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Minime. 658
- Subject: Minime. 658
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 3 Dec 2008 02:58:13 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 658 del 3 dicembre 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. "Azione nonviolenta" di dicembre 2. A Ferrara il 5 dicembre 3. Dal 5 all'8 dicembre a Venezia l'editoria di pace 4. La newsletter "Franz Jaegerstaetter Italia" di dicembre 2008 5. Giulio Vittorangeli: L'11 settembre di Mumbai 6. Maria Teresa Carbone presenta alcuni autori e opere della recente narrativa nigeriana 7. Un libro sulla class action per la difesa dei consumatori 8. L'agenda "Giorni nonviolenti 2009" 9. L'Agenda dell'antimafia 2009 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento 11. Per saperne di piu' 1. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA" DI DICEMBRE [Dal Movimento Nonviolento (per contatti: azionenonviolenta at sis.it) riceviamo e diffondiamo] E' uscito il numero di dicembre 2008 di "Azione nonviolenta", rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo. In questo numero: Il cambiamento alla Casa Bianca e il cambiamento di ognuno di noi, di Mao Valpiana; Volontaria tra i volontari per liberare l'America, di Simonetta Nardin; Dateci il voto e trasformeremo la nazione, di Massimo Aprile; Lettera aperta al nuovo Presidente Usa Barack Obama, dei movimenti nonviolenti italiani; Un filo di speranza per un futuro senza atomiche, di Giorgio Nebbia; La nonviolenza per un Iraq indipendente, democratico, pacifico, di Martina Pignatti; 4 novembre, non festa ma lutto, di Anselmo Palini; La forza della nonviolenza, Forum umanista europeo, di Olivier Turquet; Arti marziali per anima e mente, di Sergio Albesano; Aikido, le parole del maestro O Sensei, a cura di Fabio Guglielmi; La Dichiarazione universale dei diritti umani; Costruiamo le citta' dei diritti in un mondo libero dalla paura, a cura degli Enti locali per la pace. Le rubriche: Educazione. Scuola razzista e militarista con un maestro unico e solo, a cura di Pasquale Pugliese; Economia. Finanziamenti in rete per eliminare le banche, a cura di Paolo Macina; Per esempio. Le donne sono le madri della terra dove le armi non uccidono piu', a cura di Maria G. Di Rienzo; Cinema. Pier Paolo Pasolini: conservatore o profeta?, a cura di Enrico Pompeo; Musica. Un compositore di opere, obiettore alla guerra, a cura di Paolo Predieri; Libri. Decrescere bene e con calma nel tramonto dello sviluppo, a cura di Sergio Albesano. In copertina: Il sogno del cambiamento. In seconda: E' tempo di rinnovare l'abbonamento In terza di copertina: Il 2009 con il Movimento Nonviolento. In ultima: L'ultima di Biani, Martin e Barack. * Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 29 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona. E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'". 2. INCONTRI. A FERRARA IL 5 DICEMBRE [Da Elena Buccoliero (per contatti: elena.buccoliero at fastwebnet.it) riceviamo e diffondiamo] Scuola della nonviolenza 2008/1009. Venerdi' 5 dicembre 2008, ore 21, presso il Centro servizi per il volontariato, viale IV Novembre 9, a Ferrara incontro sul tema "La memoria delle vittime: verita' e giustizia per non dimenticare". * La Scuola della nonviolenza ospita due testimoni d'eccezione di una stagione drammatica i cui effetti ancora si avvertono: Manlio Milani, presidente dell'Associazione caduti nella strage di piazza della Loggia di Brescia, e Benedetta Tobagi, giornalista, impegnata nella Casa della memoria per il terrorismo e le stragi di Milano. Il 28 maggio 1974 Livia, moglie di Manlio Milani, perde la vita nella strage di Piazza della Loggia a Brescia. Esattamente sei anni dopo, il 28 maggio 1980 a Milano, Walter Tobagi, giornalista del "Corriere della sera", padre di Benedetta, e' assassinato da giovani terroristi del gruppo "28 Marzo". Sara' interessante un dialogo tra testimoni accomunati dal dolore per l'estrema violenza subita, ma diversi per le circostanze, le esperienze e le eta'. Manlio Milani era allora un attivista politico, uomo impegnato nell'attivita' sindacale e sociale, ed e' sfuggito alla morte per un incontro casuale che lo ha fermato nell'attraversare la piazza. Nella strage di Brescia ha perso la moglie, compagna di vita e di impegno, ed amici. Benedetta Tobagi era una bambina di tre anni ed e' stata privata del padre, un giornalista attento e indagatore della deriva violenta giunta fino al terrorismo di gruppi extraparlamentari. Il principale responsabile della sua morte, beneficiando della "legislazione premiale", non ha praticamente pagato. La loro lotta incessante per affermare la verita', storica e giudiziaria, sulle stragi e il terrorismo non si riassume nella ricerca di una consolazione personale. "La morte di mio padre e' legata a una storia collettiva", ha scritto Benedetta Tobagi sul "Corriere della sera", "e nel mio piccolo cerco di dare un contributo perche' sia affrontata e compresa, non rimossa o dimenticata. Capire cosa sono stati, nel bene e nel male, gli anni Settanta puo' essere di aiuto per leggere il nostro presente". E' un'esigenza che risuona anche nelle parole di Manlio Milani: "Gli obbiettivi della nostra associazione sono riassumibili nello slogan 'verita' e giustizia per non dimenticare'. Che e' lo slogan attorno al quale nei primi anni '80 ci siamo riuniti con altre associazioni analoghe (Bologna, treno Italicus, Piazza Fontana ecc.) costituendo la "Unione familiari vittime per stragi". Tutto cio' perche' il tema della mancanza di verita' e giustizia per queste stragi e' un tema comune, anche se diversamente articolato". L'incontro costituisce il momento centrale del ciclo "Anni Settanta: verita' e giustizia per non dimenticare", aperto venerdi' 28 novembre 2008 da Daniele Lugli con una introduzione di carattere storico, e che si concludera' venerdi' 12 dicembre con Susanna Vezzadini, mediatrice penale, docente all'Universita' di Bologna presso la Facolta' di Scienze Politiche e autrice di uno studio specifico sulla ricostruzione dell'identita' nelle vittime del terrorismo italiano. * La Scuola della nonviolenza e' promossa dal Centro amiche e amici della nonviolenza, in collaborazione con il gruppo Ferrara Terzo Mondo, il Centro servizi per il volontariato e il Movimento Nonviolento. 3. INIZIATIVE. DAL 5 ALL'8 DICEMBRE A VENEZIA L'EDITORIA DI PACE [Da Paolo Stevanato (per contatti: editoriadipace at stevanato.org) riceviamo e diffondiamo] "Fare pace. Giro di vite" e' il tema dell'VIII Salone dell'Editoria di Pace che si terra' dal 5 all'8 dicembre a Venezia con eventi, mostre, dibattiti. * Al centro del salone, con filmati, dibattiti e testimonianze, i diritti umani nell'ottica del "giro di vite", immagine che ha una immediata valenza negativa (la perdita di spazi di liberta', di condivisione, di ricchezza, per non dire del dilagare di guerre, torture e terrorismo) ma anche un possibile esito positivo, se la vite gira al contrario. Questo e' dato dai segni di umanita' rinnovata, di solidarieta', di dimensioni comunitarie capaci non solo di resistere ma di indicare modelli alternativi rispetto al disastro evidenziato dalla implosione finanziaria e produttiva. Del nutrito programma segnaliamo: - la presentazione dellíAnnuario della pace alle ore 17 di venerdi' 5; - la proiezione di cortometraggi volti a documentare singoli aspetti di attuazione o meno dei diritti; - i dibattiti, fra i quali segnaliamo quello di domenica 7 alle ore 12 con la presenza del Relatore speciale Onu contro la tortura, professor Manfred Nowak; - la presentazione di Contro la barbarie di Antonino Cassese; - la presenza lunedi' 8 di Marcello Flores, degli autori di Darsi tempo e del professor Horst Fisher, preside dell'Eiuc nell'ambito di un incontro seminariale sulle nuove professionalita' ed opportunita' che l'attuale situazione offre a chi si prepara in esperto in diritti umani, in cooperazione internazionale ecc. Tre le mostre previste e tante le occasioni di riflessione ed ascolto poetico che accompagneranno le giornate del salone da segnalare. Una delle mostre e' dedicata all'America che c'e' a Vicenza e la Vicenza che e' in America ed e' opera di Alberto Peluffo, Serena Nono e Giorgio Camuffo. Con Passi di Pace, la tradizionale marcia silenziosa in fila indiana per le calli e i campi di Venezia a partire dalle 19 di lunedi' 8 dicembre si concludera' l'VIII Salone. * L'edizione 2008 del Salone prevede la presenza di una libreria specializzata in pace e diritti umani costantemente consultabile. Segnaliamo la collaborazione nell'ideazione e nella programmazione degli studenti dell'Eiuc - Centro interuniversitario europeo per i diritti umani e la democratizzazione, il master sui diritti umani promosso da 27 Universita' europee che ha sede al Lido di Venezia. Il Salone ha come sede gli spazi del Patronato dei Frari, San Polo 2464/q. * Per informazioni e contatti: tel. e fax: 041935666, cell. 3381805195, e-mail: editoriadipace at stevanato.org 4. INFORMAZIONE. LA NEWSLETTER "FRANZ JAEGERSTAETTER ITALIA" DI DICEMBRE 2008 [Da Giampiero Girardi (per contatti: franzitalia at gmail.com) riceviamo e diffondiamo] Newsletter "Franz Jaegerstaetter Italia" dicembre 2008 * 7 dicembre 2008: Franziska Jaegerstaetter a Trento In viaggio verso Roma, dove assistera' alla presentazione di un nuovo volume sulla vita del marito, Franziska fara' sosta a Trento e si fermera' un giorno. Avremo cosi' modo di incontrare e festeggiare colei che ha saputo essere vicina in modo tutto speciale al marito e sostenerlo e confermarlo nella sua difficile scelta. * Programma di domenica 7 dicembre 2008 Ore 17: Santa messa in ricordo della ammissione di Franz nell'Ordine dei Terziari francescani (8 dicembre 1940) presso la chiesa di Santa Chiara a Trento, in via S. Croce. Ore 19: Cena aperta a chi vuole partecipare. Ore 20,30: Incontro con Erna Putz, biografa di Franz Jaegerstaetter, presso il Centro "Bernardo Clesio", via Barbacovi 4, Trento. Per la cena si prega di dare un cenno di prenotazione all'indirizzo indicato di seguito. Per informazioni: Giampiero Girardi, via del forte 44/b, 38100 Martignano (Tn), tel. 393474185755, skipe: giamgira (Trento), e-mail: franzitalia at gmail.com * Materiale disponibile - Vhs Franz Jaegerstaetter, un contadino contro Hitler. Vita e morte di un uomo che ha agito secondo coscienza, durata 27 min., costo 10 euro. Richiedere a: Caritas diocesana, via Endrici 27, 38100 Trento, tel. 0461261166; fax: 0461266176; e-mail: caritas at arcidiocesi.trento.it - Dvd Franz Jaegerstaetter, un contadino contro Hitler. Vita e morte di un uomo che ha agito secondo coscienza, durata 27 min., costo 10 euro. Richiedere a: Caritas diocesana, via Endrici 27, 38100 Trento, tel. 0461261166; fax: 0461266176; e-mail: caritas at arcidiocesi.trento.it - Volumi Cristo o Hitler? Vita del Beato Franz Jaegerstaetter, di Cesare G. Zucconi, San Paolo, Cinisello Balsamo 2008. Franz Jaegerstaetter: una testimonianza per l'oggi, di Giampiero Girardi, Berti, Piacenza 2007, 110 pagine, 7 euro. Formato tascabile. Rintracciabile in libreria oppure presso l'Editrice Berti, via Legnano 1, 29100 Piacenza, tel. 0523321322; fax: 0523335866; e-mail: info at bertilibri.it Scrivo con le mani legate. Lettere dal carcere e altri scritti dell'obiettore-contadino che si oppose ad Adolf Hitler, di Franz Jaegerstaetter, a cura di Giampiero Girardi, traduzione di Lucia Togni, edizioni Berti, Piacenza 2005, XXXV + 231 pagine, 13 euro. Prefazione di mons. Luigi Bettazzi, premessa di Erna Putz. Rintracciabile in libreria oppure presso l'Editrice Berti, via Legnano 1, 29100 Piacenza, tel. 0523321322; fax: 0523335866; e-mail: info at bertilibri.it Franz Jaegerstaetter, un contadino contro Hitler, di Erna Putz, edizione italiana a cura di Giampiero Girardi, Berti 2000, 252 pagine, 13 euro. Rintracciabile in libreria oppure presso l'Editrice Berti, via Legnano 1, 29100 Piacenza, tel. 0523321322; fax: 0523335866; e-mail: info at bertilibri.it Franz Jaegerstaetter, il testimone solitario, di Gordon Zahn, Editoria universitaria, Venezia 2002, 200 pagine. Rintracciabile presso l'editore, Albert Gardin, c. p. 570, 30100 Venezia, tel. 0415246242, sito: www.editoriauniversitaria.com, e-mail: euvenezia at libero.it Non giuro a Hitler. La testimonianza di Josef Mayr-Nusser, di Francesco Comina, prefazione di Albert Mayr, San Paolo, Alba 2000, 116 pagine. Sophie Scholl e la Rosa Bianca, di Paolo Ghezzi, Morcelliana, Brescia 2003, 230 pagine. * Chi desidera ricevere questa newsletter (o segnalare indirizzi di persone interessate) la richieda a: franzitalia at gmail.com Il rilancio in altre mailing list e' consentito: si prega di darne cenno a franzitalia at gmail.com 5. RIFLESSIONE. GIULIO VITTORANGELI: L'11 SETTEMBRE DI MUMBAI [Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per questo intervento] Difficile scrivere dopo quanto accaduto a Mumbai. L'attacco terroristico quasi contemporaneo in dieci punti della citta': grandi alberghi di lusso (Taj Mahal hotel, Oberoi Trident hotel), stazioni della ferrovia metropolitana (Chhatrapati Shivaji Terminus, ex Victoria Terminus), complessi residenziali (Normin House che ospita il centro culturale ebraico Chabad Lubavitch), ed ancora il Cafe Leopold, il Cama Hospital. Mumbai e' uno dei cuori economici dell'Asia; per questo quanto e' avvenuto e' stato percepito come un attacco al cuore finanziario di una delle grandi potenze economiche emergenti del XXI secolo. In questo senso, inevitabilmente, richiama l'11 settembre 2001, quando a essere colpito fu il World Trade Center di New York. Solo che questa volta gli attentatori non sono dei kamikaze suicida pronti a farsi esplodere; ma dei "soldati", pronti a morire, ma senza alcuna intenzione di farsi uccidere. Quello che e' avvenuto e' molto piu' simile a un'operazione di guerriglia che a un attentato. Le prime notizie parlano di un attacco militare, coordinato, pianificato, portato avanti da un gruppo di commandos, giovani di poco sopra i vent'anni, jeans, magliette e cappucci neri, dalla sigla inedita "Mujaheddin del Deccan". Il risultato e' stata l'ennesima strage di innocenti, persone qualsiasi, almeno 195 le vittime, in gran parte indiani. Certo, per quanto sara' difficile, e' importante capire se l'assalto dei commandos, ben armati e addestrati, e' opera esclusiva di fondamentalisti islamici legati a al Qaeda; che ruolo ha avuto il Pakistan; se oltre a cause esterne, esistono anche cause interne: "Le disparita' economiche si approfondiscono, l'idea che la crisi del capitalismo globale avrebbe spinto lo sviluppo indiano si dimostra una foglia di fico che nascondeva un nuovo sfruttamento. E ripiomba sull'India a colpi di mitra" (Tariq Ali). Oppure come ha scritto l'attivista e ambientalista indiana Vandana Shiva: "Come il suolo senz'acqua diventa arido, cosi' la societa' ai tempi della globalizzazione, compresa quella indiana, sta avendo un crollo drammatico... A livello sociale credo che il terrorismo e attacchi come quelli avvenuti a Mumbai, siano il frutto di quella che definisco una societa' geneticamente modificata". Detto in parole semplici, al precipitare della realta' del capitalismo globale rischia di consolidarsi la barbarie di un mondo dilaniato tra terrore della guerra e guerra del terrore. Da una parte la logica della guerra in risposta all'11 settembre 2001, che ha spinto l'agire delle potenze occidentali sotto l'egemonia della presidenza Bush; dall'altra quella altrettanto feroce e violenta di chi non e' certo espressione di un popolo oppresso, ma vuol presentarsi come avanguardia di una comunita' di credenti, ovvero una minoranza armata che pretende di parlare in nome di una maggioranza religiosa, i musulmani di tutto il mondo. In entrambi i casi a prevalere e' l'incivilta' e la spietatezza, o meglio l'orrorismo del nostro presente, ovvero la violenza sull'inerme, secondo la definizione di Adriana Cavarero. Diventa sempre piu' difficile uscire da questo orrorismo, il mondo dei conflitti si e' fatto piu' vasto e per questo piu' ingovernabile. Si guarisce con grande difficolta' una piaga (pensiamo al Sudafrica dell'apartheid) e subito se ne apre un'altra (gli scontri nella Nigeria di questi giorni). Altre restano drammaticamente incancrenite, valga per tutte la Palestina. Si misura la nostra impotenza nell'immediato, nell'incapacita' di sanare le ferite inferte, nell'aiutare le vittime, o nel garantire giustizia agli oppressi. Per questo, alla fine, rischia di prevalere l'indifferenza e la rassegnazione. Uscire da questa situazione non sara' ne' semplice ne' facile. Trovare un linguaggio che avvicini i popoli, che crei ponti e non muri, che costruisca invece di distruggere insensatamente, e' impresa decisamente ostica. Eppure dobbiamo farlo se vogliamo vivere e, vivi, avere ed essere coscienza critica e anche presenza alternativa in antagonismo e in rivolta contro la cultura della morte. Certo e' un invito alla speranza, ma la sopravvivenza della specie umana dipende, mai come in questo momento, dalla riscoperta della speranza come forza sociale. 6. LIBRI. MARIA TERESA CARBONE PRESENTA ALCUNI AUTORI E OPERE DELLA RECENTE NARRATIVA NIGERIANA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 17 agosto 2008 col titolo "Sentieri nigeriani. Storie nate da frammenti di un sogno" e il sommario "A cinquant'anni dall'uscita del romanzo-spartiacque di Chinua Achebe, tradotto con il titolo Il crollo, la letteratura nigeriana appare affollata da un considerevole numero di talenti, assai diversi tra loro: dalla prosa magmatica e 'metropolitana' di Chris Abani alle atmosfere misteriose di Helen Oyeyemi, alla malinconia di Segun Afolabi"] Per celebrare quello che pomposamente, ma a ragione, viene definito il padre della letteratura africana contemporanea, il nigeriano Chinua Achebe, una grande festa e' stata organizzata a New York, in marzo. Sono passati cinquant'anni da quando usci' il suo romanzo-spartiacque, Things Fall Apart (Il crollo, Edizioni e/o), e tanti scrittori, da Toni Morrison a Michael Cunningham, hanno voluto rendere omaggio di persona all'anziano narratore. In mezzo a loro, anche due giovani romanzieri nigeriani ormai piuttosto affermati, Chris Abani e Chimamanda Ngozi Adiche, che hanno espresso la loro gratitudine ad Achebe, l'uno confessando "la soggezione che si prova davanti al potere dell'immaginazione umana di intervenire nelle nostre vite", l'altra ricordando il turbamento che le provoco' la prima lettura del Crollo. In quel romanzo, ha notato Adichie, "avvertii un gentile rimprovero: non osare nemmeno pensare, sembrava dirmi Achebe, che il tuo passato non sia complesso". Se il ribaltamento dello stereotipo che vede nell'Africa una terra semplice e primitiva ha costituito il principale insegnamento di Achebe alle successive generazioni di autori africani, la presenza del quarantenne Abani e della trentenne Adichie alla festa per l'anniversario di Things Fall Apart e' stata la concreta testimonianza di come proprio in Nigeria questa eredita' sia stata raccolta da una nuova e nutrita leva di scrittori. In tutto il continente infatti non c'e' oggi paese, ad eccezione forse del Sudafrica, che possa vantare una tale quantita' di giovani romanzieri, accolti con interesse e a volte con entusiasmo dalla critica e dal pubblico internazionale. "Sembra che gli dei della letteratura abbiano ufficialmente designato il 2007 come anno dello scrittore nigeriano" - scriveva lo scorso agosto sul "Times" un altro esponente di questa nouvelle vague, il quarantenne Helon Habila, il cui romanzo di esordio, Angeli dannati, e' uscito tempo fa per Sartorio. * Un fenomeno per nulla recente Nell'arco di pochi mesi diversi scrittori nigeriani hanno avuto riconoscimenti importanti - fra l'altro il Booker internazionale assegnato proprio ad Achebe per il complesso della sua opera - mentre nelle librerie approdava un nugolo di nuovi libri: da The Virgin of Flames di Chris Abani (tradotto qui da Fanucci con lo sciagurato titolo L'ambigua follia di Mr Black), a Starbook di Ben Okri, da Burma Boy di Biyi Bandele (appena edito da Bompiani come Ali' Banana e la guerra) a The Opposite House di Helen Oyeyemi, la giovane e dotata autrice della Bambina Icaro, uscito in Italia prima per Rizzoli e poi misteriosamente trasmigrato, con l'etichetta non del tutto appropriata di libro "per ragazzi", a Fabbri. In realta', come anche Habila ricordava, questa fioritura di talenti in Nigeria non e' un fenomeno recente: Chinua Achebe (e Amos Tutuola) a parte, il primo Nobel per la letteratura assegnato a un africano e' andato, piu' di vent'anni fa, nel 1985, al drammaturgo e romanziere Wole Soyinka, nato nei pressi di Ibadan, nella Nigeria occidentale. E fra gli autori di una ipotetica "generazione di mezzo" non si puo' trascurare Ken Saro-Wiwa, noto soprattutto per la sua militanza politica (pagata con la condanna a morte nel 1995), ma anche autore dei bei racconti di Foresta di fiori, uscito nel 2004 per Socrates, e del romanzo Sozaboy, riproposto quest'anno da Baldini Castoldi Dalai. Proprio Sozaboy e' stato uno dei primi romanzi ad affrontare una guerra dimenticata dall'occidente e per molto tempo rimossa in Nigeria, quella che si combatte' fra la stessa Nigeria e il Biafra secessionista (e poi sconfitto) fra il 1967 e il 1970. Ancora questo conflitto e' al centro della seconda prova narrativa di Chimamanda Ngozi Adichie dopo l'esordio promettente dell'Ibisco viola (Fusi orari 2006), al cui centro si stagliava la figura inquietante di un facoltoso cristiano convertito, intransigente e violentissimo nel suo tendere a una impossibile, e indesiderabile, perfezione. Uscito per Einaudi nella bella traduzione di Susanna Basso (pp. 450, euro 19,50), Meta' di un sole giallo - il titolo del libro allude al mezzo sole che campeggiava sulla bandiera biafrana - conferma il talento della scrittrice che qui rivela una mano sicura nel tessere una trama piu' complessa, intrecciando le vicende personali di una famiglia con la storia pubblica del suo paese. Anzi, se un difetto ha il libro, e' proprio quello di apparire come un congegno fin troppo oliato, quasi che l'autrice avesse gia' in mente, scrivendolo, di mettere le basi per una sua successiva, inevitabile, trasposizione cinematografica. In una intervista, del resto, Adichie ha dichiarato per scherzo (ma forse non troppo) di avere introdotto fra i protagonisti un personaggio bianco perche' ancora adesso Hollywood non ama i film "all black". * Tre le figure-chiave E cinematografica e' la scansione del romanzo, diviso in quattro parti, la prima e la terza ambientate nei primi anni Sessanta, la seconda e la quarta durante la guerra civile, cosi' che gli intrecci sentimentali dei personaggi si riallineano di continuo in un gioco di flashback e flashforward. Un gioco accentuato dalla scelta dell'autrice di procedere nella narrazione adottando di volta in volta la prospettiva di tre figure-chiave: un ragazzino, Ugwu, che ha appena lasciato il suo villaggio per andare nella citta' universitaria di Nsukka (la stessa dove Chimamanda Adichie, figlia di accademici, ha trascorso l'infanzia) a servire in casa di Odenigbo, impegnato e carismatico docente di matematica; la bella Olanna, che dopo gli studi londinesi ha preferito abbandonare una vita privilegiata a Lagos per insegnare a Nsukka accanto a Odenigbo di cui e' prima l'orgogliosa amante e poi la moglie; e l'inglese Richard Churchill il quale, giunto in Nigeria per condurre degli studi sull'arte tradizionale Igbo, si e' innamorato della sorella di Olanna, l'intelligente e magnetica Kainene, e si divide fra la sua casa di Port Harcourt (da cui la donna conduce con mano salda gli affari di famiglia) e Nsukka, dove puo' compiere le sue ricerche alle quali vorrebbe affiancare la scrittura di un romanzo. Queste relazioni, complicate dall'intervento della madre di Odenigbo, contraria al matrimonio del figlio con una donna indipendente come Olanna, passano in secondo piano quando la Nigeria, in seguito a due colpi di stato, fra il gennaio e il luglio del 1966, piomba nell'instabilita'. Le tensioni etniche nei confronti degli Igbo portano l'anno dopo alla proclamazione della repubblica indipendente del Biafra e alla guerra civile. Per Olanna e Odenigbo, insieme al fedele Ugwu, cosi' come per Richard e Kainene, cominciano tempi durissimi. Finite le accalorate, e accademiche, conversazioni di Nsukka, si apre una fase di spostamenti forzati e di violenza. Qualche speranza di vittoria lascia presto spazio alla constatazione che il nuovo paese africano, riconosciuto da pochissimi stati, deve affrontare un avversario militarmente ben piu' forte: il Biafra e' solo e affamato, ma gli articoli di Richard, chiamato a raccontare al mondo quanto sta accadendo, non danno risultati. In questo clima di disfatta, all'interno di un campo profughi dove la morte per fame e' una esperienza quotidiana, le due sorelle si ritrovano e condividono di nuovo quella profonda relazione affettiva che precedenti scontri e incomprensioni sentimentali avevano interrotto. Ma la fine della guerra, con il suo peso di amarezza e desolazione, coincide per i protagonisti con una perdita irreparabile. Il primo a proiettarsi di nuovo verso il futuro sara' Ugwu che, dato per morto in uno scontro a fuoco, ritorna a casa, assumendo su di se' il compito di testimone che era stato di Richard. Affidando al semplice ragazzo di campagna, e non al colto espatriato britannico, la scrittura di un libro sull'atrocita' della guerra del Biafra ("Il mondo taceva mentre noi morivamo" e' il titolo, che cadenza gli ultimi capitoli di Meta' di un sole giallo), Chimamanda Adichie sembra ricollegarsi al tema di fondo di Things Fall Apart, la riappropriazione del passato africano, remoto e prossimo, da parte degli scrittori del continente. Forse per questo, non pochi critici, soprattutto americani, hanno paragonato la giovane scrittrice appunto ad Achebe il quale, da parte sua, le ha riconosciuto "il talento degli antichi cantastorie": un complimento per certi versi fondato, visto che il romanzo e' scorrevole e avvincente, i personaggi sono credibili, i toni alternano giudiziosamente ironia e dramma. Political correctness a parte, pero', in Meta' di un sole giallo, piu' che una affinita' con la maestria stilistica di Achebe (a suo tempo cosi' audace nell'impastare il proprio impeccabile inglese con modi di dire e proverbi igbo), si avverte l'influenza dei corsi di creative writing seguiti negli Stati Uniti dall'autrice, l'esecuzione diligente - e riuscita - di una ricetta imparata bene. Che non e' poco, ma non basta - almeno per ora - per gridare al capolavoro. Eppure, affiancando il romanzo di Chimamanda Adichie agli altri che sono usciti negli ultimi tempi, l'impressione di vitalita' della nuova narrativa nigeriana resta innegabile. E non tanto perche' si delinei una comune linea di tendenza, ma al contrario per le differenze che caratterizzano i diversi autori: alla prosa magmatica e "metropolitana" di Abani, che prima da Lagos e ora da Los Angeles scandaglia gli effetti positivi e negativi della "mitologia dell'imperialismo", si oppongono le atmosfere misteriose evocate da Helen Oyeyemi, attratta, nella Bambina Icaro come nell'ultimo The Opposite House, dal crinale impalpabile fra realta' e magia, mentre al furore del soldato-bambino protagonista di Bestie senza una patria di Uzodinma Iweala (Einaudi 2006) fanno da contrappunto i personaggi malinconici e estraniati di Segun Afolabi nella raccolta di racconti A Life Elsewhere (Jonathan Cape 2006). * Dai sogni della diaspora Figlio di diplomatici, Afolabi ha lasciato giovanissimo la Nigeria e ha vissuto la maggior parte della sua vita all'estero. Non e' quindi sorprendente che la scrittura di Afolabi non prenda come riferimento Achebe o Soyinka e si modelli semmai su quella di Kazuo Ishiguro, un altro autore anglofono che, segnato da un precoce trapianto culturale, ha scelto di scrivere in un inglese per nulla ibridato, tanto all'apparenza reticente quanto chirurgicamente preciso nel descrivere situazioni e stati d'animo attraverso una costante attenzione alle sfumature verbali. Tuttavia nel suo romanzo Goodbye Lucille (Jonathan Cape 2007), anche l'algido Afolabi mette in scena un "ritorno a casa", quel ritorno a casa che e' forse nei sogni di tutta la diaspora nigeriana. Scriveva ancora Habila sul "Times" che in Nigeria il "gene" dello storytelling e' particolarmente sviluppato, perche' "la maggior parte delle infrastrutture sociali non funzionano, e la maggior parte dei sogni non si realizzano, per cui il solo modo di trasformare le sconfitte in vittorie o la vergogna in orgoglio e' attraverso le storie". Gia' un paio di case editrici coraggiose pero' si sono fatte avanti, portando nelle librerie di Lagos e di Abuja le opere di Adichie, dello stesso Habila e di altri autori, e organizzando addirittura dei tour promozionali. Un primo passo e' stato fatto, insomma, e se si pensa che la Nigeria e' il paese piu' popoloso in Africa (l'ottavo in tutto il mondo), un intero vivaio di nuovi scrittori e' la' che ci aspetta. * Postilla. Uwem Akpan. Un caso editoriale tra narrativa e reportage Ha gia' un nome il prossimo autore nigeriano di successo. Si chiama Akpan, e' stato ordinato gesuita nel 2003 e ha seguito un corso di creative writing all'universita' del Michigan. La sua raccolta di racconti intitolata Say You're One of Them (Little, Brown and Company, pp. 368, 23 dollari) si muove a meta' fra narrativa e reportage e ha rappresentato un piccolo caso editoriale la scorsa primavera. Fra gli estimatori di Uwem Akpan figura la scrittrice Louise Erdrich che consiglia di leggere il libro una pagina alla volta, come se si trattasse di una divinazione, nella certezza che all'improvviso, come d'incanto, una frase sorprendente balzera' fuori, dando corpo e spessore a una storia incredibile o a un improbabile racconto. Padre Uwem Akpan, che in passato ha pubblicato le sue storie sulle pagine di diverse riviste fra cui il "New Yorker", si dichiara ovviamente felice di questa attenzione e nel suo sito (http://www.hachettebookgroupusa.com/features/sayyoureoneofthem/content/inde x.asp) confessa di avere cominciato a scrivere in seminario. L'autore ha inoltre dichiarato di avere tratto ispirazione per le sue storie dalla gente comune che, negli anni dell'infanzia, riempiva di colori e animava con canti e balli il suo villaggio nei giorni di festa. Nei suoi lavori Uwem Akpan affronta temi come la guerra, la poverta', il tormento della prostituzione infantile e il clima di generale degrado che ancora coinvolge larghe zone della Nigeria. Ma la scrittura di Akpan si segnala anche e soprattutto per la capacita' quasi corale di cogliere, tra le pieghe dei suoi racconti, una realta' africana attraversata da innumerevoli e non sempre tragiche voci. 7. MATERIALI. UN LIBRO SULLA CLASS ACTION PER LA DIFESA DEI CONSUMATORI [Dalla Fondazione Icu (per cintatti: info at fondazioneicu.org) riceviamo e diffondiamo] La Class action e' l'incubo delle grandi multinaziuonali americane, lo strumento in mano ai consumatori (e ai loro avvocati) che permette che in caso di prodotti difettosi o danni alla salute negli Stati Uniti scattino sanzioni economiche che possono mettere in ginocchio le piu' grandi industrie, dal tabacco all'automobile. Sembrava fatta anche in Italia: dopo discussioni di anni e numerosi progetti di legge, il Parlamento aveva finalmente votato l'Azione Collettiva risarcitoria, ispirata a modelli gia' collaudati in molti altri paesi, a partire dalla Class Action americana. Si tratta dell'art. 140 bis del Codice del Consumo, introdotto dalla Finanziaria il 27 dicembre 2007, che doveva entrare in vigore a fine giugno 2008. Dopo gli scandali Cirio, Parmalat e bond argentini, di fronte ai tanti furti nelle bollette telefoniche o a beni venduti con vizi di produzione, le forti attese di una azione collettiva a difesa dei consumatori sembravano aver finalmente ricevuto risposta... La Fondazione Icu - Istituto Consumatori Utenti - ha presentato a Roma il libro "Class Action nel mondo e nuova legge italiana. Azione collettiva dei consumatori" di Michele Boato, Pietro Pistone e Silvana Pucci, edizione Libri dei Consumatori, 80 pagine. La presentazione e' avvenuta nel corso di un convegno organizzato in collaborazione con l'Associazione ex parlamentari e ha visto la partecipazione fra gli altri dell'avvocato Ugo Ruffolo, massimo esperto italiano sulla Class Action. Il libro fa il punto sulla legislazione italiana confrontandola con modelli di tutela colletiva presenti in Europa e negli Stati Uniti; approfondisce inoltre la class action nel rapporto con il Codice del Consumo. * Il libro puo' essere richiesto gratuitamente alla Fondazione Icu fino ad esaurimento delle copie, via mail (info at fondazioneicu.org) o fax (041935666) lasciando i propri dati (nome, cognome, indirizzo). * Per informazioni sull'attivita' della Fondazione Icu: sito: www.fondazioneicu.org, tel. e fax: 041935666, e-mail: info at fondazioneicu.org 8. STRUMENTI. L'AGENDA "GIORNI NONVIOLENTI 2009" Dal 1994, ogni anno le Edizioni Qualevita pubblicano l'agenda "Giorni nonviolenti" che nelle sue oltre 400 pagine, insieme allo spazio quotidiano per descrivere giorni sereni, per fissare appuntamenti ricchi di umanita', per raccontare momenti in cui la forza interiore ha avuto la meglio sulla forza dei muscoli o delle armi, offre spunti giornalieri di riflessione tratti dagli scritti o dai discorsi di persone che alla nonviolenza hanno dedicato una vita intera: ne risulta una sorta di antologia della nonviolenza che ogni anno viene aggiornata e completamente rinnovata. E' disponibile l'agenda "Giorni nonviolenti 2009". - 1 copia: euro 10 - 3 copie: euro 9,30 cad. - 5 copie: euro 8,60 cad. - 10 copie: euro 8,10 cad. - 25 copie: euro 7,50 cad. - 50 copie: euro 7 cad. - 100 copie: euro 5,75 cad. Richiedere a: Qualevita Edizioni, via Michelangelo 2, 67030 Torre dei Nolfi (Aq), tel. e fax: 0864460006, cell.: 3495843946, e-mail: info at qualevita.it, sito: www.qualevita.it 9. STRUMENTI. L'AGENDA DELL'ANTIMAFIA 2009 E' in libreria l'Agenda dell'antimafia 2009, quest'anno dedicata alle donne nella lotta contro le mafie e per la democrazia. E' curata dal Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" di Palermo ed edita dall'editore Di Girolamo di Trapani. Si puo' acquistare (euro 10 a copia) in libreria o richiedere al Centro Impastato o all'editore. * Per richieste: - Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Via Villa Sperlinga 15, 90144 Palermo, tel. 0916259789, fax: 0917301490, e-mail: csdgi at tin.it, sito: www.centroimpastato.it - Di Girolamo Editore, corso V. Emanuele 32/34, 91100 Trapani, tel. e fax: 923540339, e-mail: info at ilpozzodigiacobbe.com, sito: www.digirolamoeditore.com e anche www.ilpozzodigiacobbe.com 10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 11. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 658 del 3 dicembre 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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