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Minime. 363
- Subject: Minime. 363
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Tue, 12 Feb 2008 01:39:23 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 363 del 12 febbraio 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Peppe Sini: Walter 2. Michele Boato, Maria G. Di Rienzo, Mao Valpiana: Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza? Discutiamone il 2 marzo a Bologna 3. Carla Biavati: Il momento 4. Attilio Dartigli: La viaccia 5. Floriana Lipparini: Da femminista, libertaria e aspirante nonviolenta 6. Flavio Marcolini: Che fare? 7. Elena Monguzzi: Incominciare ad incontrarci 8. Giulio Vittorangeli: Vigilia di elezioni 9. Letture: AA. VV., La musica del cuore 10. Letture: Pascoli. Vita, poetica, opere scelte 11. Letture: Rimbaud. Vita, poetica, opere scelte 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento 13. Per saperne di piu' 1. LUTTI. PEPPE SINI: WALTER Nella sua libreria, colpito da un infarto, l'8 gennaio e' deceduto Walter Straffi. Solo oggi riesco a concludere di scrivere - separandomene quindi, traccia dell'elaborazione di un lutto che a molti altri si somma e sempre piu' gravoso ne e' il peso - queste poche parole in sua memoria, queste poche parole di amicizia e affetto, e gratitudine. Per me non era solo un libraio, un instancabile promotore di incontri culturali, un conoscitore di infiniti segreti della storia e della natura del territorio e delle comunita' dell'Alto Lazio; era un amico e un compagno - se questa antica parola che evoca una storia di solidarieta' e di lotte si puo' ancora pronunciare senza arrossire, e temo che i giovani non immaginino cosa significhi per quelli della mia generazione chiamare compagno una persona, davvero per noi ha significato la persona con cui si condivide il pane. Se provo a ricordare quando ci siamo conosciuti non ricordo un inizio, mi sembra da sempre. E se dovessi dire quante volte abbiamo ragionato dei massimi sistemi e delle profondita' dell'esistenza, dell'ora che scocca e del fiume del tempo che scorre incessante, non basterebbero al ricordo una notte ne' mille. Questo comune nemico: la morte. Questa sorella comune: l'umanita'. 2. REPETITA IUVANT. MICHELE BOATO, MARIA G. DI RIENZO, MAO VALPIANA: CRISI POLITICA. COSA POSSIAMO FARE COME DONNE E UOMINI ECOLOGISTI E AMICI DELLA NONVIOLENZA? DISCUTIAMONE IL 2 MARZO A BOLOGNA [Riproponiamo il seguente appello. Michele Boato e' nato nel 1947, docente di economia, impegnato contro la nocivita' dell'industria chimica dalla fine degli anni '60, e' impegnato da sempre nei movimenti pacifisti, ecologisti, nonviolenti. Animatore di numerose esperienze didattiche e di impegno civile, direttore della storica rivista "Smog e dintorni", impegnato nell'Ecoistituto del Veneto "Alexander Langer", animatore del bellissimo periodico "Gaia" e del foglio locale "Tera e Aqua". Ha promosso la prima Universita' Verde in Italia. Parlamentare nel 1987 (e dimessosi per rotazione un anno dopo), ha promosso e fatto votare importanti leggi contro l'inquinamento. Con significative campagne nonviolente ottiene la pedonalizzazione del centro storico di Mestre, contrasta i fanghi industriali di Marghera. E' impegnato nella campagna "Meno rifiuti". E' stato anche presidente della FederConsumatori. E' una delle figure piu' significative dell'impegno ecopacifista e nonviolento, che ha saputo unire ampiezza di analisi e concretezza di risultati, ed un costante atteggiamento di attenzione alle persone rispettandone e valorizzandone dignita' e sensibilita'. Tra le opere di Michele Boato: ha curato diverse pubblicazioni soprattutto in forma di strumenti di lavoro; cfr. ad esempio: Conserva la carta, puoi salvare un albero (con Mario Breda); Ecologia a scuola; Dopo Chernobyl (con Angelo Fodde); Adriatico, una catastrofe annunciata; tutti nei "libri verdi", Mestre; nella collana "tam tam libri" ha curato: Invece della tv rinverdire la scuola (con Marco Scacchetti); Erre magica: riparare riusare riciclare (con Angelo Favalli); In laguna (con Marina Stevenato); Verdi tra governo e opposizione (con Giovanna Ricoveri). Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005. Un piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e' in "Notizie minime della nonviolenza" n. 81. Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive ed opera come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' membro del comitato di coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007] Nessuno, o quasi, si aspettava cosi' presto la caduta del governo Prodi e le elezioni politiche fissate al 13-14 aprile. Poco importa se la causa sia di Veltroni ("Il Partito Democratico, comunque, andra' alle elezioni da solo"), di Mastella, o Dini (Di Pietro, Turigliatto ecc.). A noi, che pure abbiamo votato e apprezzato per talune scelte la coalizione di Prodi, ci appare evidente che: in Afghanistan il governo di centrosinistra ha confermato, proseguito, finanziato, una missione militare che ha coinvolto il nostro paese in una vera e propria guerra, in violazione della Costituzione. A Venezia Prodi e' il padrino del Mose, assieme a Berlusconi, Galan e l'ex sindaco prodiano P. Costa. A Vicenza e' il sostenitore accanito della base Usa "Dal Molin" (con gli stessi di sopra, piu' D'Alema e Rutelli). A Viterbo il governo di centrosinistra ha sottoscritto un accordo di programma con la Regione Lazio per la costruzione di un nuovo devastante mega-aeroporto per voli low cost. In Campania il centrosinistra e' la banda degli inceneritori; cosi' a Brescia, Modena, in Toscana ecc. E su questi, come su troppi altri esempi (la Tav di Mercedes Bresso, Di Pietro e Chiamparino, il Ponte di Messina del solito Di Pietro e P. Costa, i rigassificatori di Bersani e Realacci, gli Ogm e il nucleare di Veronesi, Bersani, Letta ecc.), va a braccetto col peggior centrodestra. Non si capisce piu' niente: "Cos'e' la destra, cos'e' la sinistra?" cantava Gaber e nessuno sa piu' rispondergli. * A luglio 2007 abbiamo aperto un dibattito su "Come contare di piu' nelle scelte politiche locali e nazionali, come ecologisti". Dopo una cinquantina di interventi telematici, ci siamo incontrati il 6 ottobre a Firenze, eravamo una quarantina di persone, con alle spalle molte esperienze positive, ma anche pesanti delusioni. Emergeva: 1. la necessita' di una svolta che renda piu' efficace l'ecologismo, a partire da una rete che rafforzi le moltissime, spesso sconosciute, esperienze locali; 2. l'estrema difficolta' a creare, in tempi brevi, qualcosa di piu' solido negli obiettivi, nei metodi, nell'organizzazione; 3. pero', forse, una possibilita' di costruire un "programma comune" (alcuni di noi si sono presi l'incarico di farne girare dei spezzoni, una bozza) e un metodo condiviso per non ricadere nei meccanismi dei partiti/carriere/verticismi ecc. (una prima proposta l'ha fatta girare Lino Balza, finora senza "ritorni", ne' positivi ne' critici); 4. l'idea di avere un confronto diretto sia con gli "amici di Grillo" che con i proponenti la "Lista civica nazionale" (ma questi incontri non si sono piu' fatti); 5. comunque contribuire alla nascita, crescita, miglioramento di liste civiche (anche) ecologiste nelle citta' dove quest'anno si andra' alle elezioni amministrative. Sappiamo che sta succedendo in molte citta', ma le notizie faticano a circolare. * Nel frattempo, nell'area nonviolenta e pacifista (Movimento Nonviolento, Tavola della Pace) prosegue la riflessione sul tema "nonviolenza e politica", mentre il giornale quotidiano telematico "Notizie minime della nonviolenza in cammino" sostiene la necessita' che alle prossime elezioni politiche vi sia una presenza di "liste elettorali della sinistra della nonviolenza". * Ora ci sono le nuove elezioni, che si svolgeranno con una legge elettorale pessima e una campagna peggiore: in molti ci chiediamo cosa possiamo/dobbiamo fare. La sensazione che finora abbiamo e' di una situazione compromessa e non recuperabile nell'immediato, da un punto di vista di un serio movimento ecologista e nonviolento, che voglia avere una sponda (se non addirittura un'espressione) altrettanto seria in Parlamento. Bisogna verificare le reali forze che abbiamo, e se non possiamo farlo subito, almeno avviare un serio lavoro a partire dalle realta' locali (comuni, province, regioni) per costruire in prospettiva un movimento politico nazionale indipendente, autonomo, che cammini da solo sulle gambe della nonviolenza, dell'ecologia e del femminismo (l'assenza di rispetto e di riconoscimento di valore e' il terreno su cui la violenza e l'esclusione crescono). Ma, per non stare a lamentarsi/piangere/imprecare/diventare individualisti-qualunquisti, forse e' il caso di riaprire con urgenza la discussione interrotta ad ottobre, e coinvolgere altre realta' del piu' vasto movimento per la nonviolenza e l'ecologia, sia rispondendo a questa mail, sia incontrandoci a Bologna domenica 2 marzo (nella sala sindacale dei ferrovieri, appena usciti dalla porta principale della Stazione, lato piazzale, a sinistra si vede il parcheggio delle biciclette, dove c'e' un'entrata con una sbarra per andare alla mensa e alla sede dei carabinieri: poco avanti, sulla destra, c'e' la sala con la scritta Cub), per verificare se possiamo stringere i tempi della rete, fare proposte di un qualche peso (anche) sul piano nazionale, o altro che qualcuno puo' suggerire a stretto giro di mail. A presto, Michele Boato, Maria G. Di Rienzo, Mao Valpiana * Per informazioni, adesioni, contatti: micheleboato at tin.it * Per contattare individualmente i promotori: Michele Boato: micheleboato at tin.it Maria G. Di Rienzo: sheela59 at libero.it Mao Valpiana: mao at nonviolenti.org 3. RIFLESSIONE. CARLA BIAVATI: IL MOMENTO [Ringraziamo Carla Biavati (per contatti: mcfoto at interfree.it) per questo intervento. Carla Biavati e' impegnata nelle rilevanti esperienze di interposizione nonviolenta in zone di conflitto dei "Berretti bianchi" (www.berrettibianchi.org) e della rete "Verso i corpi civili di pace" (www.reteccp.org)] Sono d'accordo, credo che sia venuto il momento per partecipare attivamente ad una proposta politica che veda impegnata la societa' civile cosi' come e' e non strumentalizzandola a necessita' di partito ma accogliendo e cercando di realizzare le profonde istanze che da essa emergono. Mi spiego meglio, da qualche anno sono andata ad abitare in un piccolo paese della Valle del Reno, Vergato, e qui mi sono resa conto che nonostante l'amministrazione sia affidata ad una giunta di cosiddetta "sinistra" esiste una politica di interessi "particolari" del tutto trasversale a ideologie e fedi politiche che negli anni ha portato ad una cementificazione aggressiva e noncurante della capacita' di incremento di costruzioni della zona che sta devastando macroscopicamente sia la valle che le condizioni di vita dei suoi abitanti. Non mi dilungo nelle descrizioni particolari degli abusi a cui potro' sopperire in seguito portando le numerose campagne e ricerche gia' realizzate in sede di riunione. Ma vengo al concreto, insieme a gruppi di amici di varie formazioni ed esperienze politiche, abbiamo realizzato un luogo di discussione pubblica che si e' scelto di chiamare "Laboratorio della sinistra" e che sta cercando di portare alla discussione pubblica le malefatte e gli abusi sopracitati, ma non solo, vi e' anche una proposta costruttiva, ed una scelta di azioni di nonviolenza attiva per cercare di agire un cambiamento di tendenza rispettoso delle sensibilita' civili nonche' delle richieste della popolazione della Valle. Ecco in breve il nostro percorso; Ed ecco infine la ragione per cui aderiamo all'appello proposto sia come realta' locale che personalmente come membro del direttivo Ipri - Rete Corpi civili di pace (altro percorso di cui relazionero' in sede di incontro). Saremo lieti di partecipare attivamente per la nostra piccola parte. 4. RIFLESSIONE. ATTILIO DARTIGLI: LA VIACCIA [Attilio Dartigli e' schivo un collaboratore del Centro di ricerca per la pace di Viterbo, che non ama la pubblicita', ma sa che quando viene l'ora di resistere chi ha rispetto di se' non si sottrae] Tanti che nel '91 si indignarono e si batterono contro la partecipazione italiana alla guerra del Golfo, tanti che nel '99 si indignarono e si batterono contro la partecipazione italiana alla guerra dei Balcani, ora restano indifferenti di fronte alla partecipazione italiana alla guerra afgana. Anzi: dichiarano tranquillamente che un governo che viola la Costituzione e conduce una guerra terrorista e stragista, imperialista e razzista, e' accettabile, anzi e' buono. Non so se sia maggiore lo sbigottimento o l'orrore. Ma certo so che chi cosi' ragiona non e' un nostro compagno di lotta. Certo so che chi cosi' ragiona e' stato gia' corrotto nel profondo. * Tanti che pensano che la nonviolenza possa essere ridotta a una generica ed ipocrita predica da fare dai pulpiti e dalle cattedre, si sorprendono che noi si proponga di prenderla sul serio la nonviolenza, e affermarla come proposta e lotta politica, come progetto politico, come movimento politico, come azione politica: cosi' come fece Mohandas Gandhi, come fece Virginia Woolf, come fece Simone Weil, come fece Martin Luther King. Prenderla sul serio. Lotta. Politica. Chi pensa di limitarsi alle conferenze e alle petizioni evidentemente non vede che la strage e' in corso, e il suo sottrarsi alla lotta aiuta gli assassini. * Per questo e' necessario rompere la subalternita nei confronti del superpartito della guerra; per questo e' necessario rompere la complicita' col superpartito del razzismo; per questo e' necessario rompere la complicita' col superpartito del patriarcato; per questo e' necessario rompere la complicita' col superpartito dell'ecocidio. E proporre, si', che la nonviolenza entri anche nelle istituzioni con la sua proposta, nitida e intransigente. Per questo e' necessario esplorare la possibilita' di realizzare il prima possibile liste elettorali della sinistra della nonviolenza. Femministe, ambientaliste, socialiste e libertarie, delle oppresse e degli oppressi in lotta per il riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani. 5. RIFLESSIONE. FLORIANA LIPPARINI: DA FEMMINISTA, LIBERTARIA E ASPIRANTE NONVIOLENTA [Ringraziamo Floriana Lipparini (per contatti: effe.elle at fastwebnet.it) per questo intervento. Floriana Lipparini, giornalista, ha lavorato per numerosi periodici, tra cui il mensile "Guerre e Pace", che per qualche tempo ha anche diretto, occupandosi soprattutto della guerra nella ex Jugoslavia. Impegnata nel movimento delle donne (Collettivo della Libreria Utopia, Donne per la pace, Genere e politica, Associazione Rosa Luxemburg), ha coordinato negli anni del conflitto jugoslavo il Laboratorio pacifista delle donne di Rijeka, un'esperienza di condivisione e relazione nel segno del femminile, del pacifismo, dell'interculturalita', dell'opposizione nonviolenta attiva alla guerra. E' autrice del libro Per altre vie. Donne fra guerre e nazionalismi, edito nel 2005 in Croazia da Shura publications in edizione bilingue, italiana e croata, e nel 2007 pubblicato in Italia da Terrelibere.org in edizione riveduta e ampliata] Ho letto con interesse l'appello e le varie considerazioni in merito. E' a una grande lotta simbolica che state pensando, oppure credete nella probabilita' di entrare in Parlamento come formazione autonoma? I ragionamenti da fare nei due casi sono diversi e mettono in gioco numerosi elementi e livelli di riflessione. Da femminista, libertaria e aspirante nonviolenta (ma com'e' difficile esserlo davvero!), guardo alla presenza nelle istituzioni in modo decisamente critico, non perche' pensi giusto non prendersi responsabilita' e lasciare spazio a chi ci trascina in una spirale di ingiustizia e violenza, ma perche' le attuali forme della rappresentanza sono abissalmente lontane da quelle che potrebbero favorire un'autentica crescita della coscienza civile, e una partecipazione consapevole e critica di elettrici ed elettori. Non per niente continua a prevalere l'opzione del peggior populismo/fascismo. E' possibile giocare con qualche speranza di successo, in sede istituzionale, una partita che ha vecchie regole non piu' condivisibili, e dadi spesso truccati? Lascio ora da parte un altro punto critico (il potere come pifferaio magico che trasforma le persone... ne abbiamo avuto esperienza in questa ultima legislatura), mi limito a chiedermi se sia una strada percorribile per rigenerare davvero questo sistema, se cosi' si possa davvero raggiungere una sorgente limpida da cui trarre l'energia di una seconda nascita. L'acuirsi tragico di una disastrosa fase storica, politica, e direi anche antropologica, richiederebbe una mutazione profondissima di tutte le coordinate e anzitutto dell'ordine patriarcale che a nord come a sud, a est come a ovest reggono societa' e istituzioni su questo pianeta; questa e' la mia causa e con le mie scarse forze e' su questo che cerco di impegnarmi. A volte sembra davvero che siamo tutte e tutti voces clamantes nel deserto, ma per mia indole credo si debba continuare in ogni caso, chi puo' escludere che proprio domani inizi il cambiamento? Il punto e': radunare le forze sparse (troppo sparse) per incidere di piu' e meglio nella societa', in quello "spazio pubblico" di cui parla Arendt e che rappresenta una sfera differente sia dal privato sia dall'istituzionale, oppure avventurarsi nella strada della rappresentanza pubblica che ha regole gia' date? Naturalmente penso che l'approfondimento e il confronto su questo sia in ogni caso importante e utile, quindi cerchero', se appena posso, di partecipare all'incontro del 2 marzo a Bologna. 6. RIFLESSIONE. FLAVIO MARCOLINI: CHE FARE? [Ringraziamo Flavio Marcolini (per contatti: fmar at inwind.it) per questo intervento. Flavio Marcolini, insegnante, pubblico amministratore, amico della nonviolenza, e' tra gli animatori del Centro di ricerca nonviolenta di Brescia. Un'ampia intervista a Flavio Marcolini e' in "Minime" n. 203] Cari amici e compagni, sostanzialmente concordo sull'analisi dello stato di cose presenti contenuta nel documento inviato. La proposta e' entusiasmante. "Una sinistra socialista e libertaria" [la citazione, come le seguenti, e' dall'articolo apparso nelle "Minime" n. 357 che propone "Dieci buone ragioni per cui e' necessario che alle prossime elezioni si presentino liste della sinistra della nonviolenza" - ndr]. E' la mia! E' stimolante quel che scrivete: "affinche' possano votare tante persone democratiche che altrimenti sarebbero espropriate del proprio diritto di voto, affinche' vi sia un punto di riferimento e una possibilita' di rappresentanza per tutta l'area democratica". Ma il realismo mi blocca davanti alla terza proposizione: "affinche' possa entrare nelle istituzioni una sinistra nitida e intransigente, dalla scelta della nonviolenza caratterizzata, che faccia da argine al dilagare dell'oltranzismo razzista e bellicista, che faccia da argine al dilagare del regime della corruzione e dei poteri criminali, che faccia da barriera alla barbarie". Con l'attuale legge elettorale non possiamo nasconderci che per una lista della sinistra della nonviolenza e' praticamente impossibile raggiungere il quorum e quindi la sua presenza sulla scheda affermerebbe probabilmente un chiaro moto di vibrante protesta contro l'esistente, ma non produrrebbe rappresentanza parlamentare alcuna. * Quindi che fare? Intanto io nutro qualche dubbio sul fatto che il documento sia realmente in grado di convocare per il 2 marzo "i movimenti delle donne, i movimenti antimafia e antirazzisti, il movimento delle classi sociali oppresse e dei popoli oppressi in lotta per l'emancipazione dell'umanita' intera, i movimenti ecopacifisti ed ecoequosolidali" e gli altri segmenti sociali a cui si riferisce. E allora? Provarci comunque, pur consapevoli che il tempo a disposizione per le decisioni e' assai esiguo? E, soprattutto, che anche il piu' roseo risultato (100.000 voti?) sara' assolutamente inadeguato allo sforzo che siamo chiamati a mettere in campo? O proseguire nel nostro lavoro quotidiano, educativo e prepolitico (per dirla con Pietro Pinna), rimandando a tempi migliori la discesa nell'agone della competizione elettorale, visto che questa, convocata in fretta e furia, presenta tutte le caratteristiche di un massacro delle pratiche e dei valori che ci sono cari? Non lo so. * A latere faccio notare che qualcuno da tempo sommessamente invita a cercare di unire i nostri sforzi con quelli di Sinistra Critica e del Partito Comunista dei Lavoratori. Al di la' di radicali divergenze sul piano metodologico (la violenza per me non e' mai rivoluzionaria) e sugli orizzonti valoriali (quanto poco libertari appaiono questi comunisti duri e puri), mi sembra che il dibattito da essi avviato, per esempio sulle pagine del "Manifesto", sia poco incoraggiante. Ma forse siamo solo all'inizio... Qualche altro e' per chiedere la presenza di teste di lista nonviolente in singole realta' alla Sinistra Arcobaleno. Ma anche qui la strada sembra realisticamente impraticabile e, quand'anche si ottenessero, lo scollamento dalle pratiche e dalle scelte politiche dei parlamentari "nonviolenti" da quelle dei loro colleghi organici alla Sinistra Arcobaleno apparirebbe presto evidente, e non senza conseguenze per la tenuta unitaria, non dico di un improbabilissimo governo, ma del gruppo parlamentare di minoranza al quale si porrebbe poi il problema se aderire o meno. Non so davvero se sia questa la volta buona per dare corpo al sogno che da tempo coltiviamo, ma che mi sembra molto lontano dall'inverarsi. Mi interessa comunque seguire il salutare dibattito scaturito dal vostro documento. E' sempre piu' difficile salutarvi con un "pace, forza e gioia", ma ci provo lo stesso. 7. RIFLESSIONE. ELENA MONGUZZI: INCOMINCIARE AD INCONTRARCI [Ringraziamo Elena Monguzzi (per contatti: eleudiche at tele2.it) per questo intervento. Elena Monguzzi, poetessa, docente, traduttrice, impegnata nella societa' civile, per i diritti umani di tutti gli esseri umani] Io non so valutare la quantita' di volere nonviolento a cui affidare la sicurezza della navigazione nel mare magno della quotidianita' politica, ma incominciare ad incontrarci, non per contarci ma per conoscerci e sapere con chi si stia camminando, mi sembra un'urgenza gia' di per se'. Mi e' accaduto, un giorno qualsiasi per noi ma purtroppo anche per tanti altri popoli tra cui quello afgano, di assistere ad una sessione per l'assegnazione di diplomi di laurea in Scienze politiche; uno degli elaborati verteva sulle riflessioni "ideal-ideologiche" sullo strumento guerra: una lunga rassegna di nomi, ciascuno accompagnato dalla valutazione che aveva fatto dello strumento guerra, valutazioni espresse dalla candidata piu' o meno diffusamente. Da ascrivere alla seconda categoria di descrizioni e' la frase accompagnatoria dell'esperienza gandhiana, per cui Gandhi avrebbe elaborato e proposto la "teoria" della nonviolenza, ma, avendolo fatto in tempi non maturi per il suo accoglimento, purtroppo ando' incontro al fallimento. Ormai da tempo leggevo il vostro bollettino e li' per li' mi riusci' solo di restare inebetita; successivamente, inoltre, seppi del 110 e lode attribuito a quell'elaborato, mentre erano state licenziate con 106 o 107 punti una tesi sull'esperienza di microcredito in un quartiere fiorentino; un'altra sulla soluzione comunitaria al problema dell'approvvigionamento idrico - nel rispetto dell'ambiente - data da una comunita' andina; una terza sull'analisi della storia di emigrazione di un intero paese abruzzese, condotta, da un lato, fino al rientro del nucleo storico e, dall'altro, sulle aspettative di chi stava tuttora sperimentando lo status di emigrato. Scollamento piu' totale: tra sapere (?) universitario e realta' politicamente quotidiana; tra studenti al loro interno - tra chi continuera' ad ignorare, ma verra' promosso a brancolare nel e blaterare sul buio e chi crede che sia ora di illuminare questo buio smettendo di ignorare - e nella prassi quotidiana, tra chi viene destinato a perpetuare acriticamente dirigenza politico-amministrativa, sistema, economia, imprenditorialita' e chi dovra' sporcarsi di precariato - quando va bene - almeno per non soffocare in acque nelle quali non ha nemmeno scelto di tuffarsi. Scollamento tra base e vertici, e non e' con la riforma elettorale che cambia il sistema-politica dei piani alti, per cui chiunque vi arrivi non predisposto alla necessita' di sturare le tubature per il circolo dell'acqua e di cambiarla 'sta benedetta acqua in cui si affanna la base, si trovera' a manovrare leve, manopole e volantini dell'acquedotto del consumismo. Lasciati conquistare da Playtex just my style. Con Canon you can. Perche' separarsi, quando restare insieme e' economicamente conveniente! Perche' accontentarsi: oggi puoi avere di tutto e puoi avere il meglio (cioe' una certa auto). Fai di your way the easy way (pubblicita' di un navigatore satellitare). Passa a you and Agip; viaggiate coccolati. Riviste patinate che per diffondere notizie e immagini non possono fare a meno di ospitare la pubblicita' oscena di una sartoria di fama internazionale o di un gioielliere altrettanto internazionalizzato, impaginate insieme a quelle di un lussuoso servizio fotografico sull'ennesima guerra, o sulla pandemia Aids, o sulle stragi di mafia. Siamo all'insulto dell'intelligenza della gente, con l'intenzione di narcotizzarne una quota sempre maggiore, imprigionandola nel circolo vizioso del bisogno che non ha per indurglielo, in funzione della crescita della produzione. La scuola funziona - e come! - nell'avviarci su autostrade a sempre piu' corsie (addio terzo paesaggio di Gilles Clement), ma con rigoroso divieto di inversione ad U, o nell'infilarci su aerei iperinquinanti per allinearci davanti a mete obbligate, o nello spingerci su treni costosissimi (i finanziamenti sono andati tutti al traffico aereo) dai finestrini dei quali non si vede piu' nulla, ma conta che ci si possa collegare alla rete e guardare una cosa che, in quel momento, staranno guardando in milioni al mondo, senza condividere nulla con chi ci siede accanto. Insomma, al progresso non siamo in grado se non di attribuire un senso positivo di misura piu', un senso di sommatoria, di accumulo, di direzione in largo, in avanti o in alto; tanto che se c'e' la riadozione di qualcosa (oggetto, atteggiamento, pensiero), nella migliore delle ipotesi parliamo di ritorno, nella peggiore di regresso, attribuendo sempre e comunque movimento detrattorio o di rinuncia. L'unica speranza di salvezza per il meno che e' stato ieri, e' nella memoria che lo cristallizza in una "storia statica"; una storia, cioe', che e' percorso, ma non in virtu' di una dinamicita' intrinseca, che consenta lo spostamento a piacere dei suoi tasselli, piuttosto grazie a tanti cantuccini di mosaico fissi ciascuno nel proprio incastro, a formare il murale della vita del mondo. Praticamente un marciapiede, sul quale ciascuno di noi cammina fino al raggiungimento dello spazio a lui riservato nel murale. Calpestiamo il percorso costruito da quelli che ci hanno preceduto nella nostra epoca e che hanno gia' raggiunto la loro nicchia nel muro; "calpestiamo" e non "facciamo" un percorso per raggiungere... che cosa? Un angolo di un dipinto. Il concetto di progresso ci vieta di fermarci a baloccarci con le nostre idee, a rincorrerle quando ci sfuggono, in qualsiasi direzione lo facciano (quando si ha la sensazione di rivivere almeno qualcosa di una bella emozione, ci si affretta - ancora uno spostamento in avanti - a dire: "Bei tempi quelli!" e "Non sono piu' i tempi di una volta!"). La natura ci insegna che progresso e' un susseguirsi di anelli che si incatenano, l'uno diverso dall'altro perche' arricchito dalla stagione precedente, ma ad esso saldamente legato e, in un certo senso, da esso dipendente: l'anello successivo parte dal precedente, si lancia in circolo... ma al precedente ritorna. Non e' un "Into the Wild" versione pellicola cinematografica (tant'e' che anche il protagonista, che non aveva approfittato dello studio delle mappe, cioe' dell'arricchimento di cui gode l'anello successivo, da libero che si era sentito, si riconosce per costretto nelle terre selvagge). Quanto sopra e' la rappresentazione che mi faccio della violenza piu' sottile e apparentemente piu' morbida, quasi accattivante - e per molti finisce per esserlo - esercitata dal sistema sviluppo uguale produzione uguale meccanismo esclusivamente finanziario: non c'e' spazio per sentimenti, creativita' extrameccanica, memoria, pacatezza, espressioni di gioia, protagonismo storico, esaltazione delle differenze nel confronto, meraviglia e stupore. Mi schiero con chi si sente indecentemente privato di grazia e dignita' e sarebbe solo da persone nonviolentemente corrette e coerenti che potrei sentirmi rappresentata. 8. RIFLESSIONE. GIULIO VITTORANGELI: VIGILIA DI ELEZIONI [Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per questo intervento. Giulio Vittorangeli e' uno dei fondamentali collaboratori di questo notiziario; nato a Tuscania (Vt) il 18 dicembre 1953, impegnato da sempre nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di condotta impareggiabili; e' il responsabile dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta' concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti interventi sono negli atti di diversi convegni; tra i convegni da lui promossi ed introdotti di cui sono stati pubblicati gli atti segnaliamo, tra altri di non minor rilevanza: Silvia, Gabriella e le altre, Viterbo, ottobre 1995; Innamorati della liberta', liberi di innamorarsi. Ernesto Che Guevara, la storia e la memoria, Viterbo, gennaio 1996; Oscar Romero e il suo popolo, Viterbo, marzo 1996; Il Centroamerica desaparecido, Celleno, luglio 1996; Primo Levi, testimone della dignita' umana, Bolsena, maggio 1998; La solidarieta' nell'era della globalizzazione, Celleno, luglio 1998; I movimenti ecopacifisti e della solidarieta' da soggetto culturale a soggetto politico, Viterbo, ottobre 1998; Rosa Luxemburg, una donna straordinaria, una grande personalita' politica, Viterbo, maggio 1999; Nicaragua: tra neoliberismo e catastrofi naturali, Celleno, luglio 1999; La sfida della solidarieta' internazionale nell'epoca della globalizzazione, Celleno, luglio 2000; Ripensiamo la solidarieta' internazionale, Celleno, luglio 2001; America Latina: il continente insubordinato, Viterbo, marzo 2003. Per anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha cessato le pubblicazioni nel 1997). Cura il notiziario "Quelli che solidarieta'"] Siamo alla vigilia di un difficilissimo scontro elettorale, che dopo due anni di stenti e di confusione, rischia di consegnare l'Italia a Berlusconi. O meglio, a un regime che si appresta a rendere strutturali le pulsioni piu' grigie del paese. Dei progressivi cedimenti del governo Prodi e dei partiti democratici che lo sostenevano, verso posizioni (in molti casi) al limite della legalita' costituzionale, e' gia' stato detto. Da qui il disorientamento e lo smarrimento che attraversa vasti strati della popolazione italiana; inevitabilmente (nella sua versione qualunquista) finisce con il considerare i partiti come una casta di mascalzoni, tutti eguali fra loro. Ma colpisce anche molti militanti di sinistra. Forte la tentazione di rinchiuderci in noi stessi, mandando al diavolo i partiti e la politica: "Grazie, abbiamo gia' dato". Forte la tentazione di serrarci in casa, di evitare problemi che sembrano non toccarci personalmente, di cercare di difendere il futuro dei nostri figli e nipoti, pagando, se necessario, qualche prezzo. Faranno di tutto per convincerci che questo sara' realismo (per usare le parole di Ettore Masina, da "Lettera 129" gennaio 2008). Siamo davanti ad una profonda crisi della politica, che rischia di far precipitare la nostra fragile democrazia. Da questa crisi non si esce con le astuzie tattiche dei politicanti, che gia' stiamo vedendo in questo inizio di campagna elettorale. Serve una seria analisi della societa', del lavoro, della mondializzazione; rendendosi finalmente conto che la tanto osannata sovranita' del mercato annulla la sovranita' della politica e riduce lo Stato al ruolo di un consiglio d'amministrazione di un condominio. La realta' che cambia e' alla fine il vero problema e insieme il grande assente dalla politica mediatica quotidiana. Pensiamo a quel cambiamento che negli ultimi vent'anni ha vissuto l'Italia, quel cambio di egemonia culturale da sinistra a destra che si e' realizzato dalla seconda meta' degli anni '80. Cambiamento sociale e culturale accelerato quant'altri mai, su scala globale e su scala locale. E' rispetto a questo cambiamento che il teatro politico diventa sempre piu' cieco e sempre piu' afono, ed e' questo cambiamento che rischia di restare senza rappresentanza e senza rappresentazione. Il senso di smarrimento e disorientamento di cui sopra ha a che fare con questo: "con la sensazione che la politica (o quella che ufficialmente si chiama politica, e che fortunatamente non esaurisce la politica sorgiva che altrove agisce) non stia solo perdendo tempo, ma stia perdendo il suo tempo. Che stia mancando l'epoca; che la vita sia altrove" (Ida Dominijanni, "Il manifesto" del 29 gennaio 2008). Percio' non si tratta di fare passare "'a nuttata", perche' il mattino potrebbe essere plumbeo, ma piuttosto di illuminare la notte con la luce degli occhi di donne, uomini, giovani e vecchi, che esprimono la volonta' di cambiare. * Vorremmo allora che al centro di questa campagna elettorale tornassero i conflitti: il lavoro e l'ambiente, lo sviluppo e il suo limite, l'uomo e la donna, la guerra e la pace, la violenza e la nonviolenza. Vorremmo poter votare con una legge che consenta di scegliere i propri candidati e non con "liste bloccate" che sono una manna dal cielo per i partiti; e cosi' finalmente avere in Parlamento una rappresentanza politica che realmente si opponga alla destra eversiva berlusconiana. Vorremmo, in estrema sintesi, veder rappresentati anche a livello istituzionale, il rifiuto della guerra e della violenza, a fronte della cultura di assunzione di responsabilita' nonviolenta per tutti i viventi, impastata di saggezza e di responsabilita'; l'impegno nell'opera di salvataggio dell'ecosistema dal suo degrado irreversibile; l'assunzione della diversita' come ricchezza collettiva che accompagni la solidarieta' con gli sfruttati e i diseredati del mondo; il riconoscimento dei saperi e delle sensibilita' femminili come componenti indispensabili per affrontare i problemi strettamente intrecciati dell'ipersviluppo e del sottosviluppo; il perseguimento della condivisione della conoscenza come bene comune da tutti fruibile; l'affermazione dei diritti umani in generale e di quelli del lavoro in particolare nei confronti del capitale, che non e' stato di natura. 9. LETTURE. AA. VV.: LA MUSICA DEL CUORE AA. VV., La musica del cuore, Centro servizi per il volontariato "Societa' solidale", Bra 2007, pp. 112. Presentata da Raffaella Botto, una raccolta poliglotta di poesie di persone migranti, premiate al concorso omonimo promosso dall'associazione "Mosaico" di Bra in collaborazione con altre associazioni impegnate nell'accoglienza e nella solidarieta' (Granello di senape, Dalla parte dell'educare, Orizzonti di pace, Cic, Asbarl, Acasa, Besa, Associazione somala Stella, col sostegno del Centro servizi per il volontariato "Societa' solidale" e il coordinamento dei volontari del giornale e del sito "Di tutti i colori". Alcuni luminosi gioielli e molti, molti testi intensi e commoventi. Per ulteriori informazioni e richieste: raffaella.botto at alice.it 10. LETTURE. PASCOLI. VITA, POETICA, OPERE SCELTE Pascoli. Vita, poetica, opere scelte, Il sole 24 ore, Milano 2008, pp. 608, euro 12,90 (in supplemento al quotidiano "Il sole 24 ore"). Riproponendo materiali gia' pubblicati da Mondadori ed Electa, il volume contiene un saggio di Anna De Simone, un'ampia silloge dell'opera in versi pascoliana (tra cui una delle poesie latine, con a fronte la traduzione italiana di Concetto Marchesi), ricca iconografia e consuete sintetiche cronologia e bibliografia. Vero e' che dopo averne per si' lungo tratto di anni abbandonata la memoria al peggio della cultura scolastica italiana, quando finalmente si ripresero in mano le opere di Pascoli se ne senti' di nuovo dirompente la ricerca, l'esperimento della voce e del mondo. Anche Pascoli va ancora riletto, con ancor piu' sottile orecchio inteso, e questa poesia riamata ancora. 11. LETTURE. RIMBAUD. VITA, POETICA, OPERE SCELTE Rimbaud. Vita, poetica, opere scelte, Il sole 24 ore, Milano 2008, pp. 608, euro 12,90 (in supplemento al quotidiano "Il sole 24 ore"). Il volume riprende materiali gia' editi da Mondadori ed Electa; si apre con un profilo rimbaldiano scritto da Franca Gusmini e ampiamente illustrato; reca poi le Poesies, la Saison en enfer, le Illuminations e due lettere, con testo originale e traduzione di Diana Grange Fiori (dal bel Meridiano al poeta dedicato); e si conclude con alcuni brevi testi di Verlaine, Valery, Claudel (e le consuete cronologia e bibliografia). Rimbaud va letto da giovani - amava dire Annibale Scarpone -, con l'incanto, la furia, lo struggimento che allora e' possibile; e nella memoria qualche scheggia ti resta per sempre conficcata. Ma anche ora che vecchio sono e tardo, sovente torno e torno a queste pagine, con altra meraviglia, altra nostalgia, altro dolore... 12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 13. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 363 del 12 febbraio 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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