Minime. 489



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 489 del 17 giugno 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Antonella Litta: Un unico respiro. Una passeggiata con Paolo Giannini ed
Antonello Ricci nei luoghi di Viterbo da salvare
2. Luigi Cancrini: Criminali
3. Susanna Marietti intervista Zygmunt Bauman
4. Letture: AA. VV., La privatizzazione della vita
5. Letture: Plath. Vita, poetica, opere scelte
6. Riedizioni: Irene Fosi, La giustizia del papa
7. Riedizioni: Sergio Moravia, La scienza dell'uomo nel Settecento
8. Riedizioni: Blaise Pascal, Pensieri. Le provinciali
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'

1. TESTIMONIANZE. ANTONELLA LITTA: UN UNICO RESPIRO. UNA PASSEGGIATA CON
PAOLO GIANNINI ED ANTONELLO RICCI NEI LUOGHI DI VITERBO DA SALVARE
[Ringraziamo Antonella Litta per averci messo a disposizione questa sua
testimonianza sull'esperienza della passeggiata del 25 maggio 2008 nei
luoghi viterbesi che verrebbero devastati dal mega-aeroporto.
Antonella Litta e' la portavoce del Comitato che si oppone alla
realizzazione dell'aeroporto a Viterbo; svolge l'attivita' di medico di
medicina generale a Nepi (in provincia di Viterbo). E' specialista in
Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica
presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione
di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani
sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato
sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11,
pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per
l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia).
Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale
ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni
medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi
africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di
programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato
"Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla
legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente]

Domenica 25 maggio a Viterbo: un pomeriggio caldo e un vento lieve a
mitigarlo.
L'orto botanico, smagliante nel suo verde primaverile, interrotto da
esplosive macchie di colore di fiori in fiore, il punto di ritrovo e
d'inizio della nostra passeggiata.
E' stato bello aspettare, attendere le persone che piano si avvicinavano,
alla spicciolata, e nell'attesa si addentravano nell'orto botanico, in
quella domenica in mostra ed in festa. Poi  all'ora convenuta il gruppo s'e'
fatto cerchio, cento e piu' persone da Viterbo, dalla provincia, dalla
regione e da fuori regione.
Poche parole le mie per spiegare, per salutare tutti e dire ancora una volta
il perche' di quell'incontro, promosso dal nostro comitato; la sadica follia
di un mega-aeroporto, la costruzione di un mostro fatto di cemento, acciaio
ed asfalto che come un drago alitera' fumi di kerosene ed  emettera' orridi
sibili e rombi notte e giorno su una delle aree piu' ricche di fascino e
storia: quella che fa di Viterbo Viterbo.
*
Un professore, Paolo Giannini, esperto conoscitore di quei luoghi, al centro
del cerchio divenuto un solo occhio ed orecchio. E' cominciato cosi': con il
suo raccontare lento e sapiente, la spiegazione dell'antica storia della
citta' di Viterbo, delle sue bellezze e di quelle del Bulicame.
Poi, piano, ci siamo mossi in gruppo ma ognuno con il suo passo, modulato
dal proprio interesse, dal proprio sentire, guardare e pensare. Le parole
del professor Giannini e le riflessioni di alcuni di noi facevano da cornice
alla vista di uno spazio unico e particolare con le ampie vasche grigie e
ormai abbandonate, l'erba del prato di un verde rado ed esausto, la sorgente
centrale dell'acqua termale, possente ma circondata e rinchiusa da pannelli
in vetro, alti e spessi come quelli delle sale di terapia intensiva.
Cosi' quel luogo e quella fonte vitale di acqua rimandavano il ricordo di
un'antica dignitosa  e orgogliosa bellezza e insieme ci affidavano
un'urgente richiesta di aiuto e cura, quasi una supplica, ai piedi della
stele di pietre che porta incisi i versi che il Bulicame ispiro' a Dante.
Questo era parte del mio pensare mentre seguivo il degradare del paesaggio
verso il mare e all'indietro, stagliata sullo sfondo del verde dei monti
Cimini, la citta' di Viterbo. Un unico corpo con il Bulicame. Un unico
respiro.
*
Mentre camminavamo, pensieri e domande: Perche' non fare di questa splendida
area, ricca di acque salubri e curative, un parco termale cosi' da
permettere a tutti di godere di bellezza e  salute facendone anche
un'occasione di occupazione e sviluppo per l'intero territorio viterbese?
E ancora: Perche' continuare a sciupare e disprezzare quanto la natura nella
sua immensa generosita' ha voluto mettere a nostra disposizione? Perche'
costruire un mega-aeroporto che produrra' la cementificazione e la
distruzione di questo ambiente e avvolgera' di fumi velenosi e assordanti
rumori Viterbo e i suoi cittadini notte e giorno?
Le risposte: ancora una volta il ricatto e l'inganno dello "sviluppo" per
far digerire un'opera dannosa ed inutile, sperpero di pubblico denaro e
grande affare per i soliti pochi e noti.
Cosi' ragionavamo mentre il professor Giannini ci faceva conoscere in tutta
la sua bellezza ferita quell'area dalle straordinarie caratteristiche e
proprieta' terapeutiche.
*
Una generosa salubrita' e un benefico potere rilassante di cui godevano,
placidamente al sole, i bagnanti delle pozze Carletti, incuriositi dal
nostro gruppo, annunciato da una bella bandiera di pace. Un cortese saluto
anche a loro e la spiegazione del perche' della nostra passeggiata, seguita
subito dalla loro preoccupazione di poter perdere quel piccolo paradiso, e
insieme la domanda: Che possiamo fare per evitare questa sciagura? e la
nostra semplice e convinta  risposta: Continuate ad amare questi posti,
esigete e pretendete sempre rispetto per la salute e l'ambiente per la
nostra generazione e per quelle che verranno.
*
Poi ci siamo inoltrati nella piccola, stretta, bianca strada  di campagna
che porta fino all'aeroporto militare che nel folle disegno del devastante
mega-aeroporto dovrebbe essere ampliato e trasformato, anzi snaturato, in un
sedime dove sarebbe previsto il transito di milioni di turisti frettolosi e
ansiosi solo di arrivare il prima possibile a Roma per un weekend "mordi e
fuggi" con nessun interesse per Viterbo, per la sua storia, per le sue
bellezze naturali e artistiche, per i suoi pregiati prodotti tipici.
La stradina tagliava con il suo biancore il verde dei prati tutti intorno
mentre cadevano come neve una miriade di soffici, bianchi, cotonosi denti di
leone, come bianco era il vapore dell'acqua termale e il calcare divenuto
argine delle sorgenti e dei ruscelli delle terme delle Zitelle.
*
Poi, con l'aeroporto alle spalle, seduti in terra in semicerchio, la Lectura
Dantis di un viterbese davvero speciale: Antonello Ricci, appassionato
cultore e difensore della storia e dell'ambiente di Viterbo.
Le sue parole ci hanno raccontato e cantato di un volo particolare e
spettacolare: quello di Gerione, la mostruosa figura mitologica, nel XVII
canto dell'Inferno di Dante.
Solo le sue parole, e lo stormire delle foglie.
Solo le persone, la bellezza e il fascino di quel luogo. Solo questo, tutto
questo.
*
E' stata un'esperienza alla quale ripensero' spesso. Un'esperienza, una
conoscenza, sospesa in uno spazio speciale: tra passato e presente, tra
storia e poesia, arte e gioco, tra il rumore dell'acqua e i fumi del vapore.
E' difficile descrivere l'emozione profonda che a volte ci procurano alcuni
luoghi che ci parlano di cio' che e' stato e ci suggeriscono cio' che
potrebbero diventare insieme alla minaccia della violenza che potrebbero
ancora subire.
Difenderemo questi luoghi e continueremo a prendercene cura.

2. RIFLESSIONE. LUIGI CANCRINI: CRIMINALI
[Dal quotidiano "L'Unita'" del 16 giugno 2008 col titolo "Immigrazione,
morti sul lavoro. Chi paga sono sempre i deboli" in risposta alla seguente
lettera firmata "Mio figlio lavorava da tre anni in nero. Quando e' caduto
da una impalcatura e si e' rotto tutte e due le gambe, la macchina di
qualcuno che passava di la' l'ha portato in ospedale. E' stato allora che
hanno cominciato a venire. Offrendo soldi e minacciando davanti a tutti:
medici ed infermieri che non avevano il coraggio di dire nulla. Qualsiasi
cosa perche' mio figlio non dicesse quello che era accaduto. Abbiamo paura.
La denuncia non l'abbiamo fatta. Se la legge di cui si parla in questi
giorni sara' approvata davvero, il criminale sara' lui, mio figlio. Il paese
da cui veniamo e' molto povero. Le leggi, da noi, non proteggono tutti.
Pensavamo che in Italia ed in Europa le cose andassero in modo diverso. Ci
siamo sbagliati ma non e' facile ora tornare indietro".
Luigi Cancrini, nato a Roma nel 1938, psichiatra, docente universitario,
fondatore nel 1970 del Centro studi di terapia familiare e relazionale di
Roma, gia' pubblico amministratore con rilevanti incarichi e parlamentare,
protagonista delle esperienze maggiori del rinnovamento dei servizi sociali
e sanitari e della cultura medica, psichiatrica, del servizio sociale. Dal
sito www.luigicancrini.it riprendiamo la seguente scheda: "Luigi Cancrini,
psichiatra e psicoterapeuta di formazione psicoanalitica e sistemica, ha
fondato negli anni Settanta una fra le piu' importanti scuole di
psicoterapia del nostro paese: il Centro Studi di Terapia Familiare e
Relazionale del quale e' presidente. La sua attivita' si e' sviluppata
inizialmente nel clima delle battaglie culturali contro l'emarginazione del
diverso nelle scuole (le classi differenziali e speciali), nella psichiatria
(gli ospedali psichiatrici), nel campo delle dipendenze patologiche e dei
comportamenti antisociali (il carcere). Di queste condizioni egli ha
continuato ad occuparsi collegando le manifestazioni della diversita' al
disagio della persona e tentando soprattutto di allargare i confini
tradizionali della pratica psicoterapeutica: sul piano culturale
contrastando una corsa pericolosa alla psichiatrizzazione farmaceutica e/o
drogata del disagio; sul piano legislativo affermando il diritto di tutti
alle cure psicoterapeutiche. L'attivita' politica si e' sviluppata dal 1968
in poi all'interno del Pci. Fra le responsabilita' piu' importanti ci sono
state quelle di consigliere e di assessore regionale del Lazio, di
responsabile nazionale per le tossicodipendenze e per la psichiatria, di
ministro del "governo ombra" di Achille Occhetto. E' stato rappresentante
del Parlamento Europeo nell'Osservatorio europeo per le tossicodipendenze di
Lisbona dal 1994 al 1999 e direttore dell'Osservatorio nazionale sulle
tossicodipendenze dal 1998 al 2001. Dal 1995 e' direttore scientifico delle
Comunita' Terapeutiche di Saman e dal 1998, del Centro di Aiuto al Bambino
Maltrattato e alla Famiglia. Negli ultimi due anni ha pazientemente lavorato
per trasferire nella preparazione e nella discussione dei provvedimenti
legislativi in esame presso la Commissione Affari Sociali della Camera e
nella Commissione Bicamerale per l'Infanzia, di cui e' stato vicepresidente,
l'esperienza legata all'incontro con la  passione e la capacita' dei gruppi
di professionisti che operano fra mille difficolta' nei servizi per la
salute mentale e per la tossicodipendenza, nei servizi sociali dei Comuni e
nelle scuole, nelle carceri e negli Ospedali psichiatrici giudiziari.
Difendendo in particolare il ruolo del personale sanitario non medico
(psicologi, educatori, assistenti sociali) nello sviluppo di attivita' che
sono per loro natura multidisciplinari. E' autore di lavori scientifici fra
i quali Bambini diversi a scuola (1974), Quei temerari sulle macchine
volanti (1982), Date parole al dolore, con Stefania Rossini (1996), Lezioni
di psicopatologia (1997), La luna nel pozzo (1999), La psicoterapia:
grammatica e sintassi (2002), Il vaso di Pandora, con C. La Rosa (2002),
Schiavo delle mie brame (2003), L'oceano borderline. Racconti di viaggio
(2006). E' inoltre direttore responsabile di due pubblicazioni scientifiche
quali: 'Ecologia della mente' e 'I quaderni di Saman'". Tra le opere
principali di Luigi Cancrini: (con N. Ciani), Schizofrenia dalla
personalita' alla malattia, Il Pensiero Scientifico Editore, 1969, 1984;
(con M. Malagoli Togliatti e G.P. Meucci), Droga. Chi come perche' e
soprattutto che fare?, Sansoni, Firenze 1973; (a cura di), Esperienze di una
ricerca sulle tossicomanie giovanili in Italia, Mondadori, Milano 1974,
1984; Bambini diversi a scuola, Boringhieri, Torino 1974, 1989; Verso una
teoria della schizofrenia, Boringhieri, Torino 1975; (con M. Malagoli
Togliatti), Psichiatria e rapporti sociali, Editori Riuniti, Roma 1976;
Tossicomanie, Editori Riuniti, Roma 1980; Quei temerari sulle macchine
volanti, La nuova Italia scientifica, Roma 1982; (con F. Mazzoni, D.
Costantini), La guarigione nelle tossicomanie giovanili, Il Pensiero
Scientifico Editore, Roma 1984; Quattro prove per l'insegnamento della
psicoterapia, La Nuova Italia Scientifica, Roma 1984; (con E. Guida),
L'intervento psicologico nella scuola, La Nuova Italia Scientifica, Roma
1986; Dialoghi col figlio, Editori Riuniti, Roma 1987; Psicoterapia:
grammatica e sintassi, La nuova Italia scientifica, Roma 1987; (con C. La
Rosa), Il vaso di Pandora. Manuale di psicoterapia e psichiatria Nuova
Italia Scientifica, Roma 1992; La casa del guardamacchine e altre storie,
Bollati Boringhieri, Torino 1993; W Palermo viva, La Nuova Italia
Scientifica, Roma, 1993; Date parole al dolore, Frassinelli, Milano 1996;
Lezioni di psicopatologia, Boringhieri, Torino 1997; L'amore nevrotico.
Saggio su "una vita" di Guy de Maupassant, EduP, Roma 1998; La luna nel
pozzo, Cortina, Milano 1999; Schiavo delle mie brame, Frassinelli, Milano
2003; Guida alla psicoterapia, Editori Riuniti, Roma 2004; L'oceano
borderline. Racconti di viaggio, Cortina, Milano 2006]

Ho tentato di riassumere la sua lettera ed il suo lungo sfogo con tutta
l'attenzione possibile. Dall'interno di un sentimento, acuto, di vergogna e
di impotenza. Di vergogna perche' sono italiano e mi dispiace che il mio
paese si presenti cosi' agli occhi di chi ci viene per lavorare. Di
impotenza perche' la mia mente ha cercato inutilmente, mentre leggevo, di
immaginare qualcuno a cui rivolgermi, qualcuno a cui dirle di rivolgersi.
Malinconicamente concludendo che ha ragione lei, che e' meglio che suo
figlio non faccia nulla dopo che un sussulto di orgoglio e di paura vi ha
impedito di accettare la mancia che vi veniva offerta da gente con cui e'
meglio non aver niente a che fare: oggi, in alcune zone di questo paese ed
in quella in particolare in cui questi fatti sono accaduti non c'e'
rappresentante dello Stato, infatti, in grado di tutelare quello che, in
linea di principio, sarebbe un vostro diritto.
Di incidenti del lavoro nelle zone di Gomorra parla del resto esplicitamente
Roberto Saviano in un capitolo significativamente intitolato "Cemento
armato". Di edilizia "si muore, scrive a pag. 237, in continuazione. La
velocita' delle costruzioni, la necessita' di risparmiare su ogni tipo di
sicurezza e su ogni rispetto d'orario. Turni disumani nove-dieci ore al
giorno compreso sabato e domenica. Cento euro a settimana la paga con lo
straordinario notturno e domenicale di cinquanta euro ogni dieci ore. I piu'
giovani se ne fanno anche quindici. Magari tirando coca. Quando si muore nei
cantieri si avvia un meccanismo collaudato. Il corpo senza vita viene
portato via e viene simulato un incidente stradale. Lo mettono in un'auto
che poi fanno cadere in scarpate o dirupi, non dimenticando di incendiarla
prima. La somma che l'assicurazione paghera' verra' girata alla famiglia
come liquidazione... Quando il mastro e' presente il meccanismo funziona
bene. Quando e' assente spesso il panico attanaglia gli operai. E allora si
prende il ferito grave, il quasi cadavere e lo si lascia quasi sempre vicino
a una strada che porta all'ospedale. Si passa con la macchina si adagia il
corpo e si fugge. Quando proprio lo scrupolo e' all'eccesso si avverte
un'autoambulanza. Chiunque prende parte alla scomparsa o all'abbandono del
corpo quasi cadavere sa che lo stesso faranno i colleghi qualora dovesse
accadere al suo corpo di sfracellarsi o infilzarsi. E cosi' si ha una specie
di diffidenza nei cantieri. Chi ti e' a fianco potrebbe essere il tuo boia,
o tu il suo. Non ti fara' soffrire, ma sara' lui che ti lascera' crepare da
solo su un marciapiede o ti dara' fuoco in un'auto. Tutti i costruttori
sanno che funziona in questo modo. E le ditte del sud danno garanzie
migliori. Lavorano e scompaiono e ogni guaio se lo risolvono senza clamore.
Io so e ho le prove. E le prove hanno un nome".
E' in uno stato di questo tipo, mi dico, che caleranno i provvedimenti (di
cui oggi il Governo parla con tanta fierezza e lei parla con tanta tristezza
e timore) sull'immigrazione clandestina. Ho risposto due settimane fa in
questa stessa rubrica dedicata ai diritti negati alla lettera di Antonella
Ciurlia che mi segnalava, in nome dei 70.000 pediatri di base, il modo in
cui (minacciare di) fare della clandestinita' un reato significa tenere
lontani dalle risposte sanitarie e assistenziali centinaia di migliaia di
clandestini e, con loro, tutti i bambini che hanno la sfortuna di avere per
genitori dei clandestini. Quello che mi sembra doveroso segnalare oggi, di
fronte ad una lettera come la sua, e' il modo in cui il crimine di chi lucra
sulla salute e sulla vita dei lavoratori utilizzandoli in nero e senza
preoccuparsi delle misure di sicurezza inutilmente richieste dalle nostre
leggi verra' ulteriormente facilitato dalla paura di dover pagare con la
prigione certa di chi ha commesso il reato di clandestinita' il tentativo di
denunciare chi ti ha sfruttato mettendo a rischio la tua salute e la tua
vita.
C'e' qualcosa di bieco e di sporco nel modo in cui gran parte della stampa e
della televisione italiana (quelle che per giorni e giorni sputarono fango
sui rumeni dopo l'omicidio commesso da un romeno balordo a Roma) hanno
sottovalutato o messo sotto silenzio la notizia dei due piccoli imprenditori
italiani che hanno ucciso un giovane rumeno dopo avergli fatto stipulare una
assicurazione sulla vita. Il premio dell'assicurazione, lo avevano costretto
a indicare sul contratto, doveva andare a loro per cui uccidere un rumeno
era evidentemente normale. Quello che sta accadendo in questo paese ora che
la destra governa con la benedizione di un papa (pronto a dimenticarsi dello
sfruttamento dei lavoratori e di ogni persecuzione degli emigranti di fronte
ad un premier che gli promette di finanziare le scuole private cattoliche)
e' un qualche cosa di veramente orribile anche per merito (colpa) di questi
media orrendi nella loro fatua amoralita'.
Quello cui stiamo arrivando, mi dico a volte, e' un clima, un livello di
incivilta' cui la peggior Democrazia Cristiana non ci avrebbe portato. Anche
perche', forse, quello che c'era una volta era il Pci a darti costantemente
l'idea di un luogo, morale e fisico, in cui avresti potuto condividere e
incardinare la protesta nei confronti delle cose che fanno male alla
coscienza di un essere umano normale. In cui avresti potuto portare
suscitando una solidarieta' attiva un dramma come quello che lei mi segnala.
Collegandolo al lavoro quotidiano ed organico di una opposizione capace di
farsi sentire con chiarezza e con determinazione. Capace di porre dei limiti
alla deriva populista e vigliacca del potere: quella cui stiamo purtroppo
andando incontro oggi nel paese in cui quelli che contano sembrano
soprattutto gli interessi convergenti di un Presidente del Consiglio,
dell'imprenditoria legale di Confindustria e di quella illegale della
camorra. Con la benedizione di un papa che sembra aver dimenticato (perfino
lui!) la capacita' di distinguere il bene dal male.

3. HERI DICEBAMUS. SUSANNA MARIETTI INTERVISTA ZYGMUNT BAUMAN
[Dal quotidiano "Liberazione" dell'8 novembre 2007 col titolo "Il sociologo
entra nel dibattito su sicurezza e societa'. Bauman: Con la menzogna
politica i governi oggi corrono pochi rischi" e il sommario "Secondo il
famoso sociologo molti governi cercano di seguire la strategia sulla
sicurezza made in Usa: le minacce devono essere dipinte con i colori piu'
sinistri, cosi' se non accade niente e' il risultato di abilita' degli
organi statali".
Susanna Marietti e' coordinatrice nazionale dell'associazione "Antigone".
Opere di Susanna Marietti: (con Gennaro Santoro, a cura di), Diritti e
castigo, Carta-Intra Moenia, Roma-Napoli 2007.
Zygmunt Bauman, illustre sociologo, intellettuale democratico, ha insegnato
a Varsavia, a Tel Aviv e Haifa, a Leeds; e' il marito di Janina Bauman.
Opere di Zygmunt Bauman: segnaliamo almeno Cultura come prassi, Il Mulino,
Bologna 1976; Modernita' e olocausto, Il Mulino, Bologna 1992, 1999; La
decadenza degli intellettuali, Bollati Boringhieri, Torino 1992; Il teatro
dell'immortalita', Il Mulino, Bologna 1995; Le sfide dell'etica,
Feltrinelli, Milano 1996; La societa' dell'incertezza, Il Mulino, Bologna;
Dentro la globalizzazione, Laterza, Roma-Bari 1999; Voglia di comunita',
Laterza, Roma-Bari 2001; Modernita' liquida, Laterza, Roma-Bari 2002;
Intervista sull'identita', Laterza, Roma-Bari 2003; La societa' sotto
assedio, Laterza, Roma-Bari 2003; Vite di scarto, Laterza, Roma-Bari 2005;
Vita liquida, Laterza, Roma-Bari 2006; L'Europa e' un'avventura, Laterza,
Roma-Bari 2006; Lavoro, consumismo e nuove poverta', Citta' aperta, Troina
(Enna) 2007; Homo consumens, Erickson, Trento 2007; Modus vivendi, Laterza,
Roma-Bari 2007; Paura liquida, Laterza, Roma-Bari 2008]

Zygmunt Bauman, sociologo di origini polacche rifugiatosi in Gran Bretagna,
ha raccontato nelle sue opere la solitudine del cittadino globale (come
recita il titolo di un suo notissimo volume) e la "modernita' liquida" dei
nostri tempi. La liquidita', nel lessico di Bauman, e' la mancanza di punti
di riferimento, di progetti unitari e direzioni definite da seguire. Nella
prefazione a un libro curato dall'associazione Antigone di imminente uscita
per le edizioni Carta scrive: "Gli stati cercano oggi urgentemente nuovi
fondamenti per la loro autorita' e la loro richiesta di obbedienza. I
fondamenti esistenti - la promessa, e in buona parte la pratica, dello
'stato sociale' che assicura i cittadini contro la sfortuna sofferta
individualmente, benche' originata socialmente - sono stati progressivamente
indeboliti e rischiano di venir smantellati del tutto. La custodia della
sicurezza personale sembra allora essere un'alternativa attraente".
*
- Susanna Marietti: In Italia viviamo in questo senso una situazione
esemplare. Centrodestra e centrosinistra fanno a gara nel denunciare i
pericoli drammatici delle nostre citta', nonostante gli omicidi siano
nettamente in calo e gli altri reati siano piu' o meno stabili da decenni.
Eppure si distraggono le persone dai problemi di natura sociale,
indirizzando il loro sguardo verso la parte economicamente debole e di
conseguenza non integrata della societa'.
- Zygmunt Bauman: Certo. Per rendere efficace questa nuova legittimazione
dell'autorita' statale, i governi sono tentati di esagerare in ogni modo
l'intensita' delle minacce alla sicurezza. Essi hanno anche un disperato
bisogno di dimostrare la propria fermezza nel combattere queste minacce
stroncando il pericolo sul nascere. Nello sforzo di soddisfare entrambi i
bisogni mantenendo un umore di costante emergenza, la menzogna politica si
dimostra un espediente ideale. E curiosamente i cittadini quando vengono
sottoposti a forti restrizioni delle proprie liberta' personali, come
interminabili controlli agli aeroporti o telecamere disposte ovunque,
tendono a essere grati piuttosto che a sentirsi disturbati. Ricevono la
dimostrazione che lo stato li protegge contro pericoli inimmaginabili in cui
altrimenti si imbatterebbero... In molti acconsentirebbero a rinunciare a
una buona parte delle proprie liberta' personali per la sicurezza cosi'
intesa.
*
- Susanna Marietti: Il ricorso alla menzogna politica, dunque, porta a far
sacrificare di buon grado quote di liberta' personale.
- Zygmunt Bauman: Due minacce incombono oggi sul futuro della democrazia e
dei diritti umani, nonche' sulle speranze di far fronte seriamente alle
sfide della nuova interdipendenza planetaria: i segreti di stato e le
menzogne politiche. Entrambe le cose sono in rapida crescita ed entrambe
sono usate per far spostare la legittimazione dei poteri locali e statali
dalla sicurezza sociale a quella individuale. La menzogna politica, al
contrario dei segreti di stato, e' urlata a gran voce "per il bene dei
cittadini". Ma la sua efficacia nell'assalto alle liberta' personali si basa
sul presupposto che lo stato sa cose che i suoi cittadini non sono in grado
di venire a sapere ed e' meglio che non sappiano. Il ricorso a una menzogna
politica comporta un rischio minimo. Lo stato fabbrica un'informazione che
finge di possedere, benche' di nuovo "per il bene dei cittadini" non possa
rivelarne i contenuti e le fonti. Ogni domanda posta dagli scettici e' cosi'
squalificata in anticipo e costretta a rimanere senza risposta. Visto che
tutte le possibili prove sono ben nascoste nel regno inaccessibile dei
segreti di stato, il bluff non potra' mai venir scoperto. Nel caso in cui
l'inganno venga messo a nudo da successivi eventi che lo stato non puo'
controllare - come nel caso delle armi di distruzione di massa che Saddam
Hussein doveva essere in grado di rovesciare sulle isole britanniche in meno
di un'ora - questi puo' ancora contare sulla deplorevolmente corta memoria
pubblica e sulle ben note fluttuazioni della pubblica attenzione. La
menzogna sara' rapidamente dimenticata, oppure al momento della sua
rivelazione non sara' piu' al centro dell'interesse pubblico. Mentire e'
oggi sicuro come mai prima: se gli allarmi dello stato su un imminente
disastro non trovano conferma, non si sara' mai in grado di decidere se la
minaccia non si sia materializzata grazie alla vigilanza del governo e
all'efficacia delle sue contromisure o perche' si basava su invenzioni.
*
- Susanna Marietti: Nella modernita' liquida i rifiuti umani divengono
sempre piu' numerosi.
- Zygmunt Bauman: Lo "stato sociale", quel coronamento della lunga storia
della democrazia europea che fino a poco fa ha costituito la sua forma
dominante, e' oggi in ritirata. Esso fondava la richiesta di lealta' e
obbedienza da parte dei cittadini sulla promessa di assicurarli contro la
disoccupazione e l'esclusione, contro l'assegnazione alla condizione di
"rifiuto umano", inserendo certezza in quelle vite altrimenti preda delle
sfortune individuali e dell'imprevisto. Se individui sfortunati inciampano e
cadono, ci sara' qualcuno pronto ad aiutarli a rimettersi in piedi. Le
instabili condizioni di occupazione dovute alle leggi del mercato erano
allora, e continuano a essere, la maggiore fonte di insicurezza rispetto
alla condizione sociale e all'autostima personale. Fu in primo luogo contro
questa insicurezza che lo stato sociale prese a proteggere i suoi cittadini.
Questo oggi non e' piu' il caso per molte ragioni, tra cui principalmente la
globalizzazione e la redistribuzione globale dei suoi rifiuti, processi
gemelli che gli unici attori politici effettivi, gli stati-nazione, non
possono arrestare ne' influenzare seriamente. Gli stati attuali non possono
mantenere la promessa dello stato sociale, e i loro politici neanche la
rinnovano. Le politiche di questi ultimi preannunciano invece un'esistenza
ancor piu' precaria e ossessionata dal rischio. Si chiede agli elettori di
essere "piu' flessibili" - cioe' di prepararsi a un'ulteriore futura
insicurezza - e di cercare individualmente le proprie soluzioni ai problemi
socialmente prodotti...
*
- Susanna Marietti: In Italia, l'ultima frontiera dell'emergenza e'
costituita dai rumeni.
- Zygmunt Bauman: A differenza di quanto accade con l'insicurezza,
tangibilissima e quotidianamente esperita, prodotta dai mercati, i quali non
hanno bisogno di alcun aiuto da parte dei poteri politici eccetto essere
lasciati in pace, la mentalita' da "fortezza assediata" e da proprieta'
privata e corpi individuali minacciati deve essere coltivata attivamente. Le
minacce devono essere dipinte con i colori piu' sinistri, cosicche' non
l'avvento dell'apocalisse preannunciata, ma al contrario la non
materializzazione delle minacce possa essere presentata al pubblico
spaventato come un evento straordinario, e soprattutto come il risultato di
abilita', vigilanza, cura e buona volonta' eccezionali degli organi statali.
E' cio' che viene fatto, e con risultati spettacolari. Quasi ogni giorno,
almeno una volta alla settimana, Cia e Fbi mettono in guardia gli americani
dagli imminenti attentati alla loro sicurezza, mentre il presidente
americano continua a ricordare ai suoi elettori che "basterebbe una fiala,
una bomboletta, una bottiglia introdotta in questo paese a portarci un
orrore mai conosciuto prima". Questa strategia e' copiata con impegno, anche
se finora con ardore un po' ridotto per mancanza di fondi (ma non di
volonta'), da altri governi che sovrintendono alla sepoltura dello stato
sociale.

4. LETTURE. AA. VV.: LA PRIVATIZZAZIONE DELLA VITA
AA. VV., La privatizzazione della vita. Brevetti, monopoli, multinazionali.
Le alternative alla mercificazione del mondo, Edizioni Punto Rosso, Milano
2005, pp. 252, euro 13. Con una prefazione di Giorgio Riolo e contributi di
Giancarlo Zinoni, Roberto Imperiali, Vandana Shiva, Riccardo Petrella,
Vittorio Agnoletto, Giorgio Cremaschi, Gianni Tamino, Roberto Stefani,
Andrea Fumagalli, Nicola Nicolosi, Benedetto Vecchi, Arturo Di Corinto,
Andrea Pieralli. Alcuni testi sono interventi convegnistici piuttosto
frettolosi, ma alcuni altri materiali sono di notevole interesse. Per
richieste: Edizioni Punto Rosso, e-mail: edizioni at puntorosso.it, sito
www.puntorosso.it

5. LETTURE. PLATH. VITA, POETICA, OPERE SCELTE
Plath. Vita, poetica, opere scelte, Il sole 24 ore, Milano 2008, pp. 640,
euro 12,90 (in supplemento al quotidiano "Il sole 24 ore"). Introdotto (con
un ampio saggio biografico) e curato da Giuseppe Terrano, il volume
presenta - con testo a fronte - un'ampia selezione delle poesie di Sylvia
Plath (utilizzando l'edizione mondadoriana delle Opere curata da Anna
Ravano). Diceva Ciancicone iersera all'osteria de' funari: Nei momenti di
malumore - cioe' quasi sempre - mi pare che Sylvia Plath sia stata e sia
tuttora assai sopravvalutata; che il pregio in cui e' tenuta la sua opera
letteraria si appoggi su circostanze esterne ed estrinseche, ed in se' sia
poca cosa (un po' come la pittura di Frida Kahlo, che non sai mai dire dove
finisca il registro e il diario, e dove cominci l'illuminazione). Ma nei
momenti di grazia - o di furia, o di affanno nell'abisso - la poesia di
Sylvia Plath mi toglie il respiro. E sempre mi sono chiesto perche'. Non ha
la perfezione formale di Omar Khayyam o di Matsuo Basho. Non ha la potenza
ermeneutica di Leopardi. Non ha l'oceanica vastita' di Omero o di Emily
Dickinson. Eppure mi toglie il respiro. Forse perche' avverto che attraverso
questa luminosa porticina irrompe un messaggero, quel messaggero kafkiano e
benjaminiano, e di colpo fa giustizia di tanto dolore, di tanto orrore.
Ovvero semplicemente perche' questa voce di donna mi dice una verita'
insostenibile. Cosi' diceva Ciancicone, e io non saprei dir meglio.

6. RIEDIZIONI. IRENE FOSI: LA GIUSTIZIA DEL PAPA
Irene Fosi, La giustizia del papa. Sudditi e tribunali nello stato
pontificio in eta' moderna, Laterza, Roma-Bari 2007, "Il giornale", Milano
s.d. ma 2008, pp. X + 234, euro 6,90 (in supplemento al quotidiano "Il
giornale"). Amministrazione della giustizia e controllo sociale lungo tutta
l'eta' moderna nei territori dello stato pontificio: tra localismi e
centralizzazione, apparati e tradizioni in conflitto, ideologie e prassi in
incessante attrito e mescidazione, tra contraddizione e condizionamento,
adeguamento e ricerca, mediazione istituzionale e sistemazione giuridica,
mondi vitali quotidiani e fondazione teologica della gestione della societa'
e dell'organizzazione giurisdizionale. Un saggio storico ricco di aperture e
di grande interesse sia sul piano descrittivo che interpretativo fondato su
un vasto e accurato lavoro di ricerca archivistica.

7. RIEDIZIONI. SERGIO MORAVIA: LA SCIENZA DELL'UOMO NEL SETTECENTO
Sergio Moravia, La scienza dell'uomo nel Settecento, Laterza, Roma-Bari
1970, 1978, "Il giornale", Milano s.d. ma 2008, pp. VI + 470, euro 6,90 (in
supplemento al quotidiano "Il giornale"). Nato come presentazione del lavoro
degli autori riuniti nella Societe' des observateurs de l'homme a cavallo
tra XVIII e XIX secolo - e ne resta traccia nei tre lavori di Jauffret,
Degerando e Volney restati in appendice anche nella seconda edizione qui
ripresa - questo libro non e', spiega Moravia, una complessiva storia ne' un
ampio panorama dell'antropologia settecentesca (e per questo c'e' ad esempio
il lavoro di Michele Duchet che lo stesso Moravia tradusse per Laterza in
quel torno di tempo; e - su una piu' lunga durata - ora anche almeno i
lavori di Todorov), ma proprio muovendo dai definiti limiti della sua
ricerca l'autore svolge una ricognizione, un'analisi, un'interpretazione,
un'interrogazione acute e profonde e preziose. E' un libro che abbiamo assai
apprezzato quando lo leggemmo molti anni fa, e lo apprezzera' anche chi
vorra' leggerlo oggi.

8. RIEDIZIONI. BLAISE PASCAL: PENSIERI. LE PROVINCIALI
Blaise Pascal, Pensieri. Le provinciali, Einaudi, Torino 2004, Mondadori
Milano 2008, pp. VI + 952, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici
Mondadori). I Pensieri nella traduzione della recente preziosa edizione
einaudiana a cura e con l'ampia introduzione di Carlo Carena, e le
Provinciali nella traduzione della classica edizione einaudiana a cura - e
con l'introduzione - di Giulio Preti del '72. Basterebbe aver letto questi
due libri per saper tutto del cuore degli uomini e del mondo.

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

10. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it,
sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 489 del 17 giugno 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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