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Voci e volti della nonviolenza. 150
- Subject: Voci e volti della nonviolenza. 150
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 25 Feb 2008 09:04:19 +0100
- Importance: Normal
============================== VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 150 del 25 febbraio 2008 In questo numero: 1. Per le liste della nonviolenza 2. Glauco Cruscolini: I sovversivi ministeriali, ovvero della catastrofe della ex-sinistra senza qualita' 3. Armando Timballi: Per le liste elettorali della sinistra della nonviolenza 4. Severino Vardacampi: Cinque distici senza perifrasi 5. Stanislao Arditi e Oliviero Lorelli: L'altra sinistra 6. Alfredo Ginchelli: Un solo modo 7. Giobbe Santabarbara: Della differenza tra la povera sinistra della nonviolenza e la ricca sinistra arcobalena, o degli arresi 8. Peppe Sini: La peste a Tebe 9. Per le liste della nonviolenza alle elezioni politiche di aprile 10. Eusebio Ferrazzi: Il motivo dei motivi 11. Una proposta semplice semplice 12. Mentre la guerra e' in corso, mentre prosegue la carneficina 13. In trentatre righe e mezza tutti gli adempimenti tecnici per la presentazione delle liste della nonviolenza, ed alcune altre quisquilie ancora 14. Otello Barbacane: Se 15. Severino Vardacampi: Liste femministe, ecologiste, nonviolente 16. La guerra continua 17. Femministe, ecologiste, nonviolente. Le liste dell'umana dignita' 18. Perche' il naso stia fra gli occhi 1. PER LE LISTE DELLA NONVIOLENZA Come contributo alla riflessione in preparazione dell'assemblea del 2 marzo a Bologna promossa dall'appello di Michele Boato, Maria G. Di Rienzo, Mao Valpiana: "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza? Discutiamone il 2 marzo a Bologna" (per informazioni, adesioni, contatti: micheleboato at tin.it Per contattare individualmente i promotori: Michele Boato: micheleboato at tin.it, Maria G. Di Rienzo: sheela59 at libero.it, Mao Valpiana: mao at nonviolenti.org) riproponiamo anche in questo fascicolo alcuni articoli apparsi recentemente nel nostro notiziario a sostegno della proposta della presentazione di liste elettorali femministe, ecologiste, della nonviolenza alle elezioni politiche di aprile. 2. GLAUCO CRUSCOLINI: I SOVVERSIVI MINISTERIALI, OVVERO DELLA CATASTROFE DELLA EX-SINISTRA SENZA QUALITA' [Dalle "Minime" n. 367] I sovversivi mnisteriali sono quelli che nei giorni dispari votano per la guerra in Afghanistan e il riarmo e la persecuzione dei migranti, e nei giorni pari tuonano "siamo tutti sovversivi", "senza se e senza ma"; poi torna il giorno dispari. * Per questo serve in Italia una sinistra della nonviolenza: che si opponga all'estremismo totalitario e squadrista, e si opponga al ministerialismo razzista e stragista: che sono due movimenti, due volti, di uno stesso atteggiamento, di una stessa Weltanschauung, di uno stesso ceto politico: totalitario e opportunista, demagogico e irresponsabile, disponibile a qualunque crimine, perche' privo di rigore morale e intellettuale (e Gramsci spiegava che proprio la riforma morale e intellettuale occorreva ed occorre in questo paese ed ovunque: quella riforma che e' altro nome per dire quel mutamento politico che inveri i diritti umani di tutti gli esseri umani). * Serve una sinistra della nonviolenza che porti nelle istituzioni non le chiacchiere da caffe' e da barbiere, non la corso all'occupazione delle cattedre e degli scranni, all'accaparramento dei finanziamenti, degli incarichi, della consulenze, non l'assalto alla diligenza dei soldi pubblici. Serve una sinistra della nonviolenza che porti nelle istituzioni la lotta contro la guerra e contro il razzismo, contro il patriarcato e contro l'ecocidio, contro il regime della corruzione e il modo di produzione dello sfruttamento. Serve una sinistra della nonviolenza che porti nelle istituzioni il programma costruttivo che si riassume nella semplice formula "Tu non uccidere". Il programma costruttivo della difesa intransigente della legalita' costituzionale. Il programma costruttivo del riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani. * Non si perda altro tempo. Non si deleghi piu'. La nonviolenza e' in cammino, questo cammino oggi incontra questo varco: che la nonviolenza diventi azione politica e presenza istituzionale nell'organo legislativo dell'ordinamento giuridico democratico del nostro paese. Prima che sia troppo tardi. Somma vilta' sarebbe sottrarsi a questo compito sapendo che nessun altro lo svolgera', poiche' quanti hanno governato e legiferato negli ultimi due anni che pur dichiaravano di ispirarsi alla nonviolenza hanno dimostrato, alla prova dei fatti, di essere complici della guerra e del riarmo, del razzismo e dell'ecocidio. Non si deleghi piu'. Non si perda altro tempo. A fronte della catastrofe della ex-sinistra guerrafondaia e riarmista e razzista, a fronte dell'irresponsabilita' della pseudo-sinistra militarista e squadrista e totalitaria, si costruiscano subito le liste elettorali della sinistra della nonviolenza. 3. ARMANDO TIMBALLI: PER LE LISTE ELETTORALI DELLA SINISTRA DELLA NONVIOLENZA [Dalle "Minime" n. 367] Il tempo e' cosi' poco, che quasi si arrossisce a voler dire che il compito dell'ora e' costruire liste elettorali della sinistra della nonvolenza. Ovvero della sinistra che faccia della scelta della nonviolenza il criterio, il cardine della sua azione politica. Eppure dirlo bisogna. E adesso, non domani. * Costruire liste elettorali che raccolgano le esperienze di pace e di solidarieta' di tante persone e di tanti anni. Costruire liste elettorali che propongano di recare in parlamento la verita' delle lotte femministe e ambientaliste, antirazziste e antimafia, contro la guerra e contro il terrorismo, per il diritto al lavoro e alla salute, per la dignita' che e' di tutti e per l'umanita' che e' una. Occorre costruire le liste elettorali della sinistra della nonviolenza come un dono a questo paese, come un fermo ristare nel vero, come un satyagraha. Il momento e' ora. 4. SEVERINO VARDACAMPI: CINQUE DISTICI SENZA PERIFRASI [Dalle "Minime" n. 367] A forza di pensarsi subalterni si resta complici tutta la vita. * Chi alla guerra si e' prostituito chiama estremista chi seppe resistere. * Chi vota gli assassini agli assassini di assassinare ancora da' il potere. * La nonviolenza e' lotta, chi si e' arreso alle uccisioni e al male, l'ha lasciata. * Fare le liste della nonviolenza a questo serve: contrastare il male. 5. STANISLAO ARDITI E OLIVIERO LORELLI: L'ALTRA SINISTRA [Dalle "Minime" n. 368] C'e' un'altra sinistra. La sinistra della nonviolenza. * La sinistra che non ha accettato la guerra e la stragi, la sinistra che si oppone al terrorismo dei singoli, dei gruppi e di stato. La sinistra che si oppone al razzismo, che si oppone ai campi di concentramento istituiti dalla legge Turco-Napolitano, mantenuti dalla Bossi-Fini e mantenuti ancora dal governo dell'ultimo biennio. La sinistra che si oppone al riarmo e al militarismo. La sinistra che si oppone al'autoritarismo e all'oscurantismo. La sinistra che si oppone alla sistematica devastazione della biosfera. La sinistra che si oppone al femminicidio. La sinistra dell'altra meta' del cielo, delle classi sfruttate ed oppresse, dei popoli rapinati e denegati. La sinistra antimafia. * C'e' un'altra sinistra. La sinistra femminista e ambientalista, antimafia e antirazzista, socialista e libertaria, della solidarieta' concreta e della responsabilita' comune. La sinistra che afferma che vi e' una sola umanita'. La sinistra che prende sul serio la regola che fonda la convivenza: "Tu non uccidere". La sinistra della nonviolenza. * Vorremmo che si presentasse alle elezioni. Vorremmo che entrasse in Parlamento. Vorremmo che facesse le leggi. Vorremmo che governasse la cosa pubblica. 6. ALFREDO GINCHELLI: UN SOLO MODO [Dalle "Minime" n. 368] C'e' un solo modo per essere contro la guerra: opporsi alla guerra. Chi non si oppone alla guerra, ne e' complice. * C'e' un solo modo di rispettare la Costituzione democratica: battersi per difenderla. Chi la lascia violare dai governanti e se ne infischia, lui stesso la viola. * C'e' un solo modo per portare la nonviolenza dove si fanno le leggi e si governa la cosa pubblica. Presentare liste elettorali di persone amiche della nonviolenza. 7. GIOBBE SANTABARBARA: DELLA DIFFERENZA TRA LA POVERA SINISTRA DELLA NONVIOLENZA E LA RICCA SINISTRA ARCOBALENA, O DEGLI ARRESI [Dalle "Minime" n. 369] E' tutta qui la differenza: che loro si sono arresi alla disumanita', se ne sono lasciati insignorire, sono passati dalla parte dei soverchiatori, dei mangiatori di carne umana. E noi no. * Che loro si sono arresi a fare la guerra terrorista e stragista in Afghanistan. E noi no. Che loro si sono arresi alla persecuzione terrorista e stragista dei migranti, e noi no. Che loro si sono arresi alla violazione della legalita' costituzionale. E noi no. Che loro si sono arresi a governare in combutta col regime della corruzione e per conto delle classi rapinatrici. E noi no. Che loro si sono arresi alla devastazione della biosfera. E noi no. Che loro si sono arresi al patriarcato e al maschilismo. E noi no. * Ci chiedono perche' non possiamo votare per gli assassini: perche' chi vota per farsi governare dagli assassini e' un complice degli assassini. Ci chiedono perche' non possiamo votare per i partiti che hanno violato la Costituzione: perche' chi vota per chi viola la Costituzione e' un complice dell'eversione dall'alto, del golpe neofascista. * Per questo invochiamo le liste della sinistra della nonviolenza, femminista e ambientalista, antirazzista e antimafia, socialista e libertaria, responsabile e solidale, che si oppone a sfruttamento inquinamento e guerra, fondata sul principio "Tu non uccidere", per la pace con mezzi di pace, per il riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani. * E' tutto cosi' semplice, una volta tanto. 8. PEPPE SINI: LA PESTE A TEBE [Dalle "Minime" n. 370] Where have all the flowers gone, long time passing? Where have all the flowers gone, long time ago? Provo a dire ancora una volta nella forma piu' semplice e breve quello che veramente penso. Penso che l'invasione e l'occupazione dell'Afghanistan da parte della coalizione militare guidata dagli Usa e di cui l'Italia fa parte ha prolungato di un altro decennio la guerra e le stragi e gli orrori in Afghanistan. Penso che proprio la scelta della guerra e dell'occupazione militare straniera abbia impedito e tuttora impedisca la ricerca di una via politica e civile per la cessazione delle stragi e delle altre violazioni dei diritti umani. Penso che i governi italiani che hanno deciso la partecipazione alla guerra terrorista e stragista, imperialista e razzista in Afghanistan, siano corresponsabili di tutte le stragi che avvengono in quel paese dall'inizio dell'invasione e dell'occupazione (questa ennesima invasione e occupazione in un paese in cui almeno due generazioni non hanno mai conosciuto la pace), siano corresponsabili dei crimini, dell'orrore, della miseria e dell'odio che la loro presenza armata esegue, crea e suscita. E quindi penso che quei ministri, quei parlamentari e quei partiti politici italiani che in questo primo decennio del XXI secolo hanno deciso la guerra e votato per la guerra, in violazione del diritto internazione e della stessa legalita' costituzionale del nostro paese, siano colpevoli di crimini di guerra e crimini contro l'umanita': siano degli stragisti, siano dei terroristi, siano dei razzisti sterminatori postisi alla scuola di Hitler. * Ed aggiungo che la guerra e' ancora in corso, e' ancora in corso la carneficina, ed essendo in corso chi vota per i partiti e i politici stragisti si fa complice consapevole e reo confesso della prosecuzione della guerra, della carneficina, dell'orrore. Ed aggiungo che almeno io non votai nel 2006 per la coalizione allora antiberlusconiana perche' continuasse la guerra, ma perche' ponesse termine alla partecipazione italiana ad essa e si impegnasse per una soluzione politica del conflitto. E come me pensavano e volevano tante altre persone fedeli alla Costituzione della Repubblica Italiana, fedeli all'unica umanita'. Prendo atto che il governo cosiddetto di centrosinistra che vinse le elezioni anche con il mio voto ha tradito nel modo piu' scellerato la volonta' di pace di tante elettrici e tanti elettori, ha tradito e violato la stessa Costituzione della Repubbica Italiana cui pure aveva giurato fedelta'. * Dichiaro che votare oggi per i partiti che hanno voluto e deliberato e finanziato e fatto continuare la guerra, la guerra terrorista e stragista che tuttora prosegue, e' come votare per il nazismo trionfante. Dichiaro che almeno io non voto per i partiti e le liste dei partiti che, fuorilegge e assassini, hanno votato per la guerra, il terrorismo della guerra, le stragi di cui essa consiste. Io non sono un assassino. E quindi io non voto per gli assassini. Io non sono uno stragista. E quindi non voto per gli stragisti. Questo e' cio' che penso. Senza perifrasi. E provando una pena infinita per le tante persone in Afghanistan morte in questi anni, morte anche perche' noi non abbiamo saputo imporre almeno al nostro paese di cessare di partecipare alla guerra e di impegnarsi per la pace, per salvare le vite anziche' sopprimerle. Provo una pena, un dolore, una vergogna, che sento inestinguibili. Che mi fanno ruggire e piangere ogni notte e ogni giorno. 9. PER LE LISTE DELLA NONVIOLENZA ALLE ELEZIONI POLITICHE DI APRILE [Da "Voci e volti della nonviolenza" n. 148] Proponiamo di seguito alcuni dei molti contributi alla riflessione sulla proposta della presentazione alle elezioni politiche di aprile delle liste della sinistra della nonviolenza, femministe ed ecologiste, antimafia e antirazziste, socialiste e libertarie, della solidarieta' e della responsabilita', della fedelta' al principio che fonda l'umana convivenza: "Tu non uccidere". Ricordiamo ancora una volta che il 2 marzo a Bologna si terra' l'assemblea promossa dall'appello di Michele Boato, Maria G. Di Rienzo, Mao Valpiana: "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza? Discutiamone il 2 marzo a Bologna", appello che nuovamente riproduciamo in fondo a questo fascicolo. Sollecitiamo ulteriori interventi da tutte le persone interessate, e che ovunque possibile si svolgano al piu' presto incontri di riflessione su questa proposta. La nonviolenza e' in cammino: in questo cammino oggi si e' giunti a questo varco: occorre entrare nelle istituzioni democratiche, portare anche li' la proposta e la lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa della biosfera, in difesa della civilta' giuridica e della civile convivenza, contro ogni crimine, contro ogni barbarie. 10. EUSEBIO FERRAZZI: IL MOTIVO DEI MOTIVI [Da "Voci e volti della nonviolenza" n. 148] Il motivo piu' convincente per cui mi sembra che sia opportuno, anzi necessario presentare liste elettorali della sinistra della nonviolenza alle imminenti elezioni politiche a mio parere e' il seguente: che nessun altro - se non persone amiche della nonviolenza elette in liste di persone amiche della nonviolenza - in parlamento si opporrebbe in modo adeguato alla guerra e al razzismo, al maschilismo e al totalitarismo, e allo sfruttamento, all'asservimento e all'annichilimento degli esseri umani e della natura. Credo che solo il punto di vista della nonviolenza sia adeguato a contrastare sfruttamento, inquinamento e guerra, ad opporsi alla violenza patriarcale, autoritaria, militarista, ecocida, a battersi per la dignita' e i diritti umani di tutti gli esseri umani, a difendere la biosfera. Rinunciare a cercar di portare il punto di vista e la scelta e l'azione della nonviolenza la' dove si fanno le leggi mi sembra peggio che pusillanime, peggio che vile: mi sembra che sia effettuale complicita' con la violenza strutturale, col regime della corruzione, con l'eversione antidemocratica, col terrorismo folle e onnicida dei potenti. 11. UNA PROPOSTA SEMPLICE SEMPLICE [Da "Voci e volti della nonviolenza" n. 148] Nessuna persona sana di comprendonio penserebbe di fondare un partito in quindici giorni (a meno di non possedere un congruo numero di reti televisive). Cosi' quello che propone questo foglio e' semplicemente di presentare liste della sinistra della nonviolenza alle elezioni politiche, con pochi ma precisi obiettivi, limitati e chiari. Il primo: permettere di votare secondo coscienza a tante persone amiche della nonviolenza, o anche solo contrarie alla guerra e non disponibili a votare ne' per i partiti stragisti e razzisti ne' per gruppi dalle posizioni equivoche (i peronisti di turno, gli imbroglioni e i voltagabbana di sempre, gli squadristi comunque travestiti, gli irresponsabili e i totalitari che non mancano mai). Il secondo: offrire un punto di riferimento nazionale - e quindi un effettivo servizio di sostegno nella campagna elettorale - a eventuali liste locali che volessero anch'esse caratterizzarsi per la scelta nitida e intransigente del femminismo, dell'ecologia, della nonviolenza, dell'impegno antirazzista e antimafia, della difesa dei diritti e dell'impegno di liberazione delle persone, delle classi e delle popolazioni oppresse. Il terzo: smetterla di delegare il governo della cosa pubblica a camarille corrotte e ideologie totalitarie; uscire dalla rassegnazione e dalla subalternita'; rompere quella passivita' che e' complicita' col male. Questa e' la base di partenza, concreta e immediata, senza tanti fronzoli e senza tante elucubrazioni. * Se poi le liste della nonviolenza si facessero, i criteri per parteciparvi potrebbero essere quelli gia' piu' volte enunciati su questo foglio: ad esempio il criterio della democrazia paritaria e duale "50 e 50 ovunque si decide" alternando i candidati dei due generi, cominciando sempre da una donna; ad esempio la candidatura nelle teste di lista solo di persone che lungo decenni abbiano dato costante prova di rigore morale e intellettuale, e che siano considerate autorevoli e degne di fiducia per unanime consenso di tutti i gruppi locali impegnati a presentare e sostenere le liste della nonviolenza (con la telematica un'ampia consultazione al riguardo e' possibile in tempi assai ristretti). * Se poi per avventura non solo le liste della nonviolenza si presentassero, ma addirittura si eleggesse una persona, o piu', in parlamento (e questa e' probabilmente l'ultima occasione, perche' dalle prossime elezioni politiche e' assai probabile se non del tutto certo che vi sara' una soglia di sbarramento che impedira' a liste fortemente caratterizzate nel senso del rigore morale di entrare nell'organo legislativo) mi permetto di dire che molti amici non immaginano quale immenso frugifero lavoro anche una sola persona potrebbe fare: bastera' citare il lavoro svolto personalmente da Alexander Langer che seppe costantemente valorizzare i suoi incarichi istituzionali e le opportunita' che essi gli davano anche per promuovere movimenti, informazione, mobilitazione, costruzione di reti di amicizia, democrazia, solidarieta', nonviolenza. Ed a quel punto, se vi sara' un risultato concreto, allora si potra' anche discutere di criteri organizzativi e quant'altro piaccia se proprio si sente il bisogno di forme piu' articolate e strutture piu' rigide. Per ora a mio modestissimo avviso e' sufficiente l'autorita' morale delle tre persone promotrici dell'appello per il 2 marzo a Bologna, che per quanto mi concerne considererei hic et nunc (e fino a prova contraria) garanti pienamente soddisfacenti per tutta la fase che da febbraio giunge ad aprile. Se vogliamo tentare questo viaggio sarebbe bene che cominciassimo a fare un passo dopo l'altro. E mentre si cammina si apre il cammino. 12. MENTRE LA GUERRA E' IN CORSO, MENTRE PROSEGUE LA CARNEFICINA [Dalle "Minime" n. 371] Parlano d'altro, e ne hanno ben donde, coloro che negli ultimi due anni per la guerra hanno votato, coloro che hanno deciso la prosecuzione delle stragi, coloro i cui eleganti abitini grondano del sangue della macellazione di infiniti innocenti. E parlano d'altro, e ne hanno ben donde, coloro che si sono impegnati per due lunghi anni, e in questi giorni ancora, a distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica italiana dall'eccidio afgano, dalla criminale partecipazione militare italiana a un decennio di guerra terrorista e stragista, imperialista e razzista, che ha provocato ed ogni giorno ancora provoca lutti infiniti. E parlano d'altro, e ne hanno ben donde, coloro che sanno di essersi prostituiti alla guerra e che sono stati disponibili alle basse opere della propaganda, e tra loro non poche persone che si spacciano o vengono spacciate per persone amiche della nonviolenza. Parlano d'altro, e in Afghanistan la guerra continua, e continua la carneficina. E il nostro paese, e quindi il nostro popolo, ne reca la corresponsabilita'. * Se fosse accaduto negli Stati Uniti d'America durante la guerra del Vietnam che sedicenti pacifisti si fossero sperticati a dire che in fin dei conti quella guerra non era poi un granche' e quindi non metteva conto di opporvisi, anzi, facevano bene i governanti in nome della governabilita' a spalmare di napalm e di fiamme le carni dei contadini delle risaie. Se fosse accaduto nella Germania hitleriana che sedicenti antirazzisti avessero promosso campagne per parlare dei massimi sistemi ed avessero taciuto sulla Shoah in corso. Se fosse accaduto questo, io umilimente chiedo a chi ci legge: cosa ne avremmo dovuto pensare di tali signori? E' quello che io penso dei tanti tangheri che ancora in queste ore discettano o sproloquiano d'altro e d'altro, mentre in Afghanistan la guerra continua, e continua la carneficina. E il nostro paese, e quindi il nostro popolo, ne reca la corresponsabilita'. * Per questo non mi appassionano le chiacchere astratte su cosa dovrebbero essere i partiti, cosa dovrebbero essere i programmi, cosa dovrebbero essere le ideologie ed altre cicalata che smascherano chi le fa come un perditempo che non si e' reso conto che la guerra e' in corso, che i massacri avvengono ogni giorno. Per questo tengo in non cale le parole dello pseudopacifista ministeriale che per aver l'aereo gratis dal sottosegretario o altre miserabili prebende si presta a dire che la guerra afgana non viola l'art. 11 della Costituzione, o quelle dei giovani stalinisti riverniciati dei colori dell'iride persuasi che quando gli assassini siamo noi allora non e' proprio un assassinio, ma una fatalita' della storia, e lice quindi irridere le vittime cui e' stata spenta per sempre la luce dei giorni, e continuare nella mattanza. * Ecco perche' con tanta energia chiamo a formare liste elettorali di persone amiche della nonviolenza per le imminenti elezioni politiche, che abbano come obiettivo la difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, l'opposizione alla guerra e alle stragi, la difesa della legalita' costituzionale e del diritto internazionale, la civilta' giuridica e la democrazia: ovvero le condizioni minime indispensabili per non annegare tutti nella barbarie onnicida. Perche' la guerra e' in corso, e' in corso la carneficina, e chi non si oppone ne e' complice. E perche' so - per esser vecchio e senza illusioni - che non saranno gli squadristi, i totalitari e i voltagabbana delle pseudosinistre dell'irresponsabilita' e del parassitismo ad opporsi alla guerra, giacche' andati al governo non hanno esitato ad entrare nei ranghi del superpartito del terrorismo imperiale, della guerra come magnificente fine (il fine, la fine) del mondo. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'. 13. IN TRENTATRE RIGHE E MEZZA TUTTI GLI ADEMPIMENTI TECNICI PER LA PRESENTAZIONE DELLE LISTE DELLA NONVIOLENZA, ED ALCUNE ALTRE QUISQUILIE ANCORA [Da "Voci e volti della nonviolenza" n. 149] La cui virtu' preclara e i portenti infiniti son noti all'universo e in altri siti (Dulcamara nell'Elisir donizettiano) 0. Premessa Il problema e' di smetterla di discettare del sesso degli angeli. E di fare un'analisi concreta della situazione concreta. * 1. Il calendario degli adempimenti 1.1. Il simbolo: il contrassegno elettorale (il simbolo delle liste) va depositato tra il 29 febbraio e il 2 marzo 2008 (entro le ore 16): affinche' nell'assemblea di Bologna del 2 marzo si possa decidere anche una eventuale partecipazione alle elezioni politiche con nostre liste, occorre averlo gia' depositato (il semplice deposito, del resto, nulla pregiudica). L'assemblea di Bologna il 2 marzo decidera' come meglio crede, ma e' bene che possa decidere avendo ancora a disposizione tutte le opzioni. Propongo che i promotori dell'appello, cioe' Michele Boato, Maria G. Di Rienzo e Mao Valpiana, o una persona da loro delegata, ne depositi uno per tempo (decidano loro quale, evitando di correre il rischio che sia simile a quello di altri - cosa che potrebbe portare alla sua reiezione da parte dell'istituzione di controllo). Prego tutti di astenersi dall'aprire adesso un dibattito sul simbolo, poiche' abbiamo troppe altre cose da fare se vogliamo esplorare davvero la possibilita' di presentare liste della nonviolenza alle elezioni politiche. 1.2. L'assemblea del 2 marzo: quale che sara' la sua scelta, ed anche se non ne sortisse nessuna (ma in un certo senso sarebbe una scelta anche questa), sara' comunque un fatto di democrazia. Ed avere in queste settimane che quella data precedono aver promosso la proposta di liste femministe, ecologiste, della nonviolenza, sara' stato comunque anche questo un fatto di democrazia, e di presa di coscienza, e di uscita dalla subalternita' e dalla rassegnazione. Ma il 2 marzo e' davvero il termine ultimo per prendere una decisione, oltre il quale rinviare significa rinunciare. E dunque se questo e' vero, come e' vero, e' indispensabile che prima del 2 marzo si svolgano consultazioni e assemblee ovunque in Italia vi siano persone interessate e interessabili a questa proposta, e che le risultanze di questa sorta di "assemblea itinerante" che avra' luogo in queste due settimane siano recate a Bologna, e possibilmente rese note con il maggior anticipo possibile alle tre persone che l'appello per l'incontro hanno promosso. 1.3. Le candidature: e' opportuno che le disponibilita' siano espresse, per quanto possibile, prima del 2 marzo; cosicche' il 2 marzo si possa effettualmente decidere. 1.4. Le firme dei presentatori: occorre raccoglierle (ed e' anche una cosa buona, poiche' la raccolta delle firme costituisce una utile verifica preliminare sulla effettiva presenza di persone e gruppi impegnati nell'iniziativa), ma non sono molte (e sulla base di plurime esperienze credo di poter affermare che basterebbe essere presenti in un paio di citta' per ogni regione per riuscirci). La raccolta delle firme sara' possibile (se il 2 marzo a Bologna si decidesse la presentazione delle liste e il 3 se ne definisse la composizione in ogni circoscrizione in cui si e' in grado di presentarle) tra il 4 e il 7, riservando l'8 alla richiesta e alla raccolta dei certificati elettorali relativi ad ogni sottoscrittore, e potendo cosi' procedere alla presentazione il 9 o il 10 marzo 2008 come previsto dal calendario degli adempimenti elettorali. Si consideri inoltre che laddove si andasse alla presentazione anche di liste locali per le elezioni amministrative, si potrebbero raccogliere le firme insieme sia per la lista delle amministrative che per la lista delle politiche. 1.5. La presentazione delle liste: si effettua il 9 e il 10 marzo 2008. * 2. Sul programma Non deve essere onnicomprensivo, ma limitato ad alcuni punti fondamentali su cui tra tutte e tutti noi vi sia gia' il consenso: ad esempio l'opposizione integrale alla guerra, al riarmo, al militarismo, al maschilismo, al razzismo, alla violazione dei diritti umani, alla devastazione della biosfera (altri temi particolari, lo sappiamo, sono controversi anche tra le persone amiche della nonviolenza, proprio perche' la nonviolenza non e' un'ideologia totalitaria ma solo una guida per l'azione componibile con diversi punti di vista e tradizioni culturali diverse). Propongo che i tre promotori dell'appello predispongano una proposta sintetica da portare al confronto il 2 marzo a Bologna in cui, in non piu' di dieci capoversi che non superino nell'insieme le due pagine, si delineino i punti di convergenza muovendo da femminismo, ecologia e nonviolenza. * 3. Del metodo, dei criteri 3.1. Il metodo di lavoro non puo' che essere quello tipico delle esperienze nonviolente: il metodo del consenso. Con la saggezza, la pazienza e l'ironia che lo sostanziano e lo inverano. 3.2. Un criterio a mio parere fondamentale nella predisposizione delle liste potrebbe essere quello di riequilibrare la rappresentanza di genere e muovere verso la democrazia paritaria e duale, e quindi nelle liste applicare il principio "50 e 50" alternando una donna e un uomo, a partire sempre da una donna. 3.3. Qualche criterio per le candidature: una eta' non piu' giovane che metta al riparo dalla possibile tentazione futura di volersi costruire una carriera; il non aver debiti (ovvero doveri di gratitudine e obblighi di reciprocita') con potentati vari; una storia personale limpida per un ragionevole lasso di anni risalendo all'indietro a partire da oggi (l'esser stati buoni buoni a casa, ovviamente, non costituisce un titolo di merito; ma neanche l'esser stati onnipresenti negli schiamazzi). 3.4. Propongo di delegare ad interim i tre promotori dell'appello ad esercitare il ruolo di provvisorio collegio di garanzia, naturalmente con l'aiuto di tutte le persone che riterranno opportuno consultare. * 4. La questione finanziaria Non e' vero che solo i ricchi possono presentare liste alle elezioni. Certo, sono molto avvantaggiati, ma: 4.1. se noi sapessimo utilizzare e valorizzare in modo democratico le tecnologie telematiche come molti dicono che sappiamo fare (e non e' vero, altrimenti non si spiegherebbe l'orgia e il diluvio di idiozie che circolano nelle varie liste di dibattito sedicenti ecopacifiste, equosolidali, nonviolente et similia) potremmo fare una campagna elettorale che per essere sobria e parsimoniosa non sarebbe molto meno efficace di quella invasiva e sprecona delle liste degli assaltatori della diligenza del pubblico erario; 4.2. se noi non fossimo subalterni ci renderemmo conto che si puo' supplire alla limitata disponbilita' finanziaria con l'intelligenza,l'esperienza e la creativita'. Chiedo venia, ma parlo appunto per esperienza: sono un vecchio militante del movimento operaio, ho cominciato a fare campagne elettorali che avevo i calzoni corti, e ormai ho una barba bianca lunga un metro. * 5. Il collegamento con le elezioni amministrative Le liste alle politiche potrebbero essere anche per cosi' dire "l'ombrello" che potrebbe garantire - ope legis - visibilita' e quindi anche passaggio sui mass-media mainstream (tv, quotidiani nazionali) anche per le liste locali che a femminismo, ecologia e nonviolenza facessero riferimento. * 6. La questione organizzativa So che e' l'aspetto piu' rognoso. 6.1. Innanzitutto evitiamo gli equivoci: non si propone di fare un partito, ma solo di presentare liste della sinistra della nonviolenza nelle circoscrizioni in cui si diano le condizioni che lo consentano (ovvero vi sia un radicamento, con esperienze rilevanti e persone significative). 6.2. Inoltre: se ci si perde nel labirinto di una discussione astratta sui massimi sistemi non si combina nulla; quindi evitiamo di cominciare a discutere di cio' che non e' strettamente necessario. Il tempo e' cosi' breve, neppure due settimane, che si possono definire solo le cose essenziali. 6.3. Proporrei quindi di procedere con una modalita' sperimentale e processuale (nel senso del procedere, della progressivita' da costruire pian piano): a) promuovere subito riunioni ovunque possibile, e inviare i risultati di esse ai tre promotori del'appello; se in una riunione si concorda sulla proposta di presentare liste di persone amiche della nonviolenza alle elezioni politiche, segnalare ai tre promotori dell'appello anche le disponibilita' personali ad eventuali candidature; b) dove non e' possibile fare riunioni, comunque le persone interessate si mettano in contatto con i tre promotori dell'appello e segnalino il proprio interesse e la propria eventuale disponibilita' a contribuire all'iniziativa; c) il 2 marzo si vede a che punto siamo, se si procede si definiranno via via i criteri e l'agenda. * 7. In cauda venenum Sono vecchio, la mia vista si affievolisce ogni giorno di piu', ed aver dedicato questi ultimi dieci anni o giu' di li' a fare questo foglio sobbarcandomi ogni giorno alla lettura di centinaia di articoli frequentemente malscritti, comunicati spesso farneticanti, documenti non di rado illeggibili e lettere sovente logorroiche oltre ogni dire, e dipoi alla correzione dei refusi e alla verifica della veridicita' delle notizie contenute nei testi che scelgo di pubblicare nel notiziario, ebbene, e' stata impresa che temo avrebbe messo a dura prova la pazienza finanche di quei santi padri del deserto. Cosi' non vedo l'ora che si faccia il quotidiano cartaceo della nonviolenza per passare il testimone e poter smettere di redigere io questo misero foglio elettronico. Non vedo l'ora che qualche persona amica della nonviolenza vada in parlamento per potermi finalmente dare un po' di pace e dedicare almeno uno spicchio degli anni che mi restano alla mia famiglia, alle altre diecimla cose che mi appassionano e di cui mi occupo, ed ai libri che vorrei ancora leggere e soprattutto a quelli che vorrei rileggere, e magari anche a quelli che non ho mai avuto il tempo di scrivere perche' la casa bruciava ed io, sfortunaccia delle sfortunacce, mi sono trovato sempre tra quelli che sapevano e potevano, e quindi dovevano, dar mano alle secchie. Se invece di far parte dei pompieri di Viggiu' fossi stato il tamburo principal della banda d'Affori forse avrei avuto una piu' serena vita: lieta no, ma sicura dall'antico dolor. 14. OTELLO BARBACANE: SE [Da "Voci e volti della nonviolenza" n. 149] Se la nonviolenza non e' fuga dalla responsabilita', ma assunzione di responsabilita'. Se la nonviolenza non e' paura del conflitto, ma riconoscimento e gestione del conflitto (e quando occorre anche suscitamento di esso). Se la nonviolenza non e' indifferenza, ma prendersi cura. Se la nonviolenza non e' la vilta' che uccide, ma la lotta che salva le vite. Allora di fronte alla barbarie immensa della guerra, di fronte alla barbarie immensa del maschilismo, di fronte alla barbarie immensa del razzismo, di fronte alla barbarie immensa dell'irreversibile devastazione della biosfera, di fronte alla barbarie immensa dello sfruttamento e della rapina dominante che ogni giorno uccide a decina di migliaia nel mondo bambini di tutto innocenti, ebbene, ogni persona della nonviolenza amica ha il dovere di contrastare questo orrore. E quando in un ordinamento giuridico democratico vi sono democratiche elezioni per rinnovare l'organo legislativo, e tutti i partiti politici in parlamento gia' presenti si sono macchiati del crimine della guerra, e del patriarcato, e del razzismo, e dell'ecocidio e della negazione di fondamentali diritti umani che a tutti gli esseri umani pertengono, ebbene, e' allora dovere di ogni persona amica della nonviolenza adoperarsi affinche' a scrivere le leggi della repubblica, e a difendere e inverare quelle buone esistenti, vadano persone buone e adeguate. E non potendo candidarle nei partiti del regime della corruzione, dell'irresponsabilita' e della complicita', per la contraddizione che non lo consente, ebbene, e' allora necessario fare quanto e' umanamente possibile per costruire liste elettorali di persone amiche della nonviolenza, per tentar di recare cosi' il punto di vista, il criterio, le proposte e l'azione della nonviolenza dove si fanno le leggi, dove si governa la cosa pubblica. Per questo non vi e' bisogno di tante bizantinerie per affermare cio' che e' chiaro ed evidente a chiunque: presentare liste elettorali della sinistra della nonviolenza, femministe ed ecologiste, socialiste e libertarie, antirazziste e antimafia, che affermino i diritti umani di tutti gli esseri umani, e' cosa buona. E' cosa giusta. E merita il tuo impegno. 15. SEVERINO VARDACAMPI: LISTE FEMMINISTE, ECOLOGISTE, NONVIOLENTE [Da "Voci e volti della nonviolenza" n. 149] Non c'e' davvero bisogno di molte parole per dire perche' sarebbe necessario che alle prossime elezioni politiche si presentassero liste femministe, ecologiste, nonviolente. Perche' la situazione italiana e' veramente drammatica: se due anni fa vi poteva essere la speranza che un governo della coalizione antiberlusconiana avrebbe fermato (o perlomeno si sarebbe adoperato per fermare) la deriva autoritaria e guerrafondaia, le pulsioni razziste e golpiste, la corruzione e l'illegalitarismo dei potenti, il saccheggio dei beni comuni e la devastazione della biosfera, ora nessuna illusione e' piu' possibile nutrire sui partiti politici che a quella coalizione diedero vita. Poiche' essi in questi due anni su tutto hanno ceduto, e di quella deriva, di quelle pulsioni, di quella corruzione e quel saccheggio e quella devastazione si sono fatti seguaci, e della guerra terrorista e stragista si sono fatti protervi e cinici prosecutori. E' necessario dunque presentare liste femministe, ecologiste, nonviolente, revocando ogni delega ai corrotti e ai violentisti, uscendo da ogni subalternita', rompendo ogni ambiguita', affermando quella semplice verita' che tutte e tutti gia' sappiamo: che solo la nonviolenza puo' contrastare la catastrofe in corso. La nonviolenza, di cui il femminismo e' la corrente calda e il massimo inveramento storico; la nonviolenza, che dell'umanita' tutta e di tutta la natura si prende cura. La nonviolenza, che si oppone a tutte le guerre e a tutte le uccisioni. La nonviolenza, principio e prassi di liberazione e di responsabilita', di solidarieta' che tutti raggiunge, di riconoscimento e inveramento della comune dignita'. 16. LA GUERRA CONTINUA [Dalle "Minime" n. 372] La guerra continua, continuano le stragi. Ma a nessuno sembra interessare la vita e la morte di quelle lontane persone, che pure ci sono sorelle e fratelli. E invece solo su questo si dovrebbe votare per le prossime elezioni politiche in Italia: se quelle umane vite debbano essere salvate, o se trucidarle sia consentito. * Sappia chi vota i partiti degli assassini (degli assassini dico che in questi anni hanno cooperato in piena feroce coscienza ed atroce scellerata illegalita' alla guerra e alle stragi reiteratamente deliberando la partecipazione militare italiana a quella guerra terrorista e stargista, imperialista e razzista, sotto ogni profilo illecita e disumana), che col suo voto per la morte di quelle sorelle e quei fratelli vota. Sappia chi pensa che quelle stragi siano quisquilie, che questo pensiero con Hitler condivide. 17. FEMMINISTE, ECOLOGISTE, NONVIOLENTE. LE LISTE DELL'UMANA DIGNITA' [Dalle "Minime" n. 372] Non cesseremo di ripeterlo, si vota sulla vita e sulla morte delle vittime della guerra che anche l'Italia mena. Non cesseremo di ripeterlo, nessuno finga di non sapere che votando quei partiti che la guerra hanno votato quel crimine si assume. Non cesseremo di ripeterlo, la guerra e' in corso, in corso son le stragi, il primo compito e' fermare la guerra e solo e' giusto votare liste che tutto contrastino della guerra, delle stragi e delle scelte e gli apparati e gli strumenti ad esse (ad essa guerra, ad esse stragi) intesi. Chiediamo liste elettorali femministe, ecologiste, della nonviolenza. Chiediamo liste cui si possa dare un voto che non grondi nero sangue. 18. PERCHE' IL NASO STIA FRA GLI OCCHI [Dalle "Minime" n. 373] Vorremmo che alle prossime elezioni politiche si presentassero ovunque possibile liste di candidate e candidati che abbiano fatto della scelta della nonviolenza (della scelta razionale ed esistenziale, dialogica e dialettica, contestuale e progressiva, relativa ed aperta, cosciente del limite e della contraddizione, sperimentale e conflittuale e creativa della nonviolenza) un criterio fondante dell'agire politico, un criterio componibile con diverse visioni del mondo, con diverse tradizioni di pensiero e di azione politica. Un criterio necessario per fronteggiare le complesse e tragiche sfide della realta' odierna, una realta' sociale e politica, economica ed ecologica, culturale e relazionale sempre piu' interconnessa, ma purtroppo fin qui interconnessa nel segno dell'oppressione e della devastazione, della violenza e della violazione della dignita' umana. * "Liste della sinistra della nonviolenza", cosi' le abbiamo chiamate per semplificare, a marcare una differenza e un'opposizione rispetto a quella ex-sinistra che in questi ultimi anni ha governato accettando e sostenendo la guerra e il razzismo, la devastazione ambientale e l'oppressione di genere, lo sfruttamento delle persone e della natura in forme sempre piu' parossistiche e la violazione sempre piu' pervasiva di fondamentali diritti umani. * Vorremmo che queste liste si caratterizzassero come femministe, essendo il femminismo la corrente calda e l'inveramento storico maggiore del criterio che proponiamo; ambientaliste, essendo la cura per il mondo vivente, per la casa di tutti, per la relazione con ogni alterita' l'estrinsecazione maggiore di quel "principio responsabilita'" che e' altra denominazione del criterio che proponiamo; e sinteticamente quindi come nonviolente in senso forte, nel senso della scelta concreta e coerente, rigorosa e cogente, inclusiva e aggettante, della proposta che Gandhi esprimeva coi termini ahimsa e satyagraha, l'opposizione alla violenza e la forza della verita'. * Vorremmo che queste liste avessero un programma semplice su cui vi fosse un pieno consenso delle persone che ad esse dessero vita. Un programma fondato sull'opposizione alla guerra, ai suo strumenti ed ai suoi apparati; sull'opposizione al patriarcato e al maschilismo, alle sue strutture e alle sue logiche; sull'opposizione all'ecocidio; sull'opposizione al razzismo; sull'opposizione allo sfruttamento alienante e onnicida che viola la dignita' umana, imbarbarisce la convivenza e devasta la biosfera. * Questo programma puo' altresi' declinarsi, modo positivo, in forma di programma costruttivo che assuma ad esempio le scelte seguenti: disarmo, smilitarizzazione, corpi civili di pace; "50 e 50" di donne e di uomini in tutte le sedi istituzionali, per una democrazia paritaria e duale; proposta di un modello di sviluppo conviviale, sobrio e sostenibile e buone pratiche che lo inverino; riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani. * Vorremmo che di questa proposta si discutesse ovunque possibile, e gia' questa discussione e' un fatto politico nuovo e grande. E' l'uscita delle persone amiche della nonviolenza dalla subalternita' in cui lungamente si e' preteso di ridurle, e' il recupero autocosciente di quella dimensione politica e di lotta senza di cui nonviolenza non si da', e' la ripresa della lezione autentica di Rosa Luxemburg e di Mohandas Gandhi, di Albert Luthuli e di Martin Luther King, di Virginia Woolf e di Simone Weil, di Hannah Arendt e di Marianella Garcia, di Chico Mendes e di Danilo Dolci, di Rigoberta Menchu' e di Vandana Shiva. * Perche' il naso stia fra gli occhi lo spiega il fool a Lear sul finire dell'atto primo. E tu che leggi m'intendi. ============================== VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA ============================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 150 del 25 febbraio 2008 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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