Minime. 425



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 425 del 14 aprile 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Vandana Shiva: Mercificazione e terrore
2. Simone Weil: L'essenza della fede
3. Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza
4. Il 19 aprile a Bologna
5. A Rimini il 20 aprile
6. Cristina Carpinelli: La voce nera e ribelle di bell hooks
7. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento
8. Sara Sesti presenta "Desiderio e tecnologia. Il problema dell'identita'
nell'era di Internet" di Allucquere Rosanne Stone
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'

1. MAESTRE. VANDANA SHIVA: MERCIFICAZIONE E TERRORE
[Da Vandana Shiva, Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano 2006, p.
204.
Vandana Shiva, scienziata e filosofa indiana, direttrice di importanti
istituti di ricerca e docente nelle istituzioni universitarie delle Nazioni
Unite, impegnata non solo come studiosa ma anche come militante nella difesa
dell'ambiente e delle culture native, e' oggi tra i principali punti di
riferimento dei movimenti ecologisti, femministi, di liberazione dei popoli,
di opposizione a modelli di sviluppo oppressivi e distruttivi, e di denuncia
di operazioni e programmi scientifico-industriali dagli esiti
pericolosissimi. Tra le opere di Vandana Shiva: Sopravvivere allo sviluppo,
Isedi, Torino 1990; Monocolture della mente, Bollati Boringhieri, Torino
1995; Biopirateria, Cuen, Napoli 1999, 2001; Vacche sacre e mucche pazze,
DeriveApprodi, Roma 2001; Terra madre, Utet, Torino 2002 (edizione riveduta
di Sopravvivere allo sviluppo); Il mondo sotto brevetto, Feltrinelli, Milano
2002. Le guerre dell'acqua, Feltrinelli, Milano 2003; Le nuove guerre della
globalizzazione, Utet, Torino 2005; Il bene comune della Terra, Feltrinelli,
Milano 2006; India spezzata, Il Saggiatore, Milano 2008]

La mercificazione della vita - imposta da un'economia che al tempo stesso
genera poverta' - e la strategia del terrore - frutto di una politica che fa
leva sulle insicurezze e sulle divisioni - sono strategie di potere
complementari.

2. MAESTRE. SIMONE WEIL: L'ESSENZA DELLA FEDE
[Da Simone Weil, Quaderni, Adelphi, Milano 1993, vol. IV, p. 179.
Simone Weil, nata a Parigi nel 1909, allieva di Alain, fu professoressa,
militante sindacale e politica della sinistra classista e libertaria,
operaia di fabbrica, miliziana nella guerra di Spagna contro i fascisti,
lavoratrice agricola, poi esule in America, infine a Londra impegnata a
lavorare per la Resistenza. Minata da una vita di generosita', abnegazione,
sofferenze, muore in Inghilterra nel 1943. Una descrizione meramente esterna
come quella che precede non rende pero' conto della vita interiore della
Weil (ed in particolare della svolta, o intensificazione, o meglio ancora:
radicalizzazione ulteriore, seguita alle prime esperienze mistiche del
1938). Ha scritto di lei Susan Sontag: "Nessuno che ami la vita vorrebbe
imitare la sua dedizione al martirio, o se l'augurerebbe per i propri figli
o per qualunque altra persona cara. Tuttavia se amiamo la serieta' come
vita, Simone Weil ci commuove, ci da' nutrimento". Opere di Simone Weil:
tutti i volumi di Simone Weil in realta' consistono di raccolte di scritti
pubblicate postume, in vita Simone Weil aveva pubblicato poco e su periodici
(e sotto pseudonimo nella fase finale della sua permanenza in Francia stanti
le persecuzioni antiebraiche). Tra le raccolte piu' importanti in edizione
italiana segnaliamo: L'ombra e la grazia (Comunita', poi Rusconi), La
condizione operaia (Comunita', poi Mondadori), La prima radice (Comunita',
SE, Leonardo), Attesa di Dio (Rusconi), La Grecia e le intuizioni
precristiane (Rusconi), Riflessioni sulle cause della liberta' e
dell'oppressione sociale (Adelphi), Sulla Germania totalitaria (Adelphi),
Lettera a un religioso (Adelphi); Sulla guerra (Pratiche). Sono fondamentali
i quattro volumi dei Quaderni, nell'edizione Adelphi curata da Giancarlo
Gaeta. Opere su Simone Weil: fondamentale e' la grande biografia di Simone
Petrement, La vita di Simone Weil, Adelphi, Milano 1994. Tra gli studi cfr.
AA. VV., Simone Weil, la passione della verita', Morcelliana, Brescia 1985;
Gabriella Fiori, Simone Weil, Garzanti, Milano 1990; Giancarlo Gaeta, Simone
Weil, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole 1992; Jean-Marie
Muller, Simone Weil. L'esigenza della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele,
Torino 1994; Angela Putino, Simone Weil e la Passione di Dio, Edb, Bologna
1997; Eadem, Simone Weil. Un'intima estraneita', Citta' Aperta, Troina
(Enna) 2006; Maurizio Zani, Invito al pensiero di Simone Weil, Mursia,
Milano 1994]

Essenza della fede: e' impossibile desiderare veramente il bene e non
ottenerlo.

3. DOCUMENTI. UNA RETE DI DONNE E UOMINI PER L'ECOLOGIA, IL FEMMINISMO E LA
NONVIOLENZA
[Riproponiamo ancora una volta il documento conclusivo dell'assemblea di
Bologna del 2 marzo 2008, che e' al contempo il documento di convocazione
dell'assemblea di Bologna del prossimo 19 aprile (per contatti coi
promotori: Michele Boato: micheleboato at tin.it, Maria G. Di Rienzo:
sheela59 at libero.it, Mao Valpiana: mao at nonviolenti.org).
Michele Boato e' nato nel 1947, docente di economia, impegnato contro la
nocivita' dell'industria chimica dalla fine degli anni '60, e' impegnato da
sempre nei movimenti pacifisti, ecologisti, nonviolenti. Animatore di
numerose esperienze didattiche e di impegno civile, direttore della storica
rivista "Smog e dintorni", impegnato nell'Ecoistituto del Veneto "Alexander
Langer", animatore del bellissimo periodico "Gaia" e del foglio locale "Tera
e Aqua". Ha promosso la prima Universita' Verde in Italia. Parlamentare nel
1987 (e dimessosi per rotazione un anno dopo), ha promosso e fatto votare
importanti leggi contro l'inquinamento. Con significative campagne
nonviolente ottiene la pedonalizzazione del centro storico di Mestre,
contrasta i fanghi industriali di Marghera. E' impegnato nella campagna
"Meno rifiuti". E' stato anche presidente della FederConsumatori. Gia'
apprezzato assessore regionale del Veneto. Con Mao Valpiana e Maria G. Di
Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne
e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita
l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di
donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". E' una delle
figure piu' significative dell'impegno ecopacifista e nonviolento, che ha
saputo unire ampiezza di analisi e concretezza di risultati, ed un costante
atteggiamento di attenzione alle persone rispettandone e valorizzandone
dignita' e sensibilita'. Per le elezioni politiche dell'aprile 2008 e'
capolista della lista "Per il bene comune" in Veneto e prestigioso candidato
di sostegno in altre regioni. Tra le opere di Michele Boato: ha curato
diverse pubblicazioni soprattutto in forma di strumenti di lavoro; cfr. ad
esempio: Conserva la carta, puoi salvare un albero (con Mario Breda);
Ecologia a scuola; Dopo Chernobyl (con Angelo Fodde); Adriatico, una
catastrofe annunciata; tutti nei "libri verdi", Mestre; nella collana "tam
tam libri" ha curato: Invece della tv rinverdire la scuola (con Marco
Scacchetti); Erre magica: riparare riusare riciclare (con Angelo Favalli);
In laguna (con Marina Stevenato); Verdi tra governo e opposizione (con
Giovanna Ricoveri). Un'ampia intervista a Michele Boato curata da Diana
Napoli e' apparsa nei nn. 157-158 di "Voci e volti della nonviolenza".
Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio;
prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice,
regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche
storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica
dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle
donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei
diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Con Michele Boato e Mao
Valpiana ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come
donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?"  da cui e' scaturita
l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di
donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Tra le opere
di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti,
Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza
velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli
2005. Un piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e'
in "Notizie minime della nonviolenza" n. 81.
Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della
nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive ed opera come
assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel
Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come
metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' membro del comitato di
coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa
della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione
Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al
servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla
campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione
della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario
nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione
diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per
"blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio
direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio
della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione
di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato
di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per
la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il
digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana
rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo
ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e
uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita
l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di
donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo
profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su
nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in
cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre
2007]

Dall'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 nasce una rete di donne e uomini
per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza.
*
Ci siamo incontrati in molti, da tutta Italia, per dare assieme una risposta
all'abisso che divide il Palazzo dalla popolazione, per uscire dalla
subalternita' e dal fatalismo del "non si puo' fare nulla" contro le
continue guerre, le devastazioni ambientali, il maschilismo e i
fondamentalismi che negano la dignita' di tutti gli esseri umani, le mafie e
il razzismo, le sopraffazioni e le ingiustizie.
Ci siamo detti che, sulle questioni piu' importanti, come la partecipazione
anticostituzionale dell'Italia alla guerra in Afghanistan, lo scandalo della
Tav, del Mose, dei rigassificatori e degli inceneritori, dell'incremento
dissennato del trasporto aereo e delle autostrade, la provocazione della
nuova base militare Usa a Vicenza e delle testate nucleari a Ghedi ed
Aviano, il razzismo, l'informazione negata, la corruzione e le complicita'
con i poteri criminali, i governi di destra e di centrosinistra non hanno
mostrato grandi differenze.
*
Percio' noi, che facciamo parte dell'arcipelago di comitati, associazioni,
movimenti e  persone che non si sono stancate di lottare contro le
ingiustizie, le guerre e le violenze (anche contro gli amici animali), il
razzismo e le mafie, il maschilismo e la devastazione delle relazioni umane
e della biosfera,  e ci sforziamo di realizzare una societa' e una vita piu'
amichevole e piu' sana, fuori dall'ossessione consumistica e dall'invasione
dei rifiuti, in armonia con la natura e nella difesa dei beni comuni, come
nostra sorella acqua, abbiamo deciso di riprendere il cammino iniziato con
la nonviolenza di Aldo Capitini e Maria Montessori, il socialismo libertario
di Rosa Luxemburg e Lelio Basso, l'anti-autoritarismo del '68, il femminismo
che dagli anni '70 illumina le nostre vite, l'ecologismo di Laura Conti e
Alex Langer e del primo arcipelago verde.
*
Per costruire, con un metodo basato su comunicazione, concretezza,
inclusione, democrazia dal basso e rispetto reciproco:
- una rete che colleghi e rafforzi le moltissime esperienze locali, e,
partendo da esse, prepari anche una presenza diretta del movimento nella
politica anche istituzionale, attraverso la costruzione di liste
pulitissime, fatte da uomini e donne coraggiose, disinteressate, nonviolente
e competenti;
- un programma che, uscendo dal "pensiero unico" di sviluppo e crescita, si
basi su:
1. decrescita e ricerca del benessere nella sobrieta';
2. energia solare, risparmio e bioarchitettura per diventare indipendenti
dai combustibili fossili, dal ricatto nucleare e dalle emissioni di gas
serra e di polveri cancerogene;
3. difesa della democrazia e suo ampliamento verso i referendum locali e il
potere dal basso;
4. smilitarizzazione del territorio, con riduzione delle spese militari,
abbandono di armamenti offensivi e basi Usa - nucleari e non -, creazione di
un corpo civile di pace europeo;
5. societa' accogliente, solidale e aperta alle diversita', nel rispetto
delle regole di convivenza e solidarieta', con un forte impegno per i
diritti delle donne e contro la violenza su di esse; con un particolare
impegno all'educazione al genere ed al rispetto tra i generi; un impegno
alla lotta contro la violenza di genere e all'analisi di genere di ogni
progetto; apertura alle varie culture, ma ne' tradizioni ne' ideologie
possono essere usate per negare alle donne i loro diritti umani.
*
Con regole di comportamento comuni che:
1. impediscano la politica come professione e come strumento di
arricchimento;
2. instaurino un confronto diretto sistematico tra elettori ed eletti;
3. pratichino il principio del 50% di presenza femminile in ogni sede
istituzionale;
4. applichino la scelta della nonviolenza anche nel linguaggio.
*
Constatando che la precipitazione della crisi di governo impedisce
materialmente la presentazione di queste liste alle prossime elezioni (con
la conseguenza di diverse scelte, dal voto per il "meno peggio" di quello
che i partiti di centro e di sinistra propongono, alla disponibilita' di
candidarsi nella lista civica "Per il bene comune", fino all'astensionismo
attivo) l'assemblea ha deciso di mettere le basi per la rete utilizzando
anche a questo scopo il quotidiano telematico "La nonviolenza e' in
cammino"; aprendo la lista di discussione "Donne e uomini per l'ecologia, il
femminismo e la nonviolenza" con l'aiuto tecnico della rete di Lilliput;
riconvocandosi subito dopo le elezioni, sabato 19 aprile dalle ore 10 alle
17, ancora a Bologna, nella stessa sala sindacale della stazione
ferroviaria, per decidere un programma, iniziative e ulteriori strumenti di
lavoro comuni.
*
Per informazioni, adesioni, contatti: Michele Boato: micheleboato at tin.it,
Maria G. Di Rienzo: sheela59 at libero.it, Mao Valpiana: mao at nonviolenti.org

4. INCONTRI. IL 19 APRILE A BOLOGNA

Sabato 19 aprile, dalle ore 10 alle 17, a Bologna, nella sala sindacale
della stazione ferroviaria, si terra' l'assemblea "per una rete di donne e
uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza" promossa dai
partecipanti al precedente incontro del 2 marzo realizzato a seguito
dell'appello diffuso lo scorso febbraio da Michele Boato, Maria G. Di Rienzo
e Mao Valpiana.
Per informazioni e contatti coi promotori dell'iniziativa: Michele Boato:
micheleboato at tin.it, Maria G. Di Rienzo: sheela59 at libero.it, Mao Valpiana:
mao at nonviolenti.org

5. INCONTRI. A RIMINI IL 20 APRILE
[Dal Movimento Nonviolento (per contatti: tel. 0458009803, fax 0458009212,
e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e
diffondiamo]

Rimini, domenica 20 aprile 2008, seminario del Movimento Nonviolento su
"Informazione e nonviolenza".
Il Convivio dei oopoli ha affidato ad "Azione nonviolenta" la realizzazione
di un importante seminario sul tema cruciale "Informazione e nonviolenza"
per affrontare i seguenti aspetti:
- Come influire sui mass-media per un'informazione diversa e corretta sui
temi pace/guerra?
- Quale rapporto tra riviste cartacee e informazione web (blog, mailing
lists, giornali web, ecc.)?
- Quale futuro per le riviste "storiche" come la nostra?
- La legge sull'editoria finanzia gli organi di informazione dei partiti, ma
non tutela la stampa di movimento: come modificare una legge cosi' ingiusta?
Saranno presenti giornalisti esperti del settore per aiutarci nella
riflessione: Beppe Lopez (autore de La casta dei giornali), Roberto Natale
(presidente della Federazione nazionale della stampa italiana), Beppe Muraro
(giornalista Rai).
Il seminario si terra' a Rimini, domenica 20 aprile, dalle ore 10,30 alle
17,30, presso la "Sala degli Archi" che si trova sotto il porticato del
Palazzo Comunale in piazza Cavour.
La piazza si raggiunge a piedi dalla stazione in circa 10 minuti. Per chi
arriva in macchina, si puo parcheggiare nella adiacente piazza Malatesta.
*
Per ulteriori informazioni: rivista mensile "Azione nonviolenta", via Spagna
8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax 0458009212, e-mail:
an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

6. PROFILI. CRISTINA CARPINELLI: LA VOCE NERA E RIBELLE DI BELL HOOKS
[Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org) riprendiamo il seguente articolo
dal titolo "bell hooks. La voce nera e ribelle del Kentucky" e il sommario
"Una donna non puo' essere femminista soltanto perche' e' donna. E' una
femminista perche' comincia ad allontanarsi da modi sessisti di pensare e
perche' compie una rivoluzione nella propria coscienza".
Cristina Carpinelli e' ricercatrice e saggista.
bell hooks (le iniziali minuscole sono una sua scelta), e' una delle
principali pensatrici femministe e antirazziste americane. Dal sito della
casa editrice Feltrinelli riprendiamo la seguente scheda: "bell come la
madre, Rosa Bell Watkins, hooks come la nonna materna, Bell Blair Hooks.
Minuscole, in entrambi i casi, le iniziali. Lo pseudonimo militante con cui
Gloria Jean Watkins sostituisce il proprio nome anagrafico ha la funzione di
confermare il valore politico di questo atto, ancorando il nuovo io a un
continuum femminile di discendenza che attraverso il rifiuto del sistema dei
nomi sfida l'asse maschile di attribuzione di individualita' e continuita'.
Distinguished Professor di inglese presso il City College di New York e
autrice di numerosi saggi di teoria e critica culturale, bell hooks e' una
delle figure di punta del femminismo e del pensiero radicale statunitensi".
Da "La nonviolenza e' in cammino" n. 1330 riportiamo anche la seguente
scheda di Vittoria Giannuzzi: "bell hooks e', senza dubbio, una delle figure
di punta del femminismo e del pensiero radicale  statunitensi. Nata nel 1952
in una famiglia appartenente al proletariato povero afroamericano, costrui'
una propria coscienza critica sin dall'adolescenza, tanto che pubblico' il
suo primo libro a soli diciannove anni. In esso, Ain't I a woman: Black
Women and Feminism, la hooks combina il suo amore per l'inglese e la sua
rabbia per quello che chiama white supremist capitalist patriarchy che,
secondo la scrittrice, struttura, negativamente, la societa' americana.
Tutto il suo lavoro, in generale, copre un'ampia gamma di argomenti, tra cui
il concetto di genere, la razza, il valore dell'insegnamento e l'importanza
dei media per la cultura contemporanea. bell hooks crede fermamente che
questi non siano argomenti separati, ma che vadano analizzati in quanto
strettamente interconnessi. Innegabile e', pero', che bell hooks sia
popolare soprattutto in quanto impegnata come femminista, benche' anche in
questo caso lei ribadisca che l'attuale situazione delle donne nere nella
societa' sia un tema strettamente connesso con i concetti di genere e di
razza. Distaccandosi dalla battaglia femminista tradizionale (che nasce
dall'unione di donne bianche, di buona classe sociale, eterosessuali e
acculturate), la hooks si colloca in una posizione nettamente opposta e, in
Scrivere al buio (1998) dichiara: "La loro posizione... era radicalmente
diversa dalla mia: per loro il problema centrale era l'esclusione delle
donne dalla forza lavoro. Tornavo a casa dicendomi che non riuscivo neppure
a capire di cosa stessero parlando: tutte le donne [nere] che in vita mia
avevo conosciuto avevano sempre lavorato". Partendo da questa posizione, la
hooks s'impegna ad analizzare l'importanza delle donne nere nella battaglia
per la liberta' degli afroamericani, sostenendo come, storicamente, le donne
abbiano resistito al dominio suprematista bianco impegnandosi nella
costruzione di un "focolare domestico", difendendo i loro figli e i loro
uomini dalla disperazione, consentendo cosi' a molti di loro di essere in
grado di combattere per la liberta'. Il suo impegno in questo campo e'
evidente nel deliberato uso di uno pseudonimo: bell come la madre, hooks
come la nonna materna. Minuscole, in entrambi i casi, le iniziali. Lo
pseudonimo militante con cui Gloria Jean Watkins (questo il vero nome)
sostituisce il proprio nome anagrafico ha la funzione di rigettare
quell'identita' che vi era legata e che la scrittrice non considerava
completamente sua, e di ancorare il nuovo io ad un continuum femminile che,
attraverso il rifiuto del sistema dei nomi, sfida il potere (maschile) di
attribuzione di individualita' e continuita'. L'uso delle minuscole e dello
pseudonimo sono delle maniere attraverso cui la scrittrice vuol focalizzare
l'attenzione del lettore non sull'autore, ma sul contenuto del suo lavoro.
Le idee, in sostanza, vengono sempre prima del nome e dell'identita'
dell'autore". Opere di bell hooks: Scrivere al buio. Maria Nadotti
intervista bell hooks, La Tartaruga, Milano 1998; Elogio del margine. Razza,
sesso e mercato culturale, Feltrinelli, Milano 1998; Tutto sull'amore. Nuove
visioni, Feltrinelli, Milano 2000, 2003]

Gloria Jean Watkins (pseudonimo: bell hooks) e' una femminista e
un'attivista sociale. Brillante autrice di letteratura, saggi, critica
cinematografica e di costume, e' una delle tanti voci ribelli tra gli
intellettuali di colore. Il movimento nero, quello femminista e la sinistra
marxista sono stati l'humus della sua maturazione umana e politica e, in
ognuno di essi, lei ha sviluppato una sua sensibilita' sul tema
dell'oppressione, che costituisce il leitmotiv dei suoi tanti lavori. Ha
scritto molto sul patriarcato, interpretandolo dal suo particolare punto di
vista di donna nera afroamericana.
La hooks parte dall'assunto che le lotte che si combattono contro il
capitalismo non producono la fine del patriarcato. Non si distrugge il
patriarcato senza mettere in discussione e sfidare il capitalismo ma,
afferma, la sola lotta al capitalismo non significa un mondo migliore per le
donne. Certo, l'oppressione di genere dovrebbe incoraggiare queste ultime ad
occuparsi di capitalismo. Le giovani di colore dovrebbero, ad esempio,
conoscere grandi uomini come Walter Rodney, Kwame Nkrumah e Amilcar Cabral,
che sono stati i maestri di bell hooks.
Tuttavia, la prima oppressione che la hooks sperimenta sulla propria pelle
e' quella del "sessismo del mondo nero segregato" degli anni Sessanta: "In
quanto ragazza cresciuta in una famiglia patriarcale, operaia, nera e del
Sud, e' sempre stata chiara per me la convergenza dei temi della classe e
del genere. Ero profondamente consapevole della mia classe, e lo ero dei
limiti che mi provenivano dal mio genere. Oggi non lavorerei per la liberta'
con tanta passione, se non avessi cominciato ad oppormi a quella nozione
sessuata di educazione che lascia intendere che la politica sia il regno dei
maschi, cosi' come il pensiero politico sulla lotta antirazzista e
anticolonialista".
La hooks crede al tipo di educazione che stimola alla coscienza critica, che
non guarda alle questioni separatamente ma cerca di farle convergere in modo
da "assumere un atteggiamento che ci permetta di autodeterminarci in quanto
popolo, che combatte rivoluzionariamente su tutti i fronti". In tutti i suoi
scritti, ella parte sempre da un'analisi di classe: "I neri vivono nel
ghetto perche' sono innanzitutto poveri". Incoraggiarli ad arricchirsi
individualmente, come unica via di salvezza, significa sollevare una falsa
coscienza nella loro vita, poiche' per essi la speranza di redenzione sta
nella richiesta di redistribuzione della ricchezza e delle risorse. Con la
stessa fermezza, ella si ribella contro il femminismo bianco borghese: "Alle
mie prime lezioni di studi di genere, mi alzai e dissi: 'Le donne di colore
hanno sempre lavorato'. Era una sfida all'aspetto classista della struttura
del femminismo". Quando classe, razza e sesso s'intrecciano, non esiste una
condizione femminile, ma condizioni e destini di donne molto differenti tra
i diversi paesi del mondo e all'interno di uno stesso paese. E' impossibile,
quindi, aggrapparsi ad un'identita' di gruppo precostituita, nonostante la
disseminazione trasversale di molte questioni di genere e l'assimilazione di
categorie marxiste per l'analisi di classe: "Mi definisco socialista, ma
senza alcuna enfasi, perche' non ho mai voluto identificarmi con un
movimento politico che non ha saputo affrontare ne' la questione di genere
ne' quella della razza".
bell hooks va oltre. Nel suo libro Uccidere l'odio: mettere fine al
razzismo, ella sostiene che "... esiste una sovrapposizione incredibile tra
i valori di un Louis Farrakhan, leader della Nation of Islam, noto per la
sua accesa retorica antisemita e anti-bianca, e i valori della destra
cristiana bianca". Cio' che li accomuna sono la difesa del capitalismo e del
patriarcato, e un ossessivo comportamento omofobico. Purtroppo, oggi, ci
sono giovani neri che sono attratti da fantasie evasive centrate sul
nazionalismo e la famiglia patriarcale. E poiche' la retorica nazionalista
e' totalmente omofobica, costoro dimostrano di essere piu' reazionari di
molti bianchi liberali e di sinistra che non sono interessati al
nazionalismo. Nazionalismo in senso stretto, forme ristrette di
afrocentrismo, nostalgie di un'Africa antica fatta di re e regine sono
utopistici sogni di liberazione. Non che non sia utile sapere dell'Africa
antica per combattere gli squilibri della cultura occidentale. Ma l'approdo
al nazionalismo, che e' una visione del mondo non progressista, mina la
lotta rivoluzionaria nera. I giovani neri americani hanno un'idea di nazione
come luogo di riscatto. Dovrebbero, invece, rendere attuali gli insegnamenti
di Malcolm X e Martin Luther King, e apprendere la storia della schiavitu'
nera non solo attraverso la narrazione spuria, contaminata e colonizzata...
La posizione politica di bell hooks prende avvio dalla nozione di
autodeterminazione nera. Ma allo scopo di impegnarsi in una lotta
rivoluzionaria per l'autodeterminazione collettiva dei neri, ella deve farsi
femminista: "... Devo farmi femminista perche' cio' diventa il veicolo
attraverso cui mi proietto come donna al centro della battaglia, ma la lotta
non comincia col femminismo. Comincia con la comprensione della dominazione
e con la ribellione a tutte le sue forme". Intense sono le pagine di Elogio
del margine dove la hooks, parlando dell'uso della sessualita' nella
dominazione razzista, fa emergere il reciproco sostegno tra patriarcato
suprematista bianco e sessismo contro le donne bianche e nere esercitato dai
maschi di entrambe le razze ("la resistenza nera ha quasi sempre
identificato oppressione con castrazione e liberta' con virilita'. Tuttavia,
accettare tali metafore sessuali ha creato un vincolo tra i maschi neri
oppressi e i loro oppressori bianchi. I due gruppi condividono la credenza
patriarcale che la lotta rivoluzionaria abbia come oggetto l'erezione
fallica, la capacita' maschile di stabilire un dominio politico equivalente
al dominio sessuale").
La sua coscienza politica radicale la spinge a sottolineare la necessita'
che gli afroamericani assumano come avversario il linguaggio politico del
colonialismo ("Abbiamo un grande debito verso persone come C. L. R. James e
i grandi pensatori della diaspora nera che ci hanno incoraggiato ad
inquadrare le nostre questioni in un contesto politico piu' ampio che
considera l'imperialismo e il colonialismo, cosi' come il nostro ruolo di
africani nella diaspora in maniera che la classe diventi un fattore
centrale") e che siano insegnanti femministi in grado di educare alla
coscienza critica, poiche' "razzismo e sessismo sono sistemi interconnessi
di dominio che si rafforzano e si sostengono a vicenda".
In Teoria del femminismo, dai margini al centro, la hooks scrive: "Se
pensiamo al femminismo come ad un movimento per mettere fine al sessismo e
all'oppressione sessuale, non c'e' niente in esso che riguardi l'uomo.
Tuttavia, per me, una donna non puo' essere femminista soltanto perche' e'
donna. E' una femminista perche' comincia ad allontanarsi da modi sessisti
di pensare e perche' compie una rivoluzione nella propria coscienza. La
stessa cosa dovrebbe valere per il compagno di lotta maschio". Certo,
puntualizza la hooks, come nel caso del razzismo, le donne hanno un
interesse superiore rispetto agli uomini nello sviluppare una coscienza
femminista, ma questa e' l'unica ragione per cui hanno maggiore diritto di
essere femministe. Il femminismo non e', comunque, la lotta contro gli
uomini. Questo, afferma la hooks, e' l'aspetto politicamente meno evoluto
del femminismo, poiche' quello rivoluzionario combatte il patriarcato in
quanto costituisce una seria minaccia di vita anche per l'uomo: "Quando
consideriamo gli uomini che si uccidono l'un l'altro - che credono che il
loro pene sia una pistola e una pistola un pene - questi uomini hanno
bisogno di maturare una forte critica della loro mascolinita' patriarcale
per salvarsi".
Certo, si stanno verificando dei cambiamenti tra i maschi neri americani.
Ma, ad esempio, gli uomini neri gay, che sono all'avanguardia della critica
al sessismo (il pensiero della hooks va a Essex Hemphill, Joseph Bean e
Marlon Riggs), non sono ancora considerati dei leader dalle comunita' nere:
"Quando un Marlon Riggs produce un film come Tongues Untied, dove si parla
del ruolo del silenzio nella costruzione della mascolinita' nera ('il
silenzio e' la mia arma, il silenzio e' il mio scudo'), non si rivolge
soltanto ai gay che usano il silenzio. Quando consideriamo gli uomini neri,
in generale, nelle loro relazioni intime e personali, constatiamo la loro
incapacita' di comunicare i sentimenti e le emozioni verso le persone cui
tengono. (...) Non riesco a trovare niente che un nero eterosessuale abbia
fatto per cercare di rappresentare il bisogno per gli uomini di colore di
rompere il muro del silenzio, e di parlare di quell'insieme di questioni che
riguardano le loro vite profondamente come fa Marlon in Tongues Untied.
(...) Tuttavia, i neri americani giudicano questo film gay, e si fermano
qui. E' una tragedia, perche' gli omosessuali hanno tanto da dire".
Per saperne di piu' su bell hooks consiglio di visitare il sito
www.allaboutbell.com

7. PROPOSTE. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
[Dal sito www.nonviolenti.org riprendiamo e diffondiamo]

Anche con la prossima dichiarazione dei redditi sara' possibile
sottoscrivere un versamento al Movimento Nonviolento (associazione di
promozione sociale).
Non si tratta di versare soldi in piu', ma solo di utilizzare diversamente
soldi gia' destinati allo Stato.
Destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e'
facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il
numero di codice fiscale dell'associazione.
Il codice fiscale del Movimento Nonviolento da trascrivere e': 93100500235.
Sono moltissime le associazioni cui e' possibile destinare il 5 mille. Per
molti di questi soggetti qualche centinaio di euro in piu' o in meno non
fara' nessuna differenza, mentre per il Movimento Nonviolento ogni piccola
quota sara' determinante perche' ci basiamo esclusivamente sul volontariato,
la gratuita', le donazioni.
I contributi raccolti verranno utilizzati a sostegno della attivita' del
Movimento Nonviolento ed in particolare per rendere operativa la "Casa per
la pace" di Ghilarza (Sardegna), un immobile di cui abbiamo accettato la
generosa donazione per farlo diventare un centro di iniziative per la
promozione della cultura della nonviolenza (seminari, convegni, campi
estivi, eccetera).
Vi proponiamo di sostenere il Movimento Nonviolento che da oltre
quarant'anni con coerenza lavora per la crescita e la diffusione della
nonviolenza.
Grazie.
Il Movimento Nonviolento
*
P. S.: se non fai la dichiarazione in proprio, ma ti avvali del
commercialista o di un Caf, consegna il numero di codice fiscale e di'
chiaramente che vuoi destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento.
Nel 2007 le opzioni a favore del Movimento Nonviolento sono state 261
(corrispondenti a circa 8.500 euro, non ancora versati dall'Agenzia delle
Entrate) con un piccolo incremento rispetto all'anno precedente. Un grazie a
tutti quelli che hanno fatto questa scelta, e che la confermeranno.
*
Per ulteriori informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito:
www.nonviolenti.org

8. LIBRI. SARA SESTI PRESENTA "DESIDERIO E TECNOLOGIA. IL PROBLEMA
DELL'IDENTITA' NELL'ERA DI INTERNET" DI ALLUCQUERE ROSANNE STONE
[Dal sito della Libera universita' delle donne di Milano
(www.universitadelledonne.it) riprendiamo la seguente recensione.
Sara Sesti, insegnante di matematica, fa parte dell'associazione Donne e
scienza e collabora con la Mathesis. Ha curato, per il centro di ricerca
Pristem dell'Universita' Bocconi, la mostra "Scienziate d'Occidente. Due
secoli di storia", e ha fatto parte della redazione delle riviste "Lapis" e
"Il Paese delle donne". Ha pubblicato con Liliana Moro il libro Donne di
scienza. 55 biografie dall'antichita' al duemila", Pristem - Universita'
Bocconi, Milano 2002. Tiene i corsi di informatica della Libera Universita'
delle Donne di Milano. E' una delle webmaster del sito
www.universitadelledonne.it, per cui cura la ricerca delle immagini e le
rubriche Scienza e tecnologie, Libri, Film, Mostre e Pensiamoci. Opere di
Sara Sesti: con Liliana Moro, Donne di scienza. 55 biografie dall'antichita'
al duemila, Pristem - Universita' Bocconi, seconda edizione 2002, ora nella
nuova edizione ampliata Scienziate nel tempo. 65 biografie, Edizioni Lud,
Milano 2008.
Allucquere Rosanne Stone, docente e saggista, e' direttrice dell'Advanced
communications technology laboratory e dell'Interactive multimedia
laboratory all'universita' del Texas ad Austin; alla fine degli anni
Sessanta e' stata una collaboratrice di Jimi Hendrix. Opere di Allucquere
Rosanne Stone: Desiderio e tecnologia. Il problema dell'identita' nell'era
di Internet, Feltrinelli, Milano 1997]

Allucquere Rosanne Stone, Desiderio e tecnologia. Il problema dell'identita'
nell'era di Internet, Feltrinelli, Milano 1997.
*
Questo testo di Allucquere Rosanne Stone, docente all'universita' di Austin
nel Texas, che alla fine degli anni Sessanta e' stata una stretta
collaboratrice di Jimi Hendrix, indaga i rapporti tra tecnologia, identita'
e genere sessuale. Pubblicato da Feltrinelli nel 1997, mi sembra ancora di
grande attualita', dato che sempre piu' spesso si assiste al comparire di un
complesso di episodi "problematici" per la definizione di queste sfere:
sindromi di personalita' multiple, phone sex, giochi di ruolo, conferenze su
Internet, crossdressing, chat line...
Se gli incontri vis-a'-vis e le conversazioni telefoniche tendono a
segnalare aspetti importanti dell'identita' degli individui quali genere,
razza ed eta', nella fase aperta dall'uso di Internet questi aspetti sono
molto piu' "giocati" in un senso piu' ampio, in cui ognuno tende a
reinventare se stesso, scoprendo identita' digitali di genere differenti
dalla realta' ordinaria e sollevando complesse questioni di ordine
filosofico.
La duplicita' del processo, distruttivo e positivo, viene messo in evidenza
dall'autrice attraverso un libro che non viene concepito come un testo
accademico, ma come un intreccio che raccoglie diversi stili e personalita',
alternate in modo incalzante e ritmico. I diversi registri di scrittura
s'intersecano polifonicamente, passando dal classico stile universitario
alla descrizione giornalistica (in perfetto pulp) del processo riguardante
un uomo accusato di aver violentato una donna affetta dalla sindrome della
personalita' multipla, dopo averne sedotto un'identita' particolare.

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

10. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it,
sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 425 del 14 aprile 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196
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Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web:
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