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Minime. 377
- Subject: Minime. 377
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Tue, 26 Feb 2008 00:32:24 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 377 del 26 febbraio 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Maria G. Di Rienzo: Una proposta semplice. Come sono le liste che io vorrei 2. Il 2 marzo a Bologna 3. Di questo 4. Giulio Vittorangeli: Il tempo di Nerone 5. Commissione parlamentare di inchiesta sull'uranio impoverito: Relazione conclusiva (parte seconda e conclusiva) 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento 7. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. MARIA G. DI RIENZO: UNA PROPOSTA SEMPLICE. COME SONO LE LISTE CHE IO VORREI [Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per questo intervento. Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Con Michele Boato e Mao Valpiana ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza? Discutiamone il 2 marzo a Bologna". Tra le opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005. Un piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e' in "Notizie minime della nonviolenza" n. 81] Partirei da una proposta semplice, che sembra ovvia ma non lo e': l'idea che vorrei mettere in pratica nelle liste e' l'idea che le donne hanno valore, e che le differenze fra esseri umani, fra uomini e donne, siano esse biologiche o derivazioni culturali, non costituiscono scusante o giustificazione per la discriminazione rivolta contro le donne. Quando le donne vengono trattate come gli esseri umani che sono, ne guadagna la societa' intera, a livello economico, sociale, culturale. C'e' un'interazione diretta tra il coinvolgimento delle donne nella vita sociale e politica ed il rafforzamento di valori, attitudini e comportamenti che riflettono e propongono modelli di equita' e tolleranza. La Dichiarazione universale dei diritti umani (1948) li definisce, oltre che universali, inalienabili ed indivisibili. Tale definizione e' molto importante per i diritti umani delle donne: significa infatti che essi vengono applicati ad ogni singola persona in ragione della sua umanita', e significa che vengono applicati in eguaglianza per ciascuno e ciascuna, giacche' ciascuno e ciascuna sono eguali nell'essere semplicemente umani. Questa premessa egualitaria ha un risvolto storico radicale: anche in base ad essa le donne hanno chiesto riconoscimento politico per la propria umanita' e chiunque oggi si troverebbe in serio imbarazzo a dover difendere pubblicamente l'argomentazione contraria, e cioe' che le donne non sono umane. * Pure resta uno scarto cognitivo, di comprensione e rappresentazione, in ragione del quale, pensando in termini di "pubblico/privato", le donne vengono poste in uno stato periferico rispetto alla partecipazione politica (sono correlate solo o principalmente alla casa ed alla famiglia) mentre il cittadino "tipico" viene di solito descritto e pensato come maschio: il che significa, tra l'altro, che i tempi e i modi e i nodi della politica sono misurati su di lui. Le lenti cognitive servono da filtri: per scegliere, suddividere ed ordinare cio' che una persona vede, e cio' che una persona comprende. Noi le usiamo, consciamente o inconsapevolmente. Il concetto di guerra "inevitabile" e "giusta", ad esempio, viene filtrato da numerose di queste lenti: dottrine religiose e filosofiche e particolari affiliazioni politiche. Esse contribuiscono a creare le cornici in cui vengono rappresentati gli eventi, e le cornici danno forma alle azioni che verranno poi intraprese. Con questo sistema, alcune questioni vengono abilitate al discorso e al confronto, altre no. Io non dico a chi mi legge o ascolta di abbandonare le proprie lenti, sebbene consigli sempre di esaminare i risultati del loro uso (la cornice che ne risulta e' inclusiva o escludente, cooperativa o gerarchica?), chiedo solo venga aggiunta allo sguardo la lente del genere. * L'effetto principale della natura di genere del conflitto "pubblico/privato" e' che le violazioni dei diritti umani delle donne che avvengono tra "privati" individui sono state rese invisibili, nonche' considerate come al di la' dell'intervento pubblico: i governi tendono ad ignorare cio' che accade alle donne (violenza domestica, restrizioni di movimento e opportunita') persino ove esistono leggi che proibiscono tali trattamenti. La sfera "privata", infatti, in nome di religione cultura famiglia, garantisce l'impunita' ai violenti. La violenza strutturale (violenza di genere) che investe le donne ha ricadute pesanti su tutte le loro relazioni, sulla salute loro e delle loro famiglie, e sulla stabilita' di una societa' che voglia dirsi "civile". Non avremo una societa' civile e sicura sino a che non faremo uno sforzo per rigettare la violenza di genere. A chi ha fatto della "sicurezza" furbizia elettorale o gradino verso la barbarie vorrei che le nostre liste dicessero questo: le vite umane sono piu' sicure quando le persone sono libere. Libere da condizioni di lavoro pericolose, sottopagate, incerte, umilianti; libere da disoccupazione e da poverta'; libere dalla violenza settaria, "etnica", razzista, fascista; libere dalla violenza domestica. Sono, tutte queste, condizioni che le donne (native e migranti) conoscono assai bene, anche in Italia. * E' stato il femminismo a fare definitivamente della violenza di genere un crimine, a spingere perche' fosse legiferato in tal senso. Ci siamo riuscite in numerosi contesti, nazionali ed internazionali; in altri stiamo ancora lottando. Abbiamo messo nuove parole nel vocabolario della politica: abuso sessuale, stupro maritale, violenza domestica, molestia sessuale. Ma la violenza, seppure sanzionata penalmente, non e' ancora socialmente inaccettabile: ci sono sempre mille e un motivi per giustificarla. E' ora invece che diventi una vergogna, che venga ripudiata negli stessi termini in cui la Costituzione italiana ripudia la guerra. E' vergognoso che le persone vengano indotte culturalmente ad ammettere, sopportare, usare la violenza nelle proprie vite. E' vergognoso che la violenza venga tollerata e istituzionalizzata dallo stato. Abbiamo necessita' di una campagna di massa che decostruisca alle fondamenta tutti i miti pericolosissimi che si accompagnano alla violenza di genere (e che in sintesi colpevolizzano la vittima). Abbiamo bisogno di istruire al genere, al rispetto fra i generi, innanzitutto gli operatori che vengono a contatto con vittime e perpetratori di violenza: le forze dell'ordine, gli avvocati, i giudici, e coloro che lavorano con bambini e adolescenti ad ogni livello, dalla scuola alla sanita' pubblica. * Ecco dunque come sono le liste che io vorrei: - Inclusive rispetto al genere: un luogo ove donne ed uomini sono partner alla pari nel lavorare per raggiungere scopi di cui tutti beneficiano. Percio' lavorano per l'integrazione fra diritti civili e politici (autodeterminazione, diritti riproduttivi, partecipazione politica) e diritti socioeconomici (casa, salute, lavoro): spesso le donne non godono abbastanza di questi ultimi per essere in grado di esercitare i primi. - Comunicative: gli individui si parlano l'un l'altro di cio' che considerano importante. Ognuno ha un contributo da dare in questo senso, e le liste restano luoghi aperti in cui si discute non solo di cio' che accade in Parlamento, muovendosi dalla socializzazione informale e dalla contrapposizione di opinioni ad un'attitudine ricettiva in cui si parli dopo aver riflettuto e si ascolti con molta attenzione. - Concrete: una delle funzioni principali di un gruppo inclusivo e comunicativo che voglia fare politica e' la definizione degli scopi da raggiungere. Per fare questo, e' necessario impegnarsi in processi di apprendimento e, allo stesso tempo, in nuovi modi di condividere il potere. Le situazioni di rischio ambientale e degrado ecologico vanno affrontate con urgenza assoluta: sempre che vogliamo continuare a vivere su questo pianeta, beninteso. - Democratiche ed egualitarie: in una societa' politica comunicativa, partecipata, le persone si rispettano e valutano quali interi esseri umani. A livello internazionale, mi aspetto che questo si rifletta nel premere per l'organizzazione di conferenze di pace ovunque sia in corso un conflitto, conferenze che includano esplicitamente le donne oltre che tutte le ong e le strutture della societa' civile. - Coerenti: "il fine non giustifica i mezzi" e' un principio di comportamento etico ben conosciuto in tutto il mondo. Semplicemente, come ricorderete, "non si usano gli attrezzi del padrone per smantellare la casa del padrone" (Audre Lorde), ma non perche' noi ci riteniamo piu' belli e piu' buoni di lui: non vogliamo assomigliargli, ripetere cio' che lui ha fatto, sbagliare anche noi. Useremo altri attrezzi, costruiremo edifici differenti. Vi e' una strettissima relazione tra fini e mezzi come chiunque abbia solo annusato la parola "nonviolenza" sa benissimo. Inoltre, scopi raggiungibili non possono essere definiti senza la disamina onesta delle risorse umane e materiali a disposizione. * Poi, ma questa e' la giocoliera che fa capolino in me, mi piacerebbe che fossimo un po' folli e, sapendo collegarci a da dove veniamo, dove siamo e dove vogliamo andare, avessimo fiducia nel futuro, e la suscitassimo in altri. 2. INCONTRI. IL 2 MARZO A BOLOGNA L'assemblea promossa dall'appello di Michele Boato, Maria G. Di Rienzo, Mao Valpiana, "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" per verificare la possibilita' di liste femministe, ecologiste e della nonviolenza alle elezioni di aprile, si svolgera' domenica 2 marzo a Bologna, dalle ore 10 alle 17 circa, nella sala sindacale dei ferrovieri (appena usciti dalla porta principale della Stazione, lato piazzale, a sinistra si vede il parcheggio delle biciclette, dove c'e' un'entrata con una sbarra per andare alla mensa e alla sede dei carabinieri: poco avanti, sulla destra, c'e' la sala con la scritta Cub). Tutti gli interventi avranno un limite di tempo che stabiliremo assieme all'inizio (proposta: non oltre i 10 minuti); da un certo momento in poi (se lo stabiliremo assieme) spazio privilegiato alle proposte, su cui prendere eventuali decisioni. Se ci sono gia' proposte abbastanza precise, attinenti al tema (programmi, metodi di lavoro, eccetera) sarebbe meglio portarle scritte, in una cinquantina di copie, per distribuirle dall'inizio. * Per informazioni, adesioni, contatti: micheleboato at tin.it Per contattare individualmente i promotori: Michele Boato: micheleboato at tin.it, Maria G. Di Rienzo: sheela59 at libero.it, Mao Valpiana: mao at nonviolenti.org Chi volesse inviare contributi scritti anche a questo notiziario, indirizzi a: nbawac at tin.it 3. LE ULTIME COSE. DI QUESTO L'oggi che oggi e' oggi domani sara' ieri. Per te restera' oggi ucciso dai bombardieri. 4. RIFLESSIONE. GIULIO VITTORANGELI: IL TEMPO DI NERONE [Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per questo intervento. Giulio Vittorangeli e' uno dei fondamentali collaboratori di questo notiziario; nato a Tuscania (Vt) il 18 dicembre 1953, impegnato da sempre nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di condotta impareggiabili; e' il responsabile dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta' concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti interventi sono negli atti di diversi convegni; tra i convegni da lui promossi ed introdotti di cui sono stati pubblicati gli atti segnaliamo, tra altri di non minor rilevanza: Silvia, Gabriella e le altre, Viterbo, ottobre 1995; Innamorati della liberta', liberi di innamorarsi. Ernesto Che Guevara, la storia e la memoria, Viterbo, gennaio 1996; Oscar Romero e il suo popolo, Viterbo, marzo 1996; Il Centroamerica desaparecido, Celleno, luglio 1996; Primo Levi, testimone della dignita' umana, Bolsena, maggio 1998; La solidarieta' nell'era della globalizzazione, Celleno, luglio 1998; I movimenti ecopacifisti e della solidarieta' da soggetto culturale a soggetto politico, Viterbo, ottobre 1998; Rosa Luxemburg, una donna straordinaria, una grande personalita' politica, Viterbo, maggio 1999; Nicaragua: tra neoliberismo e catastrofi naturali, Celleno, luglio 1999; La sfida della solidarieta' internazionale nell'epoca della globalizzazione, Celleno, luglio 2000; Ripensiamo la solidarieta' internazionale, Celleno, luglio 2001; America Latina: il continente insubordinato, Viterbo, marzo 2003. Per anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha cessato le pubblicazioni nel 1997). Cura il notiziario "Quelli che solidarieta'"] "Un bambino di 10 anni e' stato ucciso e altri due coetanei feriti negli scontri a fuoco avvenuti oggi nei pressi di Deir Al Balah, nel centro della Striscia di Gaza, in seguito a un'incursione dell'esercito israeliano. Lo riferisce il quotidiano israeliano 'Haaretz', precisando che le informazioni relative al coinvolgimento dei bambini negli scontri oggi avvenuti, sia stamani che nel pomeriggio, sono state fornite da fonti mediche palestinesi. Nessuna conferma per ora dall'esercito che parla solo di un miliziano (Ismail Jadallah, militante delle Brigate di Resistenza Nazionale) morto in uno scontro a fuoco avvenuto sempre nella stessa area. Secondo la ricostruzione fornita da 'Haaretz', i bambini sarebbero stati colpiti dalle pallottole vaganti della sparatoria che ha impegnato soldati israeliani e miliziani palestinesi". Notizia breve, scarna, giunta in Italia il 19 febbraio 2008 alle ore 18.38 (fonte l'agenzia "Misna"). Passa qualche giorno ed il 21 febbraio l'assemblea plenaria del Parlamento europeo approva a grande maggioranza una risoluzione che chiede la fine del blocco sulla Striscia di Gaza e lo definisce "Un fallimento politico e umanitario". Da Strasburgo l'Unione europea chiede a Israele la revoca al piu' presto delle misure restrittive, la riapertura controllata dei varchi che "garantisca la circolazione delle persone e delle merci", oltre alla fine delle azioni militari. Sappiamo che non succedera' niente di tutto questo, e che il governo di Israele continuera' con le incursioni aeree contro "elementi terroristici". La questione palestinese rimane cosi' irrisolta ed e' meno di un'ombra; un sogno che diventa agonia, dove rischia d'estinguersi, dentro guerra, miseria e annessa corruzione, l'obiettivo storico dello Stato di Palestina. Guardiamo con impotenza e silenzio gli avvenimenti della Striscia di Gaza. Siamo cosi' assuefatti all'orrore quotidiano della guerra, che neanche reagiamo piu'. Spesso esecrata come un male tremendo e come massima espressione della violenza umana, da millenni la guerra viene ritenuta un fatto inevitabile. E' pero' soprattutto l'epoca presente a poter usufruire di teorie che, articolandosi in vario modo e interessando diversi livelli disciplinari, riescono a dare un fondamento naturale a tale "inevitabilita'". Ogni giorno la televisione, insieme a quiz, balletti e telegiornali dell'intrattenimento di corte, ci "scarica" in case scene delle brutalita' che si commettono in Africa, in Asia, in America Latina e nella stessa Europa. Siamo tanto abituati a queste barbarie che, infastiditi, "passiamo oltre", cambiamo canale. Soltanto che la cruda realta' non cambia con il telecomando televisivo. E' stata approvata la moratoria contro la pena di morte, ma giustizia e diritti umani sono sempre piu' lontani. "Duemila anni fa l'imperatore Nerone invento' un segno con la sua mano, con il pollice in alto il gladiatore era perdonato e poteva continuare a vivere, con il pollice verso doveva dare la sua vita al vincitore. Col passare degli anni questa assurda facolta' passo' a imperatori e re e nonostante siano passati duemila anni i deputati recentemente eletti si insediano concedendo l'incarico neroniano al presidente della Repubblica. Che vergogna!". Cosi' in un documento dal titolo "Volvemos a los tiempos de Neron" (Torniamo ai tempi di Nerone), l'arcivescovo del Guatemala, il cardinale Rodolfo Quezada Toruno, e' intervenuto sulla recente decisione del Parlamento nazionale di ripristinare il ricorso alla grazia presidenziale per i condannati a morte, che di fatto rende nuovamente applicabile la pena capitale, sospesa dal 2000 per un "vuoto legaleî", divenuto in pratica una sorta di moratoria. Si e' concretizzata su scala mondiale una politica dell'orrore, o meglio dell'orrorismo, ovvero della violenza sull'inerme - per una usare la definizione coniata da Adriana Cavarero. Il problema e' come non cedere alla pretesa ineluttabilita' della guerra; come costruire oggi una cultura della pace, come rendere concreto il "si vis pacem, para pacem" (se vuoi la pace prepara la pace). E' questa la vera sfida, purtroppo fin qui totalmente assente nell'attuale campagna elettorale italiana. Bisogna chiudere la fabbrica della guerra, dell'orrorismo e della paura. E' il compito di una politica degna di questo nome, di una cultura civile e nonviolenta di cui e' sempre piu' arduo ritrovare le tracce nella politica e nella comunicazione. 5. DOCUMENTI. COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULL'URANIO IMPOVERITO: RELAZIONE CONCLUSIVA (PARTE SECONDA E CONCLUSIVA) [Dal sito di "Peacereporter" (www.peacereporter.net) riprendiamo il testo della relazione conclusiva della Commissione parlamentare di inchiesta sull'uranio impoverito] 4. Conclusioni e proposte La Commissione prende atto dell'impossibilita' di stabilire, sulla base delle attuali conoscenze scientifiche, un nesso diretto di causa-effetto (nesso di causalita') tra le patologie oggetto dell'inchiesta e i singoli fattori di rischio individuati nel corso delle indagini, con particolare riferimento agli effetti derivanti dall'uranio impoverito e dalla dispersione nell'ambiente di nanoparticelle di metalli pesanti. Al tempo stesso, vista la obiettiva sussistenza di fenomeni morbosi anche in riferimento alla operativita' di altre concause, legate in tutto o in parte ai contesti fortemente degradati ed inquinati dei teatri operativi in cui ha operato il personale militare italiano, ritiene che il verificarsi dell'evento costituisca di per se' elemento sufficiente, quanto meno sul piano ontologico (criterio di probabilita'), a determinare il diritto per le vittime delle patologie e per i loro familiari al ricorso agli strumenti indennitari previsti dalla legislazione vigente (compreso il riconoscimento della causa di servizio e della speciale elargizione). Esprime il concreto auspicio che si prosegua sulla via dell'effettiva semplificazione delle procedure amministrative per l'accesso ai suddetti istituti, anche mediante una piu' ampia opera di informazione e di sensibilizzazione tanto nei confronti dei cittadini che delle istituzioni interessate. In tal senso, la Commissione raccomanda anzitutto il completamento della raccolta e dell'analisi epidemiologica dei dati sanitari relativi al personale militare e civile interessato dall'oggetto dell'inchiesta, sia di quello operante nei poligoni e nelle basi militari sul territorio nazionale che di quello inviato nelle missioni internazionali all'estero. La Commissione ritiene altresi' opportuno avviare, appena possibile, una generale revisione dei protocolli di controllo sanitario preventivo, in particolare per i soggetti destinati all'estero, mediante esami clinici di tipo piu' mirato e maggiormente orientati alla verifica delle condizioni immunitarie dei soggetti esaminati, al fine di individuare tempestivamente eventuali stati di rischio per la salute o la necessita' di precauzioni aggiuntive. E' altresi' auspicabile che tale verifica sia attuata attraverso una analisi dei dati diversificata in base al sesso, in modo tale da tenere conto delle differenze di radiosensibilita' e di risposta alle vaccinazioni. Sarebbe utile iniziare quanto prima un programma di verifica degli attuali schemi di vaccinazione praticati ai medesimi soggetti, verificando, in caso di successive missioni ravvicinate, la situazione immunologica del soggetto e, quindi, l'eventuale necessita' e l'utilita' di ripetizione della somministrazione, con riguardo alle modalita' di preparazione dei vaccini stessi e, soprattutto, ai relativi schemi di somministrazione, anche alla luce della presenza di metalli pesanti riscontrata sia nelle urine che nello sperma di taluni dei militari vaccinati. La Commissione raccomanda, inoltre, di avviare una indagine epidemiologica volta a verificare l'eventuale incremento del tasso di morbilita' e malformazioni congenite nei bambini nati dal 1990 ad oggi, dai militari che si sono recati in missione nelle aree di interesse, nonche' il tasso di infertilita' dei militari stessi. E' inoltre particolarmente auspicabile un'attenta valutazione delle specifiche condizioni ambientali dei vari contesti operativi, sia al fine di selezionare le migliori forme di sistemazione logistica ed i piu' appropriati equipaggiamenti di protezione individuali per le truppe impiegate, sia al fine di garantire un continuo e adeguato monitoraggio sui rischi di natura nucleare, batteriologica, chimica e radiologica, mediante la presenza costante di figure professionali specializzate e di attrezzature idonee. La Commissione ribadisce la necessita' di un attento monitoraggio delle attivita' condotte e dei materiali impiegati nei poligoni di tiro in Italia, sia da parte delle Forze armate che di eventuali soggetti terzi, pubblici e privati, riservando particolare attenzione ai controlli di tipo sanitario ed ambientale, all'interno delle strutture e nelle zone ad esse adiacenti. Raccomanda, in tale contesto, la prosecuzione delle attivita' di monitoraggio ed approfondimento gia' avviate dalle competenti autorita' civili e militari. La Commissione e' favorevole all'introduzione per il futuro di procedure finalizzate al censimento, nel rispetto della liberta' individuale, del personale civile non dipendente da organismi pubblici (Ong) che, nell'ambito di iniziative di solidarieta', intenda recarsi in teatri bellici all'estero, valutando altresi' l'estensione a tali soggetti dei protocolli di controllo sanitario previsti per il personale militare o di altre amministrazioni pubbliche e l'individuazione di adeguate forme di assistenza e di tutela, anche di carattere assicurativo. La Commissione rileva come, in molti casi, gli istituti di ricerca e gli enti pubblici competenti non siano attrezzati per fornire il necessario supporto tecnico-scientifico alle procedure conoscitive degli organi parlamentari, le cui finalita' e la cui durata mal si conciliano da un lato con i tempi troppo lunghi imposti dalla ricerca accademica e scientifica, dall'altro con i vincoli burocratico-amministrativi degli enti pubblici. Sarebbe quindi auspicabile prevedere, per il futuro, che gli organi di inchiesta parlamentari, nell'ambito e nei limiti dei loro poteri, equiparati dalla Costituzione a quelli dell'autorita' giudiziaria, possano richiedere ricerche e indagini ad hoc (anche su base statistico-campionaria) agli enti di ricerca pubblici, in modo da facilitare il loro compito ed evitare, tra l'altro, il ricorso a collaborazioni e consulenze da parte di esperti privati che, oltre ad essere piu' costose per il bilancio dello Stato, potrebbero non sempre garantire lo stesso grado di imparzialita'. La Commissione formula infine l'auspicio che, in base al principio di precauzione, l'uranio impoverito non sia utilizzato a fini bellici, stanti la sua natura radioattiva e genotossica ed i sicuri effetti di inquinamento ambientale, come confermato dalla letteratura internazionale, e indica la necessita' di un approfondimento della ricerca sui suoi meccanismi d'azione, soprattutto in relazione agli aspetti sinergici. * 5. Note i. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 247 del 23 ottobre 2006. ii. La relativa comunicazione e' stata effettuata nella seduta antimeridiana dell'Assemblea del 21 novembre 2006. iii. La relativa comunicazione e' stata effettuata nella seduta pomeridiana dell'Assemblea del 6 febbraio 2007. iv. Ai sensi dellíarticolo 5, comma 2, della delibera istitutiva, la Commissione si e' avvalsa per la sua attivita' delle seguenti collaborazioni specializzate: dottor Armando Benedetti, esperto qualificato in radioprotezione del Centro interforze studi per le applicazioni militari (Cisam); tenente colonnello dottor Ezio Chinelli, responsabile del Servizio di anatomia patologica e di ematologia del Laboratorio di analisi mediche "Ravanello" del Veneto; dottoressa Antonietta M. Gatti, responsabile del Laboratorio di biomateriali presso il Dipartimento di neuroscienze dell'Universita' degli studi di Modena e Reggio Emilia; dottor Valerio Gennaro, dirigente medico del Dipartimento di epidemiologia e prevenzione dell'Istituto nazionale di ricerca sul cancro di Genova; dottor Domenico Leggiero, responsabile del Reparto difesa dell'Osservatorio permanente e Centro studi per il personale delle forze armate, forze di polizia e societa' civile (fino al 4 ottobre 2007); capitano Paride Minervini, esperto di balistica; professor Massimo Zucchetti, docente di protezione dalle radiazioni presso il Politecnico di Torino. v. Sedute plenarie. Oltre alla 1a e alla 2a, gia' ricordate nel testo e riservate agli adempimenti iniziali, e alla 13a (6 febbraio 2008), dedicata all'approvazione della relazione finale e della delibera sulla pubblicazione finale degli atti, le altre sedute plenarie, tutte dedicate ad audizioni, sono state le seguenti: 3a seduta (27 marzo 2007): audizione di consulenti. 4a seduta (11 aprile 2007): audizione di rappresentanti dell'Istituto superiore di sanita' e di consulenti. 5a seduta (17 aprile 2007): audizione di rappresentanti dell'Istituto superiore di sanita'. 6a seduta (2 maggio 2007): audizione di esperti. 7a seduta (17 maggio 2007): audizione del generale di corpo d'armata Fabrizio Castagnetti, Capo operativo di vertice Interforze, e dell'Ammiraglio ispettore capo Vincenzo Martines, Direttore generale della sanita' militare. 8a seduta (17 maggio 2007): audizione di esperti e di consulenti. 9a seduta (4 ottobre 2007): audizione di consulenti. 10a seduta (9 ottobre 2007): audizione del Ministro della difesa, Arturo Parisi. 11a seduta (6 dicembre 2007): audizione del Ministro della difesa, Arturo Parisi. 12a seduta (13 dicembre 2007): dibattito sulle comunicazioni del Ministro della difesa ed audizione di consulenti. Missione (20-21 settembre 2007). la Commissione ha incontrato, presso la prefettura di Lecce, una rappresentanza di militari vittime delle patologie oggetto dell'inchiesta e di loro familiari, ed ha poi visitato il vicino Poligono militare di Torre Veneri, presso il quale vi e' stato anche un approfondito incontro con il Comandante, con i suoi collaboratori e con altri alti ufficiali delle Forze armate. Sopralluoghi dei consulenti. Il primo sopralluogo (8-11 luglio 2007) presso il poligono militare di Salto di Quirra, in provincia di Cagliari, ha indagato sia le attivita' svolte nel poligono (in particolare il tipo di munizionamento utilizzato), che le condizioni ambientali ed epidemiologiche all'interno ed all'esterno della struttura, anche mediante prelievi di reperti e matrici ambientali. In riferimento agli aspetti epidemiologici, sono stati inoltre svolti una serie di incontri con rappresentanti delle autorita' sanitarie regionali e locali e con esponenti delle comunita' residenti nelle zone limitrofe al poligono. Il secondo sopralluogo (8-16 settembre 2007) ha avuto luogo presso l'altro poligono militare di Capo Teulada, sempre in provincia di Cagliari, e ha riguardato in modo specifico la verifica del tipo di munizionamento impiegato nelle attivita' balistiche ivi svolte. Il terzo sopralluogo (8-15 ottobre 2007) si e' svolto fra le truppe italiane stanziate in Libano nell'ambito della missione delle Nazioni Unite. Nel corso dell'attivita' e' stato verificato il tipo di munizionamento in dotazione ai soldati italiani, nonche' l'adeguatezza delle misure di profilassi, di prevenzione e di monitoraggio adottate in rapporto alle specifiche condizioni ambientali ed igienico-sanitarie del teatro operativo. vi. Si veda, al riguardo, la relazione conclusiva predisposta dalla Commissione parlamentare di inchiesta della XIV legislatura, Doc. XXII-bis, n. 4. vii. L'uranio impoverito e' il residuo inerte (in quanto a bassa attivita' specifica) che deriva dal trattamento di arricchimento dell'uranio utilizzato come combustibile fissile per le reazioni nucleari. In virtu' della sua elevata densita' e dell'alto potere piroforico, viene impiegato, oltre che per scopi civili (ad esempio: contrappesi nell'industria aeronautica, dispositivi di protezione contro le radiazioni nella radioterapia medica, contenitori per il trasporto di materiali radioattivi) anche nell'industria militare, per la realizzazione di varie leghe da utilizzare per corazze o per proiettili cinetici ad alta perforazione (ad esempio nel caso dei carri armati). viii. Le nanoparticelle sono corpuscoli di forma sferica di grandezza inferiore a un micron, che sembrano prodursi in presenza di altissime temperature - dell'ordine dei 3.000 gradi C - generate, tra l'altro, dall'impatto di proiettili ad uranio impoverito con le superfici colpite (corazze di carri armati, depositi di munizionamento), a seguito di fenomeni di istantanea vaporizzazione e risolidificazione dei materiali presenti nell'ambiente circostante alle esplosioni. Secondo talune ipotesi, il risultato finale di questi processi sarebbe pertanto la formazione di polveri ultrasottili in grado, se inalate o ingerite, di depositarsi anche nelle cellule del corpo umano. ix. Segnatamente i rappresentanti dell'Istituto superiore di sanita' (auditi nelle sedute dell'11 e del 17 aprile 2007) e della Direzione generale della Sanita' militare (nella seduta del 17 maggio 2007). x. E' da citare, in particolare, il programma di monitoraggio "sullo stato di salute del personale militare e civile impiegato nei territori della ex Jugoslavia", condotto congiuntamente dai Ministeri della difesa e della salute in base alla legge 28 febbraio 2001, n. 27 ed i cui risultati sono contenuti nelle apposite relazioni inviate con cadenza quadrimestrale al Parlamento. Peraltro, l'ultima di tali relazioni (Doc. CCVII, n. 4), relativa al periodo dal primo gennaio al 30 aprile 2007 e trasmessa il 23 novembre dello stesso anno, indica in modo esplicito i limiti metodologici dello studio, proponendo percorsi alternativi di ricerca. xi. Resta comunque il fatto che in molti casi, specie negli anni passati, le malattie contratte dai militari interessati non furono diagnosticate per tempo, malgrado alcuni di loro si fossero sottoposti ai controlli sanitari previsti per i soldati in partenza per le missioni internazionali, in particolare quelli del cosiddetto "Protocollo Mandelli". Cio' sembra suggerire l'opportunita' di rivedere i suddetti esami clinici, al fine di verificarne l'efficacia in ordine alla tempestiva individuazione dell'insorgenza di determinate patologie. Secondo quanto evidenziato da alcuni dei medici interpellati, una particolare attenzione dovrebbe essere riservata al monitoraggio delle condizioni immunitarie dei soggetti osservati, in particolar modo prima di procedere alla somministrazione dei vaccini previsti, la cui azione, per l'appunto, potrebbe incidere ulteriormente sulla situazione immunitaria del soggetto, atteso che eventuali stati di immunodepressione, pur non immediatamente evidenti, sono spesso il campanello d'allarme di patologie piu' gravi in corso di sviluppo. Gli attuali protocolli potrebbero quindi essere integrati con analisi - anche in numero piu' contenuto - specificamente mirate a controllare i livelli delle difese immunitarie (ad esempio mediante esami del sangue), in quanto piu' efficaci e tempestive. xii. Gia' nella passata legislatura, infatti, il suddetto poligono era stato oggetto di particolare attenzione da parte delle Commissioni di inchiesta, per accertare le segnalazioni da tempo ricorrenti circa la presenza, nelle zone limitrofe, di un'incidenza del tutto anomala di tumori e malformazioni congenite tra la popolazione civile (la cosiddetta "sindrome di Salto di Quirra"). Le verifiche condotte in loco dai consulenti della Commissione, anche con il concorso delle autorita' sanitarie della Regione Sardegna e del comando militare del poligono, hanno fornito risultati di tipo interlocutorio (illustrati in particolare nell'audizione del 13 dicembre 2007). Da un lato infatti, almeno allo stato, non si e' trovata traccia della presenza o dell'utilizzo di uranio impoverito, ed alcuni calcoli fatti da consulenti della Commissione hanno ritenuto improbabile che le patologie segnalate possano essere state causate dall'esposizione a tale materiale, troppo grande essendo la quantita' occorrente per produrre effetti tumorali. Dall'altro lato, sono state riscontrate - sia all'interno del poligono che nelle zone immediatamente adiacenti - tracce di altri metalli pesanti non radioattivi (ad esempio il piombo) che, per quantita' e ubicazione, hanno adombrato il sospetto di possibili inquinamenti non ancora ben identificati, ma tali da attirare l'attenzione degli specialisti e da giustificare la gia' ricordata attivita' di monitoraggio sanitario e ambientale. Inoltre, sebbene le autorita' sanitarie locali abbiano negato che nei dintorni del poligono vi sia un'incidenza di neoplasie o malformazioni superiore a quella riscontrabile in altre zone della Sardegna - spesso soggette a pesanti forme di inquinamento legate a passate attivita' minerarie e industriali -, i consulenti della Commissione hanno tuttavia evidenziato che alcune di quelle patologie (ad esempio le leucemie) appaiono del tutto anomale in un contesto rurale e privo di insediamenti produttivi come quello considerato, cio' che, ancora una volta, impone adeguati approfondimenti. xiii. Il sopralluogo in Libano ha confermato l'effettuazione dei controlli di tipo ambientale da parte delle squadre addette alle verifiche contro il rischio nucleare, biologico, chimico e radiologico (Nbcr) che operano al seguito di tutti i reparti italiani in missione all'estero, rilevando altresi' la necessita' di assicurare costantemente la presenza di figure professionali specializzate e di attrezzature idonee. Viceversa, sono emersi alcuni aspetti critici dal punto di vista logistico ed igienico-sanitario, per il fatto che, a distanza di mesi, una parte delle truppe italiane di stanza in Libano risultavano ancora alloggiate in tenda e servite da bagni chimici in numero non sufficiente. Segnalazioni sono state raccolte anche in merito all'equipaggiamento individuale a disposizione dei soldati idoneo (tute, stivali, maschere e guanti) che, di livello standard, sarebbe pero' non del tutto adatto alle particolari condizioni climatiche ed operative della missione libanese. Ovviamente, si tratta di situazioni contingenti ed auspicabilmente temporanee, che appaiono nondimeno preoccupanti ove si pensi che il contingente italiano (il piu' numeroso fra quelli che operano in Libano nell'ambito della missione internazionale delle Nazioni Unite) potrebbe rimanere a lungo in quel paese, in un contesto ambientale comunque difficile e degradato. E' quindi raccomandabile da parte delle competenti autorita' militari un'attenta e costante verifica delle condizioni logistiche ed igienico-sanitarie presenti nei vari teatri di impiego e, conseguentemente, un'accurata selezione degli equipaggiamenti da utilizzare, che dovrebbero essere - per quanto possibile - di tipo "mirato" a seconda dello specifico contesto di riferimento. xiv. Sofisticati esami condotti con il microscopio a scansione elettronica hanno evidenziato in molti casi, sia nei tessuti di pazienti malati che in contesti ambientali "sospetti" (ad esempio nella zona di Salto di Quirra dianzi ricordata), la presenza di nanoparticelle di metalli pesanti di origine estranea sotto forma di polveri ultrasottili che, qualora inalate o ingerite, potrebbero determinare effetti nocivi per la salute umana, anche di tipo tumorale. Tali evidenze, per quanto sospette, non consentono pero' di avanzare conclusioni certe, trattandosi di un campo di ricerca scientifica ancora da esplorare, ma che appare comunque promettente e che, pertanto, e' opportuno possa continuare ad essere perseguito con la necessaria attenzione. xv. Ad esempio nell'audizione di esperti svolta il 26 luglio 2007. xvi. Da parte del Direttore generale della Sanita' militare, ammiraglio Vincenzo Martines, durante l'audizione del 17 maggio 2007. xvii. Alcune parziali indicazioni sono state comunque ricavate da simulazioni eseguite dai consulenti della Commissione che, sulla scorta dei dati disponibili sull'utilizzo dell'uranio impoverito nei Balcani nel 1999 ed in Iraq sia nel 1991 che nel 2003, hanno stimato gli scenari di esposizione, ovvero il quantitativo di radioattivita' cui sono state esposte in media le popolazioni dei Balcani e dell'Iraq nei periodi considerati. Questo lavoro ha prodotto poi la stima finale del numero di eventuali insorgenze di tumori in piu' rispetto al normale nelle stesse popolazioni. Le simulazioni, illustrate nell'audizione del 13 dicembre 2007, hanno mostrato una maggiore persistenza dei residui di uranio impoverito - sotto forma di proiettili rimasti conficcati nel terreno ovvero di polveri sottili sospese nell'aria - in Iraq rispetto ai Balcani, sia a causa della maggiore quantita' di uranio impiegato in Iraq (100 volte piu' che nei Balcani), sia a causa delle differenti condizioni climatiche ed ambientali (in Iraq il terreno arido e sabbioso facilita il fenomeno della risospensione delle polveri, mentre nei Balcani il terreno umido e le piogge piu' abbondanti favoriscono il dilavamento). In conseguenza di tali fenomeni, gli effetti in termini di maggiore incidenza di forme tumorali tra la popolazione risulterebbero assai contenuti e trascurabili dal punto di vista epidemiologico per la zona dei Balcani, mentre sarebbero piu' rilevanti nel caso dell'Iraq, sebbene anche in misura statisticamente non eccessiva rispetto alla media attuale. Naturalmente, anche queste conclusioni (peraltro confermate da altri studi a livello internazionale) hanno carattere relativo e andrebbero opportunamente verificate con indagini sul campo che, allo stato, si presentano tuttavia alquanto problematiche. xviii. Si tratta specificamente dei pareri espressi in data 16 gennaio 2008 dalle Commissioni bilancio, sanita' e giustizia. Quest'ultima, segnatamente, ha formulato il proprio parere favorevole alla proroga dell'inchiesta parlamentare "in particolare in considerazione della necessita' di accertare, anche sulla base delle richieste dei Commissari e dei consulenti l'uso dell'uranio impoverito, a partire dai primi anni '90, in Italia e all'estero, di prendere cognizione dei risultati e delle verifiche e delle indagini effettuate dall'Istituto superiore di sanita' sulla base di incarichi la cui scadenza e' stata prorogata di diversi mesi e, infine, di ottenere elementi per una valutazione accurata e veritiera sui casi di morte o gravi malattie che abbiano interessato le popolazioni civili nei teatri di conflitto e nelle zone adiacenti alle basi militari". 6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 7. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 377 del 26 febbraio 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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