Coi piedi per terra. 124



===================
COI PIEDI PER TERRA
===================
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 124 dell'8 settembre 2008

In questo numero:
1. Antonella Litta: Con la forza della legalita' costituzionale occorre
fermare la centrale a carbone di Tor Valdaliga Nord a Civitavecchia,
un'opera illegale, nociva e distruttiva
2. Salviamo il Bulicame
3. Anche la sottosegretaria al Turismo riconosce e dichiara
l'irragionevolezza e l'impossibilita' del mega-aeroporto a Viterbo
4. 21 semplici ragioni per cui il devastante mega-aeroporto a Viterbo non
puo' e non deve essere realizzato
5. Una lettera aperta all'Assessore all'Ambiente della Regione Lazio del 3
settembre 2008
6. Ampliato il sito www.coipiediperterra.org
7. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo

1. EDITORIALE. ANTONELLA LITTA: CON LA FORZA DELLA LEGALITA' COSTITUZIONALE
OCCORRE FERMARE LA CENTRALE A CARBONE DI TOR VALDALIGA NORD A CIVITAVECCHIA,
UN'OPERA ILLEGALE, NOCIVA E DISTRUTTIVA
[Ringraziamo Antonella Litta (per contatti: antonella.litta at libero.it) per
questo intervento.
Antonella Litta e' la portavoce del Comitato che si oppone alla
realizzazione dell'aeroporto a Viterbo; svolge l'attivita' di medico di
medicina generale a Nepi (in provincia di Viterbo). E' specialista in
Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica
presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione
di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani
sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato
sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11,
pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per
l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia).
Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale
ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni
medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi
africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di
programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato
"Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla
legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente]

Il progetto dell'Enel di riconvertire a carbone la centrale di Torre
Valdaliga Nord a Civitavecchia oltre che dannoso per la salute e l'ambiente
presenta evidenti aspetti di violazione di quanto sancito dalla Costituzione
della Repubblica Italiana.
La centrale di Tor Valdaliga Nord, insieme a quella di Tor Valdaliga Sud e a
quella di Fiumaretta (spenta nel 1990) sempre a Civitavecchia, e a quella di
Montalto di Castro nel viterbese, costituisce da decenni il polo energetico
piu' grande d'Europa. In un comprensorio territoriale molto piccolo (le
centrali sono distanti meno di 25 km l'una dall'altra) vengono prodotti
dalla combustione di olio, gas e gasolio circa 7.240 megawatt. Una servitu'
che nel corso di quasi mezzo secolo di storia energetica italiana, ha gia'
avuto gravissime ripercussioni per l'ambiente e per la salute delle persone.
La centrale di Tor Valdaliga Nord una volta riconvertita brucera' ogni anno
circa 3 milioni e 900 mila tonnellate di carbone, il piu' dannoso ed
inquinante tra i combustibili fossili.
La propaganda dell'Enel sostiene che l'inquinamento prodotto sara' minimo e
costantemente sotto controllo, e che una volta realizzata la centrale sara'
fonte di occupazione e sviluppo economico, e portera' anche notevoli
"compensazioni" (una monetizzazione del danno e del rischio ambientale) alle
casse delle amministrazioni locali.
Questa riconversione della centrale ha incontrato subito la forte, decisa e
motivata opposizione dei cittadini residenti nei comuni interessati e
limitrofi, e all'inizio anche quella delle istituzioni locali, in
particolare dei Comuni della zona, del Comune di Roma, delle Province di
Roma e Viterbo, e della Regione Lazio, alcune delle quali poi hanno invece
scelto una linea sempre piu' ambigua e cedevole alle pressioni dell'ente
elettrico, decidendo infine di accettare le compensazioni promesse in cambio
della sottoscrizione di un documento di collaborazione con l'Enel: in
sostanza esprimendo un'accettazione della messa in funzione dell'impianto
sul territorio.
La vicenda della centrale di Tor Valdaliga Nord e' una delle tante vicende
italiane che s'inscrivono purtroppo in quella strategia politica ed
economica che pur di fare affari e generare profitti non esita ad aggredire
e distruggere salute, ambiente, tradizioni, cultura e finanche floride
economie locali preesistenti.
Ma questa politica di rapacita' e di devastazione, di danno ambientale e
sanitario, di aggressione ai beni comuni e ai diritti delle persone e delle
comunta' locali, e' compatibile con la legislazione italiana, o e' invece
illegale e criminale?
Analizziamo cio' che sta accadendo mettendolo a confronto con la
Costituzione della Repubblica Italiana, fondamento del nostro ordinamento
giuridico.
*
La Costituzione della nostra Repubblica e' la carta fondante i diritti e i
doveri dell'intera comunita' nazionale; definisce l'ordinamento
istituzionale, il quadro normativo, le funzioni della pubblica
amministrazione; e' la legge a cui tutte le altre leggi sono subordinate.
Ed ogni intervento politico, economico e sociale dovrebbe svilupparsi nel
pieno rispetto del suo dettato, ma evidentemente troppo spesso non e' cosi'.
Sicuramente non e' cosi' nel caso della centrale di Tor Valdaliga Nord, la
cui riconversione a carbone e' in palese violazione di alcuni importanti
articoli costituzionali.
Art. 1 della Costituzione: "L'Italia e' una Repubblica democratica, fondata
sul lavoro. La sovranita' appartiene al popolo, che la esercita nelle forme
e nei limiti della Costituzione".
Art. 3 della Costituzione: "... E' compito della Repubblica rimuovere gli
ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la liberta'
e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona
umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione
politica, economica e sociale del Paese".
Art. 4 della Costituzione: "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il
diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo
diritto".
Art. 35 della Costituzione: "La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue
forme ed applicazioni".
E' evidente come  nel caso della centrale di Tor Valdaliga Nord la
sovranita' e la partecipazione del popolo, in questo caso delle popolazioni
locali, in merito alla decisione riguardante lo sviluppo sociale ed
economico del proprio territorio, sia rimasta inascoltata e sia stata
negata, come il diritto al lavoro e alla sua tutela.
I gas nocivi e velenosi e le sostanze inquinanti che usciranno dai camini
della centrale si riverseranno nell'ambiente, e questo provochera' una danno
enorme all'economia locale con perdita di posti di lavoro e forte
compromissione delle reali vocazioni economiche locali, incentrate
sull'agricoltura di prodotti di eccellenza, la pesca, il turismo. Ne
consegue la negazione del diritto ad un lavoro dignitoso e sicuro. E' a
questo proposito c'e' purtroppo anche da registrare la morte di due giovani
operai, Michele Cozzolino e Ivan Ciffary, morti avvenute proprio nel
cantiere Enel. Due morti che si aggiungono al lungo elenco di lavoratori che
muoiono o che subiscono gravi infortuni proprio a causa della non attuazione
del diritto a un lavoro dignitoso e sicuro.
*
Art. 9 della Costituzione: "La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura
e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio
storico e artistico della nazione".
Il territorio che subirebbe il danno dall'accensione di questa centrale a
carbone e' un territorio di grande ricchezza dal punto di vista
paesaggistico, naturalistico, turistico, artistico, archeologico.
Le necropoli etrusche di Tarquinia e Cerveteri sono state dichiarate
patrimonio dell'umanita' dall'Unesco. Tutta la fascia costiera che va da
Civitavecchia sino a Montalto di Castro e' di grande importanza per lo
studio di insediamenti etruschi ancora oggi oggetto di ricerca come
dimostrato dalla ricca documentazione presente negli archivi della
Soprintendenza ai Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale.
In questo particolare ed unico territorio e' presente anche la Riserva del
Borgo e delle Saline di Tarquinia, istituita nel 1980. Questa area,
designata come Sic (Sito d'importanza comunitaria) e Zps (Zona a protezione
speciale), si estende per circa 170 ettari lungo il litorale di Tarquinia.
L'istituzione della Riserva ha consentito la protezione di un ambiente  di
particolare e suggestiva bellezza, con  una speciale attenzione alla
conservazione degli uccelli tipici delle lagune costiere. Di recente in
questa area e' stato recuperato il borgo ottocentesco dove abitavano gli
operai addetti alle saline ed e' stato realizzato il primo centro
ittiogenico d'Italia. Un grande laboratorio e centro di ricerca
universitario a cielo aperto. Qui infatti vengono studiati, allevati e
riprodotti pesci e crostacei per il ripopolamento della fauna marina. Questo
centro unico per tipo di studi e ricerche e' gestito dal Dipartimento di
ecologia e sviluppo economico sostenibile (Decos) dell'Universita' della
Tuscia. Per questo progetto di recupero e riqualificazione, di grande
rilievo naturalistico e scientifico, sono stati spesi 5.700.000 euro,
finanziati dall'Unione Europea e da altre istituzioni.
La centrale a caarbone di Tor Valdaliga Nord impatterebbe su tutto cio' in
modo devastante.
Risulta lampante alla luce delle peculiari caratteristiche di questo
territorio la negazione del diritto costituzionale che impone la
salvaguardia e la tutela del patrimonio storico-artistico nazionale.
*
Art. 32 della Costituzione: "La Repubblica tutela la salute come
fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettivita', e
garantisce cure gratuite agli indigenti".
La centrale di Tor Valdaliga Nord, come si legge dai dati estratti dalla
relazione Ctu del Collegio peritale di Civitavecchia, brucera' quasi 4
milioni di tonnellate di carbone l'anno, emettera' ogni anno oltre 10
milioni di tonnellate di CO2 (anidride carbonica), migliaia di tonnellate di
gas pericolosi, in particolare ossidi di zolfo e ossidi di azoto, e oltre
700 tonnellate tra polveri fini, ultrafini e metalli pesanti, in particolare
mercurio, arsenico, cadmio, nichel e radionuclidi generati dalla presenza di
radon nel carbone. Questi gas, metalli pesanti e polveri fini e ultrafini
del diametro del micron (PM10, PM5, PM 2.5) sono oltremodo dannosi per
l'ambiente e la salute. Essi infatti si accumulano nel terreno, nell'aria,
nelle acque, nel mare, nella flora, nella fauna, entrando cosi' nella catena
alimentare. Sono trasportati dai venti anche a centinaia di chilometri di
distanza dalla centrale. Essi penetrano attraverso tutte le barriere e
membrane organiche - compresi i nervi cranici, la barriera ematocerebrale,
la placenta, gli endoteli, le membrane plasmatiche, raggiungendo i nuclei
cellulari col proprio carico di metalli pesanti ed altri fattori
cancerogeni, interferendo cosi' con i sistemi di riparazione del Dna e con i
meccanismi dell'espressione genica.
Studi scientifici condotti mostrano l'evidente correlazione tra
l'esposizione alle polveri sottili ed ultrasottili e l'aumento dei ricoveri
ospedalieri, della mortalita', delle malattie respiratorie, delle malattie
cronico-degenerative (Alzheimer, Sclerosi laterale amiotrofica, Sclerosi
multipla), delle malattie endocrine, delle malattie neoplastiche e del
sistema cardiovascolare.
Recentissimi studi  mostrano anche come gli idrocarburi policiclici
aromatici (Ipa), derivanti sempre dalla combustione del carbone, oltre ad
avere un'azione mutagena e oncogenica, interferiscono negativamente nella
riproduzione e nello sviluppo fetale durante la gravidanze di donne esposte.
La centrale di Tor Valdaliga Nord, inoltre, non brucera' "carbone pulito"
come si affanna a propagandare l'Enel, in quanto non e' possibile evitare la
produzione e l'immissione in aria e mare di inquinanti tossici. In una sola
parola la tecnica denominata "ciclo combinato di gasificazione integrata del
carbone" (Igcc) e' ancora in fase di studio e pertanto non verra' ne' potra'
essere utilizzata nella centrale di Tor Valdaliga Nord. Inoltre queste nuove
tecnologie portano soltanto ad un incremento dell'efficienza degli impianti
e solo a parziali riduzioni di alcune emissioni e non risolvono il problema
legato alle polveri fini ed ultrafini (PM2.5 e PM 5), ai metalli pesanti e
agli isotopi radioattivi che vengono formati e sprigionati dalla combustione
del carbone. Neanche la dotazioni di sistemi di filtraggio sempre piu'
selettivi risolve questo problema, infatti proprio a causa della presenza di
questi filtri piu' selettivi vengono aumentate le emissioni delle polveri
ultrafini. Questo fenomeno si realizza in quanto le polveri di dimensioni
piu' grandi (PM 10) vengono rilasciate in quantita' enormi quando non sono
filtrate legando alla loro superficie le polveri ultrafini. Quando invece il
PM 10 viene bloccato da questi filtri piu' innovativi si riduce l'adesione
delle polveri di piu' piccolo calibro che cosi' vengono liberate nell'aria
in quantita' maggiori.
*
Se mai la centrale dovesse entrare in funzione (ed e' necessario e doveroso
l'impegno di tutte le persone di volonta' buona e di tutte le istituzioni
fedeli alla legalita' costituzionale, allo stato di diritto, all'ordinamento
giuridico democratico) essa andrebbe ad aumentare il danno alla salute e
all'ambiente in un territorio gia' ferito e sofferente.
L'area di Civitavecchia infatti presenta numerose criticita' dal punto di
vista ambientale: oltre alle centrali elettriche e' sede di uno dei porti
crocieristici piu' importanti del Mediterraneo, il che significa un presenza
continua di grandi navi alimentate a gasolio; vi sono inoltre una serie di
attivita' industriali, la presenza di elettrodotti che sviluppano intensi
campi elettromagnetici, un intenso traffico veicolare su gomma.
In  questa piccola area ristretta gravano da decenni molteplici fattori
d'inquinamento, e per questo motivo  sono stati avviati, gia' dagli anni
'80, numerosi studi sullo stato della salute dei residenti.
Le centrali di Civitavecchia Tor Valdaliga Nord e Tor Valdaliga Sud hanno
ultimato solo nel 1999 gli interventi di "ambientalizzazione" per adeguarsi
alle normative di restrizione circa le emissioni inquinanti in atmosfera.
Nel 1996 un'analisi dell'Osservatorio Epidemiologico Regionale metteva in
evidenza come nel  triennio 1990/1992 l'area di Civitavecchia (comprensiva
dei comuni di Tolfa, Allumiere e Santa Marinella) detenesse il triste
primato della piu' alta mortalita' per tumore polmonare ed occupasse il
secondo posto per mortalita' neoplastica in generale nella regione Lazio.
Ulteriori studi hanno confermato queste osservazioni.
Uno studio pubblicato sulla rivista "Epidemiologia e prevenzione"
nell'ottobre del 2006  evidenzia l'eccesso di casi di tumore polmonare e
pleurico, asma bronchiale, insieme ad un incremento dei casi di
insufficienza cronica renale.
E' quindi evidente, e gli studi e i dati scientifici lo confermano, che la
popolazione del luogo, che da piu' di 40 anni gia' subisce la servitu'
energetica dovuta all'essere il polo energetico piu' grande d'Europa, ha
gia' pagato e paga un enorme tributo in termini di malattie e morte.
*
Mettere in attivita' la centrale a carbone di Tor Valdaliga Nord significa
non tener conto di questa situazione ed aggiungere ulteriori fattori di
rischio e danno alla salute delle persone e in particolare a quella dei
bambini. La scelta piu' opportuna sarebbe invece un esame attento e
dettagliato dello stato di salute dell'ambiente e dei residenti insieme
all'avvio di pratiche di risanamento ed  eventuale decontaminazione.
Le istituzioni Regione, Provincia di Roma e Viterbo e i Comuni dell'Alto
Lazio dovrebbero avviare immediatamente queste indagini e decidere insieme
ai cittadini del futuro e della salute delle persone e del proprio
territorio.
E' il rispetto dell'art. 32 della Costituzione della Repubblica Italiana che
afferma, che impone questo e solo questo comportamento a chi per delega dei
cittadini li rappresenta nelle istituzioni.
Il rispetto di questo fondamentale articolo della nostra Costituzione non
puo' essere barattato con alcuna, anche se milionaria, cosiddetta
"compensazione" economica da parte dell'Enel. Nessuna decisione politica o
amministrativa puo' violare il rispetto della persona umana nei suoi
fondamentali diritti, a cominciare da quello alla salute e a vivere in un
ambiente sano.
*
Art. 41 della Costituzione: "L'iniziativa economica privata e' libera. Non
puo' svolgersi in contrasto con l'utilita' sociale o in modo da recare danno
alla sicurezza, alla liberta', alla dignita' umana. La legge determina i
programmi e i controlli opportuni perche' l'attivita' economica pubblica e
privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali".
La scelta di riconvertire a carbone la centrale di Tor Valdaliga Nord e' in
contrasto con questo articolo costituzionale, e trova motivazione solo
nell'ottica di un maggior guadagno per l'Enel, in quanto il carbone e' tra i
combustibili fossili quello che sicuramente costa meno ma e' anche quello
che inquina e danneggia di piu' salute e ambiente, inoltre e' il
combustibile fossile con il piu' elevato coefficiente di produzione di CO2
(anidride carbonica).
*
La scelta dell'Enel a favore del carbone oltre che dannosa per la salute e
l'ambiente e' in netto contrasto con le direttive del protocollo di Kyoto
che impongono scelte energetiche tali da ridurre del 20% le emissioni di CO2
entro il 2020 in quanto l'incremento dei gas serra e in particolare della
CO2 e' il principale responsabile del surriscaldamento climatico; un
fenomeno che gia' sta danneggiando il nostro pianeta, e che minaccia la vita
stessa delle specie vegetali, animali e di quella umana. L'enorme
quantitativo di anidride carbonica emessa dalla centrale andra' in
particolare a peggiorare la gia' difficile e insalubre qualita' dell'aria
del Lazio e in particolare della Tuscia.
La riconversione della centrale di Tor Valdaliga Nord non e' quindi
assolutamente conciliabile con gli impegni di riduzione delle emissioni
inquinanti, e sottoporra' l'Italia in ambito comunitario a procedimenti di
infrazione e al pagamento di costosissime multe dell'ordine di milioni di
euro che saranno presi come al solito dalle tasche dei contribuenti
italiani.
*
E' quindi una iniziativa economica che rappresenta un attentato
all'ambiente, alla salute, alla sicurezza, alla dignita' umana. e che
provochera' nocumento all'intera comunita' nazionale.
Una scelta economico-energetica dannosa, vecchia e superata: insensata.
L'Italia continua ad investire nel carbone mentre avrebbe a disposizione
scienziati, tecnologie ed imprenditoria capace di produrre energia pulita
dalle fonti rinnovabili e non inquinanti come il sole e il vento.
L'energia da fonti rinnovabili insieme ad una sana politica di risparmio
energetico sarebbero la soluzione piu' giusta e sana, e cosi' si metterebbe
fine nel concreto alle tante inutili discussioni e irragionevoli proclami
sulla presunta (e in verita' fasulla) "necessita'" delle centrali nucleari,
che tra l'altro si stanno dismettendo in tutto il mondo.
La riconversione a carbone della centrale di Tor Valdaliga Nord e' quindi
una iniziativa economica dell'Enel che mai avrebbe dovuto e potuto essere
avviata se fosse stato rispettato il dettato costituzionale.
*
Art. 97 della Costituzione: "I pubblici uffici sono organizzati secondo
disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e la
imparzialita' dell'amministrazione".
Nel caso del progetto in questione se i pubblici uffici competenti avessero
predisposto in maniera opportuna, adeguata, efficace, complessiva,
esaustiva, la Valutazione di Impatto Ambientale (Via), la Valutazione
Ambientale Strategica (Vas), la Valutazione dell'Impatto sulla Salute (Vis),
anche alla luce del principio di precauzione e con il corretto monitoraggio
per la rilevazione di fattori d'inquinamento gia' presenti nell'aria e nelle
acque, la riconversione della centrale non sarebbe stata certo autorizzata.
e forse neanche ipotizzata.
*
Art. 28 della Costituzione: "I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli
enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali,
civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. In
tali casi la responsabilita' civile si estende allo Stato e agli enti
pubblici".
Secondo la sentenza della Corte di Cassazione 18 febbraio 2000, n. 1890, "l'
art. 28 Cost. si applica anche ai soggetti come i sindaci dei Comuni,
svolgenti funzioni pubbliche senza essere legati all'ente da un rapporto di
servizio".
Alla luce di questa sentenza e in considerazione dell'art. 50 del D. Lgs.
267/2000 che afferma che "in caso di emergenze sanitarie o di igiene
pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e
urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunita'
locale" si delinea il ruolo che i sindaci possono e devono ancora svolgere
in questa vicenda per la tutela dell'ambiente e della salute delle comunita'
che rappresentano: tutelare i diritti della popolazione, far rispettare la
legislazione in vigore, impedire la realizzazioen di opere nocive e
distruttive.
*
Alla luce di quanto sopra esposto, risulta chiaro che il voler procedere
all'attivazione della centrale a carbone si configura oltre che come un
attentato alla salute e all'ambiente anche come un'opera che viola i diritti
riconosciuti e sanciti dalla Costituzione, quindi un'opera non compatibile
con quanto affermato dalle leggi, e che va a gravare su un'area gia' ad
elevato rischio ambientale.
I sindaci, di concerto con le altre istituzioni, insieme alle proprie
comunita', richiamandosi al rispetto della Costituzione, delle vigenti leggi
nazionali e delle direttive della Unione Europea, hanno ancora il potere e
il dovere di contrastare la messa in funzione della centrale a carbone.
Dovere che viene loro dall'aver giurato fedelta' alla Costituzione della
Repubblica Italiana (e nel caso specifico corroborato anche dal mandato che
hanno ricevuto dagli elettori sulla base di programmi, dichiariazioni ed
atti deliberativi che esprimevano netta opposizione al progetto dell'Enel).
I cittadini e i comitati hanno dalla loro parte la forza della verita' e del
diritto, la legittimita' delle proprie ragioni, il riferimento alla
Costituzione: ed e' per questo che e' possibile - oltre che necessario -
fermare questa ennesima barbara e violenta aggressione al diritto alla vita
delle persone. Con la forza della legalita', con la forza della verita', con
la forza della dignita' umana.

2. APPELLI. SALVIAMO IL BULICAME
[Riproponiamo il seguente appello dal titolo completo "Salviamo il Bulicame.
Impediamo la realizzazione dell'illegale e folle, nocivo e distruttivo
mega-aeroporto a Viterbo" gia' apparso nelle "Notizie minime della
nonviolenza in cammino"]

La realizzazione a Viterbo di un devastante mega-aeroporto per voli low cost
del turismo "mordi e fuggi" per Roma sarebbe per Viterbo e per l'Alto Lazio
una sciagura insostenibile.
Oltre alla nocivita' per la salute delle persone (come rigorosamente
documentato dall'Associazione italiana medici per l'ambiente - International
Society of Doctors for the Environment Italia) la dissennata opera
provocherebbe un enorme danno ambientale, economico e sociale.
Particolarmente devastata ne risulterebbe in primo luogo l'area termale del
Bulicame, un bene naturalistico, storico-culturale, terapeutico e sociale,
economico e simbolico di fondamentale importanza per Viterbo e i viterbesi.
La realizzazione del devastante mega-aeroporto danneggerebbe
irreversibilmente l'area del Bulicame.
Per contrastare questa minaccia diversi mesi fa molti cittadini viterbesi
hanno sottoscritto un appello che di seguito riproponiamo.
*
Appello al mondo della cultura ed a tutti i cittadini viterbesi in difesa
del Bulicame
"Quale del Bulicame esce ruscello"
(Dante, Inferno, canto XIV, v. 79)
L'area termale di Viterbo, l'area del Bulicame, un bene ambientale, storico,
culturale, terapeutico, sociale ed economico di straordinario pregio, e' in
pericolo.
L'intenzione di realizzare in quell'area un mega-aeroporto per voli low-cost
avrebbe un impatto devastante su di essa: sulla tutela, sulla valorizzazione
e sulla fruizione di essa
Difendiamo l'area del Bulicame.
Difendiamo la natura, la storia e la cultura di Viterbo.
Difendiamo i diritti di tutti dall'assalto degli speculatori.
Si' alla difesa del Bulicame.
No al mega-aeroporto distruttivo, inquinante, nocivo.
Facciamo appello a tutte le persone che amano Viterbo, la sua natura, la sua
storia, i suoi monumenti, affinche' sia fermato lo scempio voluto dai nuovi
barbari.
Viterbo, 8 novembre 2007
*
Salviamo il Bulicame.
Impediamo la realizzazione del nocivo e distruttivo, illegale e folle
mega-aeroporto a Viterbo.

3. ITALIA. ANCHE LA SOTTOSEGRETARIA AL TURISMO RICONOSCE E DICHIARA
L'IRRAGIONEVOLEZZA E L'IMPOSSIBILITA' DEL MEGA-AEROPORTO A VITERBO
[Riproponiamo il seguente articolo gia' apparso nelle "Notizie minime della
nonviolenza in cammino"]

In un intervento apparso sul quotidiano "Il messaggero" il 31 agosto 2008
anche la sottosegretaria al Turismo del governo in carica riconosce e
dichiara l'irragionevolezza e l'impossibilita' di realizzare a Viterbo il
devastante mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per
Roma.
Viterbo, conclude la sottosegretaria Brambilla, "non possiede affatto" i
requisiti.
*
E nelle settimane precedenti, sia pur a mezza bocca e a collo storto, tanti
soggetti della stessa lobby politico-affaristica aeroportuale avevano dovuto
ammettere che in effetti il nocivo e distruttivo mega-aeroporto a Viterbo
non si puo' realizzare, poiche' per realizzarlo e' inevitabile commettere
gravi violazioni di legge, danneggiare gravemente la salute e la sicurezza
della popolazione locale, devastare irreversibilmente beni ambientali,
culturali, sociali ed economici fondamentali, sperperare follemente ingenti
fondi pubblici, ledere legittimi interessi e diritti soggettivi di molte
persone e di fatto dell'intera comunita' altolaziale.
*
Si conferma cosi', ancora una volta, cio' che il movimento che si oppone
alla devastante opera ha sempre sostenuto: che lo scellerato mega-aeroporto
non puo' e non deve essere realizzato.
*
Sarebbe bene che il ceto politico ed amministrativo ne prendesse
definitivamente atto, desistesse dal voler a tutti i costi realizzare
un'opera illegale e folle, ed invece si impegnasse per quelle opere di cui
l'Alto Lazio ha veramente bisogno, in primo luogo la difesa e la
valorizzazione dei beni ambientali e culturali e delle vocazioni produttive
del territorio, e per quanto concerne la mobilita' innanzitutto il
miglioramento del trasporto ferroviario.
Viterbo cessi di essere terra di conquista e di saccheggio, colonia rapinata
e devastata; e la popolazione dell'Alto Lazio veda finalmente riconosciuto
il suo diritto alla salute, a un ambiente vivibile, alla difesa delle
straordinarie risorse naturali e storiche del territorio, a un modello di
sviluppo corretto, sostenibile e con tecnologie appropriate.
*
Non solo: si impegnino piuttosto, e con urgenza, i pubblici poteri per la
riduzione del trasporto aereo, fortemente corresponsabile del
surriscaldamento del clima, la principale emergenza ambientale planetaria.
Ed in primo luogo hic et nunc si riducano immediatamente e drasticamente i
voli su Ciampino. Si eviti di realizzare nuovi impianti aeroportuali. Si
attuino politiche per la difesa della biosfera, l'unica casa comune che
abbiamo.

4. DIRITTI. 21 SEMPLICI RAGIONI PER CUI IL DEVASTANTE MEGA-AEROPORTO A
VITERBO NON PUO' E NON DEVE ESSERE REALIZZATO
[Riproponiamo il seguente articolo gia' apparso nelle "Notizie minime della
nonviolenza in cammino"]

Sono molte e forti le ragioni per cui il devastante mega-aeroporto a Viterbo
non puo' e non deve essere realizzato.
Ne riassumiamo alcune cosi' come elencate nella lettera inviata lo scorso 4
agosto 2008 al Presidente della Repubblica dal comitato che si oppone al
mega-aeroporto, un'opera illecita e scandalosa, nociva per la salute dei
cittadini, distruttiva di insostituibili preziosissimi beni pubblici, che
costituirebbe un immenso sperpero di pubbliche risorse a grave danno della
comunita' ed in flagrante violazione di legge.
*
La realizzazione a Viterbo di un devastante mega-aeroporto per voli low cost
avrebbe i seguenti inaccettabili e disastrosi esiti:
1. grave nocumento per la salute della popolazione, come dimostrato dal
documento dell'Isde (International Society of Doctors for the Environment -
Italia) del 18 marzo 2008;
2. grave devastazione dell'area termale del Bulicame, peculiare bene
naturalistico e storico-culturale, terapeutico e sociale, economico e
simbolico, gia' citato da Dante nella Divina Commedia ed elemento
fondamentale dell'identita' di Viterbo;
3. grave impatto su un rilevante bene archeologico come l'emergenza in situ
del tracciato dell'antica via consolare Cassia, come ammesso dall'assessore
e vicepresidente della Regione Lazio Esterino Montino;
4. grave impatto inquinante sull'Orto botanico dell'Universita' degli Studi
della Tuscia, bene scientifico, di ricerca e didattico di cospicua
rilevanza;
5. grave impatto inquinante sulle colture agricole - di qualita' e
biologiche - insistenti nell'area maggiormente investita;
6. grave danno economico per la citta' con deprezzamento di attivita',
esercizi ed immobili;
7. conflitto con attivita' ed esigenze di interesse strategico nazionale
dell'Aeronautica Militare, come evidenziato da ultimo dal "Centro Studi
Tuscia per lo sviluppo di un aeroporto compatibile" in un recente documento
diffuso il 2 agosto 2008 in cui si afferma testualmente "l'incompatibilita'
tra l'intensa attivita' di aviazione civile commerciale e la permanenza di
un'attivita' di volo militare importante - quella della Cavalleria
dell'Aria - che rende Viterbo tra gli aeroporti militari di primaria
importanza strategica (come fissato da un recente decreto)" e come gia'
precedentemente puntualmente segnalato nella seduta del Consiglio comunale
di Viterbo del 25 luglio 2008;
8. immenso sperpero di fondi pubblici per un'opera nociva e distruttiva,
quando Viterbo e l'Alto Lazio hanno bisogno di ben altri interventi della
mano pubblica: e particolarmente di un forte sostegno a difesa e
valorizzazione dei beni ambientali e culturali, dell'agricoltura di
qualita', delle peculiari risorse locali; e per quanto concerne la mobilita'
un forte sostegno al trasporto ferroviario (riaprendo la linea
Civitavecchia-Capranica-Orte; potenziando la linea Viterbo-Orte; potenziando
la linea Viterbo-Capranica-Roma);
9. aggravamento di una condizione di servitu' per l'Alto Lazio, territorio
gia' gravato da pesantissime servitu' energetiche, militari e speculative e
da fenomeni di inquinamento ed aggressione criminale alla salute, alla
sicurezza e alla qualita' della vita dei cittadini;
10. concreto pericolo che l'opera veicoli interessi ed affari non
trasparenti, conflitti di interessi in figure investite di ruoli e funzioni
istituzionali, operazioni economiche illecite e penetrazione dei poteri
criminali, come segnalato da autorevoli figure istituzionali;
11. infine, poiche' il punto di riferimento da parte dei promotori
dell'opera e' il sedime di Ciampino e l'attivita' che in esso si svolge, si
rileva come proprio la situazione di Ciampino sia insostenibile e gravemente
lesiva dei piu' elementari diritti della popolazione locale, ed e' quindi
evidentemente scandaloso voler "ciampinizzare" un'altra citta' (occorre
invece una drastica e immediata riduzione dei voli su Ciampino).
*
A cio' si aggiunga che:
12. l'opera e' tuttora priva di adeguata progettazione, anzi della stessa
precisa definizione di collocazione e dimensioni, come ammesso dallo stesso
Consiglio comunale di Viterbo nella parte narrativa dell'atto deliberativo
n. 92 del 25 luglio 2008 in cui si afferma testualmente che "devesi fare
presente che a tutt'oggi non si conoscono ne' la lunghezza della pista che
potrebbe arrivare a superare i 3000 m, ne' il suo orientamento"; peraltro il
gia' citato "Centro Studi Tuscia per lo sviluppo di un aeroporto
compatibile" ha rilevato "l'impossibilita' oggettiva - dimostrata dagli
studi del nostro centro - di allungare la pista di almeno altri due
chilometri mantenendone l'orientamento e, tanto meno, di smantellare
l'attuale per costruirne altra - come sostenuto da ambienti dell'assessorato
al volo - disassata di 10 gradi verso nord o sud";
13. l'opera confligge con il Piano territoriale paesaggistico regionale e le
relative norme di salvaguardia, come riconosciuto dallo stesso Consiglio
comunale di Viterbo con l'atto deliberativo n. 92 del 25 luglio 2008;
14. l'opera e' totalmente priva di fondamentali verifiche e di fondamentali
requisiti previsti dalla legislazione italiana ed europea in materia di
Valutazione d'impatto ambientale, Valutazione ambientale strategica,
Valutazione d'impatto sulla salute.
*
Quanto alla procedura di individuazione di Viterbo come sede di un
devastante mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per
Roma:
15. la relazione ministeriale del novembre 2007 che ha dato il via ad una
serie di atti amministrativi successivi e' destituita di fondamento in punto
di diritto e di fatto, come dimostrato ad abundantiam da un documento del 18
gennaio 2008 del "Centro studi Demetra" che conclude la sua ampia
ricognizione dichiarando che "gli atti ministeriali risultano palesemente
affetti da gravi vizi di illegittimita' sotto il rilevato profilo
dell'eccesso di potere per carenza dell'istruttoria tecnica condotta dalla
commissione istituita presso il Ministero dei Trasporti";
16. non solo: quella relazione contiene dichiarazioni semplicemente
dereistiche e si rivela nel merito come non rispondente ad un'analisi
fattuale della realta' territoriale: essa infatti ignora del tutto il fatto
che il sedime indicato ricade nel cuore dell'area termale del Bulicame e a
ridosso di emergenze archelogiche, naturalistiche, scientifiche, culturali,
agricole, terapeutiche, economiche ed insediative tali da rendere l'opera
ipso facto irrealizzabile; cadendo quindi la validita' di quella relazione,
cadono con essa tutti gli atti amministrativi conseguenti, viziati in radice
dal vizio dell'atto presupposto e fondativo;
17. peraltro la stessa compagnia aerea Ryan Air - che nelle dichiarazioni
dei proponenti l'opera avrebbe dovuto essere il soggetto imprenditoriale
maggior fruitore della nuova struttura aeroportuale - ha esplicitamente
dichiarato di non intendere affatto trasferire la sua attivita'
nell'eventuale scalo viterbese (cfr. intervista trasmessa dalla Rai il 27
aprile 2008 nell'ambito del programma "Report").
*
Infine:
18. realizzare un nuovo mega-aeroporto e' insensato alla luce della
situazione aeroportuale italiana (cfr. la gia' citata inchiesta televisiva
della Rai ("Report", 27 aprile 2008);
19. realizzare un nuovo mega-aeroporto e' insensato alla luce dell'attuale
trend del trasporto aereo internazionale (cfr. ad esempio l'intervento
dell'europarlamentare Giulietto Chiesa del primo luglio 2008 che rinvia tra
l'altro a un servizio dell'"International Herald Tribune" del 28-29 giugno
2008);
20. realizzare un nuovo mega-aeroporto e' insensato alla luce dell'esigenza
di ridurre il trasporto aereo per ridurre il surriscaldamento globale del
clima (come richiesto dall'Onu, dalla comunita' scientifica internazionale,
dagli statisti piu' avvertiti);
21. occorre procedere alla riduzione drastica e immediata del trasporto
aereo (particolarmente a fini di diporto), come richiesto da interventi di
autorevoli personalita' come i premi Nobel Desmond Tutu e Wangari Maathai; e
sostenere invece un modello di mobilita' piu' adeguato, sostenibile e
democratico.

5. DOCUMENTI. UNA LETTERA APERTA ALL'ASSESSORE ALL'AMBIENTE DELLA REGIONE
LAZIO DEL 3 SETTEMBRE 2008

Signor assessore all'ambiente della Regione Lazio,
e' sorprendente come il presidente della giunta regionale del Lazio continui
ad essere tra i promotori di un'opera illegale e dissennata, nociva e
distruttiva come il mega-aeroporto per voli "low cost" a Viterbo.
*
Un crimine ambientale
La realizzazione di quell'opera implicherebbe tra l'altro la devastazione
irreversibile dell'area termale del Bulicame, uno straordinario bene
naturalistico, storico-culturale, terapeutico e sociale, economico e
simbolico.
La realizzazione del devastante mega-aeroporto e' quindi un crimine
ambientale.
*
Un crimine sanitario
La realizzazione del mega-aeroporto avrebbe inoltre conseguente
catastrofiche sulla salute, la sicurezza e la qualita' della vita della
popolazione viterbese, come ampiamente dimostrato e documentato ad esempio
da un testo dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - International
Society of Doctors for the Environment Italia.
La realizzazione del devastante mega-aeroporto e' quindi un crimine
sanitario.
*
Un crimine tout court
Infine, e tralasciando molte altre considerazioni (per le quali rinviamo ad
esempio alla nostra lettera aperta al Presidente della Repubblica del 4
agosto 2008 - disponibile anche nel sito www.coipiediperterra.org), l'opera
e' priva dei requisiti e delle verifiche previste dalla vigente legislazione
italiana ed europea in materia di Valutazione d'impatto ambientale (in
sigla: Via), Valutazione ambientale strategica (in sigla: Vas), Valutazione
d'impatto sulla salute (in sigla: Vis); e lo stesso iter
politico-amministrativo che ha individuato Viterbo come possibile vittima di
questa criminale follia e' stato caratterizzato da scandalosi errori,
scandalose menzogne, scandalosi vizi ed irregolarita' formali e procedurali.
L'opera cosi' come proposta e' semplicemente fuorilegge.
La realizzazione del devastante mega-aeroporto e' quindi un crimine tout
court.
*
Signor assessore all'ambiente della Regione Lazio,
tanto le segnaliamo affinche' lei nell'adempimento delle sue competenze
istituzionali si faccia parte dirigente della revoca della sciagurata
posizione precedentemente assunta dalla Regione Lazio e di una nuova
posizione che rispetti ambiente e salute dei cittadini, che sia coerente con
la legalita' e con il pubblico interesse.
Ovvero affinche' lei e l'ente di cui e' assessore all'ambiente vogliate
impegnarvi contro la realizzazione del nocivo e distruttivo, illegale e
insensato mega-aeroporto.
*
Ringraziandola per l'attenzione, e restando a disposizione per ogni
ulteriore opportuno chiarimento, ed eleggendo sede presso il Centro di
ricerca per la pace di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, voglia
gradire distinti saluti.
La portavoce del Comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna
per la riduzione del trasporto aereo, Antonella Litta
Il responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo, Peppe Sini
Viterbo, 3 settembre 2008

6. STRUMENTI: AMPLIATO IL SITO WWW.COIPIEDIPERTERRA.ORG
[Riproponiamo il seguente articolo gia' apparso nelle "Notizie minime della
nonviolenza in cammino"]

E' stato ampliato il sito del comitato che si oppone all'aeroporto di
Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della
salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti:
www.coipiediperterra.org
Il sito contiene sezioni in italiano e in inglese; tutti i fascicoli usciti
(oltre cento) del notiziario omonimo; sezioni che presentano comunicati,
relazioni, interviste; bibliografia e sitografia.
E ancora: link utili e siti amici, un'ampia cronologia del comitato; in
evidenza nella home page tutte le recenti comunicazioni intercorse con varie
autorita' istituzionali.
Il sito ospita anche uno spazio dell'Isde di Viterbo (l'Isde e' la
prestigiosa Associazione italiana medici per l'ambiente - International
Society of Doctors for the Environment Italia) che reca anche vari materiali
in ricordo dell'illustre scienziato Lorenzo Tomatis.
Di particolare interesse un'ampia sezione di testi di studio, che presenta
anche opere integrali di Gunther Anders, Piero Calamandrei, Aldo Capitini,
Susan George, Martin Luther King, Alexander Langer, Primo Levi, Giulio A.
Maccacaro, Jean-Marie Muller, Vandana Shiva, ed ancora altre autrici ed
altri autori.
Il sito www.coipiediperterra.org vuole essere uno strumento di informazione
e documentazione a disposizione di tutte le persone interessate all'impegno
in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di
tutti.

7. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DI
VITERBO

Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la
riduzione del trasporto aereo: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito:
www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it
Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it

===================
COI PIEDI PER TERRA
===================
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 124 dell'8 settembre 2008

Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe

Per non riceverlo piu':
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe

In alternativa e' possibile andare sulla pagina web
http://web.peacelink.it/mailing_admin.html
quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su
"subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).

L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196
("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing
list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica
alla pagina web:
http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web:
http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la
redazione e': nbawac at tin.it