Minime. 393



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 393 del 13 marzo 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento
2. Patrizia Gentilini: Una lettera ai parlamentari europei
3. Oggi a Ferrara
4. Il 27 marzo a Roma
5. Il 5-6 aprile a Cattolica
6. Enzo Collotti presenta "Il confine degli altri" di Marta Verginella
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento
8. Per saperne di piu'

1. PROPOSTE. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
[Dal sito www.nonviolenti.org riprendiamo e diffondiamo]

Anche con la prossima dichiarazione dei redditi sara' possibile
sottoscrivere un versamento al Movimento Nonviolento (associazione di
promozione sociale).
Non si tratta di versare soldi in piu', ma solo di utilizzare diversamente
soldi gia' destinati allo Stato.
Destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e'
facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il
numero di codice fiscale dell'associazione.
Il codice fiscale del Movimento Nonviolento da trascrivere e': 93100500235.
Sono moltissime le associazioni cui e' possibile destinare il 5 mille. Per
molti di questi soggetti qualche centinaio di euro in piu' o in meno non
fara' nessuna differenza, mentre per il Movimento Nonviolento ogni piccola
quota sara' determinante perche' ci basiamo esclusivamente sul volontariato,
la gratuita', le donazioni.
I contributi raccolti verranno utilizzati a sostegno della attivita' del
Movimento Nonviolento ed in particolare per rendere operativa la "Casa per
la pace" di Ghilarza (Sardegna), un immobile di cui abbiamo accettato la
generosa donazione per farlo diventare un centro di iniziative per la
promozione della cultura della nonviolenza (seminari, convegni, campi
estivi, eccetera).
Vi proponiamo di sostenere il Movimento Nonviolento che da oltre
quarant'anni con coerenza lavora per la crescita e la diffusione della
nonviolenza.
Grazie.
Il Movimento Nonviolento
*
P. S.: se non fai la dichiarazione in proprio, ma ti avvali del
commercialista o di un Caf, consegna il numero di codice fiscale e di'
chiaramente che vuoi destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento.
Nel 2007 le opzioni a favore del Movimento Nonviolento sono state 261
(corrispondenti a circa 8.500 euro, non ancora versati dall'Agenzia delle
Entrate) con un piccolo incremento rispetto all'anno precedente. Un grazie a
tutti quelli che hanno fatto questa scelta, e che la confermeranno.
*
Per ulteriori informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito:
www.nonviolenti.org

2. APPELLI. PATRIZIA GENTILINI: UNA LETTERA AI PARLAMENTARI EUROPEI
[Da Patrizia Gentilini (per contatti: patrizia.gentilini at libero.it) e da
varie altre persone riceviamo e diffondiamo.
Patrizia Gentilini, oncologa, e' impegnata nell'Associazione Medici per
l'Ambiente - Isde Italia ed in molte iniziative per il diritto alla salute e
in difesa dell'ambiente]

Gentile parlamentare europea/o,
a breve Lei sara' chiamata/o a votare la proposta di riclassificazione
dell'incenerimento dei rifiuti (con recupero energetico ad alta efficienza)
a forma di recupero equiparabile al riciclaggio, sottraendola alla categoria
residuale dello smaltimento.
Le scrivo questa lettera per invitarLa a riflettere seriamente sulle
seguenti considerazioni.
Lei sa bene che, anche con impianti ad alta resa energetica, l'energia
ottenuta bruciando i materiali post-consumo non e' minimamente in grado di
compensare quella che potremmo salvare con il riciclaggio degli stessi
materiali che, una volta bruciati, saremo costretti a produrre ex novo a
partire da materie prime vergini.
Le risorse materiali della terra sono finite e, purtroppo, stiamo assistendo
al loro esaurimento. Quando, in seguito all'incenerimento, i materiali di
partenza si saranno dispersi nell'ambiente, non saranno piu' recuperabili.
Viceversa, la terra usufruisce di una fonte inesauribile di energia, il
sole, che ha garantito finora lo sviluppo della vita sul nostro pianeta,
dalla quale poi traggono origine le altre fonti secondarie naturali di
energia, quali il vento, le maree, i salti d'acqua.
Per questo motivo, anche a prescindere dalle implicazioni sanitarie connesse
con l'incenerimento, riteniamo assurdo equiparare il recupero di energia
ottenibile dalla combustione dei rifiuti al riciclaggio dei materiali post
consumo ed al conseguente recupero di materia.
Inoltre, anche applicando le migliori tecnologie disponibili, non e'
possibile evitare che gli impianti di incenerimento immettano nell'ambiente
inquinanti persistenti nocivi alla salute, fra i quali anche sostanze
cancerogene certe per l'uomo.
E' per questo motivo che si contano ormai a milioni i medici ed i cittadini
europei che si sono pronunciati contro l'incenerimento: a cominciare dalla
piattaforma delle organizzazioni mediche francesi, fra cui lo stesso
Consiglio nazionale degli ordini dei medici, e da tante altre associazioni
di medici in tutta Europa che hanno chiesto l'introduzione di una moratoria
nella costruzione di nuovi impianti.
Poiche' oggi sono disponibili tecnologie alternative tanto all'incenerimento
quanto alla discarica, rispettose della salute e dell'ambiente, che
consentono il recupero pressoche' totale ai fini produttivi dei materiali
post-consumo, sarebbe assurdo ed irresponsabile incoraggiare ulteriormente
la pratica dell'incenerimento dei rifiuti.
Sulla base dei principi di precauzione e di sostituzione, l'incenerimento
dovrebbe essere una pratica da abbandonare progressivamente, al pari del
conferimento in discarica, per essere sostituita da quelle tecniche che, con
impatti ambientali e sanitari ben minori, consentono  recupero di materia e
risparmio di energia in misura ben superiore rispetto alla combustione dei
rifiuti.
Confidando nel Suo buon senso e nel suo senso di responsabilita', La saluto
cordialmente
Patrizia Gentilini

3. INCONTRI. OGGI A FERRARA
[Dall'Associazione Ferrara Terzo Mondo (per contatti:
ftm at ferraraterzomondo.it) riceviamo e diffondiamo.
Gianni Tamino (Mogliano Veneto, 1947), prestigioso scienziato, e' docente
universitario, rigoroso studioso di questioni ambientali, gia' parlamentare
italiano ed europeo, amico della nonviolenza. Laureato nel 1970 in Scienze
naturali, docente universitario dal 1974 di Biologia generale e dal 2001 di
Fondamenti di diritto ambientale all'Universita' di Padova. Ha svolto
ricerche sugli aspetti fisici e molecolari del flusso d'informazione
genetica, sugli effetti mutageni e cancerogeni degli inquinanti ambientali,
sui rischi biologici dei processi e dei prodotti frutto delle moderne
biotecnologie e dei campi elettromagnetici. E' stato membro della Camera dei
Deputati dal 1983 al 1992 e membro del Parlamento Europeo dal 1995 al 1999,
dove e' stato vicepresidente della Commissione per la cultura, l'istruzione
e i mezzi di informazione ed ha anche seguito in particolare la normativa
comunitaria in tema di biotecnologie. Membro del gruppo di lavoro del
Ministero delle politiche agricole sugli Ogm, del Comitato nazionale per la
biosicurezza e le biotecnologie e della Commissione interministeriale per le
biotecnologie. Ha partecipato a numerosi convegni, ha pubblicato numerosi
articoli su riviste scientifiche, ha partecipato come esperto a numerose
trasmissioni televisive e radiofoniche. Tra le opere di Gianni Tamino: (con
Fabrizia Pratesi), Ladri di geni. Dalle manipolazioni genetiche ai brevetti
sul vivente, Editori Riuniti, 2001; Il bivio genetico. Salute e
biotecnologia tra ricerca e mercato, Edizioni Ambiente, 2001; (con Gino
Ditadi, Margherita  Hack), Etica, biodiversita', biotecnologie, emergenze
ambientali, Isonomia, 2002; (et alii, a cura di L. Silici), Ogm: le verita'
sconosciute di una strategia di conquista, Editori Riuniti, 2004; Cancro: un
male evitabile. Come combattere una strage inutile, Cosmopolis, 2006.
Alexander Langer e' nato a Sterzing (Vipiteno, Bolzano) nel 1946, e si e'
tolto la vita nella campagna fiorentina nel 1995. Promotore di infinite
iniziative per la pace, la convivenza, i diritti, l'ambiente. Per una
sommaria descrizione della vita cosi' intensa e delle scelte cosi generose
di Langer rimandiamo ad una sua presentazione autobiografica che e' stata
pubblicata col titolo Minima personalia sulla rivista "Belfagor" nel 1986
(poi ripresa in La scelta della convivenza). Opere di Alexander Langer: Vie
di pace. Rapporto dall'Europa, Arcobaleno, Bolzano 1992 esaurito). Dopo la
sua scomparsa sono state pubblicate alcune belle raccolte di interventi: La
scelta della convivenza, Edizioni e/o, Roma 1995; Il viaggiatore leggero.
Scritti 1961-1995, Sellerio, Palermo 1996; Scritti sul Sudtirolo,
Alpha&Beta, Bolzano 1996; Die Mehrheit der Minderheiten, Wagenbach, Berlin
1996; Piu' lenti, piu' dolci, piu' profondi, suppl. a "Notizie Verdi", Roma
1998; The Importance of Mediators, Bridge Builders, Wall Vaulters and
Frontier Crossers, Fondazione Alexander Langer Stiftung - Una Citta',
Bolzano-Forli' 2005; Fare la pace. Scritti su "Azione nonviolenta"
1984-1995, Cierre - Movimento Nonviolento, Verona, 2005; Lettere
dall'Italia, Editoriale Diario, Milano 2005; Alexander Langer, Was gut war
Ein Alexander-Langer-ABC; inoltre la Fondazione Langer ha terminato la
catalogazione di una prima raccolta degli scritti e degli interventi (Langer
non fu scrittore da tavolino, ma generoso suscitatore di iniziative e quindi
la grandissima parte dei suoi interventi e' assai variamente dispersa), i
materiali raccolti e ordinati sono consultabili su appuntamento presso la
Fondazione. Opere su Alexander Langer: Roberto Dall'Olio, Entro il limite.
La resistenza mite di Alex Langer, La Meridiana, Molfetta 2000; AA. VV. Una
vita piu' semplice, Biografia e parole di Alexander Langer, Terre di mezzo -
Altreconomia, Milano 2005; Fabio Levi, In viaggio con Alex, la vita e gli
incontri di Alexander Langer (1946-1996), Feltrinelli, Milano 2007. Si
vedano inoltre almeno i fascicoli monografici di "Azione nonviolenta" di
luglio-agosto 1996, e di giugno 2005; l'opuscolo di presentazione della
Fondazione Alexander Langer Stiftung, 2000, 2004; il volume monografico di
"Testimonianze" n. 442 dedicato al decennale della morte di Alex. Inoltre la
Casa per la nonviolenza di Verona ha pubblicato un cd-rom su Alex Langer
(esaurito). Videografia su Alexander Langer: Alexander Langer: 1947-1995:
"Macht weiter was gut war", Rai Sender Bozen, 1997; Alexander Langer.
Impronte di un viaggiatore, Rai Regionale Bolzano, 2000; Dietmar Hoess, Uno
di noi, Blue Star Film, 2007. Un indirizzo utile: Fondazione Alexander
Langer Stiftung, via Latemar 3, 9100 Bolzano-Bozen, tel. e fax: 0471977691;
e-mail: info at alexanderlanger.org, sito: www.alexanderlanger.org]

Scuola della nonviolenza di Ferrara, anno scolastico 2007-2008
Giovedi' 13 marzo, ore 21, presso la Parrocchia dell'Immacolata, Piazzale
Dante 38, a Ferrara, si terra' un incontro su "I Balcani, l'altra faccia
dell'Europa", con Gianni Tamino, del Movimento Nonviolento e della
Fondazione "Alexander Langer".
*
Un'occasione per conoscere l'attivita' della Fondazione "Alexander Langer"
Stiftung nel progetto "Adopt Srebrenica", alla quale per il secondo anno la
Rete Lilliput di Ferrara ha dedicato i fondi raccolti nella campagna di
Obiezione alle spese militari.
Sara' anche un momento per una piu' ampia conversazione sulla situazione nei
Balcani, in particolare nel Kossovo che in queste settimane ha dichiarato in
via unilaterale la propria indipendenza.
Gianni Tamino e' stato parlamentare europeo subentrato ad Alex Langer negli
anni della guerra nei Balcani.
*
La Scuola della nonviolenza e' sostenuta da: Comune di Ferrara, Ferrara
Citta' per la Pace, Provincia di Ferrara, Centro Servizi per il
Volontariato.
Per informazioni e contatti: Associazine Ferrara Terzo Mondo, corso Porta Po
72/a, 44100 Ferrara, tel. 0532205472 - 0532774820, e-mail:
ftm at ferraraterzomondo.it, sito: www.ferraraterzomondo.it

4. INCONTRI. IL 27 MARZO A ROMA
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it)
riprendiamo la seguente notizia.
Judith Butler, pensatrice femminista americana, nata nel 1956, insegna
attualmente retorica e letteratura comparata all'Universita' di Berkeley,
California; e' figura di primo piano del dibattito contemporaneo su
sessualita', potere e identita'; le sue ricerche rappresentano uno dei
contributi piu' originali all'interno dei cultural studies e della queer
theory. Dal quotidiano "Il manifesto" del 24 marzo 2003 riprendiamo questa
presentazione di Judith Butler scritta da Ida Dominijanni: "Judith Butler e'
una delle massime figure di spicco nel panorama internazionale della teoria
femminista. Docente di filosofia politica all'universita' di Berkeley in
California, ha pubblicato nell'87 il suo primo libro (Subjects of Desire) e
nel '90 il secondo, Gender Trouble, testo tuttora di culto nei campus
americani, cruciale per la messa a fuoco delle categorie del sesso, del
genere e dell'identita'. Del '93 e' Bodies that matter (Corpi che contano,
Feltrinelli, Milano 1995), del '97 The Psychic Life of Power. Filosofa di
talento e di solida formazione classica, Butler appartiene a quello stile di
pensiero post-strutturalista che intreccia la filosofia politica con la
psicoanalisi, la linguistica, la critica testuale; e a quella generazione
del femminismo americano costitutivamente attraversata e tormentata dalle
differenze sociali, etniche e sessuali fra donne e dalla frammentazione
dell'identita' che ne consegue. Decostruzione dell'identita', analisi del
corpo fra materialita' e linguaggio, critica della norma eterosessuale e dei
dispositivi di inclusione/esclusione che essa comporta, critica del potere e
del biopotere sono gli assi principali del suo lavoro, che sul piano
politico sfocia in una strategia di radicalita' democratica basata sulla
destabilizzazione e lo shifting delle identita'. Fin da subito attenta ai
nefasti effetti dell'11 settembre e della reazione antiterrorista sulla
democrazia americana, Butler e' fra gli intellettuali americani maggiormente
imegnati nel movimento no-war. 'La rivista del manifesto' ha pubblicato sul
n. 35 dello scorso gennaio il suo Modello Guantanamo, un atto d'accusa del
passaggio di sovranita' che negli Stati Uniti si va producendo all'ombra
dell'emergenza antiterrorista: fine della divisione dei poteri, progressivo
svincolamento del potere politico dalla soggezione alla legge, crollo dello
stato di diritto con le relative conseguenze sul piano del diritto penale
(demolizione delle garanzie processuali) e del diritto internazionale
(violazione di trattati e convenzioni). A dimostrazione di come la guerra in
nome della liberta' e la soppressione delle liberta' si saldino in un'unica
offensiva di abiezione dei 'corpi che non contano', per le strade di Baghdad
e nelle gabbie di Guantanamo". Opere di Judith Butler disponibili in
italiano: Corpi che contano, Feltrinelli, Milano 1995; La rivendicazione di
Antigone, Bollati Boringhieri, Torino 2003; Vite precarie. Contro l'uso
della violenza in risposta al lutto collettivo, Meltemi, Roma 2004; Scambi
di genere. Identita', sesso e desiderio, Sansoni, Firenze 2004; Critica
della violenza etica, Feltrinelli, Milano 2006. Da "Alias" del 7 ottobre
2006) riprendiamo anche la seguente scheda: "Di Judith Butler, filosofa
californiana fra le piu' amate e discusse del panorama femminista
internazionale, sono disponibili in italiano Scambi di genere (Sansoni 2004,
opinabile traduzione di Gender Trouble, il libro del 1990 che l'ha resa
famosa, consacrandola come teorica queer), Corpi che contano (Feltrinelli
1996), La rivendicazione di Antigone (Bollati Borighieri 2003), Vite
precarie (Meltemi 2003), La vita psichica del potere (Meltemi 2005). Critica
della violenza etica testimonia la piu' recente curvatura del percorso di
Butler, che la porta ben oltre il dirompente inizio di Gender Truble, come
lei stessa argomenta in Undoing Gender (Routledge 2004) di prossima uscita
(Meltemi): la sua ricezione italiana, troppo legata alla sua immagine di
partenza, dovrebbe giovarsene. Per un confronto fra posizioni diverse
all'interno di una comune matrice femminista poststrutturalista, cfr. Il
resoconto di un recente incontro in Polonia fra Butler e Rosi Braidotti in
www.metamute.org".
Su Wendy Brown, filosofa, docente e saggista, si vedano le notizie
biobibliografiche nel testo che segue]

Giovedi' 27 marzo Judith Butler e Wendy Brown terranno due seminari
correlati sul tema "Sovranita', confini, vulnerabilita'" nell'aula magna
della Facolta' di lettere e filosofia di Roma3 (via Ostiense 234, dalle ore
9 alle 18). Judith Butler, ovunque riconosciuta come una delle voci piu'
significative del dibattito filosofico femminista contemporaneo, non ha
bisogno di presentazioni. Wendy Brown, meno nota in Italia dove non e'
ancora stata tradotta, e' una filosofa della politica altrettanto
interessante e radicale, autrice di testi importanti sulla sovranita', la
liberta', la tolleranza, nonche' di interventi su temi molto prossimi al
dibattito italiano (malinconia e conservatorismo della sinistra, rapporto
fra politica e diritto, natura del neoliberismo etc). Per entrambe si tratta
della prima visita in Italia.
*
Judith Butler e' Maxine Elliot Professor nel Dipartimento di Retorica e
Letterature comparate all'Universita' della California di Berkeley. Ha
insegnato in precedenza a Princeton e tiene frequentemente corsi e
conferenze a Parigi e Francoforte. Di formazione post-strutturalista, e' una
figura-ponte fra la filosofia europea continentale e la filosofia e le
scienze umane nordamericane: fra gli autori piu' ricorrenti nei suoi
scritti: Hegel, Nietzsche, Foucault, Derrida, Freud, Lacan, De Beauvoir,
Irigaray, J. L. Austin. Nota in tutto il mondo per il contributo decisivo
che ha dato al pensiero femminista con la teoria della performativita' del
genere (Gender Trouble, 1990), lavora al confine fra filosofia politica,
psicoanalisi e etica. Muovendo, fin dai primi libri, dalla teoria della
sessualita', dalla critica della nozione di identita' e dal rapporto fra
costituzione della soggettivita', desiderio e norme, negli scritti piu'
recenti si interroga sullo statuto dell'umano e delinea una "ontologia della
fragilita'" in risposta alla crisi del soggetto sovrano e della sovranita'
statuale.
Per Gender Trouble, tradotto in venti lingue, e' stata annoverata dal
magazine britannico "The Face" fra le cinquanta personalita' di maggiore
influenza sulla cultura popolare negli anni Novanta. Con Precarious Life si
e' affermata come una delle piu' impegnate voci critiche del pensiero
politico americano del dopo 11 settembre. Attualmente sta lavorando sulla
critica della violenza di stato nel pensiero ebraico pre-sionista. Quasi
tutta la sua opera e' disponibile in italiano e la sua visita a Roma
coincide con la traduzione italiana del suo primo libro, Subjects of
Desires, e dell'ultimo, Who Sings the Nation State?, scritto con Gayatri
Chakravorty Spivak.
*
Wendy Brown e' professoressa di Scienza politica all'Universita' di
Berkeley. Ha insegnato in precedenza a Santa Cruz e al Williams College in
California, e' membro dell'Istituto di studi avanzati di Princeton e ha
discusso i suoi lavori in varie universita' europee. Studiosa di confine fra
teoria politica, teoria critica, studi femministi e postcoloniali, e' nota
soprattutto per avere intrecciato le prospettive di Marx, Nietzsche, Weber,
Freud, Foucault, dei teorici della Scuola di Francoforte e dei filosofi
continentali contemporanei nell'analisi critica del potere, della liberta',
della tolleranza, dell'identita', della cittadinanza, della soggettivita'
politica nelle democrazie liberali contemporanee. Attualmente lavora sulle
trasformazioni della sovranita' nel quadro del capitalismo globale e del
conflitto interculturale.
*
Bibliografia di Judith Butler:
- Subjects of Desire: Hegelian Reflections in Twentieth-Century France,
Columbia University Press, New York 1987 (di prossima traduzione presso
Laterza).
- Gender Trouble. Feminism and the Subversion of Identity, Routledge, London
1990 (trad. it. Scambi di genere. Identita', sesso e desiderio, Sansoni,
Milano 2004).
- Bodies that Matter. On the Discoursive Limits of "Sex", Routledge, London
1993 (trad. it. Corpi che contano. I limiti discorsivi del "sesso",
Feltrinelli, Milano 1996).
- Exitable Speech: A Politics of the Performative, Routledge, London-New
York 1997.
- The Psychic Life of Power: Theories in Subjection, Stanford University
Press, Stanford 1997 (trad. it. La vita psichica del potere, Meltemi, Roma
2005).
- Antigone's Claim. Kinship between Life and Death, Columbia University
Press, New York 2000 (trad. it. La rivendicazione di Antigone. La parentela
fra la vita e la morte, Bollati Boringhieri, Torino 2003).
- Precarious Life. The Power of Mourning and Violence, Verso, London 2004
(trad. it. Vite precarie. Contro l'uso della violenza in risposta al lutto
collettivo, Meltemi, Roma 2004).
- Undoing Gender, Routledge, London-New York 2004 (trad. it. La disfatta del
genere, Meltemi, Roma 2006).
- Giving an Account of Oneself, Fordham University Press, New York 2005
(trad. it. Critica della violenza etica, Feltrinelli, Milano 2006).
*
Bibliografia di Wendy Brown:
- Manhood and Politics: A Feminist Reading in Political Theory, Rowman and
Littlefield, 1988.
- States of Injury: Power and Freedom in Late Modernity, Princeton 1995.
- Politics Out of History, Princeton 2001.
- Left Legalism/Left Critique (con Janet Halley), Duke 2002.
- Edgework: Critical Essays in Knowledge and Politics, Princeton 2005.
- Regulating Aversion: Tolerance in the Age of Identity and Empire,
Princeton 2006.

5. INCONTRI. IL 5-6 APRILE A CATTOLICA
[Dalla Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari per la difesa
popolare nonviolenta (per contatti: locosm at tin.it) riceviamo e diffondiamo]

Sabato 5 e domenica 6 aprile 2008, a Cattolica (Rn), presso l'Hotel Royal,
viale Carducci 30, si svolgera' la XXVII assemblea nazionale della Campagna
di obiezione di coscienza alle spese militari per la difesa popolare
nonviolenta
*
Programma di massima:
Sabato 5 aprile
ore 10: Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari per la difesa
popolare nonviolenta: relazione di segreteria, dati campagna, volantone,
opzione di finanziamento 5 per mille.
ore 13: Pranzo.
ore 15: Dibattito su Aumento spese militari, Nuovo modello alternativo di
difesa, Difesa popolare nonviolenta.
ore 19: Cena.
ore 21: Spazio aperto per interventi o proseguimento interventi.
*
Domenica 6 aprile
ore 9: Dibattito su obiezione di coscienza alle spese militari
internazionale, Opzione fiscale, Osservatorio sulla difesa popolare
nonviolenta, Comitato difesa civile nonarmata e nonviolenta.
ore 11,30: Elezione membri del Coordinamento politico della campagna.
ore 13: Pranzo.
*
E' obbligatoria la prenotazione, contattando la Loc di Milano (tel. e fax:
0258101226, e-mail: locosm at tin.it, cell. Giuseppe 3396489529) per gestire
meglio la parte organizzativa.
*
Indicazioni logistiche: l'assemblea si svolgera' presso l'Hotel Royal, via
Carducci 30, Cattolica (Rn).
Per raggiungere la sede dell'assemblea:
- in auto: si esce dall'autostrada, si gira a destra e si prosegue sempre
dritto entrando a Cattolica. Bisogna andare sempre diritto, anche quando si
incontrano due rotonde e uno stop: sempre dritto, non si puo' sbagliare.
Quando si arriva su viale Carducci, che e' sul lungomare, subito a destra si
vede l'Hotel Royal.
- in treno: dalla stazione Fs di Cattolica, l'Hotel Royal e' raggiungibile a
piedi in circa 10 minuti. All'uscita dalla stazione, imboccare il viale di
fronte fino allo stop; da qui si gira a sinistra fino ad una rotonda
abbastanza grande (ce n'e' prima una piu' piccola). Da li', girare a destra
finche' si vede il mare; arrivati sul lungomare, a sinistra inizia viale
Carducci: noi siamo al n. 30.
Costi: il costo e' di 30 euro per un giorno di pensione completa (sabato) +
10 euro per il pranzo di domenica. Per chi e' vicino e rimane solo a
mangiare, il costo e' di 10 euro a pasto.
Chi per problemi di viaggio deve arrivare venerdi' sera deve segnalarlo
(venerdi' notte e colazione sabato 17 euro).
Nei costi di partecipazione e' gia' inserito quanto dovuto per i saloni e
per l'attrezzatura che useremo.
L'assemblea sara' l'occasione per fare insieme il punto della situazione,
attrezzandoci per raggiungere gli obiettivi vecchi e nuovi che ci siamo
proposti.
*
P.S.: Chi avesse problemi di partecipazione all'assemblea e' invitato a
inviare documentazione o propri scritti al Centro coordinatore nazionale.
*
La campagna e' promossa da: Associazione per la pace, Associazione papa
Giovanni XXIII, Lega disarmo unilaterale, Lega obiettori di coscienza, Pax
Christi, Berretti bianchi, Gavci.
Aderiscono: Agenzia per la pace Sondrio, Rete Lilliput, Casa per la pace
Milano, Donne in nero Como, Associazione locale obiezione e nonviolenza
Forli', Un Ponte per..., Coordinamento comasco per la pace, Coop. Chico
Mendes, Coordinamento lombardo Nord/Sud, Centro Gandhi Pisa, Comunita'
dell'Arca, Centro di documentazione del manifesto pacifista internazionale
Bologna, Solidaunia Foggia, Rete Radie' Resch Foggia, Caritas Foggia.
*
Per ulteriori informazioni: Centro coordinatore nazionale della Campagna di
obiezione di coscienza alle spese militari per la difesa popolare
nonviolenta, c/o Loc, via M. Pichi 1, 20143 Milano, tel. e fax: 0258101226,
e-mail: locosm at tin.it, sito: www.osmdpn.it

6. LIBRI. ENZO COLLOTTI PRESENTA "IL CONFINE DEGLI ALTRI" DI MARTA
VERGINELLA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 5 marzo 2008, col titolo "Slavi in
Venezia Giulia, una storia dimezzata" e il sommario "A quella che fu la
minoranza slovena sotto il fascismo e' dedicato Il confine degli altri, di
Marta Verginella. Privilegiando testimonianze autobiografiche, fra cui
quella dello scrittore Boris Pahor, la studiosa scompone la visione
monolitica degli slavi proposta dal regime restituendo un universo
multiforme e vivace".
Enzo Collotti e' un illustre storico e docente universitario. Opere di Enzo
Collotti: segnaliamo particolarmente La Germania nazista, Einaudi, Torino
1962; Fascismo, fascismi, Sansoni, Firenze 1989. Tra vari altri suoi
importanti lavori cfr. anche La soluzione finale, Newton Compton, Roma 1995.
Marta Verginella (Trieste, 20 giugno 1960), storica slovena, nata a Trieste
in una famiglia appartenente alla comunita' slovena della Venezia Giulia
italiana, laureata all'Universita' di Trieste, ha continuato gli studi
all'Universita' di Lubiana, dove ha ottenuto il dottorato nel 1995. Negli
anni Ottanta ha lavorato come professoressa nel liceo di lingua slovena a
Trieste; dal 1992 lavora all'Universita' di Lubiana, dove insegna storia
generale del XIX secolo e teoria della storia. Si occupa soprattutto di
storia sociale e antropologia storica, come anche della problematica degli
usi dei metodi storiografici. Dal 2004 dirige il Dipartimento di Storia
dell'Universita' di Lubiana, dove insegna storia sociale dell'Ottocento e
teoria della storia. Insegna anche all'Universita' del Litorale di
Capodistria. E' una dei piu' importanti storici sloveni; appartiene alla
generazione che introdusse, agli inizi degli anni Novanta, i procedimenti
della Scuola delle "Annales" nella storiografia slovena; importante e'
soprattutto il suo lavoro di ricerca sulla storia sociale nell'Istria
dell'Ottocento e Novecento e sulla memoria storica degli sloveni della
Venezia Giulia; e' anche autrice di alcuni documentari per la televisione
slovena. Tra le opere di Marta Verginella in italiano: Citta' e campagna nel
tramonto asburgico: un villaggio al confine fra Istria e Slovenia, Loescher,
Torino 1990; Fra invenzione della tradizione e riscrittura del passato: la
storiografia slovena degli anni Novanta, Istituto regionale per la storia
del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia, Trieste 1999;
Sloveni a Trieste tra Sette e Ottocento: da comunita' etnica a minoranza
nazionale, Lint, Trieste 2001; (con Sandi Volk, Katja Colja), Storia e
memoria degli sloveni del Litorale: fascismo, guerra e Resistenza, Istituto
regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia
Giulia, Trieste 1994; (con Marco Puppini, Ariella Verrocchio), Dal processo
Zaniboni al processo Tomazic: il tribunale di Mussolini e il confine
orientale, 1927-1941, Istituto regionale per la storia del movimento di
liberazione nel Friuli Venezia Giulia, Trieste 2003; "Guerre e memorie
slovene", in Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione
nel Friuli-Venezia Giulia (a cura di), Friuli e Venezia Giulia: storia del
'900, Libreria editrice Goriziana, Gorizia 1997; L'esodo italiano nella
storiografia slovena, in Marina Cattaruzza, Marco Dogo, Raoul Pupo (a cura
di), Esodi: trasferimenti forzati di popolazione nel Novecento europeo,
Edizioni scientifiche italiane, Napoli 2000; "La campagna istriana nel
vortice della rivoluzione", in Trieste tra ricostruzione e ritorno
all'Italia (1945-1954), Trieste, 2004; Uso della storia nella Sonderweg
slovena, "Storica" 19, 2001; Il confine degli altri. La questione giuliana e
la memoria slovena, Donzelli, Roma 2008]

Nel lavoro di revisione tuttora in corso di quella prospettiva nazionalista
della storia della Venezia Giulia che ci e' stata lasciata in eredita' dal
fascismo, uno degli aspetti ancora meno noti al pubblico italiano rimane la
voce degli altri, degli sloveni, che il fascismo voleva espungere dalla
storia costringendoli all'assimilazione forzata o ad allontanarsi dalla loro
terra, e che oggi invece - dopo le catastrofiche conseguenze della guerra
fascista, dopo il tracciato di nuovi confini e non da ultimo dopo gli
sviluppi dell'integrazione nell'Unione europea che consente la libera
circolazione tra l'Italia e Slovenia - sono nostri direttori interlocutori.
*
Residui risentimenti
Nonostante il grande rinnovamento che la piu' giovane storiografia italiana
sul confine orientale ha compiuto negli ultimi venti anni (partendo
dall'acquisizione dei risultati degli studi di Elio Apih, di Rino Sala e di
altri, relativi al processo di snazionalizzazione delle popolazioni slave
della Venezia Giulia, per allargare l'orizzonte alle vicende della seconda
guerra mondiale e dell'ultimo drammatico dopoguerra), la storia dell'area
nordorientale contesa tra Italia e Jugoslavia e' rimasta sostanzialmente per
il lettore italiano una storia a senso unico o nel migliore dei casi, quando
comprendeva l'intera area, la storia vista dagli italiani. Anche difficolta'
linguistiche, e non solo incomprensioni e residui risentimenti, hanno
contribuito in modo notevole a creare barriere, oltre a quelle gia' cosi'
pesanti di carattere psicologico, e a scoraggiare la conoscenza reciproca
delle due popolazioni contigue, quando non addirittura mescolate sullo
stesso territorio.
Tra le realta' e le eredita' culturali degli accesi nazionalismi di
frontiera, una delle piu' nefaste e' per l'appunto quella che ha alimentato
una storia dimezzata, dall'una e dall'altra parte, con il sottinteso
sottilmente razzista che soltanto la storia della propria parte e della
propria civilta' era degna di essere raccontata in quanto espressione di un
gruppo nazionale superiore. Siamo viceversa convinti che soltanto una
storiografia che fosse capace di affrontare la storia dello spazio al di qua
e al di la' del confine in una visione unitaria senza mistificazione
alcuna - e quindi senza perdere di vista le diversita' e le molteplici
variazioni interne alle due (o anche piu') componenti nazionali -
contribuirebbe in maniera sostanziale a creare con una buona conoscenza
reciproca una reale collaborazione tra le storiografie e nei due stati
vicini una cultura politica consapevole delle radici comuni e di comuni
principii di convivenza.
*
La questione giuliana
Non e' un cammino facile ma segni positivi si sono gia' registrati in
passato, come nel caso della commissione di storici italiani e sloveni che
fece conoscere alla fine del 1990 la conclusione dei propri lavori tuttora
insufficientemente divulgati (ma il testo della sua relazione e' raccolto
ora nel volume a cura di Pierluigi Pallante, Foibe. Memoria e futuro,
Editore Riuniti). Un segno ancora piu' significativo e' pero' costituito ora
da un prezioso volume di Marta Verginella che si presenta come uno dei piu'
cospicui contributi a fare conoscere nel resto d'Italia - grazie anche alla
diffusione di un editore nazionale - le vicende di quella che fu la
minoranza slovena nell'Italia fascista e alle origini delle vicende della
Venezia Giulia sul finire della seconda guerra mondiale: Il confine degli
altri. La questione giuliana e la memoria slovena (prefazione di Guido
Crainz, Donzelli, pp. 128, euro 14).
*
Oppressori e vittime
Docente all'universita' di Lubiana, Marta Verginella da molti anni riflette
sulla sorte delle popolazioni slave della Venezia Giulia, non secondo i
canoni della storia politica ma interrogando e lavorando sui vissuti di
uomini e donne, privilegiando fonti autobiografiche e memorialistiche. Negli
ultimi mesi fra l'altro, in collaborazione con l'Istituto per la storia del
movimento di Liberazione di Trieste, ha curato un nutrito fascicolo di
"Qualestoria" (La storia al confine e oltre il confine) dedicato alla
storiografia slovena, assolvendo ad una funzione di informazione e di
scambio culturale della quale sarebbe difficile sottovalutare l'importanza.
Il confine degli altri appare scritto in primo luogo per fare conoscere al
pubblico italiano la parte poco nota o del tutto ignota di una storia che
prima ancora di essere storia degli sloveni o dei croati e' storia di tutti
noi, italiani e sloveni e croati, e' storia dello stato e della societa'
italiana. E' bene percio' che il pubblico italiano sappia come lo stato
italiano ha trattato gli sloveni e i croati, che ha voluto suoi sudditi,
perche' non ha mai riconosciuto loro la dignita' di cittadini. Questo non e'
un libro trionfalistico, non parla di vendette, parla di sofferenze durate
decenni. Ci fa vedere come le sofferenze che gli italiani hanno rivendicato
sempre e soltanto per se', atteggiandosi costantemente a vittime,
dimenticando quelle che come oppressori hanno inflitto agli altri, hanno
fatto parte del vissuto anche degli sloveni, fossero essi soggetti diretti
dell'oppressione, costretti all'esilio o alla scelta di una emigrazione
certamente non volontaria da cui derivavano, all'atto dell'insediamento fra
gli sloveni al di la' del vecchio confine, fenomeni di spaesamento e
difficolta' di radicamento consueti a tutte le comunita' di migranti ma qui
acuite dalla pressione degli opposti nazionalismi e dall'asfissia
claustrofobica che rischia di soffocare le minoranze assediate. Tra i
risultati piu' fecondi di questo libro considererei la scomposizione che
Marta Verginella opera di quella visione stereotipata degli "slavi", presi
in blocco come fossero un'entita' monolitica, nei quali il fascismo di
frontiera (e non solo) volle additare il nemico da neutralizzare e al limite
da distruggere. In realta', gli sloveni che vivono tra Trieste e dintorni
costituiscono una societa' molteplice e variegata, nella stratificazione
sociale come nelle appartenenze politiche, sono contadini, operai,
commercianti, professionisti, preti, intellettuali; sono cattolici,
liberali, nazionalisti, comunisti. Un universo attraversato dalle mille
tensioni dell'epoca e tuttavia animato da una forte attivita' nella difesa
della propria cultura e della propria lingua prima ancora di una vera e
propria identita'.
Colpisce incontrare tra i testimoni di questo libro un personaggio come
Boris Pahor, scrittore triestino di lingua slovena, il cui libro Necropoli
(Fazi, pp. 280, euro 16) sull'odissea concentrazionaria cui lo condanno' la
partecipazione alla Resistenza, fu scritto nel 1966 ma soltanto poco piu' di
dieci anni fa pote' avere una limitata tiratura in lingua italiana e forse
solo ora che e' stato riedito da un editore di livello nazionale con la
presentazione di Claudio Magris entrera' nel circuito di conoscenza che
merita.
*
Gli abitanti dei cimiteri
La citazione non e' gratuita: in questo straordinario libro che e' Necropoli
Pahor ripercorrendo la sua esistenza non puo' esimersi dal tracciare una
linea dal suo essere stato testimone sin dal 1920 - nell'"angoscia della
comunita' rinnegata" - delle violenze squadriste a Trieste ai traumi degli
anni successivi sino a culminare nell'orrore del lager: "Il tutto divenne
ancor piu' mostruoso quando a decine di migliaia di persone furono cambiati
il cognome e il nome, e cio' non soltanto ai vivi ma anche agli abitanti dei
cimiteri. Ed ecco che quella soppressione che era durata un quarto di secolo
raggiungeva nel campo il suo limite estremo riducendo l'individuo ad un
numero".
L'immagine potente di Pahor prefigura il piano inclinato che porto' a
frodare "di ogni visione dei giorni futuri" tanti uomini e tante donne della
componente slovena. Non poteva sfuggire alla sensibilita' dell'autrice la
dimensione dello scherno, dell'offesa di cui erano gratificati gli esponenti
della minoranza, trattati al di sotto di ogni livello di umanita', come gli
imputati del processo di Trieste del 1941 che vennero apostrofati come
"omuncoli impastati di odio" o, peggio ancora, come un "groviglio immondo di
rettili umani striscianti nell'ombra e nel fango".
*
Un finale incandescente
Tra le molte altre cose che varrebbe la pena di menzionare di questo piccolo
ma denso libro, va segnalato in particolare il quarto capitolo (L'essenza
nazionalista dell'antiitalianita'), nel quale l'autrice risale alle radici
nell'Ottocento asburgico degli antagonismi nazionali e all'irrigidimento
dello scontro tra "risveglio slavo" e politica di difesa della nazione
italiana, con la precoce tendenza a realizzare il gioco delle reciproche
esclusioni, che sara' inasprito dalle due guerre mondiali, sino alla
rivendicazione di una Trieste slovena dopo lo spartiacque decisivo
dell'invasione fascista del 1941 e piu' ancora dell'8 settembre del 1943,
che rafforzo' la convinzione che tutto il litorale dovesse entrare a far
parte dei confini della nuova Jugoslavia.
Un finale incandescente del quale fu parte la tragedia delle foibe, che
inghiottirono collaborazionisti di fascisti e nazisti ma anche antifascisti
italiani e sloveni invisi alle autorita' d'occupazione jugoslave. Per
concludere, "un libro necessario", lo definisce nella breve ma intensa
prefazione Guido Crainz, che alla contestualizzazione della questione
giuliana aveva gia' offerto un importante contributo con il volume Il dolore
e l'esilio, L'Istria e le memorie divise d'Europa, sempre presso Donzelli:
una valutazione che ci sembra di dovere sottoscrivere senza alcuna riserva.

7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

8. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it,
sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 393 del 13 marzo 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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