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Minime. 733
- Subject: Minime. 733
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 16 Feb 2009 01:06:12 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 733 del 16 febbraio 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. La stagione 2. Antonella Litta: Io non denuncio, io curo 3. Chiara Casella: In nome della Memoria 4. Giancarla Codrignani: Violazioni macroscopiche dei diritti universali 5. Gaetano Farinelli: Puerile e crudele 6. Luisa Mondo: Curare le malattie ed alleviare le sofferenze 7. Nadia Neri: La forza di testimoniare 8. Gianni Novelli: Il criminale 9. Salvatore Palidda: Difendere i diritti fondamentali 10. Marco Palombo: La vergogna 11. Fabio Ragaini: A difesa della vita e dei diritti dell'uomo 12. Umberto Santino: Una vergogna nazionale 13. Giulio Vittorangeli: La deriva 14. Riletture: Simone de Beauvoir, Le deuxieme sexe 15. Riletture: Adriana Cavarero, Nonostante Platone 16. Riletture: Shulamith Firestone, La dialettica dei sessi 17. Riletture: Germaine Greer, L'eunuco femmina 18. Riletture: Luce Irigaray, Speculum 19. Riletture: Kate Millett, La politica del sesso 20. Riletture: Juliet Mitchell, Psicoanalisi e femminismo 21. Riletture: Franca Ongaro Basaglia, Una voce 22. Riletture: Adrienne Rich, Nato di donna 23. Riletture: Sheila Rowbotham, Donne, resistenza e rivoluzione 24. La "Carta" del Movimento Nonviolento 25. Per saperne di piu' 1. LE ULTIME COSE. LA STAGIONE Cominciarono erigendo nuovi campi. Consegnando il fuggiasco all'aguzzino tra le risa. Anni passarono. Poi l'ingresso nel paese al fischio del padrone la schiavitu' sui bordi delle strade le salme in pasto ai pesci le mazzate dei caporali il sangue che si mischia ai pomodori gli asfissiati scaricati dai Tir tra le immondizie. Infine Il dottore con le manette la tassa sulla persecuzione la colpa di non avere un tetto le squadre hitleriane ridipinte. Deve morire il povero cristo e' aperta la stagione di caccia. 2. EDITORIALE. ANTONELLA LITTA: IO NON DENUNCIO, IO CURO [Ringraziamo Antonella Litta (per contatti: antonella.litta at libero.it) per questo intervento] Sinceramente non credevo che si potesse arrivare a tanto, alle norme razziste, discriminatorie, antiumane che compongono il "pacchetto sicurezza". Una volta si diceva, forse con fin troppa retorica, "italiani brava gente", e ora quelle brava gente dov'e' finita? Dove siamo finiti? Persa e' la memoria delle nostre generazioni di milioni di migranti, persa e' la solidarieta' e il senso dell'accoglienza. Cosa significano piu', per l'Italia cattolica, le parole: "Ero straniero e mi avete accolto, avevo fame e mi avete dato da mangiare, ero malato e mi avete curato". E per l'Italia intera che significato ha piu' la nostra carta costituzionale e quell'articolo 32 che garantisce il diritto alla salute e alle cure per tutti; proprio tutti, nessuno escluso. A chi dara' piu' sicurezza l'approvazione di una legge che trasforma tutti i migranti in presunti delinquenti, stupratori, persone indesiderabili, da respingere e cancellare? Una legge che propone ai medici di denunciare le persone malate e bisognose di cura spezzando il vincolo di fiducia che e' il prerequisito fondamentale di ogni rapporto medico-paziente. Chi si potra' sentire piu' tranquillo e con l'animo in pace, sapendo che fuori della propria porta un'umanita' disperata, affamata, addolorata, offesa, e sempre piu' numerosa, solo per decreto non esistera' piu'? E saranno piu' sicure le nostre strade illuminate da lampioni e roghi, percorse da ronde di uomini trasformati in feroce muta di cani? Saranno piu' sicure le nostre famiglie italiane all'interno delle quali si consumano la maggior parte delle violenze e degli abusi contro donne e bambini? So che tanta parte dell'Italia e' ancora fatta da brava gente. E' ora di alzare la voce. E' ora di fare di nuovo la propria parte. E' un'ultima occasione di riscatto, per incrociare con dignita' gli occhi di ogni altro essere umano. Per quanto mi riguarda da domani nel mio studio ci sara' scritto: "Io non denuncio, io curo". 3. UNA SOLA UMANITA'. CHIARA CASELLA: IN NOME DELLA MEMORIA [Ringraziamo Chiara Casella (per contatti: lazampas at katamail.com) per averci messo a disposizione questo suo intervento apparso sul quotidiano di Piacenza "La Liberta'" il 7 febbraio 2009] E' passata poco piu' di una settimana dal 27 gennaio, "Giornata della Memoria", la storica data dell'apertura dei cancelli di Auschwitz: che nessuno dimentichi, che il passato sia, per noi viventi e le generazioni a venire, insegnamento e monito. Ma non un giorno all'anno dobbiamo ricordare: anche nelle nostre giornate piu' frenetiche e affaticate dobbiamo saper guardare indietro, cercando di comprendere, rielaborare, riflettere: 365 giorni all'anno. In questo io credo stia il senso della Memoria. Non una celebrazione, ma il continuo richiamo a quello che sotterraneamente vive in ognuno di noi: "la banalita' del male", per usare una geniale sintesi della filosofa ebrea Hannah Arendt. Siamo essere umani, fragili come canne al vento. La nostra condizione esistenziale ci espone in ogni momento al rischio di compiere scelte e azioni che potranno rivelarsi gravide di conseguenze, a volte gravi, talvolta irreparabili. Liberta' e fragilita': di questo viviamo. Siamo liberi di fare le nostre piccole o grandi scelte e al contempo siamo immensamente fragili. Ma l'altra faccia della nostra liberta' e' la responsabilita' che ne deriva, per ogni atto, per ogni scelta che compiamo. E se siamo fragili, come siamo, sostenere il peso della liberta'/responsabilita' e' tutt'altro che facile. Per questo penso che ricordare, avere memoria, debba essere un imperativo categorico per ogni nostra giornata. Guardarsi indietro, interrogarsi, chiedersi cosa avremmo fatto noi in quella data situazione, capire come l'acquiescenza agli ordini, per salvaguardare il proprio quieto vivere, possa rendere possibile quello che oggi definiamo "l'orrore del Novecento". Celebriamo una giornata, ma poi, il giorno dopo o il giorno stesso, sottoscriviamo appelli, firmiamo decreti, emaniamo leggi che dicono che chi non e' come noi non ha i nostri stessi diritti; peggio: deve essere schedato perche' non ha fissa dimora, oppure deve essere dichiarato fuorilegge - e quindi criminale - perche' non ha tutte le carte in regola per tenere i propri piedi sul nostro territorio, e ancora: non ha diritto a essere curato se ammalato. Eppure in quante delle nostre case ci sono dolcissime signore ucraine, senza "le carte in regola" che si prendono cura amorevolmente dei nostri vecchi genitori, mentre noi lavoriamo, facciamo compere, viviamo la nostra vita? Io ho paura. Provo orrore. Mi vergogno. E allora la Memoria mi viene in aiuto. Le nostre madri e i nostri padri, nonne e nonni, per quanto da posizioni politiche assai distanti - si pensi a un Togliatti e a un De Gasperi, a un Dossetti e un Calamandrei - avevano ben compreso, dopo "l'orrore del Novecento", che bisognava costruire fondamenta solide per l'Italia futura, solide proprio perche' nate dal confronto tra punti di vista assai distanti fra loro. Loro ci sono riusciti. Hanno scritto la nostra Costituzione, lungimirante esempio, dove i principi di eguaglianza, di salvaguardia dei diritti individuali e collettivi di tutti gli esseri umani fossero il fondamento, la guida per le leggi a venire. Il 5 febbraio 2009, ascoltando le dichiarazioni e decisioni approvate dal Senato della nostra Repubblica, ho provato vergogna e disgusto. La Memoria mi ha procurato questi sentimenti. La Memoria delle schedature della fine degli anni Trenta. La Memoria della ghettizzazione di chi era "diverso" e per questo veniva marchiato. La nostra Costituzione indica dei principi, dei doveri e dei diritti. Erano attenti, allora, alle parole da scegliere, al linguaggio da usare: cittadini e individui; due parole diverse per indicare due differenti entita'; ma con individui si voleva intendere gli esseri umani, tutti, senza distinzione. Adesso un ministro della Repubblica dichiara in televisione, in modo che tutti lo sentano, che "bisogna essere cattivi". Sara' che sono un'educatrice, una maestra di scuola dell'infanzia. Mi spiace, signor ministro, io non insegno alle bambine e ai bambini che frequentano la scuola dove lavoro ad essere "cattivi". Lo vedo che litigano per un pezzo di Lego. Ma a me sta, da un lato la capacita' di comprendere perche' si litiga per un parallelepipedo rosso o giallo, e poi riuscire a stimolare in quelle bambine e quei bambini la loro immensa fantasia che puo' permettergli di far si' che quel pezzetto di plastica possa essere sia mio che tuo, che lo si possa usare prima io e poi tu, che insieme possiamo costruirci qualcosa che da soli non avremmo nemmeno saputo immaginare. No, signor ministro, non gli insegno, e non gli insegnero' mai, a far valere la legge del piu' forte, del piu' cattivo che vince sul piu' debole. Vorrei poterli aiutare a tirar fuori da ognuna e ognuno di loro, oltre le proprie fragilita', che hanno bisogno di un pezzo di Lego per rassicurarsi, la possibilita' di immaginare e di credere che quel pezzo di Lego condiviso potra' dare piu' sicurezze, piu' soddisfazioni: quelle che derivano dall'essere vicini, dal riconoscere nell'altra e nell'altro le proprie stesse paure e debolezze. A questo mi serve "ricordare". E in nome della Memoria, appena celebrata, mi sento di affermare con la mia poca voce, ma con la piu' ferma convinzione, che alle ingiustizie, alla negazione dei diritti umani, ribellarsi non solo e' giusto, ma e' doveroso. 4. UNA SOLA UMANITA'. GIANCARLA CODRIGNANI: VIOLAZIONI MACROSCOPICHE DEI DIRITTI UNIVERSALI [Ringraziamo Giancarla Codrignani (per contatti: giancodri at alice.it) per questo intervento] L'impegno alla coerenza sui diritti umani sta facendosi davvero difficile: fin qui sapevamo che spesso anche chi ci crede doveva arrendersi all'evidenza di quel "senso di realta'" che tanto spesso rappresenta un alibi per i singoli e, in particolare, per i governi nel non prevenire l'esplodere dei conflitti. Ma non era mai accaduto che un governo non solo non onorasse nei fatti i valori dello stato di diritto, ma scrivesse nelle proprie leggi violazioni macroscopiche dei diritti universali. Possiamo sperare che la Corte costituzionale respinga la legge sulla sicurezza perche' - il governo fa conto di non saperlo o forse davvero lo ignora - quando la Costituzione dice "individuo" o "persona" fa riferimento all'universalita' dei diritti e non solo a quelli del "cittadino". Tuttavia e' ripugnante che non "qualcuno", ma i componenti dei partiti di governo approvino misure di autentico razzismo e le chiamino "sicurezza". E' ripugnante per chi crede alla possibilita' di vivere in democrazia e addirittura pensa in termini di nonviolenza e di concordia civium; ma lo dovrebbe essere anche per chi non esce dall'egoismo utilitarista. La denuncia da parte del medico degli stranieri "clandestini", infatti, non e' solo immorale, ma danneggia la salute dei cittadini e manda in malora il principio della prevenzione. Anche per la disinvoltura delle espulsioni vorrei che tutti riflettessero non solo sulla crudelta' della misura, ma sul costo per lo stato delle operazioni di rimpatrio: si tratta di denaro che andrebbe speso per la reale sicurezza di chi entra nel nostro paese e forse e' un rifugiato e comunque va assistito almeno per rispetto dei milioni di cittadini che, spesso male accolti proprio perche' "italiani", sono emigrati nei paesi piu' ricchi. Scrivo queste righe mentre episodi di violenza sulle donne emergono sulle pagine dei giornali e sui media in forma tanto piu' gridata quanto piu' evidenzia la bestialita' dello stupro come propria degli altri, degli stranieri. Non posso non associarmi alle parole di Maria Di Rienzo e delle donne che conoscono lo stupro anche all'interno della famiglia e che vorrebbero che finisse il potere patriarcale, ma e' necessario ricondurre il costume ai principi di legalita' senza usare i reati a danno non di chi li commette, ma di una categoria di esseri umani bisognosa di aiuto. Davvero sono addolorata per l'incentivo all'ignoranza dei diritti fondamentali che ricade sul paese e soprattutto diseduca i giovani, e per le spinte al degrado morale del nostro paese che da anni, complice la corruzione del sistema televisivo, attenta a quella vera sicurezza dei nostri paesi, che e' la loro umanita'. 5. UNA SOLA UMANITA'. GAETANO FARINELLI: PUERILE E CRUDELE [Ringraziamo Gaetano Farinelli (per contatti: farinelli at macondo.it) per questo intervento] La prima impressione di questi giorni drammatici e' che il Parlamento sembra oramai giocare a rubamazzo; chi ha piu' carte vince e non importa quel che contengono: infatti anche nel pacchetto sicurezza ci sono delle cose buone come gli interventi sulla mafia e sui loro beni. Ma ce ne sono altre che indicano a che livello stiamo scendendo nella scala dei valori. Oggi leggevo sul giornale che molte famiglie non vogliono iscrivere i loro figli nelle classi dove ci siano degli stranieri; al di la' delle loro motivazioni, e' il clima che si e' introdotto tra di noi di separazione, di paura, di disprezzo dello straniero; e se ci preoccupiamo del clima meteorologico, dobbiamo certo preoccuparci di questo clima malefico in cui il diverso e' ritenuto un pericolo come in tempo di colera. Ed infatti qualcuno lo bruciano in espiazione del male, quasi a bruciare l'odio e l'insensatezza che gli incendiari si portano dentro. Ma vengo al pacchetto sicurezza, ai commi riservati a migranti e clandestini, genericamente divenuti tutti da tenere sotto osservazione, anche se poi si sprecano le parole che bisogna distinguere i buoni dai cattivi, che non riusciamo a farlo neppure tra di noi e neanche nel parlamento, tra buoni e cattivi, onesti e non onesti. E mi soffermo sull'articolo riguardante i "clandestini" che abbisognano di cure: resta la possibilita' di cura ai "clandestini", ma ai medici e' concessa facolta' di denunciare il paziente "clandestino", che per questo motivo, a scanso di essere rispedito "a casa sua nella sua terra", ovvero nel luogo da cui e' stato costretto ad andarsene dalla poverta' o da altre violenze, o non si curera' o dovra' trovare i soldi per curarsi presso qualche struttura "compiacente". Ci siamo strappati le vesti ed i capelli perche' a Eluana non veniva somministrata líalimentazione, e a questi che pur sono vivi li si mette in condizione di non curarsi. Se la cosa non fosse triste, deprimente, tragica ci sarebbe da ridere. Ed invece no! Compatta una stragrande maggioranza di senatori votano a favore: come a rubamazzo, vince chi ha piu' carte: il parlamento e' diventato un reggimento. Sembra quasi che le leggi dello stato siano utili solo ai cittadini italiani, per gli stranieri incombono solo i doveri. Sembra che la vita sia importante solo quando si tratta di italiani, e che ci si dimentichi del valore grande della vita quando si tratta degli stranieri. Con la multa ai clandestini ed il carcere ai recidivi si e' costruito bel bello il reato di clandestinita'. E gli emigranti in regola si pagheranno la tassa di soggiorno, piu' o meno simbolica, ma che vuole confermare la differenza tra noi italiani e loro che italiani non sono. Atteggiamento puerile e crudele. Puerile come i bambini che gridano "e' mio e' mio, vai via che e' mio"; crudele perche' sta creando in Italia un clima di caccia allo straniero, e se ne vedono gli effetti, nei sovraffollamenti dei campi di raccolta, nello sfruttamento della manodopera, e nella separazione nei luoghi della cultura. 6. UNA SOLA UMANITA'. LUISA MONDO: CURARE LE MALATTIE ED ALLEVIARE LE SOFFERENZE [Ringraziamo Luisa Mondo (per contatti: lu.mondo at tiscalinet.it) per questo intervento] Sull'argomento "pacchetto sicurezza" e l'odiosa possibilita' dei medici di denunciare i clandestini tanto si e' gia' scritto e tanto si scrivera'. Per fortuna. Si e' infatti creato uno splendido fronte compatto di consonanza fatta di resistenza civile, rispetto del codice deontologico, valorizzazione della normativa internazionale sul diritto alla salute. L'emendamento approvato e' palesemente in contrasto con l'articolo 32 della Costituzione Italiana in base al quale la salute e' un diritto pieno ed incondizionato dell'individuo, ma e' anche in conflitto con quanto prescritto dal Nuovo Codice Deontologico dei Medici Italiani (2006) e con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Com'e' ormai tristemente noto, il 5 febbraio 2009, il Senato ha approvato l'abrogazione del comma 5 dell'articolo 35 del Testo Unico sull'Immigrazione (Decreto Legislativo 286 del 1998) che prevedeva il divieto di denuncia, da parte dei medici, degli immigrati irregolari assistiti dal servizio sanitario nazionale. Ci sono alcune cosa da chiarire e da ripetere, fino alla nausea: si tratta del decadimento del divieto di segnalazione, ma non di obbligo di segnalazione, e' quindi una scelta individuale e chi scegliera' di non denunciare non rischiera' assolutamente nulla. Inoltre, il provvedimento deve ancora passare alla Camera e l'iter puo' essere ancora molto lungo: mai come in questo momento e' importante sollecitare la ragione e la coscienza di chi dovra' approvare o bocciare questa legge. Tra l'altro, il Testo Unico sull'Immigrazione prevede si' che l'accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non comporti la segnalazione all'autorita', fatti salvi i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parita' di condizioni con il cittadino italiano. Amedeo Bianco, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri fa uno splendido esempio ricordando come persino in guerra, anche in quella piu' sanguinosa, un briciolo di ragione si traduce in "corridoi umanitari" per consentire l'elementare esercizio della solidarieta' e della vicinanza ai piu' fragili. Personalmente, rispetto al diritto di cura, non accetto di cadere nella semplice logica della prevenzione e contenimento delle malattie infettive trasmissibili, come a dire che se non ci fossero queste ultime avrebbe senso non curare. Il diritto alle cure tempestive e di qualita' dev'essere garantito a priori. Chi lavora in sanita' ha l'obbligo morale di curare le malattie ed alleviare le sofferenze, senza distinzione di sesso, eta', classe sociale, livello di istruzione, origine, razza, nazionalita', religione, idea politica. Siamo nel campo dell'etica e dei diritti a prescindere da quanto questi possano portare o meno ricadute sulla collettivita'. Se una persona presenta dei sintomi iniziali di una malattia e non ricorre all'assistenza puo' subire l'aggravamento della medesima (una banale malattia da raffreddamento puo' diventare una polmonite, una cistite puo' trasformarsi in pielonefrite) con maggior sofferenza per se stessa ed incremento dei costi per il sistema sanitario nazionale. Ma puo' succedere di peggio: questa persona puo' rivolgersi a reti di assistenza informali che in alcuni casi possono essere valide, ma in altri capita siano gestite da persone non sufficientemente preparare cosi' da rischiare di ricevere farmaci che erano stati prescritti ad un'altra persone per una patologia simile e che questi prodotti siano dannosi causando effetti peggiori del male inizialmente da curare. Le donne che si trovano ad affrontare gravidanze che non possono proseguire non se la sentiranno di correre anche il rischio di denuncia e cosi' potrebbero trovarsi costrette a ricorrere ad interruzioni di gravidanza indotte con farmaci pericolosi o compiute nell'illegalita'. E una gravidanza non seguita puo' avere un'evoluzione fisiologica ed un esito felice, ma puo' anche permettere lo svilupparsi di patologie dannose alla madre o al nascituro. E i bambini potranno ricevere assistenza in maniera inadeguata o addirittura nulla perche' i genitori avranno paura di essere denunciati. E che cosa dire poi di quei cittadini irregolari (per i quali, preciso, spesso l'irregolarita' e' frutto dell'essere malati e del non poter lavorare a causa della patologia di cui sono affetti) che hanno gia' ricevuto cure di altissima qualita' (terapia per patologie croniche, dialisi, trapianti) e che adesso si troverebbero nella situazione di abbandonare l'iter terapeutico per il timore di denuncia? Mi auguro, di tutto cuore, che il fronte compatto dell'obiezione a questo emendamento continui a crescere e a far valere la logica dell'etica e del diritto in aperta contrapposizione a chi pensa di poter risolvere il problema dell'immigrazione clandestina e del suo sfruttamento andando a colpire l'anello piu' debole di tutta la catena. 7. UNA SOLA UMANITA'. NADIA NERI: LA FORZA DI TESTIMONIARE [Ringraziamo Nadia Neri (per contatti: nadianeri at hotmail.com) per questo intervento] In Italia stiamo ritornando alla legge della giungla, ognuno puo' farsi giustizia da se', anzi e' spinto da tutti a farlo, c'e' ormai un'istigazione all'odio verso lo straniero o il diverso "a priori", ed e' questo che fa piu' paura. Nessuno ha piu' il coraggio di ribadire con forza quali siano le basi del vivere civile. Tra le misure piu' odiose vorrei citare l'invito ai medici a denunciare i "clandestini" che si rivolgono loro per motivi di salute... In queste circostanze che ritengo estreme si deve avere la forza di testimoniare che si puo' lottare contro la violenza in tanti altri modi, dal ritornare ad insegnare l'educazione civica a scuola, a leggere la Costituzione italiana a tutti, a ribadire quali siano le basi di una societa' democratica. Ancora una volta puo' venire in nostro aiuto la testimonianza di Etty Hillesum, che ci richiama con forza alla centralita' della responsabilita' individuale. Voglio citarvi un passo di C. G. Jung, psicoanalista svizzero, che Etty ha letto il 12 gennaio 1942: "Ma io non parlo alle nazioni; io mi rivolgo solo a pochi singoli uomini, per i quali vale come verita' certa che le realta' del nostro mondo civile non cadono dal cielo, ma sono in ultima analisi opera di noi uomini singoli. Se le grandi cose vanno male, e' solo perche' i singoli vanno male, perche' io stesso vado male. Percio', per essere ragionevole, dovro' cominciare col giudicare me stesso" (Opere, vol. X). Mi sembra attualissimo. 8. UNA SOLA UMANITA'. GIANNI NOVELLI: IL CRIMINALE [Ringraziamo Gianni Novelli (per contatti: novelli.gianni at libero.it) per questo intervento] A proposito del reato di clandestinita' che si vuole introdurre nel "pacchetto sicurezza", ricordo la reazione indignata di una suora francescana negli Stati Uniti che rifiutava di chiamare "illegal" i molti salvadoregni o messicani che lavoravano in nero negli hotels della sua citta'. Lei li chiamava "undocumentated people", persone senza documenti, prive cioe' di quegli strumenti amministrativi che consentono a una persona di sentirsi pienamente a casa dove vive e lavora. Ma questo e' un diritto non rispettato non un crimine. Criminale caso mai e' chi li mantiene in quella condizione. 9. UNA SOLA UMANITA'. SALVATORE PALIDDA: DIFENDERE I DIRITTI FONDAMENTALI [Dal quotidiano "Il manifesto" del 14 febbraio 2009 col titolo "Il 'crime deal' italiano"] All'inizio di dicembre 2008 il totale dei detenuti in Italia e' quasi lo stesso di prima dell'indulto, cioe' circa 59.000, con una percentuale sempre in crescita degli stranieri soprattutto al nord mentre al sud prevale la criminalizzazione dei locali spesso considerati come affiliati alle mafie anche quando si tratta di semplici piccoli delinquenti, di manifestanti contro le discariche di rifiuti tossici o degli ultra' napoletani dell'accusa-bufala di assaltatori di treni e stazioni. I forcaioli dicono che l'indulto e' stato una catastrofe perche' la maggioranza dei beneficiari e' stata reincarcerata, ma nessuno dice che questo e' il risultato prevedibilissimo dell'assenza quasi totale di assistenza a chi esce dal carcere che pero' e' sempre preda facile per quegli agenti di polizia a caccia dei soliti noti per mostrare quanto sono produttivi. I maschi stranieri hanno la chance di finire in carcere cinque volte di piu' degli italiani, ma in realta' i piu' perseguitati sono gli algerini (27 volte), i tunisini e i nigeriani (18 volte), i marocchini (11 volte); se poi si fa il confronto fra gli italiani meno repressi (soprattutto i padani) e gli altri si scopre che gli stranieri sono incarcerati 16 volte piu' dei primi e i "terroni" da 4 a 8 volte. L'escalation della criminalizzazione degli stranieri e' cominciata dopo la Turco-Napolitano ma ha avuto un continuo crescendo col governo Berlusconi del 2001-2005, una forte accelerazione dopo la Bossi-Fini e ora con la gestione Maroni e i sindaci-sceriffi (di destra e di sinistra). Come mostra la serie storica dei dati statistici dal 1990 a oggi, la cosiddetta criminalita' di strada come quella grave non e' affatto aumentata, anzi i reati gravi sono notevolmente diminuiti nonostante l'esasperazione dell'azione repressiva e la collaborazione attiva dei cittadini zelanti. Cosi' in quasi vent'anni di ascesa della "tolleranza zero" a fronte di una diminuzione dei reati si e' avuto un aumento del 127% dei detenuti (400% circa per gli stranieri e circa l'80% per gli italiani: dopo la Bossi-Fini c'e' stata una diminuzione degli italiani - tranne i "terroni" - e un forte aumento degli stranieri che ora rischiano di diventare la maggioranza dei detenuti, "obiettivo" gia' raggiunto al centro-nord). Fra gli aspetti piu' vigliacchi di questa persecuzione razzista si nota il continuo aumento degli arresti per immigrazione irregolare, per reati tipicamente da poveri (piccoli furti, ricettazione che in realta' e' solo possesso di qualche merce di origine non certificata - dal cd a qualsiasi banale merce delle economie sommerse... come dire che buona parte di tutti gli italiani potrebbero essere imputati di ricettazione in un paese col 30% di sommerso). Ricordiamo che il ministro dell'interno del governo Prodi, Giuliano Amato, aveva apertamente dichiarato che avrebbe seguito "l'esempio della tolleranza zero di Giuliani" e l'allora sindaco di Roma, Walter Veltroni, dopo l'assassinio di una donna da parte di uno squilibrato rumeno/rom aveva invocato l'espulsione di 200.000 rumeni provocando la protesta della stessa Commissione europea e del Parlamento di Strasburgo. La prima bozza del "pacchetto sicurezza" e' stata pensata dai signori del centrosinistra e il precedente risale al governo D'Alema (1999) e all'"apologia dell'ordine pubblico" invocata da Luciano Violante sin dal 1996 (su "Micromega"). E' quindi del tutto logico che se il centrosinistra ha "fatto dieci", la destra si senta in diritto e in dovere di "fare cento". Non solo perche' la campagna elettorale e' stata vinta dalla Lega a colpi di incitamenti all'accanimento razzista contro zingari, immigrati, terroni delinquenti e "barboni che pesano sulle finanze pubbliche". Ma anche perche' il modello neoconservatore americano del crime deal (vedi J. Simon, Il governo della paura, Cortina, 2008) entusiasma il popolo delle ronde, i militanti della tolleranza zero anche "di sinistra", i sindaci-sceriffi di quasi tutte le giunte italiane, sondaggisti, giornalisti, assicurazioni, dirigenti di polizie pubbliche e private famelici di rapide carriere, e ancor di piu' imprenditori e commercianti che vendono sistemi di sicurezza di ogni genere (vedi Un mondo di controlli, "conflitti globali" 5/2007 e, di prossima pubblicazione, Il Crime Deal europeo). Il decreto sicurezza fortemente voluto dal ministro Roberto Maroni e dai vari fascisti e razzisti (e non solo nella maggioranza) provochera' certamente conseguenze ben prevedibili. C'e' infatti da aspettarsi non solo un nuovo forte aumento delle incarcerazioni di stranieri e anche di marginali italiani, ma anche una stretta autoritaria generalizzata (si pensi alla possibile applicazione discrezionale/arbitraria del divieto di manifestazione) e soprattutto un'ondata di violenze se non di veri e propri progrom. L'istituzionalizzare delle ronde o la legittimazione dell'agire libero dei militanti della tolleranza zero non trovera' forse assai facilmente abbastanza coperture fra i dirigenti e gli agenti delle polizie sensibili alla causa autoritaria razzista? E' questo il pericolo piu' grave da prevedere. Ed e' rispetto a questo che sarebbe necessaria una forte mobilitazione antifascista e antirazzista a cominciare da gruppi militanti che in ogni citta' siano particolarmente vigilanti, in grado di dare protezione alle potenziali vittime, in grado di fare seria controinformazione ma anche azioni di contrasto efficace. E' infine probabile che l'ulteriore squilibrio fra prevenzione sociale, prevenzione di polizia, repressione, penalita' e reintegrazione sociale a favore della sola risposta repressivo-penale, accresca ancora di piu' la marginalizzazione estrema e le morti di esclusi per strada come nei luoghi di internamento (immigrati nei Cpt, carcerati, tossicodipendenti rigettati nelle strade da Sert che non funzionano perche' il personale e' stato totalmente precarizzato e sopravvive lavorando per le comunita' private che "curano" solo chi ha i soldi). Da parte loro, le polizie locali, distratte dai loro compiti istituzionali e dirottate sempre piu' nella persecuzione dei nemici di turno, controlleranno sempre meno le costruzioni abusive, la tutela dell'ambiente e lo smaltimento dei rifiuti, le aree delle economie sommerse, a tutto beneficio delle ecomafie del nord e del sud e del rischio di aumento di infortuni sul lavoro e malattie professionali direttamente o indirettamente connessi con l'inquinamento e la produzione e commercializzazione di merci nocive. Allora, non e' ormai sin troppo evidente che la resistenza antifascista e antirazzista non e' solo una questione di difesa dei diritti fondamentali degli immigrati ma una questione di sopravvivenza di tutti (quelli che non hanno potere)? 10. UNA SOLA UMANITA'. MARCO PALOMBO: LA VERGOGNA [Ringraziamo Marco Palombo (per contatti: elbano9 at yahoo.it) per questo intervento] Il "pacchetto sicurezza" e' odioso tutto, se non altro per il principio che lo ispira, cioe' che la sicurezza si ottiene con il controllo di incolpevoli e con la limitazione delle liberta'. Io proporrei pero' a tutti di concentrare l'attenzione e l'iniziativa su due punti particolarmente razzisti, e direi proprio fascisti, dandogli un valore simbolico, che vada oltre queste due singole misure: l'emendamento "medici-spie", gia' approvato dal Senato; la proposta di aumento dei tempi di detenzione nei Cpt, da 60 giorni a un anno e mezzo, senza reati e senza processi - questa proposta, bocciata al Senato, e' stato detto che sara' riproposta alla Camera dei Deputati. Sul primo punto ci sono state prese di posizione critiche "pesanti", dai medici alla chiesa cattolica. E' necessario ora coordinare ed indirizzare la critica per ottenere la bocciatura del provvedimento alla Camera - e, in caso di approvazione, per ottenere la sua non applicazione pratica; tenendo conto che l'obiezione di coscienza, singola o collettiva, e' importante ma non sufficiente, perche' il solo effetto-annuncio ha gia' ridotto l'accesso di migranti alle strutture sanitarie - sostengono alcune fonti - del 30%. Sul secondo punto riporto la postfazione del racconto "Il giuramento" di Dino Frisullo: "Omar esisteva davvero. L'ho visto agonizzare semicarbonizzato nel reparto rianimazione a Palermo. Ed ho visto il centro di detenzione (io lo chiamo lager, nell'accezione di "luogo di concentramento e reclusione di esseri umani non colpevoli di reati"), l'ex casa di riposo Serraino Vulpita di Trapani. Ho visto il pavimento scoppiato per il calore. I muri li avevano gia' imbiancati, dentro la cella della morte. Ho visto le due porte, i ganci per la sbarra di rinforzo da un lato, le grate chiuse con un lucchetto dall'altro. Il commissario che m'accompagnava ha detto che al momento del rogo del 28 dicembre 1999 non si trovarono le chiavi. Ho parlato con gli immigrati delle celle accanto, non con i compagni di Omar, perche' erano stati tutti rimpatriati senza sentirli in giudizio. M'hanno detto dei manganelli, nel tempo sospeso della morte. M'hanno mostrato i loro fogli d'internamento, molti piu' vecchi dei trenta giorni prescritti. Dovevano essere gia' fuori da li', come Omar e i suoi compagni... Ed ho conosciuto molti Ahmet, nella mia vita. Spero di ritrovarne qualcuno vivo, prima o poi, e di poterlo salutare senza vergognarmi di me e di noi come ora mi vergogno". 11. UNA SOLA UMANTA'. FABIO RAGAINI: A DIFESA DELLA VITA E DEI DIRITTI DELL'UOMO [Ringraziamo Fabio Ragaini (per contatti: grusol at grusol.it) per questo intervento] Come riuscire a modificare il testo del cosidetto pacchetto sicurezza? E' importante una grande mobilitazione nei riguardi soprattutto dei parlamentari della maggioranza. Ma forse cio' che piu' puo' riuscire a far modificare il testo e' una presa di posizione chiara ed inequivocabile dei vertici della Chiesa cattolica. Non generici richiami ma la ferma richiesta del ritiro o della modifica del testo. Speriamo che cio' avvenga e in modo tempestivo. Una presa di posizione, forte come quella assunta per la difesa delle scuole cattoliche o in questi ultimi giorni sui temi del fine vita. Attendiamo e speriamo. Un richiamo forte al Vangelo a difesa della vita e dei diritti dell'uomo. 12. UNA SOLA UMANITA'. UMBERTO SANTINO: UNA VERGOGNA NAZIONALE [Ringraziamo Umberto Santino (per contatti: csdgi at tin.it) per questa dichiarazione che estraiamo da una piu' ampia lettera personale] Il provvedimento del cosiddetto "pacchetto sicurezza" si inserisce perfettamente in quella vergogna nazionale che e' Berlusconi e la destra italiana, illiberale e razzista... che pero' gode di un ampio consenso. 13. UNA SOLA UMANITA'. GIULIO VITTORANGELI: LA DERIVA [Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per questo intervento] Diventa ogni giorno piu' difficile contrastare l'intolleranza, la deriva xenofoba e razzista in cui sta pericolosamente precipitando l'intera societa' italiana, un paese che si contorce senza fine nella paura. Eppure non possiamo rimanere inermi, o peggio ancora rassegnati ed indifferenti, davanti alla aberrante saldatura che si e' realizzata fra razzismo popolare e razzismo di Stato, di cui le recenti misure del cosiddetto "pacchetto sicurezza", approvate dal Senato il 5 febbraio scorso, sono la conferma piu' esplicita. Questo imbarbarimento avviene all'interno di una crisi economica che spinge e sollecita forme di grave autoritarismo, e di mistificanti semplificazioni che portano a credere che il negare i diritti all'ultimo arrivato sia l'unica garanzia per riaffermare i propri. Ha colto benissimo questo spaventoso clima reazionario Annamaria Rivera: "La sollecitazione, di fatto, al personale sanitario perche' denunci gli irregolari che accedono alle cure. La legalizzazione delle ronde padane quantunque non armate. Il reato d'immigrazione clandestina. La gabella fino a 200 euro per il permesso di soggiorno. Il carcere fino a quattro anni per gli irregolari che non rispettino l'ordine di espulsione. Il rafforzamento e l'estensione della possibilita' di sottrarre la potesta' genitoriale (indovinate a chi?). Il divieto d'iscrizione anagrafica e la schedatura non solo dei clochard, come si dice, ma anche di un buon numero di cittadini italiani - rom, sinti e non solo - che, abitando in dimore diverse da appartamenti, saranno schedati in un registro del ministero dell'Interno. Tutto questo configura un intento persecutorio verso migranti e minoranze, dettato piu' che da razionalita' politica, da meschino calcolo economico e demagogico, connesso con quelle forme di psicosi di gruppo - fobia, ossessione, mitomania - che spesso contraddistinguono le elite populiste e autoritarie". E' evidente che l'insieme delle misure del "pacchetto sicurezza" ledono profondamente i diritti fondamentali delle persone e i principi dell'uguaglianza e della democrazia; ma il problema e' come scalfire il consenso che trovano in larghi strati della popolazione. In questo senso e' determinante rompere l'osceno legame che si e' creato tra sicurezza e immigrazione. "Evocare lo spettro della microcriminalita' come il nemico della societa' sana e sottolineare la priorita' della sua repressione senza pieta' consente di accantonare le ragioni vere della insicurezza e della inquietudine sociale che la politica (questa politica) rassegnata al semplice governo dell'esistente, non sa o non vuole affrontare e risolvere, anche a rischio di riprodurre i mostri che hanno generato, nel secolo scorso, autoritarismo e orrore" "Livio Pepino). Non e' la presenza degli immigrati che ci rende insicuri, e' il razzismo: l'operare, il ragionare, il sentire secondo l'accordo della razza od il colore della pelle. E' stato detto: "Voi italiani nascete rosa, poi diventate bianchi, se vi ammalate diventate gialli, e quando morite grigio-verdi. Io sono sempre nero, eppure mi dite 'uomo di colore'". Certo, sappiamo che la sicurezza e' un problema reale e che se qualcuno ha paura non basta dirgli che sbaglia perche' i dati statistici non sono poi cosi' catastrofici, e che la microcriminalita' (nonostante le enfatizzazioni della stampa) diminuisce, secondo i dati del ministero dell'Interno e della Direzione generale della Polizia. Il problema e' che a fronte dei legami sociali indeboliti, delle citta' spesso invivibili, del degrado del territorio, la politica invece di offrire certezze, ha finito con l'inseguire e moltiplicare l'insicurezza. Questa e' una mala notte, mi pare scrivesse in una sua poesia Herman Hesse, in cui le forme dell'odio avvelenano il vivere quotidiano; in cui si vuole sancire per legge la cattiveria nei confronti dei piu' deboli, come ha dichiarato un ministro del nostro ceto politico da operetta. Inevitabilmente spetta alle minoranze, disseminate nella societa' italiana, tentare di agire per fermare l'assurdita' del "pacchetto sicurezza" e per ripristinare quel pensiero del vivere civile che fa del rispetto degli altri il primo passo per l'uguaglianza. Non ci fermeremo, continueremo a denunciare le retoriche xenofobe e le politiche razziste messe in atto dal governo; siamo ancora in tempo per riaffermare la dignita' e la solidarieta' umana, contro l'aberrante logica che vuole ogni uomo lupo per l'altro uomo: homo homini lupus. 14. RILETTURE. SIMONE DE BEAUVOIR: LE DEUXIEME SEXE Simone de Beauvoir, Le deuxieme sexe, Gallimard, Paris 1949, 1976, 1989, 2 voll. per complessive pp. 416 + 672. Una sempre preziosa lettura. 15. RILETTURE. ADRIANA CAVARERO: NONOSTANTE PLATONE Adriana Cavarero, Nonostante Platone. Figure femminili nella filosofia antica, Editori Riuniti, Roma 1990, 1991, pp. VI + 136, lire 22.000. Una sempre preziosa lettura. 16. RILETTURE. SHULAMITH FIRESTONE: LA DIALETTICA DEI SESSI Shulamith Firestone, La dialettica dei sessi, Guaraldi, Firenze-Rimini 1971, 1976, pp. 250. Una sempre preziosa lettura. 17. RILETTURE. GERMAINE GREER: L'EUNUCO FEMMINA Germaine Greer, L'eunuco femmina, Bompiani, Milano 1972, 1979, pp. XXIV + 380. Una sempre preziosa lettura. 18. RILETTURE. LUCE IRIGARAY: SPECULUM Luce Irigaray, Speculum. L'altra donna, Feltrinelli, Milano 1975, 1989, pp. 352, lire 19.000. Una sempre preziosa lettura. 19. RILETTURE. KATE MILLETT: LA POLITICA DEL SESSO Kate Millett, La politica del sesso, Rizzoli, Milano 1971, pp. 544. Una sempre preziosa lettura. 20. RILETTURE. JULIET MITCHELL: PSICOANALISI E FEMMINISMO Juliet Mitchell, Psicoanalisi e femminismo, Einaudi, Torino 1976, pp. XVIII + 524. Una sempre preziosa lettura. 21. RILETTURE. FRANCA ONGARO BASAGLIA: UNA VOCE Franca Ongaro Basaglia, Una voce. Riflessioni sulla donna, Il Saggiatore, Milano 1982, pp. X + 150. Una sempre preziosa lettura. 22. RILETTURE. ADRIENNE RICH: NATO DI DONNA Adrienne Rich, Nato di donna, Garzanti, Milano 1977, 1996, 2000, pp. 422, euro 11,36. Una sempre preziosa lettura. 23. RILETTURE. SHEILA ROWBOTHAM: DONNE, RESISTENZA E RIVOLUZIONE Sheila Rowbotham, Donne, resistenza e rivoluzione, Einaudi, Torino 1976, 1977, pp. VIII + 336. Una sempre preziosa lettura. 24. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 25. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 733 del 16 febbraio 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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