Minime. 602



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 602 dell'8 ottobre 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Michele Boato: Vicenza, una giornata di vera democrazia
2. Giulio Vittorangeli: In Italia la democrazia non e' a rischio...
3. "Noi donne": Il Peacemaker Award 2008 a Luisa Morgantini
4. Ogni giorno la nonviolenza
5. Pierpaolo Calonaci: Il canto e le sbarre
6. Amalia Navoni: Educare alla nonviolenza
7. Luigi Sandri: Informazione per la pace
8. A Nepi il 14 ottobre
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. MICHELE BOATO: VICENZA, UNA GIORNATA DI VERA DEMOCRAZIA
[Ringraziamo Michele Boato (pewr contatti: micheleboato at tin.it) per questo
intervento.
Michele Boato e' nato nel 1947, docente di economia, impegnato contro la
nocivita' dell'industria chimica dalla fine degli anni '60, e' impegnato da
sempre nei movimenti pacifisti, ecologisti, nonviolenti. Animatore di
numerose esperienze didattiche e di impegno civile, direttore della storica
rivista "Smog e dintorni", impegnato nell'Ecoistituto del Veneto "Alexander
Langer", animatore del bellissimo periodico "Gaia" e del foglio locale "Tera
e Aqua". Ha promosso la prima Universita' Verde in Italia. Parlamentare nel
1987 (e dimessosi per rotazione un anno dopo), ha promosso e fatto votare
importanti leggi contro l'inquinamento. Con significative campagne
nonviolente ottiene la pedonalizzazione del centro storico di Mestre,
contrasta i fanghi industriali di Marghera. E' impegnato nella campagna
"Meno rifiuti". E' stato anche presidente della FederConsumatori. Gia'
apprezzato assessore regionale del Veneto. Con Mao Valpiana e Maria G. Di
Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne
e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita
l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di
donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". E' una delle
figure piu' significative dell'impegno ecopacifista e nonviolento, che ha
saputo unire ampiezza di analisi e concretezza di risultati, ed un costante
atteggiamento di attenzione alle persone rispettandone e valorizzandone
dignita' e sensibilita'. Tra le opere di Michele Boato: ha curato diverse
pubblicazioni soprattutto in forma di strumenti di lavoro; cfr. ad esempio:
Conserva la carta, puoi salvare un albero (con Mario Breda); Ecologia a
scuola; Dopo Chernobyl (con Angelo Fodde); Adriatico, una catastrofe
annunciata; tutti nei "libri verdi", Mestre; nella collana "tam tam libri"
ha curato: Invece della tv rinverdire la scuola (con Marco Scacchetti); Erre
magica: riparare riusare riciclare (con Angelo Favalli); In laguna (con
Marina Stevenato); Verdi tra governo e opposizione (con Giovanna Ricoveri).
Un'ampia intervista a Michele Boato curata da Diana Napoli e' apparsa nei
nn. 157-158 di "Voci e volti della nonviolenza"]

Il Tar del Veneto, il 18 giugno 2008, accoglie la richiesta di Codacons ed
Ecoistituto del Veneto di sospendere l'inizio dei lavori per la nuova base
militare americana a Vicenza.
Abbiamo gridato al miracolo, "David ferma Golia" titola "Gaia" n. 36 uscita
qualche giorno dopo.
Un mese prima, il 27 aprile 2008, era successo un altro grande evento a
Vicenza: la citta', pur con una maggioranza risicata, aveva eletto sindaco
Achille Variati, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, e gia' sindaco
come Dc di sinistra. Variati si presenta su una posizione apertamente
anti-base Usa, pur nell'isolamento rispetto al resto del Pd veneto e
soprattutto nazionale, visto che la base e' stata fortemente voluta, ed
imposta, da Prodi e dai suoi ministri degli esteri D'Alema e della Difesa
Parisi.
*
Il neosindaco conferma il referendum
Appena eletto, Variati conferma cio' che aveva promesso in campagna
elettorale: subito dopo l'estate la citta' sara' chiamata a pronunciarsi
sulla nuova base, attraverso un referendum comunale. Il Consiglio comunale
l'8 luglio stabilisce per domenica 5 ottobre la consultazione su un quesito
strettamente attinente alle competenze urbanistiche del Comune: "E'
favorevole all'adozione da parte del Consiglio Comunale di Vicenza, nella
sua funzione di organo di indirizzo politico-amministrativo, di una
deliberazione per l'avvio del procedimento di acquisizione al patrimonio
comunale, previa sdemanializzazione, dell'area aeroportuale 'Dal Molin', ove
e' prevista la realizzazione di una base militare statunitense?".
*
Parte la controffensiva
Il 29 luglio il Consiglio di Stato accoglie la richiesta del nuovo governo
di annullare la sentenza con cui il Tar veneto aveva sospeso l'inizio dei
lavori (in attesa di deliberare definitivamente sul nostro ricorso
nell'udienza dell'8 ottobre 2008). Le motivazioni sono incredibili: "E' un
atto politico e il Tar non puo' sindacarlo. Non vi sono riscontri di
possibili danni ambientali. Non servono consultazioni della popolazione".
Immediatamente dopo, parte l'attacco di Berlusconi che, con una lettera
pubblica, invita pressantemente il sindaco a non indire il referendum: "Le
ricordo ancora una volta che la consultazione popolare da lei indetta si
manifesta ancora piu' gravemente inopportuna.
L'area demaniale dell'aeroporto Dal Molin - scrive Berlusconi - e' stata
destinata dal governo all'ampliamento della base Usa di Vicenza,
nell'adempimento di precisi obblighi internazionali, e, inoltre,
nell'esercizio delle sue esclusive attribuzioni di politica estera, di
difesa e sicurezza nazionale. Essa e' stata consegnata all'Amministrazione
degli Stati Uniti il 30 luglio 2008. Deve, dunque, escludersi qualunque
utilizzo diverso da quello dell'ampliamento sopra indicato, del genere
prospettato nel quesito referendario predisposto. La consultazione popolare
in una materia costituzionalmente sottratta alla valutazione popolare
diretta perche' specificamente e indiscutibilmente concernenti obblighi
derivanti da un trattato internazionale in materia di difesa (articolo 75.2
della Costituzione), avrebbe una pesante ricaduta perche' si porrebbe in
diretto contrasto con l'azione del governo, e con le valutazioni della
magistratura e rischierebbe di fomentare ulteriori tensioni interne ed
esterne non facilmente prevedibili".
Immediata la replica del sindaco: "Il nostro quesito non tocca le sfere
della politica estera e della difesa nazionale. Il nostro e' un quesito di
natura patrimoniale. Chiediamo soltanto di concedere ai vicentini di dire la
loro".
A Berlusconi  fa eco il "democratico" Paolo Costa, nominato Commissario
straordinario alla costruzione della base da Prodi, che cosi' lo
ricompensava dello zelo con cui era riuscito (come sindaco di Venezia,
assieme ai suoi assessori Bettin e Paolo Cacciari), a far iniziare i lavori
del mostro Mose. Costa, confermato Commissario da Berlusconi, il 30 luglio
si affretta a consegnare l'area Dal Molin agli americani, e il 17 settembre,
alla vigilia del pronunciamento del Tar veneto sull'ammissibilita' del
referendum, vola in Prefettura di Vicenza da cui le spara proprio grosse:
"Questo referendum e' intrinsecamente antidemocratico perche' teso a rendere
inefficiente la nostra democrazia opponendosi alle istituzioni nazionali, le
sole titolate a decidere in materia di politica estera e di difesa per conto
dell'intera comunita'. Non e' un problema di democrazia diretta o di
democrazia rappresentativa, e' che, in materia di politica estera e di
difesa, il 'potere del popolo' si esercita solo attraverso il livello di
governo nazionale. Per questo il referendum voluto dal sindaco Variati e' un
esercizio antidemocratico, poiche' cerca di prevaricare l'interesse
nazionale in nome di un interesse locale non costituzionalmente tutelato".
Gli risponde il sindaco Variati: "Costa la smetta di dire stupidaggini. Con
questa consultazione ci occupiamo di questioni ed aree che riguardano il
nostro territorio e agiamo all'interno delle competenze dell'ente locale.
Quanto poi all'affermazione che la consultazione sia antidemocratica, la
ritengo una vera stupidaggine, perche' il chiedere un parere ai cittadini e'
l'esatto contrario di un'azione antidemocratica. E poi non accetto lezioni
di democrazia da chi ha dato, a suo tempo, consigli al governo su come
soffocare il dissenso della comunita' locale sulla nuova base".
Il Tar non si lascia intimidire e l'indomani respinge il ricorso contro il
referendum motivando cosi': "Nessun danno da una consultazione esplorativa".
Ci pensa il solito Consiglio di stato, il primo ottobre, a tre giorni dal
referendum, a rovesciare anche la seconda sentenza del Tar Veneto,
dichiarando inammissibile la consultazione. La sera stessa oltre 10.000
persone riempiono Piazza dei Signori a Vicenza e davanti a loro Variati
conferma il referendum con queste parole: "Se non ci permettono di votare
nelle nostre scuole, domenica voteremo davanti le nostre scuole, sotto i
nostri gazebo".
*
Una giornata di vera democrazia
E cosi' e' stato: in meno di tre giorni centinaia di volontari hanno
organizzato 32 seggi e domenica 5 ottobre sono andati ordinatamente ad
esprimere la loro opinione 24.094 persone iscritte alle liste elettorali di
Vicenza: 23.050 hanno votato "si'" alla proposta di smilitarizzare l'area,
906 "no", 92 schede bianche e 46 nulle. Ovviamente non si e' raggiunto il
quorum del 50% degli aventi diritto, ma la citta' ha espresso tutta la sua
dignita', con in testa un sindaco che la rappresenta contro i soprusi di
ogni tipo, un movimento nonviolento che e' cresciuto a dismisura, fin dentro
la chiesa, con decine di sacerdoti e suore al suo interno, nonostante alcune
sbavature dei centri sociali, il silenzio assordante del Pd e della
gerarchia ecclesiastica.

2. RIFLESSIONE. GIULIO VITTORANGELI: IN ITALIA LA DEMOCRAZIA NON E' A
RISCHIO...
[Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per
questo intervento.
Giulio Vittorangeli e' uno dei fondamentali collaboratori di questo
notiziario; nato a Tuscania (Vt) il 18 dicembre 1953, impegnato da sempre
nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di
solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di
condotta impareggiabili; e' il responsabile dell'Associazione
Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di
studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta'
concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione
di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra
soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha
svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e
riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti
interventi sono negli atti di diversi convegni; tra i convegni da lui
promossi ed introdotti di cui sono stati pubblicati gli atti segnaliamo, tra
altri di non minor rilevanza: Silvia, Gabriella e le altre, Viterbo, ottobre
1995; Innamorati della liberta', liberi di innamorarsi. Ernesto Che Guevara,
la storia e la memoria, Viterbo, gennaio 1996; Oscar Romero e il suo popolo,
Viterbo, marzo 1996; Il Centroamerica desaparecido, Celleno, luglio 1996;
Primo Levi, testimone della dignita' umana, Bolsena, maggio 1998; La
solidarieta' nell'era della globalizzazione, Celleno, luglio 1998; I
movimenti ecopacifisti e della solidarieta' da soggetto culturale a soggetto
politico, Viterbo, ottobre 1998; Rosa Luxemburg, una donna straordinaria,
una grande personalita' politica, Viterbo, maggio 1999; Nicaragua: tra
neoliberismo e catastrofi naturali, Celleno, luglio 1999; La sfida della
solidarieta' internazionale nell'epoca della globalizzazione, Celleno,
luglio 2000; Ripensiamo la solidarieta' internazionale, Celleno, luglio
2001; America Latina: il continente insubordinato, Viterbo, marzo 2003. Per
anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della
solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha
cessato le pubblicazioni nel 1997). Cura il notiziario "Quelli che
solidarieta'"]

In Italia la democrazia non e' a rischio, per questo si puo' tranquillamente
cancellare (decisione del Consiglio di Stato del primo ottobre) un
referendum indetto da un Comune (Vicenza) per consentire ai propri cittadini
di esprimersi su una scelta fondamentale per il proprio futuro: un pezzo di
territorio da destinare ad una potenza straniera per uso bellico. "Equivale,
per molti versi, a un colpo di stato amministrativo, che priva i cittadini
di uno strumento fondamentale di espressione e di partecipazione" (Marco
Revelli).
In Italia la democrazia non e' a rischio, per questo si puo' pensare di
assestare un colpo mortale al pluralismo dell'informazione, anche nella
carta stampata cancellando il diritto soggettivo ai contributi diretti per i
giornali cooperativi, non profit e di partito. Tanto ci siamo gia'
assuefatti al soffocante duopolio televisivo. "Si apre una grande questione
democratica e di liberta', a cui bisogna reagire. La liberta' non ha prezzo.
E chi da' voce alle domande della societa' deve trovare le necessarie
tutele. Ci battiamo con 'Il manifesto'. Non solo per 'Il manifesto' ma per
la liberta' d'informazioneî (dal quotidiano "il manifesto").
In Italia la democrazia non e' a rischio, per questo si puo' prima fare una
"macelleria messicana" con una "notte cilena" alla Pinochet, e poi assolvere
tutti. Secondo l'Avvocatura di Stato (primo ottobre) sarebbe assurdo parlare
di "sospensione della democrazia" a proposto del massacro avvenuto nella
scuola Diaz di Genova, nel luglio 2001. Non occorre nessun commento.
In Italia la democrazia non e' a rischio, per questo i nostri soldati sono
impegnati in azioni di guerra (definite ipocritamente "di pace") all'estero.
Nulla importa dell'articolo 11 della nostra Costituzione.
In Italia la democrazia non e' a rischio, per questo abbiamo creato i
"sindaci-sceriffi", il "pacchetto sicurezza", la "tolleranza zero", con
3.000 soldati nelle strade. Il tutto per reprimere rom, immigrati,
mendicanti, ambulanti, prostitute, persone senza fissa dimora, ecc. Del
resto, il problema non e' la grande criminalita' che tiene in ostaggio
intere regioni del nostro Paese.
In Italia la democrazia non e' a rischio, per questo si puo "riformare la
giustizia", attaccando la magistratura alla ricerca delle sovversive "toghe
rosse". Infatti, la magistratura, per il solo fatto di voler conservare la
propria indipendenza e' pericolosa. Cosi' siamo tutti uguali davanti alla
legge (articolo 3 della Carta Costituzionale), salvo quattro italiani a cui
e' garantita l'immunita'. "Nessuna dittatura europea del Novecento (e dunque
neanche il fascismo) ha fatto dell'interesse privato del leader (e dei suoi
accoliti) il fulcro intorno a cui far ruotare l'elaborazione e la
promulgazione delle leggi e persino l'esercizio della giustizia" (Alberto
Asor Rosa).
In Italia la democrazia non e' a rischio, per questo si puo' pensare ad una
"vera" scuola, come era quella del passato: grembiulini, maestro unico, voto
in condotta, ecc. Del resto abbiamo "digerito" i finanziamenti statali alle
scuole private; alla faccia dell'articolo 33 della Costituzione, che
garantendo alle scuole private il sacrosanto diritto di esistere, specifica
che tale diritto deve essere "senza oneri per lo stato".
In Italia la democrazia non e' a rischio, per questo si puo' finire uccisi
per un pacco di biscotti, al grido di "sporco negro", come e' avvenuto a
Milano; o peggio ancora uccisi (sei africani) nella strage di
Castelvolturno, ad opera dei casalesi. Se si e' fortunati, invece, si puo'
finire picchiati, come a Parma, dai vigili urbani per un sospetto e nel
verbale invece del cognome trovare scritto "negro". Oppure a Roma, dove un
cinese di 36 anni e' stato aggredito e picchiato da un gruppo di minorenni
che gridavano insulti razzisti. Passando per l'odissea di cui e' stata
vittima una donna italiana d'origine somala all'aeroporto di Ciampino. Certo
le nostre citta', come e' stato dichiarato dai super-sindaci, "Non sono
razziste e chi ha sbagliato paghera', e sara' punito con particolare rigore
e in modo esemplare". Peccato che viviamo in un contesto sociale e
culturale, segnato da rigurgiti di razzismo ed intolleranza, a cui ci stiamo
lentamente e pericolosamente abituando, con cinismo soddisfatto e sconcio.
In Italia la democrazia non e' a rischio... ironia a parte, non siamo negli
anni Trenta e il berlusconismo non e' il fascismo. Eppure, come ha scritto
Alberto Asor Rosa, "Quel che mi sembra di vedere e' la nascita di una sorta
di dittatura, di tipo nuovo, democratico-populista, fondata non sulla
violenza e sulla coercizione esplicite, ma sul consenso ed esercitata con un
astuto, davvero inedito in Europa, mix di suggestioni medianithe,
stravolgimenti istituzionali e intermediazioni affaristiche".
In Italia la democrazia non e' a rischio: lo siamo noi tutti.

3. RICONOSCIMENTI. "NOI DONNE": IL PEACEMAKER AWARD 2008 A LUISA MORGANTINI
[Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org) col titolo "A Luisa Morgantini
il riconoscimento della Rebuilding Alliance" e il sommario "Premio
Peacemaker 2008. Insieme alla vicepresidente del Parlamento Europeo,
premiati anche il sindaco palestinese Sami Sadik Sbaih e l'architetto
israeliano Shmuel Grolik".
Luisa Morgantini, parlamentare europea, vicepresidente del Parlamento
Europeo, presidente della delegazione del Parlamento Europeo al Consiglio
legislativo palestinese, fa parte delle Donne in nero e dell'Associazione
per la pace; il seguente profilo di Luisa Morgantini abbiamo ripreso dal
sito www.luisamorgantini.net: "Luisa Morgantini e' nata a Villadossola (No)
il 5 novembre 1940. Dal 1960 al 1966 ha lavorato presso l'istituto Nazionale
di Assistenza a Bologna occupandosi di servizi sociali e previdenziali. Dal
1967 al 1968 ha frequentato in Inghilterra il Ruskin College di Oxford dove
ha studiato sociologia, relazioni industriali ed economia. Dal 1969 al 1971
ha lavorato presso la societa' Umanitaria di Milano nel settore
dell'educazione degli adulti. Dal 1970 e fino al 1999 ha fatto la
sindacalista nei metalmeccanici nel sindacato unitario della Flm. Eletta
nella segreteria di Milano - prima donna nella storia del sindacato
metalmeccanico - ha seguito la formazione sindacale e la contrattazione per
il settore delle telecomunicazioni, impiegati e tecnici. Dal 1986 e' stata
responsabile del dipartimento relazioni internazionali del sindacato
metalmeccanico Flm - Fim Cisl, ha rappresentato il sindacato italiano
nell'esecutivo della Federazione europea dei metalmeccanici (Fem) e nel
Consiglio della Federazione sindacale mondiale dei metalmeccanici (Fism).
Dal novembre del 1980 al settembre del 1981, in seguito al terremoto in
Irpinia, in rappresentanza del sindacato, ha vissuto a Teora contribuendo
alla ricostruzione del tessuto sociale. Ha fondato con un gruppo di donne di
Teora una cooperativa di produzione, "La meta' del cielo", che e' tuttora
esistente. Dal 1979 ha seguito molti progetti di solidarieta' e cooperazione
non governativa con vari paesi, tra cui Nicaragua, Brasile, Sud Africa,
Mozambico, Eritrea, Palestina, Afghanistan, Algeria, Peru'. Si e' misurata
in luoghi di conflitto entro e oltre i confini, praticando in ogni luogo
anche la specificita' dell' essere donna, nel riconoscimento dei diritti di
ciascun essere umano: nelle rivendicazioni sindacali, con le donne contro la
mafia, contro l'apartheid in Sud Africa, con uomini e donne palestinesi e
israeliane per il diritto dei palestinesi ad un loro stato in coesistenza
con lo stato israeliano, con il popolo kurdo, nella ex Yugoslavia, contro la
guerra e i bombardamenti della Nato, per i diritti degli albanesi del Kosovo
all'autonomia, per la cura e l'accoglienza a tutte le vittime della guerra.
Attiva nel campo dei diritti umani, si e' battuta per il loro rispetto in
Cina, Vietnam e Siria, e per l'abolizione della pena di morte. Dal 1982 si
occupa di questioni riguardanti il Medio Oriente ed in modo specifico del
conflitto Palestina-Israele. Dal 1988 ha contribuito alla ricostruzione di
relazioni e networks tra pacifisti israeliani e palestinesi. In particolare
con associazioni di donne israeliane e palestinesi e dei paesi del bacino
del Mediterraneo (ex Yugoslavia, Albania, Algeria, Marocco, Tunisia). Nel
dicembre 1995 ha ricevuto il Premio per la pace dalle Donne per la pace e
dalle Donne in nero israeliane. Attiva nel movimento per la pace e la
nonviolenza e' stata portavoce dell'Associazione per la pace. E' tra le
fondatrici delle Donne in nero italiane e delle rete internazionale di Donne
contro la guerra. Attualmente e' deputata al Parlamento Europeo... In Italia
continua la sua opera assieme alle Donne in nero e all'Associazione per la
pace". Opere di Luisa Morgantini: Oltre la danza macabra, Nutrimenti, Roma
2004]

Il 4 ottobre la vicepresidente del Parlamento Europeo Luisa Morgantini e'
stata insignita del Peacemaker Award 2008 dall'associazione Rebuilding
Alliance, organizzazione no profit statunitense impegnata nel rispetto dei
diritti umani e della legalita' internazionale e nella ricostruzione di case
e comunita' in zone di guerra e occupazione.
Rebuilding Alliance ha deciso di premiare Luisa Morgantini, per il suo
impegno continuo, sia dentro il Parlamento Europeo sia tra i movimenti della
societa' civile, per una pace giusta e duratura tra palestinesi e israeliani
e per la giustizia e il rispetto dei diritti umani ovunque nel mondo.
Premiati anche Sami Sadik Sbaih, sindaco palestinese del villaggio di Al
Aqabah in Cisgiordania, e l'architetto israeliano Shmuel Grolik, cofondatore
del gruppo israeliano per i diritti umani Bimkom - Planners for Planning
Rights.
L'obiettivo di Rebuilding Alliance e' quello di creare alleanze tra
sostenitori e attivisti per la pace e coloro che sono vittime di ingiustizia
e violenza, di mettere in atto progetti capaci di ricostruire comunita'
distrutte e offrire a tutte le persone strumenti immediati per praticare la
pace, iniziando con un sostegno concreto al diritto delle famiglie ad avere
una casa: attenzione particolare e' posta sulla volonta' di spingere
palestinesi, israeliani e la comunita' internazionale a ricostruire insieme
case e scuole palestinesi a Gaza, nella West Bank e a Gerusalemme Est.
La cerimonia di premiazione si e' tenuta al Red Rock Chateau a Silverado,
Orange County, California.

4. MATERIALI. OGNI GIORNO LA NONVIOLENZA

Proseguiamo la pubblicazione degli interventi ricevuti in occasione della
Giornata internazionale della nonviolenza che si e' celebrata il 2 ottobre.
Altri ne pubblicheremo nei prossimi giorni. E ringraziamo ancora tutte le
persone che ci hano inviato loro contributi.

5. OGNI GIORNO LA NONVIOLENZA. PIERPAOLO CALONACI: IL CANTO E LE SBARRE
[Ringraziamo Pierpaolo Calonaci (per contatti: p_calonaci at hotmail.com) per
questo intervento]

Ricordare la nonviolenza dedicandole una giornata in memoria, ha il sapore
di ricordare al passero ingabbiato la forza della sue ali ma che, grazie
alle sbarre che gli abbiamo costruito per compiacerci del suo canto, non
potra' piu' utilizzare.
Ma se proprio occorre farlo, avverto la necessita' di sottolineare:
- che non mi piacciono questo tipo di avvenimenti;
- che almeno diventino un momento per  trovare il veleno che intorbidisce la
nonviolenza. Per liberarla.
Entro subito nel secondo punto, poiche' questo veleno ha un nome preciso e
scorre nelle vene di tutti: esso si chiama compiacenza di se', ozio
scaturito dal distorto uso dell'intelligenza, abuso dell'io per
autoaffermarci capaci d'indirizzare gli altri.
*
Occorre immancabilmente, come esigenza dell'anima, attingere
all'insegnamento di Gesu': per chi non crede, almeno arrivi alla fine della
lettura senza farsi attanagliare dai propri schemi mentali, e scoprira',
grazie alla sua Grazia, che la gola non avra' piu' sete.
Attingo dalle parole di un grande mistico fiammingo vissuto nel Trecento,
John Ruysbroeck: "Il piu' grande dei contemplatori passati, presenti e
futuri... Egli e' stato sempre in servizio degli uomini e mai la sua visione
ineffabile e perpetua ha limitato la sua operosita' d'amore".
In altre parole come ricorda San Paolo nella lettera ai Romani (15, 3)
"Gesu' non piacque a se stesso". Altrimenti l'operosita' d'amore si sarebbe
spenta, affievolita o venduta alla prima tentazione.
In altre parole ancora (solo per i piu' duri di cuore o per coloro dediti al
carrierismo partitico), Egli non cerco' mai niente per se stesso, nessun
interesse, nessuna ricompensa, nessuna materiale soddisfazione, nessun
premio, nessun salario, nessuna certezza, nessuna sicurezza, nessun regno,
nessuna corona.
Poiche' tutte queste cose (e molte altre) sono il veleno che noi, attraverso
la sicurezza di noi stessi e la certezza di avere ragione, di essere buoni,
immettiamo nella nonviolenza, nella vita quotidiana.
Cio' ha sempre portato e portera' costantemente ad una divisione fra gli
uomini: quelli con noi e quegli altri contro. In Italia se alla parola
nonviolenza si sostituisse la preposizione "contro", non vedremmo la
differenza. Poiche' questa, indurita da quel veleno, e' stata trasformata
come lotta di contrapposizione fine a se stessa o per se stessi.
Quindi siamo noi la causa della divisione che ci fa vivere in una societa'
"eticamente evirata" (Bonnhoeffer).
*
Da questa contingente divisione e' ovvio che non si riesca a comunicare un
po' di amore, poiche' anche quest'ultimo e' avvelenato: siamo capaci di
disputare anche sulle questione d'amore. Mentre proprio Gandhi conio' e
testimonio' "l'unita' nella diversita'" che e' l'amore per la Verita' che
riposa in Dio, come sorgente di Unita'.
Inoltre da questa divisione si comprende, facilmente e banalmente, che il
solo soggetto a sguazzarci, come un porco che ricopre di fango la perla che
invece lo invitava a sollevarsi dalla sua meschina condizione, e' la logica
dei partiti politici, di qualsiasi colore o ideologia.
Come elemento di prova basta andare a qualche riunione o congresso di
movimenti o associazioni e l'unica cosa che si respira, a meno che non
indossiamo maschere speciali, e' l'odore di star facendo qualcosa
d'importante per le sorti del mondo; e questo "qualcosa" e' la nostra
personale volonta'. Questa costante onnipotenza distrugge qualsiasi piccolo
seme di nonviolenza, di progresso civile serio.
Questa onnipotenza ci offre di usare la nonviolenza o per fare carriera o
per guadagnare il sostentamento per la nostra famiglia o solamente per farci
stare tranquilli.
Ed inoltre, questo sguazzare nella compiacenza, ci conduce dritti dritti
all'inganno piu' sfolgorante che esista: quello in cui "si ingoiano i
cammelli ma si filtrano i moscerini" (Gesu', da qualche parte
nell'affascinante Vangelo).
Siamo talmente ammantati di noi (bianchi nelle vesti che non abbiamo
tessuto) che ci preoccupiamo sempre delle cose che hanno relativa importanza
per la dignita' della vita, per l'edificazione della Verita' in terra; e poi
sulle questioni fondamentali (che sono pochissime e per questo determinanti)
si sprofonda in un silenzio compiacente, in una vilta' che i farisei non
sono niente, o in un agire scombinato e confusionario.
*
Esempio: le bombe atomiche. A chi piacciono? Eppure ci sono. Perche'?
"L'hanno deciso i potenti" si rispondera'. "Ma per difendere chi? Solo se
stessi e la propria famiglia?". Cio' denota che noi rinunciamo alla unica
Potenza che risiede per dono divino in ognuno, delegando (e giustificandoci
con l'ipocrisia che noi non possiamo fare niente). Ecco dalla compiacenza
scaturisce l'ignoranza: letto morbido, di lenzuola di miele. "Ma da sole
esse ne' si costruiscono ne' s'innescano...", allora il processo che le
rende possibili e' da ricercare dentro noi stessi. E' quello da disinnescare
prima di tutto; quello e' il "cammello" che non va piu' ingoiato!
Con cio' non nego affatto la drammaticita' della questione atomica o di
qualsiasi altra arma di distruzione.
*
Sorella Maria la Minore, che conobbe Gandhi nel 1931 a Roma, lo defini'
"pietra miliare verso la Verita' e il Regno". Anche il Cristo fu "pietra";
scartata, si', ma che poi sosteneva e alimentava tutta la bellezza
dell'architettura della vita.
Ecco spiegata, come lampo di fuoco, la Potenza; in cui non c'e'
assolutamente spazio per se stessi ma solo per il sacrificio di se stessi
nella moltiplicazione dell'amore.
Prima di volere essere sentiero che qualcun altro seguira', occorre
impegnarsi a sentire la durezza della pietra del nostro modo di vivere,
dello schema in cui siamo ingabbiati; sentendosi pietra, potremmo sperare
solamente, in gioia e coraggio, di segnare il Cammino verso l'Alto, verso la
vera nonviolenza.

6. OGNI GIORNO LA NONVIOLENZA. AMALIA NAVONI: EDUCARE ALLA NONVIOLENZA
[Ringraziamo Amalia Navoni (per contatti: amalia.navoni at gmail.com) per
questo intervento]

Per trentotto anni di insegnamento nella scuola elementare ho cercato di
educare alla nonviolenza in tutte le sue forme.
Insegnare a lavorare in gruppo, ad aiutarsi vicendevolmente per superare le
varie difficolta' e' educare alla nonviolenza. Ricordo che nella prima
mezz'ora di scuola, mentre io ero affaccendata in questioni burocratiche,
organizzavo gli alunni in modo che a turno diventassero maestri dei compagni
carenti in matematica, lettura, ortografia e si avviassero cosi' all'aiuto
reciproco.
Anche insegnare l'amore per la natura ed il paesaggio e', a mio parere,
educare alla nonviolenza. Ricordo che le ricerche sugli spazi verdi pubblici
e privati ci davano lo spunto per scrivere al Consiglio di zona e al Sindaco
di Milano perche' facessero una manutenzione periodica per la conservazione
del verde. Quando l'amministrazione voleva tagliare i platani della via dove
era ubicata la scuola per fare piu' spazio alle auto, feci scrivere agli
alunni delle poesie dedicate ai platani. Ebbene i platani ci sono ancora in
quella via.
Si', per me sensibilizzare i ragazzi al gusto per il paesaggio era
importante per un'educazione alla nonviolenza, per questo aderivo alle
iniziative di Scuola Natura del Comune di Milano portando la classe al mare
perche' gli alunni fossero stimolati anche emozionalmente, contemplando la
bellezza del mare, il tramonto, il cielo stellato.
Il nostro animo ha bisogno anche di paesaggi per essere sereni con noi
stessi.
Tutta la violenza che respiriamo nelle citta' e' anche dovuta al fatto che i
vari palazzinari di turno ci tolgono gli spazi liberi, tagliano alberi per
far posto ai parcheggi, cementificano colline, costruiscono grattacieli che
ci tolgono l'orizzonte, ci soffocano e ci abbrutiscono.
Sono molto sensibile a questa forma di violenza, per questo la  mia vita e'
seminata di lettere di protesta per la devastazione del paesaggio.
E purtroppo a Milano - dove vivo -, ma anche in tutta Italia, si continua a
deturpare il paesaggio, sfregiando la bellezza della natura, facendo
violenza ai nostri animi.
Questa violenza subita trova poi altre forme di espressione nella violenza
fisica e nel razzismo.
L'Expo sara' un ulteriore oltraggio alla natura: alberghi, capannoni,
supermercati costruiti su terreni agricoli, su terreni ancora liberi, ci
soffocheranno ulteriormente.
I cittadini piu' sensibili si stanno ribellando, ma bisognerebbe che tanti,
tutti i cittadini si ribellassero, fossero in definitiva nonviolenti.
Per questo non dobbiamo stancarci di educare e sensibilizzare alla bellezza
del creato.
*
Con il "Coordinamento Nord Sud del mondo" educhiamo ad un'altra forma di
nonviolenza: ci impegniamo perche' i lavoratori del Sud del mondo abbiano
una vita dignitosa.
In questa fase di globalizzazione del mercato e della produzione ci
impegniamo come consumatori  a fianco dei lavoratori del Sud del mondo che
rivendicano alle multinazionali salari adeguati ai bisogni fondamentali,
orari di lavoro entro le 48 ore settimanali, ambiente di lavoro sano e
sicuro, assunzioni regolari, liberta' di associazione sindacale e diritto
alla contrattazione collettiva, divieto di utilizzo del lavoro minorile e di
lavoro forzato.
Sono impegni dichiarati dalle convenzioni dell'Oil (Organizzazione
Internazionale del Lavoro), ma che sovente non vengono rispettati dalle
industrie che trasferiscono la loro produzione nei paesi dell'Est e del Sud
del mondo.
Con tante organizzazioni del mondo cerchiamo di aumentare la sensibilita'
sociale dei consumatori del Nord del mondo e di fare pressioni con denunce e
boicottaggi sulle molte imprese multinazionali che non si comportano
correttamente.
Alcune campagne hanno avuto esito positivo e ci hanno ancor piu' convinto
del grande potere che abbiamo come consumatori: possiamo "castigare" le
imprese violente verso i lavoratori e l'ambiente e "premiare" le industrie
che cercano di essere nonviolente.
La strada verso la nonviolenza anche in questo campo e' lunga, ma con
costanza e coraggio dobbiamo proseguire.

7. OGNI GIORNO LA NONVIOLENZA. LUIGI SANDRI: INFORMAZIONE PER LA PACE
[Ringraziamo Luigi Sandri(per contatti: luidav at tin.it) per questo
intervento]

Che direbbe, oggi, Gandhi, del ruolo dei mass media nel seminare violenza o
nonviolenza? Non lo so; ma so - lo sappiamo tutti e tutte - le enormi
responsabilita' degli operatori dell'informazione nel diffondere, attraverso
radio, tv, giornali e siti, la cultura della violenza o, al contrario,
quella della nonviolenza. E sappiamo la responsabilita' di chi legge i
giornali e guarda le televisioni di essere critici e attenti, proprio per
imparare a fuggire dai demoni della violenza e per approdare alla
consapevolezza della nonviolenza.
Spesso la gente dice: "Giornali e telegiornali dicono solo bugie"; e,
tuttavia, la massa vive di quello che dicono e scrivono stampa e
televisioni. Infatti, salvo pochi specialisti, o persone particolarmente
attente, che ne sa l'uomo della strada del Medio Oriente, o dell'America
latina, o della Cina, al di la' di quello che in proposito dicono e
raccontano i mass media? Dopo vent'anni che una persona ascolta un
telegiornale, delle aree geopolitiche citate (e di tutte le altre) sapra'
esattamente quello che gli e' stato offerto, giorno dopo giorno, in migliaia
di telegiornali e di articoli. E per quanto il lettore ed ascoltastore medio
si affanni a dire "non credo una parola a quanto scrivono i giornali e
dicono le tv", in realta', dopo anni ed anni di lettura e/o di ascolto, egli
e' "mitridatizzato", e sa quello che qualcuno voleva sapesse.
Ora, un'informazione che presenti la guerra (e che c'e' di piu' violento
della guerra?) come "necessaria" - si pensi alla "guerra preventiva"
lanciata da George W. Bush contro il regime iracheno nel 2003 - convince
molta gente che quella guerra, appunto, era salutare per portare la
democrazia a Baghdad, e che le eventuali vittime sono il prezzo piu' che
accettabile per evitare in futuro un numero molto piu' grande di morti e
immani tragedie.
Al contrario, un'informazione che metodicamente, pazientemente,
razionalmente spieghi i vantaggi della nonviolenza proprio per sanare le
ferite del mondo, poco alla volta - "gutta cavat lapidem" - induce nei
lettori e/o ascoltatori almeno un dubbio sulla "necessita'" della guerra, ed
apre prospettive etiche e geopolitiche nuove. A poco a poco - almeno in un
certo numero di persone - fa capolino l'idea che la pace e' la scelta piu'
realistica sia per i popoli che per le persone; e che la nonviolenza - cioe'
la strada per attingere la pace nella giustizia - non e' una scelta
vigliacca ed imbelle, ma una scelta saggia, coraggiosa e feconda.
Sappiamo bene che, purtroppo, le ragioni della nonviolenza sono - nei mass
media - meno appariscenti e meno spiegate di quelle della violenza; una
situazione amara che induce spesso al pessimismo e alla sensazione
dell'impotenza quanti e quante si ispirano a Gandhi ed ai profeti come lui.
Tuttavia, bisogna resistere: proprio la vita e il magistero del Mahatma
dimostrano che ideali "utopici" possono diventare realistici, incarnati
nella storia e vincenti. La violenza non e' l'ultima parola; ma, perche' non
lo sia, occorre in tutti e tutte un soprassalto di coscienza e l'audacia di
pensare bene, parlare bene ed agire bene.

8. INCONTRI. A NEPI IL 14 OTTOBRE
[Dal Comitato "Nepi per la pace" (per contatti:
info at comitatonepiperlapace.it) riceviamo e diffondiamo]

Per iniziativa del comitato "Nepi per la pace", dell'Anpi (Associazione
Nazionale Partigiani d'Italia) sezione "Emilio Sugoni", e dell'associazione
Liberagora', si svolgera' martedi' 14 ottobre a Nepi (Vt) con inizio alle
ore 16,30 nella sala consiliare del Comune, un incontro con il magistrato
Ferdinando Imposimato sul tema "Le nuove frontiere dei diritti inviolabili
dell'uomo".
Sara' un'importante occasione di riflessione sul tema dei diritti sanciti
dalla Costituzione Italiana ed oggi gravemente violati, a cominciare dai
diritti che tutelano la salute, il lavoro dignitoso e sicuro, il patrimonio
ambientale, storico ed artistico, il diritto all'istruzione e alla
solidarieta': i diritti che fanno dell'Italia un paese democratico,
antifascista, fondato sul lavoro, che ripudia la guerra e fa
dell'accoglienza e della solidarieta' un valore fondante.
Verra' inoltre presentato il libro "Doveva morire" sul delitto Moro, libro
di cui Ferdinando Imposimato e' autore insieme al giornalista Sandro
Provvisionato.
Ferdinando Imposimato, illustre magistrato, si e' occupato di importanti
processi di terrorismo, mafia, camorra, sequestri di persona; docente
universitario, gia' deputato e senatore, e' stato membro della Commissione
parlamentare antimafia.

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

10. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it,
sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 602 dell'8 ottobre 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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