Voci e volti della nonviolenza. 191



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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 191 del 17 giugno 2008

In questo numero:
1. Se giovasse ripetere le cose (5)
2. Dal notiziario della campagna contro la schiavitu' del 27 giugno 1999
3. Dal notiziario della campagna contro la schiavitu' del 29 giugno 1999
4. Dal notiziario della campagna contro la schiavitu' del primo luglio 1999
5. Dal notiziario della campagna contro la schiavitu' del 2 luglio 1999
(parte prima)

1. NOTA. SE GIOVASSE RIPETERE LE COSE (5)
Riproponiamo alcuni altri materiali gia' pubblicati e ripubblicati nel
notiziario della Campagna contro la schiavitu' nel 1999.

2. DOCUMENTAZIONE. DAL NOTIZIARIO DELLA CAMPAGNA CONTRO LA SCHIAVITU' DEL 27
GIUGNO 1999

Campagna contro la schiavitu' in Italia. Materiali di lavoro, anno II, n. 4
del 27/6/1999
*
Lettera aperta del 30 ottobre 1998 alla Ministra Laura Balbo
Chiediamo a Lei e al governo cinque impegni legislativi per i diritti degli
immigrati e contro la violenza schiavista e razzista
Gentile dottoressa,
negli scorsi anni con le sue iniziative e con le sue pubblicazioni Lei ha
dato un grande contributo all'impegno contro il razzismo.
Il fatto che oggi Lei abbia la responsabilita' di un ministero e sieda nel
Consiglio dei Ministri al governo del nostro paese, e' motivo di gioia e di
speranza per quanti hanno condiviso le sue riflessioni ed il suo impegno di
solidarieta' con gli immigrati, in difesa dei diritti umani, contro la
stupidita' e la violenza razzista.
Lei sa che contro il razzismo e per i diritti degli immigrati oggi occorrono
alcune iniziative legislative ed amministrative urgenti.
In primo luogo occorre un provvedimento di regolarizzazione per tutti gli
immigrati presenti in Italia, provvedimento legislativo sollecitato anche
dal pontefice cattolico, che restituisca diritti (e doveri) a tutti gli
immigrati presenti in Italia in condizioni di irregolarita' amministrativa:
tale regolarizzazione e' indispensabile anche per affermare il diritto e
rafforzare la legalita' nel nostro paese, facendo uscire centinaia di
migliaia di persone da condizioni di irregolarita' coatta e di durissima
marginalita' e sofferenza; inoltre tale provvedimento sarebbe di grande
efficacia per contrastare i poteri criminali.
In secondo luogo occorre una concreta applicazione della norma
costituzionale concernente il diritto d'asilo (art. 10 Cost.), sovente
denegata nei fatti.
In terzo luogo occorre l'abolizione degli attuali centri di detenzione per
immigrati in condizioni di irregolarita' amministrativa, e la loro
sostituzione con effettivi centri di accoglienza ed assistenza in cui
persone che non hanno commesso alcun reato non siano private della liberta'
personale. A tal riguardo occorre modificare il Capo II della legge 40/98.
In quarto luogo occorre accogliere nella nostra legislazione la parte della
convenzione di Strasburgo del 5/2/1992 (sulla partecipazione degli stranieri
alla vita pubblica a livello locale) ancora non recepita nel nostro
ordinamento con la legge 203/94, relativamente al diritto di voto
(elettorato attivo e passivo) per tutti gli immigrati nelle elezioni
amministrative locali.
In quinto luogo occorre un impegno specifico di lotta contro la schiavitu'
di cui sono vittima in Italia molti immigrati ed immigrate; lotta la cui
chiave di volta e' nel restituire diritti alle vittime, nel garantire ad
esse aiuto, difesa, assistenza.
Su questi punti le chiediamo di impegnarsi e di impegnare il governo.
Confidando nella sua sensibilita', nel suo impegno, ed anche in un suo cenno
di riscontro, voglia gradire i migliori auguri di buon lavoro,
Viterbo, 30 ottobre 1998

3. DOCUMENTAZIONE. DAL NOTIZIARIO DELLA CAMPAGNA CONTRO LA SCHIAVITU' DEL 29
GIUGNO 1999

Campagna contro la schiavitu' in Italia. Materiali di lavoro, anno II, n. 6
del 29/6/1999
*
Alcuni riferimenti bibliografici per la lotta contro il razzismo
1. Sull'immigrazione
- Legge 6 marzo 1998 n. 40, Disciplina dell'immigrazione e norme sulla
condizione dello straniero;
- Caritas di Roma, Immigrazione: dossier statistico, Anterem, Roma (rapporto
annuale);
- Alessandro Dal Lago, Non-persone, Feltrinelli, Milano 1999;
- Germano Garatto, Fredo Olivero (a cura di), Immigrati. La sfida di una
societa' multietnica, Caritas-Piemme, Casale Monferrato 1995;
- Caritas Ambrosiana, Il valore della differenza. Tendenze, problemi,
interventi sull'immigrazione straniera, Paoline, Milano 1997;
- Hans Magnus Enzensberger, La grande migrazione, Einaudi, Torino 1993;
- "L'emigrato", mensile di emigrazione e immigrazione in Italia e in Europa,
Piacenza;
- Associazione "Senzaconfine", Roma;
- sulla specifica condizione dei rifugiati cfr. attivita' e pubblicazioni
dell'Acnur (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati).
2. Sulla prostituzione e sulla schiavitu' sessuale
- "Aspe" n. 14/1996, Prostituzione: un mondo che attraversa il mondo
(fascicolo monografico);
- Mirta Da Pra Pocchiesa, Ragazze di vita. Viaggio nel mondo della
prostituzione, Editori Riuniti, Roma 1996;
- Oreste Benzi, Una nuova schiavitu', Paoline, Milano 1999;
- Pino Arlacchi, Schiavi, Rizzoli, Milano 1999.
3. Sul razzismo
- Laura Balbo, Luigi Manconi, I razzismi reali, Feltrinelli, Milano 1992;
- Laura Balbo, Luigi Manconi, Razzismi: un vocabolario, Feltrinelli, Milano
1993;
- Albert Memmi, Il razzismo, Costa & Nolan, Genova 1989;
- Pierre-Andre' Taguieff, La forza del pregiudizio, Il Mulino, Bologna 1994;
- Teun van Dijk, Il discorso razzista, Rubbettino, Soveria Mannelli 1994;
- ovviamente sul versante della testimonianza storica e della riflessione
morale e' indispensabile la lettura di Primo Levi (l'edizione di riferimento
e' ora: Primo Levi, Opere, 2 voll., Einaudi, Torino 1997);
- e' ancora utile il libro di Guenter Wallraff, Faccia da turco, Tullio
Pironti Editore, Napoli 1986;
- Anna Aluffi Pentini, Walter Lorenz (a cura di), Per una pedagogia
antirazzista, Junior, Bergamo 1995;
- un minimo repertorio bibliografico: Centro di ricerca per la pace,
Settimana internazionale contro il razzismo. Una bibliografia essenziale,
Viterbo 1997.
4. Sui diritti umani
- Norberto Bobbio, L'eta' dei diritti, Einaudi, Torino 1990;
- Daniele Archibugi, David Beetham, Diritti umani e democrazia
cosmopolitica, Feltrinelli, Milano 1998;
- Matteo Soccio, bibliografia ragionata sui diritti umani, nel fascicolo
monografico sui diritti umani di "Azione nonviolenta", dicembre 1998;
- ovviamente sul versante filosofico e' fondamentale la lettura di Hans
Jonas e di Emmanuel Levinas;
- sui diritti umani violati cfr. i rapporti annuali di Amnesty
International;
- sui diritti violati dei bambini cfr. attivita' e pubblicazioni
dell'Unicef;
- un approccio adeguato a questi temi in una prospettiva planetaria e' nelle
attivita' e pubblicazioni del "Centro nuovo modello di sviluppo" di
Vecchiano (Pisa);
- sul contesto planetario della cosiddetta "globalizzazione" cfr. gli
scritti, tra altri, di Samir Amin, del subcomandante Marcos dell'Ezln, degli
studiosi raccolti intorno alla rivista "Le Monde diplomatique".
5. Alcune riviste utili
- "Le Monde diplomatique", mensile, edizione italiana in supplemento al
quotidiano "Il manifesto", Roma;
- "Nigrizia", mensile, Verona.
6. Per approfondire
Un ampio repertorio di schede bibliografiche su autori e movimenti impegnati
contro il razzismo e' nel nostro lavoro Uomini di pace, contenente centinaia
di voci su studiosi e militanti impegnati per i diritti umani, da Laura
Balbo a Martin Luther King, da Nelson Mandela a Pierre-Andre' Taguieff...

4. DOCUMENTAZIONE. DAL NOTIZIARIO DELLA CAMPAGNA CONTRO LA SCHIAVITU' DEL
PRIMO LUGLIO 1999

Campagna contro la schiavitu' in Italia. Materiali di lavoro, anno II, n. 8
del I/7/1999
*
Alcune lettere aperte inviate a vari interlocutori istituzionali nel 1998
Premessa
Qui di seguito riproponiamo alcune lettere aperte inviate a vari soggetti
istituzionali nel corso del 1998; una sola di esse ha avuto un riscontro
diretto significativo, quella del 7 luglio 1998 a vari deputati e senatori:
alcuni parlamentari infatti ci espressero il loro sostegno ed impegno.
*
Lettera del 20 giugno 1998 al Presidente del Consiglio dei Ministri ed ai
capigruppo parlamentari delle forze politiche democratiche
Una iniziativa contro la schiavitu' in Italia
La condizione di schiavitu' imposta a molti uomini, donne e bambini
immigrati nel nostro paese e' un dato di fatto ineludibile.
Se le istituzioni non prendono atto di questa situazione, la loro azione
continuera' a perseguitare le vittime ed a fiancheggiare gli sfruttatori.
E' inammissibile che il governo centrale, il Parlamento, le autonomie
locali, pressoche' nulla facciano specificamente contro la schiavitu' nel
nostro paese.
Vorremmo pertanto richiedere un impegno a tal fine, e proporre la seguente
ipotesi di lavoro:
a) che dalle autonomie locali, al Parlamento, all'esecutivo centrale vi sia
una forte presa di coscienza di questa drammatica ed inammissibile realta':
la schiavitu' imposta a migliaia e forse decine e centinaia di migliaia di
persone nel territorio italiano;
b) che tutte le istanze istituzionali indicate assumano un impegno preciso
ed esplicito per abolire la schiavitu' nel territorio italiano;
c) che a tal fine si adottino strumenti legislativi ed amministrativi che
realmente aiutino le vittime di tale situazione: e tra essi in primo luogo
un piano specifico che - anche a titolo di risarcimento - preveda la
garanzia della permanenza in Italia di tutti gli immigrati che escono dalla
schiavitu', offrendo loro pieni diritti civili, accoglienza, protezione,
assistenza, diritto alla casa, allo studio e al lavoro, ed un assegno di
inserimento sociale per un adeguato periodo di tempo;
d) che si contrasti con gli adeguati strumenti normativi (peraltro gia'
presenti nella legislazione) non solo la criminalita' organizzata, ma anche
la complicita' di massa con la pratica della schiavitu': complicita' che
coinvolge tra gli altri imprenditori schiavisti e
ricettatori-commercializzatori dei loro prodotti, nonche' i fruitori di
prestazioni sessuali e di altro genere rese in condizioni di schiavitu' e di
costrizione.
Viterbo, 20 giugno 1998
*
Lettera del 3 luglio 1998 all'Anci (Associazione Nazionale dei Comuni
Italiani) ed all'Upi (Unione delle Province d’Italia)
Per una iniziativa degli enti locali contro la schiavitu', per promuovere i
diritti umani degli immigrati
Egregi signori,
vi e' una drammatica realta': molte persone immigrate sono ridotte in Italia
in condizioni di schiavitu'.
Crediamo che per abolire la schiavitu' nel nostro paese occorra un esplicito
ed energico impegno delle istituzioni democratiche.
Il punto decisivo: restituire diritti civili alle vittime
Come elemento fondamentale di questa iniziativa proponiamo un intervento
legislativo ed amministrativo che liberi le vittime, ed a tal fine
garantisca loro - a titolo di risarcimento per le violenze subite nel nostro
paese - il diritto di permanenza legale in Italia qualora lo desiderino,
un'adeguata protezione rispetto al pericolo di rappresaglie da parte delle
organizzazioni criminali schiaviste, il pieno riconoscimento di diritti
civili, assistenza sociale ed un sostegno economico sufficiente per vivere e
protratto nel tempo.
Particolarmente nel caso delle persone in condizioni di schiavitu' oggetto
di sfruttamento sessuale, una iniziativa di tale genere da parte delle
istituzioni democratiche sarebbe immediatamente praticabile ed efficace.
Il ruolo degli enti locali
Il ruolo dei Comuni e delle Province puo' essere assai rilevante e finanche
di trascinamento degli stessi organi esecutivi e legislativi nazionali e
regionali. Gli enti locali possono attivare un "circolo virtuoso"
valorizzando l'art. 16 della legge 40/'98 sull'immigrazione.
Occorre valorizzare nel modo piu' ampio il capo III della legge 40 del
6/3/1998 sull'immigrazione, concernente "disposizioni di carattere
umanitario", e particolarmente l'art. 16 relativo al "soggiorno per motivi
di protezione sociale". In particolare gli enti locali possono promuovere
quegli "interventi assistenziali dei servizi sociali" di cui al comma 1 del
citato articolo 16, che possono configurarsi come programmi di difesa dei
diritti, risarcimento delle violenze subite, integrazione nel tessuto
sociale (ed altresì scolastico-formativo e lavorativo); interventi
assistenziali (ovvero programmi promossi dai servizi sociali degli enti
locali) tali che attivino altresi' ope legis il diritto di soggiorno (ed il
riconoscimento dei fondamentali diritti civili) anche per persone in
situazioni altrimenti irregolari sotto il profilo dello status
giuridico-amministrativo.
Naturalmente si trattera' anche di andare oltre gli ancora troppo ristretti
limiti della legge 40/98, ma proprio la prassi amministrativa degli enti
locali potra' dimostrare l'opportunita' (oltre che il valore e l'efficacia
in termini etici, giuridici ed amministrativi) di un intervento ispirato ai
principi dello stato di diritto, della democrazia, della solidarieta', della
difesa intransigente - ovvero la concreta promozione - dei diritti
fondamentali di ogni persona umana.
Siamo pertanto a richiedervi di un'iniziativa in tal senso.
Viterbo, 3 luglio 1998
*
Lettera del 7 luglio 1998 ad alcuni deputati e senatori italiani impegnati
per la democrazia e i diritti umani
Per un impegno legislativo contro la schiavitu' con interventi prioritari in
soccorso delle vittime
Egregi signori,
in Italia tante persone immigrate vivono in condizioni di effettiva
schiavitu'.
Nonostante la riduzione in schiavitu' sia un reato previsto e punito dal
Codice Penale, nonostante che la Costituzione dichiari inviolabile la
liberta' personale, esiste questa terribile realta'.
Purtroppo una parte cospicua della popolazione assiste indifferente a questa
violenza, o addirittura fruisce compiacendosene dei servizi resi o dei beni
prodotti da persone schiave, o anche manifesta un ignobile atteggiamento
xenofobo e talvolta razzista che opprime ancor piu' le vittime.
E purtroppo sovente l'intervento delle istituzioni invece di aiutare le
vittime reduplica la violenza in loro danno, e di fatto aiuta gli schiavisti
a tenerle schiave in quanto non garantisce ad esse in misura sufficiente ed
in modo concreto ne' tutela ne' diritti ne' aiuto.
Occorre quindi un intervento specifico per combattere efficacemente, fino
alla sua completa abolizione, questa arcaica ma persistente e pervasiva
barbarie che e' la schiavitu'.
Egregi signori,
E' nostro convincimento che la chiave di volta per una lotta efficace contro
la schiavitu' in Italia sia un intervento legislativo ed amministrativo che
liberi le vittime, ed a tal fine garantisca loro - a titolo di risarcimento
per le violenze subite nel nostro paese - il diritto di permanenza legale in
Italia qualora lo desiderino, un'adeguata protezione rispetto al pericolo di
rappresaglie da parte delle organizzazioni criminali schiaviste, il pieno
riconoscimento di diritti civili, una effettiva e completa assistenza
sociale ed un sostegno economico sufficiente per vivere e protratto nel
tempo.
Particolarmente nel caso delle persone in condizioni di schiavitu' oggetto
di sfruttamento sessuale, una iniziativa di tale genere sarebbe
immediatamente praticabile ed efficace.
Crediamo quindi che occorra un piano di intervento complessivo da parte
delle istituzioni, valorizzando quanto gia' disposto dalle leggi vigenti (ad
esempio l'art. 16 della legge 40/98), ma anche realizzando interventi
amministrativi, regolamentari e legislativi ad hoc.
Egregi signori,
ci rivolgiamo a voi per proporvi di riflettere e discutere su questo tema,
per chiedervi di intervenire su di esso nella sede e nei compiti che vi sono
propri: come parlamentari che fanno le leggi.
Vi ringraziamo fin d’ora per l'attenzione, distinti saluti,
Viterbo, 7 luglio 1998
*
Lettera aperta del 15 agosto 1998 ai sindaci delle città italiane
Contro la schiavitu' sessuale e' possibile e necessario intervenire: in
primo luogo garantendo liberazione e diritti alle vittime di tale schiavitu'
Il provvedimento amministrativo che alcune amministrazioni comunali hanno
preso "contro i clienti delle lucciole" ad un tempo segnala ed elude un vero
dramma che si sta consumando nel nostro paese: la schiavitu' in cui
soprattutto molte giovani immigrate sono ridotte in Italia. Ed e' contro
questa schiavitu' che le istituzioni devono concentrare la lotta: per la
liberazione delle vittime, per abolire lo schiavismo.
Invece i provvedimenti presi da alcune amministrazioni comunali si limitano
a spostare le vittime della schiavitu' sessuale da una strada all'altra, da
un quartiere all'altro, da una citta' all'altra. Forse per qualcuno vige il
principio "occhio non vede, cuore non duole", ma per la nostra civilta'
giuridica questo e' ipocrita e ignobile. Ed offende l'umana dignita'.
Quello che innanzitutto occorre e' aiutare le persone vittime di condizioni
di schiavitu' ad uscire da tale condizione, ed a tal fine occorrono
provvedimenti legislativi ed amministrativi che siano centrati sui seguenti
punti:
a) aiutare le vittime dello schiavismo sessuale ad uscire dalla loro
condizione garantendo ad esse, anche a titolo di risarcimento per le
violenze subite nel nostro paese, i seguenti diritti ed interventi da parte
delle istituzioni pubbliche: diritto di permanenza legale in Italia (se
desiderato); protezione rispetto a ulteriori violenze e rappresaglie da
parte dei poteri criminali; riconoscimento pieno di tutti i diritti civili;
assistenza sociale ed economica (mettendo a disposizione una abitazione, un
assegno mensile per un adeguato periodo di tempo, e corsie preferenziali per
l'ottenimento di un lavoro legale).
b) lotta ai poteri criminali che gestiscono la schiavitu' sessuale e la vera
e propria "tratta" delle giovani immigrate avviate al mercato della
prostituzione in Italia, e lotta altresi' ai complici ed i
profittatori-utenti di tale mercato di schiavi.
c) rispetto e promozione dei diritti di liberta' e della dignita' personale.
Se le amministrazioni comunali hanno a cuore la dignita' delle persone e
vogliono operare per difendere e promuovere i diritti umani, hanno la
possibilita' di intervenire correttamente ed efficacemente: destinino
risorse per aiutare le vittime della schiavitu' sessuale; contrastino gli
schiavisti (ed i loro complici a tutti i livelli) ed operino per liberare le
vittime.
Viterbo, 15 agosto 1998
*
Lettera aperta del 21 agosto 1998 al Ministro dell'Interno ed alla Ministra
della Solidarieta' Sociale
Innanzitutto liberare le vittime della schiavitu' sessuale
Egregi signori,
la discussione sulla prostituzione in corso in questi giorni sta eludendo la
questione essenziale: ovvero la drammatica realta' di decine di migliaia di
giovani uomini e (soprattutto) donne, perlopiu' immigrati, che in Italia
sono tenuti in condizioni di schiavitu'.
Finche' decine di migliaia di persone saranno tenute schiave, le istituzioni
democratiche hanno un primo, decisivo, ineludibile dovere: combattere la
schiavitu', liberare le vittime.
Questo impegno di liberazione delle vittime (garantendo ad esse permanenza
legale in Italia e diritti civili, adeguata assistenza sociale ed economica,
e protezione da parte dei pubblici poteri; anche a titolo di risarcimento
per le violenze da esse subite in Italia) e' necessario e preliminare per
dare avvio ad una efficace strategia di lotta contro il racket schiavista,
per la legalita' e la dignita' umana.
Distinti saluti,
Viterbo, 21 agosto 1998
*
Una traccia di riflessione ed alcune proposte di iniziativa del 28 giugno
1998
1. Una iniziativa contro la schiavitu'
Alla luce del fatto che in Italia numerose persone (uomini, donne e bambini,
e particolarmente immigrati) sono ridotte in condizioni di schiavitu', il
"Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha promosso una campagna contro
la schiavitu' in Italia, chiedendo alle istituzioni ed alla societa' civile
una presa di coscienza ed un'iniziativa per restituire alle vittime i loro
diritti e per sconfiggere l'economia schiavista, i poteri criminali che la
gestiscono, la diffusa complicita'.
2. Il punto decisivo: restituire diritti civili alle vittime
Come elemento fondamentale di questa iniziativa la struttura pacifista
viterbese propone un intervento legislativo ed amministrativo che liberi le
vittime, ed a tal fine garantisca loro - a titolo di risarcimento per le
violenze subite nel nostro paese - il diritto di permanenza legale nel
nostro paese qualora lo desiderino, un'adeguata protezione rispetto al
pericolo di rappresaglie da parte delle organizzazioni criminali schiaviste,
il pieno riconoscimento di diritti civili, assistenza sociale ed un sostegno
economico sufficiente per vivere e protratto nel tempo.
Il "Centro di ricerca per la pace" sottolinea che particolarmente nel caso
delle persone in condizioni di schiavitu' oggetto di sfruttamento sessuale,
una iniziativa di tale genere da parte delle istituzioni democratiche
sarebbe immediatamente praticabile ed efficace.
3. Alcune proposte operative
Una iniziativa efficace contro la schiavitu' in Italia richiede una forte
presa di coscienza, strumenti adeguati ed interventi articolati. Vari sono i
soggetti istituzionali e della societa' civile interpellati.
Di seguito indichiamo alcune proposte di massima rivolte a diversi specifici
soggetti.
4. Gli enti locali possono attivare un "circolo virtuoso" valorizzando
l'art. 16 della legge 40/'98 sull'immigrazione
Occorre valorizzare nel modo piu' ampio il capo III della legge 40 del
6/3/1998 sull'immigrazione, concernente "disposizioni di carattere
umanitario", e particolarmente l'art. 16 relativo al "soggiorno per motivi
di protezione sociale".
In particolare gli enti locali possono promuovere quegli "interventi
assistenziali dei servizi sociali" di cui al comma 1 del citato articolo 16,
che possono configurarsi come programmi di difesa dei diritti, risarcimento
delle violenze subite, integrazione nel tessuto sociale (ed altresì
scolastico-formativo e lavorativo); interventi assistenziali (ovvero
programmi promossi dai servizi sociali degli enti locali) tali che attivino
ope legis il diritto di soggiorno (ed il riconoscimento dei fondamentali
diritti civili) anche per persone in condizioni altrimenti irregolari sotto
il profilo dello status giuridico-amministrativo.
Naturalmente si trattera' altresi' di andare oltre gli ancora troppo
ristretti limiti della legge 40/98, ma proprio la prassi amministrativa
degli enti locali potra' dimostrare l'opportunita' (oltre che il valore e
l'efficacia in termini etici, giuridici ed amministrativi) di un intervento
ispirato ai princìpi dello stato di diritto, della democrazia, della
solidarieta', della difesa intransigente e concreta promozione dei diritti
fondamentali di ogni persona umana.
5. Il governo ed il Parlamento possono legiferare o quantomeno fornire un
adeguato indirizzo a tal fine
Governo e Parlamento possono fornire un indirizzo di intervento, e
promuovere un vero e proprio "piano globale contro la schiavitu' in Italia"
sia valorizzando l'opportunita' offerta dal combinato disposto di normative
gia' in vigore, sia decretando e/o legiferando esplicitamente in tal senso;
sia prevedendo fondi in bilancio specificamente orientati a tal fine e
particolarmente per l'assistenza economica risarcitoria alle vittime.
6. Gli apparati repressivi e giudiziari devono orientare la loro azione alla
repressione della schiavitu' ed in soccorso delle vittime
Gli articoli 600, 601 e 602 del Codice Penale forniscono un riferimento
specifico sul quale orientare un'azione che che distingua nettamente tra
schiavista e schiavo, tra carnefice e vittima.
L'azione repressiva nei confronti della schiavitu' e punitiva nei confronti
degli schiavisti e' efficace se essa realmente soccorre e tutela le vittime:
purtroppo sovente cio' non accade, il che di fatto favoreggia lo schiavismo.
7. Gli operatori economici, i consumatori di beni e servizi devono rompere
la complicita' di massa con lo schiavismo
E' innegabile che, come hanno dimostrato anche autorevoli e notissime
iniziative internazionali promosse sia da istituzioni, sia da ong e vari
soggetti umanitari, occorra non solo colpire chi riduce in schiavitu' delle
persone affinche' producano beni e servizi, ma anche rompere la complicita'
(ed ovviamente perseguire le specifiche fattispecie di reato laddove esse si
verifichino) di chi quei beni e servizi commercializza, acquista, o comunque
di essi fruisce.
Si tratta di contrastare una vera e propria complicita' di massa. Tale
contesto di complicita' di massa e' particolarmente evidente in relazione al
mercato delle prestazioni sessuali rese da persone in condizioni di
schiavitu'. Al riguardo, come e' stato autorevolmente osservato dal
presidente della Caritas italiana, occorre altresi' un intervento specifico
anche nei confronti dei "clienti" della prostituzione schiavista: clienti
che ovviamente costituiscono un attore decisivo di tale mercato, anzi: il
soggetto economico e sociale che tale mercato crea.
8. Una riflessione aperta, un impegno comune
Promuovendo questa campagna contro la schiavitu' in Italia il "Centro di
ricerca per la pace" di Viterbo intende promuovere innanzitutto una presa di
coscienza ed una riflessione pubblica sul fatto che in Italia esista tuttora
questa realta' atroce ed inammissibile della schiavitu'; e sollecitare tutti
gli interlocutori democratici disponibili ad intervenire nelle forme che
riterranno opportune affinche' la schiavitu' nel nostro paese sia realmente
abolita.
Viterbo, 28 giugno 1998

5. DOCUMENTAZIONE. DAL NOTIZIARIO DELLA CAMPAGNA CONTRO LA SCHIAVITU' DEL 2
LUGLIO 1999 (PARTE PRIMA)

Campagna contro la schiavitu' in Italia. Materiali di lavoro, anno II, n. 9
del 2/7/1999
*
Alcuni ulteriori materiali prodotti dal "Collettivo di lotta nonviolenta
contro la schiavitu'" nel 1998
*
Premessa
Nel n. 2 del 25/6/1999 di questo stesso notiziario abbiamo riprodotto il
testo integrale del documento del 30/9/1998 "Una proposta di lotta contro la
schiavitu'" del Collettivo di lotta nonviolenta contro la schiavitu'
costituitosi presso il centro sociale "Valle Faul" di Viterbo. Qui
riproduciamo alcuni altri materiali relativi al lavoro svolto dal citato
collettivo nel corso del 1998. Sull'esperienza del centro sociale occupato
autogestito "Valle Faul" cfr. anche il nostro opuscolo A proposito del
Centro sociale "Valle Faul" di Viterbo, Viterbo 1998.
*
I. Avviso di convocazione e ordine del giorno della riunione del 31 agosto
1998
Lunedi 31 agosto alle ore 21,30 al centro sociale "Valle Faul" di Viterbo ci
sara' il terzo incontro di studio delle persone interessate all'iniziativa
per i diritti umani degli immigrati e contro la schiavitu' in Italia
L'iniziativa e' aperta a tutti, in questo terzo incontro di studio si
analizzeranno le modalita' di svolgimento della campagna di
sensibilizzazione, denuncia e mobilitazione democratica e nonviolenta per i
diritti umani e contro la schiavitu'.
In particolare si studieranno e discuteranno:
- la proposta o le proposte su cui concretamente impegnarsi (proposta o
proposte da scegliere tra le cinque su cui si e' discusso fin qui, e che
sono riassunte nell'allegato resoconto dei precedenti incontri);
- gli obiettivi umanitari, legislativi ed amministrativi concretamente
perseguibili e realisticamente raggiungibili attraverso l'iniziativa;
- le forme piu' adeguate di sensibilizzazione rispetto agli obiettivi;
- l'individuazione degli interlocutori principali da coinvolgere;
- le modalita' relazionali e comunicative da adottare;
- le risorse da impegnare nell'iniziativa, le tappe di essa e gli indicatori
di verifica.
Particolar attenzione sara' dedicata alla riflessione sulle tecniche della
nonviolenza: chi promuove questa iniziativa pone infatti come obbligo
assoluto per la partecipazione l'accettazione dell'uso unicamente delle
tecniche della nonviolenza.
Ai partecipanti a questo terzo incontro e' richiesto di avere una conoscenza
preliminare dei temi dell'iniziativa, a tal fine e' opportuno che abbiano
letto almeno il testo che segue, in cui sono riassunti gli argomenti
esaminati nel primo incontro, svoltosi lunedi' 17 agosto, e nel secondo
incontro, svoltosi martedi' 25 agosto.
Resoconto degli incontri di studio svoltisi il 17 agosto ed il 25 agosto
1998
Presso il centro sociale "Valle Faul" di Viterbo il 17 ed il 25 agosto si
sono riunite alcune persone interessate a promuovere una campagna di
solidarieta' per i diritti umani degli immigrati  e contro la schiavitu' in
Italia.
Gli incontri di studio hanno fatto seguito ad un colloquio informale
svoltosi il 24 agosto e si collegano ad una serie di iniziative gia' avviate
dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo.
Gli obiettivi proposti
In particolare e' stato proposto di promuovere un'iniziativa di informazione
e sensibilizzazione per ottenere provvedimenti legislativi ed amministrativi
finalizzati a:
con riferimento agli immigrati cosiddetti "irregolari":
1. abolire i campi di concentramento per gli immigrati cosiddetti
"irregolari";
2. garantire il diritto d'asilo a tutti gli immigrati che ne hanno bisogno e
ne fanno richiesta: ed a tal fine bloccare i rimpatri forzati che spesso
espongono chi li subisce a gravissimi pericoli per la propria liberta' ed
incolumita' e fin per la stessa vita;
3. garantire per tutti possibilita' di accesso in Italia e adeguate
procedure di regolarizzazione; ed a tal fine evitare per quanto possibile
l'emissione di decreti di espulsione che hanno l'effetto di precipitare
coloro che li ricevono nell'illegalita' coatta e di esporli al rischio di
finire nelle grinfie dei poteri criminali.
Con riferimento agli immigrati e le immigrate vittime di schiavitu':
4. garantire la liberazione a tutte le persone che in Italia subiscono
condizioni di schiavitu'; a tal fine lo Stato e gli enti locali devono
garantire: diritto di soggiorno in Italia e pieni diritti civili; protezione
rispetto ad ulteriori violenze ed a possibili rappresaglie da parte dei
poteri criminali; alloggio, assistenza sociale ed assistenza economica con
assegno mensile per almeno un anno sufficiente per vivere; corsie
preferenziali per il diritto ad un lavoro legale. Tutto cio' Stato ed enti
locali devono garantire come risarcimento per le violenze che le vittime di
schiavitu' hanno subito in Italia.
Con riferimento agli immigrati detenuti:
5. Un atto di clemenza generalizzato per gli immigrati attualmente detenuti
in Italia, che fermo restando il dovere di punire gli autori di gravi
violenze e di combattere energicamente i poteri criminali, riconosca che
molti immigrati hanno commesso reati spinti dalle condizioni di grave
miseria in cui sono stati tenuti in Italia, e che sovente non hanno avuto
processi equi.
Svolgimento degli incontri
Nell'incontro del 17 agosto sono state illustrate ed esaminate le proposte
di lavoro sopra citate.
Nell'incontro del 25 agosto e' stata approfondita la conoscenza delle
questioni proposte ed implicate: esaminando i dati statistici, i riferimenti
legislativi, le esperienze di intervento da parte dei pubblici poteri e dei
movimenti di volontariato attualmente in corso; analizzando una vasta
documentazione di varie fonti; discutendo alcuni rapporti e dinamiche non
solo di carattere prevalentemente economico e politico (e geopolitico), ma
anche di carattere storico, demografico, culturale, che costituiscono
importanti concause del fenomeno migratorio.
Il prossimo incontro
I partecipanti hanno concordato di decidere nel terzo incontro, quello del
31 agosto, su quale o quali, dei cinque punti proposti, impegnarsi a
promuovere un'iniziativa pubblica di informazione, sensibilizzazione e
solidarieta'.
Dato che il terzo incontro sara' particolarmente impegnativo, dovendosi
preliminarmente decidere su quale aspetto concentrare l'iniziativa e quindi
definire con precisione obettivi e modalita' (fermo restando il
criterio-base che si tratta di un'iniziativa democratica per i diritti
umani, e che per scelta vincolante dei promotori i soli metodi ammessi sono
quelli della nonviolenza e del totale rispetto della verita' e della
giustizia), e' necessario che le persone interessate a partecipare abbiano
una conoscenza sia pur minima dell'argomento, dei riferimenti legislativi,
della discussione gia' svolta nei due incontri precedenti, del materiale
gia' diffuso.
Per approfondire questi temi segnaliamo i seguenti riferimenti essenziali:
a) riferimenti legislativi di base
Costituzione della Repubblica Italiana, artt. 2, 3, 10, 13; Codice Penale,
artt. 600, 601, 602; Legge 6/3/1998 n. 40 sull'immigrazione.
b) repertori documentari
Caritas di Roma, Immigrazione: dossier statistico (rapporti annuali);
Amnesty International, Rapporto annuale; Acnur, I rifugiati nel mondo,
rapporto 1997.
c) alcuni studi introduttivi
Germano Garatto, Fredo Olivero (a cura di), Immigrati: la sfida di una
societa' multietnica, Caritas-Piemme, Casale Monferrato; AA. VV.,
Prostituzione: un mondo che attraversa il mondo, fascicolo monografico di
“Aspe” (agenzia di stampa del Gruppo Abele di Torino), n. 14 del 17/10/1996;
Hans Magnus Enzensberger, La grande migrazione, Einaudi, Torino.
d) per approfondire il tema dei diritti umani
Guenther Anders, Tesi sull'eta' atomica, Crp, Viterbo; Norberto Bobbio,
L'eta' dei diritti, Einaudi, Torino; Hans Jonas, Il principio
responsabilita', Einaudi, Torino; Emmanuel Levinas, Ethique et  infini,
Fayard, Paris; Marcos, La quarta guerra mondiale e' cominciata, Il
manifesto, Roma; Vandana Shiva, Sopravvivere allo sviluppo, Isedi, Torino.
e) sul razzismo e la discriminazione
Simone de Beauvoir, Le deuxieme sexe, 2 voll., Gallimard, Paris; Elena
Gianini Belotti, Dalla parte delle bambine, Feltrinelli, Milano; Primo Levi,
Opere, 2 voll., Einaudi, Torino (o almeno l'ultimo suo grande libro: I
sommersi e i salvati, Einaudi, Torino); Albert Memmi, Il razzismo, Costa &
Nolan, Genova; Peppe Sini (a cura di), Settimana internazionale contro il
razzismo: una bibliografia essenziale, Crp, Viterbo; Virginia Woolf, Le tre
ghinee, Feltrinelli, Torino.
f) per la nonviolenza
Aldo Capitini (a cura di AA. VV.), Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita,
Manduria; Mohandas K. Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi,
Torino; Peppe Sini (a cura di), Nonviolenza: alcuni percorsi di lettura,
Crp, Viterbo; Peppe Sini (a cura di), Uomini di pace, Crp, Viterbo.
*
II. Avviso di convocazione e ordine del giorno della riunione del 10
settembre 1998
Proposta di ordine dei lavori per la riunione del 10 settembre 1998
1. Premessa
- dopo una serie di incontri di studio svoltisi il 17, il 25 ed il 31
agosto, ed il 9 settembre 1998, in questa ultima riunione si e' deciso di
iniziare una azione di lotta contro la schiavitu' in Italia;
- a questa iniziativa possono partecipare tutte le persone interessate a
condizione che condividano rigorosamente gli obiettivi ed i metodi che il
gruppo promotore dell'iniziativa stabilisce e discute nel corso delle
riunioni;
- vi e' inoltre un vincolo rigido e preliminare: che in questa iniziativa di
lotta ci si attenga ai valori e alle tecniche della nonviolenza; ovviamente
chi partecipa a questa iniziativa si impegna a non danneggiarla in alcun
modo;
- questa sera, 10 settembre 1998, si svolge la prima riunione propriamente
organizzativa, per la quale si propone il seguente ordine dei lavori.
2. Proposta di lavoro
2.1. Definire un programma di massima:
Scrivere, con il metodo della discussione e della scrittura collettiva, un
documento che definisca:
- l'argomento su cui si vuole intervenire: lottare contro la schiavitu' in
Italia (di cui sono soprattutto vittima persone immigrate), per la
liberazione delle vittime.
- i motivi per cui lo si fa (alcuni esempi): difesa e promozione della
dignita' e della liberta' di ogni persona umana; difesa della democrazia e
dello stato di diritto; lottare contro l'ingiusto rapporto Nord/Sud
(interpretando la migrazione coatta come conseguenza della rapina coloniale
e neocoloniale delle risorse); lotta contro il razzismo; lotta contro il
sessismo (oppressione dell'uomo sulla donna); lotta contro i poteri
criminali (e contrastare certe azioni razziste delle istituzioni che di
fatto danneggiano ancor piu' le vittime e favoreggiano i poteri criminali);
lotta contro la violenza sessuale (e sui bambini); lotta contro la violenza.
-  le proposte che si formulano: in primo luogo liberare le vittime; quindi
chiedere interventi sia legislativi che amministrativi; cio' significa
chiedere un intervento delle istituzioni pubbliche (quindi uscire dalla
logica della filantropia ed affermare quella del diritto); interventi che
risarciscano le vittime per le violenze da esse subite in Italia; interventi
che configurino una strategia coerente di aiuto e liberazione delle vittime:
riconoscimento dei diritti civili (ed in primo luogo diritto di permanenza
in Italia - se desiderata -), assistenza sociale ed economica, protezione da
parte dei pubblici poteri rispetto ad ulteriori violenze e rappresaglie da
parte dei poteri criminali, diritto allo studio e al lavoro; valorizzare
esperienze (sia di soggetti pubblici che del volontariato) gia' in corso
(sia di riduzione del danno, sia di costruzione di alternative).
- la metodologia di lavoro: studio dell'argomento; uso dei valori e delle
tecniche della nonviolenza; prendere contatti con altre esperienze impegnate
su questi temi; definire in prima approssimazione tempi, obiettivi, risorse,
metodi, interlocutori (e controparti) dell'iniziativa.
2.2. Studio di come si organizza una campagna di lotta nonviolenta
- alcune idee fondamentali su cosa sia la nonviolenza: nonviolenza come
lotta; nonviolenza come coerenza tra mezzi e fini; lettura della carta
programmatica del movimento nonviolento;
- alcune idee sulle tecniche della nonviolenza: usare lo schema del Manuale
per l'azione diretta nonviolenta di Walker, ed alcune schede
dell'Addestramento alla nonviolenza di L'Abate.
2.3. Prime iniziative di preparazione e verifica
- costituzione di un archivio;
- ricerca e studio della documentazione;
- individuazione di interlocutori e presa di contatto con altri soggetti che
gia' intervengono in materia;
- training all'azione nonviolenta;
- definizione di risorse e strumenti;
- diffusione di un programma di massima su cui promuovere una riflessione
piu' ampia ed una discussione con altri soggetti antischiavisti,
antirazzisti e della solidarieta' a Viterbo ed in Italia;
- riunioni periodiche di verifica e prosecuzione della campagna;
- riunioni periodiche di training nonviolento.
3. Alcuni esercizi di verifica
3.1. Parte teorica
- gruppi di affinita' e metodo del consenso;
- giochi di fiducia ed esperienze condivise;
- brainstorm;
- scrittura collettiva e "presa di parola";
- il diario come strumento di verifica, luogo di memoria e base di
elaborazione e ricerca;
- il concetto di "omnicrazia" (= il potere di tutti) di Aldo Capitini.
3.2. Parte pratica
- comizio volante (ed illustrazione delle tecniche espositive della retorica
classica: inventio, dispositio, elocutio, memoria, actio);
- giochi di ruolo;
- breve riassunto e giudizio della serata, a giro.
4. Conclusione
4.1. stabilire la data del prossimo incontro ed il programma di esso
- poiche' e' opportuno avere qualche ora in piu' di tempo per poter lavorare
meglio, e' preferibile - se possibile - iniziare la riunione nel pomeriggio,
anziche' dopo cena;
- nell'ordine del giorno (ovvero nell'elenco degli argomenti da discutere)
sarebbe bene che ci fossero i seguenti: a) discussione ed approvazione del
testo definitivo del programma di massima dell'iniziativa contro la
schiavitu', cosi' da poterlo diffondere subito dopo ai mass-media, su
internet, agli interlocutori fondamentali; b) verifica del lavoro fatto ed
approfondimento della conoscenza di alcuni argomenti; c) prosecuzione dello
studio delle tecniche della nonviolenza e relativo training; d)
organizzazione della prossima riunione e distribuzione dei compiti.
4.2. distribuire i compiti (le cose che ogni persona deve fare prima del
prossimo incontro)
- preparare un testo del programma di massima, o delle proposte da inserire
in esso;
- tenere un diario e portarsi l'occorrente per prendere appunti durante le
riunioni;
- ricerca di documentazione ed organizzazione dell'archivio;
- studio di materiale gia' disponibile e preparazione di brevi comunicazioni
per la prossima riunione;
- prendere contatti con interlocutori fondamentali (ad esempio il Gruppo
Abele di Torino);
- preparare un elenco di proposte per strumenti di lavoro necessari;
- preparare un elenco di proposte per l'autofinanziamento dell'iniziativa;
- preparare una proposta di denominazione (che sia semplice, chiara, non
trombona e non frivola) per questo nostro gruppo di lavoro e per questa
nostra campagna di lotta contro la schiavitu'.
*
(parte prima - segue)

==============================
VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento settimanale del martedi' de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 191 del 17 giugno 2008

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