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Minime. 522
- Subject: Minime. 522
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 20 Jul 2008 00:55:57 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 522 del 20 luglio 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Daniele Aronne: Cinque motivi per essere contrari al "pacchetto sicurezza" del Ministro dell'Interno 2. Rete delle donne umbre: Il femminicidio continua 3. Per i beni comuni e i diritti di tutti contro il devastante mega-aeroporto 4. A ottobre un nuovo libro di Patrizia Caporossi 5. Enzo Bianchi presenta "Per un'ecologia cristiana" di Helene e Jean Bastaire 6. Armando Torno presenta "Il principio di non-contraddizione in Aristotele" di Gianluigi Pasquale 7. Edizioni Qualevita: Disponibile il diario scolastico 2008-2009 "A scuola di pace" 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento 9. Per saperne di piu' 1. RIFLESSIONE. DANIELE ARONNE: CINQUE MOTIVI PER ESSERE CONTRARI AL "PACCHETTO SICUREZZA" DEL MINISTRO DELL'INTERNO [Ringraziamo Daniele Aronne (per contatti: daniele.aronne at libero.it) per questo intervento. Daniele Aronne, amico della nonviolenza, gia' obiettore di coscienza, ha preso parte a missioni di pace e di intervento nonviolento in varie aree in conflitto, dal Chiapas al Kosovo; e' impegnato nella rilevantissima esperienza nonviolenta dell'"Operazione Colomba", promossa dall'Associazione Comunita' Papa Giovanni XXIII] Cinque motivi (almeno) per essere contrari al "pacchetto sicurezza" del Ministro dell'Interno che prevede, tra le altre cose, la schedatura con dichiarazione di etnia e religione per i rom e l'introduzione del reato di immigrazione clandestina: 1. Come cristiano: non Lo abbiamo riconosciuto duemila anni fa e ho paura che non Lo riconosceremo nemmeno questa volta. Forse Lo stiamo nuovamente aspettando nel posto e nel modo sbagliato. E se non arrivasse con un volo intercontinentale, tra i viaggiatori di "prima", vestito firmato da capo a piedi, bello, profumato, con il passaporto in regola, visti, timbri e scadenze, tutto perfetto e, soprattutto, con un lavoro che lo aspetta? (a proposito, che lavoro faceva Gesu'?). E se anche questa volta arrivasse come un clandestino, disoccupato e perseguitato sulla schiena di un asino, proprio come duemila anni fa? Magari un asino d'oggi, tipo una "carretta del mare"? Forse con le impronte digitali possiamo conoscere l'identita' di una persona, ma non riconoscerne l'essenza... e c'e' differenza, molta... perche' "ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero forestiero e non mi avete ospitato..." e "ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli piu' piccoli, non l'avete fatto a me" (Mt 25, 42). Ho paura che non lo riconosceremo nemmeno questa volta e che, come allora, lo crocifiggeremo... o forse lo stiamo gia' crocifiggendo tutti i giorni, in quel tratto di mare. Ma questa volta siamo ancora piu' bravi, non lo facciamo nemmeno entrare a Gerusalemme, ci togliamo prima il problema di dover scegliere tra Gesu' e Barabba, noi abbiamo gia' scelto. Eppure ci aveva detto Estote parati, "state pronti, perche' nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verra'" (Mt 24, 44); e soprattutto ci aveva lasciato il comandamento piu' importante: "amerai il prossimo tuo come te stesso" (Mt 19, 19); e, almeno nel mio Vangelo, non ci sono asterischi che riportano a qualche nota scritta piccola a fondo pagina, non c'e' scritto niente del tipo "che abbia pero' il passaporto in regola e un lavoro" oppure "solo se profuma ed e' ben educato" o ancora "solo se ha il tuo stesso colore della pelle e soprattutto la tua stessa religione": no, non c'e' scritto niente di tutto questo. La differenza? l'amore di Dio e' universale, il nostro e' nazionale... e su questo verremo giudicati. E poi, se e' vero, come credo, che siamo tutti figli di un unico Padre, che e' Caritas, e' amore, e' altrettanto vero che siamo tutti fratelli: come si puo' dunque essere favorevoli a norme che discriminano in questo modo un proprio fratello? * 2. Prima di fare la deduzione "non c'e' lavoro dunque rubano" giustificata dal commento "quando hai fame sei disposto a far di tutto pur di sopravvivere, allora e' meglio che se ne ritornino a casa loro..." ci dovremmo chiedere "da cosa scappano? e perche'?". Potremmo finire per scoprire che ci sono delle responsabilita' nostre abbastanza dirette e per niente secondarie all'origine della loro fuga, e il rischio e' che quel "non c'e' lavoro dunque rubano", diventi un "noi rubiamo a loro tutti i giorni e ora vengono a richiederci cio' che e' loro". Regole di commercio internazionale, dettate da organismi internazionali e messe in atto dalle grandi multinazionali e da chi il commercio lo gestisce, sono la causa della stragrande maggioranza delle guerre e della poverta' in molti paesi del cosiddetto sud del mondo. E poi dittature, mafie, gruppi ribelli, interessi geopolitici... su tutto o quasi, ci sono gli interessi del ricco occidente che, come un sapiente burattinaio, tira i fili dei nostri beceri interessi. E' per mantenere i nostri standard di vita (basati su lussi e sprechi) che abbiamo bisogno che molte materie ci arrivino a costi bassi indipendentemente da tutto e da tutti: creiamo cosi' sacche di estrema poverta', crisi alimentari insostenibili e situazioni di violenza in molti paesi, a partire dall'Africa, paesi ricchi... nel sottosuolo. Prima di tutto credo che dovremmo restituire a queste persone tutto cio' che quotidianamente gli rubiamo senza pagarlo equamente e sfruttando la popolazione locale. Materie prime, minerali, legname, diamanti, combustibili... Queste persone, perche' persone sono, anche se a volte ce lo dimentichiamo, con un nome, una storia, una famiglia, dei figli, non vengono da noi per rubare e nemmeno per chiedere l'elemosina, ma vengono a riprendersi cio' che gli dobbiamo, e se glielo ridessimo spontaneamente noi, non verrebbero fino a qua, rischiando la vita per migliaia di chilometri di viaggio nel deserto tra mercanti di uomini senza scrupoli e banditi, ma se ne starebbero felicemente nelle proprie terre con le proprie famiglie a lavorare e a godersi le ricchezze del proprio territorio. Tutti abbiamo diritto ad un futuro migliore, ma fin quando la qualita' del "loro" futuro sara' subordinata alla qualita' del "nostro" futuro migliore, creeremo solo iniquita', ingiustizia e violenza. * 3. Avete mai visto un cartone animato dal titolo "Koda fratello orso"? Aiuta a capire come una stessa storia risulti molto differente a seconda del punto di vista dal quale la si guarda. In guerra viene chiamata "propaganda" quando si "martella" con una sola versione dei fatti. Da noi, oggi... Non molto tempo fa per le vie della mia citta' ho visto una locandina di un quotidiano di rilievo intitolare "Rumeno aggredisce poliziotto", perche'? Ma non tanto perche' l'abbia fatto, cosa gravissima, ma perche' quel titolo? La prima persona e' stata identificata con la nazionalita' di provenienza, in questo momento particolarmente nell'occhio del ciclone, la seconda per il lavoro, un mestiere percepito, sempre in questo particolare momento di "emergenza sicurezza" con una particolare sensibilita' (un po' come per i vigili del fuoco dopo l'11 settembre). E allora un titolo del genere, cosa puo' creare se non aumentare la tensione e basta? E' un titolo giusto? Quanto sarebbe state diverso, per esempio, "muratore aggredisce poliziotto"? il problema tra quei due non era di nazionalita'... Non voglio dire che il problema della sicurezza sia solo un fatto di percezione, anche se sicuramente molti dati ci dicono che la violenza non si sta manifestando solo ed esattamente come ci viene presentata dai mezzi di comunicazione, che spesso soffiano sul fuoco per interessi piu' o meno terzi, ma sicuramente che avere una visione del fenomeno piu' ampia e imparziale aiuterebbe a non fare equazioni pressappochiste e generalizzanti tipo "clandestino = stupratore" che portano solo ad ulteriori episodi di violenza e razzismo, come abbiamo tristemente visto in questi ultimi tempi. * 4. La convivenza e' difficile, e' vero, persino tra fratelli, basti pensare a Caino e Abele o ancor piu' semplicemente al rapporto tra marito e moglie, due che si amano e si sono scelti per la vita fanno spesso fatica a stare insieme, figuriamoci tra persone di diverse culture, abitudini, modi di fare, di essere e di pensare... Ma il fatto e' che non ci sono alternative, e' la storia (quella che ci ricordiamo o dimentichiamo solo quando ci fa comodo, noi figli di un alzheimer intelligente), che ci insegna che con la forza difficilmente si risolvono i problemi, che con la forza spesso si cambiano solo i ruoli degli attori del dramma, ma il finale triste non cambia mai: a farne le spese, oggi come ieri, sara' solo e sempre il piu' debole, oggi loro, ieri, quando scappavamo verso il Canada, l'America, l'Argentina, eravamo noi: pizza, mandolino, mafia... In piu' oggi siamo in un mondo globalizzato, dove tutto si muove, le merci girano, le notizie girano, come si puo' pensare che la gente non giri? Si muove, segue flussi, vede in tv spettacoli girati nell'altra parte del mondo e crede che quella sia la speranza di un futuro migliore: non serve chiamarle fiction per far capire che sono delle finzioni, basta guardare i nostri ragazzi come vanno in giro, come si vestono, che sogni hanno, quanto non mangiano... perche' dovrebbe capirlo Mahmud, un sudanese qualsiasi, in un villaggio qualsiasi, sperduto in una foresta qualsiasi? Non lo capira' e inseguira' quel sogno pensando che sia la realta', proprio come la maggioranza dei nostri ragazzi. Ma la nostra tv spazzatura e' solo uno dei tanti problemi che la globalizzazione ha esportato. * 5. E' impossibile pensare di fermare fisicamente tutti coloro che vogliono arrivare nel nostro paese (soprattutto attraverso il mare). Gli statunitensi sparano a chi passa il confine dal Messico senza permesso, gli israeliani hanno messo un muro alto 5 metri. Noi? vogliamo fare lo stesso? Anche fosse, ne arriveranno sempre di piu', e di piu' ancora troveranno il modo per stabilirsi, o solo passare, per il nostro territorio. E' come stiamo gestendo il mondo che porta inevitabilmente a questo fenomeno: o mettiamo seriamente mano alle regole inique che gestiscono le ricchezze o il futuro di questo mondo sara' questo, continui flussi migratori dei poveri verso i ricchi. E nessuno dica che noi siamo poveri prima di aver fatto un giretto in Africa o in America Latina o in Asia, e se non ve ne siete accorti, ho citato i 2/3 del mondo, non una parte insignificante! E non e' un mescolamento, che sarebbe anche bello e arricchente, no, non stiamo andando verso un'unica nazione, un'unica grande societa' (il sogno di papa Giovanni XXIII), no, noi non stiamo andando verso di loro, ma sono solo loro a venire verso di noi... e questo ci fa paura! Ma intanto, forse, converrebbe impegnare piu' energie nell'organizzare una convivenza pacifica e rispettosa ognuno delle proprie culture e differenze, piuttosto che tirar su muri di odio e di pregiudizi. La legge e' uguale per tutti e tutti la devono rispettare, su questo non ci dovrebbero essere dubbi, almeno io non ne ho (anche se poi in Italia non capita di rado vedere che ricchezza e posizione sociale comportano "agevolazioni" mentre luogo di provenienza e religione "diversa" spesso "complicano la situazione"), ma vorrei vivere in un paese che non giudichi nessuno per l'identikit, per come e' fatto, ma semmai per quello che fa, per come si comporta; nessuno per l'identita', per chi e', ma semmai per quello che e': un essere umano con la sua dignita', i suoi diritti e i suoi doveri. * Propongo un minuto di silenzio, su tutte le piazze d'Italia, in memoria di tutti i migranti morti dispersi in chissa' quale angolo del mondo, un minuto di silenzio in solidarieta' con tutte le persone che sono state giudicate (e spesso condannate) per la loro etnia o religione, un minuto di silenzio per ricordare la storia e per decidere quale sia la migliore azione da intraprendere. * Post scriptum: Dissero che dovevano fare un "censimento"... cosi' comincio' la schedatura degli ebrei e si arrivo' alla Shoah. 2. RIFLESSIONE. RETE DELLE DONNE UMBRE: IL FEMMINICIDIO CONTINUA [Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org) riprendiamo il seguente intervento della Rete delle donne umbre] L'Umbria, che vanta gia' il triste primato degli omicidi bianchi - le morti sul lavoro -, si appresta a primeggiare anche per femminicidio, l'uccisione reiterata di donne, di eta' e condizioni diverse, accomunate dall'essere bersaglio di un'incontrollata violenza di genere. Dopo Meredith, Barbara, Concetta, Marisa - per citare solo alcune delle vittime che hanno occupato la cronaca in questi ultimi mesi - anche Ana Maria e' morta, qualche giorno fa, strangolata dopo essere stata massacrata di botte, nel suo appartamento di Madonna Alta. Era rumena, "regolare", e aveva 20 anni. Il fatto che per vivere facesse la prostituta aggiunge al dolore per la sua morte, il dolore per un corpo lungamente oltraggiato dalla violenza che vite come la sua subiscono quotidianamente, sotto gli occhi indifferenti di cittadini benpensanti, dentro condomini di quartieri signorili, in una citta' "colta e civile" come Perugia. Vite di donne, spezzate da mani omicide, che interrogano le coscienze di tutti e anche, soprattutto, dei nostri amministratori e delle nostre amministratrici, deputati e deputate a garantire la convivenza sociale, nel rispetto delle regole e dei diritti. Lo scandalo della prostituzione coatta, punta dell'iceberg maledetto dello sfruttamento e della schiavitu' in cui - anche nel nostro territorio - sono tenuti migliaia di esseri umani: in primo luogo donne e bambine e bambini, denuncia l'inefficacia delle iniziative poste fin qui in essere, e chiede a gran voce - la voce delle vittime innocenti - di essere tenuto in evidenza nell'agenda politica e nelle prossime iniziative pubbliche. Occorre pero' pensare ed agire senza chiudere gli occhi di fronte ai segnali inquietanti della barbarie, che affiora tra le pieghe dellÏordinario e dello straordinario, stravolgendo categorie di pensiero consolidate. Mentre scriviamo il pensiero corre anche a Federica, la ragazza padovana - 20 anni anche lei - uccisa a Lloret de mar, dove sperava di trovare divertimento e, forse, amore, nella spensieratezza della gioventu', e a Cinzia, ricoverata in prognosi riservata all'ospedale di Spoleto, per ferite da arma da fuoco provocatele dall'ex fidanzato, che "non sopportava di perderla", che, tradotto, significa che non accettava la libera volonta' della giovane di troncare un rapporto che non le interessava piu'. La cronaca incalza, il lugubre tam tam delle aggressioni e dei femminicidi e' in spaventosa accelerazione. Madri, mogli, figlie, fidanzate, amanti, prostitute... donne. La mattanza continua. 3. INIZIATIVE. PER I BENI COMUNI e I DIRITTI DI TUTTI CONTRO IL DEVASTANTE MEGA-AEROPORTO [Riportiamo il seguente comunicato del 19 luglio 2008 del comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti dal titolo completo "Tra il 18 e il 19 luglio dal tramonto all'alba al Bulicame a Viterbo la musica, la poesia, l'arte in difesa della natura e della cultura, in difesa dei diritti di tutti, in difesa del Bulicame, fondamentale bene comune, contro il devastante mega-aeroporto"] A Viterbo, dal pomeriggio di venerdi' 18 luglio alla mattina di sabato 19 luglio 2008, presso le pozze Carletti (di fronte al Bulicame), si e' svolta l'iniziativa "Dal tramonto all'alba: suoni e parole nella notte di plenilunio. Si' al Bulicame, no al mega-aeroporto". Si e' trattato della prima grande iniziativa di cultura svoltasi nell'area del Bulicame nella storia di Viterbo. Un evento di grande valore culturale, morale, civile. Ed e' significativo che ad organizzarlo sia stato il Centro sociale autogestito "Valle Faul", che da quindici anni costituisce a Viterbo una straordinaria esperienza di cultura, di accoglienza e di solidarieta' concreta. Una iniziativa per difendere la salute e i diritti, l'ambiente e la cultura; per opporsi al devastante mega-aeroporto che aggredirebbe la salute, la qualita' della vita e i diritti della popolazione e devasterebbe irreversibilmente l'area termale del Bulicame - un bene naturalistico e storico-culturale, terapeutico e sociale, che costituisce una peculiare preziosa risorsa di Viterbo. * Si e' iniziato nel pomeriggio con musica, stand informativi e della solidarieta', diffusione ed illustrazione di materiale di documentazione, accoglienza e convivialita'. Particolarmente rilevante la presenza dello stand dell'organizzazione umanitaria "Emergency". La serata e' cominciata con gli interventi di presentazione dell'iniziativa da parte di Antonella Litta, Luciano Bernabei, Peppe Sini, Alfio Pannega. Poi il concerto per chitarra classica di Andrea Pascucci, con Enrico Arcangeli voce recitante dei versi di Federico Garcia Lorca. Ha fatto seguito la performance teatrale "1932. Racconto raccontato" di e con Antonello Ricci, con Olindo Cicchetti seconda voce recitante e Diego Sposetti alle percussioni. Poi il concerto per arpa di Andrea Sechi, accompagnato da Anita Foerster alle percussioni. Ad intervallare le esecuzioni musicali letture di poesia ed interventi di riflessione. Ed a seguire ancora musica lungo tutta la notte. Per tutta la durata dell'iniziativa ha funzionato un apprezzato servizio di bioristoro con cucina vegetariana e prodotti dell'agricoltura biologica locale. * L'iniziativa e' stata realizzata dal Centro sociale autogestito "Valle Faul" di Viterbo in collaborazione con il Comitato che si oppone all'aeroporto e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti. Per ulteriori informazioni: - Centro sociale autogestito "Valle Faul" di Viterbo: tel. 3315063980, e-mail: csavallefaul at autistici.org, blog: csavallefaul.noblogs.org - Comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo: e-mail: info at coipiediperterra.org, sito: www.coipiediperterra.org, per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it 4. LIBRI. A OTTOBRE UN NUOVO LIBRO DI PATRIZIA CAPOROSSI [Riceviamo e volentieri diffondiamo il seguente annuncio editoriale. Patrizia Caporossi, intellettuale femminista, saggista, docente, vive ad Ancona, si e' laureata a Roma, dove ha vissuto dal 1970 al 1975, all'Universita' "La Sapienza", in filosofia teoretica, con una tesi su La donna in Nietzsche e Kierkegaard; dal 1986 docente di filosofia e storia al liceo scientifico di Falconara (Ancona) e dal 2006 al liceo classico di Ancona; dal 2000 docente supervisore per l'Indirizzo di scienze umane alla Ssis dell'Universita' di Macerata; dal 2003 dottorato di ricerca in filosofia e teoria delle scienze umane dell'Universita' di Macerata; dal 2001 docente a contratto per i laboratori di didattica della filosofia alla Ssis dell'Universita' di Macerata; dal 1989 socia corrispondente della Societa' italiana delle storiche; gia' dirigente provinciale dell'Unione donne italiane di Modena (1976-1978), gia' presidente provinciale dell'Istituto di Storia del Movimento di Liberazione nelle Marche di Ancona (1985-1986) e gia' commissaria nella prima Commissione regionale delle pari opportunita' delle Marche (1987-1991); socia fondatrice, nel 1995, della Scuola di donne (oggi Centro studi di genere) - Seminari magistrali "Joyce Lussu" di Ancona. La sua specialita' di studio e di ricerca, fin dal 1970, e' la filosofia e la storia delle donne, negli ambiti interdisciplinari relativi ai Women's Studies, su cui tiene conferenze pubbliche, corsi e scrive articoli e saggi. Cura e conduce, inoltre, corsi di formazione per gruppi di donne (e non solo), legati anche ad ambienti politici, sindacali e istituzionali, professionali, oltre che scolastici, sulla comunicazione e sulla pratica della relazione, relativi alle esperienze e alle metodiche maturate nell'ambito del movimento delle donne. Tra le pubblicazioni piu' significative: Le regole ovvero la legislazione per le donne vista dalle donne, Edizioni delle Autonomie, Ancona 1984; Le donne nell'anconetano e le loro organizzazioni nel secondo dopoguerra (1943-1959), Il Lavoro Editoriale, Ancona 1985; La soggettivita' condivisa in percorso e l'autobiografia, Clueb, Bologna 1992; Biografia e autobiografia nella storia delle donne, Istituto Gramsci delle Marche, Ancona 1992; Il tramite. Un percorso di liberta' femminile, LibroLibero, Milano 1992; Gramsci e l'Italia. Un percorso di lettura, Teti, Milano 1995; Identita' di genere nel processo di formazione, Provveditorato agli studi, Ancona 1996; Tina Modotti, intellettuale organica, Citta' Futura, Ancona 1998; Seminare per fare politica al femminile, Coop Com, Ancona 2000; Donne e scienza: il pensiero occidentale e l'episteme, Cnm, Ancona 2000; Joyce Lussu: le donne e la passione politica, Qcr, Firenze 2002; Elogio della follia, Ippocampo, Falconara 2003; Joyce Lussu e la storia, Cuec, Cagliari 2003; Hannah Arendt. Il soggetto e l'agire politico ovvero la dimensione politica del soggetto, www.salaprof.it, 2004; Il giardino filosofico. Verso il luogo della presenza/assenza dell'identita' di genere, Unitre, Falconara 2005; Corpi e figure femminili tra visibile e invisibile: le ragioni di una storia, Continente Donna, Falconara 2005; Il dono della liberta' femminile, in AA. VV., La nonviolenza delle donne, (a cura di Giovanna Providenti), Quaderni Satyagraha, Libreria Editrice Fiorentina, Pisa-Firenze 2006. E' in via di pubblicazione una vasta ricerca filosofica dal titolo: "Il corpo di Diotima. La passione filosofica femminile e la liberta' femminile"] Verra' pubblicato nell'ottobre 2008 il nuovo volume di Patrizia Caporossi, Il corpo di Diotima. La passione filosofica e la liberta' femminile, per la casa editrice Quodlibet di Macerata. * La figura di Diotima emblematicamente appare qui come corpo politico del pensiero femminile sull'orizzonte della cultura occidentale e getta il suo sguardo privilegiato sul mondo. Tra visibilita' e invisibilita' si staglia cosi' il movimento delle donne, che puo' e deve, nella possibile convivialita', essere protagonista del presente. Grazie alle fondate e documentate ricostruzioni qui proposte (da Saffo alla maternita' di Maria, da Olympe de Gouges a Carla Lonzi, fino al pensiero di Simone Weil e di Hannah Arendt), la passione filosofica femminile si fa sostanza politica e, nel nome e nella pratica della liberta' femminile, porta tutti i segni del suo vissuto fin dalle origini. Si apre cosi' una narrazione filosofica della differenza sessuale che, nel guado della crisi della modernita', segnala condotte di portata etica e di consapevolezza di genere per tutta l'umanita', utilizzando preziosi contributi, soprattutto del pensiero femminile italiano. Quasi a specchio riflettente, il disegno, dialogante con le posizioni, le questioni e le circostanze che lo hanno espresso, permette di porre una prima cornice al quadro, spesso frammentato o circoscritto, della soggettivita' femminile in relazione e ancora in fermento continuo per un'autodeterminazione personale e politica... * Patrizia Caporossi e' docente di Filosofia e Storia al Liceo classico di Ancona e alla Ssis dell'Universita' di Macerata; gia' dirigente dell'Unione Donne Italiane di Modena; gia' commissaria della prima Commissione delle pari opportunita' della Regione Marche; socia fondatrice della Societa' delle Storiche Italiane; promotrice dei seminari magistrali "Joyce Lussu" di Ancona. Tra le ultime pubblicazioni: Identita' di genere nel processo di formazione (Ancona 1996): Tina Modotti, intellettuale organica, (Ancona 1998); Joyce Lussu: le donne e la passione politica (Firenze 2002); Joyce Lussu e la storia (Cagliari 2003); Hannah Arendt. Il soggetto e l'agire politico, (www.salaprof.it, 2004). * Diotima di Mantinea, filosofa greca, probabilmente vissuta nel V secolo a. C.; nel dialogo di Platone, Il simposio, Socrate la presenta come sacerdotessa o veggente, definendola maestra d'amore per averlo reso, lui giovane, edotto sulla filosofia dell'Eros. E' oggi studiata come figura magistrale e sapienziale, grazie alla Comunita' filosofica femminile Diotima di Verona. 5. LIBRI. ENZO BIANCHI PRESENTA "PER UN'ECOLOGIA CRISTIANA" DI HELENE E JEAN BASTAIRE [Dal supplemento "Tuttolibri" del quotidiano "La stampa" del 26 aprile 2008 col titolo "Perche' la terra non sia desolata" e il sommario "Un'ecologia cristiana, un patrimonio che dalla Genesi arriva a San Francesco, a Peguy: questione sociale e questione ambientale aspetti di un'unica urgenza". Enzo Bianchi e' animatore della comunita' di Bose. Dal sito www.festivaletteratura.it riprendiamo questa scheda: "Enzo Bianchi e' nato a Castel Foglione nel Monferrato nel 1943 ed e' fondatore e priore della comunita' monastica di Bose. Nel 1966 ha infatti raggiunto il villaggio di Bose a Magnano (Vercelli) e ha dato inizio a una comunita' monastica ecumenica cui tuttora presiede. Enzo Bianchi e' direttore della rivista biblica "Parola, Spirito e Vita", membro della redazione della rivista internazionale "Concilium" ed autore di numerosi testi, tradotti in molte lingue, sulla spiritualita' cristiana e sulla grande tradizione della Chiesa, scritti tenendo sempre conto del vasto e multiforme mondo di oggi. Collabora a "La stampa", "Avvenire" e "Luoghi dell'infinito"". Tra le opere di Enzo Bianchi: Il radicalismo cristiano, Gribaudi, 1980; Lontano da chi, Gribaudi, 1984; Un rabbi che amava i banchetti, Marietti, 1985; Il corvo di Elia, Gribaudi, 1986; Amici del Signore, Gribaudi, 1990; Pregare la parola, Gribaudi, 1990; Il profeta che raccontava Dio agli uomini, Marietti, 1990; Apocalisse di Giovanni, Qiqajon, 1990; Magnificat, benedictus, nunc dimittis, Qiqajon, 1990; Ricominciare, Marietti, 1991; Vivere la morte, Gribaudi, 1992; Preghiere della tavola, Qiqajon, 1994; Adamo, dove sei, Qiqajon, 1994; Il giorno del signore, giorno dell'uomo, Piemme, 1994; Da forestiero, Piemme, 1995; Aids. Vivere e morire in comunione, Qiqajon, 1997; Pregare i salmi, Gribaudi, 1997; Come evangelizzare oggi, Qiqajon, 1997; Libro delle preghiere, Einaudi, 1997; Altrimenti. Credere e narrare il Dio, Piemme, 1998; Poesie di Dio, Einaudi, 1999; Altrimenti. Credere e narrare il Dio dei cristiani, Piemme, 1999; Da forestiero. Nella compagnia degli uomini, Piemme, 1999; Giorno del Signore, giorno dell'uomo. Per un rinnovamento della domenica, Piemme, 1999; I paradossi della croce, Morcelliana, 1999; Le parole della spiritualita'. Per un lessico della vita interiore, Rizzoli, 1999; Ricominciare. Nell'anima, nella Chiesa, nel mondo, Marietti, 1999; Accanto al malato. Riflessioni sul senso della malattia e sull'accompagnamento dei malati, Qiqajon, 2000; L'Apocalisse di Giovanni. Commento esegetico-spirituale, Qiqajon, 2000; Come vivere il Giubileo del 2000, Qiqajon, 2000; La lettura spirituale della Bibbia, Piemme, 2000; Non siamo migliori. La vita religiosa nella Chiesa, tra gli uomini, Qiqajon, 2002; Quale fede?, Morcelliana, 2002; I Cristiani nella societa', Rizzoli, 2003; La differenza cristiana, Einaudi, 2006. Helene e Jean Bastaire hanno lavorato a lungo all'elaborazione di una mistica cristiana dell'ecologia. Tra le opere scritte in collaborazione: Le Chant des creatures, 1996; Chiens du Seigneur, 2001; Le Dieu mendiant, 2003; tutte per le Editions du Cerf; in italiano: Per un'ecologia cristiana, Lindau, 2008. Tra le opere di Jean Bastaire: Peguy e la cultura del popolo, Milella, 1987; Eros redento. Amore e ascesi, Qiqajon, 1991;Peguy, il non cristiano, Jaca Book, 1994; Pregare a Chartres con Peguy, Gribaudi, 1996; Innocenza a primavera. Pensieri, San Paolo, 1998] La custodia e la salvaguardia del creato sono ormai diventate uno dei temi piu' presenti nella meditazione dei cristiani, al di la' delle differenze confessionali: a piu' riprese in questi due ultimi decenni le chiese cristiane sia singolarmente che insieme hanno fatto sentire la loro voce per denunciare "i peccati contro la natura" e per indicare ai cristiani e agli uomini un mutamento nel loro rapporto con la creazione. Da un lato le istituzioni ecclesiali come tali non si tengono in disparte "oggi di fronte alle prospettive di un dissesto ecologico che rende inospitali e nemiche dell'uomo vaste aree del pianeta", dal canto loro i teologi continuano a fornire e hanno fornito contributi fondamentali per una lettura cristiana della questione ecologica. Ci si potrebbe chiedere se questa attenzione al tema non sia giunta in ritardo, sollecitata dal sorgere e dall'espandersi dei movimenti ecologisti; cosi' come non si puo' negare che a volte questo interesse per il tema ecologico appare un tentativo di recupero, perfino una confessione di mea culpa, fatta senza discernimento, per il peccato di antropocentrismo. E' utile allora avere tra le mani una pacata rilettura delle fonti giudaico-cristiane che esortano l'uomo "a essere un umile custode del pianeta, animato da spirito di ammirazione e abnegazione". E' quanto offre un agile libretto (Per un'ecologia cristiana, Lindau, pp. 80, euro 11) curato da due coniugi francesi, Helene e Jean Bastaire - il secondo noto in Italia per alcuni saggi su Peguy e per Eros redento, un testo illuminante sulla dialettica tra ascesi e sessualita' - che ci fa ripercorrere con brevi citazioni e sapienti inquadrature quasi tre millenni di lettura della creazione con gli occhi della fede ebraica e cristiana. Leggendo in quest'ottica il patrimonio tradizionale cristiano, dal racconto della creazione nella Genesi alle pagine evangeliche piu' note, da padri della Chiesa come Ireneo a santi universali come Francesco d'Assisi, fino ad autori piu' vicini a noi come Peguy e Claudel e alle piu' recenti dichiarazioni di papi e assemblee ecclesiali, ci si rendera' conto che vi e' spazio e materia, vi sono davvero ragioni cristiane assolute e precise per l'ecologia, ragioni mai separabili dal tema della giustizia e della pace. La tradizione cristiana, in particolare, non puo' e non sa separare giustizia ed ecologia, condivisione della terra e rispetto della terra, attenzione alla vita della natura e cura per la qualita' buona della vita umana. Questione sociale e questione ambientale sono due aspetti di un'unica urgenza: contrastare il disordine e la volonta' di potenza, far regnare la giustizia, la pace, l'armonia. La terra, infatti, e' desolata quando viene meno la qualita' della vita dell'uomo e della vita del cosmo, cosi' come la qualita' della vita umana dipende anche dalla vita del cosmo di cui l'uomo fa parte e nel quale e' la sua dimora. 6. LIBRI. ARMANDO TORNO PRESENTA "IL PRINCIPIO DI NON-CONTRADDIZIONE IN ARISTOTELE" DI GIANLUIGI PASQUALE [Dal "Corriere della sera" del 13 marzo 2008 col titolo "Il pensiero occidentale. La non-contraddizione: un 'male' necessario". Armando Torno (Milano, 1953), giornalista culturale, saggista, editorialista del "Corriere della sera". Tra le opere di Armando Torno: Mirabilia. Itinerari bibliografici dal XV al XX secolo, Bocca, 1983; La peste di Milano, Rusconi, 1987, 1998; (con Pierangelo Sequeri), Divertimenti per Dio. Wolfgang Amadeus Mozart, Piemme, 1991; Pro e contro Dio. Tre millenni di ragione e di fede, Mondadori, 1993; Senza Dio? Due secoli di riflessioni tra speranza e negazione, Mondadori, 1995; Mozart a Milano, La Vita Felice, 1996, Mondadori, 2004; La truffa del tempo, Mondadori, 2000; (con Carmelo Di Gennaro), La Scala nell'eta' di Verdi, Il Polifilo, 2001; Le virtu' dell'ozio, Mondadori, 2002; La moralita' della violenza. Considerazioni sul male della storia, Mondadori, 2003; Quel che resta di Dio. Cinque percorsi alla ricerca della fede, Mondadori, 2005; Il gioco di Dio. Dodici storie della Bibbia, Mondadori, 2007; Arturo Benedetti Michelangeli. Un incontro, Morcelliana, 2007. Gianluigi Pasquale e' docente di Teologia dogmatica presso le Pontificie Universita' Lateranense e "Antonianum" di Roma e nello Studio teologico affiliato "Laurentianum" di Venezia, di cui e' anche preside. Tra le opere di Gianluigi Pasquale: La teologia della storia della salvezza nel secolo XX, Dehoniane, Bologna 2002; La storia della salvezza, Paoline, Milano 2002; Oltre la fine della storia. La coscienza cristiana dell'Occidente, Bruno Mondadori, Milano 2004; Il principio di non-contraddizione in Aristotele, Bollati Boringheri, Torino 2008] Il principio di non-contraddizione e' presente in tutta la storia del pensiero occidentale, da Parmenide in poi. Su di esso hanno riflettuto i sommi, da Leibniz a Kant a Hegel. Oggi lo conosciamo attraverso l'espressione cara ai logici: e' impossibile che una cosa insieme sia e non sia. Aristotele, nella Metafisica, ci offri' la formulazione classica: "Niente puo' insieme essere e non essere la stessa cosa"; Tommaso d'Aquino nella Summa Theologiae lo sciolse: "Non si puo' insieme affermare e negare la stessa cosa". Ora Gianluigi Pasquale, discepolo di Rino Fisichella e professore di teologia dommatica alla Lateranense, ci offre un prezioso saggio intitolato Il principio di non-contraddizione in Aristotele (e' la traduzione dalla seconda edizione del 2006, scritta in inglese per la prestigiosa Academia Verlag). Ci ricorda che in "ogni attimo della nostra breve esistenza" utilizziamo codesto principio, indimostrabile e al tempo stesso inevitabile, che la logica classica ha sempre ritenuto base essenziale del ragionamento. Il saggio di Pasquale offre nuove prospettive di lettura, indicando la possibilita' di giustificare il celebre assunto attraverso la conoscenza intuitiva, riconoscendone l'indimostrabilita' ma anche il carattere non ipotetico. Pagine che ripercorrono il testo aristotelico con grande competenza, chiamando in causa pensiero e storiografia filosofica contemporanea da Severino a Berti, da Ayer a Tarski, da Reale a Ross. 7. STRUMENTI. EDIZIONI QUALEVITA: DISPONIBILE IL DIARIO SCOLASTICO 2008-2009 "A SCUOLA DI PACE" [Dalle Edizioni Qualevita (per contatti: Edizioni Qualevita, via Michelangelo 2, 67030 Torre dei Nolfi (Aq), tel. 0864460006 oppure 3495843946, e-mail: info at qualevita.it oppure qualevita3 at tele2.it, sito: www.qualevita.it) riceviamo e diffondiamo] E' pronto il diario scolastico 2008-2009 "A scuola di pace". Se ogni mattina, quando i nostri ragazzi entrano in classe con i loro insegnanti e compagni, potessero avere la percezione che, oltre che andare a scuola di matematica, di italiano, di musica, di lingua straniera, vanno "a scuola di pace", certamente la loro giornata diventerebbe piu' colorata, piu' ricca, piu' appassionante, piu' felice. Queste pagine di diario sono state pensate per fornire una pista leggera ma precisa sulle vie della pace. Abbiamo sparso dei semi. Spetta a chi usa queste pagine curarli, annaffiarli, aiutarli a nascere, crescere e poi fruttificare. Tutti i giorni. Non bisogna stancarsi ne' spaventarsi di fronte all'impegno di costruire una societa' piu' umana, in cui anche noi vivremo sicuramente meglio. Lo impariamo - giorno dopo giorno - a scuola di pace. Preghiamo chi fosse intenzionato a mettere nelle mani dei propri figli, nipoti, amici, questo strumento di pace che li accompagnera' lungo tutto l'anno scolastico, di farne richiesta al piu' presto. Provvederemo entro brevissimo tempo a spedire al vostro indirizzo le copie del diario. Grazie. I prezzi sono uguali a quelli dell'agenda "Giorni nonviolenti" perche', a fronte di un numero inferiore di pagine, trattandosi di ragazzi, la stampa dovra' essere piu' rispondente alla loro sensibilita' (verranno usati i colori) e pertanto piu' costosa. Per ordini del diario scolastico 2008-2009: - 1 copia: euro 10 (comprese spese di spedizione) - 3 copie: euro 9,30 cad. (comprese spese di spedizione) - 5 copie: euro 8,60 cad. (comprese spese di spedizione) - 10 copie: euro 8,10 cad. (comprese spese di spedizione) - Per ordini oltre le 10 copie il prezzo e' di euro 8: costo dovuto al fatto che quest'anno ci limitiamo ad effettuarne una tiratura limitata. Per informazioni e ordinazioni: Edizioni Qualevita, via Michelangelo 2, 67030 Torre dei Nolfi (Aq), tel. 0864460006 oppure 3495843946, e-mail: info at qualevita.it, sito: www.qualevita.it 8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 9. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 522 del 20 luglio 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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