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Minime. 825
- Subject: Minime. 825
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Tue, 19 May 2009 01:12:33 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 825 del 19 maggio 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Aung San Suu Kyi 2. Peppe Sini: I compiti dell'ora 3. Una lettera aperta al Presidente della Repubblica 4. Un brutto sogno di Giuseppe Ca (2000) 5. Nessun essere umano e' un clandestino (2003) 6. Fleba il fenicio (2003) 7. Un giorno (2003) 8. Ancora (2003) 9. Due o tre cose che so sull'immigrazione (2003) 10. Clandestini ed assassini. Dialoghetto (2003) 11. Per la solidarieta' con la popolazione colpita dal terremoto 12. La guerra, le stragi 13. Oggi a Roma comincia una campagna contro gli F-35 14. E' nato un Comitato spontaneo di agricoltori viterbesi contro il mega-aeroporto 15. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento 16. Raniero La Valle: Il nuovo volto crudele 17. Marinella Correggia: L'inferno alle porte del paradiso 18. La "Carta" del Movimento Nonviolento 19. Per saperne di piu' 1. APPELLI. AUNG SAN SUU KYI Sia liberata Aung San Suu Kyi, voce e volto dell'umanita'. Voce e volto della nonviolenza in cammino, sia liberata Aung San Suu Kyi. Si manifesti ovunque per la sua liberazione. 2. EDITORIALE. PEPPE SINI: I COMPITI DELL'ORA E' l'ora della lotta nonviolenta contro l'apartheid. E' l'ora della lotta nonviolenta contro le deportazioni. E' l'ora della lotta nonviolenta contro i campi di concentramento. E' l'ora della lotta nonviolenta contro lo squadrismo. * Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'. Impediamo a un governo criminale ed eversore di realizzare un colpo di stato razzista in Italia. Difendiamo la legalita', la democrazia, la civilta', i diritti umani di tutti gli esseri umani. 3. INIZIATIVE. UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Lettera aperta al Presidente della Repubblica affinche' non ratifichi le incostituzionali e criminali misure razziste contenute nel cosiddetto "ddl sicurezza" Signor Presidente della Repubblica, qualora dopo la Camera dei Deputati anche il Senato della Repubblica dovesse approvare le misure razziste ed incostituzionali contenute nel cosiddetto "ddl sicurezza", con la presente la preghiamo di non ratificare lo scellerato tentativo di introdurre nel nostro paese il regime dell'apartheid e di legalizzare lo squadrismo. La preghiamo di voler adempiere rigorosamente al suo ruolo istituzionale, ed in tal veste respingere il protervo e barbaro tentativo governativo di violare la legalita' costituzionale per imporre norme razziste, criminali e criminogene. Sia difensore e garante della Costituzione della Repubblica Italiana, e quindi della legalita' democratica, della civilta' giuridica, dei diritti umani. Respinga il razzismo, crimine contro l'umanita'. Distinti saluti, Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 15 maggio 2009 4. HERI DICEBAMUS. UN BRUTTO SOGNO DI GIUSEPPE CA (2000) [E' un testo del 6 novembre 2000, pubblicato anche ne "La nonviolenza e' in cammino" n. 568 del 2003] Ecco il sogno che ho fatto, mi dice Giuseppe Ca. Che ero nella Germania nazista, ed ero una persona tranquilla e perbene, sensibile e gentile. Detestavo che delle persone venissero aggredite, sapevo che certi venivano portati a forza in luoghi innominabili, capivo che qualcosa di brutto accadeva. E nel mio cuore me ne sdegnavo. Ma avevo il mio lavoro, le mie cose, i miei interessi, e la politica non era affar mio. Questo il sogno, e nel sogno un'angoscia opprimente, che persiste anche ora. Che mai vorra' dire, mi chiede Giuseppe Ca. * Conosco da tanto Giuseppe Ca, so che e' una persona buona e mite. Il sogno, presumo, significa questo: - che nel paese in cui Giuseppe Ca vive, da due anni sono stati aperti e statuiti campi di concentramento in cui uomini innocenti hanno gia' trovato la morte, e taluni tra il fumo e le fiamme; - in quel paese una legge il regime ha imposto, per cui il fuggiasco che li' trovi scampo viene riconsegnato agli aguzzini cui era sfuggito; - e in quel paese allo straniero non e' fatto luogo vicino al focolare, ma i mazzieri perlustrano le strade e lo riducono schiavo, lo riducono cencio, gli tolgono tutto e infine la vita. * Dunque Giuseppe Ca sente, e nella lingua dei sogni soltanto riesce a dirlo a se stesso, che nella sua vita diurna e cosciente anche lui persona mite e buona e' stato ridotto a complice di questo orrore, in quanto lo accetti come un dato di fatto e non vi si ribelli mane e sera. Avverte, Giuseppe Ca, la tragica degradazione in cui tutti siamo precipitati, qui, in Italia, oggi. * Gli storici futuri si chiederanno come era possibile che in Italia, sul finire del secolo di Auschwitz e di Hiroshima, si accettava fossero legge i campi di concentramento, si catturavano le vittime sfuggite ai carnefici per riconsegnarle ai carnefici, si costringevano uomini e donne e bambini in schiavitu', di viva carne umana si facesse bassa macelleria. E scriveranno, gli storici futuri, di noi, proprio di noi Giuseppe Ca, cio' che noi mille volte abbiamo pensato della giuliva popolazione del Reich millenario: che complici fummo dell'orrore. Cosi' ho sentito, cosi' ridico. 5. HERI DICEBAMUS. NESSUN ESSERE UMANO E' UN CLANDESTINO (2003) [Da "La nonviolenza e' in cammino" n. 583 del 2003] Per il fatto di venire al mondo, ogni essere umano acquisisce il diritto a vivere ed a cercare di migliorare le sue condizioni di esistenza. Che esseri umani oppressi da violenze, guerre, fame, si spostino in cerca di un posto in cui vivere meglio, e' la cosa piu' naturale di questo mondo, ed e' un diritto che a nessuno puo' essere negato. E cosi' non esistono clandestini, ma persone. E cosi' se una cosa deve farci paura, e merita la nostra riprovazione, non sono le sorelle e i fratelli che ai fratelli e alle sorelle chiedono aiuto, avendone pieno diritto essendo noi tutti particole di una medesima umanita'; quello che ci e' di scandalo e vergogna e' che potenti razzisti e fascisti, ed i trattati hitleriani e le leggi leonine e antropofaghe da essi proditoriamente imposti, pretendano di negare l'altrui diritto a vivere. 6. HERI DICEBAMUS. FLEBA IL FENICIO (2003) [Da "La nonviolenza e' in cammino" n. 585 del 2003] I poveri cristi morti affogati nel cuore del Mediterraneo mentre in fuga da miseria, fame, guerre e dittature cercano di approdare nell'Europa che un tempo volle farsi maestra di liberta', uguaglianza e fraternita', e che oggi si presenta fortezza armata di rapinatori e assassini, con sanguinari governanti fautori della politica delle cannoniere. I poveri cristi. E la gente perbene, che si commuove, che darebbe volentieri un soldino, che poi va alle urne ed affida la cosa pubblica alle camicie brune, e che poi scorrazza la notte per le vie cittadine alla caccia di sesso schiavo, e che gode di una vita di sperpero e dissipazione il cui tenore e' reso possibile solo dalla rapina delle risorse altrui, solo dalla condanna a morte per i quattro quinti dell'umanita'. La gente perbene. E questa voce che qui scrive queste parole, questa voce impotente e maledetta che conta i morti e ha vergogna di se' e del laido privilegio di cui beneficia. Vi sono cose che non si possono scrivere. Ma questo si puo' scrivere: che un modo v'e' per far cessare le stragi di immigrati, ed e' la ragionevole proposta di consentire a tutti gli esseri umani l'accesso all'unica terra che abbiamo, e che e' di tutti. La ragionevole proposta di organizzare un servizio pubblico e gratuito di trasporto che consenta l'ingresso in Italia per tutti coloro che ne fanno richiesta avendone pieno diritto ai sensi di quanto disposto dall'art. 10, comma terzo, della Costituzione della Repubblica Italiana. E cosi' sottrarre tante vite innocenti alla morte; e cosi' strappare tanti uomini e donne dalle grinfie dei poteri criminali; e cosi' sconfiggere il razzismo assassino che ancora una volta ha mietuto le sue vittime, il razzismo assassino dei signori al potere in Italia e in Europa. 7. HERI DICEBAMUS. UN GIORNO (2003) [Da "La nonviolenza e' in cammino" n. 590 del 2003] Se l'ordine mondiale non fosse l'ordine dei vampiri che condanna alla miseria e alla morte i quattro quinti dell'umanita'; se al comando del nostro paese e del mondo non vi fossero un pugno di razzisti razziatori; se ad ogni essere umano fosse riconosciuto il diritto di muoversi liberamente su tutto il pianeta che e' uno e di tutti, come una e' l'umanita'; allora non vi sarebbero piu' clandestini, ne' in fondo al mare, ne' schiavi e schiave lungo i viali di periferia, nei grevi sottoscala della storia, negli infiniti opifici del dolore. E tu affrettalo il giorno che finisca questo orrore. E qui e adesso aiuta i fratelli e le sorelle immigrate, e contrasta la norma assassina degli assassini al potere. In nome della Costituzione della Repubblica Italiana, per quel diritto che l'articolo 10, comma terzo, riconosce a tutti gli esseri umani: sia abolita l'incostituzionale legge Bossi-Fini, siano aboliti i campi di concentramento istituiti dalla legge Turco-Napolitano, sia denunciato il trattato di Maastricht laddove confligge con fondamentali diritti umani, sia riconosciuto il diritto d'asilo a tutti coloro che appunto ne hanno diritto, si salvino le vite innocenti che oggi il nostro ordine fa morire in terra e in mare e tra le fiamme o getta tra le fauci e sotto gli artigli dei poteri criminali; e si istituisca un servizio di trasporto pubblico e gratuito per consentire l'ingresso legale in Italia in condizioni di sicurezza e dignita' a tutte le persone che ne fanno richiesta e ne hanno diritto. Verra' un giorno in cui generazioni venture - emerse da questi flutti - ci chiederanno conto del nostro operato, e delle nostre parole o del nostro silenzio, mentre infuriava la strage, la strage che oggi infuria. Tutti verremo giudicati; ci verra' chiesto: mentre accadeva questo, tu che facevi? 8. HERI DICEBAMUS. ANCORA (2003) [Da "La nonviolenza e' in cammino" n. 591 del 2003] E' il razzista che crea il clandestino, prima lo crea e poi lo uccide. E cosi' gode di quel godimento che Elias Canetti ha individuato in Masse und Macht come specifica sindrome del dittatore. E' il buon padre di famiglia, l'esuberante giovinotto, il rampante in carriera, a favoreggiare i trafficanti di carne umana schiava. E' la legge criminale e criminogena che porta il nome di due attuali ministri che fa morire degli innocenti, che innocenti sfuggiti alla tortura riconsegna nelle mani dei loro aguzzini, che a chi chiede umana solidarieta' offre nuovo disprezzo e sevizie e peggio. E' la legge criminale e criminogena che porta il nome di due precedenti ministri che ha riaperto in Italia i campi di concentramento che la sconfitta del nazifascismo aveva cancellato. E sono taluni infami accordi giuridici e politici dell'Europa l'orgogliosa, l'Europa la tronfia, a erigere muraglie e valli di filo spinato e patiboli per i miseri che chiedono asilo, a soffocare per sempre la voce e la vita di Samira e delle infinite Samira. Noi non dimentichiamo i nomi delle vittime. Gli assassini in parlamento, gli innocenti nelle gabbie, o schiavi, o in fondo al mare. Il Mediterraneo una grande tonnara, di carne di figlie e di figli di donna e di uomo. Si', tutti saremo giudicati: ci verra' chiesto: mentre accadeva questo, tu cosa facevi? Essere di quelli che dissero di no. Essere di quelli che hanno fatto tutto quanto in loro potere per opporsi a questa barbarie, per salvare vite umane innocenti. La legge sull'immigrazione e' incostituzionale e razzista: cosa aspetta la Corte costituzionale a cassarla? E perche' non c'e' un movimento democratico di massa che impugnando la Costituzione come bandiera imponga l'abrogazione di quella legge subito, prima ancora che ci pensi l'alta Corte il cui pronunciamento troppo tarda (ed ogni giorno di ritardo altre persone muoiono)? I cosiddetti centri di permanenza temporanea sono campi di concentramento, eredita' hitleriana: perche' si permette che esistano ancora? L'imposizione della condizione di clandestinita' significa costringere innumerevoli persone a una vita di stenti e di paura, gettarle in pugno ai poteri criminali: perche' i pubblici poteri si fanno complici dei poteri mafiosi? La riconsegna di persone in fuga da guerre e dittature nelle mani dei loro aguzzini equivale a condannarle a morte: perche' la repubblica italiana fa questo? Se si vuole essere fedeli al dettato della legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico, la Costituzione della Repubblica Italiana, vi e' l'obbligo di dare asilo a tutti coloro che nel loro paese di provenienza non hanno garantiti gli stessi diritti che lo stato italiano riconosce ai suoi cittadini. Perche' non si applica la Costituzione? Cosa e' diventato questo paese, cosa siamo diventati tutti noi? Accogliere ed assistere per quanto possibile tutti i bisognosi, questa e' legge dell'umanita'. Questo penso. Questo ho scritto. 9. HERI DICEBAMUS. DUE O TRE COSE CHE SO SULL'IMMIGRAZIONE (2003) [Da "La nonviolenza e' in cammino" n. 598 del 2003] La prima: che ogni essere umano ha diritto ad esistere, e ad un'esistenza dignitosa. E che se nei luoghi dove gli e' capitato di venire al mondo e' vittima di soprusi e violenze, di fame e miseria, di persecuzione e di guerra, ebbene, e' suo diritto anche recarsi altrove, e trovare ospitalita' ed aiuto. La seconda: che l'oppressione subita dai popoli del sud del mondo ha le sue radici qui: nelle societa' che ne rapinano le risorse (e che le risorse sprecano, l'ambiente devastano, i quattro quinti dell'umanita' opprimono gia' solo col tenore dei propri consumi). I selvaggi, i criminali, ahime', siamo noi. La terza: che ci sarebbe un modo semplice semplice per evitare che continuino le stragi nel Mediterraneo, per evitare la riduzione in schiavitu' delle persone povere che giungono nel nostro paese, per contrastare le mafie transnazionali che si nutrono di carne umana, per rendere effettivo quanto stabilito dalla legge italiana nella Costituzione: e sarebbe di consentire a tutti gli esseri umani di poter entrare legalmente e in condizioni di sicurezza nel nostro come in tutti i paesi; sarebbe di realizzare un servizio di trasporto pubblico e gratuito per tutti i migranti che ipso facto anullerebbe il business mafioso della mobilita' resa illegale; sarebbe di cominciare ad affrontare le grandi questioni planetarie dell'ingiustizia globale (di cui le migrazioni, le migrazioni dalle immense aree rapinate e impoverite verso le fortificate cittadelle del privilegio e dello sperpero in cui crapulano i rapinatori, sono una delle conseguenze ineludibili ed inesorabili) in un'ottica appunto globale, che riconosca eguale dignita' ed eguali diritti a tutti gli esseri umani, e che la questione della "capacita' di carico" del territorio ponesse anch'essa in una visione di giustizia globale, ripartendo tra tutti i costi degli interventi necessari in una logica di condivisione delle risorse scarse, scelta di giustizia che implica che chi fino ad ora ha goduto dei frutti di una plurisecolare rapina debba rinunciare a molto di cio' che ad altri e' stato e viene ogni giorno sottratto. Non credo ci sia bisogno di aggiungerne una quarta, ma visto che ci sono: coloro che i poveri recludono nei campi di concentramento; coloro che i poveri fanno morire affogati in mare; coloro che i poveri rendono schiavi lungo i viali e nelle periferie delle nostre citta'; coloro che emulano le leggi di Norimberga: e' di tutti costoro che dovremmo aver paura, anche e soprattutto quando vestono i panni di ministri della Repubblica; sono costoro che aiutano i dittatori politici economici e militari del nord e del sud a scuoiar viva l'umanita' presente; sono costoro che aiutano le mafie ad arricchirsi in un'orgia infinita di orrori; sono costoro i malfattori da ridurre in condizione di non nuocere piu' all'umanita' intera. Per affermare l'umana dignita' di ogni essere umano, per affermare il diritto e la democrazia, per costruire una societa' planetaria in cui si adempia l'antica profezia e speranza di un'umanita' autocosciente e solidale: da ciascuno secondo le sue capacita', a ciascuno secondo i suoi bisogni. 10. HERI DICEBAMUS. CLANDESTINI ED ASSASSINI. DIALOGHETTO (2003) [Da "La nonviolenza e' in cammino" n. 649 del 2003] - Lei che mestiere fa? - Oh bella, il clandestino. - E che ci sarebbe venuto a fare costi'? - Quel che ci fa gia' lei, mio buon signore: cercar di vivere. - E non poteva restarsene a casa sua? - Me la bruciarono, caro signore. - Capisco, le guerre tribali... - Veramente sono guerre tecnologiche, e a dirsela tutta le armi ce le avete messe voi e gli stipendi alle bande armate vengono dalle vostre banche e compagnie d'affari, e l'addestramento di chi guida le milizie e' avvenuto qui da voi, e... - Vorrebbe forse dire che e' colpa nostra? - Certo non mia che me ne stavo al paese a campare la vita, stentata del resto, perche' le risorse del mio paese ci vengono sottratte, e per dire il vero: rapinate; e finiscono - chiedo venia - nei vostri magazzini. - Ah, e insiste a offendere... - Ohime', dico quel che anche lei vede. - E allora adesso ci invade. - Suvvia, gentile amico, converra' che un'invasione - che so, guardi l'Iraq - e' ben altra cosa. - Ah, fellone, giammai, giammai il piede straniero sul nostro sacro suolo... - Ma la prego... - Vade retro, vade retro. - E dove, di grazia? - In mare! In mare! (Estrae la pistola e fa fuoco ripetutamente. Poi si allontana cantando a squarciagola l'inno nazionale, come allo stadio, per la gioia del presidente). 11. RIFERIMENTI. PER LA SOLIDARIETA' CON LA POPOLAZIONE COLPITA DAL TERREMOTO Per la solidarieta' con la popolazione colpita dal sisma segnaliamo particolarmente il sito della Caritas italiana: www.caritasitaliana.it e il sito della Protezione civile: www.protezionecivile.it, che contengono utili informazioni e proposte. 12. LE ULTIME COSE. LA GUERRA, LE STRAGI La guerra che si combatte in Afghanistan e in Pakistan. La guerra terrorista e stragista. La guerra cui l'Italia scelleratamente partecipa in violazione del diritto internazionale e della legalita' costituzionale. La guerra che ogni giorno uccide e uccide. La guerra a cui dobbiamo opporci. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'. 13. INIZIATIVE. OGGI A ROMA COMINCIA UNA CAMPAGNA CONTRO GLI F-35 [Da varie persone ed associazioni amiche riceviamo e diffondiamo il seguente comunicato diffuso dalla campagna Sbilanciamoci! e della Rete Italiana per il Disarmo] Roma, 19 maggio 2009: parte la campagna contro i cacciabombardieri F-35 "Stop F-35". Piu' di 70 associazioni chiedono lo stop alla produzione degli F-35 e la destinazione dei 15 miliardi, stanziati per il loro acquisto, per affrontare la crisi economica e contribuire alla ricostruzione dell'Abruzzo. Dal 30 maggio al 6 giugno iniziative in tutta Italia. * Il 19 maggio alle ore 11, presso la Fondazione Basso a Roma (in via della Dogana Vecchia 5) la Rete italiana per il disarmo e la campagna Sbilanciamoci! presentano la campagna per lo stop della partecipazione italiana alla produzione di 131 cacciabombardieri F-35 che ci costeranno ben 15 miliardi di euro. Si tratta di un investimento enorme, pari a 4 volte i fondi stanziati fino ad oggi per fronteggiare la crisi economica e finanziaria e a 3 volte la cifra che si pensa di stanziare per il terremoto in Abruzzo. Quello dello Joint Straight Fighter e' un programma di riarmo costoso, inutile, sbagliato. Durante la conferenza stampa le organizzazioni promotrici presenteranno gli obiettivi e le iniziative della campagna, illustreranno i contenuti del programma di riarmo e delle decisioni del parlamento e del governo italiano, distribuiranno schede di presentazione delle prime iniziative e manifestazioni. * Per informazioni: tel. 068841880, e-mail: info at sbilanciamoci.org, siti: www.sbilanciamoci.org, www.disarmo.org * Fanno parte della Rete Italiana per il Disarmo: acli, agenzia per la pace Sondrio, amnesty international, archivio disarmo, arci, arci servizio civile, associazione obiettori nonviolenti, associazione papa Giovanni XXIII, associazione per la pace, attac, beati i costruttori di pace, campagna italiana contro le mine, campagna osm-dpn, centro studi difesa civile, conferenza degli istituti missionari in Italia, coordinamento comasco per la pace, fim-cisl, fiom-cgil, fondazione culturale responsabilita' etica, gruppo Abele, ics, libera, mani tese, movimento internazionale della riconciliazione, movimento nonviolento, opal, oscar ires Toscana, pax Christi, peacelink, rete Lilliput, rete Radie' Resch, traduttori per la pace, un ponte per... Fanno parte della campagna Sbilanciamoci!: aiab, altreconomia, antigone, arci, arci servizio civile, associazione obiettori nonviolenti, associazione per la pace, beati i costruttori di pace, campagna per la riforma della banca mondiale, carta, cipsi, cittadinanzattiva, cnca, cocis, comitato italiano contratto mondiale sull'acqua, comunita' le piagge Firenze, coop. roba dell'altro mondo, crs, ctm-altromercato, crocevia, donne in nero, emergency, Emmaus Italia, fair, finansol.it, fondazione culturale responsabilita' etica, gesco, gruppo O. Romero - sicsal Italia, ics, legambiente, lila, lunaria, mani tese, microfinanza, movimento consumatori, nigrizia, pax Christi, rete Lilliput, rete degli studenti, terre des hommes, uisp, unione degli studenti, unione degli universitari, un ponte per..., wwf. 14. INIZIATIVE. E' NATO UN COMITATO SPONTANEO DI AGRICOLTORI VITERBESI CONTRO IL MEGA-AEROPORTO [Riportiamo il seguente comunicato diffuso il 18 maggio 2009 dal comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti (per contatti: e-mail: info at coipiediperterra.org, sito: www.coipiediperterra.org. per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it)] Riceviamo e diffondiamo il seguente comunicato del recentemente costituitosi "Comitato spontaneo agricoltori viterbesi" che si impegna contro la realizzazione a Viterbo di un nocivo e distruttivo, insensato ed illegale mega-aeroporto. * "Si e' costituito un Comitato di agricoltori, preoccupati per il fatto che l'amministrazione comunale di Viterbo sta progettando la realizzazione di un grande aeroporto, con un traffico di centinaia di voli al giorno. La qualita' della vita dei viterbesi peggiorera' a causa dell'inquinamento, del rumore e delle conseguenti malattie. Si verrebbe a creare una grande viabilita' che taglierebbe le campagne, sfregiando le aziende produttive. Denunciamo, pertanto, le speculazioni e lo sperpero di denaro pubblico che deriverebbero dalla realizzazione dell'aeroporto. Comitato spontaneo agricoltori viterbesi" * Esprimiamo la nostra solidarieta' ed il nostro apprezzamento alle persone che hanno costituito questo nuovo comitato che si oppone al mega-aeroporto devastante ed avvelenatore. Come e' evidente da molti mesi, sempre piu' viterbesi si oppongono a un'opera speculativa e fuorilegge che provochera' danni enormi all'ambiente e alle risorse del territorio, alla salute dei cittadini, all'economia locale. 15. APPELLI. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO [Dal sito del Movimento Nonviolento (www.nonviolenti.org) riprendiamo il seguente appello] Anche con la prossima dichiarazione dei redditi sara' possibile sottoscrivere un versamento al Movimento Nonviolento (associazione di promozione sociale). Non si tratta di versare soldi in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato. Destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale dell'associazione. Il Codice Fiscale del Movimento Nonviolento da trascrivere e': 93100500235. Sono moltissime le associazioni cui e' possibile destinare il 5 per mille. Per molti di questi soggetti qualche centinaio di euro in piu' o in meno non fara' nessuna differenza, mentre per il Movimento Nonviolento ogni piccola quota sara' determinante perche' ci basiamo esclusivamente sul volontariato, la gratuita', le donazioni. I contributi raccolti verranno utilizzati a sostegno della attivita' del Movimento Nonviolento e in particolare per rendere operativa la "Casa per la Pace" di Ghilarza (Sardegna), un immobile di cui abbiamo accettato la generosa donazione per farlo diventare un centro di iniziative per la promozione della cultura della nonviolenza (seminari, convegni, campi estivi, eccetera). Vi proponiamo di sostenere il Movimento Nonviolento che da oltre quarant'anni, con coerenza, lavora per la crescita e la diffusione della nonviolenza. Grazie. Il Movimento Nonviolento * Post scriptum: se non fate la dichiarazione in proprio, ma vi avvalete del commercialista o di un Caf, consegnate il numero di Condice Fiscale e dite chiaramente che volete destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento. Nel 2007 le opzioni a favore del Movimento Nonviolento sono state 261 (corrispondenti a circa 8.500 euro, non ancora versati dall'Agenzia delle Entrate) con un piccolo incremento rispetto all'anno precedente. Un grazie a tutti quelli che hanno fatto questa scelta, e che la confermeranno. * Per contattare il Movimento Nonviolento: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 16. UNA SOLA UMANITA'. RANIERO LA VALLE: IL NUOVO VOLTO CRUDELE [Attraverso Enrico Peyretti (per contatti: e.pey at libero.it) riceviamo e diffondiamo il seguente articolo di Raniero La Valle che comparira' sul prossimo numero del quindicinale "Rocca"] Non ripeteremo qui tutte le critiche che sono state rivolte alla pia pratica del "respingimento" in mare dei profughi di colore, a difesa del codice di purita' della presunta "monoetnia" italiana (Berlusconi), ne' rivangheremo le accuse lanciate contro i provvedimenti del cosiddetto "pacchetto sicurezza". Contro questa galleria degli orrori hanno parlato l'Onu, il Consiglio d'Europa, vescovi e comunita' ecclesiali, Napolitano e quasi tutti i giornalisti e i politici non corrotti dai profitti di regime. I lettori di questa pagina saranno ormai certamente informati di tutto cio', perche' questa volta si e' trattato di una macchinazione politica che non poteva restare occultata. Cosi' oggi tutti sanno che l'Italia ha varato un suo "statuto degli stranieri", per il quale gli stranieri non autorizzati non possono essere salvati in mare, ma al contrario di Giona, devono essere risospinti nel ventre del pesce (ovvero della Libia); non possono migrare in Europa, benche' lo "ius migrandi" faccia parte delle "radici cristiane" dell'Europa, essendo stato posto da Francisco de Vitoria a fondamento della "scoperta" dell'America e del diritto degli spagnoli a installarvisi al posto dei nativi; non possono abitare (chi affitta loro una casa compie un reato); non possono partorire in ospedale, pena la denuncia; possono avere un battesimo ma non un atto di nascita; non possono andare a scuola oltre l'eta' dell'obbligo, e in qualche citta' non possono andare ai giardini in piu' di tre persone. I giuristi, anche sporgendo denuncia contro il governo, hanno riempito pagine e pagine con l'elenco di tutte le norme violate: Carta dell'Onu, Dichiarazione universale dei diritti umani, Costituzione italiana, Convenzioni di Ginevra e Patti internazionali europei e mondiali. I cristiani ci potrebbero mettere di loro l'elencazione di tutte le pagine del Vangelo tradite e dei passi pertinenti delle Costituzioni e Dichiarazioni del Concilio. Si dovrebbero poi aggiungere le critiche alle altre follie legislative del pacchetto sicurezza, dalle ronde parapoliziesche all'aumento a pioggia delle aggravanti per reati di maggiore attrattiva mediatica. Tutto cio' si puo' dare per scontato. Ma quello che si deve dire ancora e' che la classe che ci governa non ha il diritto di farci essere crudeli. Una maggioranza transitoria che presto potrebbe essere rovesciata, sta cambiando la figura dell'Italia, facendole assumere un volto spietato e crudele, egoista e violento. L'Italia non era cosi'. Era un Paese mite e gentile, tollerante e pacifico; in Palestina cercava di mettere d'accordo il diavolo e l'acqua santa, nella guerra fredda anticipava la multilateralita' della globalizzazione, una volta addirittura invece di respingere i fuggiaschi, respinse gli americani che volevano catturarli; certo, ha fatto anche molti errori, la sua accondiscendenza agli alleati l'ha fatta partecipare a qualche guerra di troppo, ha esportato armi e mafie, e talvolta ci facciamo ridere dietro perche' mandiamo in giro un presidente del Consiglio che racconta barzellette. Ma mai era successo che i suoi marinai si lamentassero di eseguire "ordini infami", che ai perseguitati fosse negato il diritto stesso di chiedere asilo, che naufraghi stremati, donne incinte e bambini fossero raccolti in mare e scaricati come rifiuti sulle coste dirimpetto. L'Italia non era maledetta, perche' non malediva; l'ultima volta l'aveva fatto col fascismo, che aveva invocato: "Dio stramaledica gli inglesi"; ma quello, come ha detto Benedetto XVI del nazismo, era "un regime senza Dio", razzista e xenofobo. Nessun governo ha il diritto di ridare all'Italia quel volto. Ne' potrebbe farlo, se l'antifascismo funzionasse ancora da antidoto. Ma da molto tempo esso e' sotto attacco. E adesso capiamo dove portava quel rivalutare "i ragazzi di Salo'"; ora capiamo perche' si volesse sottoporre a revisione il passato, mettere sullo stesso piano fascisti e partigiani, mettere a carico della resistenza, come un'onta, "il sangue dei vinti", e perfino cambiare il nome alla festa della liberazione: quando liberazione e' il frutto di una lotta, e non si puo' celebrare per se' se non se ne riconosce il diritto anche agli altri, mentre liberta' e' lo stato o il privilegio di chi comunque l'ha ricevuta e ne gode anche da solo, e nella tradizione liberale e' sempre stata associata, se non identificata, con la proprieta'. Far cadere la differenza tra fascismo e antifascismo, negare il patrimonio ideale su cui storicamente si e' costruita la democrazia repubblicana, e' la via attraverso cui una classe dirigente che, per la sua origine, in siffatta Repubblica si sente priva di legittimazione, cerca di darsene una. Ma il prezzo di tale legittimazione verrebbe fatto pagare all'Italia, se essa dovesse riassumere il volto, e anzi la maschera, di una nazione arrogante e incivile, a cui, al vederla, i popoli fischieranno o da cui distoglieranno lo sguardo. 17. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: L'INFERNO ALLE PORTE DEL PARADISO [Dal quotidiano "Il manifesto" del 14 maggio 2009 col titolo "Gandhi nella Swat valley"] Le notizie di guerra e profughi che arrivano dalla valle di Swat (con la sua storia lunga cinquemila anni) suscitano probabilmente una tristezza ancora maggiore in chi ha letto Hunza. Un popolo che ignora la malattia (Quaderni di Ontignano) e Badshah Khan. Il Gandhi musulmano (di recente ristampato dalle edizioni Sonda). Abdul Ghaffar Khan fu il "Gandhi musulmano", il "Gandhi della Frontiera". Vissuto quasi cento anni, nel 1987 un anno prima della sua scomparsa fece in tempo a ricevere, unico straniero finora, la piu' alta onorificenza civile dell'India. Nato nella valle di Peshawar fu un leader politico e spirituale che scelse la nonviolenza per lottare contro l'oppressione degli inglesi, la repressione da parte dei mullah locali, lo sfruttamento delle donne, l'analfabetismo e un'antica cultura della violenza e della vendetta diffusa (insieme a quella dell'ospitalita' estrema) presso i pathan. Negli anni '20, con l'obiettivo di un'India unita (comprendente anche il Pakistan), indipendente e secolare, Badshah Khan seguendo le idee del Mahatma di cui fu grande amico e alleato, e credendo fermamente nella compatibilita' fra Islam e nonviolenza, fondo' i Kudhai Khidmatgar o "giubbe rosse", un corpo di 100.000 fieri pathan. Guerrieri convertiti alla nonviolenza, le loro armi contro gli inglesi furono scioperi, organizzazione politica, digiuni. La loro influenza nelle terre della Frontiera fu grande. Gli Hunza sono un popolo di montagna pacifico, forte e longevo che vive nei Northern Territories del Pakistan; prima della guerra americana del 2001 e della successiva emergenza i viaggi turistici proponevano l'itinerario Peshawar-Swat-Hunza Valley. A quest'ultima si ispiro' James Hilton per Lost Horizon. Terrazzamenti rubati alla montagna e coltivati a orzo, altri cereali, legumi, orti e frutteti; irrigazione diffusa grazie a un'ingegnosa raccolta delle acque dei ghiacciai himalayani... finche' ce ne saranno poiche' il caos climatico li sta sciogliendo insieme a tutti gli altri. Molti Hunza sono centenari. Non e' difficile trovare presso di loro uomini di 80 anni che portano pesi e riparano le strade. Studi internazionali hanno cercato di capire il segreto della quasi totale assenza di cancro, appendicite, malattie degenerative e cardiache, colesterolo. Patologie dalle quali non sono immuni nemmeno tante comunita' isolate. Studi condotti da medici pakistani hanno mostrato che un adulto hunzakut consuma circa 1.900 calorie al giorno (al posto delle 3.000 occidentali) con pochi grassi e proteine e quasi interamente di origine vegetale. Il regime alimentare degli Hunza e' in effetti spesso citato a esempio: di come un'alimentazione ricchissima di frutta e ortaggi, quasi interamente vegetale salvo pochi formaggi, insieme all'acqua purissima sia una ricetta di salute. Vissuti per secoli in isolamento, per loro il "chilometro zero", cioe' il consumo di alimenti locali, e' sempre stato la norma. Elevato il consumo di frutta essiccata, del pane integrale e di cereali, di germogli di cereali e legumi, di vegetali crudi. La caratteristica piu' interessante della cultura agricola degli Hunza e' forse la coltivazione e il grande consumo in ogni stagione dell'albicocca, frutto dalle molte virtu' che ha permesso a questo popolo di sopportare gli stenti e le privazioni di una vita difficile, con lunghi inverni. Durante le "primavere di fame" quando erano ormai esaurite le scorte, il cibo di resistenza e transizione erano le albicocche, seccate l'estate precedente sui tetti. Quel che succede ora a Swat e' l'inferno alle porte del paradiso. 18. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 19. PER SAPERNE DI PIU' Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 825 del 19 maggio 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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