Nonviolenza. Femminile plurale. 143



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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 143 dell'8 dicembre 2007

In questo numero:
1. Kazuyo Yamane: Al mio amato figlio
2. Pina Nuzzo e Stefania Cantatore: Una lettera a Emilia
3. Anna Simone: Tre giorni a Bari
4. Una presentazione di "Sulle orme di Gandhi. Storia e storie di Vandana
Shiva" di Emanuela Nava
5. Maria Gregorio presenta "Leggere le voci" a cura di Paola Azzolini e
Daniela Brunelli
6. Giuiana Manganelli presenta "Questo e' il mio corpo" di Sindiwe Magona

1. VOCI. KAZUYO YAMANE: AL MIO AMATO FIGLIO
[Attraverso Francesco Pistolato (per contatti: fpistolato at yahoo.it)
riceviamo e diffondiamo questo testo del maggio 2001.
Kazuyo Yamane e' curatrice del bollettino della rete per i musei della pace
giapponesi, nonche' docente in Gestione delle trattative internazionali e
Scienze per la pace all'Universita' di Kouchi.
Francesco Pistolato, studioso, docente, e' coordinatore scientifico della
Biblioteca di studi austriaci presso l'Universita' di Udine ed infaticabile
animatore del Centro interdipartimentale di ricerca sulla pace "Irene"
presso la stessa Universita' (sito: www.uniud.it/irene); si occupa di
diffusione della lingua tedesca, della cultura austrica e della cultura
della pace; e' tra i promotori di un programma di cultura di pace
all'interno delle universita' e delle scuole della macroregione Alpe Adria,
comprendente il Friuli-Venezia Giulia, la Carinzia e la Slovenia; e'
altresi' impegnato nell'Associazione Biblioteca Austriaca di Udine, che ha
tra l'altro realizzato una mostra fotografica itinerante sulla Resistenza,
gia' esposta in vari luoghi, tra cui la Risiera di S. Sabba di Trieste, e
che e a fine 2005 e' stata esposta nella Gedenkstaette des Deutschen
Widerstands di Berlino, ed e' visitabile in rete nel sito:
www.abaudine.org/virtunascosta/virtu.htm Tra le opere di Francesco
Pistolato: (a cura di), Per un'idea di pace, Cleup, Padova 2006; (a cura
di), Die verborgene Tugend - La virtu' nascosta. Eroi sconosciuti e
dittatura in Austria 1938-1945, Europrint Editore, Quinto di Treviso 2007]

Sai cosa ho fatto quando sei nato?
Come prima cosa ho contato le tue dita
E sai perche'?
Perche' avevo paura delle radiazioni
Ricordati che tuo nonno era ad Hiroshima nel 1945.
Stava tagliando l'erba per i conigli quando la bomba atomica e' stata
lanciata.
Non ha avuto il tempo di capire cosa stava succedendo ed ha perso conoscenza
Quando rinvenne c'era l'inferno
Soffriva terribilmente per le ustioni ma delle persone lo soccorsero
Era preoccupato che le radiazioni potessero trasmettersi ai suoi figli e
nipoti.
Ho incontrato una donna, una volta, che era la figlia di un superstite della
bomba atomica di Nagasaki
E mi disse che suo figlio era nato con tre sole dita
Abbiamo pianto insieme
Chi puo' assicurare che non ci sara' alcuna conseguenza dalle radiazioni
sulle generazioni future?
Soltanto i guerrafondai, non certo medici e scienziati.
Tu, figlio mio, hai un problema ai reni da quando sei nato
Mi hai chiesto perche' non potessi giocare a calcio come i tuoi amici
Nessuno sa se sia una conseguenza delle radiazioni
Hai iniziato a fumare, ma il tuo stato di salute e' preoccupante.
Il tuo corpo ti appartiene, senza dubbio, ma non e' soltanto tuo.
E' bello che tu ami la musica e la vita.
Ma sai cosa succede nel mondo?
Per fortuna, il numero di armi nucleari e' stato ridotto.
Ma ci sono delle persone che stanno cercando di crearne di nuove.
Ed e' per questo che spero che tu voglia sapere cosa succede nel mondo e che
pensi al futuro.
Cerca solo di ricordarti una cosa:
Tuo nonno sperava che il mondo fosse un luogo di pace ed armonia
Ci ha lasciato le sue volonta' in silenzio
Pensiamo a quello che possiamo fare per il nostro futuro
Siamo sicuramente piccoli, ma e' possibile che le cose cambino
Quello di cui abbiamo bisogno non sono le armi, ma la nostra saggezza e la
cooperazione
Da parte di tutti.

2. LETTERE. PINA NUZZO E STEFANIA CANTATORE: UNA LETTERA A EMILIA
[Dall'Udi - Unione Donne in Italia (per contatti: via dell'Arco di Parma 15,
00186 Roma. tel. 066865884. e-mail: udinazionale at tin.it) riceviamo e
diffondiamo.
Pina Nuzzo, apprezzata pittrice, e' una delle figure piu' prestigiose
dell'Unione delle donne in Italia (Udi) ed animatrice infaticabile della
campagna "50 e 50 ovunque si decide" per la democrazia paritaria.
Stefania Cantatore, impegnata nel movimento delle donne e promotrice di
molte iniziative per la pace e i diritti umani, e' una delle animatrici
dell'Udi (Unione donne in Italia) di Napoli e a livello nazionale]

La tragedia di Giovanna Reggiani, l'ennesimo femminicidio nel nostro paese,
ha legato per sempre nella nostra memoria due donne, lei ed Emilia, la donna
migrante che ha tentato di salvarla. Una scomparsa per morte e l'altra per
l'oblio e l'irriconoscenza.
Noi avremmo voluto raggiungerla; impossibilitate a farlo, perche' il canale
che viene offerto e' sempre quello delle rappresentanze patriarcali, le
abbiamo scritto nella convinzione che su questa vicenda e' ancora tutto da
dire, e non tutto in una lettera.
Abbiamo voluto prima di tutto dirle che le donne tra di loro non possono che
accogliersi e riconoscersi, e che il potere di sostenerci lo abbiamo,
nonostante i padri. Sappiamo che molte la pensano come noi e le invitiamo a
sottoscrivere la lettera che alleghiamo.
Pina Nuzzo , Stefania Cantatore
*
Cara Emilia,
sappiamo che sei una donna e che al nostro paese hai chiesto accoglienza per
un futuro migliore.
Lo sappiamo e abbiamo potuto darti un nome perche' hai compiuto un gesto nel
quale ci riconosciamo.
Hai tentato di salvare la vita a Giovanna Reggiani, brutalizzata ed uccisa
da un uomo, come tante e troppe nel nostro paese, che hai poi denunciato.
Dopo questo, di te, si e' detto poco e male, come sempre, e sei scomparsa o
fuggita sotto una protezione di silenzio. Una protezione che e' ambigua e
che cancella l'importanza della scelta di solidarieta' e denuncia che hai
compiuto. Per farlo ti sei sottratta al controllo morale che clan, famiglie,
cattivi padri sempre esercitano sulle donne. Noi non crediamo che silenzio
ed oblio proteggano, almeno non te che sei, oltre che donna di valore per
noi, la seconda ennesima vittima nascosta di una politica ed una
comunicazione che pongono al centro gli esecutori.
Lo abbiamo visto, il silenzio sempre simboleggia e sostanzia la scomparsa
delle persone dalla coscienza politica e collettiva. Il silenzio di
protezioni incerte e' spesso piu' utile alla mano che vendica, anche a
distanza di tempo.
Noi non vogliamo che gli accordi tra rappresentanze maschili si servano di
te per patti che non ti riconoscono e non ti prevedono.
Noi vogliamo esprimerti la nostra solidarieta' e la nostra scelta di
accoglienza, senza condizioni.
Noi faremo di tutto perche' sia il tuo gesto e la tua qualita' a
rappresentarci e a rappresentare il tuo popolo, e perche' sia quello a
determinare il protagonismo di un popolo e non la sua fuga.
Noi lavoreremo e lavoriamo perche' l'integrazione sia mediata dalle donne e
dai loro bisogni e non dall'interpretazione che ne danno gli uomini.
A partire da te, che ci rappresenti tutte per il potere e la forza che hai
espresso, nonostante i padri, esprimiamo il nostro sdegno per qualunque
gesto politico e umano di condanna indiscriminata.
Pina Nuzzo, Stefania Cantatore
Udi, sede nazionale
Roma 6 dicembre 2007

3. INCONTRI. ANNA SIMONE: TRE GIORNI A BARI
[Dal quotidiano "Liberazione" del 4 dicembre 2007, col titolo "Scrittrici e
giornaliste a convegno. Con il cuore rivolto al 24 novembre" e il sommario
"Tre giorni di dibattito a Bari organizzati dalla Societa' italiana delle
letterate. Il tradizionale appuntamento annuale e' stata vivacizzato dai
dibattiti e dall'entusiasmo del dopo manifestazione contro la violenza degli
uomini sulle donne".
Anna Simone (Altamura, 1971), ricercatrice nell'ambito delle scienze umane,
saggista; collabora con l'Istituto di sociologia del dipartimento di Scienze
storiche e sociali dell'Universita' di Bari. Opere di Anna Simone: L'oltre e
l'altro, Besa, Lecce 2000; Divenire sans papier. Sociologia dei dissensi
metropolitani, Mimesis, Milano 2002]

"Qualcuno aveva scritto che questa Napoli rifletteva una lacera condizione
universale. Ero d'accordo, ma non sull'accettazione (implicita) di questo
male. E se all'origine di tale lacera condizione, vi era appunto l'infinita
cecita' del vivere, ebbene, era questo vivere, e la sua oscura sostanza, che
io chiamavo in causa". Cosi' Anna Maria Ortese nell'introduzione scritta nel
1994 per la ripubblicazione presso Adelphi di uno dei suoi romanzi piu'
belli, Il mare non bagna Napoli.
Il mare, in questo caso, diventa la metafora di uno spaesamento, ma anche il
viatico attraverso cui passare per prendere coscienza di un'impossibilita'
narrativa che si traduce anche in un'impossibilita' esistenziale. Era
impossibile, infatti, per la scrittura di Ortese e per la stessa Ortese
costruire un "discorso epico" sulla realta' napoletana egemonizzata dalle
elite intellettuali maschili e sulla citta' presso cui si era recata per
riposizionarsi, per reinventarsi un "nuovo inizio", una "nuova vita". Lei ci
parla di Napoli, del suo "male" che non accetta e del "vivere" senza
scindere mai gli elementi di questa sua narrazione per chiamare in causa
tutto, il mondo intero in tutte le sue sfaccettature. Lo chiama in causa,
appunto, ma non puo' costruire un ordine discorsivo, un'epica su di esso
perche' lei e' nel mondo, ne fa parte e non puo' che farsene attraversare
rimettendo in causa la sua stessa singolarita'. Non puo' scrivere del mondo
senza scrivere di se' nel mondo. Non puo' scrivere del mondo se non ritrova,
di volta in volta, i nessi, i segni, le articolazioni significanti, quel
"dio delle piccole cose" senza il quale diverrebbe impossibile sopravvivere
nell'infinita crudelta' della "cecita'" che la circondava e che ci circonda
ancora, inesorabilmente.
Di Ortese, ma anche di Natalia Ginzburg e di Cespedes ci ha parlato Laura
Fortini con autentica passione in una delle tante relazioni presentate al
convegno, tenutosi a Bari dal 29 novembre al primo dicembre, co-organizzato
dalla Societa' italiana delle letterate e dal Dipartimento di linguistica,
letteratura e filologia moderna dell'Universita' degli studi (in questo caso
sapientemente incarnato da Paola Zaccaria, Vanna Zaccaro e altre).
Un esperimento difficile e complesso perche' ha chiamato in causa, come
recita lo stesso titolo del convegno - Scritture di donne fra letteratura e
giornalismo - forme di scrittura differenti, anche se spesso convergenti o
confinanti e modalita' dell'esperire la vita, la realta', la politica, la
lettura altrettanto differenti a partire dai generi, ma anche a partire
dalle singolarita' che afferiscono al genere femminile. Il convegno, pieno
di nuances, di differenze nella differenza, di approcci tematici che hanno
toccato autrici anche assai diverse tra loro come Hannah Arendt, Matilde
Serao, Colette, Rebecca West, Virgina Wolf e molte altre, si e' tuttavia
mosso su almeno tre tonalita' del "dire" il femminile e il femminismo. La
prima ha appunto giocato sul "dire" e sul "tradurre" l'opera di grandissime
letterate e giornaliste (oltre a Laura Fortini sono intervenute Rita
Svandrlik, Wanda De Nunzio, Ester Fiore, Marina Camboni); la seconda ha
interrogato le modalita' attraverso cui raccontare la realta'; la terza ha
riguardato il rapporto che intercorre tra genere e linguaggi con particolare
riferimento alla costruzione degli stereotipi veicolati dall'ordine del
discorso mainstream che ci impone la moda, ma anche facendo riferimento alle
pratiche di resistenza possibili da agire rispetto ai suoi codici (Benedetta
Barzini e Patrizia Calefato).
A latere di queste tre tonalita' portanti si sono dipanati gli innumerevoli
fili che si vanno tessendo da anni all'interno della Societa' italiana delle
letterate e a Bari incarnati in singoli seminari, svoltisi in parallelo e
molto partecipati, sulle "scritture di frontiera", sul tema attualissimo del
"racconto della violenza alle donne" (coordinato da Maria Rosa Cutrufelli e
Stefano Ciccone), sulle "scritture fotografiche femminili", sulle nuove
frontiere della scrittura tra cui il blog.
L'introduzione al convegno tenuta da Monica Luongo, presidente della Sil, e'
stata chiara. Ha posto l'accento sul come ci vengono raccontate le guerre,
sulle forme di "segregazione" del femminile spesso ridotto solo ad un
problema di "quote" o ad un dire solo legato ad eventi di cronaca
concernenti omicidi, stupri, matricidi o figlicidi, come se non fossimo al
contempo in grado di narrare e di parlare del mondo intero. E poi la
manifestazione del 24, che per la prima volta dopo molto tempo ha saputo
raccogliere centinaia di adesioni in poche settimane e ha saputo, altresi',
inebriare di una gioia fresca e nuova tutte, non importa se vetero, proto o
neofemministe. Un passaggio questo, sul quale sarebbe stato assurdo non
spendere qualche parola.
Una parola d'altro canto ripresa anche in uno degli "eventi" proposti
all'interno del convegno che ha vivacizzato il pubblico e reso possibile una
discussione felice e anche un po' ironica attorno al libro di Loredana
Lipperini appena edito da Feltrinelli, Ancora dalla parte delle bambine. Il
dibattito sul libro, coordinato da Silvia Neonato, giornalista genovese del
"Secolo XIX" nonche' redattrice di "Leggendaria", ha infatti aperto ad
innumerevoli questioni concernenti le nuove forme di costruzione sociale del
genere di cui le bambine assorbono modelli spesso inquietanti. Se un tempo
lo stereotipo era facile a costruirsi attraverso la classica dicotomia o
sante sottomesse o puttane (ovviamente anche streghe perche' femministe),
oggi tra i programmi di Maria de Filippi, le winx e la dittatura mediatica
delle veline che desiderano sposare un calciatore, le cose sembrano essersi
complicate. I modelli non sono piu' cosi' rigidamente dicotomici ma
diventano ibridi e complessi al punto tale da non poter parlare piu', almeno
per quel che concerne le societa' occidentali, di "puttaneria" alcuna che
non passi anche per un processo di "santificazione" del se' come spesso
accade nei reality o a Buona Domenica. La puttana-santa del presente,
formatasi attraverso la televisione e' infatti al contempo desiderosa e
ritratta, vende il suo corpo in Tv ma desidera al contempo il matrimonio da
fiaba con il calciatore o con lo sciupafemmine del momento. E' cioe' una
figura ibrida ma non certo edificante per chi crede ancora nell'intelligenza
femminile.
Ma di ibridismo e di "scritture sporche" ha parlato anche Bia Sarasini nella
sua relazione sulle "scritture femminili tra cronaca, inchiesta, reportage,
costume". Anche se c'e' una differenza tra la narrazione di una scrittrice e
la narrazione di una giornalista, perche' la prima scrive di "cio' che non
sa" mentre la seconda scrive di "cio' che sa", c'e' sempre un elemento di
comunanza tra entrambe le scritture legato a cio' che Sarasini definisce
come "la prossimita' alla vita". La scrittura femminile e' senz'altro una
scrittura che, al di la' del genere letterario entro il quale si sviluppa,
non puo' prescindere dall'essere posizionata nei confronti della vita
stessa, dal rapporto cioe' sempre vivo (a meno che per l'appunto non si
faccia dell'epica, come spesso accade in alcune narrazioni maschili) tra
conoscenza ed esperienza.
Ma i linguaggi ibridi, si sa, non sono solo afferibili alla parola scritta.
A volte possono anche farsi immagine, strumento linguistico e concettuale
audio-visivo. Il video presentato da Loredana Rotondo e Manuela Vigorita,
Vuoti di memoria, ci ha riconsegnato anche la possibilita' di poter godere
di volti intensi e segnati dal "vivere" come quelli di Amelia Rosselli e
Goliarda Sapienza. Due donne straordinarie presentate da altre due donne
straordinarie. La rassegna "Scritture filmiche improprie", tra l'altro,
continuera' sino a domani al Fortino Sant'Antonio di Bari, in programmazione
anche Processo per stupro e Alzare il cielo: Carla Lonzi.
Insomma, mille parole scritte e non, mille incontri e mille piani di
discussione hanno "appassionato" e "vivacizzato" la citta' di Bari nello
scorso fine settimana. Parole, volti, fatti, segni e cose impossibili da
ridurre all'uno ma tutte attraversate da un progetto di "comunanza" da
giocarsi nei tempi a venire. Una sola nota a margine: non pensiamoci piu'
chiuse in scuole ed enclaves del sapere, ripartiamo da noi ma non per
ritornare a noi. Ripartiamo cioe' per continuare a "spostare" il mondo
provando nuovamente a tessere le singolarita' all'interno di un nuovo
sentire comune. D'altronde per sconfiggere il male c'e' bisogno di una
politica delle emozioni e non delle mozioni. Un'abilita' che solo noi
possiamo agire.

4. LIBRI. UNA PRESENTAZIONE DI "SULLE ORME DI GANDHI. STORIA E STORIE DI
VANDANA SHIVA" DI EMANUELA NAVA
[Dal sito della Libera Universita' delle donne di Milano
(www.universitadelledonne.it) riprendiamo la seguente segnalazione libraria.
Su Emanuela Nava dal sito www.festivaletteratura.it riprendiamo la seguente
scheda: "Nata e cresciuta a Milano, Emanuela Nava ha iniziato a scrivere
poesie tra i banchi di scuola ma ha cominciato a scrivere 'sul serio' molto
piu' tardi. E' stata anche attrice di teatro, pubblicitaria e sceneggiatrice
televisiva. Per cinque anni ha collaborato alla stesura dei testi della
trasmissione per bambini 'L'albero azzurro', in onda su Raiuno... Tra le
opere di Emanuela Nava: Biancaneve bella sveglia e principi di tutti i
colori, Carthusia; Coccodrilli a colazione, Giunti, 1994; La bambina strisce
e punti, Salani, 1996; E da quel giorno..., Giunti, 1997; Ciliegie e bombe,
Giunti, 1998; La mummia che fuggi' dal museo, Salani, 1998; Io qui non ci
sto, Salani, 1999; Quando i babbuini andavano al cinema, Feltrinelli, 1999;
(con Desideria Guicciardini), Mama nastrino... e papa' luna Piemme, 2000;
Pietro che parlava con gli animali, Fabbri, 2001; Le tigre con le scarpe da
ginnastica, Salani, 2001; (con Nicola Cinquetti e Guido Quarzo), Partitura
prima per bambini, Musica per Roma, 2002; W le mamme buone?, Lapis, 2003;
Spruzzi e bolle. Un divertente risveglio nella savana, Carthusia, 2003;
Ghiaccio a merenda. Un giocoso pomeriggio al Polo Nord, Carthusia, 2003;
Ninne e coccole, Carthusia, 2004; Non la solita pappa, Carthusia, 2004;
Quando i cani non avevano la coda, Lapis, 2004; Caro mare, Carthusia, 2004;
Kuri Kuri, Salani, 2004; Che meraviglia!, Lapis, 2005; I neri tamburi,
Hablo', 2005".
Su Emanuela Bussolati dal sito www.festivaletteratura.it riprendiamo la
seguente scheda: "Laureata in architettura, ha collaborato per cinque anni
con 'il Vivaio', centro di psicologia per l'eta' evolutiva, in cui si e'
occupata, tramite attivita' espressive e uso del libro, di coinvolgere nel
gioco e nelle attivita' espressive bambini con difficolta'. Ha iniziato il
lavoro editoriale collaborando con la casa editrice Piccoli, e in seguito
con Happy Books e con La Coccinella come progettista, autrice ed
illustratrice. Ha collaborato con varie istituzioni per progetti di
approccio al libro. E' stata collaboratrice ai testi della trasmissione Rai
L'albero azzurro. Nel 1999 con il Manualotto di Gaia per la Terra ha vinto
il premio di Lega Ambiente per il libro di educazione ambientale con miglior
rapporto con illustrazioni-testo. Tra le opere di Emanuela Bussolati: Sette
fiabe dentro una storia, E. Elle, 1993; Rosa Rosae, Einaudi Ragazzi, 1993;
Le fiabe incatenate, E. Elle, 1994; Sei posti senza luna, E. Elle, 1994; La
mucca Campana, La Coccinella, 1994; La bambola viva, Mondadori, 1995;
Facciamo pulizia, Emme, 1995; Fiabe per occhi e bocca, Einaudi Ragazzi,
1995; Chiaro di luna, La Coccinella, 1995; Buonanotte stellina, La
Coccinella, 1996; I fratelli segreti, Salani, 1997; Zio Diritto, Giunti,
1998; Il fantasma del villino, Einaudi Ragazzi, 1999; Le storie del gatto,
La Coccinella, 1999; Il magico libro per andare a nanna contenti, La
Coccinella, 1999; Collana "Come si chiama", La Coccinella, 1999/2000;
Collana "Vivo perche' c'e'", La Coccinella, 1995/2000; Collana "Manualotti",
La Coccinella, 1998/2000; Se tu metti... (con Roberta Pagnoni), La
Coccinella, 2000; Qui serve...(con Roberta Pagnoni), La Coccinella, 2000; Il
pollicino verde (con Giulia Orecchia), La Coccinella, 2000; Parole della
casa (con Francesca di Chiara), La Coccinella, 2000; Parole del parco (con
Donata Montanari), La Coccinella, 2000; Parole del mare (con Anna Curti), La
Coccinella, 2000; La foresta (con A. Curti), La Coccinella, 2000; La luna
(con A. Curti), La Coccinella, 2000; Chi vive qui?, La Coccinella, 2000;
Acquarellibelli, La Coccinella, 2000; Forbicizigzag, La Coccinella, 2000;
Parole del viaggio (con F. di Chiara), La Coccinella, 2001; Mamma e papa'
(con A. Curti), La Coccinella, 2001; I cinque sensi (con A. Curti), La
Coccinella, 2001; Tito dorme fuori, La Coccinella, 2002; Se io fossi... un
gatto, La Coccinella, 2002; Se fossi... un eschimese, La Coccinella, 2002;
Puffo e il suo papa' fanno una sorpresa, con Gloria Francella e Giovanna
Mantegazza, La Coccinella, 2002; Patatrac guida il trattore, con Gek Tessaro
e Giovanna Mantegazza, La Coccinella, 2002; Parole del tempo, con Chiara
Bodoni, La Coccinella, 2002; Magiciglitter, con Donata Montanari, La
Coccinella, 2002; I giocattoli, con Barbara Bongini, La Coccinella, 2002;
Filastrocca della giornata, con Francesca Di Chiara e Giovanna Mantegazza,
La Coccinella, 2002; Claudia va in gita, La Coccinella, 2002; Il cibo, con
Chiara Bordoni, La Coccinella, 2002; Arriva super Nella!, con Francesca
Crovara e Giovanna Mantegazza, La Coccinella, 2002; Allegrigessetti, con
Chiara Bordoni, La Coccinella, 2002; I vestiti nuovi dell'imperatore, con
Alessandro Zecca e Giovanna Mantegazza, La Coccinella, 2003; I vestiti, con
Chiara Bordoni, La Coccinella, 2003; Natale insieme, con Letizia Geminiani,
La Coccinella, 2003. Il mio primo libro delle fiabe del bosco, con M. Grazia
Boldorini, Happy Books, 2003. Gli animali, con Laura Rigo, La Coccinella,
2003; Fratellino e sorellina , con Roberto Piumini, EL, 2004; Il vivaio, La
coccinella, 2005; La prima scuola, La coccinella, 2005; La pasticceria, La
coccinella, 2005; Giocare, La coccinella, 2005; Indovina gli animali, La
coccinella, 2005; Indovina chi va, La coccinella, 2005; Il garage, La
coccinella, 2005".
Vandana Shiva, scienziata e filosofa indiana, direttrice di importanti
istituti di ricerca e docente nelle istituzioni universitarie delle Nazioni
Unite, impegnata non solo come studiosa ma anche come militante nella difesa
dell'ambiente e delle culture native, e' oggi tra i principali punti di
riferimento dei movimenti ecologisti, femministi, di liberazione dei popoli,
di opposizione a modelli di sviluppo oppressivi e distruttivi, e di denuncia
di operazioni e programmi scientifico-industriali dagli esiti
pericolosissimi. Tra le opere di Vandana Shiva: Sopravvivere allo sviluppo,
Isedi, Torino 1990; Monocolture della mente, Bollati Boringhieri, Torino
1995; Biopirateria, Cuen, Napoli 1999, 2001; Vacche sacre e mucche pazze,
DeriveApprodi, Roma 2001; Terra madre, Utet, Torino 2002 (edizione riveduta
di Sopravvivere allo sviluppo); Il mondo sotto brevetto, Feltrinelli, Milano
2002. Le guerre dell'acqua, Feltrinelli, Milano 2003; Le nuove guerre della
globalizzazione, Utet, Torino 2005; Il bene comune della Terra, Feltrinelli,
Milano 2006.
Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo
pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della
nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio
d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di
convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra,
avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro
la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della
nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito
del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico.
Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la
teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione
economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il
30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di
quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va  mitizzato, e
che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti
discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione,
della sua opera. Opere di Gandhi:  essendo Gandhi un organizzatore, un
giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una
natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere
contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua
riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede
significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In
italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza,
Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e
autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la
liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton;
Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento; La cura
della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e
fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi
sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di
frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da
Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio
pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato
l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi
ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali
della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono
stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi
massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda
il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza
civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996). Opere su Gandhi:
tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente
accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo libro
di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori. Tra gli studi cfr. Johan Galtung,
Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente
detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il
Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il
Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il
Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e'
quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia
cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti
nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente
utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L.
Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti
Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci,
Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di
Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999; tra le piu' recenti
pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero
nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark
Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini,
L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con
la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini)
2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi
in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006; Giuliano Pontara,
L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega,
Torino 2006]

Vandana Shiva e' una delle scienziate piu' famose al mondo. Nata nel 1952 a
Dehra Dun, ai piedi dell'Himalaya, ha dedicato tutta la sua vita
all'ecologia sociale. Dopo la laurea conseguita in Canada in fisica
quantistica, torna a casa in India e scopre che l'antico legame del suo
paese con la natura e' andato distrutto. Decide cosi' di abbandonare la
fisica dei quanti e di abbracciare unicamente la causa ecologista.
Emanuela Nava e Emanuela Bussolati ci restituiscono, l'una con le parole,
l'altra con le illustrazioni, il ritratto di una donna forte, tenace e
paziente che considera la Donna la custode di un sapere antichissimo e di un
legame ancestrale con la Terra e la Natura, che la scienza moderna,
maschilista e occidentale vorrebbe distruggere.
Vediamo attraverso gli occhi della studentessa universitaria che prova una
forte nostalgia della sua terra, della bambina che impara dalla famiglia i
valori e le tradizioni millenarie della cultura indiana, della donna,
scienziata e madre che deve affrontare la Corte Suprema sia per combattere
contro l'installazione di dighe e centrali idroelettriche in alcune regioni
dell'India, sia per ottenere l'affidamento di suo figlio.
Ancora una storia vera e appassionata di una grande scienziata e di una
grande donna, raccontata in prima persona nella sua biografia, narrata e
illustrata da due donne, come e' nella tradizione della collana che ospita
questo libro, Donne nella scienza. Una collana pensata tutta al femminile
perche' raccontare storie di donne di successo, dalla vita intensa,
impegnate scientificamente e socialmente, contribuisce a fornire uno stimolo
e un modello in cui riconoscersi, un esempio da poter seguire senza timori.
Il libro e' consigliato per un pubblico dai 13 anni in su.
*
Emanuela Nava (con le illustrazioni di Emanuela Bussolati), Sulle orme di
Gandhi. Storia e storie di Vandana Shiva, Editoriale scienza, 2007, euro
13.90, pp. 96.

5. LIBRI. MARIA GREGORIO PRESENTA "LEGGERE LE VOCI" A CURA DI PAOLA AZZOLINI
E DANIELA BRUNELLI
[Dal sito della Libera Universita' delle donne di Milano
(www.universitadelledonne.it) riprendiamo la seguente segnalazione libraria.
Maria Gregorio, nel Consiglio Direttivo di Icom Italia, collaboratrice della
Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, ha da sempre lavorato in ambito
editoriale: da vari anni si occupa di museologia, argomento sul quale ha
tradotto molti libri. Cura una collana di museologia per Il Saggiatore. Tra
le opere di Maria Gregorio: Imago libri. Musei del libro in Europa,
Sylvestre Bonnard, 2006.
Paola Azzolini e' scrittrice, giornalista, critica letteraria; collabora con
"L'Arena di Verona" ed altre testate, ha curato edizioni di opere di Manzoni
e Capuana, pubblicato studi su vari temi di letteratura italiana
otto-novecentesca, svolto ricerche sulle scrittrici italiane del Novecento,
contribuito a varie pubblicazioni. Tra le opere di Paola Azzolini: Il cielo
vuoto dell'eroina, Bulzoni, Roma 2002.
Daniela Brunelli e' la responsabile della biblioteca "A. Frinzi"
dell'Universita' di Verona]

Nella Sicilia profonda a cavallo fra Otto e Novecento la figlia di un nobile
siciliano e di una aristocratica inglese decide di coinvolgere donne di
tutta Italia - giornaliste, scrittrici, pittrici, ma anche semplici donne di
casa - in un ambizioso progetto: una rivista manoscritta, tutta (o quasi) al
femminile. Nasce cosi' "Lucciola", che dal 1908 al 1926, con regolarita'
invidiabile interrotta soltanto dalla prima Guerra Mondiale, verra'
costruita numero dopo numero in un perpetuo viaggiare postale di quaderni
lungo la penisola.
Articoli di letteratura, costume, ma anche di impegno politico (nei mesi che
precedono la Grande Guerra, ad esempio) e di protofemminismo.
I numeri della rivista - tutti, rigorosamente, numeri unici - sono ora
conservati a Verona, dove le due curatrici, Paola Azzolini e Daniela
Brunelli, li hanno amorevolmente fatti rivivere in un libro stupefacente:
stupefacente per la bellezza di una rivista composta in modi cosi' caserecci
(la grafica delle copertine percorre tutte le avanguardie del tempo),
stupefacente per la varia ricchezza dei contributi, stupefacente perche'
restituisce un quadro inedito della societa' italiana dell'epoca.
Alcuni pezzi anticipano le grandi conquiste sociali dei tempi nuovi. Un
esempio? La battaglia per "Il voto alle donne" che inizia con le parole:
"Questa guerra ha fortunatamente sfatata un'altra leggenda: quella
dell'incapacita' delle donne a rendere opera utile nel campo intellettuale
ed industriale... Dopo questa prova del fuoco la soluzione in senso positivo
del voto alla donna e' veramente la conseguenza di una giustizia
distributiva... Purtroppo la donna e' stata sinora vittima della
legislazione attuale, che ha consacrato una serie di privilegi per l'uomo ed
una serie di limitazioni nei diritti spettanti alla donna".
Non mancano pero' testi piu' frivoli, come la "lettera a Silvio" del 21
gennaio 1911: "Silvio carissimo, tua moglie non ti ama piu'... Amico mio,
vuoi un consiglio? Non affliggerti, non fantasticare, non creare dei
fantasmi immaginari. E poi, smetti i musi e... cerca di non spettinarti!".
Due esaurienti saggi introduttivi narrano la genesi e le vicende della
rivista e delle donne che la realizzarono; all'ampia antologia fa seguito un
saggio su "La musica delle Lucciole".
Per scoprire quanto erano emancipate le italiane ben prima che venisse loro
concesso il diritto di voto.
*
Paola Azzolini e Daniela Brunelli (a cura di), Leggere le voci. Storia di
"Lucciola", rivista manoscritta al femminile, Il Poligrafo, 1998, euro 48,
pp. 448.

6. LIBRI. GIULIANA MANGANELLI PRESENTA "QUESTO E' IL MIO CORPO" DI SINDIWE
MAGONA
[Dal sito della Libera Universita' delle donne di Milano
(www.universitadelledonne.it) riprendiamo ampi stralci della recensione
apparsa sul quotidiano "Il secolo XIX" del 13 novembre 2007 col titolo "Piu'
forti della violenza"  e il sommario "La sudafricana Sindiwe Magona guida le
donne che combattono con la parola".
Giuliana Manganelli, genovese, laureata in lingue, ha insegnato lingua e
letteratura inglese all'Universita' di Genova e nei licei. Nel 1972 fonda il
Teatro Laboratorio che dirige fino al 1990 producendo testi di Machiavelli,
Pinter, Beckett, Stoppard, Monaco, Guidoni, Poli, Parrini, Bagnara. Dal 1975
dirige la scuola di recitazione del Teatro Laboratorio. Collabora a progetti
culturali e teatrali con l'Istituto di inglese dell'ateneo genovese e con il
British Council e nel 1979 partecipa al Fringe Festival di Edimburgo. Dal
1978 al 1993 e' regista programmista alla Rai di Genova e dirige lo
sceneggiato radiofonico in 13 puntate "Goldoni a Genova" di Patrizia Monaco.
Giornalista pubblicista dal 1992 e' critica letteraria e teatrale del
quotidiano "Il secolo XIX".
Sindiwe Magona e' una importante scrittrice sudafricana, "nata nel Transkei
e cresciuta nei sobborghi di Citta' del Capo, ha allevato da sola i suoi tre
figli, lavorando come domestica. Grazie a una forza di volonta' che non e'
luogo comune definire indomabile, e' pero' riuscita a laurearsi
all'universita' di Citta' del Capo e a conseguire un master in scienze
dell'organizzazione sociale presso la Columbia University. A lungo attiva
presso le Nazioni Unite, Sindiwe Magona ha pubblicato nel 1991 il suo primo
libro, To My Children's Children, seguito da una raccolta di racconti,
Living, Loving And Lying Awake At Night (1994) e da Mother to Mother. Oggi
la scrittrice, che e' tornata a vivere in Sudafrica, continua a essere molto
impegnata in attivita' legate ai temi dell'ambiente e dei diritti delle
donne" (Maria Teresa Carbone); un'intervista di Maria Teresa Carbone a
Sindiwe Magona e' nel n. 41 de "La domenica della nonviolenza". Dal sito
delle Edizioni Goree (www.edizionigoree.it) riprendiamo la seguente scheda:
"Sindiwe Magona, nata nel Transkei, e' cresciuta nei duri sobborghi di
Citta' del Capo. I suoi scritti ricordano la difficile giovinezza in Sud
Africa e le sue lotte, personali e politiche, di donna nera sudafricana
vissuta sotto la segregazione, cercando di realizzare l'armonia razziale e
sessuale nel suo Paese. Questa donna straordinaria ha svolto i suoi studi
per corrispondenza, dovendo occuparsi da single dei tre figli, senza
disporre di una residenza fissa e lavorando come domestica. Si e' quindi
laureata all'Universita' del Sud Africa e ha svolto un master in Scienze
dell'Organizzazione Sociale del Lavoro presso la Columbia University. Nel
1993 l'Hartwick College le ha assegnato un dottorato in Human Letters e nel
1997 e' stata accolta nella Foundation of Arts Fellow nella categoria
non-fiction. L'impegno politico della Magona e' stato finalmente
riconosciuto nel 1976, quando e' stata chiamata a Bruxelles a far parte del
Tribunale Internazionale per i crimini contro le donne, e nel 1977, quando
fu fra le dieci finaliste per il Woman of the Year Award. Al culmine del suo
impegno politico ha deciso che la penna puo' fare di piu' della spada; cosi'
attraverso la sua scrittura cerca di sfidare e influenzare l'opinione
pubblica del suo paese, spingendo i giovani neri, soprattutto le donne, a
svolgere un ruolo attivo nella crescita del nuovo Sud Africa. Recentemente
ha lasciato il suo incarico presso l'Onu, svolto per molti anni, ed e'
tornata a vivere a Citta' del Capo". Opere di Sindiwe Magona: Da madre a
madre, Goree, 2005; Ai figli dei miei figli, Nutrimenti, 2006; Push-Push ed
altre storie, Goree, 2006; Il miglior pasto di sempre, Goree, 2007; Guguletu
blues, Goree, 2007; Questo e' il mio corpo!, Goree, 2007]

Erano in 20.000 quel 9 agosto 1956 a protestare sotto il palazzo del governo
di Pretoria. Le donne sudafricane dicevano no alle "pass laws" che
limitavano la circolazione dei neri, che li segregavano nelle misere
township, che separavano le mogli dai mariti che lavoravano nelle citta'
buttando sulle loro spalle tutto il peso delle cure parentali e dei vecchi,
che discriminavano le donne nell'istruzione e nel lavoro.
Quelle donne cantavano: "Ora hai toccato le donne Strijdom / Hai sbattuto
contro una roccia / Hai smosso un macigno / Resterai schiacciato". Da 13
anni l'apartheid e' finito, sta nascendo una borghesia nera,
disordinatamente e con arroganze ed errori a volte piu' crudeli di quelli
dell'ex classe dirigente bianca.
Ma quel grido di 50 anni fa non si e' spento. Ha solo cambiato destinatario.
Ora la lotta delle donne e' contro i loro uomini, perche' e' tra i sessi che
le cose devono cambiare.
L'emergenza e' l'Aids, le violenza contro donne e bambini, la poverta'. Il
75% delle donne nere sotto i 30 anni sono disoccupate, del 14% dei top jobs
in mano alle donne solo il 2 va alle nere. Nel 2004 ci sono stati 114 stupri
ogni 100.000 abitanti contro i 32 degli Stati Uniti, nel 2005 ogni sei ore
una donna sudafricana e' stata uccisa dal partner, il tasso piu' alto del
mondo. Le femmine sono le piu' devastate dall'Aids, oggi superano i maschi
che, per promiscuita' e rifiuto del preservativo, ne sono la causa prima.
Piu' del 30% delle donne gravide sono infette dall'Hiv.
Adesso le figlie delle donne di Pretoria del '56 lottano per la loro vita e
quella dei loro figli. La parola d'ordine e' cambiata. "No test, no sex",
come recita lo slogan delle cinque amiche per la pelle dell'ultimo libro di
Sindiwe Magona, la scrittrice sudafricana che partendo dal ghetto di
Guguletu e' riuscita, con enormi sacrifici e una determinazione da roccia, a
laurearsi per corrispondenza allevando tre figli da single e sgobbando come
donna delle pulizie.
Sabato scorso da Cape Town ñ dove e' tornata definitivamente dopo vent'anni
all'Onu di New York ñ e' volata in Puglia per ritirare il Premio Grinzane
Terre di Otranto.
"Ora combatto con la parola, e' un'arma piu' micidiale della politica. Amo
il mio Paese. Questo e' il motivo per cui ho scritto questo nuovo romanzo,
che non e' frutto di risentimento o di odio. Ma non possiamo far finta che
non stia succedendo, che l'Aids non ci stia uccidendo tutti".
Ha una voce calda Sindiwe, a tratti scoppia in risate cameratesche, taglia
le parole come pietre, piccole, semplici, tremendamente dirette. (...)
L'editore Riccardo Bassani della senese Goree - che ha gia' pubblicato Da
madre a madre - ha fatto il colpo grosso. Portera' a Cuneo la prima edizione
mondiale dell'ultimo romanzo di Magona, Questo e' il mio corpo!, battendo in
volata Stati Uniti e Sudafrica dove uscira' dopo con il titolo The Green
Freedom of a Cockatoo. "Questo libro - racconta Magona - nasce dal dolore e
dalla morte per Aids ma indica anche una via d'uscita. Noi abbiamo bisogno
di vivere insieme, uomini e donne, ma deve esserci rispetto, gli uomini
devono ascoltare la saggezza delle donne".
La scrittrice denuncia che in Sudafrica le donne sono discriminate tre
volte: in quanto nere, in quanto povere e in quanto donne. E questo avviene
sia nella societa' bianca sia all'interno della comunita' dei neri: li' sei
un essere inferiore, dice, "in teoria, con la fine dell'apartheid e le nuove
leggi la disuguaglianza economica e sociale si sarebbe dovuta attenuare. Non
e' cosi'".
Le leggi, commenta con amarezza, non cambiano le tradizioni e le abitudini
di una comunita' patriarcale in cui le donne sono tenute in stato di
sottomissione, subiscono abusi e sono oggetto di orrendi delitti "d'onore".
E' significativa la coincidenza della manifestazione tenuta ad Alba sabato
scorso intitolata "Poesie per Hina", un omaggio di "Alba libri" in ricordo
della ragazza pakistana di Brescia sgozzata l'anno scorso dai familiari
perche' innamorata di un italiano, con la presenza in Italia di Sindiwe, che
nel 1976 e' stata membro del Tribunale internazionale per i crimini contro
le donne che ha sede a Bruxelles e persegue proprio i crimini d'onore e i
matrimoni forzati di bambine anche con vecchi combinati dai padri.
"La tradizione e' stata utile alla gente per orientarsi. Quando non serve
piu' deve essere sfidata e cambiata. lo vivo qui e ora, non ieri. Per le
donne essere in Sudafrica oggi e' peggio che vivere in zona di guerra, ma
li' sei preparato, l'emergenza e' continua, resti vigile. Invece quando la
guerra e' dentro la tua casa dove non sei sulle difensive, il tuo dio cade.
Ti aspetti amore e protezione, trovi violenza e abusi. In guerra non ti
aspetti che la gente ti tratti con gentilezza, e in casa non ti aspetti che
la famiglia, l'amico, il marito, il compagno, l'amante, o il vicino ti
uccida".
C'e' una via d'uscita? "La coscienza di se', la sorellanza, il discutere dei
problemi comuni, insegnando alle donne a scrivere le loro esperienze, a
buttarle fuori". Sindiwe e' spiccia e non usa giri di parole.
Smettiamo di piangerci addosso, dice, e piantiamola di pensare che una donna
non e' completa se non ha un uomo accanto, che se esci dal matrimonio sei
una scema perche' perdi l'uomo che ti compra l'auto, ti porta i fiori, una
volta all'anno ti dice "amore, ti amo" il giorno del tuo compleanno. Per
questi piccoli premi rischi la vita?
"Se non puoi avere una relazione serena, vattene a vivere da sola",
suggerisce allegra.
Intendiamoci, essere innamorate ed essere amate e' fantastico, ma la mia
vita non deve essere il prezzo dell'amore, se l'amore e il sesso ti
uccidono, che senso ha? Meglio libera e felice (...).
*
Sindiwe Magona, Questo e' il mio corpo!, Goree edizioni, 2007, euro 17, pp.
320.

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
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Numero 143 dell'8 dicembre 2007

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