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Voci e volti della nonviolenza. 218
- Subject: Voci e volti della nonviolenza. 218
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 23 Aug 2008 12:52:48 +0200
- Importance: Normal
============================== VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 218 del 23 agosto 2008 In questo numero: 1. Un convegno a Viterbo 2. Brunetto Salvarani ricorda Domenico Milani 3. La redazione del "Centro di educazione alla mondialita'" ricorda Domenico Milani 1. INCONTRI. UN CONVEGNO A VITERBO [Dal sito del Cem - Centro di Educazione alla Mondialita' (www.cem.coop)] Cem Mondialita' per l'educazione interculturale. Quarantasettesimo Convegno nazionale Cem Mondialita'. Viterbo, 25-29 agosto 2008. "La politica e la nuda vita. E' ancora possibile educare oggi?". * Relatori: Salvatore Natoli, Armido Rizzi, Aluisi Tosolini. Salvatore Natoli e' docente di filosofia teoretica presso l'Universita' degli Studi di Milano-Bicocca. Insegna, inoltre, filosofia della tecnica e teoria dell'azione presso l'Universita' Vita-Salute San Raffaele di Milano. Armido Rizzi e' entrato nella Compagnia di Gesu' a vent'anni. Si e' laureato in teologia all'Universita' Gregoriana e in filosofia all'Universita' di Genova, ha insegnato per alcuni anni filosofia della religione, ermeneutica filosofica e teologia sistematica nelle facolta' italiane della Compagnia di Gesu'. Aluisi Tosolini e' filosofo e pedagogista. Dirigente scolastico, insegna nella Facolta' di Scienze della formazione dell'Universita' Cattolica (sede di Piacenza) e presso la Scuola di specializzazione (Ssis) dell'Universita' di Parma. * Il tratto di strada che abbiamo gia' percorso, interrogandoci sulla sfida che il post-umano rappresenta per l'educazione, ci sollecita a estendere la nostra ricerca sulle responsabilita' della politica nei confronti delle tecnoscienze e delle trasformazioni che esse producono sull'uomo, sia sul piano biologico e corporeo, sia sul piano psichico e mentale. Vogliamo ora analizzare questo rapporto tra tecnoscienze e "bios" umano sul versante della "biopolitica", come politica della vita che si e' gia' mostrata come monopolio sulla vita che distrugge e annienta. Perche' si parla sempre piu' spesso di biopolitica? Perche' tanti libri, dibattiti e ricerche si moltiplicano sui temi di biopolitica e di bioetica? Perche' il prefisso "bio" precede un numero crescente di parole come bio-potere, bio-tecnologie, bio-scienze, bio-diritto, bio-pedagogia, bio-medicina, bio-agricoltura, bionica, bio-pirateria, bio-massa, bio-architettura, bio-prodotti, o espressioni come casa-bio, fino al testamento biologico, al punto che si registra una vera inflazione del bio? Il potere politico si e' fatto "biopolitico" nel senso che esso si esercita sull'uomo anche in quanto essere vivente, ossia come vita biologica o nuda vita. Il potere di vita o di morte che gia' in passato la politica ha rivendicato, oggi diventa il potere di far vivere o di lasciar morire ed e' un potere che viene esercitato sui principali processi della vita: la nascita, la morte, la riproduzione, la malattia, i trapianti. Liberarsi dal totalitarismo e riconoscere che la vita umana e' un bene indisponibile significa non solo che essa non puo' essere manipolata, distrutta o fabbricata come una semplice cosa, ma che essa e' da considerare un "miracolo", qualcosa di sacro e d'intangibile e, in quanto tale di "non disponibile" e "non negoziabile". Per questo riteniamo fondamentale che la scuola e l'educazione invitino i giovani a riflettere su interrogativi come questi: chi governa il futuro dell'uomo? Chi prende decisioni sulle nostre vite e sui nostri corpi? Chi stabilisce quali siano le regole del nascere, del formare una coppia, del mettere al mondo dei figli, di sottoporsi ad un trapianto, di ricevere una protesi, di lasciarsi espiantare un organo, di staccare la spina per lasciarsi morire? Sono numerosi i pensatori che offrono stimoli sui molteplici aspetti della biopolitica e sulle sue connessioni con il post-umano e (cio' che piu' ci interessa) con l'educazione e il futuro dell'umanita'. Tutti coloro che hanno un ruolo educativo devono sentirsi interpellati da una tecnoscienza e da una biopolitica che hanno gia' messo le mani sulle nostre vite. Non e' con la paura che si affrontano le sfide, ne' con un'informazione basata sul sensazionalismo, ma con gli strumenti della conoscenza, della progettualita' competente e dell'educazione al futuro come amore per la vita. * Segreteria organizzativa del convegno: Cem Mondialita', via Piamarta 9, 25121 Brescia, tel. 3493624217, fax: 0303772781, e-mail: cemconvegno at saveriani.bs.it, sito: www.cem.coop 2. MEMORIA. BRUNETTO SALVARANI RICORDA DOMENICO MILANI [Da "Cem Mondialita'" di giugno-luglio 2008 col titolo "Padre Domenico, maestro di liberta'". Brunetto Salvarani, teologo ed educatore, da molto tempo si occupa di dialogo ecumenico e interreligioso, avendo fondato nel 1985 la rivista di studi ebraico-cristiani "Qol"; ha diretto dal 1987 al 1995 il Centro studi religiosi della Fondazione San Carlo di Modena; saggista, scrittore e giornalista, collabora con varie testate, dirige "Cem-Mondialita'" (la rivista dei missionari saveriani di Brescia, che a Viterbo tiene il suo convegno nazionale annuale), fa parte del Comitato "Bibbia cultura scuola", che si propone di favorire la presenza del testo sacro alla tradizione ebraico-cristiana nel curriculum delle nostre istituzioni scolastiche; e' direttore della "Fondazione ex campo Fossoli", vicepresidente dell'Associazione italiana degli "Amici di Neve' Shalom - Waahat as-Salaam", il "villaggio della pace" fondato in Israele da padre Bruno Hussar; e' tra i promotori dell'appello per la giornata del dialogo cristiano-islamico. Ha pubblicato vari libri presso gli editori Morcelliana, Emi, Tempi di Fraternita', Marietti, Paoline. Domenico Milani (1922-2008), missionario saveriano, fondatore e animatore dell'esperienza del "Centro di educazione alla mondialita'", e' stato un grande educatore e promotore dell'incontro e del dialogo interculturale ed interreligioso] Scrivo questo editoriale ammettendo da subito che e' di gran lunga il piu' difficile da quando ho cominciato a dirigere "Cem Mondialita'". Padre Domenico, fondatore, anima, e da ultimo fedelissimo collaboratore del Cem, e' stato catturato dal suo Signore, lo scorso 25 maggio, pochi giorni dopo aver compiuto - in piedi, e sempre lucido - i suoi 86 anni. Nel ricordarlo, so bene di rischiare la retorica (quella retorica che a lui proprio non piace!). Il fatto e' che non capita spesso di imbattersi in figure cosi', una di quelle che la Bibbia definisce baal chazon, uomo di sogni, di visioni; capace di pensare e di agire in grande, di non sopportare le ingiustizie, di guardare le cose con un punto di vista altro, quello che immancabilmente ti spiazza, ti mette fuori gioco. Di pensare in grande si', con la testa dura dei reggiani di montagna (li conosco, da modenese...), ma con un acuto senso del realismo, perche' sa bene che il vangelo e' uno dei testi piu' realisti di ogni tempo. Come quando, mi viene in mente alla rinfusa, decide di invitare Emmanuel Levinas al convegno Cem e si reca al volo a Parigi approfittando dell'equivoco del filosofo che lo crede il don Milani di Barbiana. Come quando in quattro e quattr'otto stabiliamo di recarci al funerale di padre Bruno Hussar, in Israele. Come quando abbraccia Rita Levi Montalcini, altro convegno di Assisi, e noi che assistiamo intuiamo che - nonostante tutto - la vita possiede un senso. Come quando si fionda a Strasburgo, al Parlamento europeo dei Seniores, e fa un discorso applauditissimo sull'importanza della vecchiaia per il futuro del mondo. O come quando spende i suoi anni migliori facendosi africano, e scegliendo di cucirsi definitivamente l'Africa addosso. Troppi, in verita', i ricordi, troppo l'affetto, troppo vasto il buco lasciato da questo missionario sempre elegante e dagli occhietti furbi, sempre con la cravatta con la crocetta, sempre attento a riflettere, ad interrogarsi, a cercare... e sempre disponibile per gli amici! Al mio matrimonio e al funerale di mio padre lui c'e', e alla mia discussione di licenza, e aveva assicurato che non sarebbe mancato anche per il dottorato, lo scorso 20 maggio, quando e' gia' in ospedale. Ed e' straordinario lo scorso Natale, ai funerali del sepolto vivo Giovanni Benetti, di cui ha parlato nel paradosso del numero di novembre 2007 di "Cem Mondialita'", quel partigiano di Carpi che strappo' miracolosamente alla morte durante l'ultima guerra e che aveva rivisto per la prima volta l'estate scorsa, 63 anni dopo (il loro incontro e' una delle cose piu' emozionanti cui abbia mai assistito). Per non dire di quella foto che ritrae, gli dicevo scherzando, le tre grazie, un'estate ad Assisi nei primi anni Novanta, mentre abbraccia lo stesso Hussar e Raimon Panikkar: padre Domenico e' figura di quel calibro, per intenderci. Ci hai insegnato in primo luogo la liberta', quella di chi non guarda le etichette ma la sostanza di cose e persone; quella di chi sa, all'eta' in cui di solito si e' gia' in pensione, trovare la forza per mettere insieme un gruppo di educatori che costituisce ancora il nucleo di Cem, senza chieder loro professioni di fede o conversioni ma valutando le qualita' umane e professionali, convinto che la vera distinzione non e' fra credenti e non credenti, ma fra pensanti e non pensanti. E tu hai scelto di pensare, ma anche di giocare la vita: come quando ti metti a suonare i tuoi tamburi africani con un'energia insospettabile, o quando accetti di travestirti da mago Merlino per divertire i nostri bimbi, due anni fa al convegno, o come quando ci racconti, per l'ennesima volta, la storia magica e commovente di Mamma Pendeki. Carissimo Domenico, ora tocca a noi. A noi che ora non possiamo che piangere, ma che abbiamo avuto la fortuna non da poco di camminare a lungo accanto a te, di averti, a un tempo, per amico e per padre. Ci mancherai, e' persino banale dirlo. Mi manchera' la tua telefonata puntuale per discutere del numero appena uscito della rivista, o dell'ultimo "Qol", o del nuovo problema teologico che ti rende inquieto. Con te e' morto - meglio, e' salito al cielo - un gran pezzo di Cem... ma cosi', una volta di piu', hai scelto di precederci, indicandoci la strada giusta. E cosi', un gran pezzo di Cem e' gia' tra le braccia di Dio. Col solito abbraccio, un po' piu' forte del solito. 3. MEMORIA. LA REDAZIONE DEL "CENTRO DI EDUCAZIONE ALLA MONDIALITA'" RICORDA DOMENICO MILANI [Dal sito del Cem Mondialita' (www.cem.coop) riprendiamo il seguente saluto della redazione del Cem a Domenico Milani col titolo "Padre Milani, missionario e uomo di scuola"] Lo scorso 25 maggio 2008, a Parma, e' morto padre Domenico Milani, religioso saveriano ben noto nell'ambiente ecclesiale ma anche sociale e civile su scala nazionale. Figura solare e carismatica come pochi altri nella sua congregazione, aveva da poco compiuto 86 anni, essendo nato a Minozzo di Villa Minozzo (Reggio Emilia) il 10 maggio 1922. Alunno del Seminario Reggio Emilia sino alla fine del liceo, entra tra i Saveriani a S. Pietro in Vincoli nel 1942 ed e' ordinato sacerdote a Minozzo nel '47. Da allora fino al '55 e' viceparroco a Parma, quindi responsabile dell'ufficio stampa (1947-'51) e poi direttore del Centro Educazione Missionaria (Cem), di Voci d'Oltre Mare e di Didattica missionaria (1951-1959). E' in questo periodo che matura definitivamente la sua profonda sensibilita' nei confronti del mondo della scuola, in cui cerca di inserire, da autentico pioniere, germi di mondialita', di apertura alle diverse culture e alle varie religioni. Dal '60 al 1986 padre Milani opera nella Repubblica Democratica del Congo, prima come viceparroco e poi parroco a Kamituga (1960-'66) e poi direttore di scuola (1966-'86) a Bukavu, dove fonda l'Institut Superieur Pedagogique (Isp). L'Africa gli rimarra' sempre nel cuore. Dal 1986 rientra in Italia, in tempo per rilanciare la sua creatura, il Cem (nel frattempo divenuto Centro di Educazione alla Mondialita' a tutti gli effetti), che guida dall'anno seguente fino al '98, sotto la parola d'ordine della convivialita' delle differenze. In quel periodo, in occasione dei convegni annuali di Assisi, riuscira' ad avere fra i relatori personalita' internazionali del livello di E. Levinas, J. Galtung, I. Illich, R. Levi Montalcini, R. Petrella. Nel frattempo, divenuto amico di padre Bruno Hussar, il fondatore di Neve' Shalom - Waahat as-Salaam, lancia una campagna nazionale di grande successo a favore del Villaggio della pace sito in Israele. Profondamente convinto che mondialita' sia il nuovo nome della missione, egli imprime tanto alla rivista del Cem quanto al movimento un impulso che lo rende uno dei luoghi chiave della pedagogia del dialogo, interculturale e interreligioso, in Italia. Dal 1998, tornato a Parma da Brescia, e' nominato direttore del Centro Internazionale Arte Cultura e Societa' (Ciacs). Qui si dedica anche alle traduzioni e ai contatti internazionali. Al comitato scientifico del Ciacs aderiscono, fra gli altri, figure del calibro di J. Ki-Zerbo e R. Panikkar. Fino all'anno scorso, peraltro, ha partecipato attivamente ai convegni e alle iniziative del Cem. Un abbraccio forte, un pensiero e/o una preghiera: come lui stara' gia' pensando e pregando per noi e soprattutto per il "suo" Cem. ============================== VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 218 del 23 agosto 2008 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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