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Coi piedi per terra. 114
- Subject: Coi piedi per terra. 114
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 14 Jul 2008 13:19:33 +0200
- Importance: Normal
=================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 114 del 14 luglio 2008 In questo numero: 1. Dal tramonto all'alba contro l'aeroporto 2. Una lettera al Commissario europeo ai Trasporti 3. Centro sociale autogestito "Valle Faul": Il 18 luglio a Viterbo contro il devastante mega-aeroporto 4. Wangari Maathai: Per le foreste del Congo 5. Antonella Litta: Una lettera al sindaco di Viterbo 6. Guido Viale: L'emergenza rifiuti in cinque violazioni 7. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo 1. INIZIATIVE. DAL TRAMONTO ALL'ALBA CONTRO L'AEROPORTO Dal tramonto all'alba. Contro l'aeroporto Suoni e parole nella notte di plenilunio del 18 luglio Si' al Bulicame, no al mega-aeroporto * A Viterbo, venerdi' 18 luglio, presso le terme Carletti (di fronte al Bulicame, tra la strada tuscanese e la strada terme) dal tramonto all'alba. Per difendere la salute e l'ambiente. Per dire ancora una volta no al mega-aeroporto che devasterebbe per sempre l'area termale del Bulicame, bene naturalistico e storico-culturale, terapeutico e sociale, vera e preziosa risorsa di sviluppo per Viterbo, citta' termale e citta' d'arte. * Inizio alle ore 18 con interventi di apertura, musica, materiali d'informazione, convivialita'. Alle ore 22: Antonello Ricci racconta "1932". Di seguito: concerto per arpa di Andrea Sechi. A seguire: concerto di Flavio e la sua orchestra - dance hall terme. Per tutta la durata dell'iniziativa servizio di bioristoro. * L'iniziativa e' promossa dal Centro sociale autogestito "Valle Faul" di Viterbo In collaborazione con il Comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti * Per ulteriori informazioni: - Centro sociale autogestito "Valle Faul" di Viterbo: tel. 3315063980, e-mail: csavallefaul at autistici.org, blog: csavallefaul.noblogs.org - Comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo: e-mail: info at coipiediperterra.org, sito: www.coipiediperterra.org, per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it 2. DOCUMENTI. UNA LETTERA AL COMMISSARIO EUROPEO AI TRASPORTI [Riproponiamo la seguente lettera gia' apparsa nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino"] Egregio Commissario Europeo ai Trasporti, con la presente le segnaliamo alcune semplici ed irrefutabili ragioni di fatto e di diritto per cui il devastante mega-aeroporto a Viterbo per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma non si puo' e non si deve fare. E non solo non si deve fare a Viterbo, ma neanche altrove. Ed occorre piuttosto una immediata e drastica riduzione dei voli a Ciampino. Cosi' come occorre per l'Alto Lazio un immediato e consistente potenziamento delle ferrovie. Cosi' come occorre un piano europeo - oltre che nazionale - della mobilita' che riduca drasticamente il trasporto aereo. E valga il vero. * 1. Il devastante mega-aeroporto a Viterbo per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma non si puo' e non si deve fare perche' devasterebbe irreversibilmente l'area termale del Bulicame: forse la piu' preziosa risorsa di Viterbo, bene naturalistico e storico-culturale, terapeutico e sociale, di immenso valore simbolico oltre che materiale, peculiare ed insostituibile. * 2. Il devastante mega-aeroporto a Viterbo per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma non si puo' e non si deve fare perche' sarebbe di un'estrema nocivita' per la salute della popolazione. Collocato peraltro in prossimita' della citta' l'inquinamento che esso produrrebbe sarebbe un danno enorme per la salute e la qualita' della vita della popolazione. * 3. Il devastante mega-aeroporto a Viterbo per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma non si puo' e non si deve fare perche' danneggerebbe irreversibilmente, oltre che l'area termale del Bulicame, anch e altri rilevanti beni ambientali, culturali ed economici, provocando all'economia ed alla popolazione viterbese un forte danno e una gravosa servitu' (al contrario di quanto sostiene la scandalosamente mistificante e menzognera propaganda di una irresponsabile ed interessata lobby politico-affaristica). * 4. Il devastante mega-aeroporto a Viterbo per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma non si puo' e non si deve fare perche' palesemente contrasta con quanto previsto dalla vigente normativa italiana ed europea in materia di Valutazione d'impatto ambientale, Valutazione ambientale strategica e Valutazione d'impatto sulla salute cosi' come in materia di protezione dei beni storico-culturali e dei diritti soggettivi e dei legittimi interessi della comunita' locale. * 5. Il devastante mega-aeroporto a Viterbo per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma non si puo' e non si deve fare perche' costituirebbe un enorme sperpero di soldi pubblici a danno dei cittadini. * 6. Il devastante mega-aeroporto a Viterbo per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma non si puo' e non si deve fare perche' occorre non incrementare ma ridurre immediatamente e drasticamente il trasporto aereo per contrastare il surriscaldamento della biosfera e promuovere il rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. * Distintamente, la portavoce del Comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, Antonella Litta il responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo, Peppe Sini Viterbo, 12 luglio 2008 3. INIZIATIVE. CENTRO SOCIALE AUTOGESTITO "VALLE FAUL": IL 18 LUGLIO A VITERBO CONTRO IL DEVASTANTE MEGA-AEROPORTO [Riceviamo e diffondiamo il seguente comunicato del centro sociale autogestito "Valle Faul" di Viterbo (per contatti: e-mail: csavallefaul at autistici.org, sito: csavallefaul.noblogs.org)] Contro il devastante mega-aeroporto venerdi' 18 luglio una iniziativa del centro sociale autogestito "Valle Faul" di Viterbo in difesa del territorio e della salute e i diritti delle persone. Il centro sociale autogestito "Valle Faul" di Viterbo, in collaborazione con il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti, promuove una manifestazione contro la realizazione del devastante mega-aeroporto per voli low cost. L'iniziativa si svolgera' dalle ore 18 di venerdi' 18 luglio 2008 alle ore 6 di sabato 19 luglio, con performance teatrali, poesia, concerti, bioristoro. La manifestazione si svolgera' nell'area termale del Bulicame di Viterbo presso le "pozze Carletti" site tra la strada delle terme e la strada Tuscanese. * Sono diversi anni che le politiche del nostro territorio dipendono dagli interessi delle lobby affaristiche e criminali. Le scelte dei governi sostengono gli interessi della Banca mondiale e delle multinazionali a discapito degli "ultimi" e della salvaguardia dell'ecosistema. L'inquietante disequazione tra il rispetto dei diritti umani e i profitti dimostra il fallimento delle politiche neoliberiste. * Il centro sociale autogestito Valle Faul di Viterbo da quindici anni sta dalla parte degli oppressi, e si adopera affinche' le scelte che condizionano la nostra esistenza e il futuro dei nostri figli non siano delegate a nessuno ma frutto di percorsi di vera democrazia partecipata e collettiva. Riteniamo assurdo che noi ricchi della terra possiamo svolazzare nei cieli del mondo mentre gli esseri umani dei flussi migranti che fuggono dal loro paese quasi sempre per fame o per guerra trovano la morte nel Mediterraneo o vengono rinchiusi nei nuovi campi di concentramento. Riteniamo assurdo che le compagnie aeree si arricchiscono con lo sfruttamento dei lavoratori, provocando danni ambientali ed alla salute alle popolazioni, saccheggiando e distruggendo i beni comuni. Riteniamo assurda e infame la politica di bassa lega che in una miserabile caccia al voto ha fatto una mistificante demagogia e una menzognera propaganda sull'aeroporto a Viterbo e quindi ha ingannato, umiliato e danneggiato i cittadini. * Era circa un anno fa quando abbiamo sentito l'esigenza di mobilitarci contro la costruzione del devastante mega-aeroporto viterbese, cosicche' insieme ad altre associazioni e movimenti nella sede dl centro sociale nacque il comitato contro l'aereoporto "Coi piedi per terra". E' stato un anno di duro lavoro, ma ormai ne siamo sicuri: questo scempio a Viterbo non verra' mai fatto, ma bisogna vigilare perche' molti soldi dei contribuenti gia' sono stati sperperati - ed altri si minaccia di sperperarne ancora - senza che si sia fatto un solo adeguato e rigoroso studio di fattibilita' e di valutazione d'impatto ambientale e sanitario (che dimostrerebbe definitivamente l'evidente irrealizzabilita' del mega-aereoporto). * Ecco allora perche' venerdi' 18 luglio vogliamo manifestare per esprimere la nostra opposizione a chi devasta il territorio e aggredisce la salute e i diritti delle persone; per esprimere la nostra solidarieta' a tutti i movimenti che lottano per la difesa e la salvaguardia della terra e per la dignita' e i diritti di ogni essere umano e dell'umanita' intera. L'iniziativa avra' inizio al tramonto per terminare all'alba, e sara' caratterizzata da interventi, teatro, musica e bioristoro. Invitiamo la societa' civile tutta a partecipare e sostenere il comitato "Coi piedi per terra" contro il devastante mega-aereoporto di Viterbo. * Per informazioni, adesioni e contatti visita i siti: csavallefaul.noblogs.org e www.coipiediperterra.org Il centro sociale autogestito "Valle Faul" di Viterbo Viterbo, 10 luglio 2008 4. MONDO. WANGARI MAATHAI: PER LE FORESTE DEL CONGO [Dal quotidiano "Il manifesto" del 10 luglio 2008 col titolo "Per le foreste del Congo" e la nota "Nobel per la pace 2004 e 'ambasciatrice per le foreste del Congo', Maathai e' la fondatrice del Green Belt Movement in Kenya. Questo articolo e' ripreso da 'The East African'". Wangari Muta Maathai (Nyeri, 1940), premio Nobel per la pace nel 2004, biologa, docente universitaria, gia' presidente del Consiglio nazionale delle donne del Kenya, sottosegretario nel Ministero dell'Ambiente e delle Risorse naturali del Kenya, con un lungo impegno in difesa dei diritti umani e dell'ambiente (impegno che l'ha portata a subire minacce, aggressioni, persecuzioni), ha fondato nel 1977 il movimento "Green Belt", un movimento formato da donne che hanno piantato decine di milioni di alberi in Kenya e in altri paesi africani: in particolare Tanzania, Uganda, Malawi, Lesotho, Etiopia e Zimbawe, promuovendo difesa dell'ambiente e diritto al lavoro, e valorizzando la centralita' delle donne nel mondo rurale. Dal sito www.greencrossitalia.it riprendiamo per estratti la seguente scheda a cura di Sergio Ferraris: "E' donna, e' ecologista, e' africana. E' Wangari Maathai, il premio Nobel per la Pace 2004, viceministro per l'ambiente del Kenia, rappresentante della Carta della Terra per l'Africa e membro di Green Cross. Il comitato norvegese per il premio Nobel ha assegnato il prestigioso riconoscimento per la pace all'ecologista kenyana, 64 anni, prima donna africana nella storia a ricevere l'importante premio. Alla Maathai e' stato riconosciuto il suo impegno nella lotta per la preservazione dell'ambiente e la difesa dei diritti umani. 'La causa ecologista e' un aspetto importante della pace - ha affermato Wangari Maathai, immediatamente dopo la notizia del premio - perche' nel momento in cui le risorse si rarefanno, noi ci battiamo per riappropriarcene. Piantiamo i semi della pace, ora e per il futuro'. L'ecologista keniana e' anche avvocato dei diritti umani. Dopo il conferimento del premio la biologa ha detto: ''Continuero' nella mia campagna e chiedo ai keniani di unirsi a me'. L'impegno di Wangari Maathai sul fronte ambientale e' storico. E' stata la fondatrice del movimento 'Green Belt' (cintura verde) che ha piantato oltre trenta milioni di alberi lungo il continente africano per lottare contro la desertificazione. La deforestazione, infatti, e' un grave problema per l'Africa che spinge, ogni anno, milioni di persone nella poverta'. L'organizzazione fondata da Maathai, il 'Movimento della cintura verde' ha anche dato, tra le altre cose, lavoro a decine di migliaia di persone... La motivazione con cui il Comitato del premio Nobel per la pace, con sede a Oslo, ha assegnato il premio per la pace recita: 'Il Comitato norvegese per il Nobel ha deciso di assegnare il premio Nobel per la pace nel 2004 a Wangari Maathai per il suo contributo allo sviluppo sostenibile, alla democrazia e alla pace. La pace sulla terra dipende dalla nostra capacita' di assicurare l'ambiente dove viviamo. Maathai e' in prima linea nella lotta per promuovere ecologicamente lo sviluppo sociale, economico e culturale in Kenya e in Africa. Ella ha adottato un approccio olistico allo sviluppo sostenibile che comprende democrazia, diritti umani e diritti delle donne in particolare, pensando globalmente e agendo localmente. Maathai ha contrastato coraggiosamente il precedente regime oppressivo in Kenya. Le sue iniziative in prima persona hanno contribuito ad attirare l'attenzione sull'oppressione politica, sul piano nazionale e internazionale. Maathai combina scienza, impegno sociale e politica attiva. Piu' che proteggere semplicemente l'habitat esistente, la sua strategia tende ad assicurare e rafforzare la vera base per lo sviluppo ecologicamente sostenibile. Ha fondato il movimento Green Belt (Cintura Verde), con cui da circa 30 anni ha attivato donne povere per piantare 30 milioni di alberi. I suoi metodi sono stati adottati anche da altri Paesi. Siamo tutti testimoni di come la deforestazione e la perdita del verde abbiano portato alla desertificazione in Africa e minacciato altre regioni del globo, compresa l'Europa. Proteggere le foreste dalla desertificazione e' un fattore vitale nella lotta per rafforzare l'ambiente in cui viviamo sulla nostra comune Terra. Attraverso istruzione, pianificazione familiare, nutrizione e lotta contro la corruzione il movimento Green Belt ha aperto la strada allo sviluppo a livello rurale. Riteniamo che Maathai sia una voce, appartenente alle migliori forze dell'Africa, che parla per promuovere pace e condizioni di benessere su questo continente. Wangari Maathai sara' la prima donna africana a essere insignita del premio Nobel per la Pace. Sara' anche la prima cittadina africana della vasta area tra il Sudafrica e l'Egitto a ricevere il Nobel. Rappresenta un esempio e una fonte di ispirazione per chiunque in Africa lotti per lo sviluppo sostenibile, la democrazia e la pace'. 64 anni, la Maathai e' stata la prima donna in Africa centrale-orientale a fare carriera unversitaria. Ha fondato il movimento ambientalista kenyota nel 1977, e grazie a un progetto da lei ideato che ha coinvolto soprattutto le donne, ha fatto si' che venissero piantati milioni di alberi per impedire l'erosione del terreno e per fornire la legna da ardere a tutto il Paese... Laureata in biologia all'Universita' del Kansas e all'Universita' di Pittsburgh, ritornata in Kenya, Wangari Maathai ha lavorato nel dipartimento di ricerca in medicina veterinaria all'Universita' di Nairobi e, malgrado lo scetticismo e perfino l'opposizione degli allievi e della facolta' tradizionalmente maschili, ha ottenuto il dottorato. Wangari Maathai ha iniziato a lavorare per alleviare la poverta' della gente del suo Paese cercando di creare progetti dal basso, partecipati, su base comunitaria, per offrire occupazione e migliorare l'ambiente allo stesso tempo... Wangari Maathai e' stata presidente nazionale del Consiglio nazionale delle donne del Kenya, e nel 1997 si e' candidata alla presidenza del paese, senza tuttavia poter concorrere perche' il suo partito ritiro' la sua candidatura alcuni giorni prima delle elezioni... Nel 1998, Wangari Maathai si guadagno' l'attenzione di tutto il mondo quando si oppose al progetto del presidente del Kenya di costruire alloggiamenti di lusso eliminando centinaia di ettari di foreste. Nel 1991, venne arrestata e incarcerata, fu poi liberata in seguito a una campagna internazionale. Nel 1999 venne ferita alla testa mentre piantava alberi nella foresta di Karura, a Nairobi, nel corso di una protesta contro il disboscamento continuo. E' stata arrestata piu' volte dal governo del presidente Arap Moi e nel gennaio del 2002, la Maathai ha accettato il posto di ricercatore alla facolta' di agraria dell'universita' di Yale, occupandosi di silvicoltura sostenibile. Dal gennaio 2003 e' sottosegretario al Ministero dell'ambiente, delle risorse naturali e della fauna selvatica. Nel 2001 ha dato vita a 'Tree is Life'... Il progetto di Tree is Life e' recentemente stato riconosciuto come "buona pratica" dalle Nazioni Unite. Wangari Maathai e' la dodicesima donna, la prima africana, a ricevere il premio Nobel per la pace". Opere di Wangari Maathai: Solo il vento mi pieghera', Sperling & Kupfer, Milano 2007. Su Wangari Maathai si veda il profilo scritto da Nanni Salio nel n. 792 de "La nonviolenza e' in cammino"] Conservare le foreste del Congo, e per la verita' tutte le nostre foreste in Africa, e accelerare gli sforzi per riforestare, e' vitale per la nostra sopravvivenza in un continente dove il deserto del Sahara si sta espandendo a nord e quello del Kalahari si espande a sud-ovest. Per questa ragione lo scorso 17 giugno a Londra e' stato lanciato il "Fondo per le foreste del bacino del Congo". Il finanziamento iniziale e' costituito da un paio di allocazioni di 200 milioni di dollari ciascuno dei governo del Regno Unito e della Norvegia. Dieci paesi dell'Africa centrale hanno formato una "Iniziativa per le foreste del bacino del fiume Congo" con l'impegno di gestirle in modo sostenibile e conservarne la biodiversita'. Il bacino del Congo rappresenta il secondo piu' grande ecosistema forestale del mondo. Queste foreste forniscono cibo, riparo e mezzi di sopravvivenza a oltre 50 milioni di persone. Coprono 200 milioni di ettari, includono circa un quinto della foresta tropicale vergine a canopea chiusa che rimane sul pianeta. E' anche un "magazzino" significativo di carbonio, con un ruolo vitale nel regolare il clima della regione. La diversita' biologica che ospita e' di importanza globale: su un'area pari a due volte la Francia, il bacino del Congo e' popolato da oltre 10.000 specie di piante, mille specie di uccelli e 400 specie di mammiferi. Oggi pero' le foreste tropicali del bacino del Congo sono sotto una pressione fortissima. La deforestazione crescente, l'espansione dell'agricoltura, la crescita delle popolazioni, l'industria mineraria e petrolifera, tutto porta alla scomparsa sempre piu' rapida delle foreste. E' una situazione insostenibile per la popolazione umana, per le infinite specie che saranno portate a estinzione, e per il clima. Invertire questa tendenza e' dunque essenziale. Le foreste sono indispensabili, eppure le diamo per scontate. Anche se sembrano inesauribili, possono morire. le due nazioni che condividono l'isola di Hispaniola, Haiti e la Repubblica Dominicana, offrono un esempio di cosa succede quando distruggiamo il nostro ambiente, soprattutto le foreste. La deforestazione di Haiti e la conseguente perdita di humus e terreno ha lasciato il paese vulnerabile alla devastazione degli uragani, alla miseria e alla fame. La situazione e' molto migliore nella Repubblica Dominicana, che ha conservato parte delle sue foreste. Purtroppo, le generazioni che distruggono l'ambiente spesso non sono quelle che ne sentiranno le conseguenze. Sono le generazioni successive a soffrirne. E' importante proteggere le foreste nei singoli paesi, e altrettanto importante riconoscere l'importanza delle foreste altrove, come nell'ecosistema del bacino del Congo. L'impatto negativo della distruzione nelle foreste congolesi sara' sentito in modo piu' ampio in Africa e fuori. Cio' di cui l'Africa ha bisogno e' non solo di proteggere le sue foreste, ma anche di impegnarsi in un massiccio sforzo di riforestazione. E' possibile far crescere piantagioni commerciali necessarie alle industrie del legno e delle costruzioni. Ma e' sbagliato sacrificare le foreste per generare benefici economici rapidi espandendo le piantagioni. L'Africa gia' soffre la scarsita' d'acqua: non possiamo sacrificare le nostre fonti acquifere. 5. AMBIENTE. ANTONELLA LITTA: UNA LETTERA AL SINDACO DI VITERBO [Antonella Litta e' la portavoce del Comitato che si oppone alla realizzazione dell'aeroporto a Viterbo; svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi (in provincia di Viterbo). E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia). Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente] Al Sindaco del Comune di Viterbo, e per opportuna conoscenza: al dirigente dell'assessorato all'ambiente del Comune di Viterbo, al dirigente dell'assessorato ai lavori pubblici del Comune di Viterbo, e sempre per opportuna conoscenza: al Prefetto di Viterbo, al Direttore generale della Asl di Viterbo, al Presidente della Provincia di Viterbo, all'Assessore all'ambiente della Provincia di Viterbo, all'Arpa Lazio - sezione di Viterbo, ai mezzi díinformazione locali Oggetto: nuova lettera al Comune di Viterbo dopo la prima del 31 marzo 2008 e la seconda del 3 maggio 2008, alle quali non abbiamo ricevuto risposta alcuna, persistendo l'inaccettabile situazione di abbandono di rifiuti di sconosciuta provenienza e composizione lungo la strada provinciale Tuscanese. Egregio Sindaco, come gia' segnalato in data 31 marzo 2008 al commissario prefettizio che allora reggeva pro tempore il Comune di Viterbo e come successivamente segnalato alla sua attenzione in data 3 maggio 2008, le faccio nuovamente presente che nel territorio del Comune di Viterbo lungo la strada Tuscanese persiste ormai da mesi un cumulo di rifiuti di aspetto biancastro e granuloso sottoposto a sequestro da parte della Polizia Provinciale gia' dal 3 marzo 2008; l'area in questione continua ad essere delimitata soltanto da un nastro e da alcuni picchetti di recinzione. Nelle lettere precedenti esprimevo forte preoccupazione e domandavo quali misure erano state adottate per mettere in sicurezza l'area sottoposta a sequestro da parte della Polizia Provinciale ed evitare cosi' eventuali contaminazioni dell'aria e del suolo che si sarebbero potute rivelare fonte di danno all'ambiente e alla salute, considerata l'ignota composizione del materiale abbandonato. Pertanto sollecitavo la tempestiva adozione di tutti gli interventi previsti dalla vigente normativa. Non avendo ancora ricevuto alcuna risposta e dopo aver verificato de visu in data odierna la persistenza dello stato di abbandono e mancata messa in sicurezza dell'area interessata, con la presente le chiedo nuovamente di intervenire per acquisire l'esito delle analisi a cui sono stati sottoposti i campioni prelevati e provvedere per quanto di sua competenza affinche' sia disposta l'immediata rimozione dei rifiuti. Restando in attesa di un sollecito e definitivo riscontro, cordiali saluti, dottoressa Antonella Litta, referente per Viterbo e provincia dell'Isde - Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia) Viterbo, 10 luglio 2008 6. RIFIUTI. GUIDO VIALE: L'EMERGENZA RIFIUTI IN CINQUE VIOLAZIONI [Dal quotidiano "Il manifesto" del 12 luglio 2008 col titolo "L'emergenza rifiuti in cinque violazioni". Guido Viale e' nato nel 1943, e' stato uno dei leader della protesta studentesca nel '68, lavora a Milano, si occupa di politiche attive del lavoro in campo ambientale, fa parte del Comitato tecnico-scientifico dell'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente (Anpa). Opere di Guido Viale: segnaliamo particolarmente Il Sessantotto, Mazzotta, Milano 1978; Un mondo usa e getta, Feltrinelli, Milano 1994, 2000; Tutti in taxi, Feltrinelli, Milano 1996; Governare i rifiuti, Bollati Boringhieri, Torino 1999; A casa, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2001; Vita e morte dell'automobile, Bollati Boringhieri, Torino 2007] Il libro Ecoballe di Paolo Rabitti, perito della Procura di Napoli nei procedimenti giudiziari sui rifiuti campani, permette di fare il punto sulle responsabilita' di un disastro unico al mondo. Sulla vicenda sono in corso due processi a cui e' demandato l'accertamento delle responsabilita' penali degli imputati; ma sul meccanismo che ha portato a sommergere la Campania sotto cumuli di rifiuti non ci possono piu' essere dubbi. Questo meccanismo e' la sistematica violazione dell'ordinanza con cui, fin dal marzo del 1998, l'allora Ministro dell'interno Giorgio Napolitano aveva delineato i termini con cui avrebbe dovuto essere affrontata la crisi dei rifiuti nella regione. Quell'ordinanza prescriveva il raggiungimento del 35% di raccolta differenziata; l'affidamento per 10 anni della gestione di tutti i rifiuti urbani prodotti in Campania a valle della raccolta differenziata; la realizzazione entro l'anno degli impianti di selezione e trattamento delle frazioni secca e umida del rifiuto indifferenziato e, entro il 2000, di due inceneritori predisposti per il trattamento del solo Cdr (la frazione secca del rifiuto indifferenziato, trattata perche' raggiunga un tot potere calorifico). Per evitare indebiti accumuli di Cdr fino alla realizzazione degli inceneritori, lo stesso doveva essere bruciato in altri impianti, anche fuori regione; e per non pregiudicare la raccolta differenziata, il Cdr non doveva eccedere la meta' dei rifiuti complessivamente prodotti in Campania. L'elettricita' prodotta dagli inceneritori avrebbe goduto, per un periodo di 8 anni, degli incentivi Cip6 cioe' di un prezzo di cessione dell'elettricita' generata con i rifiuti 4 volte superiore al costo di produzione di un ordinario impianto termoelettrico. Il decreto Napolitano era in perfetta linea con le esperienze all'epoca piu' avanzate di gestione dei rifiuti urbani e ne riproduceva le fasi e le caratteristiche principali. La prima violazione del decreto avviene con il bando di gara indetto dal Commissario straordinario ai rifiuti, l'allora Presidente della giunta regionale di centrodestra, Rastrelli. Il bando viene dimensionato per il trattamento di tutti i rifiuti prodotti dalla regione e non solo della parte che residua dalla raccolta differenziata; le prescrizioni del capitolato d'oneri riguardano solo l'inceneritore, senza alcun riguardo per gli impianti di selezione e trattamento a monte dell'incenerimento; non una parola viene fatta sugli impianti di compostaggio (processo che trasforma la frazione organica in un ammendante per i suoli agricoli), senza i quali la raccolta differenziata dei rifiuti urbani non ha senso. Una scelta a favore del "tutto fuoco" che rispecchia l'orientamento della giunta regionale dell'epoca, ma che viene poi confermata dalle successive giunte Bassolino di centrosinistra. Per di piu' si affida all'impresa vincente il compito, pubblico, di scegliere i siti dove costruire gli impianti. La seconda violazione e' con l'aggiudicazione del servizio. Viene scelto il progetto del raggruppamento Fisia-Impregilo, che la commissione tecnica giudica il peggiore tra quelli presentati (era obsoleto gia' dieci anni fa); inoltre in esso si prospetta la produzione di compost senza fare la raccolta differenziata della frazione organica, ma ricavandolo dal rifiuto indifferenziato, e in quantita' superiori alle capacita' di trattamento degli impianti: e' evidente che non si intende ne' produrre compost, per il quale ci vuole la raccolta differenziata, ne' stabilizzare - cioe' rendere inoffensiva - la frazione "umida" del rifiuto indifferenziato; ma solo chiamare compost tutto cio' che viene scartato nella preparazione del rifiuto combustibile per l'inceneritore. Non basta, l'impresa proponente subordina la validita' della sua offerta all'accettazione da parte della stazione appaltante di una nota del tutto illegale dell'Abi che "mette al bando" la raccolta differenziata di plastica e carta - gli unici materiali combustibili che possono alimentare un inceneritore - attraverso la formula deliver or pay: i comuni devono pagare a chi gestisce gli impianti la stessa tariffa sia che facciano la raccolta differenziata o no. Lo scopo e' quello di massimizzare gli incassi da produzione di energia elettrica: piu' rifiuti ci sono, piu' si guadagna. Molti economisti sostengono che gli incentivi per le fonti rinnovabili alterano i meccanismi di mercato. E' vero, ma promuovono il futuro: cioe' l'unica alternativa energetica in un'era post-fossile. Gli incentivi per l'incenerimento finanziano il passato: la dissipazione, con rendimenti insignificanti, di tutta l'energia utilizzata e contenuta nei materiali distrutti; uno spreco concepibile con un'offerta di combustibili fossili illimitata e senza l'assillo dell'effetto serra: un'epoca ormai alle nostre spalle. La terza violazione del decreto Napolitano si verifica cancellando dolosamente dal contratto le clausole che obbligano l'appaltatore a bruciare i rifiuti combustibili in altri impianti fino al completamento dell'inceneritore e quelle che limitano il materiale da bruciare alla meta' dei rifiuti prodotti in regione. Quelle clausole obbligherebbero l'appaltatore a pagare il servizio ad altri operatori, perdendo gli incentivi Cip6. Meglio allora impacchettare quel tesoro in migliaia di "ecoballe", in attesa di poterle bruciare nel proprio forno. Se poi la realizzazione dell'inceneritore tarda e le ecoballe diventano milioni, che importa? Valgono tanto oro quanto pesano, tanto e' vero che le banche (ecco che torna in campo l'Abi) le accetteranno a garanzia dei prestiti concessi, come fossero tanti barili di petrolio (quelle accumulate l'anno scorso valevano gia' un miliardo e mezzo di euro). Se poi questi stoccaggi illeciti - dopo un anno gli stoccaggi cessano di essere depositi temporanei, autorizzati dalla legge, e diventano discariche, per le quali sono necessari presidi ambientali mai realizzati - costano troppo, si mette a carico del Commissario, cioe' di tutta la nazione, la differenza tra il prezzo pagato alla camorra, proprietaria delle aree di stoccaggio, e quello che l'appaltatore aveva indicato nella sua offerta al ribasso. E' la quarta violazione del decreto: una porta spalancata alla camorra che affitta camion per portare le ecoballe in giro per tutta la regione e i terreni dove accumularle. Quinta violazione: per produrre piu' ecoballe si fanno lavorare i Cdr al di sopra delle loro capacita'; si sospende la manutenzione e li si mette fuori uso, anche perche' non c'e' piu' un solo buco dove conferire la parte piu' molesta del loro output: la frazione umida non lavorata e puzzolente che dovrebbe essere compost. Sembra che rovinando i propri impianti i titolari dell'appaltato danneggino se stessi; ma non e' cosi'. Con quegli impianti fuori uso e le discariche piene, i rifiuti si accumulano per le strade e l'emergenza torna a farsi pressante. Tanto da giustificare nuove ordinanze e nuove deroghe: cioe' l'autorizzazione a produrre compost che non e' compost e Cdr che non e' Cdr. E nuovi impianti con lucrosissimi incentivi: non piu' un solo inceneritore e nemmeno 2, ma 4; e tutti con gli incentivi Cip6, aboliti nel resto dell'Italia e fuorilegge per la Commissione europea. "Da diverse conversazioni intercettate - scrive Rabitti - emerge il sistematico ricorso al blocco della ricezione dei rifiuti come strumento di pressione per avere le autorizzazioni agli stoccaggi e per giustificare i provvedimenti". Ecco spiegata l'emergenza rifiuti. 7. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DI VITERBO Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la riduzione del trasporto aereo: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it =================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 114 del 14 luglio 2008 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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