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Voci e volti della nonviolenza. 191
- Subject: Voci e volti della nonviolenza. 191
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Tue, 17 Jun 2008 10:04:57 +0200
- Importance: Normal
============================== VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 191 del 17 giugno 2008 In questo numero: 1. Se giovasse ripetere le cose (5) 2. Dal notiziario della campagna contro la schiavitu' del 27 giugno 1999 3. Dal notiziario della campagna contro la schiavitu' del 29 giugno 1999 4. Dal notiziario della campagna contro la schiavitu' del primo luglio 1999 5. Dal notiziario della campagna contro la schiavitu' del 2 luglio 1999 (parte prima) 1. NOTA. SE GIOVASSE RIPETERE LE COSE (5) Riproponiamo alcuni altri materiali gia' pubblicati e ripubblicati nel notiziario della Campagna contro la schiavitu' nel 1999. 2. DOCUMENTAZIONE. DAL NOTIZIARIO DELLA CAMPAGNA CONTRO LA SCHIAVITU' DEL 27 GIUGNO 1999 Campagna contro la schiavitu' in Italia. Materiali di lavoro, anno II, n. 4 del 27/6/1999 * Lettera aperta del 30 ottobre 1998 alla Ministra Laura Balbo Chiediamo a Lei e al governo cinque impegni legislativi per i diritti degli immigrati e contro la violenza schiavista e razzista Gentile dottoressa, negli scorsi anni con le sue iniziative e con le sue pubblicazioni Lei ha dato un grande contributo all'impegno contro il razzismo. Il fatto che oggi Lei abbia la responsabilita' di un ministero e sieda nel Consiglio dei Ministri al governo del nostro paese, e' motivo di gioia e di speranza per quanti hanno condiviso le sue riflessioni ed il suo impegno di solidarieta' con gli immigrati, in difesa dei diritti umani, contro la stupidita' e la violenza razzista. Lei sa che contro il razzismo e per i diritti degli immigrati oggi occorrono alcune iniziative legislative ed amministrative urgenti. In primo luogo occorre un provvedimento di regolarizzazione per tutti gli immigrati presenti in Italia, provvedimento legislativo sollecitato anche dal pontefice cattolico, che restituisca diritti (e doveri) a tutti gli immigrati presenti in Italia in condizioni di irregolarita' amministrativa: tale regolarizzazione e' indispensabile anche per affermare il diritto e rafforzare la legalita' nel nostro paese, facendo uscire centinaia di migliaia di persone da condizioni di irregolarita' coatta e di durissima marginalita' e sofferenza; inoltre tale provvedimento sarebbe di grande efficacia per contrastare i poteri criminali. In secondo luogo occorre una concreta applicazione della norma costituzionale concernente il diritto d'asilo (art. 10 Cost.), sovente denegata nei fatti. In terzo luogo occorre l'abolizione degli attuali centri di detenzione per immigrati in condizioni di irregolarita' amministrativa, e la loro sostituzione con effettivi centri di accoglienza ed assistenza in cui persone che non hanno commesso alcun reato non siano private della liberta' personale. A tal riguardo occorre modificare il Capo II della legge 40/98. In quarto luogo occorre accogliere nella nostra legislazione la parte della convenzione di Strasburgo del 5/2/1992 (sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale) ancora non recepita nel nostro ordinamento con la legge 203/94, relativamente al diritto di voto (elettorato attivo e passivo) per tutti gli immigrati nelle elezioni amministrative locali. In quinto luogo occorre un impegno specifico di lotta contro la schiavitu' di cui sono vittima in Italia molti immigrati ed immigrate; lotta la cui chiave di volta e' nel restituire diritti alle vittime, nel garantire ad esse aiuto, difesa, assistenza. Su questi punti le chiediamo di impegnarsi e di impegnare il governo. Confidando nella sua sensibilita', nel suo impegno, ed anche in un suo cenno di riscontro, voglia gradire i migliori auguri di buon lavoro, Viterbo, 30 ottobre 1998 3. DOCUMENTAZIONE. DAL NOTIZIARIO DELLA CAMPAGNA CONTRO LA SCHIAVITU' DEL 29 GIUGNO 1999 Campagna contro la schiavitu' in Italia. Materiali di lavoro, anno II, n. 6 del 29/6/1999 * Alcuni riferimenti bibliografici per la lotta contro il razzismo 1. Sull'immigrazione - Legge 6 marzo 1998 n. 40, Disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero; - Caritas di Roma, Immigrazione: dossier statistico, Anterem, Roma (rapporto annuale); - Alessandro Dal Lago, Non-persone, Feltrinelli, Milano 1999; - Germano Garatto, Fredo Olivero (a cura di), Immigrati. La sfida di una societa' multietnica, Caritas-Piemme, Casale Monferrato 1995; - Caritas Ambrosiana, Il valore della differenza. Tendenze, problemi, interventi sull'immigrazione straniera, Paoline, Milano 1997; - Hans Magnus Enzensberger, La grande migrazione, Einaudi, Torino 1993; - "L'emigrato", mensile di emigrazione e immigrazione in Italia e in Europa, Piacenza; - Associazione "Senzaconfine", Roma; - sulla specifica condizione dei rifugiati cfr. attivita' e pubblicazioni dell'Acnur (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati). 2. Sulla prostituzione e sulla schiavitu' sessuale - "Aspe" n. 14/1996, Prostituzione: un mondo che attraversa il mondo (fascicolo monografico); - Mirta Da Pra Pocchiesa, Ragazze di vita. Viaggio nel mondo della prostituzione, Editori Riuniti, Roma 1996; - Oreste Benzi, Una nuova schiavitu', Paoline, Milano 1999; - Pino Arlacchi, Schiavi, Rizzoli, Milano 1999. 3. Sul razzismo - Laura Balbo, Luigi Manconi, I razzismi reali, Feltrinelli, Milano 1992; - Laura Balbo, Luigi Manconi, Razzismi: un vocabolario, Feltrinelli, Milano 1993; - Albert Memmi, Il razzismo, Costa & Nolan, Genova 1989; - Pierre-Andre' Taguieff, La forza del pregiudizio, Il Mulino, Bologna 1994; - Teun van Dijk, Il discorso razzista, Rubbettino, Soveria Mannelli 1994; - ovviamente sul versante della testimonianza storica e della riflessione morale e' indispensabile la lettura di Primo Levi (l'edizione di riferimento e' ora: Primo Levi, Opere, 2 voll., Einaudi, Torino 1997); - e' ancora utile il libro di Guenter Wallraff, Faccia da turco, Tullio Pironti Editore, Napoli 1986; - Anna Aluffi Pentini, Walter Lorenz (a cura di), Per una pedagogia antirazzista, Junior, Bergamo 1995; - un minimo repertorio bibliografico: Centro di ricerca per la pace, Settimana internazionale contro il razzismo. Una bibliografia essenziale, Viterbo 1997. 4. Sui diritti umani - Norberto Bobbio, L'eta' dei diritti, Einaudi, Torino 1990; - Daniele Archibugi, David Beetham, Diritti umani e democrazia cosmopolitica, Feltrinelli, Milano 1998; - Matteo Soccio, bibliografia ragionata sui diritti umani, nel fascicolo monografico sui diritti umani di "Azione nonviolenta", dicembre 1998; - ovviamente sul versante filosofico e' fondamentale la lettura di Hans Jonas e di Emmanuel Levinas; - sui diritti umani violati cfr. i rapporti annuali di Amnesty International; - sui diritti violati dei bambini cfr. attivita' e pubblicazioni dell'Unicef; - un approccio adeguato a questi temi in una prospettiva planetaria e' nelle attivita' e pubblicazioni del "Centro nuovo modello di sviluppo" di Vecchiano (Pisa); - sul contesto planetario della cosiddetta "globalizzazione" cfr. gli scritti, tra altri, di Samir Amin, del subcomandante Marcos dell'Ezln, degli studiosi raccolti intorno alla rivista "Le Monde diplomatique". 5. Alcune riviste utili - "Le Monde diplomatique", mensile, edizione italiana in supplemento al quotidiano "Il manifesto", Roma; - "Nigrizia", mensile, Verona. 6. Per approfondire Un ampio repertorio di schede bibliografiche su autori e movimenti impegnati contro il razzismo e' nel nostro lavoro Uomini di pace, contenente centinaia di voci su studiosi e militanti impegnati per i diritti umani, da Laura Balbo a Martin Luther King, da Nelson Mandela a Pierre-Andre' Taguieff... 4. DOCUMENTAZIONE. DAL NOTIZIARIO DELLA CAMPAGNA CONTRO LA SCHIAVITU' DEL PRIMO LUGLIO 1999 Campagna contro la schiavitu' in Italia. Materiali di lavoro, anno II, n. 8 del I/7/1999 * Alcune lettere aperte inviate a vari interlocutori istituzionali nel 1998 Premessa Qui di seguito riproponiamo alcune lettere aperte inviate a vari soggetti istituzionali nel corso del 1998; una sola di esse ha avuto un riscontro diretto significativo, quella del 7 luglio 1998 a vari deputati e senatori: alcuni parlamentari infatti ci espressero il loro sostegno ed impegno. * Lettera del 20 giugno 1998 al Presidente del Consiglio dei Ministri ed ai capigruppo parlamentari delle forze politiche democratiche Una iniziativa contro la schiavitu' in Italia La condizione di schiavitu' imposta a molti uomini, donne e bambini immigrati nel nostro paese e' un dato di fatto ineludibile. Se le istituzioni non prendono atto di questa situazione, la loro azione continuera' a perseguitare le vittime ed a fiancheggiare gli sfruttatori. E' inammissibile che il governo centrale, il Parlamento, le autonomie locali, pressoche' nulla facciano specificamente contro la schiavitu' nel nostro paese. Vorremmo pertanto richiedere un impegno a tal fine, e proporre la seguente ipotesi di lavoro: a) che dalle autonomie locali, al Parlamento, all'esecutivo centrale vi sia una forte presa di coscienza di questa drammatica ed inammissibile realta': la schiavitu' imposta a migliaia e forse decine e centinaia di migliaia di persone nel territorio italiano; b) che tutte le istanze istituzionali indicate assumano un impegno preciso ed esplicito per abolire la schiavitu' nel territorio italiano; c) che a tal fine si adottino strumenti legislativi ed amministrativi che realmente aiutino le vittime di tale situazione: e tra essi in primo luogo un piano specifico che - anche a titolo di risarcimento - preveda la garanzia della permanenza in Italia di tutti gli immigrati che escono dalla schiavitu', offrendo loro pieni diritti civili, accoglienza, protezione, assistenza, diritto alla casa, allo studio e al lavoro, ed un assegno di inserimento sociale per un adeguato periodo di tempo; d) che si contrasti con gli adeguati strumenti normativi (peraltro gia' presenti nella legislazione) non solo la criminalita' organizzata, ma anche la complicita' di massa con la pratica della schiavitu': complicita' che coinvolge tra gli altri imprenditori schiavisti e ricettatori-commercializzatori dei loro prodotti, nonche' i fruitori di prestazioni sessuali e di altro genere rese in condizioni di schiavitu' e di costrizione. Viterbo, 20 giugno 1998 * Lettera del 3 luglio 1998 all'Anci (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) ed all'Upi (Unione delle Province d’Italia) Per una iniziativa degli enti locali contro la schiavitu', per promuovere i diritti umani degli immigrati Egregi signori, vi e' una drammatica realta': molte persone immigrate sono ridotte in Italia in condizioni di schiavitu'. Crediamo che per abolire la schiavitu' nel nostro paese occorra un esplicito ed energico impegno delle istituzioni democratiche. Il punto decisivo: restituire diritti civili alle vittime Come elemento fondamentale di questa iniziativa proponiamo un intervento legislativo ed amministrativo che liberi le vittime, ed a tal fine garantisca loro - a titolo di risarcimento per le violenze subite nel nostro paese - il diritto di permanenza legale in Italia qualora lo desiderino, un'adeguata protezione rispetto al pericolo di rappresaglie da parte delle organizzazioni criminali schiaviste, il pieno riconoscimento di diritti civili, assistenza sociale ed un sostegno economico sufficiente per vivere e protratto nel tempo. Particolarmente nel caso delle persone in condizioni di schiavitu' oggetto di sfruttamento sessuale, una iniziativa di tale genere da parte delle istituzioni democratiche sarebbe immediatamente praticabile ed efficace. Il ruolo degli enti locali Il ruolo dei Comuni e delle Province puo' essere assai rilevante e finanche di trascinamento degli stessi organi esecutivi e legislativi nazionali e regionali. Gli enti locali possono attivare un "circolo virtuoso" valorizzando l'art. 16 della legge 40/'98 sull'immigrazione. Occorre valorizzare nel modo piu' ampio il capo III della legge 40 del 6/3/1998 sull'immigrazione, concernente "disposizioni di carattere umanitario", e particolarmente l'art. 16 relativo al "soggiorno per motivi di protezione sociale". In particolare gli enti locali possono promuovere quegli "interventi assistenziali dei servizi sociali" di cui al comma 1 del citato articolo 16, che possono configurarsi come programmi di difesa dei diritti, risarcimento delle violenze subite, integrazione nel tessuto sociale (ed altresì scolastico-formativo e lavorativo); interventi assistenziali (ovvero programmi promossi dai servizi sociali degli enti locali) tali che attivino altresi' ope legis il diritto di soggiorno (ed il riconoscimento dei fondamentali diritti civili) anche per persone in situazioni altrimenti irregolari sotto il profilo dello status giuridico-amministrativo. Naturalmente si trattera' anche di andare oltre gli ancora troppo ristretti limiti della legge 40/98, ma proprio la prassi amministrativa degli enti locali potra' dimostrare l'opportunita' (oltre che il valore e l'efficacia in termini etici, giuridici ed amministrativi) di un intervento ispirato ai principi dello stato di diritto, della democrazia, della solidarieta', della difesa intransigente - ovvero la concreta promozione - dei diritti fondamentali di ogni persona umana. Siamo pertanto a richiedervi di un'iniziativa in tal senso. Viterbo, 3 luglio 1998 * Lettera del 7 luglio 1998 ad alcuni deputati e senatori italiani impegnati per la democrazia e i diritti umani Per un impegno legislativo contro la schiavitu' con interventi prioritari in soccorso delle vittime Egregi signori, in Italia tante persone immigrate vivono in condizioni di effettiva schiavitu'. Nonostante la riduzione in schiavitu' sia un reato previsto e punito dal Codice Penale, nonostante che la Costituzione dichiari inviolabile la liberta' personale, esiste questa terribile realta'. Purtroppo una parte cospicua della popolazione assiste indifferente a questa violenza, o addirittura fruisce compiacendosene dei servizi resi o dei beni prodotti da persone schiave, o anche manifesta un ignobile atteggiamento xenofobo e talvolta razzista che opprime ancor piu' le vittime. E purtroppo sovente l'intervento delle istituzioni invece di aiutare le vittime reduplica la violenza in loro danno, e di fatto aiuta gli schiavisti a tenerle schiave in quanto non garantisce ad esse in misura sufficiente ed in modo concreto ne' tutela ne' diritti ne' aiuto. Occorre quindi un intervento specifico per combattere efficacemente, fino alla sua completa abolizione, questa arcaica ma persistente e pervasiva barbarie che e' la schiavitu'. Egregi signori, E' nostro convincimento che la chiave di volta per una lotta efficace contro la schiavitu' in Italia sia un intervento legislativo ed amministrativo che liberi le vittime, ed a tal fine garantisca loro - a titolo di risarcimento per le violenze subite nel nostro paese - il diritto di permanenza legale in Italia qualora lo desiderino, un'adeguata protezione rispetto al pericolo di rappresaglie da parte delle organizzazioni criminali schiaviste, il pieno riconoscimento di diritti civili, una effettiva e completa assistenza sociale ed un sostegno economico sufficiente per vivere e protratto nel tempo. Particolarmente nel caso delle persone in condizioni di schiavitu' oggetto di sfruttamento sessuale, una iniziativa di tale genere sarebbe immediatamente praticabile ed efficace. Crediamo quindi che occorra un piano di intervento complessivo da parte delle istituzioni, valorizzando quanto gia' disposto dalle leggi vigenti (ad esempio l'art. 16 della legge 40/98), ma anche realizzando interventi amministrativi, regolamentari e legislativi ad hoc. Egregi signori, ci rivolgiamo a voi per proporvi di riflettere e discutere su questo tema, per chiedervi di intervenire su di esso nella sede e nei compiti che vi sono propri: come parlamentari che fanno le leggi. Vi ringraziamo fin d’ora per l'attenzione, distinti saluti, Viterbo, 7 luglio 1998 * Lettera aperta del 15 agosto 1998 ai sindaci delle città italiane Contro la schiavitu' sessuale e' possibile e necessario intervenire: in primo luogo garantendo liberazione e diritti alle vittime di tale schiavitu' Il provvedimento amministrativo che alcune amministrazioni comunali hanno preso "contro i clienti delle lucciole" ad un tempo segnala ed elude un vero dramma che si sta consumando nel nostro paese: la schiavitu' in cui soprattutto molte giovani immigrate sono ridotte in Italia. Ed e' contro questa schiavitu' che le istituzioni devono concentrare la lotta: per la liberazione delle vittime, per abolire lo schiavismo. Invece i provvedimenti presi da alcune amministrazioni comunali si limitano a spostare le vittime della schiavitu' sessuale da una strada all'altra, da un quartiere all'altro, da una citta' all'altra. Forse per qualcuno vige il principio "occhio non vede, cuore non duole", ma per la nostra civilta' giuridica questo e' ipocrita e ignobile. Ed offende l'umana dignita'. Quello che innanzitutto occorre e' aiutare le persone vittime di condizioni di schiavitu' ad uscire da tale condizione, ed a tal fine occorrono provvedimenti legislativi ed amministrativi che siano centrati sui seguenti punti: a) aiutare le vittime dello schiavismo sessuale ad uscire dalla loro condizione garantendo ad esse, anche a titolo di risarcimento per le violenze subite nel nostro paese, i seguenti diritti ed interventi da parte delle istituzioni pubbliche: diritto di permanenza legale in Italia (se desiderato); protezione rispetto a ulteriori violenze e rappresaglie da parte dei poteri criminali; riconoscimento pieno di tutti i diritti civili; assistenza sociale ed economica (mettendo a disposizione una abitazione, un assegno mensile per un adeguato periodo di tempo, e corsie preferenziali per l'ottenimento di un lavoro legale). b) lotta ai poteri criminali che gestiscono la schiavitu' sessuale e la vera e propria "tratta" delle giovani immigrate avviate al mercato della prostituzione in Italia, e lotta altresi' ai complici ed i profittatori-utenti di tale mercato di schiavi. c) rispetto e promozione dei diritti di liberta' e della dignita' personale. Se le amministrazioni comunali hanno a cuore la dignita' delle persone e vogliono operare per difendere e promuovere i diritti umani, hanno la possibilita' di intervenire correttamente ed efficacemente: destinino risorse per aiutare le vittime della schiavitu' sessuale; contrastino gli schiavisti (ed i loro complici a tutti i livelli) ed operino per liberare le vittime. Viterbo, 15 agosto 1998 * Lettera aperta del 21 agosto 1998 al Ministro dell'Interno ed alla Ministra della Solidarieta' Sociale Innanzitutto liberare le vittime della schiavitu' sessuale Egregi signori, la discussione sulla prostituzione in corso in questi giorni sta eludendo la questione essenziale: ovvero la drammatica realta' di decine di migliaia di giovani uomini e (soprattutto) donne, perlopiu' immigrati, che in Italia sono tenuti in condizioni di schiavitu'. Finche' decine di migliaia di persone saranno tenute schiave, le istituzioni democratiche hanno un primo, decisivo, ineludibile dovere: combattere la schiavitu', liberare le vittime. Questo impegno di liberazione delle vittime (garantendo ad esse permanenza legale in Italia e diritti civili, adeguata assistenza sociale ed economica, e protezione da parte dei pubblici poteri; anche a titolo di risarcimento per le violenze da esse subite in Italia) e' necessario e preliminare per dare avvio ad una efficace strategia di lotta contro il racket schiavista, per la legalita' e la dignita' umana. Distinti saluti, Viterbo, 21 agosto 1998 * Una traccia di riflessione ed alcune proposte di iniziativa del 28 giugno 1998 1. Una iniziativa contro la schiavitu' Alla luce del fatto che in Italia numerose persone (uomini, donne e bambini, e particolarmente immigrati) sono ridotte in condizioni di schiavitu', il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha promosso una campagna contro la schiavitu' in Italia, chiedendo alle istituzioni ed alla societa' civile una presa di coscienza ed un'iniziativa per restituire alle vittime i loro diritti e per sconfiggere l'economia schiavista, i poteri criminali che la gestiscono, la diffusa complicita'. 2. Il punto decisivo: restituire diritti civili alle vittime Come elemento fondamentale di questa iniziativa la struttura pacifista viterbese propone un intervento legislativo ed amministrativo che liberi le vittime, ed a tal fine garantisca loro - a titolo di risarcimento per le violenze subite nel nostro paese - il diritto di permanenza legale nel nostro paese qualora lo desiderino, un'adeguata protezione rispetto al pericolo di rappresaglie da parte delle organizzazioni criminali schiaviste, il pieno riconoscimento di diritti civili, assistenza sociale ed un sostegno economico sufficiente per vivere e protratto nel tempo. Il "Centro di ricerca per la pace" sottolinea che particolarmente nel caso delle persone in condizioni di schiavitu' oggetto di sfruttamento sessuale, una iniziativa di tale genere da parte delle istituzioni democratiche sarebbe immediatamente praticabile ed efficace. 3. Alcune proposte operative Una iniziativa efficace contro la schiavitu' in Italia richiede una forte presa di coscienza, strumenti adeguati ed interventi articolati. Vari sono i soggetti istituzionali e della societa' civile interpellati. Di seguito indichiamo alcune proposte di massima rivolte a diversi specifici soggetti. 4. Gli enti locali possono attivare un "circolo virtuoso" valorizzando l'art. 16 della legge 40/'98 sull'immigrazione Occorre valorizzare nel modo piu' ampio il capo III della legge 40 del 6/3/1998 sull'immigrazione, concernente "disposizioni di carattere umanitario", e particolarmente l'art. 16 relativo al "soggiorno per motivi di protezione sociale". In particolare gli enti locali possono promuovere quegli "interventi assistenziali dei servizi sociali" di cui al comma 1 del citato articolo 16, che possono configurarsi come programmi di difesa dei diritti, risarcimento delle violenze subite, integrazione nel tessuto sociale (ed altresì scolastico-formativo e lavorativo); interventi assistenziali (ovvero programmi promossi dai servizi sociali degli enti locali) tali che attivino ope legis il diritto di soggiorno (ed il riconoscimento dei fondamentali diritti civili) anche per persone in condizioni altrimenti irregolari sotto il profilo dello status giuridico-amministrativo. Naturalmente si trattera' altresi' di andare oltre gli ancora troppo ristretti limiti della legge 40/98, ma proprio la prassi amministrativa degli enti locali potra' dimostrare l'opportunita' (oltre che il valore e l'efficacia in termini etici, giuridici ed amministrativi) di un intervento ispirato ai princìpi dello stato di diritto, della democrazia, della solidarieta', della difesa intransigente e concreta promozione dei diritti fondamentali di ogni persona umana. 5. Il governo ed il Parlamento possono legiferare o quantomeno fornire un adeguato indirizzo a tal fine Governo e Parlamento possono fornire un indirizzo di intervento, e promuovere un vero e proprio "piano globale contro la schiavitu' in Italia" sia valorizzando l'opportunita' offerta dal combinato disposto di normative gia' in vigore, sia decretando e/o legiferando esplicitamente in tal senso; sia prevedendo fondi in bilancio specificamente orientati a tal fine e particolarmente per l'assistenza economica risarcitoria alle vittime. 6. Gli apparati repressivi e giudiziari devono orientare la loro azione alla repressione della schiavitu' ed in soccorso delle vittime Gli articoli 600, 601 e 602 del Codice Penale forniscono un riferimento specifico sul quale orientare un'azione che che distingua nettamente tra schiavista e schiavo, tra carnefice e vittima. L'azione repressiva nei confronti della schiavitu' e punitiva nei confronti degli schiavisti e' efficace se essa realmente soccorre e tutela le vittime: purtroppo sovente cio' non accade, il che di fatto favoreggia lo schiavismo. 7. Gli operatori economici, i consumatori di beni e servizi devono rompere la complicita' di massa con lo schiavismo E' innegabile che, come hanno dimostrato anche autorevoli e notissime iniziative internazionali promosse sia da istituzioni, sia da ong e vari soggetti umanitari, occorra non solo colpire chi riduce in schiavitu' delle persone affinche' producano beni e servizi, ma anche rompere la complicita' (ed ovviamente perseguire le specifiche fattispecie di reato laddove esse si verifichino) di chi quei beni e servizi commercializza, acquista, o comunque di essi fruisce. Si tratta di contrastare una vera e propria complicita' di massa. Tale contesto di complicita' di massa e' particolarmente evidente in relazione al mercato delle prestazioni sessuali rese da persone in condizioni di schiavitu'. Al riguardo, come e' stato autorevolmente osservato dal presidente della Caritas italiana, occorre altresi' un intervento specifico anche nei confronti dei "clienti" della prostituzione schiavista: clienti che ovviamente costituiscono un attore decisivo di tale mercato, anzi: il soggetto economico e sociale che tale mercato crea. 8. Una riflessione aperta, un impegno comune Promuovendo questa campagna contro la schiavitu' in Italia il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo intende promuovere innanzitutto una presa di coscienza ed una riflessione pubblica sul fatto che in Italia esista tuttora questa realta' atroce ed inammissibile della schiavitu'; e sollecitare tutti gli interlocutori democratici disponibili ad intervenire nelle forme che riterranno opportune affinche' la schiavitu' nel nostro paese sia realmente abolita. Viterbo, 28 giugno 1998 5. DOCUMENTAZIONE. DAL NOTIZIARIO DELLA CAMPAGNA CONTRO LA SCHIAVITU' DEL 2 LUGLIO 1999 (PARTE PRIMA) Campagna contro la schiavitu' in Italia. Materiali di lavoro, anno II, n. 9 del 2/7/1999 * Alcuni ulteriori materiali prodotti dal "Collettivo di lotta nonviolenta contro la schiavitu'" nel 1998 * Premessa Nel n. 2 del 25/6/1999 di questo stesso notiziario abbiamo riprodotto il testo integrale del documento del 30/9/1998 "Una proposta di lotta contro la schiavitu'" del Collettivo di lotta nonviolenta contro la schiavitu' costituitosi presso il centro sociale "Valle Faul" di Viterbo. Qui riproduciamo alcuni altri materiali relativi al lavoro svolto dal citato collettivo nel corso del 1998. Sull'esperienza del centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" cfr. anche il nostro opuscolo A proposito del Centro sociale "Valle Faul" di Viterbo, Viterbo 1998. * I. Avviso di convocazione e ordine del giorno della riunione del 31 agosto 1998 Lunedi 31 agosto alle ore 21,30 al centro sociale "Valle Faul" di Viterbo ci sara' il terzo incontro di studio delle persone interessate all'iniziativa per i diritti umani degli immigrati e contro la schiavitu' in Italia L'iniziativa e' aperta a tutti, in questo terzo incontro di studio si analizzeranno le modalita' di svolgimento della campagna di sensibilizzazione, denuncia e mobilitazione democratica e nonviolenta per i diritti umani e contro la schiavitu'. In particolare si studieranno e discuteranno: - la proposta o le proposte su cui concretamente impegnarsi (proposta o proposte da scegliere tra le cinque su cui si e' discusso fin qui, e che sono riassunte nell'allegato resoconto dei precedenti incontri); - gli obiettivi umanitari, legislativi ed amministrativi concretamente perseguibili e realisticamente raggiungibili attraverso l'iniziativa; - le forme piu' adeguate di sensibilizzazione rispetto agli obiettivi; - l'individuazione degli interlocutori principali da coinvolgere; - le modalita' relazionali e comunicative da adottare; - le risorse da impegnare nell'iniziativa, le tappe di essa e gli indicatori di verifica. Particolar attenzione sara' dedicata alla riflessione sulle tecniche della nonviolenza: chi promuove questa iniziativa pone infatti come obbligo assoluto per la partecipazione l'accettazione dell'uso unicamente delle tecniche della nonviolenza. Ai partecipanti a questo terzo incontro e' richiesto di avere una conoscenza preliminare dei temi dell'iniziativa, a tal fine e' opportuno che abbiano letto almeno il testo che segue, in cui sono riassunti gli argomenti esaminati nel primo incontro, svoltosi lunedi' 17 agosto, e nel secondo incontro, svoltosi martedi' 25 agosto. Resoconto degli incontri di studio svoltisi il 17 agosto ed il 25 agosto 1998 Presso il centro sociale "Valle Faul" di Viterbo il 17 ed il 25 agosto si sono riunite alcune persone interessate a promuovere una campagna di solidarieta' per i diritti umani degli immigrati e contro la schiavitu' in Italia. Gli incontri di studio hanno fatto seguito ad un colloquio informale svoltosi il 24 agosto e si collegano ad una serie di iniziative gia' avviate dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo. Gli obiettivi proposti In particolare e' stato proposto di promuovere un'iniziativa di informazione e sensibilizzazione per ottenere provvedimenti legislativi ed amministrativi finalizzati a: con riferimento agli immigrati cosiddetti "irregolari": 1. abolire i campi di concentramento per gli immigrati cosiddetti "irregolari"; 2. garantire il diritto d'asilo a tutti gli immigrati che ne hanno bisogno e ne fanno richiesta: ed a tal fine bloccare i rimpatri forzati che spesso espongono chi li subisce a gravissimi pericoli per la propria liberta' ed incolumita' e fin per la stessa vita; 3. garantire per tutti possibilita' di accesso in Italia e adeguate procedure di regolarizzazione; ed a tal fine evitare per quanto possibile l'emissione di decreti di espulsione che hanno l'effetto di precipitare coloro che li ricevono nell'illegalita' coatta e di esporli al rischio di finire nelle grinfie dei poteri criminali. Con riferimento agli immigrati e le immigrate vittime di schiavitu': 4. garantire la liberazione a tutte le persone che in Italia subiscono condizioni di schiavitu'; a tal fine lo Stato e gli enti locali devono garantire: diritto di soggiorno in Italia e pieni diritti civili; protezione rispetto ad ulteriori violenze ed a possibili rappresaglie da parte dei poteri criminali; alloggio, assistenza sociale ed assistenza economica con assegno mensile per almeno un anno sufficiente per vivere; corsie preferenziali per il diritto ad un lavoro legale. Tutto cio' Stato ed enti locali devono garantire come risarcimento per le violenze che le vittime di schiavitu' hanno subito in Italia. Con riferimento agli immigrati detenuti: 5. Un atto di clemenza generalizzato per gli immigrati attualmente detenuti in Italia, che fermo restando il dovere di punire gli autori di gravi violenze e di combattere energicamente i poteri criminali, riconosca che molti immigrati hanno commesso reati spinti dalle condizioni di grave miseria in cui sono stati tenuti in Italia, e che sovente non hanno avuto processi equi. Svolgimento degli incontri Nell'incontro del 17 agosto sono state illustrate ed esaminate le proposte di lavoro sopra citate. Nell'incontro del 25 agosto e' stata approfondita la conoscenza delle questioni proposte ed implicate: esaminando i dati statistici, i riferimenti legislativi, le esperienze di intervento da parte dei pubblici poteri e dei movimenti di volontariato attualmente in corso; analizzando una vasta documentazione di varie fonti; discutendo alcuni rapporti e dinamiche non solo di carattere prevalentemente economico e politico (e geopolitico), ma anche di carattere storico, demografico, culturale, che costituiscono importanti concause del fenomeno migratorio. Il prossimo incontro I partecipanti hanno concordato di decidere nel terzo incontro, quello del 31 agosto, su quale o quali, dei cinque punti proposti, impegnarsi a promuovere un'iniziativa pubblica di informazione, sensibilizzazione e solidarieta'. Dato che il terzo incontro sara' particolarmente impegnativo, dovendosi preliminarmente decidere su quale aspetto concentrare l'iniziativa e quindi definire con precisione obettivi e modalita' (fermo restando il criterio-base che si tratta di un'iniziativa democratica per i diritti umani, e che per scelta vincolante dei promotori i soli metodi ammessi sono quelli della nonviolenza e del totale rispetto della verita' e della giustizia), e' necessario che le persone interessate a partecipare abbiano una conoscenza sia pur minima dell'argomento, dei riferimenti legislativi, della discussione gia' svolta nei due incontri precedenti, del materiale gia' diffuso. Per approfondire questi temi segnaliamo i seguenti riferimenti essenziali: a) riferimenti legislativi di base Costituzione della Repubblica Italiana, artt. 2, 3, 10, 13; Codice Penale, artt. 600, 601, 602; Legge 6/3/1998 n. 40 sull'immigrazione. b) repertori documentari Caritas di Roma, Immigrazione: dossier statistico (rapporti annuali); Amnesty International, Rapporto annuale; Acnur, I rifugiati nel mondo, rapporto 1997. c) alcuni studi introduttivi Germano Garatto, Fredo Olivero (a cura di), Immigrati: la sfida di una societa' multietnica, Caritas-Piemme, Casale Monferrato; AA. VV., Prostituzione: un mondo che attraversa il mondo, fascicolo monografico di “Aspe” (agenzia di stampa del Gruppo Abele di Torino), n. 14 del 17/10/1996; Hans Magnus Enzensberger, La grande migrazione, Einaudi, Torino. d) per approfondire il tema dei diritti umani Guenther Anders, Tesi sull'eta' atomica, Crp, Viterbo; Norberto Bobbio, L'eta' dei diritti, Einaudi, Torino; Hans Jonas, Il principio responsabilita', Einaudi, Torino; Emmanuel Levinas, Ethique et infini, Fayard, Paris; Marcos, La quarta guerra mondiale e' cominciata, Il manifesto, Roma; Vandana Shiva, Sopravvivere allo sviluppo, Isedi, Torino. e) sul razzismo e la discriminazione Simone de Beauvoir, Le deuxieme sexe, 2 voll., Gallimard, Paris; Elena Gianini Belotti, Dalla parte delle bambine, Feltrinelli, Milano; Primo Levi, Opere, 2 voll., Einaudi, Torino (o almeno l'ultimo suo grande libro: I sommersi e i salvati, Einaudi, Torino); Albert Memmi, Il razzismo, Costa & Nolan, Genova; Peppe Sini (a cura di), Settimana internazionale contro il razzismo: una bibliografia essenziale, Crp, Viterbo; Virginia Woolf, Le tre ghinee, Feltrinelli, Torino. f) per la nonviolenza Aldo Capitini (a cura di AA. VV.), Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria; Mohandas K. Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, Torino; Peppe Sini (a cura di), Nonviolenza: alcuni percorsi di lettura, Crp, Viterbo; Peppe Sini (a cura di), Uomini di pace, Crp, Viterbo. * II. Avviso di convocazione e ordine del giorno della riunione del 10 settembre 1998 Proposta di ordine dei lavori per la riunione del 10 settembre 1998 1. Premessa - dopo una serie di incontri di studio svoltisi il 17, il 25 ed il 31 agosto, ed il 9 settembre 1998, in questa ultima riunione si e' deciso di iniziare una azione di lotta contro la schiavitu' in Italia; - a questa iniziativa possono partecipare tutte le persone interessate a condizione che condividano rigorosamente gli obiettivi ed i metodi che il gruppo promotore dell'iniziativa stabilisce e discute nel corso delle riunioni; - vi e' inoltre un vincolo rigido e preliminare: che in questa iniziativa di lotta ci si attenga ai valori e alle tecniche della nonviolenza; ovviamente chi partecipa a questa iniziativa si impegna a non danneggiarla in alcun modo; - questa sera, 10 settembre 1998, si svolge la prima riunione propriamente organizzativa, per la quale si propone il seguente ordine dei lavori. 2. Proposta di lavoro 2.1. Definire un programma di massima: Scrivere, con il metodo della discussione e della scrittura collettiva, un documento che definisca: - l'argomento su cui si vuole intervenire: lottare contro la schiavitu' in Italia (di cui sono soprattutto vittima persone immigrate), per la liberazione delle vittime. - i motivi per cui lo si fa (alcuni esempi): difesa e promozione della dignita' e della liberta' di ogni persona umana; difesa della democrazia e dello stato di diritto; lottare contro l'ingiusto rapporto Nord/Sud (interpretando la migrazione coatta come conseguenza della rapina coloniale e neocoloniale delle risorse); lotta contro il razzismo; lotta contro il sessismo (oppressione dell'uomo sulla donna); lotta contro i poteri criminali (e contrastare certe azioni razziste delle istituzioni che di fatto danneggiano ancor piu' le vittime e favoreggiano i poteri criminali); lotta contro la violenza sessuale (e sui bambini); lotta contro la violenza. - le proposte che si formulano: in primo luogo liberare le vittime; quindi chiedere interventi sia legislativi che amministrativi; cio' significa chiedere un intervento delle istituzioni pubbliche (quindi uscire dalla logica della filantropia ed affermare quella del diritto); interventi che risarciscano le vittime per le violenze da esse subite in Italia; interventi che configurino una strategia coerente di aiuto e liberazione delle vittime: riconoscimento dei diritti civili (ed in primo luogo diritto di permanenza in Italia - se desiderata -), assistenza sociale ed economica, protezione da parte dei pubblici poteri rispetto ad ulteriori violenze e rappresaglie da parte dei poteri criminali, diritto allo studio e al lavoro; valorizzare esperienze (sia di soggetti pubblici che del volontariato) gia' in corso (sia di riduzione del danno, sia di costruzione di alternative). - la metodologia di lavoro: studio dell'argomento; uso dei valori e delle tecniche della nonviolenza; prendere contatti con altre esperienze impegnate su questi temi; definire in prima approssimazione tempi, obiettivi, risorse, metodi, interlocutori (e controparti) dell'iniziativa. 2.2. Studio di come si organizza una campagna di lotta nonviolenta - alcune idee fondamentali su cosa sia la nonviolenza: nonviolenza come lotta; nonviolenza come coerenza tra mezzi e fini; lettura della carta programmatica del movimento nonviolento; - alcune idee sulle tecniche della nonviolenza: usare lo schema del Manuale per l'azione diretta nonviolenta di Walker, ed alcune schede dell'Addestramento alla nonviolenza di L'Abate. 2.3. Prime iniziative di preparazione e verifica - costituzione di un archivio; - ricerca e studio della documentazione; - individuazione di interlocutori e presa di contatto con altri soggetti che gia' intervengono in materia; - training all'azione nonviolenta; - definizione di risorse e strumenti; - diffusione di un programma di massima su cui promuovere una riflessione piu' ampia ed una discussione con altri soggetti antischiavisti, antirazzisti e della solidarieta' a Viterbo ed in Italia; - riunioni periodiche di verifica e prosecuzione della campagna; - riunioni periodiche di training nonviolento. 3. Alcuni esercizi di verifica 3.1. Parte teorica - gruppi di affinita' e metodo del consenso; - giochi di fiducia ed esperienze condivise; - brainstorm; - scrittura collettiva e "presa di parola"; - il diario come strumento di verifica, luogo di memoria e base di elaborazione e ricerca; - il concetto di "omnicrazia" (= il potere di tutti) di Aldo Capitini. 3.2. Parte pratica - comizio volante (ed illustrazione delle tecniche espositive della retorica classica: inventio, dispositio, elocutio, memoria, actio); - giochi di ruolo; - breve riassunto e giudizio della serata, a giro. 4. Conclusione 4.1. stabilire la data del prossimo incontro ed il programma di esso - poiche' e' opportuno avere qualche ora in piu' di tempo per poter lavorare meglio, e' preferibile - se possibile - iniziare la riunione nel pomeriggio, anziche' dopo cena; - nell'ordine del giorno (ovvero nell'elenco degli argomenti da discutere) sarebbe bene che ci fossero i seguenti: a) discussione ed approvazione del testo definitivo del programma di massima dell'iniziativa contro la schiavitu', cosi' da poterlo diffondere subito dopo ai mass-media, su internet, agli interlocutori fondamentali; b) verifica del lavoro fatto ed approfondimento della conoscenza di alcuni argomenti; c) prosecuzione dello studio delle tecniche della nonviolenza e relativo training; d) organizzazione della prossima riunione e distribuzione dei compiti. 4.2. distribuire i compiti (le cose che ogni persona deve fare prima del prossimo incontro) - preparare un testo del programma di massima, o delle proposte da inserire in esso; - tenere un diario e portarsi l'occorrente per prendere appunti durante le riunioni; - ricerca di documentazione ed organizzazione dell'archivio; - studio di materiale gia' disponibile e preparazione di brevi comunicazioni per la prossima riunione; - prendere contatti con interlocutori fondamentali (ad esempio il Gruppo Abele di Torino); - preparare un elenco di proposte per strumenti di lavoro necessari; - preparare un elenco di proposte per l'autofinanziamento dell'iniziativa; - preparare una proposta di denominazione (che sia semplice, chiara, non trombona e non frivola) per questo nostro gruppo di lavoro e per questa nostra campagna di lotta contro la schiavitu'. * (parte prima - segue) ============================== VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 191 del 17 giugno 2008 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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