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Coi piedi per terra. 157
- Subject: Coi piedi per terra. 157
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 16 Feb 2009 14:25:13 +0100
- Importance: Normal
=================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 157 del 16 febbraio 2009 In questo numero: 1. Quasi una lettera aperta alle istituzioni ed ai cittadini dell'Alto Lazio 2. Antonella Litta ed Emanuele Petriglia: Un appello da Viterbo 3. Si e' svolto il 6 febbraio a Vignanello il convegno su "Arte, storia, ambiente e salute: le ragioni dell'opposizione all'aeroporto a Viterbo" 4. Con il professor Osvaldo Ercoli in difesa del Bulicame 5. Donne e associazioni di donne che fanno riferimento alla "Casa Internazionale delle Donne" di Roma: Perche' siamo contrarie al disegno di legge del governo sulla sicurezza 6. Marina Forti: Rio Platano 7. Francesco Antonelli presenta "L'Europa e i conflitti armati" a cura di Alberto L'Abate e Lorenzo Porta 8. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo 1. EDITORIALE. QUASI UNA LETTERA APERTA ALLE ISTITUZIONI ED AI CITTADINI DELL'ALTO LAZIO Vogliamo esprimere una volta di piu' la nostra intransigente opposizione alla venefica centrale a carbone di Torvaldaliga Nord a Civitavecchia, alla devastante autostrada Livorno-Civitavecchia, alla scellerata reiterata ipotesi di realizzare una centrale nucleare a Montalto di Castro, al nocivo e distruttivo mega-aeroporto a Viterbo. Vogliamo esprimere una volta di piu' la persuasione che l'Alto Lazio deve difendere e valorizzare i suoi beni ambientali e culturali, la sua agricoltura di qualita', il suo artigianato di pregio, le sue vocazioni produttive ad un tempo sostenibili e di eccellenza, le sue tradizioni di accoglienza e civile convivenza. Vogliamo esprimere una volta di piu' l'impegno, che e' di ogni persona ragionevole, a difendere la qualita' della vita, l'ambiente e la civilta' a cominciare dal luogo in cui ci si trova. Ambiente e civilta' che sono beni preziosi da non degradare, da non distruggere, piuttosto da difendere e migliorare, e da lasciare integri e fruibili a coloro che verranno. Vi e' una sola umanita', e vi e' una sola casa comune. 2. APPELLI. ANTONELLA LITTA ED EMANUELE PETRIGLIA: UN APPELLO DA VITERBO [Antonella Litta e' la portavoce del Comitato che si oppone alla realizzazione dell'aeroporto a Viterbo; svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi (in provincia di Viterbo). E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia). Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente. Emanuele Petriglia vive a Viterbo e lavora a Roma; laureato in Scienze Forestali e Ambientali presso la facolta' di Agraria dell'Universita' degli Studi della Tuscia con una tesi su "Applicazione di un sistema di gestione ambientale secondo la norma ISO 14001 ad uno stabilimento industriale nella provincia di Roma", sta ora conseguendo una seconda laurea in Economia. Da sempre impegnato in difesa della natura, fa parte del coordinamento "Salviamo l'Arcionello" e del Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo] Siamo cittadini residenti nel viterbese e siamo impegnati in movimenti e strutture in difesa dell'ambiente, della qualita' della vita, della civile convivenza, della legalita', dei diritti umani di tutti gli esseri umani. * Siamo molto preoccupati dalla prospettiva che a Viterbo si realizzi un mega-aeroporto per voli low cost. La realizzazione di questa grande opera avrebbe infatti conseguenze disastrose per la popolazione e il territorio sia sul piano sanitario che ambientale, e determinerebbe l'irreversibile devastazione di rilevanti beni naturalistici, storici, culturali, sociali, terapeutici, produttivi. Nello specifico aree di particolare bellezza, fascino e storia come quella del Bullicame, dell'orto botanico e delle terme sarebbero stravolte per sempre a causa della cementificazione per realizzare l'aeroporto e le sue strutture di supporto. * Pur di realizzare questo mega-aeroporto si sta tentando di violare le vigenti leggi in materia di tutela dell'ambiente e della salute. A distanza di piu' di un anno dalla decisione dell'allora ministro dei Trasporti, una decisione viziata da errori procedurali e sostanziali, non esiste neanche uno studio di fattibilita' e manca del tutto la Valutazione di impatto ambientale (Via), la Valutazione ambientale strategica (Vas) e la Valutazione dell'impatto sanitario (Vis). Per la gestione futura del mega-aeroporto si intende affidarsi alla societa' Adr (Aeroporti di Roma), gia' corresponsabile del disastro ambientale e sanitario che si e' determinato a Ciampino a causa dell'incremento esponenziale e selvaggio dei voli delle compagnie low cost. Una conferma della irrealizzabilita' del mega-aeroporto se venisse rispettata la vigente normativa e gli attuali vincoli di salvaguardia, e' la stessa delibera n. 92 del 25 luglio 2008 del Consiglio comunale di Viterbo - una delibera scandalosa sotto diversi profili - che ha chiesto alla Regione Lazio di poter violare su gran parte del territorio comunale quanto disposto dal Piano territoriale paesaggistico regionale e i relativi vincoli di salvaguardia a tutela di ambiente e legalita', perche' questa dannosissima opera non si potrebbe realizzare se venisse rispettata la pianificazione territoriale regionale ed i relativi vincoli. * Ci opponiamo al mega-aeroporto a Viterbo non solo perche' amiamo la nostra citta' e il nostro territorio, ma anche perche' convinti che il trasporto aereo debba essere immediatamente e drasticamente ridotto. Nell'ultimo decennio il trasporto aereo ha registrato una costante crescita, soprattutto per quanto riguarda il settore del trasporto delle merci e quello dei voli low cost, solitamente legati al turismo definito anche "mordi e fuggi". Solo una minima parte della popolazione mondiale viaggia in aereo mentre le drammatiche conseguenze del surriscaldamento climatico, derivanti anche dal trasporto aereo, sono pagate dall'intera umanita' in termini di desertificazione, alluvioni, cicloni, sconvolgimenti climatici cosi' gravi che determinano distruzioni e carestie in aree sempre piu' estese del pianeta. Il trasporto aereo contribuisce in ingente misura alle emissioni di anidride carbonica - le stime internazionali piu' accreditate vanno da un minimo del 3% al 10% - contribuendo cosi' in maniera decisiva all'effetto serra e all'inquinamento dell'aria prodotto dalla combustione del cherosene che alimenta i motori degli aerei. * Le persone che vivono in prossimita' di scali aeroportuali sono costrette a subire oltre all'inquinamento dell'aria anche quello acustico ed elettromagnetico, come purtroppo ben sanno i cittadini di Ciampino e delle aree limitrofe. La soluzione per Ciampino sta nella riduzione immediata e drastica del numero dei voli e non nella futura "ciampinizzazione" di Viterbo. Da molto tempo abbiamo stabilito rapporti di collaborazione e solidarieta' con i comitati dei cittadini di Ciampino e Marino e sosteniamo pienamente le loro legittime richieste. * Siamo convinti che Viterbo e il territorio viterbese non hanno bisogno di alcun mega-aeroporto ma di un deciso potenziamento delle ferrovie per i pendolari, per il commercio e per il turismo, e di un vero sostegno alle reali vocazioni produttive locali: la valorizzazione dei beni ambientali e culturali, l'agricoltura di qualita', il turismo di qualita', il termalismo sociale, l'alta formazione e la ricerca in campo agrario, forestale, ambientale, archeologico, storico e artistico. * Si tratta, a nostro parere, di evitare la proliferazione di aeroporti inutili, dannosi e fonte di sperpero per il pubblico erario; di rinunciare a incentivare un turismo "mordi e fuggi" consumista, antieducativo e dagli effetti distruttivi; e di promuovere invece una mobilita' adeguata, un turismo consapevole e responsabile, accessibile a tutti, coerente con le finalita' di apprezzare i beni culturali e ambientali e di fare esperienze umane significative. * A tutti chiediamo un impegno e un sostegno in questa iniziativa di civilta' e legalita' per il bene comune. * Hanno gia' risposto al nostro appello, tra molti altri: il magistrato Ferdinando Imposimato, la vicepresidente del Parlamento Europeo Luisa Morgantini, padre Alex Zanotelli, il cantautore Francesco Guccini, scienziati come Angelo Baracca, Virginio Bettini, Luigi Cancrini, Marcello Cini, Paul Connett, Giorgio Cortellessa, Luca Mercalli, Stefano Montanari, Giuseppe Nascetti, Giorgio Nebbia, Gianni Tamino, Federico Valerio; altri cattedratici universitari come Rocco Altieri, Anna Bravo, Andrea Canevaro, Andrea Cozzo, Giovanna Fiume, Nella Ginatempo, Domenico Jervolino, Fulvio Cesare Manara, Raffaele Mantegazza, Arnaldo Nesti, Luigi Piccioni, Giuliano Pontara, Lorenzo Porta, Elena Pulcini, Claudio Riolo, Annamaria Rivera, Antonella Sapio, Giovanni Scotto, Sergio Tanzarella, Silvia Vegetti Finzi; scrittrici e saggiste come Dacia Maraini, Lea Melandri; intellettuali come Franco Barbero, Augusto Cavadi, Giancarla Codrignani, Francesco De Notaris, Maria G. Di Rienzo, Pupa Garribba, Federica Giardini, Enzo Mazzi, Nadia Neri, Brunetto Salvarani, Bruno Segre, Renato Solmi; personalita' della vita civile e dell'impegno sociale ed educativo come Michele Boato, Marinella Correggia, Pasquale Iannamorelli, Floriana Lipparini, Daniele Lugli, Luigi Malabarba, Anna Puglisi, Umberto Santino, Mao Valpiana, Marcello Vigli; il magistrato Gennaro Francione; i parlamentari europei Vittorio Agnoletto, Vincenzo Aita, Giovanni Berlinguer, Giusto Catania, Giulietto Chiesa, Claudio Fava, Monica Frassoni, Sepp Kusstatscher, la gia' citata Luisa Morgantini, Roberto Musacchio, Pasqualina Napoletano; i senatori e deputati al parlamento italiano della precedente legislatura Maurizio Acerbo, Angelo Bonelli, Salvatore Bonadonna, Paolo Cacciari, Salvatore Cannavo', Giovanna Capelli, Anna Donati, Rina Gagliardi, Haidi Giuliani, Salvatore Iacomino, Vladimir Luxuria, Francesco Martone, Lidia Menapace, Maria Cristina Perugia, Paolo Russo, Gianpaolo Silvestri, Massimiliano Smeriglio, Gino Sperandio, Tiziana Valpiana. E con essi innumerevoli cittadini viterbesi. Antonella Litta ed Emanuele Petriglia per il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti Viterbo, 10 febbraio 2009 3. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 6 FEBBRAIO A VIGNANELLO IL CONVEGNO SU "ARTE, STORIA, CULTURA, AMBIENTE E SALUTE: LE RAGIONI DELL'OPPOSIZIONE ALL'AEROPORTO A VITERBO" [Riportiamo il seguente comunicato gia' apparso nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino"] Per iniziativa del Centro studi e ricerche "Santa Giacinta Marescotti" venerdi' 6 febbraio 2009 si e' svolto presso il Castello Ruspoli di Vignanello (Vt) un convegno sul tema: "Arte, storia, cultura, ambiente e salute: le ragioni dell'opposizione all'aeroporto a Viterbo". Il convegno ha avuto una vasta ed appassionata partecipazione, un attento e qualificato uditorio ha gremito la sala che ospitava l'incontro; tra molte altre autorevoli personalita' il professor Osvaldo Ercoli, figura storica dell'ambientalismo viterbese e maestro di rigore morale e intellettuale per generazioni di allievi. * Dopo l'intervento di apertura della dottoressa Giada Ruspoli, animatrice del Centro studi che ospitava l'incontro, hanno presentato tre approfondire relazioni la dottoressa Antonella Litta, la scrittrice Marinella Correggia e il professor Alessandro Pizzi. La dottoressa Antonella Litta, portavoce del Comitato che si oppone al mega-aeroporto e referente dell'Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) ha illustrato in particolare la situazione concreta dell'area termale del Bulicame a Viterbo che la realizzazione del mega-aeroporto devasterebbe irreversibilmente, ha descritto con dovizia di dati analitici la gravissima situazione di Ciampino che si vorrebbe assurdamente riprodurre a Viterbo, ed ha analizzato le gravi conseguenze ambientali e sanitarie provocate dalla struttura e dall'attivita' aeroportuale che si vorrebbe sciaguratamente imporre a Viterbo. La dottoressa Marinella Correggia, saggista di fama internazionale autrice di numerosi libri, ha inquadrato la vicenda viterbese nel piu' ampio contesto della riflessione culturale, ecologica, economica e scientifica internazionale in materia di tutela e valorizzazione dei beni naturalistici, artistici e storici, e di promozione di un turismo ecocompatibile, adeguato e responsabile. Il professor Alessandro Pizzi, prestigioso studioso e gia' apprezzatissimo sindaco di Soriano nel Cimino, ha sviscerato i profili scientifici ed afferenti al modello di sviluppo che la questione implica, con densi e precisi riferimenti alla piu' rigorosa e aggiornata letteratura scientifica internazionale. Dopo le relazioni vi e' stato un momento di convivialita'; successivamente i tre relatori hanno risposto alle domande e agli interventi di molti partecipanti all'incontro, interventi che tutti hanno contribuito all'approfondimento dei temi proposti. * Il convegno ha avuto un vivo successo e dimostrato ancora una volta come quando alla becera, ignorante ed irresponsabile propaganda dei novelli attila si contrappone il ragionamento coerente e veritiero, il rigore scientifico e morale, l'onesta' e la sollecitudine per il bene comune, con tutta evidenza emerge nitidamente la giustezza e la coralita' dell'opposizione della popolazione viterbese a un'opera dissennata e distruttiva, fuorilegge e avvelenatrice come il mega-aeroporto che una lobby speculativa vorrebbe imporre come ennesima umiliante e patogena servitu' a Viterbo e all'Alto Lazio. 4. APPELLI. CON IL PROFESSOR OSVALDO ERCOLI IN DIFESA DEL BULICAME [Riportiamo il seguente appello diffuso il 12 febbraio 2009] Riproponiamo il seguente appello, che ha come primo firmatario il professor Osvaldo Ercoli, al quale nel 2007 aderirono moltissimi cittadini viterbesi. Il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti Viterbo, 12 febbraio 2009 * Appello al mondo della cultura e a tutti i cittadini viterbesi in difesa del Bulicame "Quale del Bulicame esce ruscello" (Dante, Inferno, canto XIV, v. 79) L'area termale di Viterbo, l'area del Bulicame, un bene ambientale, storico, culturale, terapeutico, sociale ed economico di straordinario pregio, e' in pericolo. L'intenzione di realizzare in quell'area un mega-aeroporto per voli low-cost avrebbe un impatto devastante su di essa: sulla tutela, sulla valorizzazione e sulla fruizione di essa. Difendiamo l'area del Bulicame. Difendiamo la natura, la storia e la cultura di Viterbo. Difendiamo i diritti di tutti dall'assalto degli speculatori. Si' alla difesa del Bulicame. No al mega-aeroporto distruttivo, inquinante, nocivo. Facciamo appello a tutte le persone che amano Viterbo, la sua natura, la sua storia, i suoi monumenti, affinche' sia fermato lo scempio voluto dai nuovi barbari. Primo firmatario: Osvaldo Ercoli Viterbo, 8 novembre 2007 * Notizia sul professor Osvaldo Ercoli Osvaldo Ercoli, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' consigliere comunale e provinciale, impegnato nel volontariato, nella difesa dell'ambiente, per la pace e i diritti di tutti, e' per unanime consenso nel viterbese una delle piu' prestigiose autorita' morali. Il suo rigore etico e la sua limpida generosita' a Viterbo sono proverbiali. E' tra gli animatori del comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo. 5. UNA SOLA UMANITA'. DONNE E ASSOCIAZIONI DI DONNE CHE FANNO RIFERIMENTO ALLA "CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE" DI ROMA: PERCHE' SIAMO CONTRARIE AL DISEGNO DI LEGGE DEL GOVERNO SULLA SICUREZZA [Dal sito de "Il paese delle donne" (www.womenews.net/spip3/) riprendiamo il seguente documento diffuso il 3 febbraio 2009 dal titolo "Documento di analisi delle politiche governative sulla sicurezza. Perche' siamo contrarie al disegno di legge del Governo sulla sicurezza" accompagnato dalla seguente nota redazionale: "Riceviamo e pubblichiamo l'analisi messa a punto dalle donne e le associazioni di donne, native e migranti, che hanno sottoscritto il documento 'Abitare il mondo, sentirsi a casa. Un antidoto al razzismo e al sessismo' presentato alla Casa internazionale delle donne di Roma il 2 febbraio 2009". Come e' noto, il Senato ha poi approvato il disegno di legge n. 733 il 5 febbraio 2009 (e la proposta di aumentare enormemente il tempo di detenzione nei Cie, ex Cpt, non e' passata; l'emedamento che trasforma i medici in traditori dei pazienti invece si'); il disegno di legge ora passera' all'esame della Camera dei Deputati] Le donne e le associazioni di donne, native e migranti, che hanno scelto la Casa Internazionale delle Donne per il loro impegno politico e che hanno sottoscritto il documento "Abitare il mondo, sentirsi a casa. Un antidoto al razzismo e al sessismo" esprimono il proprio giudizio estremamente negativo sul disegno di legge del Governo sulla sicurezza (n. 733) attualmente in discussione al Senato e in generale sul pacchetto sicurezza e sulle politiche del governo in relazione all'immigrazione. * I motivi della nostra contrarieta' In generale 1. Frammentazione e carattere repressivo dei provvedimenti Il cosiddetto "pacchetto sicurezza" del Governo, al cui interno numerosi articoli di legge riguardano l'immigrazione come fosse di per se' questione di sicurezza e di ordine pubblico, comprende: - un decreto legge, "Misure urgenti in materia di pubblica sicurezza" (gia' convertito in legge, n. 125/2008), in cui oltre all'estensione dei casi di espulsione, all'inasprimento delle pene, alle restrizioni delle garanzie processuali, si introduce per i reati commessi l'aggravante comune di "clandestinita'", misura gia' sottoposta al vaglio della Corte costituzionale, perche' la "clandestinita'" e' un problema amministrativo del tutto estraneo al reato imputato, di cui non puo' quindi costituire un'"aggravante"; - un disegno di legge, attualmente in discussione al Senato (A.S.733) (che analizziamo piu' avanti in dettaglio); - tre decreti legislativi, che prevedono: ulteriori difficolta' per i rifugiati e i diritti dei richiedenti asilo; limitazioni al ricongiungimento familiare (ridotto allo strettissimo nucleo familiare, con forti limiti per il ricongiungimento di genitori anziani e figli maggiorenni, condizionato a garanzie spesso insostenibili di reddito e alloggio, sottoposto alla prova del Dna a carico degli immigrati per parentele non comprovate); limitazioni alla liberta' di circolazione e soggiorno dei cittadini comunitari e dei loro familiari; - in altri provvedimenti finanziari di carattere generale troviamo provvedimenti sociali punitivi per gli immigrati. La legge 133/2008 prevede l'aumento dei requisiti (10 anni di residenza nel territorio nazionale) per un immigrato per accedere al piano casa e all'assegno sociale; - esclusi gli stranieri dalla concessione della "carta acquisti". Questa frammentazione nasconde una politica del governo esclusivamente repressiva e discriminatoria rispetto all'immigrazione. La Corte costituzionale (sentenza n. 306/2008) ha gia' dichiarato illegittima la norma del T. U. sull'immigrazione, (art. 9) che prevede l'esclusione dell'indennita' di accompagnamento se lo straniero e' privo dei requisiti di reddito previsti dalla carta di soggiorno: l'assistenza in difesa della salute non puo' essere discriminatoria e condizionata solo per gli stranieri da garanzie di alloggio e reddito. Tale illegittimita' potrebbe essere estesa anche ad altre discriminazioni imposte agli stranieri. * 2. Repressione e' il contrario di integrazione In contrasto con le raccomandazioni della Corte costituzionale, si profila un diritto penale differenziato per lo straniero, un diritto diseguale, caratterizzato da sensibili restrizioni alle garanzie (sostanziali e processuali) fondamentali, nonche' da una forte limitazione al diritto di circolazione e soggiorno dei cittadini comunitari e in generale dello jus migrandi (articolo 35 della Costituzione italiana). Complessivamente, un diritto speciale per gli stranieri, come ha detto recentemente la giurista Marzia Barbera, secondo il quale in nome dell'emergenza (ci si appella proprio ad una legge, la 225 del 1992 sullo stato di emergenza dovuto a catastrofi e a calamita' naturali) si sospendono i diritti fondamentali degli stranieri e contestualmente si trasforma in disposizioni di legge un'attenzione "ragionieristica" per la vita delle persone immigrate, per rendergliela sempre piu' difficile: vedi i limiti "speciali" per gli immigrati per accedere al welfare, i limiti ulteriori e le esclusioni stabiliti dalle ordinanze dei sindaci, un "nomolocalismo", sostenuto dal governo, del tutto illegittimo e anticostituzionale (art. 23 Cost.). Tra le piu' gravi di queste norme locali, come donne denunciamo quelle che escludono dal "bonus bebe'" le famiglie immigrate, sostenute da un'ideologia che intende sostenere solo l'aumento demografico della "razza italiana". Dall'insieme dei provvedimenti citati si evince che per il governo la questione immigrazione e' principalmente questione di chiusura e di ordine pubblico, poiche' in nome della lotta alla "clandestinita'" non affronta contestualmente il problema della revisione di quelle leggi che di fatto rendono clandestina l'immigrazione, e non prevede nuove possibilita' di regolarizzazione e integrazione, tra le quali neppure la possibilita' che gli immigrati vittime di grave sfruttamento lavorativo ottengano il permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale. Sono cioe' le politiche governative - che rendono quasi impossibili gli ingressi regolari e il mantenimento dei permessi di soggiorno - che rendono clandestini gli immigrati, destinandoli ad una illegalita' funzionale al loro sfruttamento nell'economia sommersa e perfino criminale. Gli immigrati irregolari - ma anche quelli in regola - sempre sotto la minaccia di espulsione e di licenziamento, sono disposti a condizioni di lavoro inaccettabili per gli italiani. Cio' li rende piu' appetibili per i datori di lavoro, ma determina un ulteriore arretramento dei diritti dell'insieme dei lavoratori. Diritti disuguali = meno diritti per tutti. Inoltre le ulteriori difficolta' per realizzare il ricongiungimento familiare rendono piu' problematica l'integrazione e la fuoriuscita dalla solitudine e dalla precarieta'. Come abbiamo scritto nel nostro documento le politiche che criminalizzano gli immigrati relegandoli ai margini dell'economia e della societa', sottendono un razzismo di tipo istituzionale (vedi alcuni comportamenti delle forze dell'ordine, del personale degli uffici e dei servizi), che si intreccia e fomenta nuove forme di razzismo popolare, fondate su stereotipi, pregiudizi, disinformazione. Il risultato e' una miscela esplosiva, che sta producendo episodi brutali ogni giorno. * In dettaglio Le nuove politiche repressive (Ddl governativo, ora Atto Senato n. 733) - L'"Ingresso e il soggiorno illegale nel territorio dello Stato" (art. 19) sono puniti con una ammenda da 5.000 a 10.000 euro e/o l'espulsione dal territorio nazionale. L'espulsione viene eseguita dal Questore e comunicata al Magistrato responsabile dell'accertamento del reato, il quale pronuncia sentenza di non luogo a procedere. Non si procede all'espulsione in caso di domanda di protezione internazionale, ma si procede anche in caso di vittime di grave sfruttamento lavorativo. Basta un semplice permesso di soggiorno non ottenuto o scaduto, per motivi legati a ritardi burocratici o a restrizioni nel mercato del lavoro, per essere espulsi. - Minori: rimpatrio assistito, anziche' tutela e protezione secondo le norme internazionali, per i minori dediti alla prostituzione, anche comunitari; finora il rimpatrio dei cittadini comunitari era previsto solo in caso di pericolosita' sociale. Divieto di impiego di minori per attivita' di accattonaggio: i genitori, in qualsiasi circostanza, perdono la patria potesta', mentre finora ne era prevista solo la sospensione. - La permanenza nei Centri di identificazione e espulsione puo' durare fino a 18 mesi, in presenza di difficolta' nell'accertamento delle identita' dello straniero, mentre la Direttiva europea prevede possibili prolungamenti solo in caso di resistenza (art. 39). - I gestori dei servizi di trasferimento di denaro devono acquisire dagli utenti stranieri copia del titolo di soggiorno, segnalando la eventuale mancanza di tale titolo alla autorita' locale di pubblica sicurezza. In caso di inosservanza vengono cancellati dall'elenco degli agenti di attivita' finanziarie (art. 37). L'ordinamento vigente prevede invece che la denuncia di reati da parte di privati sia facoltativa. - Reato di cessione in affitto di immobili a stranieri irregolari (legge 125/2008) con conseguente confisca dell'immobile. * Misure sociali apertamente discriminanti inserite nel provvedimento di ordine pubblico Si tratta di misure ingiuste perche': - considerano anche il matrimonio misto un possibile problema di ordine pubblico. Art. 4: Il coniuge, straniero o apolide, di cittadino italiano puo' acquistare la cittadinanza italiana quando, dopo il matrimonio, risieda legalmente da almeno due anni (un anno, in presenza di figli nati dai coniugi) nel territorio della Repubblica (oggi: sei mesi, a prescindere dalla presenza di figli); - prevedono per gli stranieri l'esibizione di un documento che attesti la regolarita' del soggiorno per poter contrarre matrimonio (art. 5), negando quindi quello che e' un diritto di tutte le persone, a prescindere dalla nazionalita' e dai titoli di soggiorno; - fanno dipendere la possibilita' di iscrizione presso le anagrafi dei Comuni e di cambio di residenza dall'idoneita' dell'alloggio - verificata dagli uffici comunali competenti -: per gli stranieri la cancellazione anagrafica puo' significare la perdita di tutti i diritti per ottenere la carta di soggiorno e la cittadinanza (art. 36); - inoltre, trascorsi 6 mesi dalla scadenza del permesso di soggiorno (finora 1 anno) scatta la cancellazione anagrafica (art. 45). Addirittura, in alcuni Comuni della Lombardia si escludono dall'iscrizione anagrafica gli stranieri privi della carta di soggiorno (oggi denominata permesso di soggiorno di lungo periodo). * L'assimilazione forzata L'art. 41 subordina il rilascio (e il rinnovo) del permesso di soggiorno alla stipula di un "accordo di integrazione" tra lo straniero e lo Stato, in cui il primo si impegna a conseguire obiettivi di integrazione, non meglio specificati. La "perdita dei crediti" determina l'espulsione immediata dello straniero, non sospendibile neppure qualora egli ricorra in giudizio avverso il provvedimento espulsivo. La valutazione da parte dell'autorita' amministrativa del grado di integrazione del soggetto sara' necessariamente discrezionale. E' infatti evidente che l'integrazione costituisce un percorso complesso, che nessuna autorita' amministrativa potrebbe giudicare con precisione se non fornendo pareri del tutto arbitrari e quindi inevitabilmente discriminatori. La legge rinvia invece il tutto a un regolamento governativo, che quindi giudicherebbe di diritti soggettivi fondamentali, quali quelli relativi alla permanenza nel territorio nazionale di soggiornanti sia di breve che di lungo periodo, e consentirebbe la revoca del permesso di soggiorno e espulsione, a seguito del mancato rispetto di non ben precisati obiettivi di integrazione. L'art. 39 prevede il superamento di un test di conoscenza della lingua italiana per il riconoscimento dello status di soggiornante di lungo periodo. Gli immigrati pagano sempre: 200 euro in media per fare richiesta del permesso di soggiorno o del suo rinnovo, per richiedere la cittadinanza, per il nulla osta per il ricongiungimento familiare. La polemica sui 50 euro di tassa per il permesso di soggiorno ci e' sembrata quindi capziosa e fuorviante rispetto alla gravita' complessiva del quadro legislativo che si sta costruendo contro l'immigrazione, una sorta di apartheid all'italiana. Inoltre condividiamo pienamente l'allarme sostenuto da molte associazioni di medici e di giuristi per le conseguenze della possibile approvazione dell'emendamento 39.306 presentato in sede di esame del Ddl 733 all'Assemblea del Senato, volto a sopprimere il comma 5 dell'articolo 35 del Decreto Legislativo 286 del 1998 (Testo Unico sull'immigrazione) che sancisce il principio di non segnalazione alle autorita' del migrante irregolare che si rivolge a una struttura sanitaria. Restiamo vigili su un altro emendamento della Lega, quello che tenta di introdurre le classi differenziali per bambini stranieri nelle scuole. Per tutte le analisi e le ragioni esposte, le donne e le associazioni che fanno riferimento alla Casa Internazionale delle Donne ritengono che la situazione attuale sia grave e pericolosa, non solo per tutte le migranti e tutti i migranti, ma per il fondamento democratico della nostra societa', e si impegnano, insieme alle altre associazioni, a contrastare tutte le leggi e i provvedimenti, nazionali e locali, che vanno in questa direzione di criminalizzazione e discriminazione. 6. MONDO. MARINA FORTI: RIO PLATANO [Dal quotidiano "Il manifesto" dell'11 febbraio 2009 col titolo "Il furto del mogano"] Chi protegge una zona "protetta"? Sembra un gioco di parole, ma stiamo parlando di un'area naturale protetta dell'Honduras, piccolo e povero stato dell'America centrale. La zona si chiama Rio Platano, e' protetta dallo stato ed e' stata dichiarata anche "Riserva della biosfera" dall'Unesco, l'organizzazione Onu per la cultura. E' una zona enorme, la piu' grande area protetta del paese, oltre 830.000 ettari di foresta pianeggiante e montagnosa (dal livello del mare fino ai 1.300 metri), di cui circa un quarto e' la "core area", zona centrale, mentre circa meta' e' "area culturale", dove vive la popolazione umana - poco piu' di 40.000 abitanti, di cui meta' sono nativi e minoranze etniche. Nel "cuore" della riserva sono escluse attivita' umane; nella parte abitata le comunita' locali coltivano o fanno pascolare bestiame (su piccola scala) e conducono quella che si chiama "gestione sostenibile della foresta" - raccogliere piccole quote di legno e frutti rinnovabili, sempre su piccola scala, in cooperative locali. Il problema e' che lo status di zona protetta non riesce a evitare una deforestazione galoppante, benche' illegale - e non ne sono responsabili le piccole comunita' locali. Al contrario, e' proprio il governo a permettere che i "baroni del legname" facciano man bassa di legname pregiato, in particolare mogano: cosi' sostiene un rapporto di Global Witness, organizzazione indipendente di "investigazione ambientale". Pubblicato alla fine di gennaio, il rapporto sulla deforestazione illegale nella riserva di rio Platano ("Una farsa in tre atti") si riferisce al periodo 2006-2007 e spiega come il taglio illegale di alberi pregiati sia stata promosso dalle autorita': con buona pace del presidente Zelaya, che durante il suo discorso inaugurale, nel gennaio del 2006, aveva dichiarato prioritario "eradicare" la deforestazione illegale. Pochi mesi dopo quel discorso, pero', l'ente forestale honduregno ha approvato un meccanismo che permette di raccogliere legalmente il "legname abbandonato", in contravvenzione alle leggi vigenti e senza consultare nessuno. Questo ha dato il via a una corsa a tagliare illegalmente e poi far passare per "abbandonato" il legno raccolto. Due mesi dopo la nuova procedura e' stata abrogata, dopo le proteste di alcuni gruppi ambientalisti e soprattutto un'indagine dell'ufficio della procura di stato competente per i crimini ambientali. La corsa a tagliare alberi pregiati pero' e' continuata, con un meccanismo solo un po' piu' sofisticato di prima, descritto da Global Witness. Le aziende del legname (spesso chiamate "i baroni del legname") hanno tra l'altro "infiltrato" le cooperative locali firmando contratti in modo che fossero queste a mettere sul mercato il legname tagliato, facendo cosi' apparire "pulito" cio' che non lo e'. Il risultato e' che dal 2006, in poco piu' di due anni, oltre 8.000 metri cubi di mogano sono stati illegalmente tagliati, e quasi un milione di dollari di denaro pubblico e' stato indebitamente incanalato nelle tasche dei trafficanti di legname, sostiene Global Witness: con danno evidente per la conservazione ambientale, per le casse dello stato, e piu' direttamente per le cooperative forestali locali, a cui e' stato sottratto un bene. Tra l'altro, il fatto che alcune cooperative siano state strumentalizzate dai "baroni del legno" ha gettato il discredito sulle cooperative di "gestione sostenibile" nel loro insieme. Tutto questo con la complicita' di autorita' e governo: il gruppo di investigazione ambientale lo definisce un caso di "clientelismo politico e corruzione sistemica". 7. LIBRI. FRANCESCO ANTONELLI PRESENTA "L'EUROPA E I CONFLITTI ARMATI" A CURA DI ALBERTO L'ABATE E LORENZO PORTA [Dal quotidiano "Il manifesto" dell'11 febbraio 2009 col titolo "Eserciti in marcia per imporre il bene all'umanita'" e il sommario "Guerra e nonviolenza"] La costruzione della sfera politica nella modernita' e' stata fondata su due capisaldi: l'idea che l'etica politica sia autonoma dalla morale, mentre il secondo capisaldo sostiene l'accettazione di mezzi eticamente riprovevoli purche' "tecnicamente" efficaci. Questa connessione di machiavellismo e di "razionalita' rispetto allo scopo", come avrebbe commentato Max Weber, ha sostenuto un approccio alla gestione delle crisi internazionali fondato sul potere militare e sulla pura diplomazia. Come mostrano, ad esempio, Zygmunt Bauman in Modernita' ed Olocausto oppure, lo studioso Philip Zimbardo ne L'effetto Lucifero (Raffaello Cortina), questa e' la matrice culturale dalla quale deriva quel "pervertimento del bene" che ha condotto agli stermini del XX e dello stesso XXI secolo: per centrare un obiettivo massimamente buono (domani), si e' disposti a fare tutto il male (oggi). Le stesse missioni di peacekeeping, attive dai Balcani all'Afghanistan, in quanto fondate sui codici culturali della modernita', contengono innegabilmente lo stesso rischio di fallimento dovuto alla disgiunzione temporale tra i "problemi dell'efficienza" (tecnica) delle strategie di costruzione della pace ed il "mondo dei valori" cui si tende in futuro. La radicale novita' che apporta l'approccio nonviolento alla risoluzione dei conflitti, innanzitutto le guerre civili, sta proprio nell'eliminazione di questa disgiunzione: mezzi eticamente corretti in base a codici morali, producono, nel corso del tempo, risultati tecnicamente e moralmente superiori. Tanto gli scritti di Gandhi quanto quelli di Aldo Capitini sono impregnati di questa fondamentale consapevolezza. La quale annuncia il (possibile) superamento della modernita' con la conseguente, positiva, de-compartimentazione della sfera morale e di quella utilitarista. L'idea, espressa dal gia' ricordato Capitini nel 1968, di creare un "Corpo civile di pace", una rete di azione diretta come forza di interposizione e rigenerazione di un tessuto minacciato da conflitti distruttivi, acquista qui il suo senso profondo e va dunque collocato nell'orizzonte piu' vasto della costruzione di una civilta' sostenibile (non solo economicamente ma anche politicamente). Di questa ricchezza socioculturale e dell'annuncio di una nuova, possibile e piu' avanzata, societa' globale "dopo moderna", c'e' pero' solo una traccia indiretta nel volume a cura di Alberto L'Abate e Lorenzo Porta, L'Europa e i conflitti armati. Prevenzione, difesa nonviolenta e Corpi civili di pace (Firenze University Press, pp. 364, euro 22,50). Tutto incentrato su un approccio pragmatico al tema dei Corpi civili di pace, tipico di una sana attivita' di "sensibilizzazione" a sfondo istituzionale, il valore dei contributi raccolti nel volume vanno cercati in luoghi diversi da quello, tutt'altro che superfluo, politico-culturale. In particolare in due direzioni: la prima riguarda la condivisibile interpretazione dell'identita' europea come fondata su un'idea e una pratica politica che ha reso possibile la costruzione di una pace sostenibile nel vecchio continente. Cui pero' non si accompagna una scelta altrettanto coerente nella proiezione esterna, in chiave cosmopolita e unitaria, di questa grande ricchezza, tale da costruire percorsi di politica estera e di approccio alle crisi internazionali, oltre il dominante statocentrismo a sfondo militare. Da questa giusta considerazione, i contributi in questo libro esortano le istituzioni europee a fare di piu' per impegnarsi in questa direzione. In particolare, e siamo cosi' al secondo tema degno di nota, istituzionalizzando i "Corpi civili di pace", le iniziative di Peace Research e, in generale, tutte quelle soggettivita' della nonviolenza, solo alcune delle quali qui rappresentate, con alcune importanti omissioni, sorte in questi anni nella cosiddetta societa' civile e nel mondo accademico del vecchio continente. Ci troviamo cosi' di fronte, cosa abbastanza ricorrente nella storia della nuova sinistra post-sessantottesca, si pensi in proposito all'ambientalismo, al caso di un movimento che chiede di divenire istituzione. Interessante a questo proposito e' la tematica affrontata, in modo maturo come raramente accade nel mondo del pacifismo italiano, sulla professionalizzazione del personale impiegabile sul campo. Al di la' delle analisi contenute nella seconda parte del volume, dedicate all'insufficienza dell'approccio "militare" seguito nella gestione del conflitto in Kosovo, sta proprio qui il principale paradosso e spunto di riflessione. Da una parte, infatti, si invoca meno Stato, intendendo meno ingerenza delle istituzioni nell'operato dei corpi civili di pace o nelle esperienze di cooperazione internazionale (sono note la critiche espressa negli anni scorsi a quegli interventi di cooperazione ritenuti una variante "civile" dell'intervento militare in teatri di guerra), ma anche meno burocrazia nella politica internazionale. Dall'altro lato si chiede pero' proprio piu' Stato, attraverso un aumento degli investimenti pubblici su questo terreno, assieme alla stabilizzazione delle carriere dei singoli (ex) volontari per continuare a sopravvivere ed essere realmente efficaci. Una contraddizione che rimane aperta e su cui continuare a riflettere. 8. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DI VITERBO Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la riduzione del trasporto aereo: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it =================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 157 del 16 febbraio 2009 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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