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Voci e volti della nonviolenza. 224
- Subject: Voci e volti della nonviolenza. 224
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 3 Sep 2008 13:50:51 +0200
- Importance: Normal
============================== VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 224 del 3 settembre 2008 In questo numero: 1. Con la guida di Gianfranco Ravasi tra recenti pubblicazioni religiose (parte terza) 2. Gianfranco Ravasi: I libri della fede. Segnalazioni del giugno-luglio 2003 3. Gianfranco Ravasi: I libri della fede. Segnalazioni dell'agosto-settembre 2003 4. Gianfranco Ravasi: I libri della fede. Segnalazioni dell'ottobre 2003 5. Gianfranco Ravasi: I libri della fede. Segnalazioni del novembre 2003 1. EDITORIALE. CON LA GUIDA DI GIANFRANCO RAVASI TRA RECENTI PUBBLICAZIONI RELIGIOSE (PARTE TERZA) Proponiamo di seguito alcune segnalazioni bibliografiche estratte dalla rubrica "I libri della fede" tenuta negli scorsi anni dal prestigioso teologo cattolico Gianfranco Ravasi sul mensile "Letture". 2. LIBRI. GIANFRANCO RAVASI: I LIBRI DELLA FEDE. SEGNALAZIONI DEL GIUGNO-LUGLIO 2003 [Dal mensile "Letture", n. 598, giugno-luglio 2003, col titolo "Abramo, patriarca di tre religioni". Gianfranco Ravasi (Merate, 1942) arcivescovo cattolico, teologo, biblista, ebraista e archeologo; presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa e della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. E' autore di numerose opere di grande valore] Questo numero della rivista s'affaccia sull'estate, sui primi allentamenti dei ritmi di vita e forse su qualche iniziale sprazzo di vacanza. Siamo spinti, allora, a moltiplicare l'offerta bibliografica religiosa e a comprimere gli spazi delle segnalazioni. Come spesso siamo soliti fare, in capite poniamo la Parola, cioe' le Scritture Sacre e il loro orizzonte. Un po' liberamente selezioniamo, nella massa di pubblicazioni esegetiche e affini, innanzitutto il libretto del gesuita belga Jean-Louis Ska, docente al Pontificio istituto biblico di Roma, intitolato Abramo e i suoi ospiti (Dehoniane, 2003, pp. 153, euro 11). L'opera nasce da quattro articoli apparsi sulla rivista "Civilta' cattolica", omogenei tra loro, e da un altro saggio dedicato esplicitamente alla pagina biblica di riferimento, Genesi 18. La ricostruzione della fisionomia del patriarca avviene da diverse angolature. C'e' naturalmente l'Antico Testamento che alona questa figura di luce teologica, rendendola quasi un emblema, che il Nuovo Testamento decifrera' secondo lineamenti ulteriori (si pensi solo alla ripresa del personaggio di Abramo da parte della Lettera agli Ebrei in connessione col sacerdozio di Melchisedek o all'ampliamento paolino del tema della fede). Entra in scena, pero', anche l'islam che nel Corano profila il patriarca come prototipo del "musulmano", sostituendo nel primato il figlio Ismaele al biblico Isacco. E c'e', infine, la lunga tradizione giudaica, cristiana e araba che non cessa di evocare quel volto aggiungendogli nuovi colori e tratti, gettando le basi per un fecondo dialogo interreligioso. * Due contributi alla figura di Gesu' Ad Abramo accostiamo colui che senza esitazioni aveva dichiarato: "Prima che Abramo fosse, io sono" (Giovanni 8, 58). A Gesu' e la sua gente un insigne studioso del giudaismo, Paolo Sacchi, riserva un ritratto biografico suggestivo (San Paolo, 2003, pp. 262, euro 13). L'accento cade proprio su quella "gente" da cui il "Cristo secondo la carne" proviene, cioe' Israele: la straordinaria competenza specifica dell'autore trasforma quel mondo fatto di movimenti, di ideologie, di prassi, di costumi nel fondale necessario per far emergere il vero profilo di Gesu'. Egli nasce ed e' radicato in quel terreno ma e' al tempo stesso distante e originale rispetto a esso, convinto com'e' di avere una relazione unica con quel Dio che e' pure padre di tutti. Ma, come gia' diceva il celebre esegeta Marie-Joseph Lagrange, in senso stretto la biografia di Cristo piu' legittima se non l'unica possibile e' quella offerta dai Vangeli. Scegliamo, allora, Marco, commentato da un altro studioso gesuita dell'Istituto biblico, Klemens Stock (Apostolato della preghiera, 2003, pp. 355, euro 20). Che cosa puo' avere di piu' questo commento rispetto alla lunga fila dei testi gia' pubblicati attorno al Vangelo "riscoperto" solo in tempi recenti dall'interesse esegetico? La risposta e' nel sottotitolo: "Commento contestuale al secondo Vangelo" (che, come e' noto, e' pero' il primo a livello cronologico). Stock, infatti, si sforza di illustrare ogni singola unita' testuale raccordandola al suo contesto immediato e globale. Si ha, cosi', una sorta di interazione: il particolare e' illuminato dall'insieme ma il tutto si ricompone a mosaico grazie alle tessere specifiche della trama narrativa. E' per questa via che le pagine del libro disegnano in modo progressivo il volto di Cristo. * L'antico fascino degli scritti apocrifi Vorremmo ora lasciare spazio alla letteratura di contorno alle Scritture, quella apocrifa. Continua la traduzione italiana delle Leggende degli ebrei che Louis Ginzberg (1873-1953) ha raccolto in inglese in sette volumi dal 1909 al 1938: ora tocca al quarto tomo, curato da Elena Loewenthal e dedicato alla figura di Mose' in Egitto e nel deserto (Adelphi, 2003, pp. 417, euro 23). Ne esce il profilo di un personaggio complesso, sospeso tra Dio e Israele, tra estraneita' e appartenenza, tra elezione e condanna, segno indiscutibile della Legge divina, incisa nella lapide della storia di Israele piu' che nella pietra del Sinai. Per l'ambito cristiano, invece, ecco il misterioso e antichissimo Vangelo di Pietro, un apocrifo mutilo venuto alla luce nell'Alto Egitto nell'inverno 1886-'87 e ora presentato in modo esemplare da Maria Grazia Mara (Dehoniane, 2003, pp. 140, euro 11). Le ultime ore di Gesu' e la sua risurrezione sono interpretate alla luce della teologia giovannea che vede gia' nella crocifissione l'aprirsi della glorificazione celeste del Figlio di Dio. L'insonne presenza del messaggio evangelico nella storia dell'Occidente e' al centro di un saggio che e' considerato un classico di questo genere di ricerca: riappare in nona edizione italiana il celebre libro di Charles Moeller (1912-1986) dell'Universita' di Lovanio, Saggezza greca e paradosso cristiano (traduzione di Nella Berther, Morcelliana, 2003, pp. 279, euro 18,50). Chi non ha ancora letto quest'opera che registra incontri e scontri tra annunzio evangelico e umanesimo greco-latino, non perda un'occasione cosi' ghiotta. Temi ardui come male, peccato, sofferenza, morte, paradiso sono illustrati in continuo contrappunto tra la saggezza di Omero, Platone, Cicerone, Virgilio e il paradosso cristiano che inquieta Dante e Shakespeare, Racine e Dostoevskij. * La liturgia, un rito tra estetica e teologia Cambiamo a questo punto genere e riserviamo una sezione alla liturgia solo per tre segnalazioni. Attenzione particolare merita La liturgia cattolica che Maurice Festugiere (1870-1950), personaggio dalla vita avventurosa (fu monaco benedettino di Maredsous ma anche ammiraglio!), compose imprimendo un forte impulso al movimento liturgico del secolo scorso (a cura di Alceste Catella e Andrea Grillo, Messaggero, 2002, pp. 285, euro 20). A distanza di mezzo secolo dal Concilio Vaticano II (siamo nel 1913) questo libro gia' indica le traiettorie capitali per trasfigurare la liturgia da rito a fonte di fede, di spiritualita', di pastorale e di teologia. Sara' una sorpresa intuire in queste pagine persino il nesso tra liturgia ed estetica e una fine sensibilita' ecumenica (importante, al riguardo, l'ampia introduzione dei due curatori dell'edizione italiana). Appaiamo tra loro, invece, due volumetti piu' specifici e attuali. Marcel Metzger spiega in modo piano e didattico la Storia della liturgia eucaristica (traduzione di Oreste Mendolia Gallino e Pietro Ambrosio, Elledici, 2003, pp. 128, euro 12) dall'epoca apostolica fino al Vaticano II, inseguendone il percorso evolutivo cosi' da mostrarne il filo conduttore teologico. Curioso ma tutt'altro che banale e', invece, il testo di Pierre Vibert sul come Celebrare i funerali con persone lontane dalla Chiesa (traduzione di Mirella Caveggia e adattamento di Anna Morena Balducci, Elledici, 2003, pp. 127, euro 9). Non sfugge a nessuno quanto questo sia un eccezionale e delicato momento d'incontro con un orizzonte di persone solitamente assenti dalle nostre assemblee, occasione di dialogo e di svelamento, forse anche di riscoperta e di rinascita interiore. * La bioetica e i suoi delicati temi Altrettanto limitato e' lo spazio che vorremmo riservare alla teologia morale. Ci accontentiamo di un unico genere particolarmente praticato ai nostri giorni, quello della bioetica. La storia di questa nuova branca della teologia, il suo statuto epistemologico e i principi generali che la reggono ma anche le questioni specifiche dell'identita' dell'embrione, dell'inseminazione artificiale, delle tecnologie riproduttive extra o intracorporee, della clonazione, dell'ingegneria genetica, dei trapianti, della sperimentazione, delle chemiodipendenze, dell'Aids e di altro ancora sono l'oggetto del saggio di Lino Ciccone, un veterano in questo ambito di ricerca: Bioetica (Ares, 2003, pp. 404, euro 24). Piu' settoriale ma prezioso, considerato anche il tema cosi' vivo e lacerante ai nostri giorni, e' lo scritto di Sandro Spinsanti e Francesca Petrelli su Scelte etiche ed eutanasia (Paoline, 2003, pp. 175, euro 14). Terapia del dolore, accanimenti clinici, coma permanente, ma anche richieste esplicite di eutanasia attiva sono argomenti che non sopportano solo fredde disquisizioni di principio ma esigono una riflessione piu' globale sulla stessa esistenza umana, sempre piu' spesso affidata, nel suo viaggio terminale, alle fredde braccia della medicina. * Le elezioni pontificie intricate ma gloriose A suggello della nostra rubrica vorremmo citare l'ormai notissimo Trittico romano, le meditazioni poetiche di Giovanni Paolo II (Libreria Editrice Vaticana, 2003, pp. 47, euro 15), che con la loro prima tavola, parlano anche della natura ("Torrente", "Sorgente") contemplata con fede e stupore, offrendo cosi' uno spunto a chi e' gia' in vacanza. Nel secondo quadro del trittico e', pero', la Sistina a dominare, evocata come la sede del Conclave che da' alla Chiesa la sua guida primaria nella storia. Possiamo, cosi', concludere con una gustosa Storia delle elezioni pontificie (Piemme, 2003, pp. 349, euro 19,90) di Ambrogio M. Piazzoni, viceprefetto della Biblioteca Vaticana, un itinerario nelle vicende piu' intricate e talora drammatiche ma anche gloriose della storia della cristianita', colte in uno dei loro crocevia capitali. 3. LIBRI. GIANFRANCO RAVASI: I LIBRI DELLA FEDE. SEGNALAZIONI DELL'AGOSTO-SETTEMBRE 2003 [Dal mensile "Letture", n. 599, agosto-settembre 2003, col titolo "Su Vangelo e Lettere due approfondimenti"] La trama su cui distribuiremo la nostra bibliografia segue sostanzialmente lo spettro delle varie discipline teologiche. Obbligatoria e' la partenza dalla Parola sacra, ambito fecondo non solo di ricerche esegetiche ma anche di meditazioni, di riflessioni, di risonanze spirituali. All'interno dell'incessante produzione selezioniamo solo due testi. Rimandiamo innanzitutto al Vangelo di Marco di Santi Grasso, un commentario inserito nella collana "I libri biblici" (Paoline, 2003, pp. 483, euro 30) che gia' allinea una serie interessante di letture esegetiche di varie opere bibliche, affidate a studiosi italiani. L'autore continua l'applicazione di una metodologia gia' adottata negli altri suoi commenti evangelici a Matteo (Dehoniane, 1995) e Luca (Borla, 1999): egli, infatti, si premura di procedere secondo i canoni della moderna analisi narratologica, attento com'e' a individuare le strategie del racconto marciano nel suo autoporsi, i suoi intrecci, le sue tensioni, le provocazioni sul lettore, le funzioni, i tempi, gli stessi silenzi. In realta' il percorso seguito da Grasso cerca di temperare questa impostazione sincronica con la tradizionale applicazione del metodo storico-critico o almeno con l'integrazione dei risultati ottenuti da quest'altro approccio che rimane pur sempre quello classico. Si ha, comunque, un buon sussidio che puo' essere accostato ai molti commenti a Marco fioriti a partire dalla meta' del secolo scorso (l'autore ne elenca trenta nella sua bibliografia generale) e che potra' accompagnare la liturgia domenicale di quest'anno, scandita appunto dal primo (cronologicamente parlando) dei Vangeli. Il secondo testo e' piuttosto originale e non puo' essere iscritto nel genere esegetico; eppure, a causa dell'autore, acquista un significato tutto particolare. Intendiamo riferirci alle note sull'epistolario paolino che Giovanni Battista Montini aveva elaborato negli anni 1929-'33 e che ora vengono raccolte nel volume San Paolo (Istituto Paolo VI - Studium, 2003, pp. 190, euro 20). Possiamo gia' intuire quanto l'Apostolo fosse caro a questo Papa proprio dal fatto che egli ne ha voluto assumere il nome, quasi per dare un'impronta paolina al suo pontificato. Talora le note dell'ancor giovane sacerdote sono semplici schemi, altre volte diventano vere e proprie riletture che scavano nel dettato delle Lettere alla ricerca del cuore stesso del pensiero dell'Apostolo, cioe' la sua cristologia. E' attingendo a questa sorgente che si riesce a seguire anche il corso del fiume della Chiesa, altro tema caro sia a Paolo sia a Montini. Il carattere personale di questo studio sull'epistolario paolino rende ancor piu' emozionante la lettura degli appunti montiniani, rivelatori sempre di una viva intelligenza e di una fede appassionata. * Cristianita' d'Oriente: quattro testimoni Dalla sorgente biblica procediamo ora lungo il corso del fiume della tradizione cristiana. A venirci incontro sono innanzitutto i Padri della Chiesa. Vorremmo segnalare un'opera piuttosto rara: sono le Lettere festali di Atanasio, vescovo di Alessandria d'Egitto tra il 328 e il 373, curate da Alberto Camplani (Paoline, 2003, pp. 697, euro 40). Si tratta di un genere letterario particolare: strettamente parlando, esse avevano lo scopo di annunziare la data della "festa" per eccellenza, cioe' la Pasqua. Queste epistole patriarcali, pero', progressivamente si arricchivano di esposizioni teologiche, di appelli morali, di riferimenti all'attualita' ecclesiale divenendo per certi versi l'archetipo delle odierne encicliche papali o delle lettere pastorali episcopali. E' attraverso esse che si riesce a ricostruire un affresco non solo spirituale ma anche storico-politico e sociale della cristianita' di quel periodo, soprattutto con Atanasio che condusse al suo vertice questo genere. Perso l'originale greco, le lettere sono a noi pervenute nelle versioni copta e siriaca ed e' la prima volta che l'insieme di questi documenti viene tradotto in una lingua moderna con un esemplare apparato esegetico e con un interessante Indice delle lettere festali, elaborato da un antico anonimo funzionario della cancelleria episcopale alessandrina. Ben piu' celebre fu, invece, Giovanni Crisostomo, vescovo di Costantinopoli del IV secolo, straordinario oratore tale da meritarsi quel soprannome ("bocca d'oro"). Di lui appare ora una nuova versione delle sue Omelie sul vangelo di Matteo, a cura di Sergio Zincone (Citta' Nuova, 2003, pp. 480, euro 29). E' il primo tomo di una serie che coprira' tutte le 90 prediche dedicate da questo Padre al testo matteano, forse il commento omiletico piu' noto dell'antichita' cristiana: il volume ne raccoglie le prime 25 che coprono sostanzialmente i primi 7 capitoli di Matteo. L'approccio ermeneutico e' quello della scuola antiochena, molto piu' attenta, rispetto all'alessandrina, al significato storico-letterale della pagina evangelica, senza per questo ignorare la dimensione morale e pastorale (c'e' spazio persino per una polemica contro gli astrologi...). Il tutto condotto in modo chiaro e partecipe, cercando sempre di far emergere la figura di Cristo come vero asse portante dell'intero messaggio. Stando sempre nell'orizzonte della cristianita' d'Oriente, e' suggestivo evocare un volto molto meno noto, quello di Isacco il Siro, nato in un villaggio dell'attuale Qatar nel VII secolo e morto in un monastero del Kurdistan settentrionale; talora e' chiamato anche Isacco di Ninive a causa della breve parentesi di pochi mesi trascorsa, come vescovo, in quella citta' che sorge accanto a Mossul in Irak. Il vescovo ausiliare ortodosso di Mosca Ilarion Alfeev ne traccia una bella biografia nel volume La forza dell'amore (traduzione a cura di Augusto Debove, Qiqajon, Comunita' di Bose, 2003, pp. 376, euro 25). Si ha, cosi', la possibilita' non solo di conoscere una figura segnata da un'intensa spiritualita', centrata sull'esaltazione dell'amore universale di Dio, ma anche di incrociare i percorsi fondamentali della mistica orientale e della vita spirituale tout court (solitudine, contemplazione, preghiera, umilta', lacrime, stupore, morte e gloria). Come si e' visto, Isacco e' vissuto nel tormentato Irak. In quella stessa terra, meno di un secolo dopo, nacque e opero' un'altra figura affascinante di mistica, Rabi'a, legata a quella citta' che spesso e' stata sulle prime pagine dei giornali nei mesi scorsi, Bassora. Caterina Greppi ne traccia un profilo essenziale nel volumetto Rabi'a la mistica (Jaca Book, 2003, pp. 107, euro 12), un testo da non perdere non solo per l'attrazione che crea questa donna convertita e santa ma anche per il mirabile sbocciare dei "fioretti" e dei detti che sono sorti attorno a lei: essi costellano le pagine di questo libro e ci introducono in un mondo - quello musulmano - purtroppo spesso giudicato solo sulla base degli stereotipi piu' scontati o delle apparenze piu' chiassose. * Trarre forza dalla debolezza Da quegli orizzonti sospesi tra cielo e deserto ci trasferiamo ora nelle rumorose, frenetiche e distratte citta' occidentali. Per cercare di interpretare questo nostro mondo e' disponibile un trittico di libri che meriterebbero certamente piu' spazio di quello che la nostra segnalazione riserva loro. Enzo Bianchi, il noto fondatore della comunita' monastica piemontese di Bose, col suo Cristiani nella societa' (Rizzoli, 2003, pp. 195, euro 14,50) ci pone di fronte a un ritratto del nostro presente, teso tra insignificanza e fondamentalismo, per rilanciare la fiducia in una Chiesa profetica che sia prima audiens della Parola di Dio per essere poi realmente docens, una Chiesa meno preoccupata di avere spazi di presenza e piu' attenta alla relazione, al confronto, al dialogo, una Chiesa capace di attraversare non solo la nebbia della crisi ma anche la tenebra dello stesso silenzio di Dio. Andrea Riccardi, presidente della Comunita' di S. Egidio, col suo Dio non ha paura (San Paolo, 2003, pp. 225, euro 14,50) ripercorre gli stessi sentieri di Bianchi all'interno del nostro panorama socio-culturale per riproporre un'analoga testimonianza, quella del paradosso neotestamentario: "trassero forza dalla loro debolezza", si legge nella Lettera agli Ebrei (11, 34). La forza debole delle Beatitudini, la purezza dell'annunzio, la presenza divina dell'eucaristia, la potenza dell'amore e della poverta', la donazione nel martirio sono queste le energie autentiche cristiane che fanno esclamare a Paolo - e, con lui, a ogni autentico cristiano: "Quando sono debole, e' allora che sono forte". * Profili di luce nell'odierno grigiore E per concludere, eccoli i testimoni di quest'altra storia possibile, quelli che Raniero La Valle, giornalista e politico, delinea nella sua galleria di 27 profili tratteggiati nel volume Prima che l'amore finisca (Ponte alle Grazie, 2003, pp. 348, euro 16): non solo i grandi attori della storia recente, come papa Giovanni XXIII o Moro, intellettuali come Balducci e Mancini, mistici come Carretto, Dossetti e Tonino Bello, ma anche figure piu' modeste e fin marginali, destinate pero' a incidere una traccia di luce nell'apparente grigiore di questo nostro tempo. 4. LIBRI. GIANFRANCO RAVASI: I LIBRI DELLA FEDE. SEGNALAZIONI DELL'OTTOBRE 2003 [Dal mensile "Letture", n. 600, ottobre 2003, col titolo "Leggere la Bibbia alla luce dell'alleanza"] Come deve fare sempre un buon teologo, "in principio e' la Parola": essa ha sopra ogni altra cosa uno spazio privilegiato di risonanza. In verita', c'e' solo l'imbarazzo della scelta: in questi ultimi tre mesi ho ricevuto piu' di cinquanta libri di argomento biblico, diseguali per valore, per genere e per metodo ma pur sempre indicativi di un interesse mai sopito per la Sacra Scrittura. Ho, allora, selezionato solo alcuni studi neotestamentari. Partiamo con un'introduzione generale dal taglio piuttosto originale, Entrare nell'alleanza di Yves Simoens (traduzione di Romeo Fabbri, Dehoniane, 2003, pp. 278, euro 20). L'aspetto didattico - motivato dall'origine stessa del libro destinato a un corso accademico - non diventa un elemento di pedanteria, come di solito accade a questo genere di strumenti. E', invece, un modo suggestivo per entrare dal vivo nella metodologia esegetica scoprendo le "tecniche" con cui si isolano le strutture interne al testo, individuando il filo tematico di un'opera biblica, scavando nel suo retroterra e nel suo orizzonte di destinazione. La prospettiva interpretativa costante e' quella "canonica": si parte, cioe', dall'intero Nuovo Testamento come opera coordinata a livello terminale, pur nella diversita' della genesi dei 27 scritti che la compongono. Asse di questo ordine teologico e' la categoria "alleanza" che, in realta', si rivela come "una costellazione di temi articolati". Interessante, al riguardo, e' la proposta di leggere il corpus giovanneo - Vangelo, le tre Lettere e l'Apocalisse - alla luce della tripartizione canonica della Bibbia ebraica, in Torah, Scritti sapienziali e Profeti. Ma molte altre sono le novita' che emergono da questa introduzione che - lo ripetiamo - ha una sua freschezza e che conduce il lettore a operare all'interno dei testi sacri (spesso citati e illustrati), rivelandosi cosi' lontana mille miglia dalla pedanteria descrittiva di altre opere dello stesso genere. * Il primato di Pietro e il legame con Roma Passiamo, poi, ai saggi specifici. Una posizione di rilievo e' da assegnare a uno dei piu' importanti neotestamentaristi contemporanei, il tedesco Joachim Gnilka, apprezzato per i suoi commenti a Matteo (Paideia), Marco (Cittadella), Filippesi (Paideia) e per molti altri suoi testi gia' tradotti in italiano. Ora si presenta con un ritratto del personaggio evangelico piu' citato dopo Gesu', Simon Pietro, la cui vicenda pero' va oltre i dati offerti dal Nuovo Testamento: non per nulla l'opera s'intitola Pietro e Roma (traduzione di Franco Ronchi, Paideia, 2003, pp. 254, euro 28,70). I lineamenti dell'apostolo sono ricostruiti attraverso un vaglio minuzioso dei materiali neotestamentari, che riflettono differenti approcci ma che alla fine convergono nel riconoscergli una posizione primaziale, oggetto di successive dispute teologico-confessionali (significativo e' il primo capitolo dedicato a "Pietro nella ricerca moderna"). Ma lo stesso legame con Roma esige un ulteriore percorso storico-testuale, quello all'interno della letteratura apocrifa e dei testimoni ecclesiastici del periodo successivo. Si ha, cosi', un ampio giro d'orizzonte, condotto con la scrupolosita' tipica di questo studioso che non teme di vagliare, ad esempio, anche i dati archeologici connessi alla tomba di Pietro e alla tormentata controversia tra il gesuita Ferrua e la professoressa Guarducci. * La Chiesa in missione negli scritti di Luca Pietro ha un rilievo specifico, come e' noto, nella prima parte degli Atti degli Apostoli. Due teologi, che gia' in passato hanno pubblicato volumi a quattro mani, si ripresentano proprio con un saggio sul secondo scritto di Luca. Si tratta di Renzo Lavatori e di Luciano Sole e del loro libro sulla Persecuzione e Chiesa negli Atti degli Apostoli (Dehoniane, 2003, pp. 202, euro 13,50). In realta' tre sono i temi affrontati: la missione evangelica, la persecuzione che trasforma la missione in testimonianza e la Chiesa che vive entrambe le esperienze trasfigurandosi, anzi ritrovando proprio per quell'intreccio la sua identita'. Detto in altri termini, per Luca l'ostilita' non e' una mera questione storico-politica che puo' creare difficolta' di gestione e di promozione o espansione, ma e' un evento segnato da una dinamica trascendente che feconda la missione, edifica la Chiesa e si inserisce nel disegno salvifico divino. Si ha, quindi, negli Atti una vera e propria teologia della prova. E qui vien bene un poderoso saggio di Angelo Colacrai sulla Forza dei deboli e debolezza dei potenti (San Paolo, 2003, pp. 622, euro 32), un'ampia e minuziosa analisi della coppia lessicale antitetica "debole-forte" all'interno dell'epistolario paolino. Si tratta di una decina di passi particolarmente intensi, talora ironici e autobiografici, altre volte fortemente cristologici, destinati a illustrare il fiero contrasto tra lo scandalo della croce e la gloria del potere non solo dell'impero ma anche della "sapienza" greca, ossia della cultura, e dello stesso messianismo regale trionfale del giudaismo. Lasciamo, infine, spazio al bel volume di un domenicano che ha tenuto un lungo magistero esegetico, Benedetto Prete, che offre un commento alle Parabole della preghiera nel Vangelo di Luca (Elledici, 2003, pp. 247, euro 13). Come e' noto, sono tre le parabole lucane che hanno al centro l'orazione: l'amico importunato (11, 5-8), il giudice iniquo e la vedova costante (18, 1-8) e il fariseo e il pubblicano (18, 9-14). Rilievi filologici, precisazioni esegetiche, analisi d'insieme, elementi teologici sono tutti orientati a rendere piu' fragrante il messaggio che l'evangelista presenta sulla preghiera. Un argomento che e' particolarmente caro a Luca, come e' risaputo: e' per questo che in finale Prete raccoglie e commenta sia le cinque preghiere di Gesu' riferite dal terzo evangelista sia i quattro passi dai quali emerge l'attaccamento di Cristo alla contemplazione orante. Un modo luminoso per riscoprire il segreto intimo della vera orazione. * Tra teologia greca, scienza e morale Lo spazio che ci rimane verra' riservato a una selezione un po' libera e fin eccentrica di testi di argomento religioso vario. Iniziamo con una curiosita' "pagana". Nell'epoca neroniana (I secolo d.C.) un parente del grande pensatore stoico Seneca, di nome Lucio Anneo Cornuto, elabora un Compendio di teologia greca (a cura di Ilaria Ramelli, Bompiani, 2003, pp. 607, euro 27). Si tratta di un manuale, scritto in greco, destinato a un paidion, ossia a un giovane alunno, perche' penetri nel significato simbolico-allegorico-religioso che e' sotteso ai nomi e agli epiteti degli dei protagonisti dei grandi miti classici. Potremo dire che si ha quasi un'anticipazione della teologia del Nome divino che avra' grande spazio e successo nella tradizione ebraica e cristiana medievale. Il trattatello, qui offerto col testo greco a fronte, e' accompagnato da un sontuoso e sterminato apparato di introduzioni, commenti, note e bibliografie. Con un salto di secoli e di generi, giungiamo ai nostri giorni e al delicato e incandescente confronto o scontro tra scienza e fede. Esemplare e assolutamente da non perdere e' il saggio Evoluzione e creazione del teologo francese Gustave Martelet (traduzione di Ruth Elisabeth Lenneberg Picotti, Jaca Book, 2003, pp. 237, euro 22). E' rarissimo trovare un teologo che abbia una tale competenza scientifica e non abdichi al suo dovere di procedere sulla sua strada, che ha un percorso differente rispetto a quello dello scienziato ma non antitetico. Fondamentale e', dunque, il riconoscimento del metodo proprio di entrambe le discipline cosi' da comprendere che la teoria evolutiva e la dipendenza da un Dio creatore, ominizzazione e umanizzazione, cervello e coscienza non sono in collisione ma possono coesistere, tenendo ben visibili e distinti i rispettivi orizzonti di ricerca, che si aprono pero' sullo stesso soggetto che e' l'uomo. Quell'uomo che a livello intimo e' un essere morale, posto costantemente di fronte al dilemma della scelta etica: L'uomo tra il bene e il male e' proprio il titolo di un'antologia del noto filosofo personalista ebreo Martin Buber (1878-1965) elaborata da Cornelia Muth (traduzione di Roberto Tonetti, Gribaudi, 2003, pp. 203, euro 12,50). Come e' risaputo, Buber ha fatto conoscere al mondo cristiano la spiritualita' dei Chassidim, la corrente spirituale giudaica mitteleuropea. Ebbene, sulla base della dottrina chassidica questa raccolta delinea quella "via giusta" che ci conduce non solo al nostro Io per le opzioni morali di fondo, ma anche al Tu del dialogo con l'altro in un'armonia di bene e di amore. In conclusione, idealmente vogliamo porre un'immagine di Cristo e lo facciamo col Volto di Cristo in Rouault di Nora Possenti Ghiglia (Ancora, 2003, pp. 103, euro 13,50). Rifacendosi ai volti emozionanti dipinti dal celebre pittore francese, nato a Parigi nel 1871 e la' morto nel 1958, si costruisce in queste pagine un mirabile incontro tra arte e spiritualita', tra contemplazione e bellezza, tra sofferenza e trasfigurazione, tra corpo e interiorita', tra umanita' e divinita'. E quei volti di Cristo, spesso severi, sembrano l'incarnazione dei versi di Borges: "Il suo volto non e' il volto dei pittori./ E' un volto duro, ebreo./ Non lo vedo/ ma insistero' a cercarlo/ fino al giorno/ dei miei ultimi passi sulla terra". 5. LIBRI. GIANFRANCO RAVASI: I LIBRI DELLA FEDE. SEGNALAZIONI DEL NOVEMBRE 2003 [Dal mensile "Letture", n. 601, novembre 2003, col titolo "Torna san Girolamo, padre dei traduttori"] Mai come in questi ultimi decenni si e' visto accendersi un fervore cosi' intenso attorno al tema delle traduzioni bibliche. Il Concilio Vaticano II, riconsegnando in mano ai singoli fedeli la Bibbia, ha indirettamente alimentato questo ardore, e si e' cosi' assistito non solo a vari tentativi di nuove versioni ma anche al proliferare di saggi sull'arte del tradurre, mentre la Conferenza episcopale italiana ha dato il via a quella revisione della Bibbia "ufficiale" che sta per concludersi definitivamente. Ora, noi sappiamo che tradurre le Scritture Sacre, con tutte le questioni che questo atto comporta, fu un impegno antico nel giudaismo e nel cristianesimo: basti pensare alla versione greca dei Settanta e alla Vulgata di san Girolamo, veri e propri esperimenti non solo di traduzione ma anche di interpretazione dei testi sacri. Ebbene, in occasione della beatificazione di don Giacomo Alberione, la Societa' San Paolo ha deciso di riproporre - oltre a un nuovo commento alla Bibbia che vedra' la luce tra un anno o due - proprio la versione latina di san Girolamo, quella Biblia Sacra Vulgatae editionis (San Paolo, 2003, pp. 1274, euro 48) che il Concilio di Trento decreto' essere il testo base per la ricerca teologica e l'uso pastorale (il decreto conciliare e' preposto a questa edizione, alla quale e' allegato anche un estratto dedicato alle "Principali versioni della Sacra Scrittura"). Sara', questa, l'occasione per ritrovare un testo che e' stato una sorta di stella polare non solo per la teologia classica ma anche per la stessa storia dell'arte e della cultura occidentale. * Tre ponderosi studi sulla Chiesa antica Se rimaniamo nell'orizzonte delle origini bibliche e restringiamo il nostro campo agli esordi cristiani, possiamo segnalare un trittico di opere importanti. Iniziamo con una bellissima Vita di Paolo, elaborata da uno studioso di alto livello, Jerome Murphy-O'Connor dell'Ecole Biblique di Gerusalemme (edizione a cura di Oscar Ianovitz, traduzione di Angelo Fracchia, Paideia, 2003, pp. 472, euro 42,30). Basandosi sull'epistolario paolino scandagliato in tutti i suoi dati, inoltrandosi nel fondale del mondo giudaico e greco-romano, vagliando le informazioni offerte dagli Atti degli apostoli e tenendo conto dell'immensa investigazione scientifica finora sviluppata dall'esegesi, l'autore ci offre un mirabile e rigoroso ritratto dell'Apostolo, scandendolo sulle varie tappe geografiche del suo ministero, seguendo l'evoluzione del suo progetto ma anche riconoscendo gli spazi biografici che rimangono bianchi, ossia indecifrabili e non documentabili. A un arco storico-spaziale piu' ampio (si va da Gesu' di Nazaret fino alle varie sfere del cristianesimo del II-III secolo) e' dedicato un grosso tomo, il primo, di quella Storia del Cristianesimo approntata da una equipe francese, che in Italia e' stata curata da Giuseppe Alberigo in quattordici volumi, alcuni dei quali gia' editi. Il titolo di questo tomo e' Il Nuovo Popolo dalle origini al 250 (traduzione di Marco Zappella, Borla - Citta' Nuova, 2003, pp. 861, euro 72,30). Si tratta di un testo monumentale, dotato di una ricchezza notevole di informazioni ma libero dal rischio della frammentazione e della dispersione. Esemplare, ad esempio, e' il ritratto iniziale di Gesu', dovuto a Daniel Marguerat, una cinquantina di pagine capaci di delineare il profilo storico di Cristo. Ma altrettanto preziose sono le altre sezioni che dipingono la nascita del cristianesimo, la Chiesa sofferente e militante nelle persecuzioni, i suoi travagli interni tra ortodossia ed eterodossia, la sua vita pastorale e liturgica e l'inaugurarsi delle grandi scuole teologiche, come quella di Alessandria, mentre la cristianita' si espandeva in Oriente e in Africa e si apriva un confronto serrato con la cultura classica. All'interno di questo panorama cosi' vasto ritaglia un suo spazio specifico un terzo saggio a cui vogliamo far cenno. E' un'analisi essenziale e trasversale delle "strutture del cristianesimo antico", intitolata In cammino tra due mondi, di Christoph Markschies dell'Universita' tedesca di Heidelberg (traduzione di Giuliana Cavallo-Guzzo, Vita e Pensiero, 2003, pp. 229, euro 20). Due sono i poli attorno a cui ruota la vicenda cristiana delle origini presa in considerazione da queste pagine: da un lato, c'e' la religiosita' individuale che si ramifica in diverse espressioni come la preghiera, il pellegrinaggio, la lettura della Bibbia, l'ascesi, l'esistenza quotidiana (nascita, famiglia, morte); dall'altro lato, c'e' l'esperienza comunitaria con le sue istituzioni ecclesiali, la liturgia e le forme di comunicazione. Alla radice c'e', comunque, l'annunzio di Gesu', ma mirabile e' anche la capacita' di incarnarlo nella storia e nella societa' attraverso un messaggio limpido e affascinante, una coerenza vitale, un legame efficace con Dio mediante i sacramenti. * Poverta', dai Catari a Madre Teresa E dato che abbiamo parlato di inserimento del cristianesimo dei primi secoli nella societa' di allora, attraverso un rapporto travagliato ma vivace, ci viene spontaneo rimandare a un famoso testo patristico greco, noto di solito col titolo della versione latina, Quis dives salvetur? di Clemente Alessandrino (150-215 ca.), uno dei primi grandi maestri del Didaskaleion di Alessandria d'Egitto. Simona Cives cura ora una limpida traduzione di quell'opera col testo greco a fronte e con un'essenziale introduzione, sotto il titolo Il ricco e la salvezza (San Paolo, 2003, pp. 106, euro 11,50). Il trattato, il primo dedicato alla questione sociale della ricchezza in chiave di morale cristiana, prende l'avvio dal celebre episodio del giovane ricco (Marco 10, 17-31) e dalla domanda stupefatta dei discepoli: "Chi mai si puo' salvare" dei ricchi, se e' piu' facile che un cammello passi nella cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli? Clemente con acutezza distingue tra il possesso inerte ed egoistico e la responsabilita' morale di gestire in modo cristiano, generoso e benefico, i beni materiali, puramente funzionali alla vita e alla dignita' di ogni persona. Procediamo nel nostro itinerario continuando a seguire il percorso della storia della Chiesa per imbatterci in un'esperienza cristiana radicale (anche per quanto riguarda il rapporto con le ricchezze): quella dei Catari, il cui nome, di matrice greca, gia' evoca una "purita'" assoluta. A offrirci uno straordinario affresco storico di questo movimento e del suo intersecarsi con una crociata esplicitamente lanciata contro di esso, con l'Inquisizione e con le vicende politiche ed ecclesiali dei secoli XI-XIV e' il massimo esperto di catarismo, che a questo tema ha gia' dedicato tra il 1970 e il 1988 ben 5 volumi e 3.000 pagine: Michel Roquebert sintetizza ora la sua straordinaria conoscenza in un unico libro, scritto in stile immediato, I Catari (traduzione di Enrica Zaira Merlo, con una premessa di Francesco Zambon, San Paolo, 2003, pp. 654, euro 32). E' un'opera veramente affascinante come il soggetto che tratta, anche perche' l'autore attinge alle fonti storiche di prima mano: rituali e trattati catari, documenti conciliari, rogatori e sentenze, corrispondenze delle cancellerie papali e regali, atti pubblici e privati. E' un sorprendente ingresso nel mondo della dissidenza cristiana, ma anche nel groviglio di questioni politiche e culturali che quella eterodossia provocava e stimolava. Sempre sul filo della storia e del distacco dalle realta' materiali, per una piu' intima fedelta' proprio alla storia per salvarla, e' l'ultimo testo a cui accenniamo. In occasione della sua beatificazione (19 ottobre 2003), in mezzo alla molteplice produzione agiografica, segnaliamo Madre Teresa di Jose' Luis Gonzalez Balado (traduzione di Bruno Pistocchi, San Paolo, 2003, pp. 391, euro 19,50). E' un ritratto affettuoso e delicato di un personaggio forte e dolce al tempo stesso, la cui popolarita' non ha inquinato la severita' e l'esigenza del suo messaggio: "I poveri ci danno piu' di quanto noi diamo a loro... I poveri non hanno bisogno della nostra compassione, della nostra commiserazione. Dobbiamo imparare molto da loro!". Altri profili ugualmente interessanti sono quelli di Gloria Germani, Teresa di Calcutta. Una mistica tra Oriente e Occidente (Paoline, 2003, pp. 253, euro 17), con un'originale attenzione al contesto della cultura induista e una bella prefazione di Tiziano Terzani, e della nota giornalista Franca Zambonini, Madre Teresa. La mistica degli ultimi (Paoline, 2003, pp. 154, euro 12,50). ============================== VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 224 del 3 settembre 2008 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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