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Minime. 759
- Subject: Minime. 759
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 14 Mar 2009 00:57:33 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 759 del 14 marzo 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Peppe Sini: L'apartheid 2. Giovanni Franzoni: Progetti di legge governativi privi di un pensiero umano e democratico 3. Maria G. Di Rienzo: La forza per cambiare il mondo 4. Vittorio Prodi: Decreto sicurezza, segnale inquietante 5. Annamaria Rivera: Razzismo di Stato 6. Gad Lerner: Se romani e non rumeni 7. Adriana Comaschi: La Regione Emilia-Romagna si oppone alla norma razzista dei "medici-spia" 8. Maristella Iervasi: Anche il Presidente della Camera dei Deputati si dichiara contrario alle norme razziste che perseguitano malati, genitori e bambini 9. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento 10. Oggi a Perugia 11. Il 26 marzo a Roma 12. La newsletter settimanale del Centro studi "Sereno Regis" di Torino 13. Riedizioni: Giulia Albanese, La marcia su Roma 14. Riedizioni: Giovanni Calvino, Istituzione della religione cristiana 15. Riedizioni: Eschilo, Sofocle, Euripide, Tragedie 16. Riedizioni: Leonardo, Scritti scelti 17. Riedizioni: John Locke, Saggio sull'intelletto umano 18. Riedizioni: Margaret MacMillan, Sei mesi che cambiarono il mondo 19. Riedizioni: Jules Henri Poincare', Scritti di fisica-matematica 20. La "Carta" del Movimento Nonviolento 21. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. PEPPE SINI: L'APARTHEID Il fine della minuziosa congerie di provvedimenti razzisti tanto crudeli quanto insensati contenuti nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" e' con tutta evidenza instaurare nel nostro paese un regime di apartheid: con una parte della popolazione che gode di pieni diritti politici e civili, economici e sociali, ed una parte ridotta in condizione servile, costantemente umiliata e ricattata, minacciata e fin terrorizzata. E' evidente che gia' oggi e sempre di piu' in futuro una quota crescente della popolazione italiana sara' composta di nuovi immigrati e di loro discendenti. Lo richiede il mercato del lavoro, lo confermano i dati sulla natalita'. Negare i diritti politici e civili, economici e sociali, a questa parte della popolazione che nel giro di qualche decennio sara' maggioritaria in Italia (un'Italia da sempre meticcia, un'Italia integrata nell'Unione Europea) significa riprodurre nel nostro paese il regime della segregazione razzista. Molti anni fa coordinai per l'Italia una campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Oggi vedo con sdegno ed orrore il tentativo di imporre nel nostro paese le logiche e le strutture di quel medesimo regime che in Sudafrica e' stato sconfitto dalla democrazia. Confido che prevalga la legalita', la civilta', l'umanita'. Confido che il tentativo di imporre un regime razzista nel nostro paese sia respinto tanto dalle istituzioni repubblicane quanto dalle coscienze della popolazione tutta. 2. EDITORIALE. GIOVANNI FRANZONI: PROGETTI DI LEGGE GOVERNATIVI PRIVI DI UN PENSIERO UMANO E DEMOCRATICO [Ringraziamo Giovanni Franzoni (per contatti: g.franzoni at tiscali.it) per questo intervento ch estraiamo da una piu' ampia lettera personale] In genere sono un po' imbarazzato a intervenire sui progetti di legge del nostro governo che mi sembrano tutti privi di un pensiero umano e democratico (lasciamo per ora da parte il pensiero cristiano). Penso di poter solo dire che questa isterica proclamazione di un diritto alla sicurezza come fatto prioritario, prescinda, e cio' e' letale, dalla considerazione che la vita sulla terra e' retta dal principio di interdipendenza. Alla luce di questo principio e' necessario che l'umanita' abbia la consapevolezza che la vulnerabilita' della vita, sia quella interspecifica sia, come nel caso della legge cui qui si fa riferimento, quella intraspecifica, deve essere condivisa. Condividere vulnerabilita' e fame di vita con i nostri simbionti, non esclude che si cerchi anche stabilita' nella soddisfazione dei bisogni e quindi una certa sicurezza, ma se un individuo o un ceto sociale pone la sicurezza in assoluto e la blinda, non puo' che generare squilibrio e provocare aggressivita'. La sicurezza non e' dunque un assoluto ne' una priorita', ma va correlata al contesto. Mi sembra poi che guardando verso l'Oriente non si tratti solo di contesto umano ma di ogni forma di vita che deve essere conosciuta e rispettata sia nella sua vulnerabilita' che nella sua felicita' di essere. 3. EDITORIALE. MARIA G. DI RIENZO: LA FORZA PER CAMBIARE IL MONDO [Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per questo intervento] Vampira. Mi nutro di bambine. La piccola afgana scrive: "Se posso imparare ogni giorno, a scuola e fuori di scuola, so che potro' cambiare quello che nel mio paese e' ingiusto. Voglio rimanere fedele a cio' in cui credo, avere un'istruzione, perche' sapere mi dara' la forza per trasformare il mondo". Non ha ancora compiuto dieci anni, ed e' avanti a me di qualche anno luce. "A volte e' sicuro dire quel che pensi, a volte no", mi ammonisce saggiamente, "Ma la cosa importante e' che tu non permetta che te lo portino via, quel che pensi". Promesso, mia piccola maestra, non lo faro'. 4. UNA SOLA UMANITA'. VITTORIO PRODI: DECRETO SICUREZZA, SEGNALE INQUIETANTE [Ringraziamo l'on. Vittorio Prodi (per contatti: diarioeuropeo at vittorioprodi.it) per questo intervento] La nostra storia ci insegna a tenere una soglia di attenzione molto alta verso tutti quei segnali e quelle decisioni che in qualche modo vanno verso la categorizzazione delle persone, trasformandole da singolarita' irripetibili e complesse in stereotipi ("i rumeni", "gli zingari", "i gay", "i poveri"...). Il "pacchetto sicurezza" approvato dal governo mi pare in questo senso inquietante. Certamente l'elemento piu' deprecabile e' il tentativo di minare il segreto professionale tra medico e paziente, dando la possibilita' ai medici di segnalare alle autorita' l'immigrato irregolare. Ritengo che questo vada contro l'articolo 32 della Costituzione, in base al quale la salute e' tutelata dalle istituzioni in quanto riconosciuta come diritto pieno e incondizionato della persona in se', senza limitazioni di alcuna natura, comprese - nello specifico - quelle derivanti dalla cittadinanza o dalla condizione giuridica dello straniero. Segnalando un "clandestino" in occasione di una prestazione sanitaria, come denuncia giustamente Medici Senza Frontiere, si corre il rischio di far nascere nell'immigrato privo di permesso di soggiorno e bisognoso di cure mediche una reazione di paura e diffidenza, e quindi di ostacolarne l'accesso alle strutture sanitarie. Tutto cio' potrebbe provocare una pericolosa "marginalizzazione sanitaria" di una fetta della popolazione straniera presente sul territorio, anche aumentando i fattori di rischio per la salute collettiva. In piu', questa scelta puo' incentivare la nascita e la diffusione di percorsi sanitari e di organizzazioni sanitarie "parallele", al di fuori dei sistemi di controllo e di verifica della sanita' pubblica. Altri elementi del "pacchetto sicurezza" sono demagogici, inutili e quindi criticabili. Per quanto riguarda l'introduzione del reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello stato, si tratta di un provvedimento inutile poiche' l'irregolare gia' oggi puo' essere fermato, identificato ed espulso: il procedimento penale sarebbe solo un aggravio delle procedure e un aumento dei costi per lo stato. I tribunali ne sarebbero paralizzati. L'aumento dei tempi di permanenza dello straniero nei Centri di Identificazione ed Espulsione snaturerebbe la misura in una forma di detenzione di lungo periodo, eseguita al di fuori di istituti penitenziari, tra l'altro con costi enormi e inutili. Anche l'introduzione di una tassa di 200 euro (era di 72 euro) per il rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno e' una misura che finisce per colpire l'immigrato legale, mentre questo andrebbe favorito. 200 euro sono davvero tanti: una famiglia di cinque persone si trovera' a spendere 1.000 euro per rinnovare i permessi di soggiorno. Questo non modifichera' in modo sostanziale anche il rapporto dei migranti con l'idea stessa di legalita'? Lo stato agli occhi dei migranti non apparira' sempre piu' nelle vesti di un rapinatore? Senza considerare poi che a un aumento delle tasse non corrisponde certamente un servizio efficiente: a causa delle lungaggini burocratiche e della carenza di personale, sono numerosi gli immigrati regolari che ricevono il "nuovo" permesso di soggiorno quando ormai e' scaduto ed e' ora di ricominciare le pratiche per rinnovarlo. Rendendo poi necessaria per lo straniero l'esibizione del permesso di soggiorno per i provvedimenti relativi agli atti di stato civile, verrebbero limitati in maniera ingiustificata alcuni diritti personalissimi e fondamentali, quali, ad esempio, la possibilita' per il genitore di riconoscere il proprio figlio. Il "pacchetto" introduce inoltre limitazioni alla possibilita', per i minori non accompagnati, di ottenere un permesso di soggiorno al compimento della maggiore eta'. L'esclusione dei minori non accompagnati dalle prospettive di inserimento legale scoraggerebbe tali ragazzi dall'emergere dalla clandestinita' e dal seguire un progetto di integrazione scolastica e lavorativa. Di nuovo quindi l'introduzione di un elemento che, invece di favorire la legalita', la scoraggia e la rende piu' difficoltosa. Altro elemento pericoloso e' l'invenzione di un'emergenza per far intervenire l'esercito nelle citta', frutto di una campagna basata sull'alimentazione della paura. Sarebbe molto piu' efficace assicurare alle forze di polizia le risorse adeguate e necessarie per svolgere in modo efficiente i loro compiti e per essere piu' presenti sulle strade. Infine, l'aggravante di clandestinita' per i reati (anche qui per decreto) vuol dire che per la prima volta nel nostro ordinamento una pena viene aumentata non per quello che si fa, ma per quello che si e'. "L'altro", "il clandestino" diventa un'entita' sempre meno collegata a persone reali e sempre piu' mitica e caricata di paura... Una tendenza che riecheggia scelte che nel passato hanno condotto a non pochi disastri. Certamente si tratta di una decisione che parla direttamente alla pancia della "gente", facilmente spendibile al tg di turno e che fornisce una rappresentazione distorta di una realta' complessa che andrebbe affontata con politiche di integrazione responsabili e con la revisione di una legge che di fatto alimenta l'immigrazione clandestina, la Bossi-Fini. Capisco che l'approccio che suggerisco costa fatica, molto piu' che indire una conferenza stampa per lanciare pacchetti e kit con messaggi generici che pero' fanno tanta presa nella vita quotidiana del cittadino. Decisioni condivise pienamente da Tremonti che, per finanziare la cancellazione dell'Ici, ha tagliato anche il Fondo per l'Inclusione Sociale degli Immigrati, incidendo quindi sulle politiche di integrazione, le sole che possono porre le basi di una societa' italiana nuova, aperta e pacifica, basata sulla conoscenza reciproca, sul confronto civile e talvolta acceso, ma che non cede alla paura e al pregiudizio. 5. UNA SOLA UMANITA'. ANNAMARIA RIVERA: RAZZISMO DI STATO [Ringraziamo Annamaria Rivera (per contatti: annamariarivera at libero.it) per averci messo a disposizione il seguente articolo apparso sul quotidiano "Il manifesto" del 13 marzo 2009] La "preferenza nazionale" era uno slogan del Front National francese in voga negli anni '80. Ma il Front National e' un partito di estrema destra che mai e' stato accolto in un governo. Che oggi siano due ministri della Repubblica italiana - prima Bossi, oggi il piu' compassato Sacconi - a proporre la preferenza nazionale, rispettivamente sulla casa e sui lavori stagionali, e' cosa che fa rabbrividire. Non solo ci conferma cio' che temiamo: l'uscita a destra dalla crisi. Ma ci prospetta che la torsione reazionaria sara' perseguita attivamente e incoraggiata. Il disegno e' chiaro e riecheggia le fasi piu' cupe della storia del Novecento. Gia' oggi ne e' in atto un dispositivo fondamentale, quello che mira a dirottare l'incertezza del futuro e il disagio popolari verso i piu' deboli fra i deboli: i rom e i migranti piu' precari. La costruzione dell'"emergenza stupri", con il corollario forcaiolo di innocenti mostrificati e additati tramite i media al pubblico ludibrio, a questo serve: ad aizzare il "razzismo dei piccoli bianchi", cosi' che coloro che vedono minacciati i propri scarsi privilegi possano sfogare frustrazione e rabbia su coloro che sono socialmente piu' vicini ma un po' piu' in basso. La gestione autoritaria e razzista della crisi economica esige uno stato di eccezione permanente. E questo colpisce non solo stranieri e minoranze, ma gli stessi cittadini italiani maggioritari. Il "pacchetto sicurezza" contiene misure persecutorie contro gli "estranei" ed anche norme miranti a reprimere il dissenso, il conflitto sociale, la liberta' di espressione. Fino a conferire al ministro dell'Interno la facolta' di sciogliere gruppi "eversivi" e di oscurare siti telematici che invitino "a disobbedire alle leggi". In questa strategia, il circolo vizioso del razzismo di Stato-razzismo mediatico-xenofobia popolare occupa un posto centrale: si reprime il dissenso e il conflitto sociale e nel contempo, con l'aiuto decisivo dei media, si additano capri espiatori verso i quali e' possibile indirizzare la protesta di ceti popolari colpiti dalla crisi economica. I capri espiatori a loro volta sono resi piu' vulnerabili ed attaccabili dagli effetti della crisi, dalla privazione della casa e del lavoro, ma soprattutto da norme persecutorie che mirano ad umiliarli, emarginarli, de-umanizzarli, negando loro diritti umani elementari: il diritto alla salute e alla famiglia, il diritto di mandare del denaro a casa e perfino di riconoscere i propri figli... Ci sono modi e modi per uscire da una crisi che, certo, e' globale ma si riflette in modo particolarmente pesante su paesi, come l'Italia, devastati da politiche neoliberiste e dalla debolezza e incoerenza dei sistemi di protezione sociale. Obama cerca d'indicare l'uscita della solidarieta' e della coesione sociale, dell'incremento dei diritti dei piu' deboli, della difesa delle minoranze. La destra che ci governa e i poteri che rappresenta additano la strada della "cattiveria" e del razzismo, sperando cosi' che rancori e conflitti orizzontali permettano loro di restare in sella. E' accaduto piu' volte nel corso della storia. Ma il fatto che sia uno schema classico non ci rassicura affatto. 6. RASSEGNA STAMPA. GAD LERNER: SE ROMANI E NON RUMENI [Dal quotidiano "La Repubblica" del 13 marzo 2009 col titolo "Se i due romeni fossero romani"] Perche' li tengono dentro, quei due, se il Tribunale del Riesame ha stabilito che Alexandru Loyos e Karol Ractz non sono colpevoli dello stupro al parco romano della Caffarella? E se l'esame del Dna scagiona Ractz pure dallo stupro del 21 gennaio a Primavalle? Chiediamocelo: sarebbero ancora in carcere, si fosse trattato di due romani anziche' di due romeni? D'accordo, la loro fedina penale e' tutt'altro che immacolata. E mettiamoci pure che hanno una brutta faccia. Ma non posso fare a meno di pensare come avrebbe figurato la mia, di faccia, esibita in tv con l'accusa di avere violentato una quattordicenne. Il medioevo elettronico contemporaneo si nutre di simili mostri. Il biondino, il pugile, le baracche, i campi rom, il Dna piu' o meno maldestramente ascrivibile a un ceppo etnico, le statistiche sulla pericolosita' degli stranieri estrapolate con disinvoltura da campioni di popolazione non comparabili. Intrappolati come siamo tra la paura e il furore, finiscono per apparirci di un progressismo temerario perfino le massime autorita' istituzionali, quando criticano (inascoltate) il ricorso alla connotazione razziale della delinquenza. Perche' nel frattempo ci sono funzionari dello Stato, come il prefetto e il questore di Treviso, che presenziano agli incontri di partito per la formazione delle ronde. Dando luogo a una commistione tra forze dell'ordine e militanza di fazione, in nome della difesa del popolo, tipica dei regimi antidemocratici. L'indagine di polizia sul cosiddetto stupro di San Valentino si e' dipanata in un clima d'isteria collettiva falsamente giustificata come moto di solidarieta' nei confronti della vittima. Sballottati tra il clamore mediatico e le esigenze della politica, gli inquirenti gia' domenica 15 febbraio lasciavano trapelare: siamo in procinto di acciuffare i colpevoli. "Il cerchio si stringe, questione di ore", promettevano i siti Internet. Diffondendo un'aspettativa non so se autorizzata, ma comunque eccessiva, tanto e' vero che la sera di lunedi' 16 febbraio la Questura di Roma doveva precisare in un comunicato che nessun cittadino romeno risultava al momento iscritto nel registro degli indagati. Gli arresti sarebbero giunti la notte dell'indomani. Consentendo martedi' 18 febbraio la ben nota sfilata di Coyos e Racz ammanettati tra flash e telecamere, subito prima della conferenza stampa in cui veniva precisato - guarda caso - che l'indagine si era felicemente conclusa senza bisogno di ricorrere alle intercettazioni telefoniche. Indicata come prova regina la confessione filmata resa dal "biondino", dapprima gli inquirenti hanno lasciato trapelare l'esistenza di quel video. Quando poi sono emersi forti dubbi sull'impianto accusatorio, la polizia ha pensato di difendersi fornendo ai media quel materiale d'inchiesta e rendendo cosi' pubblico il filmato di una confessione che i magistrati hanno giudicato non credibile. Sarebbe stato difficile pretendere che la polizia lavorasse con serenita' in un tale contesto ambientale. Ne e' scaturita un'inchiesta come minimo frettolosa, il che dovrebbe bastare a definirla un'inchiesta sbagliata. Se anche restassero fondati sospetti che Alexandru Loyos abbia reso la falsa confessione per coprire altre persone, la sua autoaccusa lo descrive piuttosto come vittima che come colpevole. Nel frattempo "Le Iene" hanno mostrato in tv una ronda di loschi figuri che si aggiravano intorno al parco della Caffarella a caccia di stranieri con un coltello in mano. Due cittadini albanesi, scambiati per romeni, sono stati malmenati nel quartiere romano di Tor Bella Monaca. La sera stessa e' stato impedito l'accesso in una discoteca milanese di due cittadini indiani, giudicati indesiderabili per il colore della pelle. Questo e' il clima che si e' alimentato irresponsabilmente nelle nostre citta', per le quali si aggirano in veste di giustizieri dei brutti ceffi razzisti incoraggiati dal via libera alle ronde. Perveniamo cosi' al paradosso che, per l'incolumita' di due persone "mostrificate" come Alexandru Loyos e Karol Rocz, forse oggi in Italia il luogo piu' sicuro resti la prigione in cui sono detenute. Cio' che naturalmente non giustifica la loro permanenza in carcere. Se e quando usciranno, e' prevedibile che si dileguino come ladri. Cosi' il benpensante si rafforzera' nella sua convinzione: ve l'avevo detto che erano dei poco di buono! E la caccia all'uomo potra' ricominciare, nobilitata dalla sofferenza delle donne violentate. Senza giustizia. 7. RASSEGNA STAMPA. ADRIANA COMASCHI: LA REGIONE EMILIA-ROMAGNA SI OPPONE ALLA NORMA RAZZISTA DEI "MEDICI-SPIA" [Dal quotidiano "L'Unita'" del 13 marzo 2009 col titolo "L'Emilia dice no ai medici-spia" e il sommario "La Regione boccia l'obbligo di segnalare gli immigrati. Manifesti in tutte le lingue nelle Asl. L'assessore Bissoni: una norma razzista che mette a rischio la salute della collettivita'. Curatevi, non vi denunceremo] L'Emilia Romagna dice no alla norma sui medici-spia. Un manifesto multilingue affisso negli ambulatori e negli ospedali invita gli immigrati a non avere paura e a ricorrere alle cure. In moldavo, arabo, cinese, russo. E ovviamente in inglese, francese, spagnolo. Sette lingue per un unico messaggio, curato dall'Assessorato regionale alla Sanita' e rivolto a tutti gli stranieri che vivono a Bologna: qui siete al sicuro, potete curarvi senza il timore di essere denunciati anche se "clandestini". Uno dei primi manifesti multilingue e' gia' affisso all'interno del pronto soccorso dell'ospedale S. Orsola, il testo scorre sui monitor della sala d'attesa. Ma presto campeggera' in qualsiasi struttura del servizio sanitario dell'Emilia Romagna. * "Norma razzista" Dopo la rivolta di medici, infermieri, associazioni e' la Regione guidata da Vasco Errani a schierarsi contro il disegno di legge targato Lega, passato al Senato, con cui si vorrebbe trasformare i camici bianchi in delatori di immigrati non in regola. Il ddl 773 infatti cancella il divieto di denuncia, da parte dei medici, per chi commette un reato, e insieme introduce il reato di clandestinita'. L'assessore Giovanni Bissoni non usa giri di parole. "E' una norma incredibile, pazzescamente razzista. Un esempio: se diventasse legge un mafioso, coinvolto in un accoltellamento, che si rivolgesse al pronto soccorso non potrebbe venire denunciato, perche' l'obbligo di referto non scatta se mette in pericolo il paziente. Un clandestino che non avesse fatto nulla invece si', perche' per lui si seguirebbe un altro percorso". E riassume: "La nostra e' un'assunzione di responsabilita' politica molto chiara". Oltre che un segnale forte ai medici del territorio. Errani del resto lo aveva annunciato, "difenderemo la loro liberta'". E subito aveva attivato l'ufficio legale regionale. "Abbiamo voluto fare chiarezza - spiega Bissoni - perche' da un lato si propone una legge gravissima, dall'altro si tenta di sminuirla dicendo che darebbe solo la 'possibilita'' di denunciare gli irregolari. Non e' cosi', i medici sarebbero obbligati a rivolgersi all'autorita' giudiziaria" pena le sanzioni previste agli articoli 361 e 362 del Codice Penale. * La strategia Ora arriva il manifesto, che ogni Ausl dovra' tradurre negli idiomi presenti sul territorio (ci sono anche l'albanese, l'hurdu, l'hindi, il portoghese). "Nessuna denuncia di cittadini stranieri senza permesso di soggiorno", recita, "la legislazione italiana vigente lo vieta", dunque "possono continuare a rivolgersi ai servizi sanitari in Emilia Romagna con tranquillita' e fiducia". La campagna e' capillare: interessera' Ausl, ospedali, poliambulatori, consultori, centri di salute mentale. A Bologna coinvolgera' anche Sokos (ambulatorio che da 15 anni assiste "clandestini"), i dormitori pubblici piu' frequentati, il Centro per la salute delle donne straniere. Il primo obiettivo e' scongiurare il pesante "effetto annuncio" del ddl: gia' oggi confusione e paura possono "ostacolare il ricorso degli immigrati non regolari ai pronto soccorso e alle altre strutture del servizio sanitario regionale", spiega la circolare inviata a tutti i presidi. Con conseguenze devastanti "per la salute degli immigrati": in discussione ci sarebbero anche le prestazioni a tutela della maternita' e dell'infanzia, a cominciare dalle vaccinazioni. Negarle, aggiunge Bissoni, "sarebbe immorale". Senza contare "un concreto rischio di danni irreparabili per la salute di tutta la collettivita'": per ogni clandestino che rimane lontano dagli ospedali per paura di essere denunciato aumenta il pericolo della diffusione di malattie come "tubercolosi, Hiv, meningiti, Chikunguya". * Pronti al ricorso C'e' poi una strategia a lungo termine. La Regione chiede a tutte le strutture di avviare un monitoraggio degli accessi giornalieri di immigrati con tesserino Stp (quello distribuito ai "clandestini" che permette loro di accedere alle cure del servizio sanitario pubblico - ndr). E se da questo monitoraggio risultasse che gli stranieri irregolari disertano sempre piu' la sanita' pubblica in regione "e' chiaro che dovremmo prendere misure piu' ampie e ancora piu' incisive", annuncia l'assessore. Di piu', per ora, non si dice: ma e' chiaro che dati molto negativi potrebbero fare da base a iniziative ancora piu' clamorose, come un ricorso alla Corte Costituzionale. Che in piu' di una sentenza ha stabilito che le ragioni di tutela della salute pubblica hanno la priorita' su tutto. 8. RASSEGNA STAMPA. MARISTELLA IERVASI: ANCHE IL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI SI DICHIARA CONTRARIO ALLE NORME RAZZISTE CHE PERSEGUITANO MALATI, GENITORI E BAMBINI [Dal quotidiano "L'Unita'" del 13 marzo 2009 col titolo "Bambini apolidi e medici delatori. Il doppio 'no' del presidente Fini" e il sommario "Neonati fantasma se figli di immigrati irregolari e medici delatori: ancora una volta il presidente della Camera Fini prende le distanze dal governo. Legge immorale imporre ai medici la denuncia dei clandestini"] "Se fosse impedita la registrazione anagrafica dei bambini nati in Italia da genitori clandestini, sarebbbe gravissimo. Che facciamo, questo bambino lo trasformiamo in un apolide o in un fantasma?". Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, interviene dal salotto di Bruno Vespa e prende posizione su almeno due norme contenute nel disegno di legge sulla sicurezza: il rischio dei neonati invisibili se figli di immigrati senza permesso di soggiorno; e la possibilita' da parte dei medici di denunciare gli irregolari. "E' immorale imporre ai medici la denuncia dei clandestini - ha ribadito Fini -. Il rispetto della persona viene sempre prima: uno prima e' uomo e poi un clandestino. Nei pronto soccorso ci sono poliziotti e carabinieri, al limite potranno farlo loro, non certo il medico il cui compito rimane quello di curare". La lettura di alcuni quotidiani di ieri ha fatto sobbalzare il presidente Fini dalla poltrona di Montecitorio. Soprattutto per i neonati figli di immigrati invisibili e senza identita'. Il caso e' nato dalla denuncia del rischio paventata da associazioni di giuristi e pediatri per via dell'art.45, comma 1, lettera f, del disegno di legge sulla sicurezza, approvato al Senato ed ora alla Camera. Che introduce l'obbligo per il cittadino straniero di esibire il permesso di soggiorno per ogni atto amministrativo di stato civile. Quindi anche per la registrazione delle nascite e il riconoscimento del figlio naturale da parte di un irregolare? Una norma che se fosse varata sarebbe vergognosa a prescindere, oltre che xenofoba: i neonati di immigrati irregolari sarebbero discrimanti alla nascita, diventando invisibili, senza identita', esposti ad ogni violazione e contro la Convenzione Onu dei diritti del minore, perche' le coppie per non correre il rischio di finire espulse ricorrerebbero alle nascite clandestine. Ma potrebbe accadere anche di peggio: il bimbo immigrato che nascerebbe in ospedale verrebbe allontanato dai genitori naturali solo perche' figlio di "irregolari" e quindi dato in adozione. Discriminati, dunque, fin dalla nascita. Fini e' impallidito ed ha subito cercato il ministro Maroni, senza successo. Ma poi e' stato il sottosegretario Alfredo Mantovano a rassicurarlo: "E' solo un equivoco... A nessuno nel governo e' mai venuto in mente di precludere una cosa del genere". Del resto, l'articolo 19 del Testo unico sull'immigrazione non modificato dal ddl sulla sicurezza consente alla donna incinta irregolare di ottenere un permesso di soggiorno per gravidanza fino ai 6 mesi di vita del bambino. Norma che si estende anche al marito convivente (sentenza della Corte Costituzionale 376 del 2000). Cosa che non elimina del tutto il problema: chiedere il permesso come donna incinta potrebbe destinare le persone ad un successivo allontanamento. Mantovano prima che Fini andasse a "Porta a Porta" ha sbrogliato tutta la matassa. "La norma del ddl del comma dell'art.45 inibisce allo straniero irregolare la possibilita' di ricevere una licenza di commercio e autoririzzazioni che preparino provvedimenti in suo favore. Non prevede alcun divieto d'iscrizione all'anagrafe. Nessun neonato invisibile". E con un comunicato diffuso alle agenzie di stampa e' stato costretto ad ammettere che in caso di dubbi "l'esame alla Camera del provvedimento permettera' di chiarire la questione, per renderla piu' incontrovertibile". Le distanze di Fini dal governo su alcuni aspetti dell'immigrazione contenute nel pacchetto sicurezza restano. "La denuncia del medico contro l'immigrato clandestino non mi convince - ha ripetuto ieri il presidente della Camera -. Questo provvedimento comporta dei rischi: i clandestini potrebbero rivolgersi a circuiti di medicina alternativa con il serio rischio di diffondere patologie e contagi. E' un rischio per la societa'. Mi sembra una legge immorale". 9. APPELLI. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO [Dal sito del Movimento Nonviolento (www.nonviolenti.org) riprendiamo il seguente appello] Anche con la prossima dichiarazione dei redditi sara' possibile sottoscrivere un versamento al Movimento Nonviolento (associazione di promozione sociale). Non si tratta di versare soldi in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato. Destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale dell'associazione. Il Codice Fiscale del Movimento Nonviolento da trascrivere e': 93100500235. Sono moltissime le associazioni cui e' possibile destinare il 5 per mille. Per molti di questi soggetti qualche centinaio di euro in piu' o in meno non fara' nessuna differenza, mentre per il Movimento Nonviolento ogni piccola quota sara' determinante perche' ci basiamo esclusivamente sul volontariato, la gratuita', le donazioni. I contributi raccolti verranno utilizzati a sostegno della attivita' del Movimento Nonviolento e in particolare per rendere operativa la "Casa per la Pace" di Ghilarza (Sardegna), un immobile di cui abbiamo accettato la generosa donazione per farlo diventare un centro di iniziative per la promozione della cultura della nonviolenza (seminari, convegni, campi estivi, eccetera). Vi proponiamo di sostenere il Movimento Nonviolento che da oltre quarant'anni, con coerenza, lavora per la crescita e la diffusione della nonviolenza. Grazie. Il Movimento Nonviolento * Post scriptum: se non fate la dichiarazione in proprio, ma vi avvalete del commercialista o di un Caf, consegnate il numero di Condice Fiscale e dite chiaramente che volete destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento. Nel 2007 le opzioni a favore del Movimento Nonviolento sono state 261 (corrispondenti a circa 8.500 euro, non ancora versati dall'Agenzia delle Entrate) con un piccolo incremento rispetto all'anno precedente. Un grazie a tutti quelli che hanno fatto questa scelta, e che la confermeranno. * Per contattare il Movimento Nonviolento: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 10. INCONTRI. OGGI A PERUGIA [Dal sito del Movimento Nonviolento (www.nonviolenti.org)] L'Associazione Nazionale Amici di Aldo Capitini e il Comitato della Regione Umbria per le celebrazioni del Quarantennale della morte di Aldo Capitini, in collaborazione con il Comune di Perugia e con il Patrocinio della Provincia di Perugia presentano la "Giornata dei giovani studiosi: Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle nuove generazioni". Perugia, Sala della Vaccara, sabato 14 marzo 2009. * Programma: - ore 9: saluto del Presidente dellAssociazione Nazionale Amici di Aldo Capitini, Luciano Capitini, e presentazione della Giornata di studi: introduce Massimo Pomi. - ore 9,30: presentazione delle relazioni e lettura di contributi scritti; modera Giuseppe Moscati. A seguire spazio per la discussione. - ore 13,30: pausa. - ore 15: ripresa dei lavori; modera Gabriella Falcicchio. A seguire spazio per la discussione e raccolta di brevi proposte per nuove piste di ricerca. - ore 19,30: chiusura dei lavori, ringraziamenti e saluto del Presidente dell'Associazione Nazionale Amici di Aldo Capitini, Luciano Capitini. * Per informazioni contattare il dott. Giuseppe Moscati: tel. 0755731813 - 3495677125, e-mail: giuseppe.moscati at tiscalinet.it 11. INCONTRI. IL 26 MARZO A ROMA [Da varie persone amiche riceviamo e diffondiamo] A Roma, giovedi' 26 marzo 2009, alle ore 18,30, presso la Casa Internazionale delle Donne (Palazzo del Buon Pastore, Via della Lungara, 19) Federica Giardini, Angela Lamboglia e Pina Nuzzo presentano il libro di Patrizia Caporossi, Il corpo di Diotima. La passione filosofica e la liberta' femminile (Quodlibet, Macerata, 2009). Sara' presente l'autrice. * Per ulteriori informazioni: www.casainternazionaledelledonne.org 12. STRUMENTI. LA NEWSLETTER SETTIMANALE DEL CENTRO STUDI "SERENO REGIS" DI TORINO Segnaliamo la newsletter settimanale del Centro studi "Sereno Regis" di Torino, un utile strumeno di informazione, documentazione, approfondimento curato da uno dei piu' importanti e piu' attivi centri studi di area nonviolenta in Italia. Per contatti e richieste: Centro Studi "Sereno Regis", via Garibaldi 13, 10122 Torino, tel. 011532824 e 011549004, fax: 0115158000, e-mail: info at serenoregis.org, sito: www.serenoregis.org 13. RIEDIZIONI. GIULIA ALBANESE: LA MARCIA SU ROMA Giulia Albanese, La marcia su Roma. Ottobre 1922, Laterza, Roma-Bari 2006, Societa' europea di edizioni, Milano 2009, pp. X + 294, euro 6,90 (in supplemento al quotidiano "Il giornale"). Un saggio penetrante su alcuni aspetti in effetti ancora poco studiati di un episodio cruciale nella complessa dinamica della tragedia del XX secolo. 14. RIEDIZIONI. GIOVANNI CALVINO: ISTITUZIONE DELLA RELIGIONE CRISTIANA Giovanni Calvino, Istituzione della religione cristiana, Utet, Torino 1971, Mondadori, Milano 2009, pp. 1750, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori). A cura di Giorgio Tourn un'opera capitale della cultura europea. 15. RIEDIZIONI. ESCHILO, SOFOCLE, EURIPIDE: TRAGEDIE Eschilo, Sofocle, Euripide, Tragedie, Rizzoli-Rcs Milano, 2006, 2009, 2 voll., pp. 1374 + 1244, euro 7,90 + 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera"). Con un'introduzione di Guido Paduano, nelle traduzioni di vari valenti studiosi, col testo greco a fronte, sei delle sette tragedie superstiti di Eschilo, le sette di Sofocle, dodici di quelle euripidee. Sempre ho pensato che la tragedia greca sia uno dei culmini della civilta' umana. 16. RIEDIZIONI. LEONARDO: SCRITTI SCELTI Leonardo, Scritti scelti, Utet, Torino 1952, 1996, Mondadori, Milano 2009, pp. 700, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori). A cura di Anna Maria Brizio una classica antologia degli scritti leonardeschi. Ogni volta che leggo Leonardo ho il timore che restero' deluso: tanta e' la genialita' dell'artista e dello scienziato, del creatore, che torno a temere che i suoi marginalia currenti calamo, i suoi scritti tecnici, le note per se' e le comunicazioni della vita quotidiana, non possano rendergli giustizia. E invece sfolgora anche qui il suo genio... 17. RIEDIZIONI. JOHN LOCKE: SAGGIO SULL'INTELLETTO UMANO John Locke, Saggio sull'intelletto umano, Rcs-Bompiani, Milano 2007, 2009, pp. 832, euro 14,90 (in supplemento al "Corriere della sera"). Con una presentazione di Giovanni Reale, un'introduzione di Pietro Emanuele, a cura di Vincenzo Cicero e Maria Grazia D'Amico, il capolavoro di Locke. 18. RIEDIZIONI. MARGARET MACMILLAN: SEI MESI CHE CAMBIARONO IL MONDO Margaret MacMillan, Sei mesi che cambiarono il mondo. Parigi 1919, Mondadori, Milano 2006, 2009, 2 voll. per complessive pp. IV + 712, euro 6,90 + 6,90 (in supplemento al quotidiano "l giornale"). Una acuta ricognizione della conferenza di pace alla fine della prima guerra mondiale. 19. RIEDIZIONI. JULES HENRI POINCARE': SCRITTI DI FISICA-MATEMATICA Jules Henri Poincare', Scritti di fisica-matematica, Utet, Torino 1993, Mondadori, Milano 2009, pp. 708, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori). A cura di Ubaldo Sanzo, una raccolta di scritti del grande studioso. Non so per quanti lettori Poincare' sia qualcosa di piu' di un nome che, solitamente associato a quello di Boutroux, esiste quasi solo come figurina nella processione della filosofia europea ad uso dei consumatori di manuali. Questo volume, impegnativo certo, ad essi tutti raccomandar vorremmo. 20. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 21. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 759 del 14 marzo 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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