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Minime. 386
- Subject: Minime. 386
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 6 Mar 2008 00:52:56 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 386 del 6 marzo 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Il 6 marzo a Cento 2. In varie citta' italiane in questi giorni con "Leggendaria" 3. A Milano l'8 marzo 4. A Roma l'8 marzo 5. Chiara Saraceno: Perche' le donne si sono riprese la parola 6. Goffredo Fofi ricorda Michele Ranchetti 7. Michele Ranchetti ricorda Lorenzo Milani 8. Elena Loewenthal presenta "Una terra e due popoli. Sulla questione ebraico-araba" di Martin Buber 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento 10. Per saperne di piu' 1. INCONTRI. IL 6 MARZO A CENTO [Dal Movimento Nonviolento (per contatti: azionenonviolenta at sis.it) riceviamo e diffondiamo] Oggi, giovedi' 6 marzo, alle ore 20,45 presso la Sala "F. Zarri" del Palazzo del Governatore, in piazza Guercino 39, a Cento (Ferrara) si terra' un incontro-dibattito sul tema: "A 60 anni dal martirio del Mahatma Gandhi: l'attualita' della nonviolenza". Partecipa Mao Valpiana, direttore di "Azione nonviolenta", rivista mensile del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini. L'incontro e' organizzato dalle associazioni Amnesty International - gruppo 196 di Cento, Arcoiris - cooperativa sociale, Coordinamento per la pace nel Cento Pievese, Le Case degli Angeli di Daniele Onlus, Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie - Gruppo Cento Pievese, in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Cento, e rientra nell'iniziativa "I tre giovedi'", ciclo di incontri per stimolare la riflessione, il confronto e la discussione su tematiche di scottante attualita' e di particolare interesse sociale. 2. INCONTRI. IN VARIE CITTA' ITALIANE IN QUESTI GIORNI CON "LEGGENDARIA" [Dalla redazione di "Leggendaria" (per contatti: leggendaria at supereva.it) riceviamo e diffondiamo] E' uscita "Leggendaria" n. 67, marzo 2007, 76 pagine, 10 euro, fascicolo monografico sul tema: "Donne politica violenza". Ne discutiamo in varie citta' italiane. * In piena campagna elettorale, dopo la manifestazione contro la violenza del 24 novembre 2007, il "caso" del Policlinico di Napoli dell'11 febbraio, la questione della "moratoria" sull'aborto messa in campo dal partito "Pro-Life" di Giuliano Ferrara, le molte e diverse petizioni presentate da autorevoli esponenti del mondo femminile in difesa della 194, la rivista "Leggendaria" dedica il suo ultimo numero al rapporto delle donne con la politica - dei partiti, delle istituzioni e dei poteri - sottolineando il clima di violento attacco contro la soggettivita', la cultura, il pensiero e le pratiche che le donne, e segnatamente le associazioni femminili e i gruppi femministi, hanno espresso negli ultimi decenni. Opinioni e interventi di Anna Maria Crispino, Maria Luisa Boccia, Assunta Sarlo, Anna Simone, Lea Melandri e un'intervista di Silvia Neonato alla segretaria generale della Cgil-Lombardia Susanna Camusso. Si parla inoltre della conciliazione come tema di politica sociale (Maria Grosso), del compito della filosofia politica (Federica Giardini), delle narrative - letterarie e cinematografiche - che raccontano il ruolo delle donne nel '68 e negli anni Settanta. Un'ampia sezione e' dedicata all'analisi di come i media si occupano dei temi relativi alle donne in cronaca e politica (Nadia Tarantini, Monica Luongo e Madddalena Tulanti). Ivana Rinaldi fa il punto sulla storiografia femminista sugli anni Settanta mentre Giuliana Misserville riflette sull'attualita' del pensiero di Simone de Beauvoir nel centenario della nascita. Lo Speciale e' dedicato ad un lungo, emozionante colloquio a piu' voci con Rossanda Rossanda: "Fai politica, e la politica fa te". A/margine riferisce delle attivita' di scuole e seminari estivi delle donne (Adriana Nannicini e Federica Turco). In Primopiano, in evidenza gli articoli di Monica Ruocco sulla narrativa palestinese a firma femminile, di Bia Sarasini sulla "politica della traduzione" a proposito di testi di Mahasweta Devi e Gayatri Spivak, di Lorella Reale sui temi della bio-etica relativi alla maternita'. * Presentazioni - Torino, 6 marzo 2008, ore 17,30, Circolo dei Lettori, Palazzo Granari della Roccia, via Bogino, 9: Con Alessandra Comazzi (giornalista, La Stampa), Anna Maria Crispino (direttora di Leggendaria), Luisa Passerini (storica, Universita' di Torino), coordina Stefanella Campana (giornalista, La Stampa). - Genova, 8 marzo 2008, ore 17,30, Palazzo Ducale, Sala del camino, con Marta Vincenti (sindaco di Genova), Bia Sarasini (giornalista di Leggendaria), Giulietta Ruggeri (Laboratorio politico delle donne), Assunta Sarlo (Usciamo dal silenzio), coordina Silvia Neonato (giornalista Secolo XIX e Leggendaria). - Napoli, 10 marzo 2008, ore 16,30, Maschio Angioino, Antisala dei Baroni, con Anna Maria Carloni (senatrice), Anna Maria Crispino (direttora di Leggendaria), Federica Giardini (docente di filosofia, Universita' Roma Tre), Maria Fortuna Incostante (deputata), coordina Valeria Valente (assessora Pari Opportunita', Comune di Napoli). - Roma, 12 marzo 2008, ore 17, ex Hotel Bologna, via Santa Chiara 5, con Maria Luisa Boccia, Anna Maria Crispino, Ida Dominijanni, Vittoria Franco, coordina Loredana Lipperini. - Pescara, 14 marzo 2008, ore 17, con Anna Maria Crispino (direttora di Leggendaria), Nadia Tarantini, Letizia Paolozzi, Franca Chiaromonte. - Milano, 2 aprile 2008, Circolo Cicip&Ciciap. - Bologna, 3 aprile 2008, ore 17, Aula Magna di Santa Cristina, via del Piombo, 5, con Anna Maria Crispino (direttora di Leggendaria), Annamaria Tagliavini (direttora Biblioteca Italiana delle Donne), Patrizia Violi (semiologa, Universita' di Bologna), Livia Zaccagnini (comitato statuto- Pd). - Bari (da definire). * Per informazioni e contatti: redazione di "Leggendaria", via Giulio Galli 71/B2, 00123 Roma, e-mail: leggendaria at supereva.it, sito: www.leggendaria.it 3. INCONTRI. A MILANO L'8 MARZO [Da Vittorio Bellavite (per contatti: vittorio.bellavite at fastwebnet.it) riceviamo e diffondiamo] Il Coordinamento 9 marzo, il Graal, Gruppo Promozione Donna, Gruppo del Guado - credenti omosessuali, Gruppo Pace di S. Angelo, "Noi Siamo Chiesa", promuovono un ncontro su "La Chiesa e le violenze sulle donne" a Milano, sabato 8 marzo 2008, all'Auditorium di Corso Matteotti 14 (metropolitana linea 1 rossa - fermata S. Babila). * - ore 9,30: Teresa Ciccolini, del Gruppo Promozione Donna, introduzione all'incontro. - ore 10: Anna Francolini e Giuliana Vicini del Centro Aiuto Donne Maltrattate di Monza, "Il fenomeno delle violenze sulle donne con particolare riferimento a quelle all'interno della famiglia". - ore 11,15: Giancarla Codrignani, saggista, e Roberta Fossati, storica, "La Chiesa e le violenze contro le donne: da quale realta' partiamo. Proposte e prospettive". - interventi - ore 13-14,30: pausa. - ore 14,30: interventi, testimonianze e dibattito. - ore 17,30: Proposta di Dichiarazione. - ore 18: Conclusioni. 4. INCONTRI. A ROMA L'8 MARZO [Dalle amiche e dagli amici di "Sulla strada" (per contatti: info at sullastradaonlus.it) riceviamo e diffondiamo] 8 marzo: e' festa se lo e' per tutte. "Prendiamoci cura delle donne per prenderci cura dell'intero mondo". Questo e' lo slogan che ci accompagnera' per tutta la campagna "Lei e'" a favore delle donne indigene guatemalteche. Abbiamo tanti progetti da fare insieme per liberare queste donne dalla violenza, dall'ignoranza, dal terrore e dall'abbandono. Per questi progetti abbiamo bisogno di te. Ne parleremo insieme l'8 marzo a Roma, non mancare. * Programma Lei e': Campagna a favore delle donne indigene guatemalteche. L'8 marzo: e' festa se lo e' per tutte. Alle ore 18,30, presso l'oratorio di San Paolo a Roma, viale di San Paolo, 12 (fermata metro B di San Paolo), incontro dibattito e a seguire piccolo rinfresco per tutti. Proiezione di un breve documentario sulla condizione delle donne indigene guatemalteche. Intervengono al dibattito: Lorela Pica, presidente dell'associazione Sulla Strada; Vito Quaglietta, responsabile della circoscrizione Lazio di Amnesty International; Debora Leiva, responsabile sportello immigrati Cgil Roma sud; Maria Alicia Larios, indigena guatemalteca, responsabile sanitaria della missione in Guatemala di Sulla Strada; Gabriella Lotti, responsabile sanitaria della campagna "Lei e'"; Andrea Sansonetti, responsabile sanitario del "Progetto Salute" di Sulla Strada in Guatemala. * Per maggiori informazioni consultare il sito www.sullastradaonlus.it 5. RIFLESSIONE. CHIARA SARACENO: PERCHE' LE DONNE SI SONO RIPRESE LA PAROLA [Dal quotidiano "La stampa" del 6 febbraio 2008. Chiara Saraceno, prestigiosa intellettuale, sociologa, saggista, docente, insegna Sociologia della famiglia all'Universita' di Torino. Dal sito www.emsf.rai.it riprendiamo la seguente notizia biobibliografica (di qualche anno fa): "Chiara Saraceno, laureata in filosofia, e' professore ordinario di sociologia della famiglia presso la facolta' di scienze politiche dell'Universita' di Torino. Direttrice del Dipartimento di scienze sociali negli anni accademici 1991-1998, attualmente e' direttrice del Cirsde - Centro Interdipartimentale di Studi e Ricerche delle Donne. In precedenza, fino al 1990, ha insegnato alla facolta' di sociologia dell'universita' di Trento, dove nel 1989-90 e' stata anche pro-rettore. Ha fatto ricerca e pubblicato sui temi della famiglia, delle politiche familiari, sui problemi dello stato sociale e sulla poverta' e le politiche della poverta', sulle trasformazioni nelle esperienze femminili e nei rapporti di genere, sulle conseguenze della separazione coniugale. Fa parte della redazione e dei comitati editoriali di alcune riviste italiane e straniere, in particolare della "Rassegna Italiana di Sociologia", "Stato e Mercato", "Joumal of European Social Policy", "European Journal of Social Work". Ha coordinato un progetto di ricerca internazionale finanziato dall'Unione Europea (DGXII), nel Terzo Programma Quadro, sulle politiche integrate di sostegno al reddito a livello locale: una indagine comparativa in sei paesi europei (progetto Esopo). Partecipa anche ad altri due progetti finanziati dall'Unione Europea: uno, di Human Capital and Mobility, coordinato dal prof. Flora dell'Universita' di Mannheim, riguarda le politiche familiari in prospettiva comparativa; il secondo, coordinato dalla professoressa Siim dell'Universita' di Aalborg, e' un cosiddetto thematic network, sul tema 'Genere e cittadinanza'. E' stata l'esperta italiana di un gruppo di ricerca dell'Unicef su 'Child poverty and deprivation in industrialized countries'. E' stata l'esperta italiana nell'Osservatorio Ue sulle politiche di lotta all'esclusione sociale (dal 1990 al 1994). Ha fatto parte della prima Commissione di indagine sulla poverta' (1984), presieduta da Ermanno Gorrieri. Successivamente ha fatto parte della Commissione per l'analisi dell'impatto sociale dei provvedimenti governativi, pure presieduta da Gorrieri. Dal 1994 fa parte de!la Commissione di Indagine sulla Poverta' e l'Emarginazione, presieduta dall'on. Pierre Camiti. E' consulente del Ministro della Solidarieta' sociale sui temi delle politiche contro la poverta' e delle politiche per la famiglia; coordina il comitato tecnico-scientifico sulle politiche di sostegno alle responsabilita' familiari presso il Dipartimento degli affari sociali e fa parte del gruppo di lavoro che segue la sperimentazione del Reddito minimo di inserimento". Dal sito www.dss.unito.it riportiamo il seguente sintetico curriculum accademico aggiornato: "Dal 1990 professore ordinario di sociologia della famiglia alla Facolta' di Scienze Politiche dell'Universita' di Torino, dove insegna anche sistemi sociali comparati. In precedenza e' stata prima professore associato poi professore straordinario presso la Facolta' di Sociologia dell'Universita' di Trento. Direttore del Dipartimento di Scienze sociali dal 1991 al 1997. Direttore del Cirsde - Centro Interdipartimentale di Studi delle Donne, dal 1997 al 2001 ed attualmente presidente dello stesso, nel frattempo divenuto Centro di interesse di ateneo E' coordinatore del corso di dottorato in Ricerca Sociale Comparata. Delegata del rettore per l'introduzione della prospettiva di genere nei curricula universitari. Altre attivita' professionali: dal 1999 al dicembre 2001 e' stata presidente della Commissione di indagine sulla esclusione sociale, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri; e' membro del gruppo di lavoro per le Indagini Multiscopo, presso l'Istat; effettua consulenze per la Commissione Europea, il Consiglio d'Europa, l'Ocse; fa parte della editorial board di alcune riviste accademiche: Annual Sociological Review, Retraite et Societe', Sociologia, Problemas y Praticas". Tra le opere di Chiara Saraceno: (con Gian Enrico Rusconi), Ideologia religiosa e conflitto sociale, De Donato, Bari 1970; Dalla parte della donna, De Donato, Bari 1971; Anatomia della famiglia, De Donato, Bari 1976; (a cura di), Alla scoperta dell'infanzia, De Donato, Bari 1979; (a cura di), Il lavoro mal diviso, De Donato, Bari 1980; (a cura di), Eta' e corso della vita, il Mulino, Bologna 1986; Pluralita' e mutamento, Franco Angeli, Milano, 1987; Sociologia della famiglia, il Mulino, Bologna 1988, 1996; (con Manuela Olagnero), Che vita e', Nis, Roma 1993; (con Achilli e altre), Vivere sole, Franco Angeli, Milano 1994; (con N. Negri), Le politiche contro la poverta' in Italia, il Mulino, Bologna 1996; (con S. Piccone Stella, a cura di), Genere. La costruzione sociale del femminile e del maschile, il Mulino, Bologna 1996; (con M. Barbagli, a cura di), Lo stato delle famiglie in Italia, il Mulino, Bologna 1997; Mutamenti familiari e politiche sociali in Italia, il Mulino, Bologna, 1998; (con M. Barbagli), Separarsi in Italia,il Mulino, Bologna, 1998; (con Manuela Naldini) Sociologia della famiglia, il Mulino, Bologna, 2001; (a cura di), Commissione d'indagine sull'esclusione sociale, Rapporto sulle politiche contro la poverta' e l'esclusione sociale. 1997-2001, Carocci, Roma 2002; (a cura di), Social Assistance Dynamics in European Welfare States, Policy Press, Bristol 2002; (a cura di), Diversi da chi? Gay, lesbiche, transessuali in un'area metropolitana, Guerini, Milano 2003; Mutamenti della famiglia e politiche sociali in Italia, il Mulino, Bologna 2003; (a cura, con N. Negri), Poverta' e vulnerabilita' sociale in aree sviluppate, Carocci, Roma 2003; (a cura di), Dinamiche assistenziali in Europa, il Mulino, Bologna 2004] Dopo settimane di continuo, violento attacco al diritto delle donne di decidere se portare a termine una gravidanza da parte sia dei massimi vertici della Chiesa cattolica che dei vari teodem e teocon, le donne si sono ripresa la parola e lo spazio pubblico da cui di fatto quell'attacco cerca di estrometterle. Prima ancora che una manifestazione a difesa della legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza, la manifestazione spontanea di giovedi' e' stata la rivendicazione del diritto prioritario delle donne a decidere su cio' che riguarda innanzitutto loro e che per esistere deve passare attraverso il loro consenso e accoglimento. Di fronte al silenzio imbarazzato dei partiti, incluso il Pd, timorosi di urtarsi con la Chiesa e per questo troppo spesso dimentichi della necessita' di difendere i diritti civili, a partire da quello fondamentale dell'habeas corpus, le donne che sono scese in piazza ricordano che il corpo delle donne non e', come denunciava gia' anni fa la filosofa tedesca Barbara Duden, luogo pubblico, su cui tutti, salvo loro stesse, hanno diritto di intervenire. La mediazione necessaria del corpo femminile per mettere e venire al mondo non puo' che passare dal riconoscimento della liberta' e della dignita' femminile. La manifestazione di giovedi' reagisce alla degenerazione del dibattito pubblico attorno alla questione dell'aborto, che ha raggiunto nel nostro Paese impensabili abissi d'incivilta' e mancanza di rispetto per le donne e le loro scelte difficili. E' vero che i teodem, che fino a ieri appoggiavano entusiasticamente Ferrara, al punto che sembrava volessero farlo "santo subito" cominciano a prendere cautamente le distanze rispetto alla sua lista pro-life. E "L'Osservatore Romano" addirittura raccomanda di abbassare i toni ed evitare "strumentalizzazioni ad uso elettorale sui temi etici", auspicando un "dibattito sereno e obiettivo". Ma non possono facilmente chiamarsi fuori dalla responsabilita' di aver creato questo clima violento, che pretende di zittire chi la pensa diversamente sull'esistenza di una vita umana fin dal concepimento e ha ridotto tutta la discussione sul diritto alla vita al diritto dell'embrione. Non si sente infatti, da parte di questi difensori degli embrioni, un'indignazione, una proposta di mobilitazione, neppure vagamente paragonabile per le condizioni di poverta', malattia, sfruttamento in cui si trovano a vivere molti bambini e alla violenza e negazione di se' cui sono condannate le donne in molte parti del mondo. La vita sembra contare ed evocare solidarieta' solo prima che ci siano esseri umani in carne ed ossa. Poi diviene molto meno importante, se non irrilevante. Molte delle donne che sono scese in piazza sono madri, figlie, compagne, che quotidianamente costruiscono le condizioni di una vita decente per i loro figli, mariti, compagni, genitori anziani, nella cura quotidiana richiesta dalla riproduzione della vita. Sono scese in piazza perche' loro e le altre possano continuare a farlo liberamente. C'e' ancora molto da fare perche' le condizioni di questa liberta' siano garantite nel nostro Paese. Ma l'ultima cosa da fare e' obbligare le donne a mettere al mondo un figlio che non vogliono o non possono avere, mettendo sotto tutela il loro corpo e impedendo loro di decidere su di se'. 6. MEMORIA. GOFFREDO FOFI RICORDA MICHELE RANCHETTI [Da "Lo straniero", n. 93, marzo 2008 (www.lostraniero.net). Goffredo Fofi, nato a Gubbio nel 1937, ha lavorato in campo pedagogico e sociale collaborando a rilevanti esperienze. Si e' occupato anche di critica letteraria e cinematografica. Tra le sue intraprese anche riviste come "Linea d'ombra", "La terra vista dalla luna" e "Lo straniero". Per sua iniziativa o ispirazione le Edizioni Linea d'ombra, la collana Piccola Biblioteca Morale delle Edizioni e/o, L'ancora del Mediterraneo, hanno rimesso in circolazione testi fondamentali della riflessione morale e della ricerca e testimonianza nonviolenta purtroppo sepolti dall'editoria - diciamo cosi' - maggiore. Opere di Goffredo Fofi: tra i molti suoi volumi segnaliamo particolarmente almeno L'immigrazione meridionale a Torino (1964), e Pasqua di maggio (1989). Tra le pubblicazioni degli ultimi decenni segnaliamo ad esempio: con Tony Thomas, Marlon Brando, Gremese, 1982; con Franca Faldini, Toto', Pironti, Napoli 1987; Pasqua di maggio. Un diario pessimista, Marietti, Casale Monferrato 1988; con P. Polito, L'utopia concreta di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1988; Prima il pane, e/o, Roma 1990; Storie di treno, L'Obliquo, 1990; Benche' giovani. Crescere alla fine del secolo, e/o, Roma 1993; Strana gente. 1960: un diario tra Sud e Nord, Donzelli, Roma 1993; La vera storia di Peter Pan e altre storie per film (1968-1977), e/o, Roma 1994; Piu' stelle che in cielo. Il libro degli attori e delle attrici, e/o, Roma 1995; Come in uno specchio. I grandi registi del cinema, Donzelli, Roma 1995; Strade maestre. Ritratti di scrittori italiani, Donzelli, Roma 1996; con Gad Lerner e Michele Serra, Maledetti giornalisti, e/o, Roma 1997; Sotto l'Ulivo. Politica e cultura negli anni '90, Minimum Fax, 1998; Un secolo con Toto', Dante & Descartes, Napoli 1998; Le nozze coi fichi secchi, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 1999; con Gianni Volpi, Vittorio De Seta. Il mondo perduto, Lindau, 1999; con Stefano Benni, Leggere, scrivere, disobbedire. Conversazione, Minimum Fax, 1999; con Franca Faldini, Toto'. L'uomo e la maschera, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2000; con Stefano Cardone, Intoccabili, Silvana, 2003; Paolo Benvenuti, Falsopiano, 2003; con Ferruccio Giromini, Santosuosso, Cooper e Castelvecchi, 2003; Alberto Sordi, Mondadori, Milano 2004; con Giovanni Da Campo e Claudio G. Fava., Simenon, l'uomo nudo, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2004; con Franca Faldini, Toto'. Storia di un buffone serissimo, Mondadori, Milano 2004; Circo equestre za-bum. Dizionario di stranezze, Cargo, 2005. Opere su Goffredo Fofi: non conosciamo volumi a lui dedicati, ma si veda almeno il ritratto che ne ha fatto Grazia Cherchi, ora alle pp. 252-255 di Eadem, Scompartimento per lettori e taciturni, Feltrinelli). Michele Ranchetti (Milano 1925 - Firenze 2008), illustre intellettuale di profonda cultura e di grande finezza, storico della chiesa e delle religioni, docente universitario, poeta, pittore, saggista, traduttore, consulente editoriale, editore; studioso, traduttore e curatore dell'edizione italiana di opere di Wittgenstein, Freud, Celan, Rilke, Benjamin; ha curato per i "Meridiani" Mondadori l'edizione della Bibbia di Diodati. Opere di Michele Ranchetti: Cultura e riforma religiosa nella storia del modernismo, Einaudi, Torino 1963; La mente musicale, Garzanti, Milano 1988; Gli ultimi preti. Figure del cattolicesimo contemporaneo, Edizioni Cultura della pace, S. Domenico di Fiesole 1997; (a cura di, con Mauro Bertani), La psicoanalisi e l'antisemitismo, Einaudi, Torino 1999; Scritti diversi. Vol. 1: Etica del testo, Storia e Letteratura, 1999; Scritti diversi. Vol. 2: Chiesa cattolica ed esperienza religiosa, Storia e Letteratura, 2000; Scritti diversi. Vol. 3: Lo spettro della psicoanalisi, Storia e Letteratura, 2000; Verbale, Garzanti, Milano 2001; Scritti in figure, Storia e Letteratura, 2002; Non c'e' piu' religione. Istituzione e verita' nel cattolicesimo italiano del Novecento, Garzanti, Milano 2003. Opere su Michele Ranchetti: AA. VV., Anima e paura. Studi in onore di Michele Ranchetti, Quodlibet, Macerata 1998] Sulla figura e l'opera di Michele Ranchetti, che ci ha lasciati il 2 febbraio a Firenze, la nostra rivista si sente moralmente obbligata a ritornare in futuro. La pubblicazione sul numero scorso di molte sue poesie, in gran parte inedite (una raccolta sistematica verra' proposta prossimamente da Quodlibet), la pubblicazione in questo numero del breve testo su don Milani che mi ha consegnato con le poesie l'ultima volta che ci siamo visti, a Santo Stefano del 2007, illustrano alcuni aspetti importanti della sua attivita', che fu pero' molto varia, secondo modelli piu' rinascimentali che moderni. C'era infatti in Ranchetti qualcosa degli antichi umanisti curiosi di troppe cose da riuscire a contenerle in una sola scelta, ed e' davvero difficile distinguere tra i suoi scritti (ma si dilettava con competenza anche di pittura e di musica, e cioe' dipingeva e suonava) quel che e' del filosofo e quel che e' dello storico, del teologo, dello studioso di psicanalisi e del poeta (e a chi gli chiedeva di definirsi, rispondeva: "sono un poeta"). Colpivano la sua sicurezza - certamente favorita anche dalle solide origini borghesi - e la chiarezza argomentativa, colpiva lo sprezzo di ogni opportunismo, ma colpivano soprattutto la curiosita' a vastissimo raggio, non solo per i fenomeni intellettuali, e la sua apertura e generosita', insieme con la prontezza e la precisione del giudizio. Alle due qualita' umane che mi sembra caratterizzino gli individui migliori, specialmente in questi aridi tempi di egotismi ed egoismi, egli aggiungeva pero' la vastita' della scienza e delle competenze, e la passione del ragionare e del ricercare. A quanti giovani intellettuali, piu' o meno confusi, non ha dato prima o poi una mano, anche per avviarli alle loro specializzazioni e carriere? Se per molti aspetti Ranchetti pareva somigliare a un Fortini o a un don Milani, lo distingueva pero' dall'intelligenza, cultura e presenza del primo, la disponibilita' umana e dal secondo il rifiuto di stare nell'ordine della Chiesa (il breve testo su don Milani che segue, e' perfettamente coerente con le posizioni durissime da lui espresse nel numero di "L'ospite ingrato", gia' segnalato da "Lo straniero", sulla deriva cattolica e sugli ultimi pontificati). Un "eretico" conseguente. I suoi libri e interventi resteranno, fanno parte gia' da tempo del miglior patrimonio della cultura italiana del Novecento. E in chi ha avuto il privilegio di frequentarlo e sentirsene amico, restera' il ricordo di un'intelligenza e cultura d'eccezione, di una personalita' senza pari, di un vivificante calore e di una calorosa persuasione. 7. MEMORIA. MICHELE RANCHETTI RICORDA LORENZO MILANI [Da "Lo straniero", n. 93, marzo 2008 (www.lostraniero.net), col titolo "Ancora su don Milani". Lorenzo Milani nacque a Firenze nel 1923, proveniente da una famiglia della borghesia intellettuale, ordinato prete nel 1947. Opera dapprima a S. Donato a Calenzano, ove realizza una scuola serale aperta a tutti i giovani di estrazione popolare e proletaria, senza discriminazioni politiche. Viene poi trasferito punitivamente a Barbiana nel 1954. Qui realizza l'esperienza della sua scuola. Nel 1958 pubblica Esperienze pastorali, di cui la gerarchia ecclesiastica ordinera' il ritiro dal commercio. Nel 1965 scrive la lettera ai cappellani militari da cui derivera' il processo i cui atti sono pubblicati ne L'obbedienza non e' piu' una virtu'. Muore dopo una lunga malattia nel 1967; era appena uscita la Lettera a una professoressa della scuola di Barbiana. L'educazione come pratica di liberazione, la scelta di classe dalla parte degli oppressi, l'opposizione alla guerra, la denuncia della scuola classista che discrimina i poveri: sono alcuni dei temi su cui la lezione di don Milani resta di grande valore. Opere di Lorenzo Milani e della scuola di Barbiana: Esperienze pastorali, L'obbedienza non e' piu' una virtu', Lettera a una professoressa, pubblicate tutte presso la Libreria Editrice Fiorentina (Lef). Postume sono state pubblicate le raccolte di Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, Mondadori; le Lettere alla mamma, Mondadori; e sempre delle lettere alla madre l'edizione critica, integrale e annotata, Alla mamma. Lettere 1943-1967, Marietti. Altri testi sono apparsi sparsamente in volumi di diversi autori. La casa editrice Stampa Alternativa ha meritoriamente effettuato nell'ultimo decennio la ripubblicazione di vari testi milaniani in edizioni ultraeconomiche e criticamente curate. La Emi ha recentemente pubblicato, a cura di Giorgio Pecorini, lettere, appunti e carte varie inedite di don Lorenzo Milani nel volume I care ancora. Altri testi ha pubblicato ancora la Lef. Opere su Lorenzo Milani: sono ormai numerose; fondamentali sono: Neera Fallaci, Vita del prete Lorenzo Milani. Dalla parte dell'ultimo, Rizzoli, Milano 1993; Giorgio Pecorini, Don Milani! Chi era costui?, Baldini & Castoldi, Milano 1996; Mario Lancisi (a cura di), Don Lorenzo Milani: dibattito aperto, Borla, Roma 1979; Ernesto Balducci, L'insegnamento di don Lorenzo Milani, Laterza, Roma-Bari 1995; Gianfranco Riccioni, La stampa e don Milani, Lef, Firenze 1974; Antonio Schina (a cura di), Don Milani, Centro di documentazione di Pistoia, 1993. Segnaliamo anche l'interessante fascicolo monografico di "Azione nonviolenta" del giugno 1997. Segnaliamo anche il fascicolo Don Lorenzo Milani, maestro di liberta', supplemento a "Conquiste del lavoro", n. 50 del 1987. Tra i testi apparsi di recente: il testo su don Milani di Michele Ranchetti nel suo libro Gli ultimi preti, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1997; David Maria Turoldo, Il mio amico don Milani, Servitium, Sotto il Monte (Bg) 1997; Liana Fiorani, Don Milani tra storia e attualita', Lef, Firenze 1997, poi Centro don Milani, Firenze 1999; AA. VV., Rileggiamo don Lorenzo Milani a trenta anni dalla sua morte, Comune di Rubano 1998; Centro documentazione don Lorenzo Milani e scuola di Barbiana, Progetto Lorenzo Milani: il maestro, Firenze 1998; Liana Fiorani, Dediche a don Milani, Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 2001; Edoardo Martinelli, Pedagogia dell'aderenza, Polaris, Vicchio di Mugello (Fi) 2002; Marco Moraccini (a cura di), Scritti su Lorenzo Milani. Una antologia critica, Il Grandevetro - Jaca Book, Santa Croce sull'Arno (Pi) - Milano 2002] La mia e' solo una testimonianza. Non un giudizio critico sul bel libro di don Jose' Luis Corzo, Lorenzo Milani. Analisi spirituale e interpretazione pedagogica (Servitium), tanto meno sulla figura e l'insegnamento di don Lorenzo Milani. L'ho conosciuto prima che si facesse prete, e ho parlato a lungo con lui, o meglio l'ho ascoltato. Ma di altre cose, allora per lui importanti, per me ancora oggi. L'ho rivisto sul letto di morte, poco prima della sua fine. Ero stato picchiato dalla polizia per aver partecipato a una "adunata sediziosa" contro la guerra nel Vietnam e Lorenzo senza condolersi o compiangermi mi ha solo chiesto se avessi sporto denuncia. E mi ha invitato a farlo. Conservo quindi, direi soprattutto, l'idea che lui incarnava per me, della necessita' della giustizia. Una giustizia sul letto di morte, dove per solito si crede trovare tolleranza e perdono da parte di chi muore. Mi ha chiesto, allora, di far propaganda per il suo libro, Lettera a una professoressa. Anch'esso una denuncia. Sono passati molti anni, e in questi anni non ho mai ripensato al suo insegnamento, non ho mai preso parte a una sua "rinascita", scandita negli anniversari, ne' ho promosso o partecipato agli inviti delle mille Barbiane nel mondo. Sono rimasto in disparte dagli omaggi, soprattutto perche' mi sembravano estranei e lontani dal ricordo che avevo di lui e promossi da quei suoi ragazzi, che anch'essi sembravano estranei e diversi, cosi' sfacciati e sicuri di se', arroganti e ispirati dal possesso di una verita' che non riconoscevo in quel che dicevano e facevano. Certo don Lorenzo non era un mite e sapeva e voleva essere sgradevole. Ma, vorrei dire, in nome di Dio e di nient'altro. Non di un metodo pedagogico, giustamente discutibile e soprattutto non trasferibile perche' legato alla sua figura del prete maestro in una situazione anch'essa irriproducibile di assenza di altri e di altro. Appunto senza alcun contesto se non quello provocato da lui dei poveri esperti chiamati a riferire malamente, perche' intimiditi, il po' di disciplina loro ascritto, e soggetti al giudizio severissimo e di estremo rigore intellettuale di Lorenzo. Neppure di un'esperienza religiosa come per solito si configura nel difficile itinerario della mente a Dio in un lungo processo di conversione, perche', cosi' mi sembrava, la conversione di Lorenzo da quello spavaldo giovane che voleva farsi pittore a quel morente che imponeva giustizia e la ispirava con la sua morte esemplare e' stata un fatto assoluto, una chiamata a voce altissima da parte di Dio e un'obbedienza altrettanto assoluta da parte di un giovane ricco. Senza mediazioni. Non riesco quindi neppure a immaginarmi un'eredita' religiosa di Lorenzo che, secondo il carattere della vocazione nell'accezione originaria di chiamata, non ha mai discusso di religione o di dottrina e non puo' essere in alcun modo ascritto al rinnovamento ispirato dalla convocazione del Concilio Vaticano ne' tanto meno a forme di dissenso cattolico. "Il papa fa il suo mestiere e io faccio il mio" cosi' avrebbe detto a qualcuno di noi, forse a me. L'idea del mestiere, anche del mestiere del prete, era in lui ben presente, e spesso, come si ricordera', parlava della sua "ditta", intendendo la Chiesa. Anche a questo riguardo, prevaleva in lui l'idea di una chiesa che fa bene il suo mestiere e se sgarra, non e' per errori di teologia ma per carenza di giustizia. Come tutto questo sia lontano dai nostri giorni, e anche dai giorni della Chiesa di oggi e' piu' che tragicamente evidente. Ho sentito parlare dell'avvio di un processo di beatificazione di don Lorenzo. Posso solo augurarmi che se mai questo dovesse avvenire, esso abbia a provocare, come prima conseguenza, la cacciata di molti esponenti del clero vivi e morti per fargli posto. 8. LIBRI. ELENA LOEWENTHAL PRESENTA "UNA TERRA E DUE POPOLI. SULLA QUESTIONE EBRAICO-ARABA" DI MARTIN BUBER [Dal supplemento "Tuttolibri" del quotidiano "La stampa" del 23 febbraio 2008, col titolo "Un filosofo tra ebrei e palestinesi". Elena Loewenthal, limpida saggista e fine narratrice, acuta studiosa; nata a Torino nel 1960, lavora da anni sui testi della tradizione ebraica e traduce letteratura d'Israele, attivita' che le sono valse nel 1999 un premio speciale da parte del Ministero dei beni culturali; collabora a "La stampa" e a "Tuttolibri"; sovente i suoi scritti ti commuovono per il nitore e il rigore, ma anche la tenerezza e l'amista' di cui sono impastati, e fragranti e nutrienti ti vengono incontro. Nel 1997 e' stata insignita altresi' del premio Andersen per un suo libro per ragazzi. Tra le opere di Elena Loewenthal: segnaliamo particolarmente Gli ebrei questi sconosciuti, Baldini & Castoldi, Milano 1996, 2002; L'Ebraismo spiegato ai miei figli, Bompiani, Milano 2002; Lettera agli amici non ebrei, Bompiani, Milano 2003; Eva e le altre. Letture bibliche al femminile, Bompiani, Milano 2005; con Giulio Busi ha curato Mistica ebraica. Testi della tradizione segreta del giudaismo dal III al XVIII secolo, Einaudi, Torino 1995, 1999; per Adelphi sta curando l'edizione italiana dei sette volumi de Le leggende degli ebrei, di Louis Ginzberg. Martin Buber, filosofo, educatore, scrittore e straordinario uomo di pace, e' nato a Vienna nel 1878 ed e' deceduto a Gerusalemme nel 1965. Per almeno tre ragioni Martin Buber e' uno dei nostri maestri piu' grandi: per essere il grande filosofo del principio dialogico, che pone alla base del nostro esserci la relazione io-tu; per essere il grande uomo di pace che sempre oppose la civilta' e la comprensione alla violenza e alla chiusura; per essere il grande amorevole ricercatore delle tradizioni e delle memorie dei pii, degli umili e dei dimenticati. Opere di Martin Buber: tra le sue opere segnaliamo Il principio dialogico, Comunita', Milano 1958, San Paolo Edizioni, Cinisello Balsamo (Milano) 1993 (contiene anche il saggio Ich und Du); Il problema dell'uomo, Patron, Bologna 1972, , Ldc, Leumann (Torino) 1983, Marietti, Genova 2004; Sentieri in utopia, Comunita', Milano 1967; Immagini del bene e del male, Comunita', Milano 1965, Gribaudi, Torino 2006; L'eclissi di Dio, Comunita', Milano 1965, , Mondadori, Milano 1990, Passigli, Firenze 2001; Sette discorsi sull'ebraismo, Israel, Firenze 1923, Carucci, Assisi-Roma 1976; Israele. Un popolo e un paese, Garzanti, Milano 1964; Gog e Magog, Bompiani, Milano 1964; La leggenda del Baal-Schem, Israel, Firenze 1925, Gribaudi, Torino 1995; I racconti dei chassidim, Longanesi, Milano 1962, 1978, Garzanti, Milano 1979; La regalita' di Dio, Marietti, Casale Monferrato 1989; La fede dei profeti, Marietti, Casale Monferrato 1985; Mose', Marietti, Casale Monferrato 1983. Confessioni estatiche, Adelphi, 1987; Sion, storia di un'idea, Marietti, 1987; Il cammino dell'uomo secondo l'insegnamento chassidico, Qiqajon, 1990; Profezia e politica. Sette saggi, Citta' Nuova, 1996; Discorsi sull'ebraismo, Gribaudi, Torino 1996; Incontro. Frammenti autobiografici, Citta' Nuova, 1998; (con Elie Wiesel), Elia, Gribaudi, Torino 1998; Le storie di Rabbi Nachman, Tea, 1999, Guanda, 2004; Due tipi di fede. Fede ebraica e fede cristiana, San Paolo Edizioni, Cinisello Balsamo (Milano) 1999; La modernita' della parola. Lettere scelte (1918-1938), La Giuntina, Firenze 2000; Racconti di angeli e demoni , Gribaudi, Torino 2000; Beato l'uomo che ha trovato la saggezza. Meditazioni per ogni giorno, Gribaudi, Torino 2001; Il cammino del giusto. Riflessioni su alcuni salmi, Gribaudi, Torino 2002; L'uomo tra il bene e il male, Gribaudi, Torino 2003; Daniel. Cinque dialoghi estatici, La Giuntina, Firenze 2003; La passione credente dell'ebreo, Morcelliana, Brescia 2007; Una terra e due popoli. Sulla questione ebraico-araba, La Giuntina, Firenze 2008; Cfr. anche, con Franz Rosenzweig, Prigioniero di Dio, Studium, Roma 1989; e il dibattito con Gandhi, in M. K. Gandhi, M. Buber, J. L. Magnes, Devono gli Ebrei farsi massacrare?, in "MicroMega" n. 2 del 1991 (pp. 137-184). Opere su Martin Buber: per un'introduzione cfr. Clara Levi Coen, Martin Buber, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Firenze) 1991. Un ampio saggio di Holger Banse ed altri materiali su Buber sono in "Vocie volti della nonviolenza" nn. 84-85] Martin Buber e' il filosofo del dialogo. Centrale nel suo pensiero e' il rapporto io-e-tu, secondo un principio dell'inclusione in cui, nell'incontro con l'altro, "l'io non nega la propria realta', ma cerca di includere la realta' dell'altro". Tale contesto e' solo all'apparenza astratto, e trova invece una concretezza storica e attuale nella raccolta di saggi che La Giuntina manda in questi giorni in libreria: Una terra e due popoli. Sulla questione ebraico-araba (testi scelti e introdotti da Paul Mendes-Flohr, a cura di Irene Kajon e Paolo Piccolella, La Giuntina, Firenze 2008, pp. 372, euro 18). Quest'antologia di scritti buberiani e' quanto mai opportuna, e l'apparato critico aiuta il lettore a districarsi fra i dati storici che sono la cornice indispensabile di queste riflessioni. Perche' Buber non solo scrisse di queste cose: furono la sua vita, e una militanza mai stanca, fino all'ultimo. La questione fondamentale, che e' anche lo spartiacque del pensiero sionista nelle sue due correnti fondamentali, si pone in questi termini: il ritorno del popolo d'Israele alla sua terra significa conquista di una "normalita'" nazionale, ambizione a diventare un paese come ogni altro? Oppure questo risorgimento ebraico deve avere come presupposto una vocazione particolare, in continuita' con l'"eccentrica" condizione del popolo d'Israele? Se Theodor Herzl era mosso dall'urgenza di rendere gli ebrei uguali agli altri popoli, per farli sfuggire all'antisemitismo e alla limitatezza esistenziale della diaspora, Buber e' dell'avviso opposto. Per lui l'elezione d'Israele rappresenta la base del ritorno alla terra (che considera urgente e necessario), della costruzione di un ebraismo "produttivo", che il filosofo sente come un'istanza di giustizia. Non solo per gli ebrei stessi, bensi' per tutto l'Occidente. "Se in Occidente - scrive nel 1929 - vi sono speranze di una intuizione perfetta di vita umana, allora questa fede nel futuro vive di cio' che e' stato iniziato e interrotto a causa della fine della comunita' ebraica". Ma che cosa e' esattamente questa elezione, che ha inventato la speranza e il futuro? "Essa non intende affermare alcun sentimento di superiorita', bensi' di determinazione: non deriva da alcun confronto di se' con gli altri, ma dalla necessaria dedizione al proprio compito, a quel compito ai cui primi tentativi di esecuzione il popolo crebbe come nazione". Nel rispetto di questa vocazione, di un principio di giustizia se non dettata per filo e per segno certo suggerita dal cielo, Buber fonda la sua idea di terra promessa. In nome di quel principio di giustizia egli ritiene fondamentale il presupposto della convivenza, il confronto con quell'altro da se', quel tu che condivide questa terra: la popolazione araba con i suoi diritti. Tutto cio' accanto alla battaglia che il filosofo ingaggia per il ritorno alla terra degli ebrei, perche' sia consentita loro l'immigrazione in quella terra. Per una nuova, produttiva dimensione della storia d'Israele. Le parole di Buber sono sempre ferme, lucide, a volte profetiche. 9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 10. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 386 del 6 marzo 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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