Coi piedi per terra. 79



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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 79 del 17 marzo 2008

In questo numero:
1. Peppe Sini: Quer pasticciaccio brutto der Ministro de' Trasporti
2. Centro studi "Demetra": Uno studio sulla relazione del Ministero dei
Trasporti del novembre 2007 avente ad oggetto "Ampliamento del sistema
aeroportuale laziale" (parte prima)
3. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: QUER PASTICCIACCIO BRUTTO DER MINISTRO DE'
TRASPORTI
[Riportiamo il seguente comunicato del 16 marzo 2008 dal titolo completo
"Quer pasticciaccio brutto der Ministro de' Trasporti. E perche' anche sotto
il profilo amministrativo e procedurale quella sciagurata decisione di
condannare Viterbo al devastate mega-aeroporto per voli low cost del turismo
'mordi e fuggi' per Roma deve essere annullata".
Peppe Sini, gia' consigliere comunale e provinciale, e' stato dagli anni '70
uno dei principali animatori del movimento che si opponeva alle servitu'
energetiche e militari nell'Alto Lazio, e il principale animatore del
movimento che si oppose al devastante progetto autostradale della cosiddetta
"Supercassia"; nel 1979 ha fondato il Comitato democratico contro
l'emarginazione che ha condotto rilevanti campagne di solidarieta'; ha
promosso e presieduto il primo convegno nazionale di studi sulla figura e
l'opera di Primo Levi; nel 1987 ha coordinato per l'Italia la campagna di
solidarieta' con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime
razzista sudafricano; nel 1999 ha ideato, promosso e realizzato l'esperienza
delle "mongolfiere della pace" con cui ostacolare i decolli dei bombardieri
che dalla base di Aviano recavano strage in Jugoslavia; nel 2001 e' stato
l'animatore dell'iniziativa che - dopo la tragedia di Genova - ha portato
alla presentazione in parlamento di una proposta di legge per la formazione
delle forze dell'ordine alla nonviolenza; e' stato dagli anni '80 il
principale animatore dell'attivita' di denuncia e opposizione alla
penetrazione dei poteri criminali nell'Alto Lazio - e negli anni '90 ha
presieduto la Commissione d'inchiesta ad hoc istituita dal Consiglio
Provinciale di Viterbo -; dal 2000 e' direttore del notiziario telematico
quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Una sua lettera aperta del 3
luglio 2007 ha dato avvio al movimento che si oppone al devastante progetto
del mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto
aereo]

1. Ancora un complotto degli "ambientalisti del no"?
Chi scrive queste righe, diciamolo subito, e' uno di quei famigerati
"ambientalisti del no" - che mi par di capire sia la locuzione con cui la
propaganda degli Attila in carriera chiama chi difende il diritto alla
salute, alla sicurezza e ad un ambiente vivibile per l'umanita' presente e
futura.
*
2. Le pentole e i coperchi
Ma non e' certo un parto degli "ambientalisti del no" un recente documento
del Centro studi "Demetra" (una struttura di cui fanno parte prominenti
personaggi della lobby aeronautica, e non solo) che denuncia e argomenta in
punto di diritto che la decisione del Ministro dei Trasporti di indicare
Viterbo come sede di un nuovo devastante mega-aeroporto per voli low-cost e'
una decisione presa senza aver seguito le corrette procedure
dall'ordinamento previste.
Quello del Centro studi "Demetra" e' un documento evidentemente interno a un
conflitto intestino tra i sostenitori del dissennato incremento del
trasporto aereo.
La nostra posizione, si sa, e' ben diversa: noi riteniamo necessario ridurre
immediatamente e drasticamente il trasporto aereo, riduzione indispensabile
ed urgente per difendere il diritto alla salute delle persone, gli
ecosistemi locali, la biosfera, fondamentali diritti umani.
Ma il documento del Centro studi "Demetra" rivela come anche all'interno
della lobby aeronautica vi sia piena contezza del fatto che la decisione di
realizzare a Viterbo un devastante mega-aeroporto per voli low-cost del
turismo "mordi e fuggi" per Roma costituisca una scelta errata e
censurabile, una scelta che noi definiamo senza perifrasi come un crimine e
una follia.
Proviamo a riassumerne ed interpretarne alcuni punti cruciali.
a) Il devastante mega-aeroporto di Viterbo e' al servizio di Roma. Non di
Viterbo, non dell'Alto Lazio, non dell'Italia centrale, quindi non della
comunita' locale, non dell'economia locale, non della nostra gente e dei
suoi giusti diritti e legittimi interessi: e' al servizio di Roma, punto. E'
quindi quel che gia' sappiamo per pregresse penose esperienze: una ennesima
servitu' che utilizza Viterbo come colonia e come discarica.
b) Il devastante mega-aeroporto di Viterbo non liberera' Ciampino (la cui
popolazione subisce i terrificanti effetti di una situazione assai nociva
che tutti riconoscono essere intollerabile): sicuramente non adesso, e
verosimilmente neppure in futuro (se non in limitata parte, sicuramente non
in toto), e questo nonostante le promesse da marinaio dei cialtroni che
vorrebbero "ciampinizzare" Viterbo, raddoppiando cosi' il danno e la beffa.
c) La procedura decisionale che ha condannato Viterbo e' stata viziata da
cosi' flagranti errori (a volerli definire solo errori) che essa deve essere
semplicemente annullata.
d) L'istruttoria e' stata peggio che approssimativa, assai peggio che
approssimativa. E non aggiungiamo altro, rinviando al testo integrale del
documento.
*
3. L'assalto alla diligenza, tanto paga Pantalone
Come si evince facilmente, la decisione di condannare Viterbo a un'opera
sommamente nociva e distruttiva e' stata presa a vantaggio di una cordata
politico-affaristica e a danno dei cittadini tutti.
Come si evince facilmente, la decisione di condannare Viterbo a una
devastazione irreversibile e' stata presa violando scandalosamente le
procedure previste dalla vigente normativa.
Come si evince facilmente, la decisione di condannare Viterbo a un disastro
sanitario ed ambientale (che si aggiunge ad altri disastri che l'Alto Lazio
ha subito e subisce, a cominciare dall'inquinamento provocato dal polo
energetico Civitavecchia-Montalto fino ad arrivare alle discariche abusive)
e' stata presa in modo irresponsabile e sciagurato da lobbies di affaristi e
di amministratori che definiremo insipienti per usare un eufemismo, ma che
riteniamo assai peggio che insipienti.
Come si evince facilmente, la decisione di condannare Viterbo a un'opera
sciagurata e folle e' stata presa sulla base di interessi speculativi, di
propaganda ingannevole, di aggiramento delle corrette procedure, di elusione
di verifiche e vincoli.
Come si evince facilmente, non solo noi "ambientalisti del no", ma anche
gran parte della stessa lobby aeronautica ritiene che la decisione di
realizzare a Viterbo il devastante mega-aeroporto per voli low-cost del
turismo "mordi fuggi" per Roma costituisce una decisione scellerata e
inammissibile.
Perche' allora questo accade?
Per il motivo piu' antico del mondo: perche' un gruppo di potere
politico-affaristico vuole arricchirsi a danno della collettivita', vuole
arricchirsi saccheggiando il pubblico erario, vuole arricchirsi
infischiandosene del fatto di provocare danni enormi ed irreversibili alla
salute di tante persone, danni enormi ed irreversibili ai beni ambientali,
culturali, economici e sociali di tutti, danni enormi ed irreversibili alla
biosfera.
*
4. Ancora una predica di padre Mapple
Sara' allora opportuno una volta di piu' chiarire perche' realizzare a
Viterbo il devastante mega-aeroporto per voli low-cost del turismo "mordi e
fuggi" per Roma sia un crimine e una follia:
- poiche' esso danneggerebbe gravemente la salute dei cittadini con
l'inquinamento chimico, acustico, elettromagnetico;
- poiche' esso devasterebbe rilevantissimi beni ambientali, culturali,
economici e sociali;
- poiche' esso non porterebbe affatto ne' lavoro (i pochi posti di lavoro
sotto ricatto che procurerebbe avrebbero come contropartita la perdita dei
molti posti di lavoro che sarebbero possibili con un modello di sviluppo che
valorizzasse e non distruggesse i rilevanti beni ambientali e culturali che
la devastante opera danneggia e distrugge) ne' sviluppo (ma il suo
contrario: degrado ambientale, patologie, economia speculativa);
- poiche' esso si configura quindi come una ennesima servitu', causa di
gravissimi danni certi e di non meno gravi rischi probabili per la salute,
la sicurezza e i diritti di tante persone e dell'intera comunita' cittadina
ed altolaziale;
- poiche' esso si configura come uno sperpero di ingenti risorse pubbliche
violando la legge e a fini di danno alla popolazione; risorse pubbliche che
dovrebbero essere utilizzate invece a beneficio della collettivita' e nel
rispetto della legge.
A Viterbo e all'Alto Lazio non serve affatto un devastante mega-aeroporto
che solo colossali danni provocherebbe.
A  Viterbo e all'Alto Lazio occorre invece un modello di mobilita'
sostenibile centrato sul trasporto pubblico a vantaggio della popolazione e
delle attivita' locali, e particolarmente centrato sulle ferrovie che
attualmente versano in uno stato terribilmente inadeguato (anche perche' si
continuano a sperperare i soldi pubblici per opere pessime, invece di
investirli per opere ad effettivo beneficio della popolazione).
A Viterbo e all'Alto Lazio occorre un modello di sviluppo che valorizzi e
sostenga le cospicue risorse del territorio: i beni ambientali e culturali e
le attivita' produttive connesse, l'agricoltura di qualita', il turismo di
qualita', il termalismo, l'alta formazione.
Non solo: invece di perseguire operazioni speculative, nocive e distruttive
come quella del devastante mega-aeroporto, occorrerebbe piuttosto che le
strutture gia' utilizzate dall'aeronautica militare (in primo luogo gli
edifici adibiti a caserma) venissero finalmente tolte tout court ai poteri
militari e destinate ad uso civile e sociale (ad esempio i numerosissimi
posti letto dell'accasermamento di migliaia di ragazzi di leva, cessata
ormai da anni la leva militare obbligatoria, potrebbero e dovrebbero essere
utilizzati per creare ospitalita' in forma di ostello per giovani e
studenti).
*
5. Una sommessa proposta: rispettare la legge
Ed infine: la proposta del devastante mega-aeroporto e' del tutto priva
delle verifiche e quindi dei requisiti previsti dalla vigente normativa in
materia di Via (Valutazione d'impatto ambientale), Vas (Valutazione
ambientale strategica), Vis (Valutazione d'impatto sulla salute).
Sara' il caso di cominciare a rispettare la legge in questo paese?
Sara' il caso di cominciare a rispettare la salute, la sicurezza e i diritti
dei cittadini in questo paese?
Sara' il caso di contrastare la speculazione, lo sperpero del pubblico
denaro a fini di male, la devastazione del pubblico bene?
Sara' il caso di rispettare la dignita' umana, la democrazia, la civilta'
giuridica?
*
6. Non solum, sed etiam
Ma non solo per difendere Viterbo ci opponiamo al terzo polo aeroportuale
laziale.
Nel Lazio vi e' gia' un eccesso di attivita' aeroportuale. Non solo non si
deve realizzare il nuovo aeroporto, ne' a Viterbo ne' altrove, ma si deve
subito drasticamente ridurre l'attivita' a Ciampino, senza altri ritardi,
senza altre dilazioni, senza altri imbrogli a danno della salute, della
sicurezza, dei diritti dei cittadini.
Ma non solo nel Lazio: ugualmente in Italia e a livello internazionale:
occorre ridurre immediatamente e drasticamente il trasporto aereo, per le
ragioni indicate dall'Onu, dagli illustri scienziati dell'Ipcc, dagli
statisti piu' avvertiti: il trasporto aereo e' corresponsabile del
surriscaldamento del clima. Il trasporto aereo provoca gravi danni agli
ecosistemi locali e alla biosfera complessivamente considerata. Il trasporto
aereo provoca danni alla salute umana. Il trasporto aereo deve essere
drasticamente ridotto.
Naturalmente e' evidente che non basta ridurre il trasporto aereo per
risolvere la crisi ambientale globale, che occorre intervenire anche su
altri fattori; ma intanto si puo' e si deve cominciare evitando di
realizzare nuove opere distruttive, evitando di incrementare attivita'
nocive e devastanti.
Non c'e' bisogno di consultare l'oracolo di Delfi per capire che occorre
impedire la realizzazione di un nuovo devastante mega-aeroporto nel Lazio;
che occorre ridurre drasticamente i voli su Ciampino e non "ciampinizzare"
altre citta'; che occorre difendere il diritto alla salute, alla sicurezza e
a un ambiente vivibile; che occorre impedire che ingenti risorse finanziarie
pubbliche siano sperperate per realizzare opere speculative, nocive e
distruttive di pubblici beni; che occorre impegnarsi tutti - cittadini ed
istituzioni - per ottenere il pieno rispetto delle leggi, della verita',
della democrazia, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Non c'e' bisogno di consultare l'oracolo di Delfi: basta guardare con
limpido sguardo nella propria coscienza di persone senzienti e pensanti, di
persone sollecite del pubblico bene e della dignita' propria e di tutti.
Chiunque e' in grado di farlo.

2. DOCUMENTAZIONE. CENTRO STUDI "DEMETRA": UNO STUDIO SULLA RELAZIONE DEL
MINISTERO DEI TRASPORTI DEL NOVEMBRE 2007 AVENTE AD OGGETTO "AMPLIAMENTO DEL
SISTEMA AEROPORTUALE LAZIALE" (PARTE PRIMA)
[Il Centro studi "Demetra" (Development of European Mediterranean
Transportation) ha sede in via Civinini 85, 00197 Roma, tel. 0697990036,
e-mail: info at demetracentrostudi.it, sito: www.demetracentrostudi.it; esso,
come e' scritto nella presentazione nella home page del sito: "nel nome
ricorda la dea della terra coltivata e fertile, e' il Centro studi nato
dall'impegno di esponenti del mondo accademico ed istituzionale con la
finalita' di promuovere iniziative di carattere formativo giuridico,
amministrativo ed economico nel settore dei trasporti, con particolare
riferimento a quello dell'Aviazione Civile. L'Associazione, sotto la guida
di un Comitato Scientifico, svolge attivita' di divulgazione specialistica
organizzando convegni, seminari e conferenze. Cura, in particolare, la
collana Quaderni dell'Aviazione Civile le cui pubblicazioni vogliono
contribuire a sostenere un serio confronto nel nostro Paese sui processi di
liberalizzazione e privatizzazione del trasporto avviati in Europa". Sempre
dalla home page del sito si ricava che del suo Comitato scientifico e'
presidente la prof. Maria Alessandra Sandulli, e sono membri: avv. Pierluigi
Di Palma, dott. Nadio Di Rienzo, on. Raffaele Fitto, cons. Gerardo
Mastrandrea, cons. Manlio Mele, dott. Andrea Pezzoli, on. Angelo Piazza, on.
Vito Riggio, on. prof. Nicola Rossi, prof. Gennaro Terracciano, prof.
Leopoldo Tullio. Come si vede si tratta di struttura composta anche da
personaggi assai introdotti nelle stanze del Palazzo, e di gran peso
nell'ambito dell'aviazione civile e non solo - ed ogni commento e' qui
superfluo]

Centro studi "Demetra"
Studio relativo alla comunicazione con la quale la Regione Lazio ha
trasmesso alle Province di Roma, Viterbo, Frosinone e Latina la relazione
predisposta nel novembre 2007 dal Ministero dei Trasporti avente ad oggetto
"Ampliamento del sistema aeroportuale laziale", i dossier rispettivamente
elaborati dal Ministero della Difesa, dall'Enac e dall'Enav, i documenti
recanti "Riferimenti procedurali" - "Schede descrittive" - "Sintesi delle
audizioni e dei contributi esterni" - "Requisiti e compatibilita' degli
aeroporti" - "Valutazione e tavole comparative".
*
Il sistema aeroportuale di Roma (Fiumicino, Ciampino, Urbe), istituito dalla
legge 10 novembre 1973, n. 755, modificata dalla legge 21 dicembre 1977, n.
985, rappresenta il principale polo aeroportuale italiano con valenza ormai
consolidata sul traffico internazionale, europeo, nazionale e delle nuove
linee low-cost.
Nei due scali commerciali di Fiumicino e Ciampino, entrambi gestiti dalla
societa' Aeroporti di Roma, si e' registrato, nell'anno 2006, un movimento
di circa 33 milioni di passeggeri di cui 4,2 milioni insistenti su Ciampino,
con una crescita esponenziale che ha causato, con particolare riferimento a
quest'ultimo scalo, gravi disagi ambientali per la popolazione circostante.
In particolare, occorre considerare che, nell'anno 1996, il traffico
dell'aeroporto di Ciampino era di soli 800.525 passeggeri mentre, nell'anno
2004, nel medesimo scalo aeroportuale, si registrava un movimento di 2,5
milioni di passeggeri.
In sintesi, nell'arco di dieci anni, nello scalo di Ciampino si e'
verificato un aumento del traffico aereo pari al 500% a fronte di un aumento
del 50% verificatosi nell'aeroporto di Fiumicino nel medesimo periodo di
riferimento.
Nel caso dell'aeroporto di Ciampino, poi, e' certo che la crescita
esponenziale del traffico non e' stata adeguatamente governata e sono
mancati quei necessari investimenti da parte del soggetto gestore per
garantire la sostenibilita' dello sviluppo correlata all'esigenza di
tutelare la salute e la vivibilita' di quanti risiedono intorno allo scalo,
prescindendo dal fatto che gli insediamenti abitativi siano sorti prima o
dopo l'aeroporto.
Al fine di risolvere in particolar modo la questione di compatibilita'
ambientale, collegata soprattutto all'inquinamento acustico dovuto alla
forte crescita del traffico low-cost su Ciampino, in data 20 febbraio 2007
si e' tenuto un vertice istituzionale, presso la Presidenza della Regione
Lazio, al quale hanno partecipato autorevoli esponenti del Ministero dei
Trasporti, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell'Aeronautica, Enac,
Enav, Aeroporti di Roma SpA, Province di Roma, Frosinone, Viterbo e Latina,
Comuni di Roma e Ciampino (cfr. pag. 2 della relazione tecnica recante
"Ampliamento del sistema aeroportuale laziale").
Il vertice istituzionale, preso atto dell'effettiva insostenibilita'
dell'attuale traffico su Ciampino e verificato lo stato degli
approfondimenti svolti dalle varie amministrazioni sulla questione, ha
deciso di rimettere a una Commissione tecnica ministeriale la necessaria
complessa istruttoria per l'individuazione di un altro scalo nella regione
Lazio da integrare nel sistema aeroportuale della capitale per la
delocalizzazione del traffico attualmente insistente sull'aeroporto di
Ciampino.
In particolare, il Ministero dei Trasporti, muovendo dalla constatazione che
"nel caso in esame la norma generale contenuta nell'art. 698 del Codice
della Navigazione deve contemperarsi con la legge 755/1973, come modificata
dalla legge 985/1977" e che, al contempo, il nuovo sito aeroportuale si
trova all'interno del territorio regionale laziale, ha ritenuto opportuno,
come del resto risulta dalla citata relazione tecnica, adottare la seguente
censurabile procedura:
- individuare il nuovo sito aeroportuale senza alcun input, o quantomeno
coinvolgimento, del Ministero delle Infrastrutture, in mancanza della
necessaria intesa con la Regione Lazio, affidando ad una commissione tecnica
di dubbia legittimita', insediata e non formalmente costituita, lo
svolgimento di un'istruttoria per la localizzazione del sito in questione;
- rinviare ad un successivo accordo di programma tra il Ministero dei
Trasporti e la Regione Lazio la concreta operativita' della scelta operata;
- riservare alla Regione Lazio il compito di convocare una conferenza dei
servizi con la partecipazione dei ministeri ed enti pubblici portatori di
interessi nei confronti della nuova struttura aeroportuale.
All'esito dell'istruttoria tecnica, la Commissione costituita presso il
Ministero dei Trasporti, valutate comparativamente le caratteristiche e le
potenzialita' dei quattro siti proposti per la realizzazione del nuovo scalo
aeroportuale nelle province di Frosinone, Latina e Viterbo nonche' nel
Comune di Guidonia, ha ritenuto che "il sito che meglio risponde ai
requisiti assunti per l'ampliamento del sistema aeroportuale laziale e'
quello di Viterbo".
Le contestate conclusioni cui e' pervenuta la citata Commissione, avallate
dal Ministro dei Trasporti pro tempore, sono contenute nella relazione
ministeriale del novembre 2007 recante "Ampliamento del sistema aeroportuale
del Lazio", nei dossier predisposti dal Ministero della Difesa, Enac ed Enav
nonche' nei documenti allegati alla predetta relazione tecnica.
Con comunicazione della Regione Lazio e' stata trasmessa detta relazione
alle Province di Roma, Viterbo, Frosinone e Latina, comunicando la decisione
assunta dal vertice ministeriale in merito alla localizzazione del nuovo
scalo aeroportuale laziale nella provincia di Viterbo.
*
Gli atti ministeriali si prestano ad essere censurati per vizi di
legittimita' che attengono a profili di violazione di legge per error in
procedendo e per carenza di potere nonche' incompetenza ed eccesso di potere
per carenza istruttoria.
*
1. Violazione di legge per errore nella definizione della procedura di
individuazione di una nuova infrastruttura aeroportuale.
In via preliminare, considerata l'assenza di puntuali riferimenti normativi
rinvenibili nella relazione tecnica del novembre 2007 riferibile
all'attivita' svolta dal Ministero dei Trasporti per l'individuazione del
terzo scalo aeroportuale laziale, si reputa opportuno illustrare il quadro
normativo comunitario e nazionale che disciplina la materia in esame dal
quale emerge incontestabilmente l'illegittimita' procedimentale dell'iter
seguito, in particolare, dal Ministero dei Trasporti nell'ambito della
procedura de qua.
Al riguardo, si osserva che il Regolamento (CEE) n. 2408/1992, del 23 luglio
1992, sull'accesso dei vettori aerei della Comunita' alle rotte
intracomunitarie, all'art. 2, lett. l), definisce come aeroporto regionale
qualsiasi aeroporto non compreso nell'elenco degli aeroporti di categoria 1,
di cui all'allegato I, dove, per l'Italia, sono indicati esclusivamente i
sistemi aeroportuali di Roma e Milano.
Inoltre, il medesimo regolamento, all'art 2, lett. m), stabilisce che il
sistema aeroportuale rappresenta il "raggruppamento di due o piu' aeroporti
che servono la stessa citta', o lo stesso agglomerato urbano", e per
l'Italia, secondo quanto indicato nell'allegato II, sono individuati:
Roma-Fiumicino/Ciampino; Milano-Linate/Malpensa/Bergamo (Orio al Serio);
Venezia Tessera/Treviso.
Nella comunicazione della Commissione europea relativa agli "Orientamenti
comunitari per il finanziamento degli aeroporti e gli aiuti pubblici di
avviamento concessi alle compagnie operanti su aeroporti regionali",
inoltre, i piccoli aeroporti regionali sono individuati in quelli sino ad un
milione di passeggeri e i grandi aeroporti regionali sino a cinque milioni
di passeggeri. Solo oltre il citato volume di traffico, sono identificabili
gli aeroporti nazionali (sino a dieci milioni di passeggeri) e i grandi
aeroporti comunitari (oltre dieci milioni di passeggeri).
Secondo la disposizione dell'art. 117, comma 3, Cost., la materia "porti e
aeroporti civili" e' compresa tra le materie di legislazione concorrente,
mentre l'articolo 117, sesto comma, Cost. stabilisce che la potesta'
regolamentare spetta allo Stato nelle sole materie di legislazione
esclusiva, salva delega alle Regioni.
Ai sensi dell'art. 3, comma 7, del d. lgs. n. 96/2005, e s.m.i., le Regioni
esercitano le proprie competenze in materia nel rispetto dei principi
desumibili dalle disposizioni contenute nel Titolo III del libro I della
parte II del Codice della Navigazione, di talche' la disciplina sulla
individuazione degli aeroporti di interesse nazionale e' da considerarsi
legislazione di principio.
La legge 21.12.2001, n. 443, c.d. legge obiettivo, all'art. 1, stabilisce
che "[...] il governo, nel rispetto delle attribuzioni costituzionali delle
Regioni, individua le infrastrutture pubbliche e private e gli insediamenti
produttivi strategici e di preminente interesse nazionale da realizzare per
la modernizzazione e lo sviluppo del paese nonche' per assicurare efficienza
funzionale ed operativa e l'ottimizzazione [...]. L'individuazione e'
operata, a mezzo di un programma predisposto dal Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti, d'intesa con i Ministeri competenti e le
Regioni o Province interessate e inserito, previo parere del Cipe e previa
intesa della Conferenza unificata di cui all'art. 8 del decreto legislativo
28 agosto 1997, n. 281, nel Documento di programmazione
economico-finanziaria, con l'indicazione dei relativi stanziamenti [...]".
Con particolare riferimento agli aeroporti e sistemi d'interesse nazionale,
l'art. 698, comma 1, del Codice della Navigazione, nel testo riformato dai
decreti legislativi n. 96/2005 e n. 151/2006, in attuazione del dettato
costituzionale contenuto nel citato articolo 117, prevede che "Con decreto
del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei
Ministri, su proposta del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti,
d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le
Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano e sentita l'Agenzia
del Demanio, sono individuati, previo parere delle competenti Commissioni
parlamentari da esprimere entro trenta giorni dalla data di assegnazione,
gli aeroporti e i sistemi aeroportuali di interesse nazionale, quali nodi
essenziali per l'esercizio delle competenze esclusive dello Stato, tenendo
conto delle dimensioni e della tipologia del traffico, dell'ubicazione
territoriale e del ruolo strategico dei medesimi, nonche' di quanto previsto
nei progetti TEN".
Il successivo comma del medesimo articolo stabilisce, inoltre, che "allo
scopo di coordinare le politiche di sviluppo degli aeroporti di interesse
regionale, e' istituito, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza
pubblica, presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, un
Comitato di coordinamento tecnico, composto dai rappresentanti delle Regioni
e delle Province autonome, del governo e degli enti aeronautici".
L'art. 702 del Codice della Navigazione, infine, ferma restando la normativa
generale applicabile alla realizzazione di opere pubbliche, fa salve le
competenze del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (ora Ministero
dei Trasporti e Ministero delle Infrastrutture, a seguito dell'emanazione
del D.P.C.M. del 5 luglio 2006 di ripartizione delle competenze tra
Ministero delle Infrastrutture e Ministero dei Trasporti), in materia di
pianificazione, programmazione e indirizzo per la realizzazione di nuove
opere pubbliche.
Orbene, in tale contesto normativo comunitario e nazionale, e' evidente che
il sistema aeroportuale di Roma, che comprende attualmente gli aeroporti di
Fiumicino e Ciampino, non puo' non rientrare nella categoria dei sistemi
aeroportuali di interesse nazionale.
Tale circostanza, che peraltro non risulta smentita dal Ministero dei
Trasporti (cfr. pag. 3 della relazione "Ampliamento del sistema aeroportuale
laziale" nonche' pagg. 3-5 del documento "Riferimenti procedurali" che
costituisce l'allegato 1 della detta relazione tecnica), trova conferma nel
richiamato disposto normativo dell'art. 2, lett. l), del Regolamento (CEE)
n. 2408/1992, del 23 luglio 1992, sull'accesso dei vettori aerei della
Comunita' alle rotte intracomunitarie, che definisce "aeroporto regionale"
qualsiasi aeroporto non compreso nell'elenco degli aeroporti di categoria 1,
di cui all'allegato I, dove, per l'Italia, sono indicati esclusivamente i
sistemi aeroportuali di Roma e Milano nonche' nella disposizione contenuta
nella successiva lettera m) del medesimo articolo secondo la quale il
sistema aeroportuale rappresenta il "raggruppamento di due o piu' aeroporti
che servono la stessa citta', o lo stesso agglomerato urbano", e per
l'Italia, secondo quanto indicato nell'allegato II, sono individuati:
Roma-Fiumicino/Ciampino; Milano-Linate/Malpensa/Bergamo (Orio al Serio);
Venezia Tessera/Treviso.
Se, pertanto, l'aeroporto di Ciampino non e' classificabile tra gli
aeroporti regionali secondo la normativa comunitaria, e' evidente che
l'ipotesi di delocalizzazione di detto scalo aeroportuale attiene ad un
aeroporto individuabile come nazionale solo all'esito di un'ampia e
complessa procedura che prende avvio, secondo il combinato disposto degli
artt. 702 e 698, comma 1, del Codice della Navigazione, con l'esercizio, da
parte del Ministero delle Infrastrutture, d'intesa con il Ministero dei
Trasporti, delle relative competenze di programmazione e indirizzo in
materia di progettazione delle infrastrutture aeroportuali e si conclude con
l'emanazione di un decreto del Presidente della Repubblica da adottare
(previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministero
delle Infrastrutture di concerto con il Ministro dei Trasporti) d'intesa con
la Conferenza permanente Stato-Regioni e sentita l'Agenzia del demanio,
previo parere delle competenti Commissioni parlamentari da esprimere entro
trenta giorni dall'assegnazione, per l'individuazione degli aeroporti
nazionali quali nodi essenziali per l'esercizio delle competenze esclusive
dello Stato.
In tale contesto, considerato che la nota con la quale la Regione Lazio ha
comunicato alle Province di Roma, Frosinone, Latina e Viterbo la decisione
ministeriale di costruire il nuovo scalo aeroportuale nella provincia di
Viterbo puo' eventualmente inquadrarsi nell'ambito di quel potere di
indirizzo, programmazione e pianificazione di nuove opere pubbliche previsto
dall'art. 702 del Codice della Navigazione, risulta evidente
l'illegittimita' della procedura adottata dal Ministero dei Trasporti che,
come si evince dalle "Premesse" contenute nella relazione recante
"Ampliamento del sistema aeroportuale laziale", considera esaurita la
procedura de qua con la presentazione della citata relazione che costituisce
"l'atto conclusivo del percorso iniziato con la riunione tenuta il giorno 20
febbraio 2007 presso la Presidenza della Regione Lazio, nel corso della
quale e' stato posto il tema del nuovo assetto da conferire al sistema
aeroportuale regionale", in palese violazione delle disposizioni normative
di cui agli articoli 702 e 698, comma 1, del Codice della Navigazione che,
al contrario, prescrivono l'adozione di un apposito decreto presidenziale
per la localizzazione degli aeroporti di interesse nazionale.
Ne' puo' legittimamente sostenersi che la procedura in questione, laddove
l'ipotesi di delocalizzazione possa riferirsi all'individuazione di un
aeroporto di carattere regionale, possa correttamente inquadrarsi
nell'ambito della disposizione normativa di cui all'art. 698, comma 2, del
Codice della Navigazione che, allo scopo di coordinare le politiche di
sviluppo degli aeroporti di interesse regionale, prevede l'istituzione di un
Comitato di coordinamento tecnico presso il Ministero delle Infrastrutture e
dei Trasporti, composto dai rappresentanti delle Regioni e delle Province
autonome, del governo e degli enti aeronautici.
Al riguardo, e' sufficiente osservare che, allo stato attuale, non risulta
che il Ministero dei Trasporti abbia provveduto all'istituzione di detto
Comitato tecnico ne' puo' concretamente ritenersi che tale organo sia
rappresentato dalla Commissione tecnica insediatasi presso il Ministero dei
Trasporti, tenuto conto che detta commissione risulta composta unicamente da
rappresentanti del Ministero dei Trasporti, Ministero della Difesa, Enac ed
Enav, senza alcun coinvolgimento dei rappresentanti delle Regioni e delle
Province autonome come normativamente prescritto. Per tali motivi, in
considerazione del prospettato vizio di violazione di legge per errore nella
procedura seguita dal Ministero dei Trasporti per l'ampliamento del sistema
aeroportuale della capitale, risultano annullabili gli impugnati atti.
*
2. Violazione di legge. Violazione e falsa applicazione dell'art. 702 del
Codice della Navigazione, nel testo riformato dai decreti legislativi n.
96/2005 e n. 151/2006, nonche' degli artt. 1 e 2 del D.P.C.M. 5 luglio 2006
recante "Organizzazione del Ministero delle Infrastrutture". Incompetenza.
In primo luogo, occorre prendere le mosse dalla posizione espressa nel tempo
dal ministro di settore che trova una sintesi nelle dichiarazioni rese dal
Ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, nel corso del convegno
organizzato, in data 3 maggio 2007, dal Centro Studi Demetra sul tema "Il
trasporto aereo nell'Europa delle Regioni - Il sistema aeroportuale del
Lazio". In tale occasione, il ministro, nell'affrontare le note
problematiche di incompatibilita' ambientale ed effettiva insostenibilita'
del traffico aereo insistente in eccesso sull'aeroporto di Ciampino, preso
atto della necessita' di fronteggiare con carattere d'urgenza tale
situazione, ha indicato, quale immediata soluzione della descritta
problematica, la totale delocalizzazione del traffico aereo dello scalo di
Ciampino presso un nuovo sito aeroportuale da individuare all'interno del
territorio regionale laziale. In particolare, il ministro ha dichiarato che
"a me sembra che la situazione di crisi dell'aeroporto di Ciampino che
abbiamo oggi di fronte - quella per la quale ci stiamo ponendo il problema
di un terzo scalo - prevalentemente legato alla crescita del traffico di
tipo low-cost nel Lazio, sia esattamente la dimostrazione [...] che il non
governo o un governo disattento ai fenomeni della trasformazione, come e'
avvenuto a Ciampino, porta a delle soluzioni che richiedono interventi di
emergenza. Probabilmente nessuno avrebbe potuto prevedere una crescita come
quella che Ciampino ha avuto negli ultimi anni, ma e' un fatto che sia
avvenuta nella piu' completa inosservanza o disinteresse per il contesto nel
quale questo aeroporto si e' andato a collocare, con i problemi di natura
ambientale e con i problemi di natura sociale che ha determinato. Oggi ci
troviamo in una situazione nella quale siamo costretti ad operare sulla
spinta dell'urgenza, della condizione di necessita'. Non di meno dobbiamo
farlo e lo stiamo facendo lungo due strade diverse. Una, richiede interventi
urgentissimi per fare in modo che possa essere alleggerito il carico di
traffico che oggi grava su Ciampino e quindi risolti, almeno in parte, i
problemi di inquinamento acustico ambientale, diminuendo i disagi degli
abitanti di quell'area. Come? Un gruppo di lavoro misto costituito tra
Regione Lazio, Comune di Roma, Ministero dei Trasporti, Enac e altri ci sta
lavorando. La soluzione non e' facile, infatti, quella che verrebbe piu'
immediata, portare cioe' i voli low-cost a Fiumicino, sconvolge un sistema
di rapporti usuali di cui non possiamo non tenere conto, per cui potra'
essere attuata solo in parte. Altre soluzioni sono praticabili per altri
tipi di utenze, dai voli executive, a quelli di Stato. Sono piccoli rimedi
di breve periodo, nella prospettiva di trovare quanto prima una soluzione
definitiva. Infatti, contemporaneamente all'individuazione di rimedi
urgenti, c'e' un'operazione di piu' ampio respiro che e' quella della
ricerca del terzo aeroporto laziale. A questo proposito leggendo la
relazione introduttiva dell'avv. Di Palma e ascoltando gli interventi ho
visto che ci sono idee gia' consolidate. Per quanto ci riguarda stiamo un
po' piu' indietro, nel senso che in quello stesso tavolo che e' stato
insediato alla Regione Lazio, Comune di Roma e Province laziali, Ministero
della Difesa, Ministero dei Trasporti, soggetti interessati, Enac, Enav, si
e' deciso di mettere al lavoro una Commissione che sta lavorando per
predisporre un'istruttoria tecnica relativa ai vari aspetti del problema che
sono, con ogni evidenza, quelli legati al traffico aereo e quelli legati
alle relazioni terrestri, alle infrastrutture ed alle possibilita' di
collegamento dei centri interessati. Questa istruttoria tecnica ci sara'
consegnata a breve. La valuteremo dal nostro punto di vista che e' quello
della dimensione programmatica da dare al tema sia sul versante del
trasporto aereo sia su quello degli scenari programmatici che la Regione
Lazio fa per il proprio territorio, che sono un altro elemento non
indifferente e sulla base di questi faremo una proposta che spero trovi la
piu' ampia convergenza".
Secondo quanto dichiarato dal Ministro dei Trasporti in occasione del
convegno annuale organizzato dal Centro Studi Demetra, che peraltro trova
una sintesi riscontrabile nella relazione impugnata, la decisione di
costruire il terzo polo aeroportuale del Lazio origina dalla necessita' di
provvedere, in via d'urgenza, all'alleggerimento del traffico nello scalo di
Ciampino, pari a oltre quattro milioni di passeggeri nel 2006 e con un trend
di ulteriore crescita, considerato eccessivo per l'impatto che produce nelle
zone abitate adiacenti l'aeroporto. Per affrontare i temi dello sviluppo
sostenibile di tale aeroporto nonche' della tutela della salute dei
cittadini, garantendo al contempo la vivibilita' delle aree circostanti lo
scalo aeroportuale, il Ministro dei Trasporti ha, in particolare, ritenuto
opportuno insediare un tavolo tecnico, coordinato dal capo della segreteria
del ministro e composto da rappresentanti del Ministero dei Trasporti, del
Ministero della Difesa, dell'Enac e dell'Enav. Al riguardo, si osserva che
il potere di attivazione di un confronto tra enti istituzionali ed enti
pubblici per l'individuazione di un nuovo sito aeroportuale costituisce, a
prescindere dalle valutazioni che saranno di seguito espresse sulla
illegittima commistione tra potere politico e potere amministrativo,
manifestazione di quel piu' ampio potere di indirizzo, programmazione e
pianificazione per la realizzazione di nuove opere pubbliche che, secondo
quanto disposto dall'art. 702 del Codice della Navigazione, risulta
incardinato in capo al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Sul punto, occorre considerare che, a seguito dell'emanazione del D.P.C.M. 5
luglio 2006, recante "Organizzazione del Ministero delle Infrastrutture", le
funzioni e i compiti prima spettanti al Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti sono stati, rispettivamente, ripartiti tra i neocostituiti
Ministero delle Infrastrutture e Ministero dei Trasporti in attuazione del
decreto legge 18 maggio 2006, recante "Disposizioni urgenti in materia di
riordino delle attribuzioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri e
dei Ministeri", convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2006,
n. 233. In particolare, ai sensi dell'art. 1, lett. a) e lett. d), del
citato decreto sono trasferite al Ministero delle Infrastrutture le funzioni
e i compiti spettanti allo Stato in materia di "programmazione,
finanziamento, realizzazione e gestione delle reti infrastrutturali di
interesse nazionale" nonche' "pianificazione delle reti, della logistica e
dei nodi infrastrutturali di interesse nazionale, realizzazione delle opere
corrispondenti e valutazione dei relativi interventi".
Ai sensi del successivo articolo 2, lett. b), del medesimo decreto, sono
trasferite al Ministero dei Trasporti le funzioni e i compiti spettanti allo
Stato in materia di "concerto sugli atti di programmazione di competenza del
Ministero delle Infrastrutture di cui all'art. 1, lett. a) e, per quanto di
competenza, alle lettere d) ed f)".
Alla luce del nuovo riparto di competenze effettuato dal citato D.P.C.M. 5
luglio 2006, il potere di indirizzo, pianificazione e programmazione per la
progettazione di infrastrutture aeroportuali di cui all'articolo 702 del
Codice della Navigazione spetta pertanto al competente Ministero delle
Infrastrutture il quale e' tenuto ad esercitare detto potere di concerto con
il Ministero dei Trasporti.
Specificamente, occorre considerare che, come del resto noto, l'istituto del
"concerto" presuppone che l'autorita' concertante elabori uno schema di
provvedimento e lo trasmetta all'autorita' concertata, che si trova in
condizioni di parita' rispetto alla prima, ai fini di ottenere il suo
consenso sul medesimo schema.
L'adozione del provvedimento definitivo rimane di esclusiva spettanza
dell'autorita' concertante ma e' condizionata al consenso dell'autorita'
concertata su uno schema gia' definito.
In tale contesto, e' evidente l'illegittimita' della procedura adottata dal
Ministero dei Trasporti che, in palese contrasto con le richiamate
disposizioni normative, non si e' limitato ad esprimere il proprio assenso
su uno schema di provvedimento adottato nell'esercizio delle funzioni di
programmazione spettanti al competente Ministero delle Infrastrutture, ma ha
di fatto esercitato dette funzioni di indirizzo e pianificazione, peraltro
senza adottare alcun provvedimento formale, convocando un vertice
istituzionale per la risoluzione della problematica afferente la costruzione
del terzo scalo aeroportuale del Lazio e insediando un'apposita Commissione
tecnica per lo svolgimento della complessa istruttoria relativa
all'individuazione del sito in cui realizzare la nuova struttura.
Tali funzioni, che non trovano riscontro in provvedimenti formali, sono
state peraltro esercitate dal Ministero dei Trasporti senza alcun
coinvolgimento del Ministero delle Infrastrutture che, seppur titolare delle
funzioni di cui all'art. 702 del Codice della Navigazione, in totale spregio
delle previsioni normative che disciplinano la materia in esame, e' stato
illegittimamente escluso dalla procedura de qua, come del resto confermato
dalla circostanza che alcun rappresentante di tale Ministero risulta che sia
stato invitato a partecipare e al vertice istituzionale del 20 febbraio 2007
e ai lavori istruttori del Tavolo tecnico successivamente costituito presso
il Ministero dei Trasporti.
La prospettata illegittimita' sussiste, pertanto, non solo in considerazione
dell'esercizio esclusivo da parte del Ministero dei Trasporti di un potere
normativamente spettante a un altro dicastero, e senza alcun coinvolgimento
di quest'ultimo, ma anche per l'assoluta carenza di qualsivoglia forma di
concertazione tra i due organi di governo atteso che gli atti impugnati,
unilateralmente adottati dal Ministro dei Trasporti, non contengono alcuna
indicazione del prescritto concerto tra il Ministro dei Trasporti e il
Ministro delle Infrastrutture.
Tanto considerato, gli atti ministeriali risultano annullabili per
incompetenza del Ministero dei Trasporti in considerazione dell'esercizio
unilaterale di un potere normativamente spettante ad altro dicastero e, in
ogni caso, in assenza di alcuna forma di concertazione tra il Ministero
delle Infrastrutture e il Ministero dei Trasporti.
*
(parte prima - segue)

3. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DI
VITERBO

Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la
riduzione del trasporto aereo: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito:
www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it
Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it

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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 79 del 17 marzo 2008

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