[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Coi piedi per terra. 164
- Subject: Coi piedi per terra. 164
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 14 Mar 2009 10:37:11 +0100
- Importance: Normal
=================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 164 del 14 marzo 2009 In questo numero: 1. Maria G. Di Rienzo: Sadako 2. Emanuele Petriglia: La scandalosa verita' sul mega-aeroporto a Viterbo 3. Il saccheggio del pubblico erario per l'appaltificio clientelare. La lobby avvelenatrice dei mega-aeroporti getta la maschera 4. Ampliata la sezione in inglese del sito www.coipiediperterra.org 5. Alcuni estratti da "Compagni di specie" di Donna J. Haraway 6. Una proposta di ordine del giorno ai Comuni, le Province e le Regioni fedeli allo stato di diritto e all'umanita' 7. Alcune cose che occorre fare subito contro il razzismo 8. Per la messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord 9. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo 1. EDITORIALE. MARIA G. DI RIENZO: SADAKO [Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per questo intervento] "Gru di carta, io scrivero' 'pace' sulle tue ali, e tu volerai su tutto il mondo". Cosi' scrisse Sadako Sasaki quando fece voto di piegare mille uccellini di carta. Sadako era una sopravvissuta di Hiroshima, che pero' aveva contratto la leucemia a causa degli effetti post-bomba atomica. Nel suo letto di ospedale, la dodicenne Sadako piego' 664 piccole gru prima di morire. I suoi amici costruirono il resto degli uccellini di carta perche' il voto della fanciulla fosse compiuto. Ogni volta in cui sento parlare di "energia nucleare", le mille gru di Sadako mi svolazzano in testa, urlando. 2. EDITORIALE. EMANUELE PETRIGLIA: LA SCANDALOSA VERITA' SUL MEGA-AEROPORTO A VITERBO [Ringraziamo Emanuele Petriglia (per contatti: lele8225 at libero.it) per questo intervento che sintetizza le principali ragioni di opposizione al mega-aeroporto a Viterbo. Emanuele Petriglia vive a Viterbo e lavora a Roma; laureato in Scienze Forestali e Ambientali presso la facolta' di Agraria dell'Universita' degli Studi della Tuscia con una tesi su "Applicazione di un sistema di gestione ambientale secondo la norma ISO 14001 ad uno stabilimento industriale nella provincia di Roma", sta ora conseguendo una seconda laurea in Economia. Da sempre impegnato in difesa della natura, fa parte del coordinamento "Salviamo l'Arcionello" e del Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo] A Viterbo il nocivo e distruttivo mega-aeroporto non si puo' e non si deve fare. Il comitato che si oppone a questo scempio ha piu' volte esplicitato le ragioni della contrarieta' a un'opera devastante ed avvelenatrice. Riassumiamo ancora una volta le principali. * Innumerevoli studi scientifici dimostrano che il trasporto aereo e' un rilevante fattore d'inquinamento ambientale e di danno alla salute. Esso provoca incremento dell'effetto serra, inquinamento atmosferico, acustico ed elettromagnetico. Queste forme di inquinamento danneggiano gravemente e principalmente la salute delle persone, in particolare quella dei bambini, che vivono in aree prossime agli aeroporti, come drammaticamente testimoniato da cio' che accade a Ciampino. Permettere che si realizzi un mega-aeroporto a Viterbo, praticamente a ridosso del centro abitato, devastando per sempre siti archeologici rilevanti, l'area termale del Bulicame e l'Orto botanico, significa imporre alla citta' di Viterbo, ai suoi cittadini e a quelli della sua provincia, gli stessi danni e le stesse sofferenze per le quali lo scalo di Ciampino deve essere chiuso o almeno drasticamente ridimensionato. Inoltre il mega-aeroporto aggredirebbe e devasterebbe irreversibilmente le vere ricchezze territoriali e le autentiche vocazioni produttive dell'Alto Lazio: il termalismo, i rilevanti beni archeologici, artistici e storici, le attivita' agricole pregiate, il turismo di qualita', le risorse scientifiche, i preziosi beni ambientali, culturali ed economici del nostro territorio. In Italia ci sono gia' piu' di cento aeroporti che rappresentano un enorme sperpero di pubblico denaro; denaro sottratto a servizi essenziali come la scuola e la sanita'. * Peraltro ancora oggi non esiste alcun vero progetto del futuro mega-aeroporto viterbese, e quindi non c'e' neppure alcuna Valutazione di impatto ambientale (Via), alcuna Valutazione ambientale strategica (Vas), alcuna Valutazione dell'impatto sanitario (Vis), obbligatorie per legge. Inoltre il procedimento amministrativo che ha portato amministratori incompetenti ed irresponsabili a voler condannare Viterbo a un tale disastro ecologico e sanitario, non solo non e' stato sostenuto da un adeguato fondamento tecnico-scientifico, ma anzi si e' basato su presupposti errati ed e' stato viziato da gravi errori procedurali, talche' "gli atti ministeriali risultano palesemente affetti da gravi vizi di illegittimita'" (come dimostrato ad abundantiam da un documento del 18 gennaio 2008 del "Centro studi Demetra"). Infine l'ipotesi del mega-aeroporto e' in flagrante contrasto sia con la vigente legislazione italiana ed europea, sia con la pianificazione regionale e locale, a tutela dell'ambiente, della salute, dei diritti della popolazione. A cio' si aggiunga che per realizzare il mega-aeroporto a Viterbo si dovrebbe violare anche quanto disposto dal Piano territoriale paesaggistico regionale e i relativi vincoli di salvaguardia a tutela di ambiente e legalita'. * L'opera e' tuttora addirittura priva di adeguata definizione quanto a collocazione e dimensioni, come ammesso dallo stesso Consiglio comunale di Viterbo, che nella parte narrativa dell'atto deliberativo n. 92 del 25 luglio 2008 afferma testualmente che "devesi fare presente che a tutt'oggi non si conoscono ne' la lunghezza della pista che potrebbe arrivare a superare i 3.000 metri, ne' il suo orientamento" (ed al riguardo si aggiunga che il "Centro Studi Tuscia per lo sviluppo di un aeroporto compatibile" ha rilevato "l'impossibilita' oggettiva di allungare la pista di almeno altri due chilometri mantenendone l'orientamento e, tanto meno, di smantellare l'attuale per costruirne altra disassata di 10 gradi verso nord o sud"). Anche i piu' scalmanati fautori dell'opera sono costretti ad ammettere che l'attuale pista del sedime viterbese e il suo stesso orientamento rendono irrealizzabile il mega-aeroporto, che peraltro confliggerebbe con attivita' ed esigenze di interesse strategico nazionale. E non basta: si e' anche arrivati all'assurdo di affidare la verifica della realizzabilita' dell'opera alla stessa societa' Adr (Aeroporti di Roma) gia' principale corresponsabile del disastro di Ciampino, societa' Adr che peraltro sarebbe verosimilmente la principale beneficiaria della realizzazione del mega-aeroporto: e' a tutti evidente l'inammissibilita' di affidare la verifica attuale della fattibilita' del mega-aeroporto a Viterbo (e in prospettiva la sua eventuale gestione) a chi gia' ha provocato il disastro di Ciampino. * Per queste ed altre ragioni tanti cittadini viterbesi hanno dato vita al comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti. 3. IL SACCHEGGIO DEL PUBBLICO ERARIO PER L'APPALTIFICIO CLIENTELARE. LA LOBBY AVVELENATRICE DEI MEGA-AEROPORTI GETTA LA MASCHERA [Riproponiamo il seguente comunicato del comitato, del 10 marzo 2009] Le recenti esternazioni riportate dalla stampa di prominenti personaggi della lobby politico-affaristica dei mega-aeroporti confermano una flagrante ed oscena verita': che costoro non operano per il pubblico bene, ma per fare "regali", ovvero favori ai loro compari. * Il favore e il danno Cosi' il mega-aeroporto a Viterbo sarebbe un regalo, ovvero un favore di Tizio, e quello di Latina un regalo, ovvero un favore di Caio. Un favore a chi? Un favore a chi si arricchisce predando il pubblico erario e realizzando opere nocive per la salute e devastanti per il territorio. Un favore ai manutengoli del sistema di potere del regime della corruzione. Un favore ai cortigiani del clientelismo, del favoritismo, del nepotismo. E un danno per la popolazione che nel territorio che verra' devastato ed avvelenato vive. Un danno per la popolazione la cui sovranita', la cui dignita' ed i cui diritti vengono calpestati. Un danno per la popolazione che non avra' servizi pubblici utili perche' i fondi pubblici che potevano e dovevano essere utilizzati per il suo bene sono stati rubati e sperperati per opere malefiche. Un danno e un'atroce beffa per la collettivita', e per le istituzioni, e per la democrazia. * Ciampino docet Il danno provocato dall'azione della lobby politico-affaristica dei mega-aeroporti e' palese: le conseguenze sanitarie e quelle ambientali di un mega-aeroporto sono catastrofiche. Ciampino docet. E a Viterbo, ad esempio, la realizzazione del nocivo e distruttivo mega-aeroporto devastera' l'area termale del Bulicame e le preziose risorse li' esistenti; provochera' patologie e disagio enormi per gli abitanti dei popolosi quartieri cittadini a ridosso dei quali il mega-aeroporto sarebbe localizzato; provochera' un'ulteriore servitu' in un territorio che gia' ne subisce di pesantissime - dal polo energetico Civitavecchia-Montalto, alle servitu' militari, a quelle speculative -; provochera' un ulteriore impoverimento di un'economia gia' resa troppo fragile e di un territorio gia' troppo violato e saccheggiato. * Cio' che occorre Occorre opporsi alla realizzazione dei mega-aeroporti: a Viterbo, a Latina, ovunque. Occorre liberare Ciampino, la cui popolazione sta subendo da troppi anni una violenza scellerata ed infame: liberare Ciampino riducendo immediatamente e drasticamente i voli li' destinati, non spostandoli altrove ma abolendoli tout court. Occorre ridurre il trasporto aereo che oltre a devastare gli ecosistemi locali ed avvelenare le popolazioni che vivono in prossimita' dei sedimi aeroportuali, e' tra le attivita' maggiormente corresponsabili del disastro climatico globale, come dimostrato da incontrovertibili studi scientifici. Occorre difendere e valorizzare i beni culturali ed ambientali e le autentiche e sostenibili vocazioni produttive territoriali; occorre difendere e promuovere il diritto alla salute e alla sicurezza per tutte le persone; occorre opporsi al saccheggio del pubblico erario; occorre far valere la legalita' e la decenza. 4. MATERIALI. AMPLIATA LA SEZIONE IN INGLESE DEL SITO WWW.COIPIEDIPERTERRA.ORG E' stato nuovamente aggiornato ed ampliato con ulteriori materiali di informazione, documentazione e riflessione il sito del comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti, www.coipiediperterra.org. In particolare e' stata ampliata la sezione in inglese del sito, con nuovi rilevanti testi di studio, informazione e documentazione. * Nel sito sono anche disponibili e agevolmente consultabili tutti i fascicoli del notiziario "Coi piedi per terra", che costituiscono una sorta di enciclopedia in progress delle molte ragioni per opporsi non solo all'illegale e devastante mega-aeroporto a Viterbo, ma anche piu' complessivamente al dissennato incremento del trasporto aereo. * Il sito contiene anche una documentazione fotografica di alcune iniziative del comitato, sezioni specifiche che presentano comunicati, relazioni, interviste, bibliografie e sitografie, link utili e siti amici, un'ampia cronologia delle attivita' svolte; in evidenza nella home page alcune comunicazioni intercorse tra il comitato e varie autorita' istituzionali. Di particolare rilevanza e' un'ampia sezione di testi di studio, che presenta anche opere integrali di Gunther Anders, Piero Calamandrei, Aldo Capitini, Susan George, Martin Luther King, Alexander Langer, Primo Levi, Giulio A. Maccacaro, Jean-Marie Muller, Vandana Shiva, ed ancora altre autrici ed altri autori. * Nel sito e' ospitato anche uno spazio dell'Isde di Viterbo (l'Isde e' la prestigiosa Associazione italiana medici per l'ambiente - International Society of Doctors for the Environment Italia). 5. LIBRI. ALCUNI ESTRATTI DA "COMPAGNI DI SPECIE" DI DONNA J. HARAWAY [Dal sito www.tecalibri.it riprendiamo i seguenti estratti dal libro di Donna J. Haraway, Compagni di specie. Affinita' e diversita' tra esseri umani e cani, Sansoni, Milano 2003 (ed. originale: The Companion Species Manifesto)] Indice del volume Una naturcultura emergente; Incorporazioni; Compagni; Le specie; Storie di evoluzione; Storie d'amore; Storie di educazione; Il legame positivo; Una bellezza aspra; L'apprendista di agility; La storia del gioco; Storie di razze; I cani da montagna dei Pirenei; I pastori australiani; Una categoria a parte; Note; Il nuovo ruolo delle alterita' non umane, di Roberto Marchesini. * Da pagina 11 Una naturcultura emergente Da "Appunti della figlia di un giornalista sportivo" La signorina Pepe di Caienna continua a colonizzare tutte le mie cellule, una dimostrazione concreta di cio' che la biologa Lynn Margulis chiama simbiogenesi. Scommetto che se controllaste il nostro Dna, trovereste tra noi due alcune potenti transfezioni. La sua saliva deve avere dei vettori virali. Sicuramente i suoi baci ruvidi sono stati irresistibili. Anche se abbiamo in comune la collocazione all'interno del phylum dei vertebrati, noi apparteniamo non soltanto a generi diversi e a famiglie divergenti, ma a ordini completamente differenti. Come rimettiamo in ordine le cose? Canide, ominide; pet, insegnante; cane femmina, donna; animale, essere umano; atleta, addestratore. Di noi una ha un microchip che le e' stato iniettato nella pelle del collo per l'identificazione; l'altra ha una foto di identificazione sulla patente di guida dello stato della California. Una possiede una registrazione scritta di tutti gli antenati per venti generazioni addietro; l'altra non conosce i nomi dei bisnonni. E ancora: la prima, frutto di una vasta mistura genetica, viene chiamata "purosangue". La seconda, ugualmente prodotto di una vasta mistura, viene definita "bianca". Entrambi questi aggettivi riguardano un discorso razziale ed entrambe portiamo le conseguenze di questo nella nostra carne. Una e' all'apice dell'entusiasmo, della giovinezza, della prestanza fisica; l'altra e' ancora forte, ma sta scendendo la china. E insieme giochiamo uno sport di squadra chiamato "agility" su quella medesima terra nativa espropriata su cui gli antenati della Caienna allevarono le loro pecore merino. Queste pecore erano state importate dall'Australia, paese la cui economia si basava sul loro allevamento, per fornire cibo durante la febbre dell'oro che scoppio' in California nel 1849. Sotto forma di strati di storia, di biologia, di naturcultura, il nome del nostro gioco e' complessita'. Noi due siamo la progenie affamata di liberta' figlia della conquista, prodotto delle colonie dei bianchi, noi che saltiamo oltre gli ostacoli e procediamo lentamente attraverso i tunnel sul campo da gioco. Sono sicura che il nostro genoma e' molto piu' simile di quanto dovrebbe essere. Deve esserci una registrazione molecolare della nostra relazione nei codici viventi che lascera' una traccia nel mondo, e non importa se siamo entrambe femmine non produttive, una per eta', l'altra per volonta' di un chirurgo. La sua lingua rossa di pastore australiano, veloce e flessuosa, ha pulito le mie tonsille, con tutti i loro recettori del sistema immunitario. Chi mai sa dove i miei recettori chimici abbiano portato i suoi messaggi o cosa lei abbia prelevato dal mio sistema cellulare per distinguere se' dall'altro e segnare il confine fra esterno e interno? Abbiamo avuto conversazioni proibite; abbiamo avuto rapporti orali; ci siamo affezionate l'una all'altra raccontandoci tante storie tutte vere ed essenziali. Ci stiamo abituando ad atti reciproci di comunicazione che raramente capiamo. Noi siamo specie da compagnia per costituzione. Ci integriamo a vicenda, fin nella carne. Significativamente diverse da qualunque altra cosa, nelle specifiche differenze, noi esprimiamo nella carne una disgustosa alterazione evolutiva chiamata amore. Questo amore e' una aberrazione storica e un'eredita' naturculturale. Questo manifesto esplora due problematiche derivanti da tale aberrazione ed eredita': 1) come possono un'etica e una politica impegnate a far fiorire l'importanza della diversita' essere fondate attraverso la relazione uomo-animale; e 2) come potrebbero le storie riguardanti l'universo uomo-cane convincere gli abitanti degli Stati Uniti, che in proposito hanno qualche problema, e forse altre persone meno chiamate in causa storicamente, che alla storia interessa la naturcultura? Il manifesto dei compagni di specie e' un documento personale, un'incursione accademica in territori sconosciuti, un atto politico di speranza in un mondo al limite della guerra globale, un lavoro costantemente in progress, sempre sul punto di partenza. In quanto accademica e persona che appartiene al suo tempo e al suo luogo, offro bastoni smangiucchiati dai cani e argomenti preparati a meta'. La storia affrontata in questa sede narra principalmente di cani. Appassionatamente coinvolta in questi racconti, spero di coinvolgere altrettanto i miei lettori nel mondo canino. Ma spero anche che gli eventuali cinofobi e tutti coloro che ritengono di doversi occupare di cose piu' altisonanti, si rendano conto che queste storie e questi racconti fanno parte delle realta' in cui ci troviamo a vivere. Le prassi e i protagonisti del mondo canino, umani e non umani, dovrebbero stare al centro degli studi tecnoscientifici. Una cosa che mi sta ancora piu' a cuore e' far capire ai miei lettori perche' io consideri lo scrivere a proposito di cani una branca delle teorie del femminismo... Questa e' una storia di biopotere, biosocialita' e tecnoscienza. Da buona darwinista, racconto una storia dell'evoluzione. Seguendo la moda del millenarismo acidico (nucleico), narro una storia di differenze molecolari, ma meno radicata in quella Eva mitocondriale della narrazione neocoloniale Out of Africa e piu' radicata in quei primi cani femmina mitocondriali che si sono intromessi nella vita dell'uomo, realizzando quella che fu "la piu' grande storia mai raccontata". Queste femmine della specie canina hanno contribuito invece a inaugurare la storia della specie da compagnia, una favola molto mondana e in via di diffusione, piena di incomprensioni, conquiste, crimini e speranze rinnovate. La mia e' una storia raccontata da una studiosa di scienze, e femminista di una certa generazione, che e' passata dalla parte dei cani in ogni senso. Qui sono i cani ad avere importanza, nella loro storica complessita'. In questo saggio i cani non sono un alibi per parlare di altri argomenti; sono una presenza corporea materiale e semiotica nel corpo della tecnoscienza. I cani non sono un surrogato della teoria, non sono semplicemente un oggetto attraverso cui pensare, ma sono esseri con cui vivere. Complici nel crimine dell'evoluzione umana, presenti nel giardino fin dal principio, i cani vestono i panni dell'astuto coyote. * Da pagina 26 Le specie La "specie da compagnia" e' una categoria ancora piu' vasta ed eterogenea rispetto all'animale da compagnia perche' include tutta una serie di specie viventi come riso, ape, tulipano o flora intestinale, necessari a rendere la vita umana cosi' come la conosciamo. Con il termine "specie da compagnia" vorrei insistere su quattro toni risonanti contemporaneamente nella laringe linguistica e storica che ci mette in grado di pronunciare questo termine. Innanzitutto, in quanto orgogliosa erede di Darwin, insisto sui toni della storia della biologia evoluzionista, con le sue categorie di popolazioni, frequenze di flusso genico, variazioni, selezioni e specie biologiche. Negli ultimi centocinquant'anni, i dibattiti a proposito del fatto se la categoria "specie" indichi o meno una reale entita' biologica o semplicemente rappresenti una utile scatola tassonomica costituiscono i livelli forte e piano della scala tonale. La specie riguarda un genere biologico e per questo tipo di realta' si rende necessaria la competenza scientifica. Il post-cyborg, che rappresenta un genere biologico, sconvolge le categorie di organismi fino ad allora riconosciute. Il macchinico e il testuale sono interni all'organico e viceversa, in maniera irreversibile. ... Il manifesto dei compagni di specie riguarda quindi l'implosione di natura e cultura in uno specifico ambito inevitabilmente storico, unisce le vite di cani e persone, legati da diversita' significative. In questa storia, sono in molti a essere chiamati in causa e il racconto risulta istruttivo anche per coloro che tentano di mantenersi a igienica distanza. Vorrei convincere i miei lettori che gli abitanti della tecnocultura siamo noi, che viviamo nei tessuti simbiogenetici della naturcultura, tanto nella storia quanto nei fatti. Il mio riferimento e' la teoria di Louis Althusser, filosofo francese marxista e poststrutturalista, secondo cui i soggetti si compongono a partire da individui reali che vengono "reclutati" attraverso l'ideologia nelle loro posizioni di soggetti all'interno dello stato moderno. Oggi, attraverso la narrativa sofisticata che li riguarda, gli animali ci chiedono di rendere conto dei regimi in cui dobbiamo vivere, noi e loro. Noi reclutiamo loro nei nostri costrutti di natura e cultura, e con le loro conseguenze di vita e di morte, sanita' e malattia, longevita' ed estinzione. Inoltre le due specie sono l'una nell'altra nel vivo della carne in un modo che tutte le nostre ideologie non riescono a esprimere pienamente. Le storie sono molto piu' ampie delle ideologie, e' la nostra unica speranza. Questa lunga introduzione filosofica ha violato la regola piu' importante degli "Appunti della figlia di un giornalista sportivo", le brevi note canine in onore di mio padre, cronista sportivo, che vivacizzano questo manifesto. Gli "Appunti" esigono che non ci siano deviazioni dalle storie che hanno come protagonisti gli animali. Le lezioni devono essere parte inestricabile della storia; e' la regola della verita' per tutti coloro fra noi che, da cattolici praticanti e ripudiati - insieme ai loro compagni di viaggio - pensano che il segno e la carne coincidano. Riportando i fatti, narrando una storia vera, io scrivo gli "Appunti della figlia di un giornalista sportivo"... Ma sono cresciuta anche nella casa della scienza e, nel momento in cui il mio seno immaturo ha iniziato a svilupparsi, ho appreso i numerosi passaggi sotterranei che connettono i vari poteri e le numerose connessioni che mantengono uniti segno e carne, storia e fatto, uniti nei palazzi della conoscenza positiva, delle ipotesi confutabili e della teoria sintetica. Poiche' la mia scienza e' stata la biologia, ho imparato presto che spiegare evoluzione, sviluppo, funzione cellulare, complessita' genomica, creazione delle forme nel tempo, ecologia comportamentale, comunicazione dei sistemi, cognizione, in breve ogni componente terminologica della biologia, non era poi tanto diverso dallo scrivere una storia di gioco o convivere con i rompicapi dell'incarnazione. Per fare biologia con fedelta', il professionista deve narrare una storia, deve riportare i fatti e deve essere affamato di verita', deve essere disposto ad abbandonare la storia preferita, il fatto preferito, deve trovarsi in qualche modo sulla linea di partenza. Il professionista deve restare fedele alla storia nella buona e nella cattiva sorte, deve fare proprie le sue risonanze discordanti e viverne le contraddizioni, quando quella storia e' in grado di arrivare alla verita' della vita. Non e' forse questo genere di fedelta' che ha permesso alla scienza della biologia evoluzionista di fiorire e nutrire la fame materiale di conoscenza della mia gente negli ultimi centocinquant'anni? ... Cosi', io narro di cani che vivono ai nostri giorni. Tutte le storie si snodano per tropi, cioe' figure del discorso indispensabili per narrare qualunque cosa. Tropo (dal greco tropos) significa deviazione o saltello. Tutto il linguaggio devia e saltella; non esiste un significato diretto, ma solo il pensiero dogmatico secondo cui la nostra sfera d'azione e' la comunicazione senza tropi. Il mio tropo favorito per i racconti con i cani e' "metaplasma". Metaplasma indica un cambiamento in una parola, per esempio aggiungendo, omettendo, invertendo o transponendo lettere, sillabe o suoni. Il termine deriva dal greco metaplasmos, che significa rimodellare o ricostruire. Metaplasma e' un termine generico usato per quasi tutti i tipi di alterazione di una parola, alterazione che puo' essere intenzionale o meno. Io uso il metaplasma a significare il rimodellamento delle carni del cane e dell'uomo, la ricostruzione del codice della vita, nella storia delle interrelazioni fra le specie da compagnia. * Da pagina 38 Gli studi sul Dna mitocondriale nel cane come orologio biologico hanno retrodatato la sua origine a un'epoca molto piu' antica di quanto si pensasse. Le ricerche di laboratorio di Carles Villa e Robert Wayne svolte nel 1997 evidenziano che il cane si sarebbe separato dal lupo circa 150.000 anni fa, periodo che corrisponde all'origine dell'Homo sapiens sapiens. In successivi studi sul Dna questa data, non supportata da reperti fossili e archeologici, e' stata ridimensionata in un intervallo che va da 50.000 a 15.000 anni fa, con gli scienziati propensi per la data piu' recente poiche' coincide con tutti i tipi di prove disponibili. Seguendo questa analisi, sembra probabile che il cane sia comparso dapprima in Asia per un breve periodo, localizzandosi in diverse aree, e poi si sia velocemente diffuso in tutto il pianeta, seguendo l'uomo nei suoi spostamenti. Molti interpreti sostengono che lo scenario piu' probabile vede il lupo diventare cane per sfruttare l'abbondanza di calorie fornite dai rifiuti prodotti dall'uomo. Grazie a questi comportamenti opportunisti, quei cani emergenti si sarebbero adattati dapprima con il comportamento e poi geneticamente a ridurre le distanze di tolleranza, a diminuire le fughe rizzando il pelo, i loro cuccioli avrebbero avuto occasione di trascorrere piu' tempo a socializzare con specie diverse nelle prime settimane del loro sviluppo e sarebbero arrivati a occupare confidenzialmente aree condivise con umani pericolosi. * Da pagina 41 La coevoluzione richiede una definizione piu' ampia rispetto a quella normalmente fornita dai biologi. Certo, il reciproco adattamento di morfologie visibili, come le strutture sessuali dei fiori e gli organi degli insetti impollinatori, e' coevoluzione. Ma e' un errore vedere le alterazioni dei corpi e dei cervelli dei cani come biologiche e i cambiamenti dei corpi e dei cervelli umani, per esempio nell'emergere delle societa' di allevatori e agricoltori, come culturali, e questo vale anche per la coevoluzione. Sospetto che il genoma umano contenga una importante testimonianza molecolare dei patogeni delle specie compagne dell'uomo, cani compresi. Il sistema immunitario non e' una parte minore della naturcultura, poiche' determina dove gli organismi, incluse le persone, possono vivere e con chi. E' impossibile immaginare la storia dell'influenza senza il concetto di coevoluzione di uomini, suini, polli e virus. * Da pagina 74 E' tutto assolutamente preciso. Dapprima, i movimenti sembrano insignificanti; la tempistica troppo esigente, troppo difficile da rispettare; la coerenza troppo severa, l'insegnante troppo esigente. Poi, cane e uomo arrivano a rappresentarsi, anche solo per un minuto, il modo esatto per continuare insieme, il modo in cui muoversi semplicemente con gioia e con destrezza lungo un percorso difficile, come comunicare, come essere onesti l'uno nei confronti dell'altro. L'obiettivo e' arrivare all'ossimoro della spontaneita' disciplinata. Cane e accompagnatore devono essere capaci di prendere l'iniziativa e rispondere ubbidientemente l'uno all'altro. Il compito e' quello di diventare sufficientemente coerenti in un mondo incoerente, tanto da riuscire a intraprendere quella danza di unione fra due esseri viventi che suscita rispetto e induce una risposta corretta nel corpo, nella corsa, lungo il percorso e tanto da riuscire a ricordare come riportare questa stessa esperienza di vita a ogni livello dell'esistenza, con ogni tipo di partner. * Da pagina 78 I cani da montagna dei Pirenei I cani da guardia, che lavorano con i pastori di capre e di pecore, esistevano gia' migliaia di anni fa ed erano diffusi in aree dell'Africa, dell'Europa e dell'Asia. Le migrazioni locali e quelle di piu' ampie dimensioni di milioni di allevatori, pastori e cani da e verso i mercati e da e verso i pascoli invernali ed estivi, dalla catena montuosa dell'Atlante nel Nord Africa, passando attraverso il Portogallo e la Spagna, la catena montuosa dei Pirenei, proseguendo per l'Europa meridionale fino alla Turchia e all'Europa dell'Est, attraverso l'Eurasia e il Tibet, verso il deserto di Gobi in Cina, hanno letteralmente impresso le loro tracce nel suolo e nella roccia. Nella lora opera dettagliata, Dogs, Raymond e Lorna Coppinger paragonano queste tracce all'intaglio dei ghiacciai. A livello regionale, i cani utilizzati per la guardia al bestiame si sono sviluppati in due tipologie diverse somaticamente e nel comportamento, anche se l'interscambio sessuale ha sempre mantenuto legate le popolazioni adiacenti e migratorie. I cani che si sono sviluppati nei climi piu' settentrionali, freddi o ad altitudini elevate, hanno dimensioni maggiori rispetto a quelli che si sono sviluppati nel bacino del Mediterraneo o nei deserti. Gli spagnoli, gli inglesi e altre popolazioni europee, nei loro viaggi verso le Americhe, portavano con se' grandi cani simili a mastini e piccoli esemplari simili a cani da pastore, mettendo a punto quel fenomenale scambio genetico noto come Conquista. Queste popolazioni, interconnesse ma non mischiate in modo casuale, costituiscono il sogno e l'incubo dei biologi che studiano le popolazioni ecologiche e genetiche, in rapporto all'ardua variabile che prende il nome di storia. Dopo la meta' del XIX secolo, le razze di Lgd dei club cinofili con relativi albi dei riproduttori, nascono da individui derivanti da varie tipologie regionali, come il mastino dei Pirenei nella regione basca della Spagna, il cane da montagna dei Pirenei nelle regioni basche di Francia e Spagna, il maremmano in Italia, il kuvasz in Ungheria, il pastore dell'Anatolia in Turchia. Le controversie riguardanti la prosperita' genetica e il significato funzionale di queste popolazioni "isola" chiamate razze imperversano nell'universo che ruota intorno ai cani. I club cinofili delle razze sono in parte paragonabili alle associazioni che si occupano della salvaguardia delle specie a rischio, per le quali la drastica diminuzione della popolazione e la distruzione dei sistemi di selezione genetica naturale e artificiale del passato richiedono interventi organizzati di soccorso e sostegno. 6. INIZIATIVE. UNA PROPOSTA DI ORDINE DEL GIORNO AI COMUNI, LE PROVINCE E LE REGIONI FEDELI ALLO STATO DI DIRITTO E ALL'UMANITA' [Riproponiamo il seguente appello] Egregi Sindaci ed egregi Presidenti delle Province e delle Regioni, egregi consiglieri comunali, provinciali e regionali, vi proponiamo di porre all'ordine del giorno di sedute straordinarie convocate ad hoc delle assemblee deliberative delle istituzioni di cui fate parte la seguente proposta di ordine del giorno. A nessuno sfugge la gravita' dell'ora. Un cordiale saluto, il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 11 marzo 2009 * Proposta di ordine del giorno Premesso che alcune disposizioni del cosiddetto "pacchetto sicurezza" promosso dal governo con successivi decreti e disegni di legge tuttora all'esame del Parlamento sono in flagrante contrasto con principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana, dello stato di diritto, dell'ordinamento democratico, della civilta' giuridica, della Dichiarazione universale dei diritti umani; Il consiglio comunale (provinciale, regionale) di ... invita il Parlamento a respingere le proposte di provvedimento palesemente razziste ed incostituzionali. 7. INIZIATIVE. ALCUNE COSE CHE OCCORRE FARE SUBITO CONTRO IL RAZZISMO [Riproponiamo il seguente appello] Proponiamo che non solo le persone di volonta' buona, non solo i movimenti democratici della societa' civile, ma anche e in primo luogo tutte le istituzioni fedeli allo stato di diritto, alla legalita' costituzionale, all'ordinamento giuridico democratico, si impegnino ora, ciascun soggetto nell'ambito delle sue peculiari competenze cosi' come stabilite dalla legge, al fine di contrastare l'eversione razzista che sta aggredendo il nostro paese. Ed indichiamo alle persone, ai movimenti ed alle istituzioni democratiche alcune iniziative necessarie ed urgenti. * 1. Respingere le proposte palesemente razziste, eversive ed incostituzionali del cosiddetto "pacchetto sicurezza". * 2. Adottare un programma costruttivo per la difesa e la promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani: a) provvidenze di accoglienza a livello locale, costruendo sicurezza per tutte le persone nell'unico modo in cui sicurezza si costruisce: nella solidarieta', nella legalita', nella responsabilita', nell'incontro, nell'assistenza pubblica erogata erga omnes; b) cooperazione internazionale: poiche' il fenomeno migratorio evidentemente dipende dalla plurisecolare e tuttora persistente rapina delle risorse dei paesi e dei popoli del sud del mondo da parte del nord, occorre restituire il maltolto e cooperare per fare in modo che in nessuna parte del mondo si muoia di fame e di stenti, che in nessuna parte del mondo vigano regimi dittatoriali, che in nessuna parte del mondo la guerra devasti l'umanita', che in nessuna parte del mondo i diritti umani siano flagrantemente, massivamente, impunemente violati; c) regolarizzazione di tutti i presenti nel territorio nazionale ed interventi normativi ed operativi che favoriscano l'accesso legale nel paese; d) riconoscimento immediato del diritto di voto (elettorato attivo e passivo) per tutti i residenti; e) lotta alla schiavitu' ed ai poteri criminali locali e transnazionali che la gestiscono e favoreggiano. * 3. Aprire un secondo fronte di lotta per la legalita' e contro il razzismo, con due obiettivi specifici: a) dimissioni del governo golpista e nuove elezioni parlamentari; b) messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord. 8. INIZIATIVE. PER LA MESSA FUORILEGGE DELL'ORGANIZZAZIONE RAZZISTA DENOMINATA LEGA NORD [Riproponiamo il seguente appello] Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Senato della Repubblica Al Presidente della Camera dei Deputati Oggetto: Richiesta di iniziativa per la messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord Egregi Presidenti, ci rivolgiamo a voi come massime autorita' dello Stato per richiedere un vostro intervento al fine della messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord. Tale organizzazione, che pur essendo assolutamente minoritaria nel Paese e' riuscita ad ottenere nel governo nazionale l'affidamento di decisivi ministeri a suoi rappresentanti, persegue e proclama una politica razzista incompatibile con la Costituzione della Repubblica Italiana, con uno stato di diritto, con un ordinamento giuridico democratico, con un paese civile. Ritenendo che vi siano i presupposti per un'azione delle competenti magistrature che persegua penalmente sia i singoli atti e fatti di razzismo, sia l'azione organizzata e continuata e quindi l'associazione a delinquere che ne e' responsabile, con la presente chiediamo un vostro intervento affinche' si avviino le procedure previste dalla vigente normativa al fine della messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord e della punizione ai sensi di legge di tutti gli atti delittuosi di razzismo da suoi esponenti promossi, commessi, istigati o apologizzati. Con osservanza, Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 27 febbraio 2009 9. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DI VITERBO Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la riduzione del trasporto aereo: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it =================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 164 del 14 marzo 2009 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
- Prev by Date: Minime. 759
- Next by Date: Minime. 760
- Previous by thread: Minime. 759
- Next by thread: Minime. 760
- Indice: