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Minime. 606
- Subject: Minime. 606
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 12 Oct 2008 00:59:12 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 606 del 12 ottobre 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. La ferita 2. Martina Pignatti Morano: 11-17 ottobre 2008, settimana irachena della nonviolenza 3. Coordinamento internazionale di studi e iniziative "Danilo Dolci": Il 14 ottobre a Trappeto 4. Mao Valpiana: Aldo Capitini, libero religioso e rivoluzionario nonviolento 5. Il documento conclusivo della "Carovana missionaria della pace" 6. Ingeborg Bachmann: La parola 7. Letture: Guido Viale, Azzerare i rifiuti 8. Riletture: Stefano Agosti, Poesia italiana contemporanea 9. Riedizioni: Furio Colombo, L'America di Kennedy 10. Riedizioni: Franco Venturi, Settecento riformatore 11. Riedizioni: Ludwig Wittgenstein, Tractatus logico-philosophicus. Quaderni 1914-1916. Osservazioni filosofiche 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento 13. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. LA FERITA La guerra terrorista e stragista in Afghanistan. Le vittime che miete ogni giorno. Gli stessi servizi segreti americani che rendono pubblico che la coalizione degli eserciti occupanti sta perdendo la guerra. Il governo afgano che da tempo tratta coi capi dei talebani. La produzione dell'eroina in enorme aumento. Il terrorismo nel mondo ogni giorno piu' forte. * Cessi la partecipazione italiana alla guerra. S'impegni l'Italia contro la guerra, come vuole la sua legge fondamentale. Opporsi alla guerra e' il primo dovere dell'umanita' intera. Solo la pace salva le vite. Solo la pace costruisce la democrazia. Solo la pace promuove i diritti umani. 2. INIZIATIVE. MARTINA PIGNATTI MORANO: 11-17 OTTOBRE 2008, SETTIMANA IRACHENA DELLA NONVIOLENZA [Da Martina Pignatti Morano (per contatti: pignattimora at unisi.it) riceviamo e diffondiamo. Martina Pignatti Morano, impegnata nella Rete di Lilliput, nel Centro Gandhi di Pisa e nella ong "Un ponte per", sta completando ad Oxford i suoi studi di dottorato di ricerca in economia politica, interessandosi, in una prospettiva nonviolenta, dell'elaborazione di modelli di pianificazione economica dal basso; come condirettrice dei "Quaderni Satyagraha" ha organizzato la sessione tematica sulla nonviolenza durante il Social Forum Mondiale di Porto Alegre (gennaio 2005) e il Nonviolence Training di Amman (gennaio 2006); ha curato il volume 7 dei "Quaderni Satyagraha", monografico sul tema "Il peacekeeping non armato"] Oggi in Iraq c'e' un movimento crescente di cittadini che cercano di porre fine alla violenza, all'occupazione e alla corruzione attraverso mezzi nonviolenti. LaOnf e' un gruppo di organizzazioni e individui iracheni, appartenenti a tutti i gruppi etnici e religiosi, con diverse provenienze ideologiche e politiche, che si sono uniti per promuovere la nonviolenza come lo strumento di lotta piu' efficace verso un Iraq indipendente, democratico e pacifico. LaOnf non e' un partito politico ne' un'organizzazione: e' un libero insieme di persone, al quale ogni iracheno che sceglie la nonviolenza e' invitato a unirsi. Ha una struttura democratica composta da consigli e rappresentanti eletti in ciascuno dei 18 governatorati (province) dell'Iraq. I membri di LaOnf rifiutano l'occupazione e la guerra come mezzi per costruire la democrazia e far rispettare lo stato di diritto: credono invece nella promozione del dialogo e della cultura di pace. Dall'11 al 17 ottobre 2008, i membri di LaOnf svolgono la loro campagna annuale, la Settimana irachena della nonviolenza, durante la quale diffondono la cultura della nonviolenza e chiedono misure che assicurino la liberta' e la sicurezza degli iracheni che eserciteranno il diritto di voto durante le prossime elezioni provinciali in Iraq. Per ulteriori informazioni: www.unponteper.it 3. INIZIATIVE. COORDINAMENTO INTERNAZIONALE DI STUDI E INIZIATIVE "DANILO DOLCI": IL 14 OTTOBRE A TRAPPETO [Da Amico Dolci (per contatti: amicodolci at libero.it) riceviamo e diffondiamo. Amico Dolci, musicista e amico della nonviolenza, figlio di Danilo Dolci, ne prosegue l'opera educativa e di suscitamento e riconoscimento di umanita'. Danilo Dolci e' nato a Sesana (Trieste) nel 1924, arrestato a Genova nel '43 dai nazifascisti riesce a fuggire; nel '50 partecipa all'esperienza di Nomadelfia a Fossoli; dal '52 si trasferisce nella Sicilia occidentale (Trappeto, Partinico) in cui promuove indimenticabili lotte nonviolente contro la mafia e il sottosviluppo, per i diritti, il lavoro e la dignita'. Subisce persecuzioni e processi. Sociologo, educatore, e' tra le figure di massimo rilievo della nonviolenza nel mondo. E' scomparso sul finire del 1997. Di seguito riportiamo una sintetica ma accurata notizia biografica scritta da Giuseppe Barone (comparsa col titolo "Costruire il cambiamento" ad apertura del libriccino di scritti di Danilo, Girando per case e botteghe, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2002): "Danilo Dolci nasce il 28 giugno 1924 a Sesana, in provincia di Trieste. Nel 1952, dopo aver lavorato per due anni nella Nomadelfia di don Zeno Saltini, si trasferisce a Trappeto, a meta' strada tra Palermo e Trapani, in una delle terre piu' povere e dimenticate del paese. Il 14 ottobre dello stesso anno da' inizio al primo dei suoi numerosi digiuni, sul letto di un bambino morto per la denutrizione. La protesta viene interrotta solo quando le autorita' si impegnano pubblicamente a eseguire alcuni interventi urgenti, come la costruzione di una fogna. Nel 1955 esce per i tipi di Laterza Banditi a Partinico, che fa conoscere all'opinione pubblica italiana e mondiale le disperate condizioni di vita nella Sicilia occidentale. Sono anni di lavoro intenso, talvolta frenetico: le iniziative si susseguono incalzanti. Il 2 febbraio 1956 ha luogo lo "sciopero alla rovescia", con centinaia di disoccupati - subito fermati dalla polizia - impegnati a riattivare una strada comunale abbandonata. Con i soldi del Premio Lenin per la Pace (1958) si costituisce il "Centro studi e iniziative per la piena occupazione". Centinaia e centinaia di volontari giungono in Sicilia per consolidare questo straordinario fronte civile, "continuazione della Resistenza, senza sparare". Si intensifica, intanto, l'attivita' di studio e di denuncia del fenomeno mafioso e dei suoi rapporti col sistema politico, fino alle accuse - gravi e circostanziate - rivolte a esponenti di primo piano della vita politica siciliana e nazionale, incluso l'allora ministro Bernardo Mattarella (si veda la documentazione raccolta in Spreco, Einaudi, Torino 1960 e Chi gioca solo, Einaudi, Torino 1966). Ma mentre si moltiplicano gli attestati di stima e solidarieta', in Italia e all'estero (da Norberto Bobbio a Aldo Capitini, da Italo Calvino a Carlo Levi, da Aldous Huxley a Jean Piaget, da Bertrand Russell a Erich Fromm), per tanti avversari Dolci e' solo un pericoloso sovversivo, da ostacolare, denigrare, sottoporre a processo, incarcerare. Ma quello che e' davvero rivoluzionario e' il suo metodo di lavoro: Dolci non si atteggia a guru, non propina verita' preconfezionate, non pretende di insegnare come e cosa pensare, fare. E' convinto che nessun vero cambiamento possa prescindere dal coinvolgimento, dalla partecipazione diretta degli interessati. La sua idea di progresso non nega, al contrario valorizza, la cultura e le competenze locali. Diversi libri documentano le riunioni di quegli anni, in cui ciascuno si interroga, impara a confrontarsi con gli altri, ad ascoltare e ascoltarsi, a scegliere e pianificare. La maieutica cessa di essere una parola dal sapore antico sepolta in polverosi tomi di filosofia e torna, rinnovata, a concretarsi nell'estremo angolo occidentale della Sicilia. E' proprio nel corso di alcune riunioni con contadini e pescatori che prende corpo l'idea di costruire la diga sul fiume Jato, indispensabile per dare un futuro economico alla zona e per sottrarre un'arma importante alla mafia, che faceva del controllo delle modeste risorse idriche disponibili uno strumento di dominio sui cittadini. Ancora una volta, pero', la richiesta di acqua per tutti, di "acqua democratica", incontrera' ostacoli d'ogni tipo: saranno necessarie lunghe battaglie, incisive mobilitazioni popolari, nuovi digiuni, per veder realizzato il progetto. Oggi la diga esiste (e altre ne sono sorte successivamente in tutta la Sicilia), e ha modificato la storia di decine di migliaia di persone: una terra prima aridissima e' ora coltivabile; l'irrigazione ha consentito la nascita e lo sviluppo di numerose aziende e cooperative, divenendo occasione di cambiamento economico, sociale, civile. Negli anni Settanta, naturale prosecuzione del lavoro precedente, cresce l'attenzione alla qualita' dello sviluppo: il Centro promuove iniziative per valorizzare l'artigianato e l'espressione artistica locali. L'impegno educativo assume un ruolo centrale: viene approfondito lo studio, sempre connesso all'effettiva sperimentazione, della struttura maieutica, tentando di comprenderne appieno le potenzialita'. Col contributo di esperti internazionali si avvia l'esperienza del Centro Educativo di Mirto, frequentato da centinaia di bambini. Il lavoro di ricerca, condotto con numerosi collaboratori, si fa sempre piu' intenso: muovendo dalla distinzione tra trasmettere e comunicare e tra potere e dominio, Dolci evidenzia i rischi di involuzione democratica delle nostre societa' connessi al procedere della massificazione, all'emarginazione di ogni area di effettivo dissenso, al controllo sociale esercitato attraverso la diffusione capillare dei mass-media; attento al punto di vista della "scienza della complessita'" e alle nuove scoperte in campo biologico, propone "all'educatore che e' in ognuno al mondo" una rifondazione dei rapporti, a tutti i livelli, basata sulla nonviolenza, sulla maieutica, sul "reciproco adattamento creativo" (tra i tanti titoli che raccolgono gli esiti piu' recenti del pensiero di Dolci, mi limito qui a segnalare Nessi fra esperienza etica e politica, Lacaita, Manduria 1993; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1996; e Comunicare, legge della vita, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1997). Quando la mattina del 30 dicembre 1997, al termine di una lunga e dolorosa malattia, un infarto lo spegne, Danilo Dolci e' ancora impegnato, con tutte le energie residue, nel portare avanti un lavoro al quale ha dedicato ogni giorno della sua vita". Tra le molte opere di Danilo Dolci, per un percorso minimo di accostamento segnaliamo almeno le seguenti: una antologia degli scritti di intervento e di analisi e' Esperienze e riflessioni, Laterza, Bari 1974; tra i libri di poesia: Creatura di creature, Feltrinelli, Milano 1979; tra i libri di riflessione piu' recenti: Dal trasmettere al comunicare, Sonda, Torino 1988; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Firenze 1996. Tra le opere su Danilo Dolci: Giuseppe Fontanelli, Dolci, La Nuova Italia, Firenze 1984; Adriana Chemello, La parola maieutica, Vallecchi, Firenze 1988 (sull'opera poetica di Dolci); Antonino Mangano, Danilo Dolci educatore, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1992; Giuseppe Barone, La forza della nonviolenza. Bibliografia e profilo critico di Danilo Dolci, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2000, 2004 (un lavoro fondamentale); Lucio C. Giummo, Carlo Marchese (a cura di), Danilo Dolci e la via della nonviolenza, Lacaita, Manduria-Bari-Roma 2005; Raffaello Saffioti, Democrazia e comunicazione. Per una filosofia politica della rivoluzione nonviolenta, Palmi (Rc) 2007. Tra i materiali audiovisivi su Danilo Dolci cfr. il dvd di Alberto Castiglione, Danilo Dolci. Memoria e utopia, 2004. Tra i vari siti che contengono molti utili materiali di e su Danilo Dolci segnaliamo almeno www.danilodolci.it, danilo1970.interfree.it, www.danilodolci.toscana.it, www.inventareilfuturo.com, www.cesie.org, www.nonviolenti.org] Martedi' 14 ottobre 2008 in occasione della ricorrenza del primo digiuno di Danilo Dolci (14 ottobre 1952) si terra' un incontro a Trappeto. Ore 9,30: in contro in piazza Trapani, luogo del digiuno. Ore 11,30: visita al Centro di formazione "Borgo di Dio". Oltre ai rappresentanti istituzionali, saranno presenti numerosi testimoni e partecipanti alle iniziative del Centro studi di Danilo Dolci e dei suoi collaboratori (come quelle per la diga sullo Jato, la zona terremotata, il Centro educativo di Mirto); tanti ragazzi e docenti di varie scuole, attivi nei "laboratori maieutici", faranno sentire le loro voci attraverso letture, riflessioni e poesie. Infine, a sottolineare l'importanza del ripristino del Borgo e del recupero di tutta l'esperienza educativa del Centro di formazione, si andra' insieme presso la struttura; un gruppo si occupera' di ripulire la parte interna dell'atrio come atto simbolico per la rinascita del luogo che nel corso degli anni '50-'90 ha fortemente contribuito allo sviluppo della zona: poiche' il Borgo va pensato come spazio della memoria e ristrutturato per farne un segno di speranza per l'umanita', oggi come mai defraudata della "possibilita' di futuro". * Aderiscono: Scuole elementari e medie di Trappeto, Partinico e Balestrate; III Circolo didattico di Partinico, Plesso di Mirto "Danilo Dolci"; Liceo socio-linguistico "Danilo Dolci" di Palermo; Licei classico, socio-psico-pedagogico, scientifico ed artistico di Palermo e Partinico; Istituto Ipaa "Danilo Dolci" di Partinico; Istituto per l'agricoltura "Danilo Dolci" di Alcamo; Istituto "D. Dolci" di Priolo; Liceo scientifico "Archimede" di Acireale; la famiglia Dolci; Centro per lo sviluppo creativo "Danilo Dolci"; Associazione "Amici di Danilo Dolci"; Libere Universita' Popolari "Danilo Dolci"; varie associazioni giovanili; Cesie; Auser; Associazione Ballara' di Palermo; Conservatorio di musica "A. Scontrino" di Trapani... Tra gli invitati: on. Rita Borsellino, dottoressa Donatella Natoli, sen. Giuseppe Lumia. * Siete tutti invitati, qualora non possiate essere presenti, ad inviare messaggi di partecipazione, solidarieta' ed adesione. L'indirizzo e-mail di riferimento per questa iniziativa e': amicodolci at libero.it 4. MEMORIA. MAO VALPIANA: ALDO CAPITINI, LIBERO RELIGIOSO E RIVOLUZIONARIO NONVIOLENTO [Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: mao at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per averci messo a disposizione l'editoriale che apre il fascicolo di ottobre 2008 di "Azione nonviolenta". Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive ed opera come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' membro del comitato di coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007. Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' (a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori), Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); recentemente e' stato ripubblicato il saggio Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989; una raccolta di scritti autobiografici, Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, nuova edizione presso L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; e gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991; e la recente antologia degli scritti (a cura di Mario Martini, benemerito degli studi capitiniani) Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui i fondamentali Elementi di un'esperienza religiosa, 1937, e Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Opere su Aldo Capitini: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono nel sito dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: www.aldocapitini.it, altri materiali nel sito www.cosinrete.it; una assai utile mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org] Siamo tutti debitori verso Aldo Capitini. Se la nonviolenza oggi in Italia ha cittadinanza -culturale, filosofica, politica, d'azione - lo si deve al lavoro teorico e pratico di Capitini. L'eredita' che ha lasciato, a quarant'anni dalla sua morte, e' ancora straordinariamente prolifica. Lui stesso, in uno degli ultimi scritti (Attraverso due terzi di secolo, 1968), lo esplicita: "Nel campo della nonviolenza, dal 1944 ad oggi, posso dire di aver fatto piu' di ogni altro in Italia. Ho approfondito in piu' libri gli aspetti teorici, ho organizzato convegni e conversazioni quasi ininterrottamente, ho lavorato per l'obiezione di coscienza, ho promosso, attraverso il Centro di Perugia per la nonviolenza, convegni Oriente-Occidente, la Societa' vegetariana, la marcia della pace da Perugia ad Assisi del 24 settembre 1961, e poi il Movimento nonviolento per la pace e il periodico "Azione nonviolenta" che dirigo... Sono, insomma, riuscito a far dare ampia cittadinanza, nel largo interesse per la pace, alla tematica nonviolenta. Come teoria e come proposte di lavoro, la nonviolenza in Italia ha una certa maturita'". E' stato Capitini il primo ad iniziare la diffusione del pensiero nonviolento in Italia negli anni Trenta, in pieno regime fascista, in seguito alla lettura dell'autobiografia di Gandhi, pubblicata nel 1929, proprio l'anno della stipula dei Patti Lateranensi tra la Chiesa cattolica e lo Stato italiano fascista. Fu lo scandalo del Concordato fra Mussolini e Pio XI a spingere Capitini verso un'autonoma posizione religiosa e antifascista. Scrive nella sua autobiografia: "Alla posizione di intellettuale associai, dopo la Conciliazione e la vista del tradimento del Vangelo, il lavoro pratico di propaganda di idee, di cercare altri, di formare gruppi (...); da allora io sono principalmente il ricercatore e il costitutore di una vita religiosa, in contrasto con quella tradizionale, leggendaria, istituzionale, autoritaria, e compromessa fino al collo con la guerra, i privilegi, le oppressioni delle societa' attuali; (...) Presa da Gandhi l'idea del metodo nonviolento impostato sulla noncollaborazione, potevo avere una guida per dir di no al fascismo (...), e soprattutto un modo per realizzare concretamente quel certo francescanesimo a cui tendevo da fanciullo". * L'antifascismo di Capitini e' originalissimo, distante e distinto da quello comunista e da quello cattolico: "Cercai piu' radicale forza per l'opposizione negli spiriti religiosi-puri, in Cristo, Buddha, S. Francesco, Gandhi (...) Il mio proposito dal 1931, da 'profeta' e 'apostolo' religioso, che l'Italia si liberasse dal fascismo mediante la noncollaborazione nonviolenta (...) diventava non previsione, ma lezione". Dunque e' proprio la religiosita' che spinge Capitini all'azione, che lo trasforma da intellettuale ad agitatore, che coinvolge il filosofo nell'agire politico. "Ma un campo, ancor piu' strettamente connesso con la profezia e l'apostolato religioso, e' quello della trasformazione della societa', per cui, rifiutando ogni carica offertami nel campo politico, ho piegato la politica, e l'interesse in me fortissimo per essa, alla fondazione di un lavoro per la democrazia diretta, per il potere di tutti o omnicrazia (come la chiamo)". La sua forza, la sua capacita' di attirare i giovani, il fascino e l'autorevolezza che emanava, non stavano nelle sue pur eccezionali doti intellettuali, ma soprattutto nella verita' del suo stesso modo di essere: "il mio scrupolo di non forzare e di non istituzionalizzare, crescente negli anni, e' stato tale da non tenere conto delle 'adesioni', e di portare avanti piuttosto l'enunciazione di una vita religiosa come 'centro' e non altro. Sono arrivato negli ultimi anni, e fino a questo punto, ad un proposito di tenace approfondimento per me, per capire ed essere sempre piu' un ricercatore-costruttore e un fedele libero religioso, ma lasciando ogni incontro collaborativo al tempo e agli altri. Se la mia vita religiosa e' risolutrice e utile, altri la rifaranno, e meglio di me. Io non chiedo che di condurla bene con autenticita'". * E' per questo che sentiamo ancor oggi Capitini "compresente" come persona. Danilo Dolci e' riuscito a descriverlo umanamente in poesia: "Era impacciato a camminare / ma enormemente libero e attivo, / concentrato ma aperto alla vita di tutti, / non ammazzava una mosca / ma era veramente un rivoluzionario, / miope ma profeta" (Poema umano, Einaudi, Torino 1974). Sulla sua tomba e' scritta l'epigrafe "Libero religioso e rivoluzionario nonviolento". Religione e nonviolenza sono le vele della sua vita. 5. INIZIATIVE. IL DOCUMENTO CONCLUSIVO DELLA "CAROVANA MISSIONARIA DELLA PACE [Da Silvia Marcuz (per contatti: donkisciotte78 at libero.it) riceviamo e diffondiamo] Si e' conclusa la Carovana missionaria della pace, questo il documento conclusivo scritto dai giovani carovanieri (per ulteriori informazioni: www.giovaniemissione.it, www.carovanadellapace.it). * Carovana missionaria della pace 2008. Documento finale dei giovani Noi, carovana missionaria della pace, abbiamo concretamente percorso le strade d'Italia al Sud come al Nord. Abbiamo visitato luoghi, incontrato persone, fatto esperienza di parole incatenate in merito alle tematiche dell'acqua, delle migrazioni e della militarizzazione. Dalla nostra itineranza emerge con forza che nel nostro Paese: - l'informazione e' imbavagliata, distorta, superficiale e fuorviante. La responsabilita' e' della mancanza di onesta' intellettuale e professionale dei media, ma anche nella mancanza di senso critico e indifferenza che molte volte hanno gli stessi cittadini. - vi e' una crisi di democrazia evidente, che si concretizza nella mancanza di ascolto, da parte delle istituzioni, delle istanze e delle urgenze che vengono dalla base e dai territori. Tale rifiuto di dialogo viene messo in atto con imposizioni quali: la presenza ingiustificata dell'esercito sul territorio; il divieto della manifestazione della volonta' popolare e l'esautorazione di fatto del ruolo del parlamento, principale detentore del potere legislativo. - la legalita' e' costantemente negata a favore di interessi di gruppi ristretti, mafie e potentati finanziari e politici. * Acqua Come Carovana missionaria della pace 2008, nella nostra itineranza, abbiamo incontrato comunita' e luoghi in cui si sente forte la necessita' di liberare la parola "Acqua". Uniamo la nostra voce nel denunciare le conseguenze di morte che nascono dall'utilizzo dell'acqua come fonte di profitto e la scandalosa negazione dell'accesso all'acqua in alcune zone. Recuperando la spiritualita' dei luoghi del Vajont sentiamo di poter sostenere che il principio da cui partono le nostre proposte e' che l'acqua e' un bene comune, un diritto inalienabile dell'umanita', da tutelare per le generazioni future. Non puo' essere trattata come una merce, pertanto non deve essere soggetta a privatizzazione. Per questo chiediamo che: - venga riconosciuto questo principio da parte delle istituzioni, a partire da quelle locali; - si ritorni ad una gestione pubblica diretta della rete idrica comunale, poiche' gli strumenti legislativi e normativi lo permettono; - le amministrazioni pubbliche garantiscano l'accesso all'acqua potabile e la trasparenza relativa alla gestione del servizio idrico affinche' tutti i cittadini abbiano accesso alle informazioni sull'acqua pubblica e sulle sue analisi (carta d'identita' dell'acqua); - le pubbliche amministrazioni pretendano dalle aziende che imbottigliano l'acqua il pagamento delle concessioni ad un prezzo equo (l'acqua non e' di proprieta' dell'azienda che la imbottiglia!): anche se crediamo che non si possa barattare l'ambiente con un canone, riteniamo che questo possa essere un primo passo concreto per far prendere posizione alla politica, affinche' limiti l'azione di queste industrie che ora agiscono praticamente senza alcun controllo; - venga avviato l'iter per l'approvazione della legge di iniziativa popolare per la gestione pubblica dell'acqua che e' stata presentata al parlamento italiano con piu' di 400.000 firme; - tutta la comunita' cristiana abbia il coraggio di dire che fare profitto attorno all'acqua e' una logica di peccato, contraria alla vita; fare profitto sull'acqua, impossessarsene e mercificarla equivale a rubare. Ci impegnamo a: - imparare a conoscere gli strumenti di partecipazione della cittadinanza previsti dalla Costituzione Italiana, e a proporne l'utilizzo per democratizzare la gestione dell'acqua; - lavorare per una informazione intellettualmente onesta sul tema dell'acqua; informazione che si fa formazione volta alla riduzione dei consumi e/o a consumi piu' consapevoli; - sostenere le campagne "Mettiamola fuori legge" e "Imbrocchiamola!", e lanciare anche la proposta-provocazione di inserire sulle bottiglie il messaggio "Nuoce gravemente all'ambiente"; - laddove, illegalmente, non sia garantito l'accesso pubblico all'acqua, fare pressione innanzitutto affinche' questo avvenga; - fare memoria della storia locale dell'acqua, ascoltandola e raccontandola (da dove viene l'acqua che beviamo? quali sono le risorse oggi e ai tempi dei nostri avi?) perche' nei vari territori tutti la conoscano e la prendano a cuore. * Militarizzazione L'Italia e' un paese che nel silenzio si militarizza sempre di piu'. Denunciamo le molte realta' militarizzate (Vicenza, Aviano, Brescia, Varese, la Sicilia, la Campania...). Troppo spesso le nostre comunita' cristiane sono attente al tema della vita ma indifferenti a queste strutture pensate per provocare la morte. Ci impegnamo a: - coltivare una spiritualita' nonviolenta, per disarmare prima la nostra coscienza; - sfatare il mito della "sicurezza", in favore di logiche di incontro ed accoglienza; - camminare con le nostre comunita' per denunciare le realta' militari presenti nei nostri territori e cercandone la conversione anche attraverso la preghiera. * Immigrazione Percorrendo le strade di Italia, siamo stati accolti dai nostri fratelli immigrati e da tante realta' che tentano di vivere una esperienza di convivialita' delle differenze. Vivendo parte della quotidianita' di tanti nostri fratelli vittime di razzismo, si e' rafforzata in noi la convinzione che l'incontro personale con l'Altro possa vincere le paure e gli stereotipi in questo momento cosi' diffusi. Per questo chiediamo alle comunita' missionarie: - di diffondere una informazione sui temi dell'immigrazione libera da pregiudizi attraverso tutti gli organismi che le hanno dato vita; - di promuovere all'interno della Chiesa, una fede che si incarna nel vivere la quotidianita' dell'Altro, per una Chiesa con le porte aperte; - di interagire con le altre realta' non ecclesiali attive nella promozione della multiculturalita'. Come carovanieri ci impegnamo a testimoniare e diffondere una cultura in cui l'Altro non e' escluso, cercando: - la partecipazione dei fratelli immigrati nella costruzione di una societa' che vuole essere civile; - un percorso di collaborazione e crescita reciproca tramite momenti di incontro con gli immigrati; - individuare le realta' che hanno aperto le proprie porte all'altro nei nostri territori, per raccogliere la loro testimonianza come segno concreto di accoglienza; - il dialogo con quella Chiesa che promuove un vangelo di sicurezza, per scoprire assieme nuovi percorsi di convivenza. * Come comunita' missionarie siamo chiamate alla coerenza e alla responsabilita' verso quello che abbiamo vissuto in termini di realta' di oppressione e di speranza. Sentiamo l'esigenza di creare forti reti di solidarieta' e resistenza per "liberare la parola" e dire si' alla vita. Come cristiani vogliamo camminare in modo nonviolento cercando l'incontro e la condivisione con chi subisce, con chi resiste e con chi resta ancora indifferente. 6. MAESTRE. INGEBORG BACHMANN: LA PAROLA [Da Ingeborg Bachmann, Letteratura come utopia, Adelphi, Milano 1993, p. 16. Ingeborg Bachmann, scrittrice e poetessa austriaca (Klagenfurt 1926 - Roma 1973) di straordinaria bellezza e profondita', maestra di pace e di verita'. Opere di Ingeborg Bachmann: versi: Il tempo dilazionato; Invocazione all'Orsa Maggiore; Poesie. Racconti: Il trentesimo anno; Tre sentieri per il lago. Romanzi: Malina. Saggi: L'elaborazione critica della filosofia esistenzialista in Martin Heidegger; Ludwig Wittgenstein; Cio' che ho visto e udito a Roma; I passeggeri ciechi; Bizzarria della musica; Musica e poesia; La verita' e' accessibile all'uomo; Il luogo delle donne. Radiodrammi: Un affare di sogni; Le cicale; Il buon Dio di Manhattan. Saggi radiofonici: L'uomo senza qualita'; Il dicibile e l'indicibile. La filosofia di Ludwig Wittgenstein; La sventura e l'amore di Dio. Il cammino di Simone Weil; Il mondo di Marcel Proust. Sguardi in un pandemonio. Libretti: L'idiota; Il principe di Homburg; Il giovane Lord. Discorsi: Luogo eventuale; Letteratura come utopia. Prose liriche: Lettere a Felician. Opere complete: Werke, 4 voll., Piper, Muenchen-Zuerich. Interviste e colloqui: Interview und Gespraeche, Piper, Muenchen-Zuerich. In edizione italiana cfr. almeno: Poesie, Guanda, 1987, Tea, Milano 1996; Invocazione all'Orsa Maggiore, SE, Milano 1994, Mondadori, Milano 1999; Il dicibile e l'indicibile. Saggi radiofonici, Adelphi, Milano 1998; Il buon Dio di Manhattan, Adelphi, Milano 1991; Il trentesimo anno, Adelphi, Milano 1985, Feltrinelli, Milano 1999; Tre sentieri per il lago, Adelphi, Milano 1980, Bompiani, Milano 1989; Malina, Adelphi, Milano 1973; Il caso Franza, Adelphi, Milano 1988; La ricezione critica della filosofia di Martin Heidegger, Guida, Napoli 1992; In cerca di frasi vere, Laterza, Roma-Bari 1989; Letteratura come utopia. Lezioni di Francoforte, Adelphi, Milano 1993. Opere su Ingeborg Bachmann: un'ampia bibliografia di base e' nell'apparato critico dell'edizione italiana di Invocazione all'Orsa Maggiore, cit.] Se avessimo la parola, se possedessimo il linguaggio, non avremmo bisogno di armi. 7. LETTURE. GUIDO VIALE: AZZERARE I RIFIUTI Guido Viale, Azzerare i rifiuti, Bollati Boringhieri, Torino 2008, pp. 224, euro 12. "Vecchie e nuove soluzioni per una produzione e un consumo sostenibili" recita il sottotitolo di questa assai utile raccolta di interventi di Viale. Un libro che vivamente raccomandiamo. 8. RILETTURE. STEFANO AGOSTI: POESIA ITALIANA CONTEMPORANEA Stefano Agosti, Poesia italiana contemporanea. Saggi e interventi, Bompiani, Milano 1995, pp. 196, lire 32.000. Piace rileggere questa raccolta di saggi e interventi (voluta da Maria Corti per la sua collana di italianistica) su alcune esperienze poetiche italiane novecentesche, ove vivida brilla la consueta finezza dell'autore. 9. RIEDIZIONI. FURIO COLOMBO: L'AMERICA DI KENNEDY Furio Colombo, L'America di Kennedy. La sfida democratica del dopoguerra, Feltrinelli, Milano 964, Baldini Castoldi Dalai, Milano 2004, "Nuova iniziativa editoriale", Roma 2008, pp. 340, euro 7,50 (in supplemento al quotidiano "L'Unita'). Questo libro del 1964, di taglio giornalistico e quasi diaristico, si legge ancora con vivo interesse. 10. RIEDIZIONI. FRANCO VENTURI: SETTECENTO RIFORMATORE Franco Venturi, Settecento riformatore, Einaudi, Torino 1969, 1998, "Il giornale", Milano s.d. ma 2008, 2 voll., euro 6,90 + 6,90 (in supplemento al quotidiano "Il giornale"). Uno dei libri piu' grandi di uno dei piu' grandi maestri. 11. RIEDIZIONI. LUDWIG WITTGENSTEIN: TRACTATUS LOGICO-PHILOSOPHICUS. QUADERNI 1914-1916. OSSERVAZIONI FILOSOFICHE Ludwig Wittgenstein, Tractatus logico-philosophicus. Quaderni 1914-1916. Osservazioni filosofiche, Einaudi, Torino 1964, 1999, Mondadori, Milano 2008, pp. VI + 784, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori). Ci fu un tempo nella cultura novecentesca - non solo e non precipuamente filosofica - in cui Wittgenstein era un mito e il Tractatus una bandiera. In cui grande era la passione per la logica e per il linguaggio. Qualche decennio di televisione, e tutti di bel nuovo incatenati in quella caverna di cui raccontava Platone. Cosi' dicea iersera all'osteria Annibale Scarpante alto levando il calice in omaggio al gran viennese. 12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 13. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 606 del 12 ottobre 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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