lobby che mira all'arricchimento di pochi a danno dell'intera collettivita', a danno dell'ambiente, a danno del territorio e delle sue risorse, a danno delle autentiche vocazioni produttive dell'Alto Lazio, a danno della salute e dei diritti di tutti i viterbesi, a danno del pubblico erario e quindi di tutti i cittadini italiani. * La popolazione di Viterbo sempre piu' si oppone alla minaccia Ma la popolazione di Viterbo ogni giorno di piu' prende coscienza e con sempre maggior decisione si oppone agli speculatori e devastatori. Non a caso tra gli animatori dell'opposizione al mega-aeroporto ci sono gli agricoltori della zona che vedrebbero le loro proprieta' ed attivita' aggredite e devastate. Non a caso tra gli animatori dell'opposizione al mega-aeroporto ci sono i medici impegnati nella difesa dell'ambiente per difendere la salute dei loro assistiti. Non a caso tra gli animatori dell'opposizione al mega-aeroporto ci sono i cittadini che vivono nei quartieri che sarebbero piu' duramente colpiti dall'inquinamento acustico ed atmosferico. * Un mega-aeroporto del tutto illegale Il mega-aeroporto e' infine anche un'opera del tutto illegale: che viola sia le leggi italiane ed europee in vigore, sia i vigenti vincoli di salvaguardia degli strumenti di pianificazione territoriale, paesaggistica ed urbanistica locali. * Un impegno corale per la legalita' e i diritti E' giunta l'ora di un impegno corale di tutti i cittadini e tutte le forze democratiche rispettose della legalita', dei diritti umani di tutti gli esseri umani comprese le generazioni future, dell'ambiente e della civilta', affinche' la minaccia del mega-aeroporto nocivo e distruttivo a Viterbo sia definitivamente respinta. 3. STRUMENTI. ANCORA AGGIORNATO IL SITO WWW.COIPIEDIPERTERRA.ORG E' stato nuovamente aggiornato ed ampliato con altri materiali di informazione, documentazione e riflessione il sito del comitato che si oppone alla realizzazione di un mega-aeroporto a Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti, www.coipiediperterra.org In particolare sono stati inseriti tutti gli ultimi fascicoli del notiziario "Coi piedi per terra" che contengono molti nuovi utili e rilevanti documenti. * Nel sito sono disponibili e agevolmente consultabili tutti i fascicoli del notiziario "Coi piedi per terra", una vera e propria miniera di materiali non solo sulle ragioni per opporsi all'illegale e devastante mega-aeroporto a Viterbo, e piu' complessivamente al dissennato incremento del trasporto aereo, ma anche sui temi dell'ambientalismo scientifico e dell'impegno ecologista in una prospettiva nonviolenta, equosolidale, di pace e di giustizia. Il sito contiene anche una sezione di documentazione fotografica di alcune iniziative del comitato; sezioni specifiche che presentano comunicati, relazioni, interviste, bibliografie e sitografie; link utili e siti amici; un'ampia cronologia delle attivita' svolte; una sezione in lingua inglese particolarmente apprezzata. Di particolare rilevanza e' un'ampia sezione di testi di studio, che presenta anche opere integrali di Gunther Anders, Piero Calamandrei, Aldo Capitini, Susan George, Martin Luther King, Alexander Langer, Primo Levi, Giulio A. Maccacaro, Jean-Marie Muller, Vandana Shiva, ed ancora altre autrici ed altri autori. * Nel sito e' ospitato anche uno spazio dell'Isde di Viterbo (l'Isde e' la prestigiosa Associazione italiana medici per l'ambiente - International Society of Doctors for the Environment Italia). * In evidenza nella home page alcune comunicazioni intercorse tra il comitato e varie autorita' istituzionali e la relazione tenuta dalla dottoressa Antonella Litta al recente convegno nazionale di Salsomaggiore dell'Associazione medici per l'ambiente ed il relativo materiale iconografico di supporto. 4. RASSEGNA STAMPA. GEMMA CONTIN: AEROPORTI A GOGO' [Dal quotidiano "Liberazione" del 28 maggio 2009 col titolo "Aeroporti a gogo', un pulviscolo 'privato' che non garantisce il traffico aereo" e il sommario "Soldi, sicurezza, ruolo dei territori nell'audizione alla Camera del presidente dell'Astra, l'Associazione Sicurezza Trasporto"] Trasporto aereo regionale e mire politiche territoriali; bella storia, anche se un po' contorta, e con bei quattrini da tirare fuori. Un mese fa il presidente dell'Astra - Associazione per la Sicurezza nei Trasporti, ingegner Bruno Salvi, e' stato convocato dalla Camera dei deputati per un'audizione sull'argomento. La questione e' complessa, perche' in Italia c'e' un pullulare di iniziative "private", sul fronte del trasporto aereo - a prescindere da logiche "di mercato" che ne giustifichino o invalidino le scelte - ma le cui infrastrutture vengono sollecitate alla mano pubblica, e dunque richiedono congrue risorse finanziarie dello Stato. In Sicilia ad esempio il governo di Raffaele Lombardo prevede una polverizzazione di scali sul territorio, con cui risolvere anche l'annosa vicenda dei collegamenti interni. Nel Lazio la questione riguarda l'apertura di quattro nuovi scali, destinati ciascuno a un traffico passeggeri "minimo": a Viterbo, Rieti, Frosinone, Latina. Seguiamo allora il filo del ragionamento dell'ingegner Salvi: "Delle tre componenti che forniscono il prodotto finito (vettore, sistema di assistenza al volo e aeroporti) l'aeroporto e' sicuramente il piu' importante per capacita', qualita' e sicurezza del servizio. Quando si gestiscono 140 milioni di passeggeri sull'aeroporto di Londra e 136 milioni su tutti gli aeroporti italiani, il prodotto, come per ogni industria, dovrebbe fornire un'indicazione sulla qualita' e la quantita' dell'industria stessa. A Parigi transitano 86 milioni di passeggeri, molti di piu' dei nostri due aeroporti piu' grandi, Fiumicino e Malpensa, messi assieme; nelle Baleari transitano 24 milioni di passeggeri sul solo aeroporto di Palma di Maiorca, mentre i nostri tre aeroporti sardi gestiscono 6 milioni di passeggeri. Come si vede e' necessario, quando si parla di un aeroporto, valutarne la funzionalita' all'interno di un sistema di cui esso e' parte integrante". Ad esempio in Sicilia l'aeroporto di Palermo e' stato realizzato dalla Regione. A nessun ente aeronautico sarebbe venuto in mente di mettere l'aerostazione sul mare e la pista sotto la montagna, soggetta quindi a fenomeni di wind shear estremamente pericolosi. "Sarebbe bastato - chiarisce l'ingegner Salvi - invertire la posizione della pista con quella dell'aerostazione per avere un aeroporto funzionale, con collegamenti stradali eccellenti, dato che a monte passava la statale Palermo-Trapani. Ma qualcuno sostiene che quell'autostrada serviva a valorizzare la costa (e le proprieta' lungo la costa, ndr) e non l'aeroporto, altrimenti l'aerostazione sarebbe stata costruita sotto la montagna". Ma il fattore piu' saliente, insiste il presidente dell'Astra, risiede nella gestione degli scali: "In Europa esistono condizioni totalmente opposte a quelle attuate nel nostro Paese, basti pensare che Fiumicino, il nostro aeroporto piu' grande, e' gestito da una societa' privata, condizione che non e' presente in alcuno scalo europeo di pari livello. Non esiste la possibilita' che il sistema di trasporto sia gestito da un privato perche', senza contare che anche un privato puo' fallire, come hanno dimostrato banche rilevantissime, se fallisce la societa' di gestione di un aeroporto principale, si blocca il trasporto aereo del Paese". Nella societa' Aeroporti di Roma il 97% e' in mano a privati, il 3% in mano pubblica, ma l'aspetto piu' grave e' che sono state affidate ai privati condizioni di gestione tali per cui le spese continuano a pesare essenzialmente sullo Stato. Un solo esempio, il servizio di sicurezza a terra, svolto dai vigili del fuoco, che appartengono a un corpo alle dipendenze del Ministero dell'Interno. "In tutti gli aeroporti europei i servizi come quello antincendio sono svolti dal gestore a proprio carico. Se si atterra a Parigi, sui mezzi antincendio si legge 'Aeroport de Paris'; se si vola a Francoforte, 'Frankfurt Flughafen'; non si vedono i vigili del fuoco del Ministero dell'Interno. Dunque a parita' di servizi le altre societa' che gestiscono gli aeroporti europei sono svantaggiate, perche' negli aeroporti italiani il servizio antincendio lo paga il Ministero dell'Interno, ed e' un servizio che comporta una spesa enorme". C'e' poi il tema del ruolo degli aeroporti: "Non e' possibile che qualsiasi aeroporto minore voglia svolgere il ruolo di Fiumicino o di Malpensa, perche' cosi' la funzionalita' del sistema aeroportuale viene alterata. L'utilizzo di Viterbo a supporto di Fiumicino e' un'assurdita'", afferma Salvi, "In tutti gli studi aeronautici e' scritto che l'aeroporto di Viterbo e' un naturale centro di protezione civile per addestrare i piloti antincendio, essendo vicino ai laghi di Bracciano, Bolsena e Trasimeno. Frosinone, oggi in competizione con Viterbo, e' invece il centro naturale di manutenzione degli elicotteri, dato che e' molto vicino alla sede dell'Agusta. Rieti gode di ottime condizioni ambientali, uniche in Europa, per il volo a vela, dove tutti i grandi di questa disciplina si addestrano. A Latina sarebbe opportuno costituire una scuola per l'aviazione civile. Una volta i piloti venivano addestrati dall'Aeronautica militare, oggi dagli aeroclub. E' necessaria una scuola certificata per l'addestramento dei piloti, e poiche' a Latina c'e' gia' la base didattica dell'Aeronautica militare, ben venga una scuola civile per i piloti dell'aviazione commerciale". Insomma, tutti gli aeroporti possono essere destinati a un'attivita', purche' abbia una destinazione d'uso propria, per essere utilizzati per il ruolo naturale posseduto. Perche' si pone il problema dei finanziamenti, invocati da tutti, ma che rischiano di essere distribuiti senza una finalita' a reale beneficio dei territori, una vera opportunita' di lavoro e non la dispersione di piccolo cabotaggio, diseconomica da ogni punto di vista, che non porterebbe occupazione duratura, sicurezza degli impianti, longevita' degli scali. 5. RASSEGNA STAMPA. DANIELE NALBONE: UNA GIOSTRA IN MOVIMENTO [Dal quotidiano "Liberazione" del 28 maggio 2009 col titolo "Viterbo, il nuovo hub senza autorizzazioni" e il sommario "Va avanti il progetto dello scalo"] Una giostra in movimento. Una giostra da 700 milioni di euro. Di cui almeno 400 provenienti da risorse pubbliche. Con un giostraio di eccezione, il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli. Un progetto, quello dell'aeroporto di Viterbo, che sta subendo continue accelerate, tanto dal governo quanto dalle amministrazioni locali. Persino la partita elettorale di Orvieto si sta giocando, molto, sulla battaglia per l'aeroporto di Viterbo. Bipartisan e' il consenso intorno a questa "grande opera", dal Pdl al Pd, dal vicepresidente della Commissione Europea e responsabile dei trasporti, Antonio Tajani, che alla stampa ha spiegato come "l'Unione Europea puo' cofinanziare, su richiesta italiana, la parte progettuale per il 50%", a Ugo Sposetti, che ha avvertito come, riferendosi allo scalo della Tuscia, "Adr e le istituzioni devono adoperarsi al massimo affinche' non vengano meno gli impegni assunti". E i cittadini? Nessuno li ha interpellati, ovviamente. Ma che nessuno si stia preoccupando di ascoltare le proteste di chi non vuole vedere la propria terra devastata da un'opera inutile non puo' essere accettato. Eppure il Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo ha chiesto l'intervento del prefetto Alessandro Giacchetti, mostrando l'illiceita' dello scalo che distruggera' beni archeologici, naturalistici, storico-culturali, ha diffidato il sindaco Giulio Marini visti i gravi danni che questo provochera' alla qualita' della vita dei viterbesi, ha segnalato al presidente della Regione Lazio (nonche' Commissario ad acta per la Sanita'), Piero Marrazzo, il grave pericolo che stanno correndo i cittadini. Non solo. Come spiega la dottoressa Antonella Litta, portavoce del Comitato, "il mega-aeroporto confligge con il Piano regolatore del Comune di Viterbo e relativi vincoli di salvaguardia". Risposte: nessuna. Anzi. Il presidente Marrazzo, all'indomani dell'ufficializzazione di Fiumicino come "hub" della nuova Alitalia, si e' lasciato andare a un quantomeno prematuro ma evidentemente premonitore quadro regionale: "Fiumicino hub internazionale, Viterbo per i low cost e un aeroporto regionale a Frosinone". Segno evidente della martellante campagna mediatica e politica a favore dello scalo nonostante, ad oggi, nessun progetto sia stato presentato (anche se gia' si parla di finanziamenti) cosi' come non sia stata effettuata alcuna valutazione di impatto ambientale ne' la valutazione ambientale strategica. Tanto che addirittura Faisal Al-Saddik, presidente dell'Ibar (sigla che riunisce 78 compagnie aeree di linea presenti in Italia) ha dichiarato, nel corso dell'audizione alla Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, come "il denaro previsto per Viterbo potrebbe essere speso meglio se destinato all'espansione di Fiumicino e dei suoi collegamenti stradali e ferroviari". Una presa di posizione chiara che pero' dovra' scontrarsi con la volonta' politica di un aeroporto illegale e "disumano" che vede migliaia di cittadini in rivolta. Proprio come il caso di Ciampino e dello scalo "Giovan Battista Pastine". Qui l'assemblea permanente No-Fly e' in azione dal 2005 con manifestazioni, presidi e soprattutto una spaventosa mole di informazioni colpevolmente trascurate dai media. A Ciampino da troppo tempo c'e' una situazione "mortale", dimostrata dall'esponenziale aumento dei voli giornalieri, dai 72 del 2001 agli attuali 175. Ogni via, strada, abitazione di Ciampino "respira" una quantita' di polveri sottili (PM10) che, in alcuni casi, sforano anche del 120% il limite di legge (50 microgrammi al metrocubo) con un picco di 180 rilevati in prossimita' della scuola "Spigarelli", nella zona di S. Maria delle Mole. Un "aeroporto della morte" come purtroppo testimoniato dalle fredde statistiche che parlano di un aumento delle malattie respiratorie nel comune di Ciampino del 60% fra il 1987 e il 2002. Statistiche che ora qualcuno vorrebbe esportare anche a Viterbo e Frosinone. 6. INCONTRI. A VITERBO UN INCONTRO SULLA QUESTIONE DELLE "SCIE CHIMICHE" Si e' svolto giovedi' 4 giugno 2009 presso il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo un incontro sulla questione delle cosiddette "scie chimiche" rilasciate dagli aerei nell'atmosfera. * Come e' noto le cosiddette "scie chimiche" (in inglese: "chemtrails", contrazione di "chemical trails") appaiono essere altra cosa dalle ordinarie e frequentemente visibili scie di condensazione del vapore acqueo (esito dei consueti gas di scarico degli aerei in specifiche condizioni atmosferiche); ed e' percezione comune che mentre queste ultime si dissolvono abbastanza rapidamente, le "scie chimiche" persistono molto a lungo; e' ragionevole supporre che esse siano formate anche da particolari composti chimici nocivi per ambiente e salute. Tali rilasci sicuramente inquinanti e nocivi (del resto inquinanti e nocive sono gia' tutte le ordinarie emissioni di gas di scarico esito della combustione del propellente per il trasporto aereo) appaiono essere collegati ad attivita' comunque non democraticamente controllate, su cui le popolazioni insediate nei territori sottostanti i voli che li emettono non sono affatto informate ne' hanno mai espresso alcun consenso, e su cui non e' mai stata resa pubblica un'adeguata informazione e documentazione. Alle preoccupazioni ed ai quesiti posti da cittadini, studiosi e parlamentari sembra venir opposto un vero e proprio "muro di gomma" costituito dall'effettuale rifiuto delle autorita' competenti di fornire adeguate, esaurienti e persuasive informazioni e spiegazioni. Vi e' quindi ragione di vieppiu' temere per l'ambiente, la salute, la sicurezza, i diritti, la democrazia. * Per il sempre piu' frequente presentarsi di fenomeni qualificabili come "scie chimiche" nei cieli del viterbese, un numero crescente di cittadini ha iniziato ad impegnarsi per ottenere verita' scientifica, informazione onesta e rigorosa, e innanzitutto rispetto dell'ambiente e della salute. E sta iniziando un impegno di studio e di sensibilizzazione che si collega anche ad esperienze gia' in corso di difesa dell'ambiente e della salute, e particolarmente per il controllo democratico e la drastica e immediata riduzione del trasporto aereo. La scorsa settimana si e' svolto a Viterbo un incontro presso il centro sociale autogestito "Valle Faul"; i partecipanti a quell'incontro hanno convenuto sull'opportunita' e l'urgenza di costituire nel prossimo futuro un comitato ad hoc sulla questione delle "scie chimiche". Con l'incontro odierno presso il Centro di ricerca per la pace di Viterbo si e' mosso un altro passo verso una iniziativa democratica sia per la verita' scientifica e il diritto alla conoscenza, sia e soprattutto per il rispetto delle leggi, della democrazia, dei diritti umani di tutti gli esseri umani, della biosfera che e' la casa comune dell'intera umanita'. 7. MONDO. PAOLA DESAI: GLI OCEANI E IL CLIMA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 3 giugno 2009 col titolo "Gli oceani e il clima"] Le acque degli oceani sono piu' acide oggi di quanto lo siano state negli ultimi 800.000 anni, dice un documento diffuso lunedi' da 70 Accademie delle scienze mondiali: e se il mondo non riuscira' a interrompere questa tendenza, aggiunge, l'acidificazione dei mari avra' conseguenze pesanti sulla biodiversita' marina, sulla produzione alimentare e sulla vita di milioni di esseri umani. L'allarme e' stato lanciato nella prima giornata di un nuovo ciclo di riunioni, in corso a Bonn, preparatorie in vista del vertice delle Nazioni Unite sul clima previsto a fine anno a Copenhagen. In queste riunioni, in particolare, un gruppo di lavoro sta preparando il testo di una bozza di accordo sul clima da proporre all'approvazione dei governi: si tratta del trattato che prendera' il posto del protocollo di Kyoto, quello che dovra' impegnare i paesi industrializzati e in qualche modo anche quelli "emergenti" a fare passi per tagliare le emissioni di gas "di serra" come l'anidride carbonica, o CO2, responsabili delle mutazioni del clima. Il documento delle Accademie delle scienze interviene per dire che l'aumentata concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera terrestre, responsabile del cambiamento del clima, "ha anche un altro effetto sull'ambiente, l'acidificazione degli oceani, che non ha ricevuto la sufficiente attenzione politica". L'acidificazione e' legata al cambiamento del clima, dunque: piu' aumentano le concentrazioni di CO2, piu' i mari la assorbono, piu' ne aumenta il contenuto acido, piu' dobbiamo aspettarci effetti catastrofici come "la massiccia corrosione delle barriere coralline e cambiamenti profondi nella biodiversita' degli oceani". Martin Rees, presidente della Royal Society (cioe' l'accademia delle scienze britannica, che ha coordinato il comitato "inter-accademie"), ha sostenuto lunedi' a Bonn che "se non riusciremo a tagliare le emissioni di CO2 di almeno il 50% entro il 2050 (rispetto al livello del 1990), e ancora di piu' in seguito, potremmo trovarci di fronte a una catastrofe sottomarina, con cambiamenti irreversibili nella struttura della biodiversita' dei mari". Gli effetti saranno sentiti nel mondo intero, "minacceranno la sicurezza alimentare, sara' ridotta la protezione delle coste e saranno rovinate le economie locali meno attrezzate a tollerarlo". E ha insistito: il vertice sul clima di Copenhagen "deve rispondere a questa grave minaccia". Il documento sottolinea alcuni dati: il primo e' che l'acidificazione degli oceani e' irreversibile, ed e' una conseguenza diretta dell'aumento della concentrazione di CO2 nell'atmosfera ed ha gia' un impatto ai livelli attuali - ma con le emissioni di gas di serra al ritmo corrente, potrebbe diventare addirittura catastrofica intorno a meta' del secolo, quando la concentrazione di CO2 nei mari potrebbe raggiungere le 450 parti per milione. Il documento chiede quindi che la questione degli oceani sia inclusa negli accordi di Copenhagen. E che si prevedano, tra le misure per mitigare l'impatto del cambiamento del clima, anche azioni per diminuire la pressione sugli oceani da parte di fattori di stress come il sovrasfruttamento della pesca e l'inquinamento, che rendono piu' vulnerabili gli ecosistemi marini, quindi meno capaci di reagire all'acidificazione. 8. LIBRI. ADRIANO PAOLELLA: RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE, RIQUALIFICAZIONE SOCIALE [Da "A. rivista anarchica", anno 39, n. 341, febbraio 2009, col titolo "Riqualificazione ambientale, riqualificazione sociale" e il sommario "Per i tipi di Eleuthera e' uscito, nella collana I didascabili, il volumetto Attraverso la tecnica. Deindustrializzazione, cultura locale e architettura ecologica, pp. 79, euro 9. Ne pubblichiamo uno stralcio dall'introduzione dell'autore, il nostro collaboratore Adriano Paolella"] I mutamenti del clima planetario sono di velocita' e intensita' mai riscontrate in passato: lo scioglimento dei ghiacciai, l'incremento nel numero e nella intensita' dei fenomeni atmosferici, la desertificazione di vaste aree sono i piu' visibili effetti dell'aumento delle temperature. Ben piu' profondi saranno gli effetti nell'immediato futuro: l'instabilita' del clima e l'imprevedibilita' degli eventi, uniti alla riduzione della piovosita', porteranno al collasso vaste aree agricole e a una estesa riduzione della produttivita', con conseguenti problemi per le popolazioni non solo in ambito locale. Al costante ed esponenziale aumento delle emissioni corrisponde una continua riduzione dei "depositi" di CO2: le foreste pluviali vengono bruciate per fare posto all'agricoltura o tagliate per venderne il legname, e le aree agricole sono occupate da edifici e infrastrutture. Gli ecosistemi sottoposti a una continua pressione diretta, per l'uso e il prelievo di risorse, e indiretta, per gli effetti delle emissioni, si degradano; il mare si riscalda, "bollendo" le barriere coralline, e si riempie di rifiuti solidi e di inquinanti; la quasi totalita' dei fiumi del pianeta e' ridotta a fogna a cielo aperto. La ragione dell'insieme di queste condizioni e' l'azione indiscriminata e ottusa dell'uomo, esponenzialmente aggravata dalla continua crescita demografica planetaria. Il numero degli individui e i consumi hanno superato la capacita' produttiva e di assorbimento del pianeta e non danno tempo ai sistemi naturali di rinnovarsi, compromettendone cosi' le potenzialita' e consumando anche quanto in essi accumulato. Consumi inutilmente elevati, sprechi, iniquita' sono le modalita' con cui si usano le risorse del pianeta, e l'ambiente viene trasformato ottenendo minimi benefici con il massimo dei danni. Ne e' prova l'"impronta ecologica" che misura la quantita' di territorio indispensabile per soddisfare gli attuali consumi, includendo non solo gli spazi necessari per produrre le merci e gli alimenti ma anche quelli per recuperare le emissioni: il calcolo dell'"impronta" mostra come essa superi del 30% la capacita' rigenerativa del pianeta e come, continuando con la medesima velocita' di crescita attuale, tra il 2030 e il 2040 ci sara' bisogno dell'equivalente di due pianeti per rispondere alla domanda di risorse. E' un'immagine che evoca il superamento dei limiti e che, seppure in maniera semplificata, indica quanto la quantita' di popolazione e di consumi abbia superato da tempo e di parecchio la disponibilita' di risorse del pianeta. * La pesca Esemplificativo e' il settore della pesca. La quantita' di pescato ogni anno e' molto superiore alla sua capacita' produttiva dello stesso periodo; per garantire le medesime quantita' di pescato e' stato aumentato lo sforzo attraverso l'incremento di dimensioni e di capacita' di cattura di imbarcazioni e reti. In tale maniera pero' si catturano individui in tale quantita', e spesso sotto taglia o in riproduzione, da incidere in modo significativo sulle popolazioni ittiche e quindi riducendo le disponibilita' immediate e future. A fronte di un impegno di energia sempre maggiore, le quantita' di pescato sono dunque in continua riduzione e molte comunita' locali gia' subiscono gli effetti economici di tale situazione. Se per la pesca sarebbe sufficiente fermarsi per qualche decina di anni cosi' da permettere il recupero delle condizioni di qualita' e quantita' dell'inizio del secolo scorso, molto piu' difficile e' ottenere lo stesso risultato quando riguarda il ripristino di una foresta pluviale o il recupero della naturalita' di un'area interessata da urbanizzazione. In sintesi, se si fermassero completamente tutte le attivita' in corso nel pianeta, prima di riportate a livelli di respirabilita' l'atmosfera, di ridurre l'effetto serra, di ripristinare gli ecosistemi, di riacquisire livelli congrui di produttivita' biologica, di riassorbire l'inquinamento ci vorrebbero molte decine di anni e, per alcune condizioni, secoli. Se non e' possibile bloccare tutte le attivita', sarebbe pero' necessario avviare un'azione volta a ridurre la popolazione planetaria e a modificarne i comportamenti. Le azioni promosse a livello internazionale - quali il protocollo di Kyoto sul clima, che prevede l'autoriduzione delle emissioni di gas serra da parte dei paesi aderenti, o la convenzione sulla biodiversita' - hanno una fondamentale importanza a livello politico ma scarsa, scarsissima concretezza. Osservando i dati degli ultimi venti anni le emissioni sono aumentate, gli insediamenti raddoppiati in superficie, la biodiversita' ridotta. Le condizioni complessive del pianeta, seppure in presenza di accordi e raccomandazioni internazionali, sono indiscutibilmente e significativamente peggiorate. * Il protocollo di Kyoto Il protocollo di Kyoto ha stimolato l'aumento dell'uso delle fonti rinnovabili nella produzione di energia, concorso alla modificazione dei processi produttivi e dei comportamenti, e orientato le politiche energetiche di alcuni paesi. Risultati interessanti e inalienabili, ma insufficienti, in particolare quando, nello stesso periodo, gran parte del mondo ha decuplicato le proprie emissioni operando nei confronti dell'ambiente con brutalita' e noncuranza. Le ragioni della limitatezza dei risultati sono da addebitare principalmente alla volonta' comune ai paesi che aderiscono e praticano il protocollo, e percio' comunque stimabili, di intervenire sulla riduzione delle emissioni senza modificare i caratteri della produzione e del consumo. L'ipotesi perseguita da questi paesi, e dalla parte piu' "illuminata" della produzione e dei governi, e' che si possa, attraverso l'aumento dell'efficienza dei cicli produttivi e della qualita' ambientale delle merci, ottenere l'auspicata riduzione delle emissioni. Questa ipotesi e' errata e l'attuale condizione planetaria ne e' testimonianza. Il miglioramento dell'efficienza energetica dei prodotti ha aggiunto nuovi ambiti merceologici e incrementato il consumo di merci: il meccanismo del continuo miglioramento delle merci, previsto da tutti i regolamenti e i processi certificativi ambientali, e' divenuto un ottimo strumento nei mercati saturi per la dismissione di merci ancora utilizzabili e per l'incremento delle vendite, dissipando in questa maniera tutti i vantaggi ambientali connessi al miglioramento dell'efficienza. Anche per quanto attiene l'energia sussistono molti dubbi sull'efficacia di quanto in atto. Seppure in molti paesi del centro e nord Europa la quantita' di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili sia aumentata, raramente si riscontra una corrispondente riduzione dell'uso delle fonti fossili: i consumi energetici totali sono aumentati e l'uso delle fonti rinnovabili e' riuscito essenzialmente a rispondere all'incremento della domanda. Per ridurre "l'impronta" dell'umanita' e' imprescindibile tendere alla riduzione della popolazione e dei consumi e quindi cambiare l'organizzazione economica e sociale contemporanea fondata sul perseguimento della continua crescita quantitativa. Ambiente e societa' sono intimamente connessi: le trasformazioni degli ecosistemi, lo sfruttamento delle risorse, sono ancora oggi il mezzo principale per fare profitti e accumulare capitale. L'ambiente quindi non e' solo il luogo dove si concretizzano le trasformazioni, ma il mezzo con cui si ottengono i risultati economici attesi. L'ambiente si riqualifica solo se si riduce la pressione antropica, e quindi si riducono la popolazione e i consumi, solo se si modifica il modello economico e sociale diffuso. Se si vuole operare per la riqualificazione ambientale, e' necessario riqualificare contemporaneamente le comunita' insediate, in quanto esse sono oggetto degli interessi di mercato e soggetto in condizione di organizzare un altro modello; ridare agli individui e alle comunita' il diritto di gestire il proprio territorio, di garantire la propria esistenza attraverso la conduzione corretta delle risorse locali; riportare i processi produttivi a rispondere alle effettive necessita' delle comunita' locali; sgravare le comunita' locali dalle merci inutili, ciascuna con il suo bagaglio di energia, materia prima ed effetti negativi nell'ambiente; ridurre la concentrazione della produzione e della commercializzazione eliminando i monopoli, riducendo la mobilita' delle merci e delle persone. * Comunita' evolute, non autoritarie Operare in questa direzione rende piu' diretto il rapporto tra individuo e ambiente in cui e' insediato, anche attraverso la ricomposizione di quelle relazioni primarie alimentari, agricole, paesaggistiche, culturali che legano le modalita' di vita alla produzione e all'ambiente locali. Per permettere tale riequilibrio, le comunita' dovrebbero accedere direttamente alla maggior parte delle risorse necessarie alla loro sopravvivenza; ovvero dovrebbero avere un territorio di dimensioni e produttivita' adeguate al loro sostentamento e dovrebbero altresi' adattarsi alle limitazioni di quel territorio per quanto riguarda sia il numero delle persone insediate, sia i prodotti in uso. Comunita', cioe', culturalmente evolute, socialmente non autoritarie, dotate di identita', aperte agli scambi, capaci di gestire le risorse e riqualificare l'ambiente. L'aumento della densita', la concentrazione delle popolazioni, la mancanza di spazio definiscono al contrario modelli sociali insostenibili, e le aree metropolitane ne sono esempio tipico. In esse i cittadini non sono in condizione di fare quasi nulla direttamente; nessuna risorsa e' disponibile a livello locale in quantita' tale da soddisfare la popolazione insediata: acqua, alimenti, energia vengono importati spesso da molto lontano e i cittadini non hanno alternative al loro uso in quanto non vi sono terreni sufficienti a produrre gli alimenti, ne' falde o sorgenti in condizioni di dissetare, ne' strumenti con cui autoprodurre la propria energia. In esse si decompone la relazione primaria con l'ambiente, si centralizzano i servizi e le decisioni, il sistema sociale diviene verticistico. I grandi insediamenti sono proprio la risultante del modello economico vigente che preferisce le macro-concentrazioni di popolazione per disporre di un mercato caratterizzato da grandi numeri di acquirenti, per obbligare gli individui a dipendere dalle merci prodotte, per garantirsi un bacino sovradimensionato di manodopera sotto-occupata o senza lavoro. E' un sistema di controllo sociale basato proprio sull'impossibilita' di accesso diretto alle risorse, e' la concretizzazione di una societa' senza ambiente nella quale gli operatori economici trasformano per vendere e le persone, che divengono solo acquirenti, non possono praticare modelli alternativi non avendo le risorse, a partire dallo spazio fisico, per attuarli... 9. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it =================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 198 del 5 giugno 2009 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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