Minime. 386



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 386 del 6 marzo 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Il 6 marzo a Cento
2. In varie citta' italiane in questi giorni con "Leggendaria"
3. A Milano l'8 marzo
4. A Roma l'8 marzo
5. Chiara Saraceno: Perche' le donne si sono riprese la parola
6. Goffredo Fofi ricorda Michele Ranchetti
7. Michele Ranchetti ricorda Lorenzo Milani
8. Elena Loewenthal presenta "Una terra e due popoli. Sulla questione
ebraico-araba" di Martin Buber
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'

1. INCONTRI. IL 6 MARZO A CENTO
[Dal Movimento Nonviolento (per contatti: azionenonviolenta at sis.it)
riceviamo e diffondiamo]

Oggi, giovedi' 6 marzo, alle ore 20,45 presso la Sala "F. Zarri" del Palazzo
del Governatore, in piazza Guercino 39, a Cento (Ferrara) si terra' un
incontro-dibattito sul tema: "A 60 anni dal martirio del Mahatma Gandhi:
l'attualita' della nonviolenza". Partecipa Mao Valpiana, direttore di
"Azione nonviolenta", rivista mensile del Movimento Nonviolento, fondata da
Aldo Capitini.
L'incontro e' organizzato dalle associazioni Amnesty International - gruppo
196 di Cento, Arcoiris - cooperativa sociale, Coordinamento per la pace nel
Cento Pievese, Le Case degli Angeli di Daniele Onlus, Libera, Associazioni,
nomi e numeri contro le mafie - Gruppo Cento Pievese, in collaborazione con
l'Assessorato alla Cultura del Comune di Cento, e rientra nell'iniziativa "I
tre giovedi'", ciclo di incontri per stimolare la riflessione, il confronto
e la discussione su tematiche di scottante attualita' e di particolare
interesse sociale.

2. INCONTRI. IN VARIE CITTA' ITALIANE IN QUESTI GIORNI CON "LEGGENDARIA"
[Dalla redazione di "Leggendaria" (per contatti: leggendaria at supereva.it)
riceviamo e diffondiamo]

E' uscita "Leggendaria" n. 67, marzo 2007, 76 pagine, 10 euro, fascicolo
monografico sul tema: "Donne politica violenza".
Ne discutiamo in varie citta' italiane.
*
In piena campagna elettorale, dopo la manifestazione contro la violenza del
24 novembre 2007, il "caso" del Policlinico di Napoli dell'11 febbraio, la
questione della "moratoria" sull'aborto messa in campo dal partito
"Pro-Life" di Giuliano Ferrara, le molte e diverse petizioni presentate da
autorevoli esponenti del mondo femminile in difesa della 194, la rivista
"Leggendaria" dedica il suo ultimo numero al rapporto delle donne con la
politica - dei partiti, delle istituzioni e dei poteri - sottolineando il
clima di violento attacco contro la soggettivita', la cultura, il pensiero e
le pratiche che le donne, e segnatamente le associazioni femminili e i
gruppi femministi, hanno espresso negli ultimi decenni. Opinioni e
interventi di Anna Maria Crispino, Maria Luisa Boccia, Assunta Sarlo, Anna
Simone, Lea Melandri e un'intervista di Silvia Neonato alla segretaria
generale della Cgil-Lombardia Susanna Camusso.
Si parla inoltre della conciliazione come tema di politica sociale (Maria
Grosso), del compito della filosofia politica (Federica Giardini), delle
narrative - letterarie e cinematografiche - che raccontano il ruolo delle
donne nel '68 e negli anni Settanta. Un'ampia sezione e' dedicata
all'analisi di come i media si occupano dei temi relativi alle donne in
cronaca e politica (Nadia Tarantini, Monica Luongo e Madddalena Tulanti).
Ivana Rinaldi fa il punto sulla storiografia femminista sugli anni Settanta
mentre Giuliana Misserville riflette sull'attualita' del pensiero di Simone
de Beauvoir nel centenario della nascita.
Lo Speciale e' dedicato ad un lungo, emozionante colloquio a piu' voci con
Rossanda Rossanda: "Fai politica, e la politica fa te". A/margine riferisce
delle attivita' di scuole e seminari estivi delle donne (Adriana Nannicini e
Federica Turco). In Primopiano, in evidenza gli articoli di Monica Ruocco
sulla narrativa palestinese a firma femminile, di Bia Sarasini sulla
"politica della traduzione" a proposito di testi di Mahasweta Devi e Gayatri
Spivak, di Lorella Reale sui temi della bio-etica relativi alla maternita'.
*
Presentazioni
- Torino, 6 marzo 2008, ore 17,30, Circolo dei Lettori, Palazzo Granari
della Roccia, via Bogino, 9: Con Alessandra Comazzi (giornalista, La
Stampa), Anna Maria Crispino (direttora di Leggendaria), Luisa Passerini
(storica, Universita' di Torino), coordina Stefanella Campana (giornalista,
La Stampa).
- Genova, 8 marzo 2008, ore 17,30, Palazzo Ducale, Sala del camino, con
Marta Vincenti (sindaco di Genova), Bia Sarasini (giornalista di
Leggendaria), Giulietta Ruggeri (Laboratorio politico delle donne), Assunta
Sarlo (Usciamo dal silenzio), coordina Silvia Neonato (giornalista Secolo
XIX e Leggendaria).
- Napoli, 10 marzo 2008, ore 16,30, Maschio Angioino, Antisala dei Baroni,
con Anna Maria Carloni (senatrice), Anna Maria Crispino (direttora di
Leggendaria), Federica Giardini (docente di filosofia, Universita' Roma
Tre), Maria Fortuna Incostante (deputata), coordina Valeria Valente
(assessora Pari Opportunita', Comune di Napoli).
- Roma, 12 marzo 2008, ore 17, ex Hotel Bologna, via Santa Chiara 5, con
Maria Luisa Boccia, Anna Maria Crispino, Ida Dominijanni, Vittoria Franco,
coordina Loredana Lipperini.
- Pescara, 14 marzo 2008, ore 17, con Anna Maria Crispino (direttora di
Leggendaria), Nadia Tarantini, Letizia Paolozzi, Franca Chiaromonte.
- Milano, 2 aprile 2008, Circolo Cicip&Ciciap.
- Bologna, 3 aprile 2008, ore 17, Aula Magna di Santa Cristina, via del
Piombo, 5, con Anna Maria Crispino (direttora di Leggendaria), Annamaria
Tagliavini (direttora Biblioteca Italiana delle Donne), Patrizia Violi
(semiologa, Universita' di Bologna), Livia Zaccagnini (comitato statuto-
Pd).
- Bari (da definire).
*
Per informazioni e contatti: redazione di "Leggendaria", via Giulio Galli
71/B2, 00123 Roma, e-mail: leggendaria at supereva.it, sito: www.leggendaria.it

3. INCONTRI. A MILANO L'8 MARZO
[Da Vittorio Bellavite (per contatti: vittorio.bellavite at fastwebnet.it)
riceviamo e diffondiamo]

Il Coordinamento 9 marzo, il Graal, Gruppo Promozione Donna, Gruppo del
Guado - credenti omosessuali, Gruppo Pace di S. Angelo, "Noi Siamo Chiesa",
promuovono un ncontro su "La Chiesa e le violenze sulle donne" a Milano,
sabato 8 marzo 2008, all'Auditorium di Corso Matteotti 14 (metropolitana
linea 1 rossa - fermata S. Babila).
*
- ore 9,30: Teresa Ciccolini, del Gruppo Promozione Donna, introduzione
all'incontro.
- ore 10: Anna Francolini e Giuliana Vicini del Centro Aiuto Donne
Maltrattate di Monza, "Il fenomeno delle violenze sulle donne con
particolare riferimento a quelle all'interno della famiglia".
- ore 11,15: Giancarla Codrignani, saggista, e Roberta Fossati, storica, "La
Chiesa e le violenze contro le donne: da quale realta' partiamo. Proposte e
prospettive".
- interventi
- ore 13-14,30: pausa.
- ore 14,30: interventi, testimonianze e dibattito.
- ore 17,30: Proposta di Dichiarazione.
- ore 18: Conclusioni.

4. INCONTRI. A ROMA L'8 MARZO
[Dalle amiche e dagli amici di "Sulla strada" (per contatti:
info at sullastradaonlus.it) riceviamo e diffondiamo]

8 marzo: e' festa se lo e' per tutte.
"Prendiamoci cura delle donne per prenderci cura dell'intero mondo". Questo
e' lo slogan che ci accompagnera' per tutta la campagna "Lei e'" a favore
delle donne indigene guatemalteche.
Abbiamo tanti progetti da fare insieme per liberare queste donne dalla
violenza, dall'ignoranza, dal terrore e dall'abbandono.
Per questi progetti abbiamo bisogno di te. Ne parleremo insieme l'8 marzo a
Roma, non mancare.
*
Programma
Lei e': Campagna a favore delle donne indigene guatemalteche. L'8 marzo: e'
festa se lo e' per tutte.
Alle ore 18,30, presso l'oratorio di San Paolo a Roma, viale di San Paolo,
12 (fermata metro B di San Paolo), incontro dibattito e a seguire piccolo
rinfresco per tutti.
Proiezione di un breve documentario sulla condizione delle donne indigene
guatemalteche.
Intervengono al dibattito: Lorela Pica, presidente dell'associazione Sulla
Strada; Vito Quaglietta, responsabile della circoscrizione Lazio di Amnesty
International; Debora Leiva, responsabile sportello immigrati Cgil Roma sud;
Maria Alicia Larios, indigena guatemalteca, responsabile sanitaria della
missione in Guatemala di Sulla Strada; Gabriella Lotti, responsabile
sanitaria della campagna "Lei e'"; Andrea Sansonetti, responsabile sanitario
del "Progetto Salute" di Sulla Strada in Guatemala.
*
Per maggiori informazioni consultare il sito www.sullastradaonlus.it

5. RIFLESSIONE. CHIARA SARACENO: PERCHE' LE DONNE SI SONO RIPRESE LA PAROLA
[Dal quotidiano "La stampa" del 6 febbraio 2008.
Chiara Saraceno, prestigiosa intellettuale, sociologa, saggista, docente,
insegna Sociologia della famiglia all'Universita' di Torino. Dal sito
www.emsf.rai.it riprendiamo la seguente notizia biobibliografica (di qualche
anno fa): "Chiara Saraceno, laureata in filosofia, e' professore ordinario
di sociologia della famiglia presso la facolta' di scienze politiche
dell'Universita' di Torino. Direttrice del Dipartimento di scienze sociali
negli anni accademici 1991-1998, attualmente e' direttrice del Cirsde -
Centro Interdipartimentale di Studi e Ricerche delle Donne. In precedenza,
fino al 1990, ha insegnato alla facolta' di sociologia dell'universita' di
Trento, dove nel 1989-90 e' stata anche pro-rettore. Ha fatto ricerca e
pubblicato sui temi della famiglia, delle politiche familiari, sui problemi
dello stato sociale e sulla poverta' e le politiche della poverta', sulle
trasformazioni nelle esperienze femminili e nei rapporti di genere, sulle
conseguenze della separazione coniugale. Fa parte della redazione e dei
comitati editoriali di alcune riviste italiane e straniere, in particolare
della "Rassegna Italiana di Sociologia", "Stato e Mercato", "Joumal of
European Social Policy", "European Journal of Social Work". Ha coordinato un
progetto di ricerca internazionale finanziato dall'Unione Europea (DGXII),
nel Terzo Programma Quadro, sulle politiche integrate di sostegno al reddito
a livello locale: una indagine comparativa in sei paesi europei (progetto
Esopo). Partecipa anche ad altri due progetti finanziati dall'Unione
Europea: uno, di Human Capital and Mobility, coordinato dal prof. Flora
dell'Universita' di Mannheim, riguarda le politiche familiari in prospettiva
comparativa; il secondo, coordinato dalla professoressa Siim
dell'Universita' di Aalborg, e' un cosiddetto thematic network, sul tema
'Genere e cittadinanza'. E' stata l'esperta italiana di un gruppo di ricerca
dell'Unicef su 'Child poverty and deprivation in industrialized countries'.
E' stata l'esperta italiana nell'Osservatorio Ue sulle politiche di lotta
all'esclusione sociale (dal 1990 al 1994). Ha fatto parte della prima
Commissione di indagine sulla poverta' (1984), presieduta da Ermanno
Gorrieri. Successivamente ha fatto parte della Commissione per l'analisi
dell'impatto sociale dei provvedimenti governativi, pure presieduta da
Gorrieri. Dal 1994 fa parte de!la Commissione di Indagine sulla Poverta' e
l'Emarginazione, presieduta dall'on. Pierre Camiti. E' consulente del
Ministro della Solidarieta' sociale sui temi delle politiche contro la
poverta' e delle politiche per la famiglia; coordina il comitato
tecnico-scientifico sulle politiche di sostegno alle responsabilita'
familiari presso il Dipartimento degli affari sociali e fa parte del gruppo
di lavoro che segue la sperimentazione del Reddito minimo di inserimento".
Dal sito www.dss.unito.it riportiamo il seguente sintetico curriculum
accademico aggiornato: "Dal 1990 professore ordinario di sociologia della
famiglia alla Facolta' di Scienze Politiche dell'Universita' di Torino, dove
insegna anche sistemi sociali comparati. In precedenza e' stata prima
professore associato poi professore straordinario presso la Facolta' di
Sociologia dell'Universita' di Trento. Direttore del Dipartimento di Scienze
sociali dal 1991 al 1997. Direttore del Cirsde - Centro Interdipartimentale
di Studi delle Donne, dal 1997 al 2001 ed attualmente presidente dello
stesso, nel frattempo divenuto Centro di interesse di ateneo  E'
coordinatore del corso di dottorato in Ricerca Sociale Comparata. Delegata
del rettore per l'introduzione della prospettiva di genere nei curricula
universitari. Altre attivita' professionali: dal 1999 al dicembre 2001 e'
stata presidente della Commissione di indagine sulla esclusione sociale,
presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri; e' membro del gruppo di
lavoro per le Indagini Multiscopo, presso l'Istat; effettua consulenze per
la Commissione Europea, il Consiglio d'Europa, l'Ocse; fa parte della
editorial board di alcune riviste accademiche: Annual Sociological Review,
Retraite et Societe', Sociologia, Problemas y Praticas". Tra le opere di
Chiara Saraceno: (con Gian Enrico Rusconi), Ideologia religiosa e conflitto
sociale, De Donato, Bari 1970; Dalla parte della donna, De Donato, Bari
1971; Anatomia della famiglia, De Donato, Bari 1976; (a cura di), Alla
scoperta dell'infanzia, De Donato, Bari 1979; (a cura di), Il lavoro mal
diviso, De Donato, Bari 1980; (a cura di), Eta' e corso della vita, il
Mulino, Bologna 1986; Pluralita' e mutamento, Franco Angeli, Milano, 1987;
Sociologia della famiglia, il Mulino, Bologna 1988, 1996; (con Manuela
Olagnero), Che vita e', Nis, Roma 1993; (con Achilli e altre), Vivere sole,
Franco Angeli, Milano 1994; (con N. Negri), Le politiche contro la poverta'
in Italia, il Mulino, Bologna 1996; (con S. Piccone Stella, a cura di),
Genere. La costruzione sociale del femminile e del maschile, il Mulino,
Bologna 1996; (con M. Barbagli, a cura di), Lo stato delle famiglie in
Italia, il Mulino, Bologna 1997; Mutamenti familiari e politiche sociali in
Italia, il Mulino, Bologna, 1998;  (con M. Barbagli), Separarsi in Italia,il
Mulino, Bologna, 1998; (con Manuela Naldini) Sociologia della famiglia, il
Mulino, Bologna, 2001; (a cura di), Commissione d'indagine sull'esclusione
sociale, Rapporto sulle politiche contro la poverta' e l'esclusione sociale.
1997-2001, Carocci, Roma 2002; (a cura di), Social Assistance Dynamics in
European Welfare States, Policy Press, Bristol 2002; (a cura di), Diversi da
chi? Gay, lesbiche, transessuali in un'area metropolitana, Guerini, Milano
2003; Mutamenti della famiglia e politiche sociali in Italia, il Mulino,
Bologna 2003; (a cura, con N. Negri), Poverta' e vulnerabilita' sociale in
aree sviluppate, Carocci, Roma 2003; (a cura di), Dinamiche assistenziali in
Europa, il Mulino, Bologna 2004]

Dopo settimane di continuo, violento attacco al diritto delle donne di
decidere se portare a termine una gravidanza da parte sia dei massimi
vertici della Chiesa cattolica che dei vari teodem e teocon, le donne si
sono ripresa la parola e lo spazio pubblico da cui di fatto quell'attacco
cerca di estrometterle. Prima ancora che una manifestazione a difesa della
legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza, la manifestazione
spontanea di giovedi' e' stata la rivendicazione del diritto prioritario
delle donne a decidere su cio' che riguarda innanzitutto loro e che per
esistere deve passare attraverso il loro consenso e accoglimento.
Di fronte al silenzio imbarazzato dei partiti, incluso il Pd, timorosi di
urtarsi con la Chiesa e per questo troppo spesso dimentichi della necessita'
di difendere i diritti civili, a partire da quello fondamentale dell'habeas
corpus, le donne che sono scese in piazza ricordano che il corpo delle donne
non e', come denunciava gia' anni fa la filosofa tedesca Barbara Duden,
luogo pubblico, su cui tutti, salvo loro stesse, hanno diritto di
intervenire. La mediazione necessaria del corpo femminile per mettere e
venire al mondo non puo' che passare dal riconoscimento della liberta' e
della dignita' femminile. La manifestazione di giovedi' reagisce alla
degenerazione del dibattito pubblico attorno alla questione dell'aborto, che
ha raggiunto nel nostro Paese impensabili abissi d'incivilta' e mancanza di
rispetto per le donne e le loro scelte difficili. E' vero che i teodem, che
fino a ieri appoggiavano entusiasticamente Ferrara, al punto che sembrava
volessero farlo "santo subito" cominciano a prendere cautamente le distanze
rispetto alla sua lista pro-life.
E "L'Osservatore Romano" addirittura raccomanda di abbassare i toni ed
evitare "strumentalizzazioni ad uso elettorale sui temi etici", auspicando
un "dibattito sereno e obiettivo". Ma non possono facilmente chiamarsi fuori
dalla responsabilita' di aver creato questo clima violento, che pretende di
zittire chi la pensa diversamente sull'esistenza di una vita umana fin dal
concepimento e ha ridotto tutta la discussione sul diritto alla vita al
diritto dell'embrione. Non si sente infatti, da parte di questi difensori
degli embrioni, un'indignazione, una proposta di mobilitazione, neppure
vagamente paragonabile per le condizioni di poverta', malattia, sfruttamento
in cui si trovano a vivere molti bambini e alla violenza e negazione di se'
cui sono condannate le donne in molte parti del mondo. La vita sembra
contare ed evocare solidarieta' solo prima che ci siano esseri umani in
carne ed ossa. Poi diviene molto meno importante, se non irrilevante. Molte
delle donne che sono scese in piazza sono madri, figlie, compagne, che
quotidianamente costruiscono le condizioni di una vita decente per i loro
figli, mariti, compagni, genitori anziani, nella cura quotidiana richiesta
dalla riproduzione della vita. Sono scese in piazza perche' loro e le altre
possano continuare a farlo liberamente. C'e' ancora molto da fare perche' le
condizioni di questa liberta' siano garantite nel nostro Paese. Ma l'ultima
cosa da fare e' obbligare le donne a mettere al mondo un figlio che non
vogliono o non possono avere, mettendo sotto tutela il loro corpo e
impedendo loro di decidere su di se'.

6. MEMORIA. GOFFREDO FOFI RICORDA MICHELE RANCHETTI
[Da "Lo straniero", n. 93, marzo 2008 (www.lostraniero.net).
Goffredo Fofi, nato a Gubbio nel 1937, ha lavorato in campo pedagogico e
sociale collaborando a rilevanti esperienze. Si e' occupato anche di critica
letteraria e cinematografica. Tra le sue intraprese anche riviste come
"Linea d'ombra", "La terra vista dalla luna" e "Lo straniero". Per sua
iniziativa o ispirazione le Edizioni Linea d'ombra, la collana Piccola
Biblioteca Morale delle Edizioni e/o, L'ancora del Mediterraneo, hanno
rimesso in circolazione testi fondamentali della riflessione morale e della
ricerca e testimonianza nonviolenta purtroppo sepolti dall'editoria -
diciamo cosi' - maggiore. Opere di Goffredo Fofi: tra i molti suoi volumi
segnaliamo particolarmente almeno L'immigrazione meridionale a Torino
(1964), e Pasqua di maggio (1989). Tra le pubblicazioni degli ultimi decenni
segnaliamo ad esempio: con Tony Thomas, Marlon Brando, Gremese, 1982; con
Franca Faldini, Toto', Pironti, Napoli 1987; Pasqua di maggio. Un diario
pessimista, Marietti, Casale Monferrato 1988; con P. Polito, L'utopia
concreta di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1988; Prima il pane, e/o, Roma
1990; Storie di treno, L'Obliquo, 1990; Benche' giovani. Crescere alla fine
del secolo, e/o, Roma 1993; Strana gente. 1960: un diario tra Sud e Nord,
Donzelli, Roma 1993; La vera storia di Peter Pan  e altre storie per film
(1968-1977), e/o, Roma 1994; Piu' stelle che in cielo. Il libro degli attori
e delle attrici, e/o, Roma 1995; Come in uno specchio. I grandi registi del
cinema, Donzelli, Roma 1995; Strade maestre. Ritratti di scrittori italiani,
Donzelli, Roma 1996; con Gad Lerner e Michele Serra, Maledetti giornalisti,
e/o, Roma 1997; Sotto l'Ulivo. Politica e cultura negli anni '90, Minimum
Fax, 1998; Un secolo con Toto', Dante & Descartes, Napoli 1998; Le nozze coi
fichi secchi, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 1999; con Gianni Volpi,
Vittorio De Seta. Il mondo perduto, Lindau, 1999; con Stefano Benni,
Leggere, scrivere, disobbedire. Conversazione, Minimum Fax, 1999; con Franca
Faldini, Toto'. L'uomo e la maschera, L'ancora del Mediterraneo, Napoli
2000; con Stefano Cardone, Intoccabili, Silvana, 2003; Paolo Benvenuti,
Falsopiano, 2003; con Ferruccio Giromini, Santosuosso, Cooper e
Castelvecchi, 2003; Alberto Sordi, Mondadori, Milano 2004; con Giovanni Da
Campo e Claudio G. Fava., Simenon, l'uomo nudo, L'ancora del Mediterraneo,
Napoli 2004;  con Franca Faldini, Toto'. Storia di un buffone serissimo,
Mondadori, Milano 2004; Circo equestre za-bum. Dizionario di stranezze,
Cargo, 2005. Opere su Goffredo Fofi: non conosciamo volumi a lui dedicati,
ma si veda almeno il ritratto che ne ha fatto Grazia Cherchi, ora alle pp.
252-255 di Eadem, Scompartimento per lettori e taciturni, Feltrinelli).
Michele Ranchetti (Milano 1925 - Firenze 2008), illustre intellettuale di
profonda cultura e di grande finezza, storico della chiesa e delle
religioni, docente universitario, poeta, pittore, saggista, traduttore,
consulente editoriale, editore; studioso, traduttore e curatore
dell'edizione italiana di opere di Wittgenstein, Freud, Celan, Rilke,
Benjamin; ha curato per i "Meridiani" Mondadori l'edizione della Bibbia di
Diodati. Opere di Michele Ranchetti: Cultura e riforma religiosa nella
storia del modernismo, Einaudi, Torino 1963; La mente musicale, Garzanti,
Milano 1988; Gli ultimi preti. Figure del cattolicesimo contemporaneo,
Edizioni Cultura della pace, S. Domenico di Fiesole 1997; (a cura di, con
Mauro Bertani), La psicoanalisi e l'antisemitismo, Einaudi, Torino 1999;
Scritti diversi. Vol. 1: Etica del testo, Storia e Letteratura, 1999;
Scritti diversi. Vol. 2: Chiesa cattolica ed esperienza religiosa, Storia e
Letteratura, 2000; Scritti diversi. Vol. 3: Lo spettro della psicoanalisi,
Storia e Letteratura, 2000; Verbale, Garzanti, Milano 2001; Scritti in
figure, Storia e Letteratura, 2002; Non c'e' piu' religione. Istituzione e
verita' nel cattolicesimo italiano del Novecento, Garzanti, Milano 2003.
Opere su Michele Ranchetti: AA. VV., Anima e paura. Studi in onore di
Michele Ranchetti, Quodlibet, Macerata 1998]

Sulla figura e l'opera di Michele Ranchetti, che ci ha lasciati il 2
febbraio a Firenze, la nostra rivista si sente moralmente obbligata a
ritornare in futuro. La pubblicazione sul numero scorso di molte sue poesie,
in gran parte inedite (una raccolta sistematica verra' proposta
prossimamente da Quodlibet), la pubblicazione in questo numero del breve
testo su don Milani che mi ha consegnato con le poesie l'ultima volta che ci
siamo visti, a Santo Stefano del 2007, illustrano alcuni aspetti importanti
della sua attivita', che fu pero' molto varia, secondo modelli piu'
rinascimentali che moderni. C'era infatti in Ranchetti qualcosa degli
antichi umanisti curiosi di troppe cose da riuscire a contenerle in una sola
scelta, ed e' davvero difficile distinguere tra i suoi scritti (ma si
dilettava con competenza anche di pittura e di musica, e cioe' dipingeva e
suonava) quel che e' del filosofo e quel che e' dello storico, del teologo,
dello studioso di psicanalisi e del poeta (e a chi gli chiedeva di
definirsi, rispondeva: "sono un poeta"). Colpivano la sua sicurezza -
certamente favorita anche dalle solide origini borghesi - e la chiarezza
argomentativa, colpiva lo sprezzo di ogni opportunismo, ma colpivano
soprattutto la curiosita' a vastissimo raggio, non solo per i fenomeni
intellettuali, e la sua apertura e generosita', insieme con la prontezza e
la precisione del giudizio. Alle due qualita' umane che mi sembra
caratterizzino gli individui migliori, specialmente in questi aridi tempi di
egotismi ed egoismi, egli aggiungeva pero' la vastita' della scienza e delle
competenze, e la passione del ragionare e del ricercare. A quanti giovani
intellettuali, piu' o meno confusi, non ha dato prima o poi una mano, anche
per avviarli alle loro specializzazioni e carriere? Se per molti aspetti
Ranchetti pareva somigliare a un Fortini o a un don Milani, lo distingueva
pero' dall'intelligenza, cultura e presenza del primo, la disponibilita'
umana e dal secondo il rifiuto di stare nell'ordine della Chiesa (il breve
testo su don Milani che segue, e' perfettamente coerente con le posizioni
durissime da lui espresse nel numero di "L'ospite ingrato", gia' segnalato
da "Lo straniero", sulla deriva cattolica e sugli ultimi pontificati). Un
"eretico" conseguente. I suoi libri e interventi resteranno, fanno parte
gia' da tempo del miglior patrimonio della cultura italiana del Novecento. E
in chi ha avuto il privilegio di frequentarlo e sentirsene amico, restera'
il ricordo di un'intelligenza e cultura d'eccezione, di una personalita'
senza pari, di un vivificante calore e di una calorosa persuasione.

7. MEMORIA. MICHELE RANCHETTI RICORDA LORENZO MILANI
[Da "Lo straniero", n. 93, marzo 2008 (www.lostraniero.net), col titolo
"Ancora su don Milani".
Lorenzo Milani nacque a Firenze nel 1923, proveniente da una famiglia della
borghesia intellettuale, ordinato prete nel 1947. Opera dapprima a S. Donato
a Calenzano, ove realizza una scuola serale aperta a tutti i giovani di
estrazione popolare e proletaria, senza discriminazioni politiche. Viene poi
trasferito punitivamente a Barbiana nel 1954. Qui realizza l'esperienza
della sua scuola. Nel 1958 pubblica Esperienze pastorali, di cui la
gerarchia ecclesiastica ordinera' il ritiro dal commercio. Nel 1965 scrive
la lettera ai cappellani militari da cui derivera' il processo i cui atti
sono pubblicati ne L'obbedienza non e' piu' una virtu'. Muore dopo una lunga
malattia nel 1967; era appena uscita la Lettera a una professoressa della
scuola di Barbiana. L'educazione come pratica di liberazione, la scelta di
classe dalla parte degli oppressi, l'opposizione alla guerra, la denuncia
della scuola classista che discrimina i poveri: sono alcuni dei temi su cui
la lezione di don Milani resta di grande valore. Opere di Lorenzo Milani e
della scuola di Barbiana: Esperienze pastorali, L'obbedienza non e' piu' una
virtu', Lettera a una professoressa, pubblicate tutte presso la Libreria
Editrice Fiorentina (Lef). Postume sono state pubblicate le raccolte di
Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, Mondadori; le Lettere alla
mamma, Mondadori; e sempre delle lettere alla madre l'edizione critica,
integrale e annotata, Alla mamma. Lettere 1943-1967, Marietti. Altri testi
sono apparsi sparsamente in volumi di diversi autori. La casa editrice
Stampa Alternativa ha meritoriamente effettuato nell'ultimo decennio la
ripubblicazione di vari testi milaniani in edizioni ultraeconomiche e
criticamente curate. La Emi ha recentemente pubblicato, a cura di Giorgio
Pecorini, lettere, appunti e carte varie inedite di don Lorenzo Milani nel
volume I care ancora. Altri testi ha pubblicato ancora la Lef. Opere su
Lorenzo Milani: sono ormai numerose; fondamentali sono: Neera Fallaci, Vita
del prete Lorenzo Milani. Dalla parte dell'ultimo, Rizzoli, Milano 1993;
Giorgio Pecorini, Don Milani! Chi era costui?, Baldini & Castoldi, Milano
1996; Mario Lancisi (a cura di), Don Lorenzo Milani: dibattito aperto,
Borla, Roma 1979; Ernesto Balducci, L'insegnamento di don Lorenzo Milani,
Laterza, Roma-Bari 1995; Gianfranco Riccioni, La stampa e don Milani, Lef,
Firenze 1974; Antonio Schina (a cura di), Don Milani, Centro di
documentazione di Pistoia, 1993. Segnaliamo anche l'interessante fascicolo
monografico di "Azione nonviolenta" del giugno 1997. Segnaliamo anche il
fascicolo Don Lorenzo Milani, maestro di liberta', supplemento a "Conquiste
del lavoro", n. 50 del 1987. Tra i testi apparsi di recente: il testo su don
Milani di Michele Ranchetti nel suo libro Gli ultimi preti, Edizioni cultura
della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1997; David Maria Turoldo, Il mio
amico don Milani, Servitium, Sotto il Monte (Bg) 1997; Liana Fiorani, Don
Milani tra storia e attualita', Lef, Firenze 1997, poi Centro don Milani,
Firenze 1999; AA. VV., Rileggiamo don Lorenzo Milani a trenta anni dalla sua
morte, Comune di Rubano 1998; Centro documentazione don Lorenzo Milani e
scuola di Barbiana, Progetto Lorenzo Milani: il maestro, Firenze 1998; Liana
Fiorani, Dediche a don Milani, Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 2001; Edoardo
Martinelli, Pedagogia dell'aderenza, Polaris, Vicchio di Mugello (Fi) 2002;
Marco Moraccini (a cura di), Scritti su Lorenzo Milani. Una antologia
critica, Il Grandevetro - Jaca Book, Santa Croce sull'Arno (Pi) - Milano
2002]

La mia e' solo una testimonianza. Non un giudizio critico sul bel libro di
don Jose' Luis Corzo, Lorenzo Milani. Analisi spirituale e interpretazione
pedagogica (Servitium), tanto meno sulla figura e l'insegnamento di don
Lorenzo Milani. L'ho conosciuto prima che si facesse prete, e ho parlato a
lungo con lui, o meglio l'ho ascoltato. Ma di altre cose, allora per lui
importanti, per me ancora oggi. L'ho rivisto sul letto di morte, poco prima
della sua fine. Ero stato picchiato dalla polizia per aver partecipato a una
"adunata sediziosa" contro la guerra nel Vietnam e Lorenzo senza condolersi
o compiangermi mi ha solo chiesto se avessi sporto denuncia. E mi ha
invitato a farlo. Conservo quindi, direi soprattutto, l'idea che lui
incarnava per me, della necessita' della giustizia. Una giustizia sul letto
di morte, dove per solito si crede trovare tolleranza e perdono da parte di
chi muore. Mi ha chiesto, allora, di far propaganda per il suo libro,
Lettera a una professoressa. Anch'esso una denuncia.
Sono passati molti anni, e in questi anni non ho mai ripensato al suo
insegnamento, non ho mai preso parte a una sua "rinascita", scandita negli
anniversari, ne' ho promosso o partecipato agli inviti delle mille Barbiane
nel mondo. Sono rimasto in disparte dagli omaggi, soprattutto perche' mi
sembravano estranei e lontani dal ricordo che avevo di lui e promossi da
quei suoi ragazzi, che anch'essi sembravano estranei e diversi, cosi'
sfacciati e sicuri di se', arroganti e ispirati dal possesso di una verita'
che non riconoscevo in quel che dicevano e facevano. Certo don Lorenzo non
era un mite e sapeva e voleva essere sgradevole. Ma, vorrei dire, in nome di
Dio e di nient'altro. Non di un metodo pedagogico, giustamente discutibile e
soprattutto non trasferibile perche' legato alla sua figura del prete
maestro in una situazione anch'essa irriproducibile di assenza di altri e di
altro. Appunto senza alcun contesto se non quello provocato da lui dei
poveri esperti chiamati a riferire malamente, perche' intimiditi, il po' di
disciplina loro ascritto, e soggetti al giudizio severissimo e di estremo
rigore intellettuale di Lorenzo.
Neppure di un'esperienza religiosa come per solito si configura nel
difficile itinerario della mente a Dio in un lungo processo di conversione,
perche', cosi' mi sembrava, la conversione di Lorenzo da quello spavaldo
giovane che voleva farsi pittore a quel morente che imponeva giustizia e la
ispirava con la sua morte esemplare e' stata un fatto assoluto, una chiamata
a voce altissima da parte di Dio e un'obbedienza altrettanto assoluta da
parte di un giovane ricco. Senza mediazioni. Non riesco quindi neppure a
immaginarmi un'eredita' religiosa di Lorenzo che, secondo il carattere della
vocazione nell'accezione originaria di chiamata, non ha mai discusso di
religione o di dottrina e non puo' essere in alcun modo ascritto al
rinnovamento ispirato dalla convocazione del Concilio Vaticano ne' tanto
meno a forme di dissenso cattolico. "Il papa fa il suo mestiere e io faccio
il mio" cosi' avrebbe detto a qualcuno di noi, forse a me. L'idea del
mestiere, anche del mestiere del prete, era in lui ben presente, e spesso,
come si ricordera', parlava della sua "ditta", intendendo la Chiesa. Anche a
questo riguardo, prevaleva in lui l'idea di una chiesa che fa bene il suo
mestiere e se sgarra, non e' per errori di teologia ma per carenza di
giustizia. Come tutto questo sia lontano dai nostri giorni, e anche dai
giorni della Chiesa di oggi e' piu' che tragicamente evidente.
Ho sentito parlare dell'avvio di un processo di beatificazione di don
Lorenzo. Posso solo augurarmi che se mai questo dovesse avvenire, esso abbia
a provocare, come prima conseguenza, la cacciata di molti esponenti del
clero vivi e morti per fargli posto.

8. LIBRI. ELENA LOEWENTHAL PRESENTA "UNA TERRA E DUE POPOLI. SULLA QUESTIONE
EBRAICO-ARABA" DI MARTIN BUBER
[Dal supplemento "Tuttolibri" del quotidiano "La stampa" del 23 febbraio
2008, col titolo "Un filosofo tra ebrei e palestinesi".
Elena Loewenthal, limpida saggista e fine narratrice, acuta studiosa; nata a
Torino nel 1960, lavora da anni sui testi della tradizione ebraica e traduce
letteratura d'Israele, attivita' che le sono valse nel 1999 un premio
speciale da parte del Ministero dei beni culturali; collabora a "La stampa"
e a "Tuttolibri"; sovente i suoi scritti ti commuovono per il nitore e il
rigore, ma anche la tenerezza e l'amista' di cui sono impastati, e fragranti
e nutrienti ti vengono incontro. Nel 1997 e' stata insignita altresi' del
premio Andersen per un suo libro per ragazzi. Tra le opere di Elena
Loewenthal: segnaliamo particolarmente Gli ebrei questi sconosciuti, Baldini
& Castoldi, Milano 1996, 2002; L'Ebraismo spiegato ai miei figli, Bompiani,
Milano 2002; Lettera agli amici non ebrei, Bompiani, Milano 2003; Eva e le
altre. Letture bibliche al femminile, Bompiani, Milano 2005; con Giulio Busi
ha curato Mistica ebraica. Testi della tradizione segreta del giudaismo dal
III al XVIII secolo, Einaudi, Torino 1995, 1999; per Adelphi sta curando
l'edizione italiana dei sette volumi de Le leggende degli ebrei, di Louis
Ginzberg.
Martin Buber, filosofo, educatore, scrittore e straordinario uomo di pace,
e' nato a Vienna nel 1878 ed e' deceduto a Gerusalemme nel 1965. Per almeno
tre ragioni Martin Buber e' uno dei nostri maestri piu' grandi: per essere
il grande filosofo del principio dialogico, che pone alla base del nostro
esserci la relazione io-tu; per essere il grande uomo di pace che sempre
oppose la civilta' e la comprensione alla violenza e alla chiusura; per
essere il grande amorevole ricercatore delle tradizioni e delle memorie dei
pii, degli umili e dei dimenticati. Opere di Martin Buber: tra le sue opere
segnaliamo Il principio dialogico, Comunita', Milano 1958, San Paolo
Edizioni, Cinisello Balsamo (Milano) 1993 (contiene anche il saggio Ich und
Du); Il problema dell'uomo, Patron, Bologna 1972, , Ldc, Leumann (Torino)
1983, Marietti, Genova 2004; Sentieri in utopia, Comunita', Milano 1967;
Immagini del bene e del male, Comunita', Milano 1965, Gribaudi, Torino 2006;
L'eclissi di Dio, Comunita', Milano 1965, , Mondadori, Milano 1990,
Passigli, Firenze 2001; Sette discorsi sull'ebraismo, Israel, Firenze 1923,
Carucci, Assisi-Roma 1976; Israele. Un popolo e un paese, Garzanti, Milano
1964; Gog e Magog, Bompiani, Milano 1964; La leggenda del Baal-Schem,
Israel, Firenze 1925, Gribaudi, Torino 1995; I racconti dei chassidim,
Longanesi, Milano 1962, 1978, Garzanti, Milano 1979; La regalita' di Dio,
Marietti, Casale Monferrato 1989; La fede dei profeti, Marietti, Casale
Monferrato 1985; Mose', Marietti, Casale Monferrato 1983. Confessioni
estatiche, Adelphi, 1987; Sion, storia di un'idea, Marietti, 1987; Il
cammino dell'uomo secondo l'insegnamento chassidico, Qiqajon, 1990; Profezia
e politica. Sette saggi, Citta' Nuova, 1996; Discorsi sull'ebraismo,
Gribaudi, Torino 1996; Incontro. Frammenti autobiografici, Citta' Nuova,
1998; (con Elie Wiesel), Elia, Gribaudi, Torino 1998; Le storie di Rabbi
Nachman, Tea, 1999, Guanda, 2004; Due tipi di fede. Fede ebraica e fede
cristiana, San Paolo Edizioni, Cinisello Balsamo (Milano) 1999; La
modernita' della parola. Lettere scelte (1918-1938), La Giuntina, Firenze
2000; Racconti di angeli e demoni , Gribaudi, Torino 2000; Beato l'uomo che
ha trovato la saggezza. Meditazioni per ogni giorno, Gribaudi, Torino 2001;
Il cammino del giusto. Riflessioni su alcuni salmi, Gribaudi, Torino 2002;
L'uomo tra il bene e il male, Gribaudi, Torino 2003; Daniel. Cinque dialoghi
estatici, La Giuntina, Firenze 2003; La passione credente dell'ebreo,
Morcelliana, Brescia 2007; Una terra e due popoli. Sulla questione
ebraico-araba, La Giuntina, Firenze 2008; Cfr. anche, con Franz Rosenzweig,
Prigioniero di Dio, Studium, Roma 1989; e il dibattito con Gandhi, in M. K.
Gandhi, M. Buber, J. L. Magnes, Devono gli Ebrei farsi massacrare?, in
"MicroMega" n. 2 del 1991 (pp. 137-184). Opere su Martin Buber: per
un'introduzione cfr. Clara Levi Coen, Martin Buber, Edizioni cultura della
pace, S. Domenico di Fiesole (Firenze) 1991. Un ampio saggio di Holger Banse
ed altri materiali su Buber sono in "Vocie  volti della nonviolenza" nn.
84-85]

Martin Buber e' il filosofo del dialogo. Centrale nel suo pensiero e' il
rapporto io-e-tu, secondo un principio dell'inclusione in cui, nell'incontro
con l'altro, "l'io non nega la propria realta', ma cerca di includere la
realta' dell'altro". Tale contesto e' solo all'apparenza astratto, e trova
invece una concretezza storica e attuale nella raccolta di saggi che La
Giuntina manda in questi giorni in libreria: Una terra e due popoli. Sulla
questione ebraico-araba (testi scelti e introdotti da Paul Mendes-Flohr, a
cura di Irene Kajon e Paolo Piccolella, La Giuntina, Firenze 2008, pp. 372,
euro 18). Quest'antologia di scritti buberiani e' quanto mai opportuna, e
l'apparato critico aiuta il lettore a districarsi fra i dati storici che
sono la cornice indispensabile di queste riflessioni. Perche' Buber non solo
scrisse di queste cose: furono la sua vita, e una militanza mai stanca, fino
all'ultimo.
La questione fondamentale, che e' anche lo spartiacque del pensiero sionista
nelle sue due correnti fondamentali, si pone in questi termini: il ritorno
del popolo d'Israele alla sua terra significa conquista di una "normalita'"
nazionale, ambizione a diventare un paese come ogni altro? Oppure questo
risorgimento ebraico deve avere come presupposto una vocazione particolare,
in continuita' con l'"eccentrica" condizione del popolo d'Israele?
Se Theodor Herzl era mosso dall'urgenza di rendere gli ebrei uguali agli
altri popoli, per farli sfuggire all'antisemitismo e alla limitatezza
esistenziale della diaspora, Buber e' dell'avviso opposto. Per lui
l'elezione d'Israele rappresenta la base del ritorno alla terra (che
considera urgente e necessario), della costruzione di un ebraismo
"produttivo", che il filosofo sente come un'istanza di giustizia. Non solo
per gli ebrei stessi, bensi' per tutto l'Occidente. "Se in Occidente -
scrive nel 1929 - vi sono speranze di una intuizione perfetta di vita umana,
allora questa fede nel futuro vive di cio' che e' stato iniziato e
interrotto a causa della fine della comunita' ebraica".
Ma che cosa e' esattamente questa elezione, che ha inventato la speranza e
il futuro? "Essa non intende affermare alcun sentimento di superiorita',
bensi' di determinazione: non deriva da alcun confronto di se' con gli
altri, ma dalla necessaria dedizione al proprio compito, a quel compito ai
cui primi tentativi di esecuzione il popolo crebbe come nazione".
Nel rispetto di questa vocazione, di un principio di giustizia se non
dettata per filo e per segno certo suggerita dal cielo, Buber fonda la sua
idea di terra promessa. In nome di quel principio di giustizia egli ritiene
fondamentale il presupposto della convivenza, il confronto con quell'altro
da se', quel tu che condivide questa terra: la popolazione araba con i suoi
diritti. Tutto cio' accanto alla battaglia che il filosofo ingaggia per il
ritorno alla terra degli ebrei, perche' sia consentita loro l'immigrazione
in quella terra. Per una nuova, produttiva dimensione della storia
d'Israele. Le parole di Buber sono sempre ferme, lucide, a volte profetiche.

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

10. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it,
sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 386 del 6 marzo 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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