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Minime. 393
- Subject: Minime. 393
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 13 Mar 2008 00:56:20 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 393 del 13 marzo 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento 2. Patrizia Gentilini: Una lettera ai parlamentari europei 3. Oggi a Ferrara 4. Il 27 marzo a Roma 5. Il 5-6 aprile a Cattolica 6. Enzo Collotti presenta "Il confine degli altri" di Marta Verginella 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento 8. Per saperne di piu' 1. PROPOSTE. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO [Dal sito www.nonviolenti.org riprendiamo e diffondiamo] Anche con la prossima dichiarazione dei redditi sara' possibile sottoscrivere un versamento al Movimento Nonviolento (associazione di promozione sociale). Non si tratta di versare soldi in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato. Destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale dell'associazione. Il codice fiscale del Movimento Nonviolento da trascrivere e': 93100500235. Sono moltissime le associazioni cui e' possibile destinare il 5 mille. Per molti di questi soggetti qualche centinaio di euro in piu' o in meno non fara' nessuna differenza, mentre per il Movimento Nonviolento ogni piccola quota sara' determinante perche' ci basiamo esclusivamente sul volontariato, la gratuita', le donazioni. I contributi raccolti verranno utilizzati a sostegno della attivita' del Movimento Nonviolento ed in particolare per rendere operativa la "Casa per la pace" di Ghilarza (Sardegna), un immobile di cui abbiamo accettato la generosa donazione per farlo diventare un centro di iniziative per la promozione della cultura della nonviolenza (seminari, convegni, campi estivi, eccetera). Vi proponiamo di sostenere il Movimento Nonviolento che da oltre quarant'anni con coerenza lavora per la crescita e la diffusione della nonviolenza. Grazie. Il Movimento Nonviolento * P. S.: se non fai la dichiarazione in proprio, ma ti avvali del commercialista o di un Caf, consegna il numero di codice fiscale e di' chiaramente che vuoi destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento. Nel 2007 le opzioni a favore del Movimento Nonviolento sono state 261 (corrispondenti a circa 8.500 euro, non ancora versati dall'Agenzia delle Entrate) con un piccolo incremento rispetto all'anno precedente. Un grazie a tutti quelli che hanno fatto questa scelta, e che la confermeranno. * Per ulteriori informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 2. APPELLI. PATRIZIA GENTILINI: UNA LETTERA AI PARLAMENTARI EUROPEI [Da Patrizia Gentilini (per contatti: patrizia.gentilini at libero.it) e da varie altre persone riceviamo e diffondiamo. Patrizia Gentilini, oncologa, e' impegnata nell'Associazione Medici per l'Ambiente - Isde Italia ed in molte iniziative per il diritto alla salute e in difesa dell'ambiente] Gentile parlamentare europea/o, a breve Lei sara' chiamata/o a votare la proposta di riclassificazione dell'incenerimento dei rifiuti (con recupero energetico ad alta efficienza) a forma di recupero equiparabile al riciclaggio, sottraendola alla categoria residuale dello smaltimento. Le scrivo questa lettera per invitarLa a riflettere seriamente sulle seguenti considerazioni. Lei sa bene che, anche con impianti ad alta resa energetica, l'energia ottenuta bruciando i materiali post-consumo non e' minimamente in grado di compensare quella che potremmo salvare con il riciclaggio degli stessi materiali che, una volta bruciati, saremo costretti a produrre ex novo a partire da materie prime vergini. Le risorse materiali della terra sono finite e, purtroppo, stiamo assistendo al loro esaurimento. Quando, in seguito all'incenerimento, i materiali di partenza si saranno dispersi nell'ambiente, non saranno piu' recuperabili. Viceversa, la terra usufruisce di una fonte inesauribile di energia, il sole, che ha garantito finora lo sviluppo della vita sul nostro pianeta, dalla quale poi traggono origine le altre fonti secondarie naturali di energia, quali il vento, le maree, i salti d'acqua. Per questo motivo, anche a prescindere dalle implicazioni sanitarie connesse con l'incenerimento, riteniamo assurdo equiparare il recupero di energia ottenibile dalla combustione dei rifiuti al riciclaggio dei materiali post consumo ed al conseguente recupero di materia. Inoltre, anche applicando le migliori tecnologie disponibili, non e' possibile evitare che gli impianti di incenerimento immettano nell'ambiente inquinanti persistenti nocivi alla salute, fra i quali anche sostanze cancerogene certe per l'uomo. E' per questo motivo che si contano ormai a milioni i medici ed i cittadini europei che si sono pronunciati contro l'incenerimento: a cominciare dalla piattaforma delle organizzazioni mediche francesi, fra cui lo stesso Consiglio nazionale degli ordini dei medici, e da tante altre associazioni di medici in tutta Europa che hanno chiesto l'introduzione di una moratoria nella costruzione di nuovi impianti. Poiche' oggi sono disponibili tecnologie alternative tanto all'incenerimento quanto alla discarica, rispettose della salute e dell'ambiente, che consentono il recupero pressoche' totale ai fini produttivi dei materiali post-consumo, sarebbe assurdo ed irresponsabile incoraggiare ulteriormente la pratica dell'incenerimento dei rifiuti. Sulla base dei principi di precauzione e di sostituzione, l'incenerimento dovrebbe essere una pratica da abbandonare progressivamente, al pari del conferimento in discarica, per essere sostituita da quelle tecniche che, con impatti ambientali e sanitari ben minori, consentono recupero di materia e risparmio di energia in misura ben superiore rispetto alla combustione dei rifiuti. Confidando nel Suo buon senso e nel suo senso di responsabilita', La saluto cordialmente Patrizia Gentilini 3. INCONTRI. OGGI A FERRARA [Dall'Associazione Ferrara Terzo Mondo (per contatti: ftm at ferraraterzomondo.it) riceviamo e diffondiamo. Gianni Tamino (Mogliano Veneto, 1947), prestigioso scienziato, e' docente universitario, rigoroso studioso di questioni ambientali, gia' parlamentare italiano ed europeo, amico della nonviolenza. Laureato nel 1970 in Scienze naturali, docente universitario dal 1974 di Biologia generale e dal 2001 di Fondamenti di diritto ambientale all'Universita' di Padova. Ha svolto ricerche sugli aspetti fisici e molecolari del flusso d'informazione genetica, sugli effetti mutageni e cancerogeni degli inquinanti ambientali, sui rischi biologici dei processi e dei prodotti frutto delle moderne biotecnologie e dei campi elettromagnetici. E' stato membro della Camera dei Deputati dal 1983 al 1992 e membro del Parlamento Europeo dal 1995 al 1999, dove e' stato vicepresidente della Commissione per la cultura, l'istruzione e i mezzi di informazione ed ha anche seguito in particolare la normativa comunitaria in tema di biotecnologie. Membro del gruppo di lavoro del Ministero delle politiche agricole sugli Ogm, del Comitato nazionale per la biosicurezza e le biotecnologie e della Commissione interministeriale per le biotecnologie. Ha partecipato a numerosi convegni, ha pubblicato numerosi articoli su riviste scientifiche, ha partecipato come esperto a numerose trasmissioni televisive e radiofoniche. Tra le opere di Gianni Tamino: (con Fabrizia Pratesi), Ladri di geni. Dalle manipolazioni genetiche ai brevetti sul vivente, Editori Riuniti, 2001; Il bivio genetico. Salute e biotecnologia tra ricerca e mercato, Edizioni Ambiente, 2001; (con Gino Ditadi, Margherita Hack), Etica, biodiversita', biotecnologie, emergenze ambientali, Isonomia, 2002; (et alii, a cura di L. Silici), Ogm: le verita' sconosciute di una strategia di conquista, Editori Riuniti, 2004; Cancro: un male evitabile. Come combattere una strage inutile, Cosmopolis, 2006. Alexander Langer e' nato a Sterzing (Vipiteno, Bolzano) nel 1946, e si e' tolto la vita nella campagna fiorentina nel 1995. Promotore di infinite iniziative per la pace, la convivenza, i diritti, l'ambiente. Per una sommaria descrizione della vita cosi' intensa e delle scelte cosi generose di Langer rimandiamo ad una sua presentazione autobiografica che e' stata pubblicata col titolo Minima personalia sulla rivista "Belfagor" nel 1986 (poi ripresa in La scelta della convivenza). Opere di Alexander Langer: Vie di pace. Rapporto dall'Europa, Arcobaleno, Bolzano 1992 esaurito). Dopo la sua scomparsa sono state pubblicate alcune belle raccolte di interventi: La scelta della convivenza, Edizioni e/o, Roma 1995; Il viaggiatore leggero. Scritti 1961-1995, Sellerio, Palermo 1996; Scritti sul Sudtirolo, Alpha&Beta, Bolzano 1996; Die Mehrheit der Minderheiten, Wagenbach, Berlin 1996; Piu' lenti, piu' dolci, piu' profondi, suppl. a "Notizie Verdi", Roma 1998; The Importance of Mediators, Bridge Builders, Wall Vaulters and Frontier Crossers, Fondazione Alexander Langer Stiftung - Una Citta', Bolzano-Forli' 2005; Fare la pace. Scritti su "Azione nonviolenta" 1984-1995, Cierre - Movimento Nonviolento, Verona, 2005; Lettere dall'Italia, Editoriale Diario, Milano 2005; Alexander Langer, Was gut war Ein Alexander-Langer-ABC; inoltre la Fondazione Langer ha terminato la catalogazione di una prima raccolta degli scritti e degli interventi (Langer non fu scrittore da tavolino, ma generoso suscitatore di iniziative e quindi la grandissima parte dei suoi interventi e' assai variamente dispersa), i materiali raccolti e ordinati sono consultabili su appuntamento presso la Fondazione. Opere su Alexander Langer: Roberto Dall'Olio, Entro il limite. La resistenza mite di Alex Langer, La Meridiana, Molfetta 2000; AA. VV. Una vita piu' semplice, Biografia e parole di Alexander Langer, Terre di mezzo - Altreconomia, Milano 2005; Fabio Levi, In viaggio con Alex, la vita e gli incontri di Alexander Langer (1946-1996), Feltrinelli, Milano 2007. Si vedano inoltre almeno i fascicoli monografici di "Azione nonviolenta" di luglio-agosto 1996, e di giugno 2005; l'opuscolo di presentazione della Fondazione Alexander Langer Stiftung, 2000, 2004; il volume monografico di "Testimonianze" n. 442 dedicato al decennale della morte di Alex. Inoltre la Casa per la nonviolenza di Verona ha pubblicato un cd-rom su Alex Langer (esaurito). Videografia su Alexander Langer: Alexander Langer: 1947-1995: "Macht weiter was gut war", Rai Sender Bozen, 1997; Alexander Langer. Impronte di un viaggiatore, Rai Regionale Bolzano, 2000; Dietmar Hoess, Uno di noi, Blue Star Film, 2007. Un indirizzo utile: Fondazione Alexander Langer Stiftung, via Latemar 3, 9100 Bolzano-Bozen, tel. e fax: 0471977691; e-mail: info at alexanderlanger.org, sito: www.alexanderlanger.org] Scuola della nonviolenza di Ferrara, anno scolastico 2007-2008 Giovedi' 13 marzo, ore 21, presso la Parrocchia dell'Immacolata, Piazzale Dante 38, a Ferrara, si terra' un incontro su "I Balcani, l'altra faccia dell'Europa", con Gianni Tamino, del Movimento Nonviolento e della Fondazione "Alexander Langer". * Un'occasione per conoscere l'attivita' della Fondazione "Alexander Langer" Stiftung nel progetto "Adopt Srebrenica", alla quale per il secondo anno la Rete Lilliput di Ferrara ha dedicato i fondi raccolti nella campagna di Obiezione alle spese militari. Sara' anche un momento per una piu' ampia conversazione sulla situazione nei Balcani, in particolare nel Kossovo che in queste settimane ha dichiarato in via unilaterale la propria indipendenza. Gianni Tamino e' stato parlamentare europeo subentrato ad Alex Langer negli anni della guerra nei Balcani. * La Scuola della nonviolenza e' sostenuta da: Comune di Ferrara, Ferrara Citta' per la Pace, Provincia di Ferrara, Centro Servizi per il Volontariato. Per informazioni e contatti: Associazine Ferrara Terzo Mondo, corso Porta Po 72/a, 44100 Ferrara, tel. 0532205472 - 0532774820, e-mail: ftm at ferraraterzomondo.it, sito: www.ferraraterzomondo.it 4. INCONTRI. IL 27 MARZO A ROMA [Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo la seguente notizia. Judith Butler, pensatrice femminista americana, nata nel 1956, insegna attualmente retorica e letteratura comparata all'Universita' di Berkeley, California; e' figura di primo piano del dibattito contemporaneo su sessualita', potere e identita'; le sue ricerche rappresentano uno dei contributi piu' originali all'interno dei cultural studies e della queer theory. Dal quotidiano "Il manifesto" del 24 marzo 2003 riprendiamo questa presentazione di Judith Butler scritta da Ida Dominijanni: "Judith Butler e' una delle massime figure di spicco nel panorama internazionale della teoria femminista. Docente di filosofia politica all'universita' di Berkeley in California, ha pubblicato nell'87 il suo primo libro (Subjects of Desire) e nel '90 il secondo, Gender Trouble, testo tuttora di culto nei campus americani, cruciale per la messa a fuoco delle categorie del sesso, del genere e dell'identita'. Del '93 e' Bodies that matter (Corpi che contano, Feltrinelli, Milano 1995), del '97 The Psychic Life of Power. Filosofa di talento e di solida formazione classica, Butler appartiene a quello stile di pensiero post-strutturalista che intreccia la filosofia politica con la psicoanalisi, la linguistica, la critica testuale; e a quella generazione del femminismo americano costitutivamente attraversata e tormentata dalle differenze sociali, etniche e sessuali fra donne e dalla frammentazione dell'identita' che ne consegue. Decostruzione dell'identita', analisi del corpo fra materialita' e linguaggio, critica della norma eterosessuale e dei dispositivi di inclusione/esclusione che essa comporta, critica del potere e del biopotere sono gli assi principali del suo lavoro, che sul piano politico sfocia in una strategia di radicalita' democratica basata sulla destabilizzazione e lo shifting delle identita'. Fin da subito attenta ai nefasti effetti dell'11 settembre e della reazione antiterrorista sulla democrazia americana, Butler e' fra gli intellettuali americani maggiormente imegnati nel movimento no-war. 'La rivista del manifesto' ha pubblicato sul n. 35 dello scorso gennaio il suo Modello Guantanamo, un atto d'accusa del passaggio di sovranita' che negli Stati Uniti si va producendo all'ombra dell'emergenza antiterrorista: fine della divisione dei poteri, progressivo svincolamento del potere politico dalla soggezione alla legge, crollo dello stato di diritto con le relative conseguenze sul piano del diritto penale (demolizione delle garanzie processuali) e del diritto internazionale (violazione di trattati e convenzioni). A dimostrazione di come la guerra in nome della liberta' e la soppressione delle liberta' si saldino in un'unica offensiva di abiezione dei 'corpi che non contano', per le strade di Baghdad e nelle gabbie di Guantanamo". Opere di Judith Butler disponibili in italiano: Corpi che contano, Feltrinelli, Milano 1995; La rivendicazione di Antigone, Bollati Boringhieri, Torino 2003; Vite precarie. Contro l'uso della violenza in risposta al lutto collettivo, Meltemi, Roma 2004; Scambi di genere. Identita', sesso e desiderio, Sansoni, Firenze 2004; Critica della violenza etica, Feltrinelli, Milano 2006. Da "Alias" del 7 ottobre 2006) riprendiamo anche la seguente scheda: "Di Judith Butler, filosofa californiana fra le piu' amate e discusse del panorama femminista internazionale, sono disponibili in italiano Scambi di genere (Sansoni 2004, opinabile traduzione di Gender Trouble, il libro del 1990 che l'ha resa famosa, consacrandola come teorica queer), Corpi che contano (Feltrinelli 1996), La rivendicazione di Antigone (Bollati Borighieri 2003), Vite precarie (Meltemi 2003), La vita psichica del potere (Meltemi 2005). Critica della violenza etica testimonia la piu' recente curvatura del percorso di Butler, che la porta ben oltre il dirompente inizio di Gender Truble, come lei stessa argomenta in Undoing Gender (Routledge 2004) di prossima uscita (Meltemi): la sua ricezione italiana, troppo legata alla sua immagine di partenza, dovrebbe giovarsene. Per un confronto fra posizioni diverse all'interno di una comune matrice femminista poststrutturalista, cfr. Il resoconto di un recente incontro in Polonia fra Butler e Rosi Braidotti in www.metamute.org". Su Wendy Brown, filosofa, docente e saggista, si vedano le notizie biobibliografiche nel testo che segue] Giovedi' 27 marzo Judith Butler e Wendy Brown terranno due seminari correlati sul tema "Sovranita', confini, vulnerabilita'" nell'aula magna della Facolta' di lettere e filosofia di Roma3 (via Ostiense 234, dalle ore 9 alle 18). Judith Butler, ovunque riconosciuta come una delle voci piu' significative del dibattito filosofico femminista contemporaneo, non ha bisogno di presentazioni. Wendy Brown, meno nota in Italia dove non e' ancora stata tradotta, e' una filosofa della politica altrettanto interessante e radicale, autrice di testi importanti sulla sovranita', la liberta', la tolleranza, nonche' di interventi su temi molto prossimi al dibattito italiano (malinconia e conservatorismo della sinistra, rapporto fra politica e diritto, natura del neoliberismo etc). Per entrambe si tratta della prima visita in Italia. * Judith Butler e' Maxine Elliot Professor nel Dipartimento di Retorica e Letterature comparate all'Universita' della California di Berkeley. Ha insegnato in precedenza a Princeton e tiene frequentemente corsi e conferenze a Parigi e Francoforte. Di formazione post-strutturalista, e' una figura-ponte fra la filosofia europea continentale e la filosofia e le scienze umane nordamericane: fra gli autori piu' ricorrenti nei suoi scritti: Hegel, Nietzsche, Foucault, Derrida, Freud, Lacan, De Beauvoir, Irigaray, J. L. Austin. Nota in tutto il mondo per il contributo decisivo che ha dato al pensiero femminista con la teoria della performativita' del genere (Gender Trouble, 1990), lavora al confine fra filosofia politica, psicoanalisi e etica. Muovendo, fin dai primi libri, dalla teoria della sessualita', dalla critica della nozione di identita' e dal rapporto fra costituzione della soggettivita', desiderio e norme, negli scritti piu' recenti si interroga sullo statuto dell'umano e delinea una "ontologia della fragilita'" in risposta alla crisi del soggetto sovrano e della sovranita' statuale. Per Gender Trouble, tradotto in venti lingue, e' stata annoverata dal magazine britannico "The Face" fra le cinquanta personalita' di maggiore influenza sulla cultura popolare negli anni Novanta. Con Precarious Life si e' affermata come una delle piu' impegnate voci critiche del pensiero politico americano del dopo 11 settembre. Attualmente sta lavorando sulla critica della violenza di stato nel pensiero ebraico pre-sionista. Quasi tutta la sua opera e' disponibile in italiano e la sua visita a Roma coincide con la traduzione italiana del suo primo libro, Subjects of Desires, e dell'ultimo, Who Sings the Nation State?, scritto con Gayatri Chakravorty Spivak. * Wendy Brown e' professoressa di Scienza politica all'Universita' di Berkeley. Ha insegnato in precedenza a Santa Cruz e al Williams College in California, e' membro dell'Istituto di studi avanzati di Princeton e ha discusso i suoi lavori in varie universita' europee. Studiosa di confine fra teoria politica, teoria critica, studi femministi e postcoloniali, e' nota soprattutto per avere intrecciato le prospettive di Marx, Nietzsche, Weber, Freud, Foucault, dei teorici della Scuola di Francoforte e dei filosofi continentali contemporanei nell'analisi critica del potere, della liberta', della tolleranza, dell'identita', della cittadinanza, della soggettivita' politica nelle democrazie liberali contemporanee. Attualmente lavora sulle trasformazioni della sovranita' nel quadro del capitalismo globale e del conflitto interculturale. * Bibliografia di Judith Butler: - Subjects of Desire: Hegelian Reflections in Twentieth-Century France, Columbia University Press, New York 1987 (di prossima traduzione presso Laterza). - Gender Trouble. Feminism and the Subversion of Identity, Routledge, London 1990 (trad. it. Scambi di genere. Identita', sesso e desiderio, Sansoni, Milano 2004). - Bodies that Matter. On the Discoursive Limits of "Sex", Routledge, London 1993 (trad. it. Corpi che contano. I limiti discorsivi del "sesso", Feltrinelli, Milano 1996). - Exitable Speech: A Politics of the Performative, Routledge, London-New York 1997. - The Psychic Life of Power: Theories in Subjection, Stanford University Press, Stanford 1997 (trad. it. La vita psichica del potere, Meltemi, Roma 2005). - Antigone's Claim. Kinship between Life and Death, Columbia University Press, New York 2000 (trad. it. La rivendicazione di Antigone. La parentela fra la vita e la morte, Bollati Boringhieri, Torino 2003). - Precarious Life. The Power of Mourning and Violence, Verso, London 2004 (trad. it. Vite precarie. Contro l'uso della violenza in risposta al lutto collettivo, Meltemi, Roma 2004). - Undoing Gender, Routledge, London-New York 2004 (trad. it. La disfatta del genere, Meltemi, Roma 2006). - Giving an Account of Oneself, Fordham University Press, New York 2005 (trad. it. Critica della violenza etica, Feltrinelli, Milano 2006). * Bibliografia di Wendy Brown: - Manhood and Politics: A Feminist Reading in Political Theory, Rowman and Littlefield, 1988. - States of Injury: Power and Freedom in Late Modernity, Princeton 1995. - Politics Out of History, Princeton 2001. - Left Legalism/Left Critique (con Janet Halley), Duke 2002. - Edgework: Critical Essays in Knowledge and Politics, Princeton 2005. - Regulating Aversion: Tolerance in the Age of Identity and Empire, Princeton 2006. 5. INCONTRI. IL 5-6 APRILE A CATTOLICA [Dalla Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari per la difesa popolare nonviolenta (per contatti: locosm at tin.it) riceviamo e diffondiamo] Sabato 5 e domenica 6 aprile 2008, a Cattolica (Rn), presso l'Hotel Royal, viale Carducci 30, si svolgera' la XXVII assemblea nazionale della Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari per la difesa popolare nonviolenta * Programma di massima: Sabato 5 aprile ore 10: Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari per la difesa popolare nonviolenta: relazione di segreteria, dati campagna, volantone, opzione di finanziamento 5 per mille. ore 13: Pranzo. ore 15: Dibattito su Aumento spese militari, Nuovo modello alternativo di difesa, Difesa popolare nonviolenta. ore 19: Cena. ore 21: Spazio aperto per interventi o proseguimento interventi. * Domenica 6 aprile ore 9: Dibattito su obiezione di coscienza alle spese militari internazionale, Opzione fiscale, Osservatorio sulla difesa popolare nonviolenta, Comitato difesa civile nonarmata e nonviolenta. ore 11,30: Elezione membri del Coordinamento politico della campagna. ore 13: Pranzo. * E' obbligatoria la prenotazione, contattando la Loc di Milano (tel. e fax: 0258101226, e-mail: locosm at tin.it, cell. Giuseppe 3396489529) per gestire meglio la parte organizzativa. * Indicazioni logistiche: l'assemblea si svolgera' presso l'Hotel Royal, via Carducci 30, Cattolica (Rn). Per raggiungere la sede dell'assemblea: - in auto: si esce dall'autostrada, si gira a destra e si prosegue sempre dritto entrando a Cattolica. Bisogna andare sempre diritto, anche quando si incontrano due rotonde e uno stop: sempre dritto, non si puo' sbagliare. Quando si arriva su viale Carducci, che e' sul lungomare, subito a destra si vede l'Hotel Royal. - in treno: dalla stazione Fs di Cattolica, l'Hotel Royal e' raggiungibile a piedi in circa 10 minuti. All'uscita dalla stazione, imboccare il viale di fronte fino allo stop; da qui si gira a sinistra fino ad una rotonda abbastanza grande (ce n'e' prima una piu' piccola). Da li', girare a destra finche' si vede il mare; arrivati sul lungomare, a sinistra inizia viale Carducci: noi siamo al n. 30. Costi: il costo e' di 30 euro per un giorno di pensione completa (sabato) + 10 euro per il pranzo di domenica. Per chi e' vicino e rimane solo a mangiare, il costo e' di 10 euro a pasto. Chi per problemi di viaggio deve arrivare venerdi' sera deve segnalarlo (venerdi' notte e colazione sabato 17 euro). Nei costi di partecipazione e' gia' inserito quanto dovuto per i saloni e per l'attrezzatura che useremo. L'assemblea sara' l'occasione per fare insieme il punto della situazione, attrezzandoci per raggiungere gli obiettivi vecchi e nuovi che ci siamo proposti. * P.S.: Chi avesse problemi di partecipazione all'assemblea e' invitato a inviare documentazione o propri scritti al Centro coordinatore nazionale. * La campagna e' promossa da: Associazione per la pace, Associazione papa Giovanni XXIII, Lega disarmo unilaterale, Lega obiettori di coscienza, Pax Christi, Berretti bianchi, Gavci. Aderiscono: Agenzia per la pace Sondrio, Rete Lilliput, Casa per la pace Milano, Donne in nero Como, Associazione locale obiezione e nonviolenza Forli', Un Ponte per..., Coordinamento comasco per la pace, Coop. Chico Mendes, Coordinamento lombardo Nord/Sud, Centro Gandhi Pisa, Comunita' dell'Arca, Centro di documentazione del manifesto pacifista internazionale Bologna, Solidaunia Foggia, Rete Radie' Resch Foggia, Caritas Foggia. * Per ulteriori informazioni: Centro coordinatore nazionale della Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari per la difesa popolare nonviolenta, c/o Loc, via M. Pichi 1, 20143 Milano, tel. e fax: 0258101226, e-mail: locosm at tin.it, sito: www.osmdpn.it 6. LIBRI. ENZO COLLOTTI PRESENTA "IL CONFINE DEGLI ALTRI" DI MARTA VERGINELLA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 5 marzo 2008, col titolo "Slavi in Venezia Giulia, una storia dimezzata" e il sommario "A quella che fu la minoranza slovena sotto il fascismo e' dedicato Il confine degli altri, di Marta Verginella. Privilegiando testimonianze autobiografiche, fra cui quella dello scrittore Boris Pahor, la studiosa scompone la visione monolitica degli slavi proposta dal regime restituendo un universo multiforme e vivace". Enzo Collotti e' un illustre storico e docente universitario. Opere di Enzo Collotti: segnaliamo particolarmente La Germania nazista, Einaudi, Torino 1962; Fascismo, fascismi, Sansoni, Firenze 1989. Tra vari altri suoi importanti lavori cfr. anche La soluzione finale, Newton Compton, Roma 1995. Marta Verginella (Trieste, 20 giugno 1960), storica slovena, nata a Trieste in una famiglia appartenente alla comunita' slovena della Venezia Giulia italiana, laureata all'Universita' di Trieste, ha continuato gli studi all'Universita' di Lubiana, dove ha ottenuto il dottorato nel 1995. Negli anni Ottanta ha lavorato come professoressa nel liceo di lingua slovena a Trieste; dal 1992 lavora all'Universita' di Lubiana, dove insegna storia generale del XIX secolo e teoria della storia. Si occupa soprattutto di storia sociale e antropologia storica, come anche della problematica degli usi dei metodi storiografici. Dal 2004 dirige il Dipartimento di Storia dell'Universita' di Lubiana, dove insegna storia sociale dell'Ottocento e teoria della storia. Insegna anche all'Universita' del Litorale di Capodistria. E' una dei piu' importanti storici sloveni; appartiene alla generazione che introdusse, agli inizi degli anni Novanta, i procedimenti della Scuola delle "Annales" nella storiografia slovena; importante e' soprattutto il suo lavoro di ricerca sulla storia sociale nell'Istria dell'Ottocento e Novecento e sulla memoria storica degli sloveni della Venezia Giulia; e' anche autrice di alcuni documentari per la televisione slovena. Tra le opere di Marta Verginella in italiano: Citta' e campagna nel tramonto asburgico: un villaggio al confine fra Istria e Slovenia, Loescher, Torino 1990; Fra invenzione della tradizione e riscrittura del passato: la storiografia slovena degli anni Novanta, Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia, Trieste 1999; Sloveni a Trieste tra Sette e Ottocento: da comunita' etnica a minoranza nazionale, Lint, Trieste 2001; (con Sandi Volk, Katja Colja), Storia e memoria degli sloveni del Litorale: fascismo, guerra e Resistenza, Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia, Trieste 1994; (con Marco Puppini, Ariella Verrocchio), Dal processo Zaniboni al processo Tomazic: il tribunale di Mussolini e il confine orientale, 1927-1941, Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia, Trieste 2003; "Guerre e memorie slovene", in Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli-Venezia Giulia (a cura di), Friuli e Venezia Giulia: storia del '900, Libreria editrice Goriziana, Gorizia 1997; L'esodo italiano nella storiografia slovena, in Marina Cattaruzza, Marco Dogo, Raoul Pupo (a cura di), Esodi: trasferimenti forzati di popolazione nel Novecento europeo, Edizioni scientifiche italiane, Napoli 2000; "La campagna istriana nel vortice della rivoluzione", in Trieste tra ricostruzione e ritorno all'Italia (1945-1954), Trieste, 2004; Uso della storia nella Sonderweg slovena, "Storica" 19, 2001; Il confine degli altri. La questione giuliana e la memoria slovena, Donzelli, Roma 2008] Nel lavoro di revisione tuttora in corso di quella prospettiva nazionalista della storia della Venezia Giulia che ci e' stata lasciata in eredita' dal fascismo, uno degli aspetti ancora meno noti al pubblico italiano rimane la voce degli altri, degli sloveni, che il fascismo voleva espungere dalla storia costringendoli all'assimilazione forzata o ad allontanarsi dalla loro terra, e che oggi invece - dopo le catastrofiche conseguenze della guerra fascista, dopo il tracciato di nuovi confini e non da ultimo dopo gli sviluppi dell'integrazione nell'Unione europea che consente la libera circolazione tra l'Italia e Slovenia - sono nostri direttori interlocutori. * Residui risentimenti Nonostante il grande rinnovamento che la piu' giovane storiografia italiana sul confine orientale ha compiuto negli ultimi venti anni (partendo dall'acquisizione dei risultati degli studi di Elio Apih, di Rino Sala e di altri, relativi al processo di snazionalizzazione delle popolazioni slave della Venezia Giulia, per allargare l'orizzonte alle vicende della seconda guerra mondiale e dell'ultimo drammatico dopoguerra), la storia dell'area nordorientale contesa tra Italia e Jugoslavia e' rimasta sostanzialmente per il lettore italiano una storia a senso unico o nel migliore dei casi, quando comprendeva l'intera area, la storia vista dagli italiani. Anche difficolta' linguistiche, e non solo incomprensioni e residui risentimenti, hanno contribuito in modo notevole a creare barriere, oltre a quelle gia' cosi' pesanti di carattere psicologico, e a scoraggiare la conoscenza reciproca delle due popolazioni contigue, quando non addirittura mescolate sullo stesso territorio. Tra le realta' e le eredita' culturali degli accesi nazionalismi di frontiera, una delle piu' nefaste e' per l'appunto quella che ha alimentato una storia dimezzata, dall'una e dall'altra parte, con il sottinteso sottilmente razzista che soltanto la storia della propria parte e della propria civilta' era degna di essere raccontata in quanto espressione di un gruppo nazionale superiore. Siamo viceversa convinti che soltanto una storiografia che fosse capace di affrontare la storia dello spazio al di qua e al di la' del confine in una visione unitaria senza mistificazione alcuna - e quindi senza perdere di vista le diversita' e le molteplici variazioni interne alle due (o anche piu') componenti nazionali - contribuirebbe in maniera sostanziale a creare con una buona conoscenza reciproca una reale collaborazione tra le storiografie e nei due stati vicini una cultura politica consapevole delle radici comuni e di comuni principii di convivenza. * La questione giuliana Non e' un cammino facile ma segni positivi si sono gia' registrati in passato, come nel caso della commissione di storici italiani e sloveni che fece conoscere alla fine del 1990 la conclusione dei propri lavori tuttora insufficientemente divulgati (ma il testo della sua relazione e' raccolto ora nel volume a cura di Pierluigi Pallante, Foibe. Memoria e futuro, Editore Riuniti). Un segno ancora piu' significativo e' pero' costituito ora da un prezioso volume di Marta Verginella che si presenta come uno dei piu' cospicui contributi a fare conoscere nel resto d'Italia - grazie anche alla diffusione di un editore nazionale - le vicende di quella che fu la minoranza slovena nell'Italia fascista e alle origini delle vicende della Venezia Giulia sul finire della seconda guerra mondiale: Il confine degli altri. La questione giuliana e la memoria slovena (prefazione di Guido Crainz, Donzelli, pp. 128, euro 14). * Oppressori e vittime Docente all'universita' di Lubiana, Marta Verginella da molti anni riflette sulla sorte delle popolazioni slave della Venezia Giulia, non secondo i canoni della storia politica ma interrogando e lavorando sui vissuti di uomini e donne, privilegiando fonti autobiografiche e memorialistiche. Negli ultimi mesi fra l'altro, in collaborazione con l'Istituto per la storia del movimento di Liberazione di Trieste, ha curato un nutrito fascicolo di "Qualestoria" (La storia al confine e oltre il confine) dedicato alla storiografia slovena, assolvendo ad una funzione di informazione e di scambio culturale della quale sarebbe difficile sottovalutare l'importanza. Il confine degli altri appare scritto in primo luogo per fare conoscere al pubblico italiano la parte poco nota o del tutto ignota di una storia che prima ancora di essere storia degli sloveni o dei croati e' storia di tutti noi, italiani e sloveni e croati, e' storia dello stato e della societa' italiana. E' bene percio' che il pubblico italiano sappia come lo stato italiano ha trattato gli sloveni e i croati, che ha voluto suoi sudditi, perche' non ha mai riconosciuto loro la dignita' di cittadini. Questo non e' un libro trionfalistico, non parla di vendette, parla di sofferenze durate decenni. Ci fa vedere come le sofferenze che gli italiani hanno rivendicato sempre e soltanto per se', atteggiandosi costantemente a vittime, dimenticando quelle che come oppressori hanno inflitto agli altri, hanno fatto parte del vissuto anche degli sloveni, fossero essi soggetti diretti dell'oppressione, costretti all'esilio o alla scelta di una emigrazione certamente non volontaria da cui derivavano, all'atto dell'insediamento fra gli sloveni al di la' del vecchio confine, fenomeni di spaesamento e difficolta' di radicamento consueti a tutte le comunita' di migranti ma qui acuite dalla pressione degli opposti nazionalismi e dall'asfissia claustrofobica che rischia di soffocare le minoranze assediate. Tra i risultati piu' fecondi di questo libro considererei la scomposizione che Marta Verginella opera di quella visione stereotipata degli "slavi", presi in blocco come fossero un'entita' monolitica, nei quali il fascismo di frontiera (e non solo) volle additare il nemico da neutralizzare e al limite da distruggere. In realta', gli sloveni che vivono tra Trieste e dintorni costituiscono una societa' molteplice e variegata, nella stratificazione sociale come nelle appartenenze politiche, sono contadini, operai, commercianti, professionisti, preti, intellettuali; sono cattolici, liberali, nazionalisti, comunisti. Un universo attraversato dalle mille tensioni dell'epoca e tuttavia animato da una forte attivita' nella difesa della propria cultura e della propria lingua prima ancora di una vera e propria identita'. Colpisce incontrare tra i testimoni di questo libro un personaggio come Boris Pahor, scrittore triestino di lingua slovena, il cui libro Necropoli (Fazi, pp. 280, euro 16) sull'odissea concentrazionaria cui lo condanno' la partecipazione alla Resistenza, fu scritto nel 1966 ma soltanto poco piu' di dieci anni fa pote' avere una limitata tiratura in lingua italiana e forse solo ora che e' stato riedito da un editore di livello nazionale con la presentazione di Claudio Magris entrera' nel circuito di conoscenza che merita. * Gli abitanti dei cimiteri La citazione non e' gratuita: in questo straordinario libro che e' Necropoli Pahor ripercorrendo la sua esistenza non puo' esimersi dal tracciare una linea dal suo essere stato testimone sin dal 1920 - nell'"angoscia della comunita' rinnegata" - delle violenze squadriste a Trieste ai traumi degli anni successivi sino a culminare nell'orrore del lager: "Il tutto divenne ancor piu' mostruoso quando a decine di migliaia di persone furono cambiati il cognome e il nome, e cio' non soltanto ai vivi ma anche agli abitanti dei cimiteri. Ed ecco che quella soppressione che era durata un quarto di secolo raggiungeva nel campo il suo limite estremo riducendo l'individuo ad un numero". L'immagine potente di Pahor prefigura il piano inclinato che porto' a frodare "di ogni visione dei giorni futuri" tanti uomini e tante donne della componente slovena. Non poteva sfuggire alla sensibilita' dell'autrice la dimensione dello scherno, dell'offesa di cui erano gratificati gli esponenti della minoranza, trattati al di sotto di ogni livello di umanita', come gli imputati del processo di Trieste del 1941 che vennero apostrofati come "omuncoli impastati di odio" o, peggio ancora, come un "groviglio immondo di rettili umani striscianti nell'ombra e nel fango". * Un finale incandescente Tra le molte altre cose che varrebbe la pena di menzionare di questo piccolo ma denso libro, va segnalato in particolare il quarto capitolo (L'essenza nazionalista dell'antiitalianita'), nel quale l'autrice risale alle radici nell'Ottocento asburgico degli antagonismi nazionali e all'irrigidimento dello scontro tra "risveglio slavo" e politica di difesa della nazione italiana, con la precoce tendenza a realizzare il gioco delle reciproche esclusioni, che sara' inasprito dalle due guerre mondiali, sino alla rivendicazione di una Trieste slovena dopo lo spartiacque decisivo dell'invasione fascista del 1941 e piu' ancora dell'8 settembre del 1943, che rafforzo' la convinzione che tutto il litorale dovesse entrare a far parte dei confini della nuova Jugoslavia. Un finale incandescente del quale fu parte la tragedia delle foibe, che inghiottirono collaborazionisti di fascisti e nazisti ma anche antifascisti italiani e sloveni invisi alle autorita' d'occupazione jugoslave. Per concludere, "un libro necessario", lo definisce nella breve ma intensa prefazione Guido Crainz, che alla contestualizzazione della questione giuliana aveva gia' offerto un importante contributo con il volume Il dolore e l'esilio, L'Istria e le memorie divise d'Europa, sempre presso Donzelli: una valutazione che ci sembra di dovere sottoscrivere senza alcuna riserva. 7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 8. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 393 del 13 marzo 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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