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Minime. 580
- Subject: Minime. 580
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Tue, 16 Sep 2008 00:50:10 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 580 del 16 settembre 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. La guerra, il razzismo, la schiavitu' 2. Floriana Lipparini: Milano, i fantasmi che uccidono 3. Breve un invito alla resistenza nonviolenta 4. Mao Valpiana: Vincere il referendum a Vicenza 5. In occasione della settimana europea della mobilita' sostenibile 6. A Ferrara il 18 e il 25 settembre 7. A Torino dal 2 al 4 ottobre 8. Clara Sereni: Domande ai maschi 9. Michael Baxandall 10. Ilhan Berk 11. Cyprian Ekwensi 12. Ahmed Faraz 13. Robert Giroux 14. Idolina Landolfi 15. Leonard Meyer 16. Carlo Rivolta 17. John Russell 18. Salvo Fallica presenta "Dall'albero al labirinto" di Umberto Eco 19. La "Carta" del Movimento Nonviolento 20. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. LA GUERRA, IL RAZZISMO, LA SCHIAVITU' La guerra, il razzismo, la schiavitu', le stragi altrove e qui, il fascismo tra noi, in noi. E le infinite chiacchiere per far finta di niente. * Se non resisti adesso, quando? Se non e' questa l'ora della nonviolenza, quando? 2. RIFLESSIONE. FLORIANA LIPPARINI: MILANO, I FANTASMI CHE UCCIDONO [Ringraziamo Floriana Lipparini (per contatti: effe.elle at fastwebnet.it) per averci messo a disposizione questo suo intervento apparso su "Il paese delle donne". Floriana Lipparini, giornalista, ha lavorato per numerosi periodici, tra cui il mensile "Guerre e Pace", che per qualche tempo ha anche diretto, occupandosi soprattutto della guerra nella ex Jugoslavia. Impegnata nel movimento delle donne (Collettivo della Libreria Utopia, Donne per la pace, Genere e politica, Associazione Rosa Luxemburg), ha coordinato negli anni del conflitto jugoslavo il Laboratorio pacifista delle donne di Rijeka, un'esperienza di condivisione e relazione nel segno del femminile, del pacifismo, dell'interculturalita', dell'opposizione nonviolenta attiva alla guerra. E' autrice del libro Per altre vie. Donne fra guerre e nazionalismi, edito nel 2005 in Croazia da Shura publications in edizione bilingue, italiana e croata, e nel 2007 pubblicato in Italia da Terrelibere.org in edizione riveduta e ampliata] Milano, sabato mattina: vado a iscrivermi alla prima lezione di Universita' Migrante, al Circolo Arci di via Oglio. Il corso - organizzato dall'Associazione Todo Cambia che si propone di "favorire l'incontro e la conoscenza tra cittadini immigrati e nativi" - s'inoltrera' negli oscuri meandri delle identita' e del razzismo. E appunto "Andiamo a caccia di fantasmi: laboratorio sulle manifestazioni del razzismo" s'intitola uno degli incontri in programma a dicembre. Bello vedere che c'e' un bel numero di persone a iscriversi. Contro l'indifferenza, contro l'intolleranza, contro la paura costruita ad arte. Milano, domenica, ore 6 del mattino: in via Zuretti i titolari di un bar sprangano a morte il diciannovenne Abdul detto Abba, perche' ha "rubato". Poi si sapra' che l'ipotetica refurtiva e' un pacco di biscotti. Abdul e' italiano ma e' anche originario del Burkina Faso. Abdul e' nero. Lo hanno ucciso gridandogli "sporco negro", come se fossimo nel sud razzista degli Stati Uniti. Chi e' il fantasma che i due sciagurati assassini, padre e figlio, hanno inseguito e ucciso? Chi l'ha messo nella loro mente? Venezia, domenica: la Lega celebra i propri grotteschi fasti, i propri deliranti riti che parlano di suolo e di sangue, di razze e di odio. Uomini che incredibili vicende politiche hanno condotto fino alle massime istituzioni di questo paese - sull'onda di un consenso servile, cieco e populista che gia' in passato premio' vergognose dittature, come del resto accadde in Germania - incitano pubblicamente e ufficialmente alla "tolleranza zero", all'odio per lo straniero, per il nomade, per il diverso. Ecco chi ha messo quei fantasmi nella mente dei titolari del bar milanese, e nella mente di chi brucio' le tende dei nomadi a Opera, e di chi appicco' il fuoco nel campo rom di Ponticelli, e di chi ha aggredito due gay a Roma, e di chi ha picchiato e umiliato un gruppo di rom in quel di Verona... Com'e' facile e furbo far divampare gli incendi identitari e razzisti, per mimetizzare le crisi economiche. Com'e' facile far credere al cittadino impoverito e spaventato che la colpa dei suoi guai e' l'immigrato che arriva dal mare in cerca di lavoro. Spostare l'attenzione dai veri responsabili - manager truffatori e incompetenti, politici corrotti - agli incolpevoli "ultimi della terra", vittime del colonialismo prima e del razzismo poi. La costruzione di questi lager ideologici, volti a salvare sempre e comunque le caste al potere, funziona sempre. Anche in ex Jugoslavia la guerra "etnica" divampo' nel momento in cui l'economia serba stava andando in pezzi. Il meccanismo e' vecchio, ma quanti continuano a non capirlo, a farsi intrappolare, forse anche perche' non si sente abbastanza forte, abbastanza sincera una voce alternativa? C'e' chi ha tralasciato, chi ha minimizzato, chi ha aspettato veramente troppo per lanciare un allarme. Non so piu' cosa dire a mio figlio che vuole andarsene dall'Italia, perche' il disagio di vivere in un paese come questo e' troppo soverchiante. Sogna i paesi nordici dove il livello di civilta' e' incomparabile, nelle regole e nei fatti. Di solito gli ribatto che sarebbe bene restare qui a combattere per cambiare le cose, ma alla fine non ho molti argomenti quando polemicamente lui chiede "Dove, con chi, con quale concreta speranza?". Molti suoi amici la pensano come lui. Forse stiamo assistendo all'inizio di un'emigrazione di nuovo tipo. Ora, dopo questa nuova, terribile tragedia, certo si diranno cose, si udranno voci, si faranno manifestazioni, almeno lo spero. Ma quello in cui spero veramente e' che si moltiplichino iniziative di sensibilizzazione profonda, iniziative di dialogo e di incontro che siano strutturali, permanenti, diffuse sul territorio, e non ci si svegli sempre solo sull'onda dell'emergenza. E spero ancora di piu' che i gruppi di donne che ancora esistono rompano il silenzio per riprendere a lavorare insieme almeno su questo terreno, senza particolarismi assurdi, dato che il pericolo e' grande, e grande e urgente e' la necessita' di riprendersi uno spazio pubblico autogestito dove abbia voce e presenza un'altra idea di citta', di societa', di civilta'. Un'idea di futuro meticcio, solidale, plurale, nonviolento. Un'idea disegnata anche e soprattutto dalla presenza attiva e pensante del femminile, come non e' mai avvenuto. 3. LE ULTIME COSE. BREVE UN INVITO ALLA RESISTENZA NONVIOLENTA Normali cittadini con la spranga le gesta emulan del freddo drone: in questa apocalisse nessun pianga, si esegue qui la legge del padrone. La legge che prescrive che alla stanga si stia lo schiavo, ed a disposizione di tutti i maschi ogni donna, e s'infranga pure ogni corpo ed anima; il bastone reca il diritto e la filosofia, e' del bastone l'ultima parola, chi non lo adora se ne vada via da questa terra, da quest'alma scuola che di fascismo ha nome. A tal follia sappi resister: hai una vita sola. 4. EDITORIALE. MAO VALPIANA: VINCERE IL REFERENDUM A VICENZA [Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: mao at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento. Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive ed opera come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' membro del comitato di coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007] Alcuni hanno detto che e' stato un successo, altri hanno parlato di un "flop". Comunque sia, e' andata bene, nel senso che non ci sono stati inconvenienti, e nessuno si e' fatto male. Ma e' sufficiente questo per giustificare una manifestazione? Sabato 13 settembre, a Vicenza, il corteo si e' mosso da piazza Matteotti verso la periferia della citta'. Gli organizzatori hanno detto che erano ottomila, la questura ne ha dichiarati duemila, secondo i miei conteggi erano tremila. In ogni caso il confronto con le precedenti manifestazioni "No Dal Molin", nel 2006, 2007 e 2008, e' sconfortante. Da duecentomila, a centomila, poi trentamila, e ora qualche migliaio. Segno evidente che c'e' una certa stanchezza. Ci sono momenti per le manifestazioni di massa, e ci sono momenti per altre strategie. Ora l'obiettivo da raggiungere e' quello della vittoria referendaria. Una manifestazione, indetta da una sola parte del variegato movimento, probabilmente non e' la risposta giusta. Tanto piu' che tra gli obiettivi degli organizzatori figurava anche quello della rimozione del questore. Non e' il momento delle polemiche interne, ma e' fuor di dubbio che i vicentini hanno a cuore piu' la sorte della propria citta' che il giudizio sul responsabile della polizia. E in effetti di famiglie vicentine alla manifestazione non se ne sono viste tante. Rete Lilliput, Mir e Movimento Nonviolento di Vicenza hanno preso una posizione chiara di non adesione alla manifestazione. L'hanno espressa con un documento che valorizza al massimo il lavoro unitario per il referendum ed il dialogo con tutte le parti coinvolte, dentro e fuori dal movimento. Eravamo comunque presenti, per dimostrare che non c'e' rottura e che il dialogo e' sempre aperto, ma non abbiamo nascosto le nostre critiche ad una "gestione della piazza" che ci sembra datata. Moltissime delle persone e dei giovani che erano presenti hanno dimostrato un grande entusiasmo, e voglia di esserci. Certo, l'importante e' fare qualcosa, ma bisogna anche farlo bene. Essere presenti alla manifestazione e spiegare le nostre ragioni, distribuire le bandiere con il fucile spezzato e far conoscere la rivista "Azione nonviolenta" e' stato un modo per dare comunque il nostro contributo positivo. La pioggia battente ha fatto il resto, e tutto e' andato bene. Punto e a capo. Ora si lavori per conquistare l'opinione della maggioranza dei vicentini, e per aiutarli ad esprimerla al meglio, con il proprio "si'" al referendum del 5 ottobre. 5. INIZIATIVE. IN OCCASIONE DELLA SETTIMANA EUROPEA DELLA MOBILITA' SOSTENIBILE [Riportiamo il seguente comunicato del "Comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo" del 15 settembre 2008 dal titolo completo "In occasione della settimana europea della mobilita' sostenibile chiediamo un impegno degli enti locali dell'Alto Lazio contro il devastante mega-aeroporto e per migliorare le ferrovie"] Dal 16 al 22 settembre 2008 si svolge la settimana europea della mobilita' sostenibile. All'iniziativa, che ha il sostegno della Commissione Europea, hanno aderito piu' di duemila citta'. Molte utili informazioni sono disponibili in un sito internet ricco di documentazione in inglese e in francese: www.mobilityweek-europe.org * In occasione di questa azione di sensibilizzazione europea ancora una volta sollecitiamo gli enti locali dell'Alto Lazio ad un impegno esplicito: a) per impedire la realizzazione a Viterbo di un devastante mega-aeroporto che avrebbe conseguenze distruttive per fondamentali beni ambientali, culturali, sociali ed economici e altamente nocive per la salute della popolazione locale; b) a sostegno della mobilita' sostenibile, in particolare con interventi volti anche a limitare il traffico automobilistico privato, migliorare il trasporto pubblico meno inquinante e piu' adeguato, sostenere la mobilita' ciclistica, contrastare l'effetto serra, e soprattutto promuovere il trasporto ferroviario; c) per il rigoroso rispetto delle leggi vigenti in materia di difesa dell'ambiente e della salute, della sicurezza e dei diritti delle persone viventi e delle generazioni future. * Sollecitiamo anche un impegno degli enti locali dell'Alto Lazio a premere sulla Regione e sul Governo per la riduzione del trasporto aereo, fortemente corresponsabile del surriscaldamento globale del clima del pianeta; ed in particolare a premere per la riduzione drastica e immediata dei voli su Ciampino, riduzione necessaria e urgente da realizzare semplicemente abolendo tout court i voli in esubero. 6. INCONTRI. A FERRARA IL 18 E IL 25 SETTEMBRE [Da Elena Buccoliero (per contatti: e.buccoliero at comune.fe.it) riceviamo e diffondiamo] Care e cari tutte e tutti, riprende l'attivita' della "Scuola della nonviolenza" con due presentazioni librarie organizzate in collaborazione con l'Istituto Gramsci di Ferrara. Segnatele in agenda e fate attenzione, perche' gli orari e i luoghi cambiano da una volta all'altra. Per il 25 settembre, dopo la presentazione, abbiamo pensato ad una cenetta al Cafe' de la Paix per festeggiare la neonata associazione "Centro amiche e amici della nonviolenza". Chi desidera partecipare e' pregato di dirlo via e-mail a caterina_dtorto at alice.it. La quota per la cena e' di 20 euro. Molte altre attivita' ci aspettano in questo nuovo anno scolastico... vi diremo tutto! Per ora questo invito, con un caro saluto Elena, Daniele, Stefano, Caterina * Giovedi' 18 settembre, ore 21, Istituto Gramsci, vicolo Santo Spirito 11, Ferrara, presentazione del libro In viaggio con Alex, con l'autore Fabio Levi, storico, Universita' di Torino. Introducono Marzia Marchi (Legambiente) e Elena Buccoliero (Movimento Nonviolento). * Giovedi' 25 settembre, ore 17, Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea, via Scienze, Ferrara, presentazione del libro A colpi di cuore. Storie del Sessantotto, con l'autrice Anna Bravo, storica, Universita' di Torino. Introducono Fiorenzo Baratelli (Istituto Gramsci) e Daniele Lugli (Movimento Nonviolento). 7. INCONTRI. A TORINO DAL 2 AL 4 OTTOBRE [Dal Centro studi "Sereno Regis" (per contatti: via Garibaldi 13, 10122 Torino, tel. 011532824, fax: 0115158000, e-mail: info at serenoregis.org, sito: www.serenoregis.org) riceviamo e diffondiamo] Convegno "Dal Sessantotto all'Ottantanove: una lezione per l'oggi" Giovedi' 2, venerdi' 3 e sabato 4 ottobre 2008 "... Per assicurare uno sviluppo durevole della poderosa umanita' che vivra' nella nuova era, e' necessario mettere completamente al bando dai criteri della sua evoluzione e cultura la guerra e con essa ogni forma militare e non militare di violenza. Il primo mutamento necessario nella nostra visione tradizionale e nei nostri valori consiste nel liberare noi stessi e le nostre societa' dal 'complesso della violenza' ereditato dai nostri antenati. Per loro il ricorso a mezzi violenti era naturale perche', piu' deboli di altre creature e ancora insufficientemente dotati di esperienza e di strumenti, dovevano stare sempre in guardia e sulla difensiva. Ecco perche', seppur sbagliando, la violenza e' ancora considerata parte della natura umana, mentre e' il concetto di nonviolenza che dovrebbe piuttosto diventare uno dei nostri valori fondativi. Ammetto che questa realta' e' a poco a poco riconosciuta e che la violenza, vecchio modo per sopravvivere o di ascesa, e' ora vista come la principale causa di distruzione. La violenza e la sua giustificazione ideologica di qualunque sorta sono di fatto dei residui di un passato che non c'e' piu', delle malattie culturali e delle patologie incompatibili con la nuova era cosi' come potrebbero esserlo la schiavitu' o i sacrifici umani per la societa' contemporanea. La pace e' il fattore primario in qualunque caso in cui gli obiettivi da perseguire siano lo sviluppo, la qualita' della vita e l'autorealizzazione. E la pace deve essere intesa nel suo significato piu' profondo e piu' ampio di nonviolenza, non solo a tutti i livelli e settori della societa' umana, ma anche nelle relazioni tra societa' umana e natura" (Aurelio Peccei). Questo testo, che Aurelio Peccei, il fondatore del Club di Roma, scriveva nel 1984, esprime efficacemente l'intento con il quale abbiamo pensato questo convegno. * Il Sessantotto fu una stagione complessa e densa, ricca di contraddizioni ma anche di feconde intuizioni e di slanci generosi. Non possiamo in questa sede affrontare tutti gli aspetti che in qualche misura ad essa si richiamano: dallo sviluppo del movimento delle donne al fiorire del dissenso cattolico, dalle lotte operaie ai movimenti di base che animarono diversi settori della societa'... Di quella stagione vorremmo riprendere in particolare alcuni fili, quelli che negli anni successivi sfociarono nelle lotte nonviolente in diverse aree del mondo, dagli Usa ai paesi dell'Est sotto controllo sovietico, fino a trasformare le relazioni internazionali e a porre all'ordine del giorno alcune questioni che oggi sono diventate cruciali: la questione dell'equita' e della democrazia, del superamento della violenza nelle relazioni interpersonali e internazionali, della ricerca di modelli sostenibili di societa' e di vita, per una convivenza possibile tra esseri umani di diverso genere, eta', formazione, cultura e tra essi e la natura che tutti accoglie e sostiene. Per questo abbiamo inteso rivolgere questa iniziativa in particolare ai giovani degli ultimi anni della scuola superiore e dell'universita', per i quali ci sembra quanto mai importante saper interrogare il passato per cercarvi radici, ragioni e motivi di speranza per l'oggi e per il domani. Il convegno e' organizzato da: Centro Studi Sereno Regis, Mir - Movimento Nonviolento, Acmos, Libera Piemonte, Istituto per l'Ambiente e l'Educazione Schole' Futuro onlus, Associazione Assefa Torino, Centro Interdipartimentale di Studi per la Pace dell'Universita' di Torino, con il patrocinio della Provincia di Torino e della Regione Piemonte, e con il contributo della Compagnia di San Paolo e della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino. * Programma Giovedi' 2 ottobre, Giornata internazionale della nonviolenza, Salone del Gruppo Abele, corso Trapani 95/a, Torino Ore 8,30-11: "Dalla Lettera di don Milani ai cappellani militari, al servizio civile, oggi". - Introduzione al convegno: Nanni Salio, Presidente del Centro Studi Sereno Regis, Torino. - L'obbedienza non e' piu' una virtu'? Obiettare per scegliere (Davide Mattiello, Acmos, Libera Piemonte). - Quando l'obiettore alle armi andava in prigione: il movimento italiano per l'obiezione di coscienza (Sergio Albesano - Movimento Nonviolento - intervista gli avvocati Bruno Segre e Bianca Guidetti Serra. - L'esperienza del servizio civile oggi: un'occasione di nonviolenza (Gaia Serafini, volontaria in servizio civile per il Movimento Internazionale della Riconciliazione). Intervallo Ore 11,15-12,15: Gruppi di confronto e discussione Ore 12,15-13: Restituzione in plenaria * Venerdi' 3 ottobre, ore 17,30, Libreria La Torre di Abele, via Pietro Micca 21, Torino Presentazione del libro di Anna Bravo, A colpi di cuore. Storie del sessantotto, Laterza, 2008. L'autrice ne parla con Elisabetta Donini (Donne in nero, Torino) ed Enrico Peyretti (Movimento Internazionale della Riconciliazione). Coordina Angela Dogliotti Marasso (Centro Studi Sereno Regis). * Sabato 4 ottobre, Salone del Gruppo Abele, corso Trapani 95/a, Torino Ore 9-13: Significati del Sessantotto - Introduzione: movimenti e politica (Giuliano Martignetti, Ecoistituto del Piemonte "Pasquale Cavaliere"). - Democrazia e potere (Marco Revelli, Universita' del Piemonte Orientale). - Violenza e nonviolenza (Anna Bravo, storica, Universita' di Torino). - Una testimonianza a due voci di protagonisti del sessantotto torinese (Maria Teresa Gavazza e Mauro Barrera, insegnanti). Proiezione del documentario di Steve York: Nashville: "We Were Warriors", voce narrante di Ben Kingsley, Usa 2000, durata 32 minuti, sull'origine del movimento per i diritti civili dei neri negli Usa. Ore 15-18,30: Dagli anni Sessanta all'Ottantanove: nuovi movimenti e nuovi paradigmi - Introduzione: Enrico Peyretti, Movimento Internazionale della Riconciliazione. - Che cosa rimane del '68? Un bilancio orgoglioso (Ekkehart Krippendorff, Libera Universita' di Berlino). - Dai diritti civili all'opposizione alla guerra: Martin Luther King (Lidia Maggi, pastora della Chiesa Battista). - A quarant'anni dalla fondazione del Club di Roma: Nonviolenza tra gli uomini e con la natura (Mario Salomone, presidente dell'Istituto per l'Ambiente e l'Educazione Schole' Futuro onlus). - Un'esperienza gandhiana di economia sostenibile: l'Assefa (Elena Camino, Assefa, Universita' di Torino). - Conclusioni: Quarant'anni dopo quali alternative? (Giuliano Martignetti, Ecoistituto del Piemonte "Pasquale Cavaliere"). * Per le scuole: sono disponibili materiali e filmati sulle lotte nonviolente del Novecento da richiedere al Centro Studi Sereno Regis per attivita' da svolgersi anche durante il corso dell'anno scolastico. Per informazioni: e-mail: info at serenoregis.org; sito: www.serenoregis.org 8. RIFLESSIONE. CLARA SERENI: DOMANDE AI MASCHI [Dal quotidiano "L'Unita'" del 13 settembre 2008 col titolo "Domande ai maschi". Clara Sereni, nata a Roma nel 1946, scrittrice tra le maggiori degli ultimi decenni ed intellettuale di forte impegno civile. Tra le opere di Clara Sereni: Sigma Epsilon, Marsilio 1974; Casalinghitudine, Einaudi 1987; Manicomio primavera, Giunti 1989; Il gioco dei regni, Giunti 1993; Eppure, Feltrinelli 1995; Taccuino di un'ultimista, Feltrinelli 1998] In prima battuta mi sono chiesta: ma la voce delle donne, che fine ha fatto? Possibile che le donne non abbiano niente di nuovo da dire sulla prostituzione, sull'uso sempre piu' spregiudicato, proprietario e violento dei corpi, sull'idea di rinchiuderli dentro case che saranno prigioni e lager? Siccome non sono i nostri, e visto che a parlare sembra restino soltanto le brave mogli e brave madri e buone figlie, quelle che hanno vergogna di vedere e preferiscono non sapere, sui corpi venduti e comprati non abbiamo piu' parole? Siamo talmente affaticate dal vivere che ogni repressione ed emarginazione ci passa sopra senza commenti che non siano di bandiera? Siamo cosi' impaurite dal nostro retrocedere? Cosi' intimorite che - a parte le donne presenti nelle unita' di strada finche' non le sopprimono - non ci poniamo piu' il problema di come relazionarci con chi vive condizioni di massima emarginazione, quando non di vera e propria schiavitu'? Non ho trovato la risposta, ma un'altra domanda mi si e' affacciata subito dopo: ma gli uomini, hanno qualcosa da dire? Si pongono il problema di dire qualcosa? Negli ambienti che frequento vige ancora - fortunatamente - qualche tabu': dire che le donne sono tutte puttane non sta bene, e anche l'inevitabilita' del mestiere piu' antico del mondo non trova buona stampa. Qualcuno certamente pensa ambedue le cose, ma si perita di dirlo e questo lo considero, alla fin fine, un bene. E pero'... Fra le persone che conosco, mai ne fosse capitato uno che ammetta di dirsi cliente. Al piu' ho sentito dire, da qualcuno abbastanza attempato e in imbarazzo, che bisogna pur provvedere alle pulsioni sessuali degli immigrati senza relazioni e senza amori: e senza soldi, aggiungo io, in mancanza dei quali incrementare l'afflusso dei clienti e' piuttosto improbabile. Da quel punto di vista, la prostituzione sarebbe tutto un fatto di emarginazione, da una parte e dall'altra, e chiusa li'. Da un giovane, invece, ho sentito raccontare della rinnovata frequenza e passione per i "puttan tour", quei giocosi assembramenti maschili, generalmente automuniti, in cui si va a sparare con le pistole ad acqua o se ne tira a secchiate, preferibilmente d'inverno, alle prostitute che cosi' si congelano meglio. A me, attonita, che chiedevo un perche', una ragione, e' stato risposto: "E' divertente...", e il discorso si e' incagliato, senza possibilita' di riprenderlo in modo minimamente problematico. Giovani e meno giovani, mai un discorso che valga la pena ascoltare su come gli uomini vivono la propria sessualita'. Su come si relazionano, oggi, con le donne, che siano le loro compagne o altre. E invece vorrei sentir confessare e discutere, per esempio, questo bisogno maschile inesausto, anzi evidentemente in crescita, di comperare corpi - giovani piu' che si puo', femminili in prevalenza ma poi anche maschili e transgender. Ci hanno detto che dipende dal ruolo maschile ormai pencolante, che li porta anche a picchiarle e ucciderle, le donne. E questa spiegazione sembra aver chiuso ogni altro discorso, ogni ulteriore problematizzazione. E cosi', se la prostituzione innegabilmente aumenta, la reazione e' come per la grandine: succede, la manda il cielo, ci sono le mutazioni climatiche, che c'entro io? L'ho gia' scritto, sono stufa di partecipare a manifestazioni a sostegno delle donne brutalizzate, vendute e comprate, ammazzate. I maschi devono trovare il coraggio di mettersi in gioco, di parlare. Non solo per dire: non nel mio giardino, non davanti a me, non davanti ai miei figli povere creature innocenti. I maschi devono interrogarsi a fondo sulla dicotomia donna (puttana) - madonna che sembra essersi di nuovo impadronita del sentire comune, e che dilaga nei nostri figli. I maschi devono dire "io", e da li' partire per ragionare, per capire, e solo dopo, molto dopo, per decidere ed eventualmente legiferare. I maschi devono almeno cominciare a rendere conto alle donne di quel che pensano, di quel che fanno. Di come crescono e di come regrediscono. Una domanda, ancora. L'educazione sessuale nelle scuole e' cosa che neanche si nomina piu'. Il presidente Napolitano ha apprezzato i nuovi programmi di educazione alla Costituzione. Chiedo: ma quale educazione alla Costituzione si potra' mai impartire, se mancano i minimi presupposti di vita civile, quelli che segnano i rapporti fra i generi? Il nuovo fascismo non e' solo nelle affermazioni storicamente assai disinvolte di sindaci e ministri della Repubblica, o nelle singole aggressioni a migranti e diversi. Il fascismo e' anche qui, nei nostri "maschi alfa" che da sempre e di nuovo si sentono liberi da ogni vincolo di coscienza e rispetto, anche nei confronti di se stessi. Abbiamo un gran bisogno di antifascismo in piazza, e bene ha fatto ad esempio la Cgil ad impegnarsi in tal senso, ma bisognerebbe cominciare a chiarire cosa significhi anti-fascismo fra le lenzuola, domestiche e non. Non certo dalla ministra all'Istruzione, che mi appare in tutt'altre faccende repressive affaccendata, ma da qualcuno (maschio) vorrei proprio cominciare ad avere qualche risposta. 9. LUTTI. MICHAEL BAXANDALL [Dal quotidiano "Il manifesto" del 27 agosto 2008 col titolo "La scomparsa dello storico dell'arte Michael Baxandall" Critico e storico dell'arte, Michael Baxandall si e' spento ieri a Londra, all'eta' di settantacinque anni. Studioso della pittura del Quattrocento - e non solo - Baxandall si era perfezionato all'Universita' di Pavia, diventando in seguito ricercatore del Warburg Institute e assistente di Ernst Gombrich. Molti fra i suoi lavori - pubblicati in Italia da Einaudi - sono considerati dei piccoli classici del genere. Da Ombre e lumi (2003), studio sul sistema delle ombre e sulla percezione della luce, a Forme dell'intenzione (2000), un'indagine sui fondamenti e i limiti della critica. Di particolare rilievo anche il volume, edito da Jaca Book, intitolato Giotto e gli umanisti, dove Baxandall studia l'influenza esercitata dal latino neoclassico e neociceroniano su un modo di parlare, scrivere e pensare riguardo alle opere d'arte proprio dell'Alberti, di Petrarca e Boccaccio. 10. LUTTI. ILHAN BERK [Dal quotidiano "Il manifesto" del 30 agosto 2008 col titolo "L'ultima nota di Ilhan Berk, poeta e traduttore di Rimbaud"] Figura di riferimento per la poesia turca contemporanea, Ilhan Berk e' scomparso nella notte tra giovedi' e venerdi' nella citta' di Boudrum, sulla costa mediterranea della Turchia. Berk aveva novantadue anni e, dopo gli esordi sulla rivista "Uyanis", si era affermato con le raccolte poetiche Kul, che nel 1979 vinse il Turkish Language Association Award, e Istanbul Kitabi, che gli valse il premio Behcet Necatigil. Nato a Manisa il 18 novembre 1916, Berk si era specializzato in lingua e letteratura francese all'Universita' Gazi di Ankara. Apprezzato traduttore di Rimbaud e Ezra Pound, Berk aveva a poco a poco mutato le fonti di ispirazione della propria poesia, passando dall'adesione ai canoni del realismo socialista, a una visione quasi epica della vita. Forti, tra le altre cose, il richiamo nei suoi versi alla mitologia classica e alla storia delle citta' di Istambul e Ankara. 11. LUTTI. CYPRIAN EKWENSI [Dal quotidiano "Il manifesto" del 25 gennaio 2008, col titolo "La morte del nigeriano Cyprian Ekwensi"] Lo scrittore Cyprian Ekwensi, uno dei maggiori autori nigeriani in lingua inglese, e' morto nei giorni scorsi. La notizia della scomparsa e' stata resa nota dal quotidiano londinese "The Guardian". Con i connazionali Achebe e il premio Nobel Wole Soyinka, Ekwensi faceva parte dei giganti della cosiddetta nuova letteratura africana. Il capolavoro di Ekwensi e' Jagua Nana (1961), tradotto in Italia dalle Edizioni Lavoro, un romanzo sulla corruzione dell'elite nigeriana dopo la conquista dell'indipendenza. 12. LUTTI. AHMED FARAZ [Dal quotidiano "Il manifesto" del 28 agosto 2008 col titolo "La scomparsa dello scrittore pachistano Ahmed Faraz"] Scrittore e poeta pachistano tra i piu' considerati, noto anche all'estero per le posizioni critiche che gli costarono l'esilio durante il regime il regime del generale Zia-ul-Haq, Ahmed Faraz si e' spento lunedi' scorso, all'eta' di settantasette anni. Nato a Nowshera nel febbraio del 1931, Faraz ha scritto tutta la sua opera in urdu, affermandosi gia' negli anni Cinquanta come una delle figure guida del panorama intellettuale del paese. Paragonato a un grande innovatore come Mohammad Iqbal, Faraz studio' a lungo il persiano all'universita' di Peshawar. Il suo primo lavoro fu come autore di testi per la radio. Se a inizio carriera si presentava ricca di versi romantici tradizionali, l'opera lirica di Faraz si e' pero' costantemente evoluta arrivando a dedicare spazio sempre maggiore alla questione del rinnovamento dei costumi sociali e civili del paese. 13. LUTTI. ROBERT GIROUX [Dal quotidiano "Il manifesto" del 7 settembre 2008 col titolo "Se ne va Robert Giroux, pubblico' tutta l'opera di T. S. Eliot"] Amico di T. S. Eliot e di Susan Sontag, scopritore di alcuni fra i piu' noti scrittori americani (come Bernard Malamud, di cui curo' personalmente l'opera), Robert Giroux - morto venerdi' novantaquattrenne in una residenza assistita di Tinton Falls, nel New Jersey - e' stato un protagonista dell'editoria mondiale del XX secolo, legando il suo nome a una delle piu' prestigiose case editrici statunitensi, la Farrar, Straus and Giroux. Conosciuto nell'industria editoriale per la sua discrezione e il suo raffinato gusto estetico, Giroux inizio' la carriera nel 1940 come editor di Harcourt, Brace and Company. Nel 1955 si trasferi' da Farrar and Straus, portandosi dietro diversi scrittori (tra cui Flannery O'Connor, Malamud e Eliot), e divento' socio della casa editrice nel 1964. In sessant'anni di pubblicazioni, Giroux curo' le edizioni di grandi nomi della letteratura come Isaac Singer, Derek Walcott, Seamus Heaney. 14. LUTTI. IDOLINA LANDOLFI [Dal quotidiano "Il manifesto" del 27 giugno 2008 col titolo "Addii. La morte di Idolina Landolfi, critica e traduttrice"] Scrittrice e traduttrice dal francese e dall'inglese di testi narrativi e saggistici, Idolina Landolfi viveva tra l'Italia e Parigi, collaborando come critica letteraria agli inserti culturali di vari quotidiani e settimanali, tra cui "Alias" e "Le Monde Diplomatique". Alcuni dei suoi racconti e dei suoi articoli sono stati pubblicati su ´"Paragone", "Panta", "Nuovi Argomenti", "Il Ponte", "Poesia". Tra i suoi libri, le raccolte di racconti Sotto altra stella (Campanotto 1996), Scemo d'amore (Empiria 1999), Matracci e storte (Graus, 2004). Aveva scritto anche un romanzo per ragazzi, I litosauri (Laterza 1999). Da piu' di vent'anni si occupava delle opere del padre, Tommaso, ripubblicandone le opere, che dotava di apparati critici e note. A Tommaso Landolfi aveva inoltre dedicato una serie di saggi. 15. LUTTI. LEONARD MEYER [Dal quotidiano "Il manifesto" del 3 gennaio 2008, col titolo "Le ultime note di Leonard Meyer"] Nel 1956, quando diede alle stampe la sua tesi di dottorato, Leonard B. Meyer tutto si sarebbe aspettato fuorche' diventasse un piccolo classico negli studi musicologici. Tradotto in svariate lingue, fra cui l'italiano, Emozione e significato nella musica rimane tuttora uno dei testi accademici piu' significativi nel campo della percezione musicale, oltre che un punto di riferimento nell'ambito della psicologia della musica. Nel corso degli anni, Meyer si era progressivamente dedicato allo studio della struttura del ritmo e alle intersezioni fra teoria musicale ed estetica. Meyer, che aveva iniziato i suoi studi con Curt Sachs, Stephan Wolpe e Aaron Copland, dal 1975 dirigeva il Center for Advanced Studies alla Wesleyan University. Professore all'universita' di Chicago, studioso di psicologia della Gestalt, Meyer e' scomparso ieri, nella sua casa di New York, all'eta' di ottantanove anni. Fra i suoi libri piu' noti figurano Emozione e significato nella musica (Il Mulino, 1992), Sul riascoltare musica (Milella, 1995) oltre ai saggi raccolti nella storica antologia, curata da Umberto Eco, Estetica e teoria dell'informazione. edita da Bompiani nel 1972. 16. LUTTI. CARLO RIVOLTA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 27 giugno 2008 col titolo "Ricordi. Se ne va con Carlo Rivolta la voce dei presocratici"] Per decenni la voce della filosofia, l'attore Carlo Rivolta e' morto sabato 21 giugno nella Lodi in cui era nato nel 1944. Proponeva soprattutto i dialoghi di Platone e il suo volto era finito tre anni fa sulle prime pagine dei quotidiani perche' si era rifiutato di recitare l'Apologia di Socrate - gia' tante volte declamata nelle commemorazioni per il giudice Falcone - di fronte ad un pubblico che festeggiava l'assoluzione di un odierno sofista. Contro la malattia che lo aveva colpito aveva combattuto restando fino all'ultimo sulla scena: due settimane fa interpreto' l'ultima orazione di Savonarola e qualche giorno prima, in un Duomo di Milano gremito, aveva letto Qohelet, alternandosi al commento di Ravasi. La ricerca drammaturgica di Rivolta, a cui dava un prezioso contributo la sua compagna Nuvola De Capua, si confrontava con i testi fondativi della nostra cultura: passava dalla Bibbia a allestire spettacoli tratti da testi come il processo a Galileo, o il Manifesto di Marx ed Engels, oppure sceglieva il tema della guerra e della pace usando le parole di Gandhi e di Einstein. Attraverso la voce dei poeti, da Leopardi a Montale, a Caproni, Rivolta coinvolgeva il pubblico nell'interrogazione filosofico-religiosa sulla condizione umana. Negli ultimi anni si era dedicato, con la passione di sempre, alla letteratura italiana del Novecento, attratto dalle ibridazioni linguistiche di Carlo Emilio Gadda o dalle narrazioni di Primo Levi, di cui aveva letto dei brani al Festival della letteratura di Mantova dello scorso anno. 17. LUTTI. JOHN RUSSELL [Dal quotidiano "Il manifesto" del 26 agosto 2008 col titolo "La scomparsa dell'inglese John Russell. Una lezione di critica e stile"] E' scomparso ieri, all'eta' di ottantanove anni, il critico inglese John Russell. Figura chiave per l'arte britannica del secondo Novecento, Russell era noto soprattutto per le sue recensioni pubblicate dal "Sunday Times" di Londra e dal "New York Times". Autore di monografie importanti su Georges Seurat, Francis Bacon, Henry Moore e Max Ernst, fin dal 1950 Russell si era dimostrato attento nel promuovere e mettere in luce nuovi talenti. Suoi alcuni fra i primi e piu' importanti articoli dedicati a Francis Bacon, Lucian Freud, Howard Hodgkin, R. B. Kitaj e Bridget Riley, artisti di cui divenne il principale "protettore" organizzando mostre e firmando presentazioni e cataloghi. Rispettato e temuto nel mondo dell'arte per la sua verve e, al tempo stesso, per il suo stile raffinato, Russell viveva a New York dalla meta' degli anni Settanta. Si era infatti trasferito a Manhattan dopo essere stato nominato redattore del "New York Times". Gli interessi di Russell non si limitavano alle arti plastiche. Viaggiatore instancabile, ha firmato alcuni intensi libri di viaggio e, soprattutto, alcuni testi dedicati a un'altra fra le sue passioni, la musica lirica. Grande successo hanno ottenuto le antologie dei suoi scritti giornalistici, pubblicate col titolo Reading Russell e un sottotitolo quanto mai esplicativo: Ideas, Literature, Art, Theater, Music, Places and Persons. 18. LIBRI. SALVO FALLICA PRESENTA "DALL'ALBERO AL LABIRINTO" DI UMBERTO ECO [Dal quotidiano "L'Unita'" del 15 settembre 2008 col titolo "Un viaggio nelle filosofie del linguaggio. Umberto Eco tra Aristotele e pensiero debole"] Umberto Eco, Dall'albero al labirinto, pp. 636, euro 25, Bompiani, Milano 2008. * Un affascinante viaggio, profondo, raffinato e colto, nella storia del pensiero. Una storia delle filosofie del segno e dell'interpretazione, strutturata con originalita' metodologica ed epistemologica. Una analisi teoretica e linguistica che scava nei meandri piu' complessi delle strutture teoriche interpretative, sulle connessioni fra segni e significati. Sono questi alcuni dei tratti piu' importanti del libro di Umberto Eco, Dall'albero al labirinto, edito da Bompiani. Degli studi storici sul segno e l'interpretazione, che diventano riflessioni critiche ed analitiche su questioni fondamentali della storia del pensiero. Eco ha messo assieme questi suoi testi, e ne e' venuto fuori un contributo autorevole ad una storia delle "varie filosofie del linguaggio, o dei linguaggi". Dal Cratilo al pensiero debole, Eco elabora e struttura delle analisi che riescono a cogliere l'essenza concettuale degli argomenti ed a proporre ricostruzioni critiche originali ed innovative. In alcuni casi parte da argomenti che appaiono come dimensioni periferiche della storia della filosofia e che invece sono punti nodali per la comprensione di problematiche complesse di filosofia teoretica. E cosi' le metafore dell'albero e del labirinto diventano strumenti logico-metodologici di comprensione e di interpretazione di diversi modelli di conoscenza e di organizzazione del sapere. "In questo labirinto, che si presenta non piu' come ripartizione logica ma come congerie retorica di nozioni e argomenti raccolti in loci, invenire non significa piu' trovare qualcosa che gia' si conosceva, riposto nel suo luogo deputato, per usarlo a fini argomentativi, ma veramente scoprire qualcosa, o la relazione tra due o piu' cose, di cui non si sapeva ancora". "Non c'e' piu' Grande Catena dell'Essere ma ogni suddivisione sara' sempre contestuale e diretta a un fine circostanziato". Ed ancora, dagli studi sulle tecniche medievali di falsificazione, a un excursus sulla storia dell'ars combinatoria da Lullo a Pico della Mirandola, Eco riesce a fare luce su aspetti noti e meno noti delle problematiche filosofiche, legando il tutto con il filo rosso della filosofia dei linguaggi. Suggestivo ed interessante e' anche lo studio sulla semiotica implicita nei Promessi sposi: la dimostrazione di come la letteratura con i suoi molteplici livelli interpretativi sia dimensione di meditazione filosofica, di ermeneutica. 19. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 20. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 580 del 16 settembre 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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